lunedì 1 gennaio 2018

Recensione "Il diavolo e la rosa" di Virginia Dellamore

Buongiorno lettori,
apriamo il nuovo anno con una storia bellissima di cui vi avevo già parlato sui vari social.
Si tratta del romanzo "Il diavolo e la rosa", di Virginia Dellamore, una straordinaria rivisitazione de "La Bella e la Bestia" con forti richiami alle atmosfere di "Jane Austen", un mix letale per chi ama il genere.
Buona lettura!


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Yorkshire, Inghilterra, 1836.
La vita è stata generosa e allo stesso tempo avara con Rosalynn. Le ha donato la bellezza ma l’ha privata dell’affetto di una famiglia. Da ventun anni, infatti, vive nello stesso orfanotrofio nel quale è stata abbandonata quando era piccolissima, e la sua esistenza è tutto fuorché idilliaca. La perfida direttrice dell’istituto, che nutre verso di lei una particolare antipatia, l’ha relegata ai compiti più faticosi e miserabili. Rosalynn trascorre le sue giornate lavorando e coltivando sogni segreti alimentati dai libri che legge. Libri che si procura di nascosto: al calar della sera, mentre le ombre dilagano nella brughiera, sgattaiola dal convitto e raggiunge il castello di Harwood a poche miglia di distanza.
Il maniero è disabitato, ma lei ha scovato un’imposta rotta ed è riuscita a entrare. Ogni giorno, attraversando un dedalo di grandi sale ricoperte di polvere e detriti, raggiunge l'immensa biblioteca ancora piena di volumi. Non ha mai incontrato nessuno, muovendosi sempre indisturbata.
Una sera, tuttavia, la solitudine dei luoghi subisce una brusca interruzione. All’improvviso, Rosalynn ode dei passi umani e si scontra con un uomo che afferma d’essere Lord Beaumont Harwood, proprietario del castello e di tutto ciò che esso contiene.
Benché coraggiosa, non può fare a meno di esserne intimorita: il conte non è soltanto un uomo dai modi scortesi, ma è anche l’individuo più spaventoso sul quale abbia mai posato lo sguardo. Il suo volto è ricoperto di ustioni e cicatrici ed è privo di una gamba al posto della quale indossa un terrificante arto finto. In più, la accusa di essere una ladra e minaccia di condurla in prigione per averlo derubato.
Rosalynn si trova costretta ad andare a vivere al maniero, assunta come domestica, per ripagare il furto commesso.
La vita al castello è più dura del previsto. Se ciò non bastasse, Lord Harwood non è affatto un gentiluomo: la gente del villaggio lo ha soprannominato “la Bestia” a causa del suo aspetto e dei suoi modi.
Per forza di cose, vivendo sotto lo stesso tetto, Rosalynn comincia a conoscerlo meglio, scoprendo che dietro la sua apparenza intrattabile si cela un uomo ferito dalla vita, trafitto dal peso di tragiche colpe passate e ormai rassegnato a vivere nascosto.
Nel contempo, i segreti riguardanti le origini di Rosalynn e l’identità dei suoi genitori si rivelano non meno misteriosi e tragici, e tutto sembra precipitare verso un epilogo drammatico...
Sullo sfondo della cupa brughiera inglese, un romanzo liberamente ispirato alla favola della Bella e la Bestia. La storia di una passione tormentata e di un sentimento purissimo capace di guardare oltre l’apparenza, sgretolare i pregiudizi e dimostrare che la vera bellezza non ha a che fare con la perfezione del corpo ma con l’armonia dell’anima.

Prima dell'incendio mi chiamavano Beau.
Bello.
Ero indubbiamente bello.
Adesso questo nome è un'irrisione, un dispetto, uno scherzo del destino.
Forse, a suo modo, è una maledizione.
Perché la mia bellezza era soltanto un'impostura, una facciata, il frontespizio dipinto in oro di un volume di nessun pregio.

Rosalynn vive un'esistenza priva di felicità, gioia e aspirazione. Lavora duramente nell'orfanotrofio in cui è cresciuta e la brughiera è il suo rifugio preferito, insieme ai libri. Il suo personaggio mi è piaciuto moltissimo, la sua bontà d'animo e il suo coraggio le fanno onore e ho fatto il tifo per lei dall'inizio alla fine. Lord Harwood, invece, è il vero protagonista della storia, un uomo dalle mille sfumature e dal carattere impossibile da decifrare. E' stato un personaggio che ho seguito con interesse e che mi ha conquistata pagina dopo pagina, così come è accaduto a Rosalynn. 
La trama è un susseguirsi di eventi e, pur essendo semplice e relativamente prevedibile, mi ha appassionata moltissimo facendomi divorare il libro nel giro di poche ore.
Il ruolo e l'importanza dei libri sono un valore aggiunto ad una storia già perfetta ed emozionante.

Non mi importa del matrimonio e del titolo, e all'inferno l'onore e il decoro:
ma all'amore non intendo rinunciare.
Quello vero, quello che ti devasta l'anima, per il quale sacrificheresti te stesso e la tua felicità.
Io voglio qualcuno per cui non essere soltanto la prima scelta, ma l'unica.

I paesaggi della brughiera inglese, gli antichi manieri, i segreti e gli inganni della nobiltà britannica rendono la trama accattivante e coinvolgente. E' una storia d'altri tempi in cui il richiamo alla nota favola de "La Bella e la Bestia" è evidente, ma non predominante. L'autrice ci insegna a guardare oltre e a scoprire la bellezza nascosta dietro strati di odio e cattiveria perché il bene, alla fine, trionfa sempre. "Il diavolo e la rosa" è un romanzo tutto da scoprire e assaporare, un libro che non annoia e che conquista il cuore come poche altre storie sanno fare.
Vi consiglio di regalarvi qualche ora in compagnia di Rosalynn e Beau, non ve ne pentirete!



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