giovedì 9 aprile 2020

[Review Party] "Duplice omicidio a Lotrib" di Luca Betti

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi della nuova uscita della collana Segreti in Giallo Edizioni, "Duplice omicidio a Lotrib", firmato dalla penna di Luca Betti.
Buona lettura!


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Lotrib è una città tranquilla. Qui, famiglie di umani convivono, seppur di malavoglia, con nani e orchi. A sconvolgere la sua routine è un duplice omicidio che si consuma nella zona dove si trova l'Università. Vittime ne sono il professor Perat, docente di Lingue Antiche presso l'Università di Lotrib, ritrovato riverso a faccia in giù sulla scrivania del suo studio e il custode del dipartimento, trovato anche lui morto con un colpo alla nuca. A risolvere l'omicidio, che si presenta come un misterioso rompicapo sarà Darden, un investigatore privato.

Benvenuti a Lotrib, un paesino caratteristico popolato da una comunità multietnica davvero interessante. Umani, orchi, nani e folletti si affollano, infatti, nelle stradine di questo piccolo centro abitato e cercano di coesistere più o meno pacificamente. L'equilibrio viene sconvolto da un duplice omicidio inaspettato e misterioso sul quale ha il compito di far luce il nostro protagonista, Darden.
Questo giovane investigatore, oltre a frequentare la mitica locanda di Peb che offre la miglior birra del paese, è appassionato di musica e leader di un gruppo dal nome davvero particolare, Frenetica Mente. Ho apprezzato particolarmente il suo personaggio e il modo con il quale ha condotto le indagini. Mi ha ricordato vagamente i modi di fare del più famoso Poirot, dando l'impressione di essere in alto mare e poi lasciando tutti di stucco con la soluzione del caso.

Le vittime dell'omicidio, il professore di lingue antiche Perat e il custode Belid, sembrano non avere nulla che li accomuni se escludiamo il luogo di lavoro. Chi mai avrebbe potuto avere interesse ad ucciderli e maniera piuttosto brutale? Io mi sono divertita a fare congetture ma devo dire che ero molto lontana dalla verità, intuita giusto nelle ultime pagine prima dell'epilogo e della grande rivelazione.

Lo stile del'autore mi è piaciuto molto e mi ha tenuta incollata alle pagine dall'inizio alla fine, l'ambientazione è molto caratteristica così come la moltitudine di personaggi così diversi tra loro e particolari. Un mix ben riuscito tra fantasy e giallo che si legge in un soffio perché, purtroppo, è una storia breve. Se avete voglia di una lettura diversa e che vi faccia passare qualche ora di svago assoluto a lambiccarvi il cervello sulle indagini, fatevi avanti. Vi aspetto a Lotrib!



giovedì 26 marzo 2020

[Review Party] "Al di là della nebbia" di Francesco Cheynet e Lucio Schina

Buongiorno, lettori.
Torno a tenervi compagnia con la recensione di un giallo particolare che si svolge nella nebbia di atmosfere gotiche e fantasy. Si tratta di "Al di là della nebbia", di Francesco Cheynet e Lucio Schina, edito da Segreti in Giallo Edizioni.
Buona lettura!


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La terrificante esperienza del giovane avvocato Edward Jenkins ha inizio in una fredda e nebbiosa sera di novembre del 1885, sulla banchina della stazione ferroviaria di Skegness. Nella tasca interna del cappotto conserva una misteriosa lettera ricevuta qualche giorno prima, in cui gli viene prospettata la possibilità di chiudere il più importante affare della sua vita. Sono troppi però gli interrogativi ai quali l’avvocato deve dare una risposta: perché l’autore non ha firmato la lettera? Dove si trova Fault City, la sconosciuta cittadina nella quale viene invitato a trascorrere il fine settimana? E chi sono gli unici altri due passeggeri che incontrerà sul treno? Nella cupa atmosfera autunnale dell’Inghilterra Vittoriana, un treno notturno sarà teatro di una serie di eventi apparentemente inspiegabili, dove lo stesso filo sottile che divide il razionale dal fantastico unirà il destino di tre individui, accomunati dal desiderio di ricchezza e da un terribile segreto nascosto nei meandri delle loro coscienze.

Il romanzo, scritto a quattro mani da Francesco Cheynet e Lucio Schina, mi ha ricordato molto le atmosfere gialle dell'immensa Agatha Christie. Anche il senso della storia mi ha riportato alla mente quel senso tipico di giustizia che si chiude come un cerchio tanto caro alla regina del genere. La nostra storia si svolge in un tempo ben definito ma in un luogo che appare fumoso e irreale, quasi onirico. Lo svolgimento della trama viene portato avanti a bordo di un treno 'speciale', diretto in una località che nessuno dei tre protagonisti sembra conoscere.

Prima di incontrarsi sulla banchina della stazione ferroviaria di Skegness Edward Jenkins, Angus Cullen e Victor Cooper ignoravano l'esistenza dei loro compagni di viaggio. La cosa che li accomuna è che sono stati convocati da un misterioso datore di lavoro disposto a pagare parecchio pur di averli in squadra. In un primo momento, sembrano molto uniti e sicuri nel voler scoprire chi si cela dietro le lettere che hanno ricevuto ma il panico si fa strada via via che le tessere del puzzle iniziano ad andare al proprio posto. C'è qualcosa, nel passato dei tre, che li ha portati fino a questo punto. Qualcosa con cui, ormai, dovranno fare i conti una volta per tutte.

Come vi accennavo, questo breve romanzo ricorda molto le tematiche e la struttura del giallo ma, in questo caso, gli autori hanno ampliato la trama inserendo elementi fantasy e horror. Personalmente ho apprezzato molto la storia, il significato, la prosa accurata e i dettagli grafici del libro che lo rendono davvero un piccolo gioiellino. Se amate il genere, non potete farvelo scappare!



giovedì 12 marzo 2020

[Review Party] "La foresteria delle tre sorelle" di Andrea Biscaro

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato a "La foresteria delle tre sorelle", romanzo firmato da Andrea Biscaro, e seconda uscita della collana editoriale di Segreti in giallo Edizioni.
Buona lettura!


Antonio Brando, famoso scrittore di thriller, riceve una telefonata. È Valentina, la sua agente. C'è un importante lavoro per lui. Una grossa casa editrice ha deciso di varare una nuova collana: libri di viaggio scritti da autori di grande fama. Brando è stato scelto per raccontare la Maremma. Ma lui è titubante, da tempo ha abbandonato i salotti televisivi e letterari, da anni non scrive più. Tuttavia Valentina riesce a persuaderlo. Antonio decide di rimettersi in pista. Si trasferisce così a Pitigliano, antico borgo della Toscana meridionale. Qui, nella solitudine di una modesta locanda del centro storico, comincia a fare ricerca. Ma c'è qualcosa che ostacola il suo lavoro. Una misteriosa minaccia incombe su di lui. Strani incontri, inquietanti messaggi, oscure visioni, irrompono prepotentemente nella vita dello scrittore. La mente di Brando inizia a vacillare, l'incubo si sostituisce pian piano alla realtà. Eppure c'è qualcosa che lo trattiene lì a Pitigliano, nella Foresteria delle tre sorelle, qualcosa di terribile e affascinante...

"La foresteria delle tre sorelle" è un romanzo tutto italiano, ambientato nella Maremma Toscana, un territorio affascinante e  misterioso. Il nostro protagonista è uno scrittore in cerca di ispirazione e con un contratto da seguire. Arrivato nel  caratteristico borgo di Pitigliano, si rende subito conto che la sua avventura è appena cominciata, all'insegna di eventi misteriosi e bizzarri a partire dalla foresteria in cui alloggia.

I personaggi che incontra sul suo cammino sono particolari e ambigui, personaggi che dicono tutto e niente e aumentano la confusione del povero Antonio Brando che si ritrova in un mondo surreale in cui il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è, non è mai stato così labile.

La confusione è totale anche per il lettore che si perde nella storia curioso di scoprire se la leggenda delle tre sorelle si sta realmente  concretizzando o se si tratta di un viaggio onirico del protagonista. Il finale, devo dire forse un po' affrettato e poco chiaro, lascia di stucco e non pienamente soddisfatti ma, nel complesso, non posso dire di non aver gradito la lettura.
Gli elementi che ho apprezzato di più sono lo stile dell'autore e la  magnifica e caratteristica ambientazione. Se cercate una storia originale, a metà tra un fantasy e un thriller, avete trovato il libro giusto.


martedì 3 marzo 2020

Recensione "Abbiamo un bacio in sospeso (io e te)" di Riccardo Bertoldi

Buongiorno lettori.
Oggi vi parlo del romanzo di Riccardo Bertoldi, "Abbiamo un bacio in sospeso (io e te)".
Una storia che mi ha, inaspettatamente, conquistata.
Buona lettura!


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Leonardo fa il fotografo, ha trent'anni, gli occhi timidi di chi parla poco e una ferita al cuore che non riesce a rimarginare. Ogni giorno prende il treno per andare al lavoro e sulla carrozza numero 2 incontra il sorriso di Sara, che illumina per un attimo le sue giornate. Qualche volta, però, la paura di amare supera il coraggio di osare. E così, per Leonardo, quella sconosciuta che ascolta musica e scrive su un diario dalla copertina rossa diventa un modo per fantasticare: cosa accadrebbe se finalmente si facesse avanti e decidesse di sfidare il destino? Reduce da una lunga storia, Leonardo è tornato a Verona, la sua città, e ha ritrovato la vita che lì aveva lasciato. Un nuovo amore non era nei piani, ma si sa, il cuore fa i suoi progetti, e a volte ce li mostra nei modi più inattesi. Così un giorno Leonardo capisce che deve tuffarsi - a costo di sembrare un po' pazzo, a costo di farsi male - e lascia sul sedile che di solito occupa la ragazza una fotografia che le ha scattato di nascosto. Il destino lo porterà dentro un negozio di musica, con la luce della notte che filtra dalla serranda semiaperta, insieme a lei: Sara. E gli ricorderà che a volte basta poco - uno sorriso rubato, una bella canzone, un bacio a fior di labbra - per aggiustare un cuore e ricominciare.

Appena ho iniziato a leggere il romanzo di Bertoldi, mi sono accorta che c'era molta filosofia ma anche tanta verità. L'ho sottolineato quasi tutto perché sono tante le frasi e i pensieri in cui mi sono ritrovata strada facendo. L'autore ci presenta due personaggi e ci racconta la loro travagliata storia che, per la quasi totalità del libro, è composta da momenti più bassi che alti.
Leonardo è un uomo che ha appena avuto il coraggio di prendere in mano la sua vita dicendo addio a certezza e sicurezza per abbracciare un'esistenza più soddisfacente e su misura per lui. Sara compare come un vero e proprio angelo che, via via, riempirà sempre di più i suoi pensieri. La loro conoscenza è davvero sui generis ma unica e indimenticabile. L'autore lascia poco spazio alla fisicità e imposta un rapporto basato su concetti ben più profondi e consapevoli.

Questo è un libro che invita a lasciarsi andare, a rischiare tutto per raggiungere il tanto agognato 'lieto fine'. E' un libro che insegna ad andare oltre i preconcetti e i pregiudizi, che non è mai troppo tardi per cambiare la propria vita, non importa quanti grandi siano i rischi. Sono rimasta molto colpita dalla normalità che si respira tra queste pagine, il non forzare a tutti i costi un rapporto lasciando libero arbitrio ai personaggi, così come accadrebbe nella vita reale. In sintesi lo definirei un 'romanzo non romanzo', perché di romanzato c'è davvero poco.
Lo stile di Riccardo Bertoldi mi è piaciuto e mi ha appassionato, ho divorato la lettura nel giro di pochi giorni e mi sono innamorata di tantissime frasi che ho accuratamente annotato nel mio quaderno delle citazioni. Lo consiglio!



sabato 29 febbraio 2020

[Review Party] "Il mistero di Ash" di Victoria M. Shyller

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare il review party della prima uscita di "Segreti in giallo edizioni", una nuova realtà editoriale che si occupa dei generi che più preferisco: giallo, thriller e mistery.
Buona lettura!


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Tredici bambine uccise. E Ash, piccolo villaggio sperduto nella regione del Kenter, si trasforma nel più maledetto dei gironi infernali.

Una realtà, oscura e terribile, attende Fedor Chestel e Delvin Fraser. I due investigatori vengono risucchiati nell'orrore di un folle gioco mortale. Sette giorni per scoprire la verità. Mentre il Male avanza. E non ha mai un unico volto.

Questo racconto di Victoria M. Shyller, ci trasporta in un mondo fatto di mistero e segreti. Quando il duo di investigatori arriva ad Ash, rimangono subito colpiti dall'omertà cittadina, la crudeltà degli omicidi e il paesaggio da brividi in cui tutto si svolge. L'autrice gioca benissimo con questi tre elementi dando vita ad una vicenda in cui tutto viene lasciato in sospeso, finale compreso.
La tela è stata ottimamente costruita ma non vi nascondo che l'epilogo mi ha lasciato un po' sconvolta perché non fornisce alcuna spiegazione alle mille teorie che mi ero fatta leggendo il racconto. In un certo senso, si tratta di un prequel molto ben dettagliato e interessante di quello che sarà.

La situazione era palesemente pericolosa. E paradossale.
Ma soprattutto erano soffocati dal profondo disagio unito alla consapevolezza di essere, per la prima volta nella loro esperienza, completamente impotenti.

I protagonisti si trovano di fronte ad un muro di silenzi e tredici piccoli cadaveri orribilmente sfigurati. La loro frustrazione è palpabile perché ogni pista battuta li conduce in un vicolo cieco e, più il tempo scorre, più il pericolo diventa reale e potente. Non vedo l'ora di scoprire quale sia 'il mistero di Ash', perché dopo questa lettura la mia curiosità è a mille!
Mi è piaciuto lo stile dell'autrice, molto dettagliato, e la trama che ha pensato per noi. La scelta narrativa è interessante ma coinvolgente. E' un preludio senza dubbio promettente e spero di scoprire presto cosa ci attende per il futuro. 
Si legge in breve tempo ma, come vi dicevo, il finale lascia completamente in sospeso quindi se non amate questo tipo di costruzioni narrative, vi consiglio di aspettare l'uscita del seguito.



mercoledì 26 febbraio 2020

Recensione "Le colpe degli altri" di Linda Tugnoli

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo de 'Le colpe degli altri', un romanzo di Linda Tugnoli che strizza l'occhio al genere giallo e noir.
Buona lettura!


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La forma a ventaglio e il colore tipico di quel periodo autunnale, un giallo così acceso da sembrare innaturale. Impossibile sbagliarsi, per un giardiniere come lui: è una foglia di Ginkgo Biloba. Ed è la seconda cosa fuori posto che Guido nota in quel giardino trascurato, parte di una grande villa abitata solo per due settimane l’anno, in agosto. La prima, invece, è stata una ragazza bionda stesa a terra, con indosso un elegante vestito lungo, dello stesso punto di blu dei suoi occhi spalancati sul nulla. Forse per colpa di quel colore che lo riporta a un passato mai dimenticato, o per quella foglia inconfondibile in un giardino senza alberi di Ginkgo Biloba – un dettaglio che Guido, per qualche strana ragione, non segnala alla polizia –, o magari per quel sentore di un profumo antico e familiare che solo lui, grazie al suo olfatto finissimo, ha percepito sulla scena del delitto, comunque sia quella ragazza sconosciuta e il suo triste destino diventano quasi un’ossessione per Guido. Sebbene abbia svariati motivi per mantenere un profilo basso, non resiste alla tentazione d’intraprendere una sorta d’indagine clandestina parallela a quella ufficiale. E il punto di partenza è proprio la foglia di Ginkgo Biloba. Perché lì, in Valle Cervo, in alcuni giardini privati in effetti ci sono degli alberi di Ginkgo. Guido inizia così un pellegrinaggio nei luoghi che lo hanno visto nascere e da cui se n’era andato per cercare fortuna in Francia, ma dov’è tornato da qualche anno per ritrovare una certa tranquillità. Una valle dimenticata dal resto del mondo e in cui pare che il tempo sia sospeso, una valle dove tutti parlano poco e non succede mai nulla. Ma dove sono nascosti segreti che non è più possibile tenere sepolti… 

Una villa abbandonata.
Un giardiniere.
Un cadavere ritrovato.
Questa è la base sulla quale Linda Tugnoli ha sviluppato la trama del suo romanzo che contiene degli ottimi elementi noir e gialli. Le indagini sulla morte di una ragazza misteriosa, ritrovata vestita con un abito d'epoca nel giardino di una villa abbandonata, appare subito di difficile risoluzione dovuta alle scarse prove e alla situazione ai limiti dell'assurdo. Il principale sospettato, almeno inizialmente, è Guido un giardiniere che si ritrova, sua malgrado, invischiato nella vicenda. E' anche l'unico in grado di notare alcuni dettagli fuori posto dei quali si serve per avviare delle indagini personali che saranno il vero fulcro del romanzo.

La storia narrata ha degli alti e bassi, in alcuni momenti è accattivante e coinvolgente mentre in altri ci regala dei momenti di empasse che frenano un po' l'entusiasmo. Nel complesso, mi è sembrata una vicenda coerente ed originale che non mi è dispiaciuta, la chiave scelta per la risoluzione del caso mi è piaciuta e ha contribuito a dare quel tocco di mistero in più al romanzo portando alla luce una vicenda molto più complessa di quella che ci era stata presentata all'inizio.
L'alternanza tra due vicende diverse e tra passato e presente, è stata una scelta vincente per quel che riguarda l'esperienza di lettura. Lo stile dell'autrice, molto descrittivo e ben studiato, aiuta il lettore ad immaginare perfettamente scenari e personaggi. 
E' stata una buona lettura e la consiglio soprattutto a chi vuole avvicinarsi al mondo del thriller/giallo in maniera soft.



martedì 25 febbraio 2020

Recensione "Notre Dame de Paris" di Victor Hugo

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un libro con la L maiuscola, un grande capolavoro della letteratura firmato da Victor Hugo,  "Notre Dame de Paris".
Buona lettura!



Esce oggi, in una nuova e bellissima edizione illustrata per Mondadori, una versione splendida del capolavoro francese "Notre Dame de Paris".
Devo ammettere, con un po' di vergogna, che prima d'ora non avevo mai avuto l'occasione di leggere questo romanzo. Ho visto il musical e il celebre cartone Disney e, forse, questo mi ha forse un po' influenzato all'inizio della lettura.

Il romanzo di Hugo,  infatti, si differenzia moltissimo dalle varie rivisitazioni per questo vi consiglio di chiudere i cassettoni della mente con le vostre conoscenze in merito alla storia e di lasciarvi incantare dalla meraviglia stilistico letteraria che ci regala Victor Hugo.

Era caduta in ginocchio, con la testa sul letto, le mani giunte sulla testa, piena di ansia e di tremore, e benché egiziana, idolatra e pagana, si era messa a chiedere grazia singhiozzando al buon Dio cristiano e a pregare Nostra Signora che la ospitava. Perché, quand'anche non si credesse in nulla, vi sono dei momenti della vita nei quali si appartiene sempre alla religione del tempio più vicino. 

Si tratta di una storia tetra e dalle sfumature gotiche, si tratta di una vicenda che incanta e commuove in più di una occasione. Le descrizioni magistrali della cattedrale e di Parigi ci trasportano in un'altra epoca e ci permettono di assaporare a trecentosessanta gradi le atmosfere del tempo.

Esmeralda, protagonista assoluta, a metà tra il bene il male. Quasimodo un eroe senza pari che mi ha rapito il cuore. Un epilogo che fa male ma che conclude perfettamente una storia così drammatica e crudele. Non lasciatevi spaventare né dalla mole di pagine né dallo stile artificioso di Hugo. Questo romanzo è un capolavoro assoluto!


lunedì 24 febbraio 2020

[Review Party] "Molto amore per nulla" di Anna Premoli

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di partecipare al review party, organizzato da Newton Compton, dedicato al nuovo romanzo di Anna Premoli, "Molto amore per nulla".
Buona lettura!


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Viola Brunello ne ha abbastanza degli uomini. Soprattutto di quelli che pensano di poter sfruttare la sua brillante intelligenza per i propri scopi. Avvocato d’affari e con uno studio avviato da poco, Viola non vuole perdere tempo a inseguire sogni romantici che in fondo al cuore ritiene del tutto irrealizzabili. Preferisce concentrarsi sulle sfide lavorative e sulla sua famosa “lista”, quella che ha compilato in una serata dall’elevato tasso alcolico. Sebbene l’idea sia nata per caso, ben presto Viola si lascia entusiasmare dall’idea di eliminare tutti i punti della sua “bucket list”: è così che decide di buttarsi in avventure che non pensava potessero proprio fare per lei… Una cosa è certa: le sfide filerebbero più lisce se Lorenzo Vailati, uno dei partner di una società che le ha da poco affidato un incarico, non avesse scoperto a sua volta il contenuto della lista e non ne fosse rimasto intrigato. Perché Viola ne ha abbastanza degli uomini. Di tutti, ma soprattutto di quelli come Lorenzo.

C'è sempre molta attesa intorno alle nuove uscite di autori/autrici che amo: un po' per curiosità, un po' per paura di restare delusa dalla novità. In questo caso, è andata benissimo e mi sono ritrovata, nel giro di poche ore, a sfogliare l'ultima pagina del romanzo.
In 'Molto amore per nulla', la Premoli ci regala due personaggi molto interessanti e ricchi di caratteristiche particolari. Sul lato femminile, abbiamo l'avvocato Viola che è un'emblema del femminismo moderno: taglio di capelli e completi maschili, indipendenza a livelli massimi, una mente che lavora costantemente e un'avversione profonda verso il genere maschile. Per la controparte, invece, abbiamo Lorenzo: l'uomo che non deve chiedere mai, bellissimo sia esteriormente che (purtroppo per Viola) interiormente. Ho adorato la sua simpatia e la battuta sempre pronta, il suo carattere socievole e sicuro ha contribuito a bilanciare quello insicuro e nervoso di Viola che, a tratti, è stato quasi esasperante.

Quello che mi colpisce sempre, nei romanzi di Anna Premoli, sono proprio i personaggi maschili che non vengono mai esasperati ma che, anzi, restituiscono fiducia nella categoria. La trama segue i dictat del genere rosa e, dopo una serie più o meno verosimile di eventi, ci conduce ad un super rosa, ma non melenso, lieto fine. Mi è piaciuto moltissimo il tema della 'bucket list', ha dato quel tocco di originalità al romanzo e lo ha reso ancora più esilarante. Lo stile frizzante e la prosa scorrevole dell'autrice non sono una novità ma una coccola per gli occhi che ritrovo sempre con piacere. Ho apprezzato moltissimo questa storia e la consiglio a tutti coloro che cercano una storia romantica, divertente e particolare. Sono certa che amerete Viola e Lorenzo.


Altri libri dell'autrice:









giovedì 20 febbraio 2020

Recensione "La ragazza con la macchina da scrivere" di Desy Icardi

Buongiorno lettori e buon giovedì!
Esce oggi, per Fazi Editore, il nuovo romanzo di Desy Icardi che avevamo amato tantissimo grazie al romanzo L'annusatrice di libri . Ho letto in anteprima per voi 'La ragazza con la macchina da scrivere' e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Sin da ragazza, Dalia ha lavorato come dattilografa, attraversando il ventesimo secolo sempre accompagnata dalla sua macchina da scrivere portatile, una Olivetti mp1 rossa. Negli anni Novanta, ormai anziana, la donna viene colpita da un ictus che, pur non rivelandosi letale, offusca parte della sua memoria. I ricordi di Dalia tuttavia non si sono dissolti, essi sopravvivono nella memoria tattile dei suoi polpastrelli, dai quali possono essere liberati solamente nel contatto con i tasti della Olivetti rossa. Attraverso la macchina da scrivere, Dalia ripercorre così la propria esistenza: gli amori, i dispiaceri e i mille espedienti attuati per sopravvivere, soprattutto durante gli anni della guerra, riemergono dal passato restituendole un'immagine di sé viva e sorprendente, la storia di una donna capace di superare decenni difficili procedendo sempre a testa alta con dignità e buonumore. Un unico, importante ricordo, però, le sfugge, ma Dalia è decisa a ritrovarlo seguendo gli indizi che il caso, o forse il destino, ha disseminato lungo il suo percorso. La narrazione alla ricerca del ricordo perduto si arricchisce pagina dopo pagina di sensazioni e immagini legate a curiosi oggetti vintage: la protagonista del libro ritroverà la memoria anche grazie a questo tipo di indizi, che appaiono ogni volta in luoghi inaspettati, in una specie di caccia al tesoro immaginaria, tra realtà e fantasia.

Questo secondo romanzo di Desy Icardi è decisamente più maturo e realistico rispetto al precedente. Ci troviamo davanti ad una protagonista che sta affrontando un momento molto vulnerabile della sua vita: dopo un ictus, infatti, deve fare i conti con una piccola perdita di memoria che le provoca frustrazione soprattutto nel momento in cui inizia a ritrovare oggetti strani e, forse, i resti di un suo ultimo lavoro scritto a macchina dopo anni di inattività. 

Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta della giovane Dalia e della sua adolescenza: dalla maturità fuori dal comune, all'amore per la mitica Olivetti rossa. I due racconti si intrecciano in una trama che va in crescendo e che stupisce il lettore, pagina dopo pagina.

Ho amato l'ambientazione e tutte le mille sfumature della protagonista. L'autrice ci regala una storia curiosa, ricca di dettagli e vicende legate ad un periodo storico importante per l'Italia. Lo stile è molto delicato e ricercato al punto giusto. Il romanzo si legge velocemente e con piacere conquistando il cuore e la mente del lettore. L'epilogo è tenerissimo e diventa una vera e propria ciliegina sulla torta.
Mi è piaciuto molto e ne consiglio la lettura!




mercoledì 19 febbraio 2020

Recensione "Anime trasparenti" di Daniele Bresciani

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo che mi è piaciuto molto e che tratta una tematica poco conosciuta.
Si tratta di 'Anime trasparenti', di Daniele Bresciani, edito da Garzanti.
Buona lettura!


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L'ispettore Miranda sa che le regole sono fatte per essere infrante. Per questo, quando gli viene chiesto di archiviare tre casi senza avviare alcuna indagine, non ci sta. Sembrano tanto diversi l'uno dall'altro quanto possono esserlo l'investimento di una donna incensurata, il ritrovamento del cadavere di una prostituta e l'omicidio di un delinquente da quattro soldi. Ma Miranda ha imparato con l'esperienza che, in ogni cosa, esistono legami invisibili. Questa volta, però, non è del tutto sincero, nemmeno con sé stesso. Perché c'è qualcosa di molto personale che lo spinge a indagare oltre e a far fare gli straordinari al suo intuito: conosceva Gloria, la donna che è stata investita. La conosceva talmente bene da aver avuto una relazione con lei. Talmente bene da coprire un'attività illegale, seppur svolta a fini umanitari. Da anni, infatti, Gloria gestiva la Casa dei cento bambini, un asilo gratuito per i figli di famiglie costrette a vivere nell'ombra, senza permesso di soggiorno, di genitori sfruttati per svolgere lavori umili e spesso massacranti. Un'isola felice in un paese non sempre accogliente. Miranda deve capire che cosa è successo. Deve credere che non si sia trattato di un banale incidente causato da un pirata della strada. In una Milano sferzata dal primo gelo dell'inverno, l'ispettore conduce un'indagine ufficiosa, ben oltre i limiti imposti da ogni regolamento. Ma questo, per lui, non è un problema: ha rinunciato alla carriera per difendere le proprie idee contro tutto e contro tutti. Quello che non sa è che il vaso di Pandora che sta per scoperchiare nasconde scenari oscuri e inquietanti persino per chi, come lui, si è costruito una corazza che credeva infrangibile.

La prima impressione che ho avuto, leggendo questo romanzo, è che si tratta di una storia popolata di reietti e personaggi ai margini della società: persone che stanno dalla parte degli indifesi, che non hanno paura di andare contro le regole e di difendere le proprie idee anche a costo di pagare pene pesanti a livello personale.
Ma partiamo dall'inizio e da Gloria, protagonista silenziosa della vicenda: una donna che ha fatto dell'aiutare il prossimo uno stile di vita prendendosi cura di migliaia di bambini figli di immigrati, spesso irregolari, all'interno di un asilo speciale e ai limiti della legge. Lei è il vero motore del libro e il perno attorno al quale si svolge l'intera vicenda. L'ispettore Miranda, è legato a doppio filo con lei ed è disposto a tutto pur di scoprire la verità sull'incidente che l'ha ridotta in fin di vita.

A questo punto Bresciani ci conduce nei meandri più sordidi della crudeltà umana che si snoda su vari livelli e da diversi punti narrativi. La verità, agghiacciante, che si fa strada tra le pagine mi ha sconvolta moltissimo e, allo stesso tempo, ha suscitato in me una miriade di emozioni contrastanti: incredulità, voglia di giustizia, tenerezza, ansia e tanto altro. 

Lo stile dell'autore è, a tratti, rabbioso ma anche intenso e dolce quando serve. E' una storia molto poco romanzata che porta alla luce delle tematiche tabù di cui difficilmente ci interessiamo. Ho amato molto, quasi, tutti i personaggi del libro, compresi i più piccolini. Credo che li porterò nel cuore per un po' insieme alle loro difficili storie. Se siete alla ricerca di un romanzo diverso e unico, credo proprio che 'Anime trasparenti' faccia al caso vostro.





martedì 11 febbraio 2020

Recensione "Il giallo di Villa Nebbia" di Roberto Carboni

Buongiorno lettori.
Oggi vi parlo di un giallo tutto italiano firmato da Roberto Carboni, edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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Piero Bianchi non è ben visto nel paese in cui vive. Sua moglie si è suicidata e lui ha fatto a lungo abuso d'alcol, i compaesani lo considerano un assassino. E così, quando viene a sapere che in un luogo chiamato Villa Nebbia cercano un custode, si presenta per avere il lavoro. A riceverlo è un avvocato, Emidio, ex marito dell'anziana proprietaria della villa, uscita dopo anni dal manicomio. Di lei si occupa la giovane Mariasole: le due donne sono le uniche abitanti di Villa Nebbia. Piero non desidera altro che un po' di tranquillità e quella residenza spettrale, costantemente avvolta dalla foschia, sembra proprio fare al caso suo. Una volta stabilitosi lì, però, la nebbia non smette di tormentarlo. E in quella nebbia ha sempre l'impressione che qualcuno lo osservi: sente strani ticchettii sui vetri e, soprattutto, comincia ad avere l'impressione che a Villa Nebbia ci sia un'altra presenza, oltre a Mariasole e Ilde... Possibile che si stia solo lasciando suggestionare dalle voci inquietanti che si rincorrono su quel luogo?

La trama di questo libro mi ha subito colpita molto e, devo dire, che si è rivelato un ottimo esemplare di giallo che mi ha tenuta abbastanza incollata alle pagine. 
Protagonista della storia è Piero Bianchi, un uomo finito che ha perso la moglie, il rispetto della figlia e del paesino in cui vive che lo considera un assassino scampato alla giustizia. 
Per causa di forza maggiore, quindi, si ritrova al cospetto della decadente Villa Nebbia, in cima ad una collina. Come si evince dal nome, l'atmosfera intorno alla magione è costantemente coperta di nebbia, una nebbia strana, quasi soprannaturale. 

Affogato nella nebbia, l'edificio sembrava costruito apposta per intimorire gli esseri umani. Sbucava tra gli alberi dopo la curva del viale di accesso, con le sue linee severe, il colore grigio, le grondaie strappate e una persiana penzolante. Mi ricordò più un vecchio ospedale semidiroccato che non un'abitazione. Immaginai, all'interno, sale chirurgiche in rovina e lunghi corridoi dimenticati che odoravano di polvere e morte.
'Fantasmi', pensai.

L'impronta che l'autore dà alla sua storia è proprio questa: a cavallo tra il paranormale e la realtà. Il lettore, così come il protagonista, non sa quanto credere al mistero e al mito e quanto affrontare con più lucidità tutti gli avvenimenti che si susseguono. Le abitanti della villa, sono davvero inquietanti e al limite dell'etereo. Pietro dimostra una bella dose di coraggio restando fedele al suo impiego. 


Aveva capito. E adesso ero certo di aver capito pure io.
Non si era trattato di mettere in fila i ragionamenti, come avevo creduto di dover fare, in uno snervante gioco di logica. Era stato piuttosto come se avessi acceso la luce e di colpo fosse diventato tutto limpido.

Tutto cambia nelle ultime trenta, quaranta pagine e assume dei connotati decisamente diversi dal resto della storia. L'autore ci porta su un piano più palpabile e crudele ordito dalle personalità più insospettabili. In sostanza, di paranormale c'era ben poco ma è tutto frutto di un buon lavoro di suggestione. Lo stile dell'autore, molto diretto e asettico ma descrittivo al massimo, mi è piaciuto tanto e mi ha tenuta impegnata e coinvolta per tutta la lettura. Nel complesso, non mi è dispiaciuto. Promosso!


lunedì 10 febbraio 2020

Recensione "L'eredità della Villa delle Stoffe" di Anne Jacobs

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo dell'ultimo e attesissimo capitolo della saga di Anne Jacobs dedicata alla famiglia Melzer e alla loro splendida dimora, la Villa delle Stoffe.
Buona lettura!


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Augusta, 1923. Dopo le devastazioni della Grande Guerra, finalmente gli abitanti della Villa delle Stoffe guardano al futuro con ottimismo. Soprattutto da quando il padrone di casa, Paul Melzer, è tornato dalla prigionia russa riabbracciando l’adorata Marie. Per lui è il momento di riprendere le redini della grande fabbrica di tessuti, diretta in sua assenza dalla moglie. Dopo tanti mesi di separazione, il loro amore è più forte che mai, anche se lei non può fare a meno di notare quanto Paul sia all’antica. Per esempio guarda con sospetto i nuovi modelli disegnati da Marie: quei tailleur così moderni, stretti e sfrontati. Per non parlare della moda dei capelli corti, che ha già contagiato sua sorella Kitty. Paul invece adora ammirare la lunga chioma della moglie quando la sera si pettina davanti allo specchio: un’immagine romantica e rassicurante, come secondo lui deve essere una donna. Ma il ritorno alla ristretta vita familiare comincia a opprimere Marie, e Paul, per compiacerla, decide di aiutarla a realizzare un sogno: aprire un atelier di moda tutto suo. Non si aspetta certo lo straordinario successo dei suoi primi modelli: le signore non parlano che di lei, tutta la buona società si contende i suoi capi. Quando gli impegni cominciano a tenerla lontana da casa e dai bambini, Paul decide così di darle un ultimatum, dalle conseguenze del tutto inaspettate. Con grande shock dei familiari e degli intriganti domestici della villa…

A serie conclusa, posso dirlo: questa è una saga familiare meravigliosa! Anne Jacobs ci ha regalato un piccolo universo fatto di stoffe, tessuti, lotte sociali, femminismo e amore che non ha precedenti.
Mi è dispiaciuto moltissimo girare l'ultima pagina di questo romanzo che, a mio avviso, è in assoluto il migliore della trilogia perché racchiude in esso tutti gli elementi che hanno caratterizzato la vita e gli avvenimenti della famiglia Melzer e della giovane Marie che conosciamo come sguattera e salutiamo come moglie, madre e lavoratrice realizzata. Un bellissimo esempio da seguire.

Non è la sola ad aver attraversato un lungo percorso di maturazione, anche Paul è molto cambiato e ho apprezzato moltissimo i suoi tentativi di apertura al cambiamento, cosa non facile per l'epoca. Kitty è stata una delle mie preferite: un'artista geniale dall'animo indomito e incurante del buon costume. Una donna eccezionale! Devo ammettere, infatti, che questo libro è un vero e proprio inno al femminismo e alla cooperazione tra donne che si aiutano l'un l'altra quando la società volta loro le spalle. 

Nel romanzo, si respira un'aria nuova ma non meno dolorosa rispetto ai libri precedenti. Anne Jacobs affronta dei temi importanti e, se vogliamo, anche scottanti, con la sua solita eleganza e raffinatezza e un buon gusto d'altri tempi. Nonostante la mole abbastanza onerosa del libro, si legge che è un piacere e in tempi brevissimi. Per fortuna sono rimasta pienamente soddisfatta dall'epilogo, anche se un tantino affrettato rispetto a tutto il resto, e ho potuto salutare felicemente la famiglia Melzer, senza rimpianti. 
Se cercate una saga familiare a cui appassionarvi, questa fa proprio al caso vostro!



venerdì 31 gennaio 2020

Recensione "Non cercavo qualcuno da amare" di Amabile Giusti

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di una storia che mi ha strappato il cuore. Il colpevole di tale struggimento è Amabile Giusti e il suo ultimo romanzo, "Non cercavo qualcuno da amare".
Buona lettura!


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Aron ha trentadue anni, è un ricco avvocato di New York e vive in un attico vicino a Central Park. La sua abilità professionale è pari al suo cinico distacco dalle emozioni. Un tradimento d’amore, quando era poco più di un adolescente, ha minato la sua fiducia nel prossimo e sprangato il suo cuore.
Jane ha ventitré anni ed è stata ferita nell’anima e nel corpo. Vive in un piccolo seminterrato nel Queens e fa un lavoro modesto. Non ha amicizie: i legami la obbligherebbero a svelare cosa ha interrotto la sua infanzia e distrutto la sua vita. Non cerca l’amore, è impossibile che qualcuno si interessi a lei, ha troppe cicatrici sul suo corpo e un buio profondo dentro.
Tuttavia, con la complicità di una causa pro bono che costringe Aron a rappresentare Jane in giudizio, lui non può fare a meno di notarla. Jane è così diversa dalle donne che di solito frequenta, così delicata e misteriosa, così poco propensa a cadergli fra le braccia, da esserne incuriosito suo malgrado. Il coraggio di Jane, la sua sensibilità, la sua sensualità inconsapevole lo spingono a voler scoprire cosa nasconde.
La bellezza, però, non è negli occhi di chi la guarda in modo superficiale ma nel cuore di chi la vede davvero: sullo sfondo di una scintillante New York, nascerà un legame tra un uomo che non vuole più amare e una donna che non pensa di poter essere amata?

Ci sono dei cliché ai quali non si transige, nei romanzi. Per esempio al bel esemplare maschile tutto muscoli e fascino o alla ragazza svampita da proteggere di turno. Bene, in questo libro Amabile Giusti fa una scelta decisamente anticonvenzionale scegliendo come protagonista una ragazza con possibilità economiche e fisiche decisamente limitate. Quando Jane cammina per strada nessuno si gira a guardarla e, anche volendo, nessuno potrebbe farlo dato che si diverte a nascondersi e a vivere senza attirare l'attenzione.

Alto, elegante e risoluto, avvolto dalla luce.
Non siamo mai stati più distanti di così.
Appartiene senza dubbio a un mondo troppo diverso dal mio, e prima comincerò a capirlo, prima inizierò a curare le ferite del mio cuore.

Aron è tutto l'opposto. E' un uomo bellissimo e di successo, un narciso che ama solo il bello in tutte le cose ma che non si sforza minimamente di andare oltre la superficie, tranne che nell'arte la sua grande passione. Faticherete a capire come le strade di due individui cosi diversi si siano potute incrociare, ma l'autrice fa in modo di far incazzare Aron, affibbiandogli una causa pro bono, e facendo vergognare fino al limite Jane affidando il suo difficile caso proprio ad un uomo così senza scrupoli.


A questo punto succede di tutto, i personaggi cambiano e saranno costretti a scontrarsi con le loro più profonde fragilità e a superare i propri limiti. Entrambi crescono, maturano, prendono coscienza di tante verità che ignoravano e che li porteranno inevitabilmente ad essere persone migliori.
Io sono rimasta completamente coinvolta, stravolta e conquistata da ogni singola pagina di questo libro. E' stato bellissimo assistere ad una storia così profonda e che tratta una tematica che mi sta molto a cuore come la violenza sulle donne.

Hai notato me. Hai guardato me. Hai visto me.
Se fossi così superficiale davvero non ti saresti neppure accorto della mia esistenza.
Non sono esattamente una donna trofeo.
Eppure, a modo tuo, ti interesso.
Questa per me è una prova.

Che Amabile Giusti sia una grande autrice è fuori discussione ma il fatto che sia sempre in grado di lasciarmi senza parole e con il cuore a mille è un merito che le va riconosciuto, dato che non capita quasi mai. E' un libro con L maiuscola e che vi consiglio caldamente e vivamente di recuperare!!


Altri libri dell'autrice:







giovedì 30 gennaio 2020

Recensione "Solo un bambino" di Davide Stella

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo breve, firmato da Davide Stella, che racconta una storia davvero molto reale e difficile da digerire.
Buona lettura!


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La vita di un bambino è semplice. Tutto ruota intorno alla famiglia e agli amici, i giorni trascorrono leggeri e ogni cosa, anche la più seria, diventa un gioco. Eppure il male è in grado di insinuarsi e generare delle crepe. C'è un veleno che corrode le strade del Secondo Paese e il cuore dei suoi abitanti. Un'oscurità pervade tutto e travolge anche la vita e la famiglia del piccolo Lucìo. Lui è solo un bambino e potrebbe far finta di nulla, ma decide di opporsi al suo destino.

Il più delle volte, si leggono i libri per evadere dalla realtà e per immergersi in scenari leggeri e idilliaci. Nel caso di 'Solo un bambino', invece, siamo costretti a fare i conti con la realtà e con una dinamica comune a molti piccoli centri urbani dove, spesso, l'omertà e un male non meglio identificato possono provocare dei seri danni.

Lucìo è il piccolo protagonista della storia. Un bambino dolcissimo che vive con la sua famiglia, tutta al maschile, e si ritrova a fare i conti con un nemico molto più grande e pericoloso di lui.
Davide Stella ha uno stile poco descrittivo e che lascia molta libertà di pensiero al lettore. Non dirà mai, esplicitamente, cosa turba la vita di questo piccolo paesino ma non è difficile immaginarlo.

Il coraggio e la forza di questo bambino sconvolgono, e non poco. Per me è stato un piccolo eroe che non si è fermato davanti a nulla pur di lottare per la sua famiglia e per le cose che crede giuste. E' senza dubbio un personaggio dal quale prendere esempio ed ispirazione. Un personaggio pulito, in un contesto losco, meschino e crudele. 

E' un romanzo molto breve ma ricco di elementi, tematiche e sentimenti. Nonostante lo stile scarno dell'autore e una narrazione molto asettica, il libro acquista una sua anima grazie alla dolcezza di Lucìo al quale sarà impossibile non affezionarsi. Se amate le storie vere e sincere, riuscirete sicuramente ad apprezzare questo romanzo.



mercoledì 29 gennaio 2020

Recensione "Conflitto di interessi" di Paola Chiozza

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo del libro più esilarante di questo inizio 2020. Si tratta del nuovo romanzo di Paola Chiozza, "Conflitto di interessi".
Buona lettura!


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Disturbo mentale o trauma cranico? Sofia Russo non capisce cosa abbia colpito la sua famiglia. Forse è stata la vincita alla lotteria a farla impazzire.Se almeno fosse stato un meteorite, avrebbe ereditato il denaro e bevuto cocktail su una spiaggia dei Caraibi per il resto dei suoi giorni.Di certo non avrebbe speso quei soldi per aprire una pasticceria in Islanda.E così, a ventiquattro anni suonati e con una naturale inclinazione alla catastrofe socio-sentimentale, Sofia si ritrova a Reykjavík. A combattere contro il freddo e la puzza di pesce putrefatto.Proprio quando pensa che non ci sia niente di più brutto dell’assenza del bidet, arriva lui.Joann Sigurdarson è un vichingo, in tutte le accezioni del termine.Soprattutto in quelle negative.Sfacciato, prepotente, scorbutico e… maledettamente affascinante.Può andare peggio? Sì, se Joann spunta proprio dall'unico posto da cui Sofia dovrebbe tenersi alla larga: il negozio di fronte a quello della sua famiglia.Il vichingo impertinente rappresenta la concorrenza. Quella spietata, fatta di equivoci, provocazioni, conflitti e puro odio.Eppure, sebbene nessuno dei due creda al proverbio “chi disprezza compra”, resistere alla tentazione sembra impossibile. Joann e Sofia non sanno più chi sono. Si odiano o si vogliono?Già.Forse era meglio il meteorite.

Dopo aver visto lo spam selvaggio di questo libro, ho deciso di dargli un'occasione e di fare la conoscenza di un'autrice che lo scorso anno ha avuto un grandissimo successo con la commedia romantica 'Punizione Divina' (che recupererò al più presto!!). Ebbene, sono molto felice di essermi concessa questa lettura altrimenti mi sarei persa una libro grandioso!

Ambientata nell'isolatissima e freddissima Islanda, la storia ci presenta due famiglie contrapposte e due protagonisti agli antipodi: da un lato una famiglia napoletana in trasferta e dall'altra una tradizionale famiglia vichinga del luogo. L'unico punto in comune? La passione per i dolci. Entrambi hanno delle pasticcerie nella stessa città e si sfidano senza esclusione di colpi. A questo punto penserete che Sofia e Joann daranno una mano per trovare un punto di incontro e invece no. Preparatevi ad una lotta continua e incessante a colpi di intercalari napoletani e invocazioni alle divinità norrene.

Non andrò da nessuna parte se tu non verrai con me.
Non m'importa se non mi credi, sarò comunque sincero.
Accetterò le tue scelte, comprenderò le tue ragioni.
Mi rassegnerò, se vorrai mandarmi via, ma proverò comunque a convincerti.

Per la prima volta, mi capita di amare entrambi i personaggi senza preferenze. Sia Joann che Sofia si sono dimostrati dei ragazzi validissimi, ironici, complessi, sentimentali e con un valore della famiglia altissimo. Le diversità ci sono, come è inevitabile che sia, e la Chiozza sottolinea molto bene il divario, anche culturale, presente tra di loro. Nonostante una trama 'prevedibile', è una storia piena di colpi di scena che mi ha fatto ridere di cuore e con un epilogo super, e non per il lieto fine!!!

Lo stile frizzante e fresco dell'autrice ha reso la lettura ancora più piacevole ed esilarante. Ho divorato il romanzo nel giro di un pomeriggio e sono stata super felice di averlo letto ed essermi fidata delle mie sensazioni positive, la pizza in copertina e il bel vichingo si sono dimostrati di buonissimo auspicio. Se avete voglia dolci, amore e risate (non per forza in quest'ordine) avete trovato il libro perfetto!!



martedì 28 gennaio 2020

Recensione "La nube purpurea" di Matthew Phipps Shiel

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo de "La nube purpurea", di Matthew Phipps Shiel, che esce oggi in una nuova e bellissima edizione curata da Mondadori.
Buona lettura!


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Un vapore mortale - dall'inquietante luce purpurea e dall'inebriante profumo di fiori di pesco - spazza il mondo e annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, Adam Jeffson, medico, reduce da una missione esplorativa nell'Artico. Come un Robinson Crusoe apocalittico, Adam inizia la sua epopea per la sopravvivenza. Ma, a differenza di Robinson, non è relegato su un'isola: a sua disposizione ha l'intero pianeta, un mondo silenzioso e devastato. E se l'eroe di Defoe faceva ricorso a tutte le più sottili doti del raziocinio e dell'intelligenza, Adam sprofonda invece nella follia, passando per i deliri e le allucinazioni della solitudine più profonda. Tuttavia una lucidità visionaria si fa lentamente strada nella sua mente, ed egli diventa infine consapevole che la sua sopravvivenza non è casuale e che il suo destino - e quello della razza umana - fa parte di un piano più vasto.

A quasi trent'anni dalla sua prima uscita in Italia, 'La nube purpurea' torna con questa nuova e affascinante veste che attira moltissimo l'attenzione del lettore che si interfaccia all'opera di Shiel per la prima volta. E' un grande classico fantascientifico del ventesimo secolo che mancava alla mia collezione e che sono stata felice di recuperare...nonostante tutto.
Come sapete, il genere non è tra i miei preferiti ma ho apprezzato molto l'approccio dell'autore alla tematica. Adam Jeffson, protagonista del libro, sembra essere l'unico uomo rimasto sulla Terra dopo che una misteriosa nube letale ha sterminato ogni creatura vivente. Dovete immaginarvi questa storia come quella di Robinson Crusoe in versione più apocalittica, oscura e deprimente.

Shiel gioca tantissimo con la psiche del suo personaggio, portandolo davvero al limite della sopportazione umana sin dalle prime pagine e mettendolo alla prova già con la fallimentare spedizione nell'artico. Più si va avanti con la lettura e più incalza la negatività e la disperazione. L'unica luce presente nel libro è, per l'appunto, quella purpurea del misterioso vapore che uccide tutto quello che incontra.

Lo stile va di pari passo con l'oscurità della storia ed è brutale, quasi spietato, nelle descrizioni che ci regala e nella schiettezza narrativa con la quale vengono presentati i fatti. E' un libro molto particolare, lentissimo all'inizio e per niente semplice da comprendere. Non è sicuramente adatto a tutti i tipi di lettori ma solo agli appassionati del genere o a coloro che sono curiosi di scoprire un grande classico della letteratura moderna. Se saprete andare oltre le apparenze, Shiel vi regalerà un'imperdibile avventura apocalittica.



sabato 25 gennaio 2020

Recensione "I segreti di Westhill House" di Jess Ryder

Buongiorno, lettori.
Torno a parlarvi di thriller con una storia uscita da pochissimo per Newton Compton, "I segreti di Westhill House", firmato dalla dalla penna di Jess Ryder.
Buona lettura!


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Quando ho posato per la prima volta gli occhi su Westhill House, collocata in quella posizione mozzafiato a strapiombo sul mare, ho capito che io e jack avremmo potuto vivere lì per sempre. Ero certa che con un po' d'impegno sarei riuscita a riportarla all'antico splendore. E ristrutturando la casa avrei potuto aggiustare anche le cose tra me e Jack. Lui, però, è troppo preso dal suo lavoro... Se non fosse per Lori sarei già crollata. È venuta qui in cerca d'aiuto e di un posto sicuro in cui rifugiarsi, ma adesso sono io ad avere bisogno di lei. Mi dà una mano e mi tiene compagnia e insieme, poco alla volta, stiamo scoprendo i segreti di Westhill House. Come i disegni infantili coperti dalla carta da parati o gli appunti nascosti sotto le assi del pavimento. Ho il sospetto che Lori sappia molto più di quello che dice... La domanda è: perché?

Avevo nostalgia del mio genere preferito e il titolo di questo libro mi ha subito intrigata. Si tratta di una storia tutta al femminile che si svolge in una casa abbandonata su una scogliera. Protagonista è Stella, una donna dalla natura ambivalente che viene mostrata e sviscerata strada facendo. 
La donna sembra affranta e sconvolta per la morte prematura dei genitori e si dedica, anima e corpo, alla ristrutturazione di Westhill House, una villa in pieno decadimento sulla costa di Nevansey, in Gran Bretagna. Al suo fianco c'è Jack, una figura che si è dimostrata più inutile di quanto pensassi e che, sinceramente, non avrei nemmeno inserito nel libro. La loro quotidianità già precaria data la situazione di stress che stanno affrontando, viene sconvolta con l'arrivo della vera protagonista della storia, Lori. Si tratta di una donna ancora più ambigua che, almeno sulla carta, sta fuggendo da un passato di violenza domestica e si è recata a Westhill House proprio perché, in passato, era un punto di ritrovo per donne in fuga da abusi domestici.

Tra Stella e Lori si instaura subito un rapporto di fiducia, in questo Stella dimostra l'animo gentile e buono che ha sempre criticato nei suoi genitori; la cosa che un po' cozza e su cui l'autrice calca la mano, è che questa fiducia è abbastanza immotivata perché in Lori c'è qualcosa di losco e lo si intuisce sin dall'inizio. Sembra abbastanza improbabile come situazione e i continui cambi di POV e tempi narrativi non aiutano a far luce più di tanto. Il fulcro della storia lo ritroviamo nelle ultime cinquanta pagine in cui tutto prende vita e acquista un senso compiuto anche se non sconvolgente come mi aspettavo.

Il libro mi ha lasciato un retrogusto amaro perché ha tante componenti valide, così come il tema trattato, ma è come se l'autrice non fosse riuscita a concretizzare bene tutte le buone basi che ha steso strada facendo. In sostanza, è un ottimo prodotto ma gestito male e, per gli appassionati del genere, non sarà una di quelle letture indimenticabili.


Altri libri dell'autrice: