giovedì 30 maggio 2019

Recensione "La malalegna" di Rosa Ventrella

Buon pomeriggio, lettori.
Ho il piacere di parlarvi del nuovo romanzo di Rosa Ventrella, edito da Mondadori.
Buona lettura!


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Teresa e Angelina sono sorelle diverse in tutto: tanto delicata, schiva e silenziosa è Teresa, la voce narrante di questa storia, quanto vitale, curiosa e impertinente è Angelina, la sorella più piccola. Siamo all'inizio degli anni Quaranta a Copertino, nelle Terre d'Arneo, un'immensa distesa di campi coltivati nel cuore della Puglia. Qui, Teresa e Angelina crescono in una famiglia di braccianti, povera ma allegra e piena di risorse: i nonni sono dei grandi narratori, briganti, lupi e masciare diventano vivi nei loro racconti davanti al camino, mentre la madre Caterina ha ricevuto in sorte una bellezza moresca, fiera, che cattura gli sguardi di tutti gli uomini, compreso quello del barone Personè, il latifondista più potente del paese. "La tua bellezza è una condanna" le dice sempre nonna Assunta. Una bellezza - e una condanna - che sono toccate in eredità ad Angelina. Quando il padre parte per la guerra lasciando sole le tre donne, Caterina per mantenere le figlie non ha altre armi se non quella bellezza, ed è costretta a cedere a un terribile compromesso. O, forse, a un inconfessabile desiderio. È qui che comincia a essere braccata dalla malalegna , il chiacchiericcio velenoso delle malelingue, un concerto di bisbigli che serpeggia da un uscio all'altro e la segue ovunque. Questa vergogna, che infetta tutta la famiglia, avrà su Angelina l'effetto opposto: lei, che non sopporta di vivere nella miseria, inseguirà sfacciatamente l'amore delle favole. Anche a costo di rimanerne vittima. Sono la nostalgia e il rimpianto a muovere con passo delicato la voce di Teresa, che, ricostruendo la parabola di una famiglia, ci riconsegna un capitolo di storia italiana, dalla Seconda guerra mondiale alle lotte dei contadini salentini per strappare le terre ai padroni nel 1950.

Quando ho voglia di un romanzo familiare, ambientato in un passato non troppo remoto, Rosa Ventrella è una certezza. Con il suo nuovo libro, “La Malalegna”, mi ha conquistata con una storia dolorosa, piena di rancore, rimorsi e speranza. La Ventrella ci mostra il lato peggiore dell'animo umano e di un piccolo paesino in cui basta poco per restare vittime dei pettegolezzi più biechi e ingiusti. Dovete immaginare un piccolo centro abitato del sud agli inizi degli anni '40, un'epoca già difficile di per sé, e una famiglia di braccianti che si ritrova a fare i conti con la guerra, la povertà e a dover compiere delle scelte per sopravvivere che saranno solo l'inizio di una spirale discendente a base di 'malalegna'- un modo carino per definire i pettegolezzi dei maligni.

Teresa e Angelina sono le due protagoniste della storia, le due sorelle affronteranno in maniera del tutto opposta le cattiverie dei concittadini, dovute per lo più all'invidia per la bellezza della loro madre: Teresa in maniera responsabile e, a tratti rabbiosa, verso le ingiustizie che la vita ha posto sul suo cammino e su quello della sua famiglia; Angelina, bella quanto la madre, tenterà di cambiare la propria sorte grazie alla sua avvenenza con risultati discutibili.

E' doloroso per Teresa, e per il lettore, fare i conti con la verità e tanti retroscena che vengono rivelati pagina dopo pagina. La storia si rivela più profonda ed emozionante del previsto, regalando dei momenti di lettura unici. La prosa dell'autrice è coinvolgente ed evocativa, oltre che scorrevole e delicata. E' facilissimo perdersi tra le righe ed immaginare situazioni e personaggi. L'epilogo agrodolce, racchiude alla perfezione una storia che ha lo stesso sapore. Consigliata a tutti i lettori che amano le storie autentiche.


Altri libri dell'autrice:




mercoledì 29 maggio 2019

Recensione "Nel silenzio delle nostre parole" di Simona Sparaco

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di parlarvi del nuovo romanzo di Simona Sparaco, vincitore del Premio Dea Planeta 2019, "Nel silenzio delle nostre parole".
Buona lettura!


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È quasi mezzanotte e una nebbia sottile avvolge la metropoli addormentata. In un palazzo di quattro piani, dentro un appartamento disabitato, un frigorifero va in cortocircuito. Le fiamme, lente e invisibili dall'esterno, iniziano a divorare ciò che trovano. Due piani più in alto, Alice scivola nel sonno mentre aspetta il ritorno di Matthias, il ragazzo che ama con una passione per lei nuova e del quale non è ancora riuscita a parlare a sua madre, che abita lontano e vorrebbe sapere tutto di lei. Anche Bastien, il figlio della signora che occupa un altro degli interni, da troppi mesi ormai avrebbe qualcosa di cruciale da rivelare alla madre, ma sa che potrebbe spezzarle il cuore e non trova il coraggio. È un altro tipo di coraggio quello che invece manca a Polina, ex ballerina classica, incapace di accettare il proprio corpo dopo la maternità, tantomeno il pianto incessante del suo bambino nella stanza accanto. Giù in strada, nel negozio di fronte, Hulya sta pensando proprio a lei, come capita sempre più spesso, senza averglielo mai confessato, ma con una voglia matta di farlo. Per tutti loro non c'è più tempo: un mostro di fuoco sta per stravolgere ogni prospettiva, costringendoli a scelte estreme per colmare quei silenzi, o per dare loro un nuovo significato. Simona Sparaco indaga i momenti terribili in cui la vita e la morte si sfiorano diventando quasi la stessa cosa, e in cui le distanze che ci separano dagli altri vengono abbattute dall'amore più assoluto, quello che non conosce condizioni.

Questo romanzo, liberamente ispirato al tragico incendio della Grenfell Tower di Londra, intreccia le storie di vari personaggi e delle loro famiglie, all'interno di un vecchio palazzo di periferia. Un palazzo come tanti, un palazzo animato dalle vite convulse e problematiche dei suoi abitanti che ancora non sospettano la portata della tragedia che sta per sconvolgere le loro vite.
Ognuno di loro, infatti, sta affrontando una battaglia con sé stesso e con la vita: c'è chi fa i conti con una maternità indesiderata che ha messo fine ai sogni gloria, chi si crogiola nel passato incapace di affrontare un trauma profondissimo, chi è alle prese con le gioie iniziali dell'innamoramento ma non ha il coraggio di confessarlo ai propri cari.

Cicatrici che sono come storie. 
La prova che abbiamo condiviso la stessa, irripetibile esperienza. 

La storie dei protagonisti scorrono veloci, sotto gli occhi di chi legge, intersecandosi tra di loro e sviluppandosi in un crescendo emozionale pazzesco. 
L'incendio che sconvolge la vita di tutti loro, inizia in maniera subdola e lenta ma consuma con una ferocia difficile da raccontare l'intera esistenza degli abitanti del palazzo. Sono stati momenti duri e mi è piaciuto il modo delicato e rassegnato usato dall'autrice per descrivere questo momento della storia, non era per nulla facile riuscire a raccontare un momento del genere in maniera seria ma non tragica.

Non c'è morte che non presupponga una rinascita. 
Imparare a decifrarla può dare un senso a tutto ciò che resta.
Persino alla cenere.

'Nel silenzio delle nostre parole', è un romanzo che vi farà provare un vasta gamma di emozioni, non sempre positive, ma tutta la storia servirà a farvi riflettere su un concetto importante: non perdete tempo. Non fatelo mai. Non aspettate il momento giusto per dire una cosa, per riappacificarvi con qualcuno, per chiedere aiuto. Un pensiero non espresso può far male e la vita, che tanto diamo per scontata, può sfuggirci dalle mani in un momento.





martedì 28 maggio 2019

Recensione "L'ombra di Caterina" di Marina Marazza

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di parlarvi di un bellissimo romanzo storico che mi ha tenuta incollata alle pagine per ben tre giorni. Si tratta de "L'ombra di Caterina", di Marina Marazza, edito da Solferino.
Buona lettura!


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«Oggi è festa. Nella chiesetta del borgo battezzano il mio bambino. Io non ci potrò essere, ufficialmente: devo stare nascosta.» Comincia così il racconto di una donna che la Storia ha a lungo dimenticato: Caterina, la madre di Leonardo da Vinci. Giovane popolana, sedotta dal notaio ser Pietro da Vinci, Caterina rimane incinta di un figlio che non potrà allevare: lo allatta, ma le viene tolto dalle braccia per essere cresciuto nella casa paterna. Il suo bellissimo bambino potrà godere di molti più agi, certo, ma rimarrà sempre un bastardo: non erediterà né titoli né proprietà e dovrà vivere solo del suo ingegno. Anche la vita di Caterina non sarà facile: l'accusa di stregoneria, il matrimonio con un ex soldato di ventura, cinque figli da crescere, e sempre il rimpianto per quel primogenito perduto che può vedere solo da lontano. Leonardo si trasferisce a Firenze, entra nella bottega del Verrocchio, manifesta ingegno e talento al di là di ogni previsione, ma si trova macchiato da un'accusa di sodomia. Meglio partire per una città più grande, più libera, piena di opportunità, la Milano degli Sforza. Madre e figlio sono destinati a non rivedersi mai più? O Caterina potrà riunirsi a Leonardo, coronando il sogno di stargli vicino, che ha dato luce e senso alla sua intera vita?

Il romanzo di Marina Marazza è dedicato ad una figura storica poco nota ma che, nella sua umiltà, ha dato i natali alla mente più brillante di tutti i tempi: Leonardo Da Vinci.
L'autrice la rappresenta come una donna bellissima ma estremamente povera e, di conseguenza, senza speranza di poter contrarre un buon matrimonio con i membri delle famiglie più abbienti. La sua storia con Piero Da Vinci, sembra da un lato l'avventura di una giovane e irresponsabile contadina e dall'altra il sogno di una ragazza di fuggire dalla miseria forte del suo amore sincero per un uomo che, invece, l'ha soltanto usata.

Mi rendevo conto desolatamente di non conoscere mio figlio,
di non sapere niente di lui, niente di più di quel che mi veniva raccontato, tutto un sentito dire, filtrato dalla voce della gente e ricamato dal filo delle mie fantasie.

La vita di Caterina è un susseguirsi di lotte, interiori e non, e sofferenze: la sua unica gioia, rappresentata dalla nascita del bellissimo figlio, diventa ben presto anche la sua condanna. Nessuno in paese vorrà sposare una ragazza madre, il signorotto che l'ha sedotta è interessato solo al bambino e ben presto viene allontanata da lui per un tempo che le pare infinito. Sofferenza, rabbia e rancore si mescolano in un tumulto senza fine negli occhi e nella mente di Caterina.

E' impossibile non provare pena per lei, per la sua ingenuità e per il suo cuore spezzato per sempre. E' vissuta in un tempo molto diverso dal nostro, un tempo in cui le regole erano tutto e nessuno si sarebbe mai sognato di infrangerle, un tempo in cui l'amore era un concetto vacuo e fittizio che non poteva certo influenzare il destino di un nobile così importante.

Mi ci erano voluti più di quarant'anni per arrivare a stargli accanto. 
Una vita intera prima di sentire la sua bella voce calda chiamarmi 'madre'.
Ma ne era valsa la pena e avrei rifatto tutto quanto.
Dall'inizio.

"L'ombra di Caterina" è una storia intensa, complessa, ricca di dettagli e verità storica. Il lavoro di ricostruzione è stato imponente e il risultato è un resoconto accurato e preciso di un lato sconosciuto della storia di Leonardo. E' un viaggio affascinante nella vita di una donna che ha dedicato il suo cuore ad un uomo e ad un figlio, pagando un prezzo altissimo e vivendo nella loro ombra. 
Lo stile dell'autrice, delicato ed elegante, ha reso la lettura un'esperienza emozionante e coinvolgente. Se amate il genere, o siete appassionati della storia di Leonardo, vi consiglio di recuperare al più presto la lettura di questo libro.


Altri libri dell'autrice:


lunedì 27 maggio 2019

Recensione "Due omicidi diabolici" di Raffaele Malavasi

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana parlando di un thriller molto interessante firmato da Raffaele Malavasi per Newton Compton Editori, "Due omicidi diabolici".
Da oggi il romanzo è disponibile in libreria e in tutti gli store online e io non vedo l'ora di raccontarvelo!


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Mentre l’attenzione di Genova è concentrata sulla visita di papa Francesco, la Squadra Omicidi dell’ispettore Gabriele Manzi è in fermento a causa di un delitto brutale avvenuto in città: una donna è stata sequestrata nel suo appartamento e uccisa barbaramente. Era una vedova cinquantenne che lavorava da casa come sarta. Ma c’è un dettaglio inquietante sulla scena del crimine, un’incomprensibile scritta di sangue lasciata sugli indumenti della vittima. Mentre la polizia indaga e la giornalista Orietta Costa comincia a muoversi alla ricerca di informazioni, Goffredo Spada, l’ex poliziotto noto in tutta la città per aver risolto il caso dei “delitti danteschi”, viene convocato all’abbazia di Santo Stefano: il parroco, che si occupa anche di esorcismi e di sette parareligiose, ha ricevuto minacce anonime che gli fanno temere per la propria vita. Che cosa si nasconde dietro la nuova ondata di violenza che ha colpito Genova? L’indagine di Manzi, Spada e Costa si prospetta ben più complessa di quanto avrebbero potuto immaginare… 

Il trio più improbabile nella storia dei thriller si ritrova riunito, ancora una volta, in un nuovo e scottante caso che sconvolge la città di Genova. La reunion decisa da Malavasi ha poco tempo da perdere in abbracci e frasi di circostanza, c'è un omicidio da risolvere. In maniera pressoché contemporanea, un sacerdote esorcista riceve delle minacce di morte piuttosto rilevanti, tanto da richiedere l'intervento di Goffredo Spada, l'ex poliziotto dal formidabile intuito. Quindi, mentre gli uomini del team sono impegnati nelle indagini, Orietta Costa cerca di fare il suo dovere di giornalista che non sempre prevede metodi e strade consone ai ben pensanti.

Si tratta di tre personaggi davvero particolari che, in qualche modo, funzionano solo se lavorano insieme, anche se non è sempre facile trovare dei punti di incontro. Il mio preferito, tra loro, continua ad essere Goffredo Spada: è un uomo intelligente, con uno spirito di osservazione fuori dal comune e una mente che lavora in maniera febbrile e attenta. Sì, credo proprio di essermi innamorata di lui!
Voglio sottolineare che i suoi due compagni di avventura non sono da meno, soprattutto Orietta che porta in alto il valore e il coraggio delle donne, uscendo fuori dal cliché che le vuole sempre vittime e indifese.

Anche lo stile di Malavasi è originale e piacevole da leggere. In questo romanzo gioca con due temi sempre molto affascinanti quando si parla di thriller, la religione e l'esoterismo, e lo fa in maniera più che egregia. La trama è ben costruita e l'autore dosa perfettamente il grado di suspense, che va in crescendo, tenendo il lettore incollato alle pagine. Mano a mano che i pezzi del puzzle vanno al proprio posto, si intuisce l'originalità del progetto e la bellezza di una storia perfetta per chi ama il thriller. Spero di poter rivedere presto questo trio in una nuova ed intricatissima indagine.
Nel mentre, ne consiglio spassionatamente la lettura!


Altri libri dell'autore:


sabato 25 maggio 2019

Recensione "Vite rubate" di Monica Lombardi

Buongiorno, lettori.
In questa ultima recensione della settimana voglio parlarvi del nuovo romanzo di Monica Lombardi, "Vite rubate".
Buona lettura!


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Paula Wellman è una donna sola e un’agente FBI. Sa bene che si tratta delle due facce della stessa medaglia, come sa che il fatto di non avere famiglia le fa guadagnare un viaggio in Alaska alla caccia di un tenue collegamento tra l’esplosione di un’auto in cui è morta un’adolescente e un cold case. Sa anche che molti dei suoi colleghi maschi non mandano giù il fatto di dover lavorare con una donna, forse anche Dan Fusco, l’agente che viene esiliato al freddo insieme a lei.

Dopo che la moglie Adele è morta in circostanze mai del tutto chiarite, la vita di Zachary Walsh e della figlia Alice è stata sconvolta e Zach sta cercando di riscriverla. Per farlo ha messo quanti più chilometri possibile tra loro, un trauma doloroso e un passato per certi versi scomodo, e ha scelto di trasferirsi a Willow, dove abita la sorella della moglie e dove si muove Sam Pitka, il protagonista della sua fortunata serie di gialli. 

Zach non è felice di vedere l’FBI presentarsi alla sua porta e di essere di nuovo sotto la lente investigativa.
Paula si trova spiazzata di fronte a un uomo che sembra non fare nulla per allontanare da sé i sospetti.
Attorno a loro un gruppo di adolescenti ribelli, annoiati, che raccolgono e rilanciano sfide e delusioni, e l’inverno dell’Alaska alle porte, pronto a coprire tutto con il gelo della sua neve.

Chi mi segue da qualche anno sa quanto io ami Monica Lombardi e, quindi, capirà la gioia di aver avuto la possibilità di leggere il suo ultimo lavoro. Il libro porta in scena un nuovo filone nella saga dedicata al poliziotto di Atlanta, Mike Summers, e ci regala una protagonista eccezionale che avevamo già avuto modo di conoscere nella serie suddetta. Devo ammettere di essere rimasta piacevolmente stupita da Paula Wellman, una professionista eccezionale che mi ha tenuta, letteralmente, sveglia per finire il libro.

'Vite rubate' è una storia che coinvolge tantissimo grazie ad un caso misterioso, un'ambientazione cupa e fredda e una coppia di investigatori fantastica. Quello che mi ha colpito maggiormente, dei protagonisti, è il loro essere 'umani'. Non si tratta di personaggi stereotipati e poco realistici, non si tratta di super agenti ma solo di un uomo e una donna che cercano di lavorare al meglio delle loro possibilità, senza essere esenti da sbagli e difetti. Sono certa che li troverete pazzeschi!

La penna di Monica Lombardi, poi, è sempre una coccola per noi lettori. In questa nuova avventura ha dimostrato una bravura eccezionale nel ricreare una trama verosimile, ricca di suspense e lineare, senza troppi elementi fuorvianti e con la totale assenza di momenti morti: è un colpo di scena continuo. E' tutto molto intuitivo ed è facile appassionarsi alle indagini e provare a scoprire il colpevole. 

Questo libro non ha nulla da invidiare ai crime internazionali e ne consiglio la lettura a tutti gli appassionati del genere. Non è necessario aver letto i volumi precedenti, ma se siete alla ricerca di belle letture, vi consiglio tutti i romanzi di Monica Lombardi: creano dipendenza!!!



Serie Mike Summers:






venerdì 24 maggio 2019

[Intervista] Diandra Elettra Moscogiuri

Buongiorno, lettori.
Ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con l'autrice Diandra Elettra Moscogiuri e di seguito vi allego la sua intervista per conoscerla meglio!
Buona lettura.



Cosa ti ha spinto a diventare una scrittrice?

Grazie per questa intervista. La scrittura è un’attività che ho sempre svolto con lo scopo di riflettere, analizzare le cose, venire a contatto con esse in profondità. Ho sempre avuto un diario segreto che usavo come confidente. Penso che tutto questo sia nato dal bisogno di far uscire i pensieri dalla mente e imprimerli sulla carta, non per liberarmene, ma per renderli più veri. Poi ho iniziato a inventare delle storie, e dopo averle stravolte, capovolte e limate, ho iniziato a dare forma ai miei libri. Oggi ho un rapporto molto stretto sia con la scrittura che con la lettura: le parole sono diventate il mio pane quotidiano, ma anche il mio rifugio.


Qual è il genere in cui ti riconosci maggiormente?

Senza dubbio il romanzo di formazione. Ho iniziato con questo genere e penso di continuare così, mi piace l’idea di avere un rapporto molto profondo e intimistico con un personaggio che si definisce nel corso della narrazione, che arriva a conoscere se stesso solo alla fine. Per me la trama va intessuta seguendo lo sviluppo psicologico dei personaggi, come se ci si addentrasse dentro una realtà sconosciuta con il fine di scovarne gli angoli ancora inesplorati.




C’è un autore che stimi e rappresenta, per te, una fonte di ispirazione?

Irvine Welsh è l’autore a cui più mi ispiro in assoluto. Proprio prima di stendere la versione finale di Tequila Suicide, il primo libro, ho letto molte opere contemporanee per trovare un mentore, una fonte di ispirazione per creare il mio stile. Quando ho scoperto le sue opere, ho sentito di aver trovato la mia fonte di ispirazione. Il suo modo di scrivere colpisce, sconvolge, rimane impresso nella mente perché non ha paura di osare. Ricrea le ambientazioni e trasmette le sensazioni giuste senza essere mai troppo descrittivo, è intimo e brutale, provocatorio e spaventosamente bravo.


Perché un lettore dovrebbe leggere i tuoi libri?

Mi piace condividere le mie storie con i lettori soprattutto per il piacere di scoprire e raccontare cose sempre nuove, da lettrice amo le fiere dei libri proprio perché offrono punti di vista sempre diversi e particolari. Io scrivo soprattutto storie viscerali, i miei romanzi sono brevi ma intrisi di emozioni e  toccano argomenti delicati senza mezze misure. Alcune volte leggere di qualcosa di proibito, che spaventa o preoccupa, può essere catartico, può lasciarti qualcosa di profondo anche se non è successo a te. Tequila Suicide è una storia di crescita individuale, racconta di una persona che comprende i veri valori della vita della cui importanza non si era mai reso conto prima, il protagonista è un personaggio che sbaglia, ma si rialza, e noi con lui. Artemis’ Cabaret è più malinconico, racconta di cose passate e perdute, ma insegna a reinventarsi, a fare un buon uso del dolore, che alcune volte, può permetterci di creare qualcosa di positivo anche da una brutta esperienza.


Un romanzo che avresti voluto scrivere e perché.

Assolutamente 'Il pasto nudo' di Burrounghs, non so cosa avrei dato per riuscire a creare anche solo una delle immagini che ha descritto nel suo capolavoro. Penso che scrivere quel romanzo sia stata per lui una vera e propria esperienza extrasensoriale, e mi sarebbe piaciuto averne un pezzettino!


> Scopri i romanzi dell'autrice


Recensione "Lena e la tempesta" di Alessia Gazzola

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Alessia Gazzola, "Lena e la tempesta", edito da Garzanti.
Buona lettura!


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Si dice che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, accumuli in media tredici segreti. Di questi, solo cinque sono davvero inconfessabili. Lena ne ha soltanto uno, ma si fa sentire dentro come se ne valesse mille. E per quanto si sforzi di dimenticarlo, è inevitabile per lei ripensarci mentre dal traghetto scorge l'isola di Levura, meta del suo viaggio. Levura, frastagliata e selvaggia, dove ha passato le estati indimenticabili della sua giovinezza. Dove non ha più rimesso piede da quando aveva quindici anni. Da quando ogni cosa è cambiata. Ora suo padre le ha regalato la casa di famiglia e lei ha deciso di affittarla per dare una svolta alla sua esistenza. Perché si sente alla deriva, come una barca persa tra le onde. Perché il suo lavoro di illustratrice, che ama, è ad un vicolo cieco. Lena non sarebbe mai voluta tornare a Levura, non sarebbe mai voluta tornare tra quelle mura. Ma è l'unica possibilità che ha. Mentre apre le finestre arrugginite e il vento che sa di mare fa muovere le tende, i momenti trascorsi dell'ultima vacanza lì riaffiorano piano piano: le chiacchierate, gli schizzi d'acqua sul viso, le passeggiate sulla spiaggia. E insieme il ricordo di quel giorno impresso a fuoco nella sua mente. II suo progetto è quello di stare sull'isola solo qualche giorno, trovare degli affittuari e ricominciare altrove tutto quello che c'è da ricominciare. Eppure nulla va come aveva immaginato. Lena non sa che quei giorni che abbronzano il suo viso chiaro e delicato saranno per lei molto di più. Ancora non sa che ci si può proteggere dalle emozioni con una corazza, ma c'è sempre qualcuno pronto a scalfirla, come Tommaso l'affascinante ragazzo che giorno dopo giorno la aiuterà a capire chi vuole essere davvero. Non sa che la verità ha mille sfumature. Che nulla è davvero inconfessabile perché la colpa spesso non è dove credevamo che fosse.

Ci sono storie che colpiscono subito: bastano poche righe e la magia inizia e finisce solo dopo aver voltato l'ultima pagina. E' proprio il caso di "Lena e la tempesta", nuovo romanzo di Alessia Gazzola, che mi ha conquistata dalla prima all'ultima riga. L'isola di Levura è il panorama perfetto per ambientare la vicenda di Lena Santoruvo, come tutte le isole infatti, ha un fascino senza tempo, un faro romanticissimo e tanti ricordi e segreti da riportare a galla in un lungo ed emozionante viaggio.

Non è stato difficile appassionarsi alla vita di Lena, non è stato complicato entrare in perfetta sintonia con lei e avere una voglia costante di abbracciarla, attraverso le pagine, per sostenerla nei momenti più difficili. E' una donna che ha sofferto e che non riesce a scendere a patti con un'esperienza traumatica che l'ha segnata per sempre. Tutto inizia e finisce con Levura, ma ci vuole più coraggio del previsto per affrontare i propri mostri.

Io voglio disperatamente essere una ragazza come le altre, una superficie immacolata, niente coni d'ombra, niente di cui avere vergogna. Vorrei poter strofinare via con una spugna quella macchia che mi sporca, ma siccome non è possibile non mi rimane che il silenzio,

Tommaso, oltre ad essere un ottimo co-protagonista, è il riscatto di Lena: la possibilità di riprendersi una vita e una felicità che non crede di meritare, la speranza per un futuro roseo e senza fantasmi, un'esistenza nuova da vivere alla luce del caldo sole dell'isola, con i capelli al vento e il sapore del mare sulle labbra.

La carrellata di personaggi secondari presenti nel libro, aiuta a rinforzare e sviluppare una trama semplice e complessa al tempo stesso. Il fatto di aver provato così tante emozioni in così poche pagine, mi ha colpito moltissimo: non è semplice riuscire ad immedesimarsi così tanto in un personaggio. Non avendo mai letto nulla dell'autrice, ma avendo sempre sentito parlare benissimo di lei, ero molto curiosa di rapportarmi con la sua penna e il suo stile e non sono rimasta delusa.

'Lena e la tempesta' è un romanzo emozionante, coinvolgente e scritto divinamente. Ho passato delle ore piacevoli in compagnia del libro e ne consiglio la lettura!


giovedì 23 maggio 2019

[Cover Reveal] "Tracce profonde lungo il fiume" di Ornella De Luca




Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di mostrarvi la cover dell'ultimo romanzo di Ornella De Luca, 'Tracce profonde lungo il fiume", capitolo conclusivo della 'The Orphanage Series".
Buona... visione!


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Dai boschi della Russia alle Ghost Town americane, un viaggio sia fisico sia mentale sulle colpe e le imperfezioni che non perdoniamo a noi stessi.

Igor Krovopuskov è ancora, ostinatamente, single.
Tutti i suoi amici sono andati avanti, hanno detto addio ai fantasmi del passato e, da orfani qual erano, hanno trovato una famiglia su cui poter contare. Ma Igor non ci pensa proprio.
L’amore è solo un’altra di quelle favole che non ha mai ascoltato da bambino, alle quali nessuno gli ha dato la possibilità di credere.
È ancorato con le unghie e con i denti alla sua vita da lupo solitario e a ciò che l’orfanotrofio ha sempre rappresentato per lui: l’unico luogo sicuro in cui abbia mai vissuto.
In lui convivono sia “l’Orso”, la testa calda più temuta di Boston, sia il ragazzino che mormora parole in russo durante la notte. Quale delle due parti prevarrà sull’altra? Ma soprattutto: a chi appartiene il nome che Igor evoca durante i suoi incubi peggiori? Chi è Nikolay?

Una matassa di capelli blu, occhiali da vista a fondo di bottiglia, piercing al naso e vestiti vintage: Marlena Zara Sharon è il risultato più improbabile dell’incontro fra antico e nuovo, una nerd mascherata da punk che ha smesso di vivere la sua vita dieci anni prima.
Quando ha perso tutto ciò che aveva ed è rimasta da sola ad arrancare nel mondo. “Arrancare” nel senso più letterale del termine, visto che Marlena è costretta a zoppicare ed è oggetto del più bieco bullismo da sempre.
Sarà una rapina nel negozio d’antiquariato dove lavora a darle la spinta a cambiare qualcosa e a lottare per la prima volta per ciò che non può sopportare di perdere. E il furto di un prezioso manufatto sarà la causa di un viaggio attraverso gli Stati Uniti con un’insolita compagnia…

Tracce profonde lungo il fiume è un contemporary romance “on the road”; a ogni tappa una nuova scoperta di sé, fino a una straordinaria, commovente, chiusura del cerchio.
Tracce profonde lungo il fiume è il quinto e ultimo romanzo autoconclusivo della serie The orphanage, che segue le vicende di cinque amici, cresciuti insieme nella spettrale “Villa Sullivan”.


La strada per ritrovare se stessi è la più tortuosa di tutte.



mercoledì 22 maggio 2019

[Cover Reveal] "Rising Star" di Alessandra Angelini


Buon pomeriggio, lettori.
Oggi ho il piacere di mostrarvi la cover del nuovo romanzo di Alessandra Angelini, "Rising star".
Buona visione!


Ci sono incontri inevitabili e persone destinate a cambiare la nostra esistenza. 
Ci sono situazioni che combattiamo con tutte le nostre forze, perché non possiamo arrenderci a perdere ciò che di buono ci è stato donato. 
Ci sono sentimenti che, non importa quanto li soffochi, continuano a riaffiorare.

Aurora conduceva una vita tranquilla prima di conoscere Aiden Walker, il playboy impenitente della televisione inglese. Poi sono arrivate le minacce delle ammiratrici e la pressione dei tabloid, ma è stato il suo tradimento a mandarla in pezzi. Aurora si aggrappa ai libri, la sua unica certezza, anche se andare avanti sembra impossibile.

Quando Aiden pensava di avere una possibilità di essere felice, un segreto del passato torna a chiedergli il conto. Sono trascorsi mesi da quando Aurora lo ha lasciato, il successo e la fama creati da YOLO non bastano a riempirgli il cuore. Aiden respira, lavora, vive ma è solo un guscio vuoto e si sta lentamente autodistruggendo. 

Se però le cose non fossero andate come sembra? Blackpool, il mare e un parco divertimenti sono il posto ideale per allontanarsi dalla realtà. O per ritrovarsi. Perché quando hai davanti l’amore della tua vita, credergli sarebbe fin troppo facile. Aiden è pronto a rischiare tutto per evitare che Aurora diventi il suo rimpianto più grande. Lei è determinata a non lasciarsi attrarre di nuovo dalla sua orbita gravitazionale. Ma si può davvero decidere chi amare? 





Recensione "Invisibile" di Ursula Poznanski e Arno Strobel

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un super thriller scritto a quattro mani da Ursula Poznanski e Arno Strobel. In 'Invisibile', i due autori ci regalano un nuovo caso per gli agenti Buchholz e Salomon e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Un paziente trafitto a morte dal bisturi del chirurgo durante un'operazione a cuore aperto. Un agente immobiliare ucciso con ventiquattro coltellate sulla soglia di casa. Un ragazzo massacrato con una mazza da baseball per strada, davanti a decine di testimoni. Un assurdo bagno di sangue travolge la città di Amburgo, ma la cosa più singolare è la facilità con cui i commissari Daniel Buchholz e Nina Salomon riescono a catturare i colpevoli. Eppure il movente rimane incomprensibile: nessuno di loro sembrava conoscere davvero la vittima. L' unico elemento in comune è una rabbia feroce cresciuta a dismisura, fino a diventare inarrestabile. Una rabbia che non lascia immuni nemmeno gli investigatori: mentre l'indagine si fa sempre più tesa, Nina stenta a riconoscere il suo partner. Come è possibile che Daniel, di solito così controllato e padrone di sé, stia diventando ogni giorno più aggressivo e irrazionale? Intanto, un dubbio comincia a insinuarsi in lei: e se gli assassini fossero stati manipolati? Ma da chi? E soprattutto: come?

Il primo libro della serie Buchholz e Salomon mi aveva già conquistata ma, con questo nuovo romanzo, gli autori hanno definitivamente sconvolto e conquistato il mio cuore di appassionata di thriller. C'è un nuovo e scottante caso per la polizia di Amburgo: una serie di omicidi brutali e inspiegabili nei quali non c'è nemmeno bisogno di indagare sui colpevoli, dato che si costituiscono da soli poco dopo i crimini. La cosa si fa interessante quando si scopre che non vi è alcun legame tra vittime e carnefici, almeno all'apparenza. 

I nostri due detective trovano pane per il loro denti e, contemporaneamente, si ritrovano a fare i conti con delle complicazioni personali da non sottovalutare. Il rapporto, tra i due, va in crescendo e la cosa fa ben sperare- soprattutto la mia vena più romantica. Mi sono persa nei meandri di questa storia torbida, e senza soluzioni immediate o facilmente deducibili, che mi assorbita totalmente. Mi intriga moltissimo il concept di una mente super partes in grado di gestire potenziali assassini e manovrarli a piacimento ma non ho altrettanto gradito l'epilogo- capirete perché solo leggendo.

Ciò che mi conforta, è che ritroverò ancora i miei due beniamini che sto imparando ad amare, libro dopo libro, e non vedo l'ora di scoprire quale incredibile avventura partoriranno queste due menti geniali la prossima volta.
Adoro il loro stile, l'ambientazione che richiama molto i thriller nordici e la genialità delle trame sulle quali si basa questa meravigliosa serie crime. Il fatto che sia un libro scritto a quattro mani non viene percepito in nessun momento, la prosa è omogenea e la vicenda viene sviluppata in maniera coerente e veritiera. E' davvero un ottima lettura per tutti gli amanti del genere e, se ancora non lo avete fatto, vi consiglio di recuperare anche il precedente volume della serie per apprezzare maggiormente il libro e avere un senso di continuità narrativa. Promosso a pieni voti!


Negli episodi precedenti:



martedì 21 maggio 2019

Recensione "Nel nome" di Alessandro Zaccuri

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un breve, ma interessante, saggio storico firmato da Alessandro Zaccuri, 'Nel nome', edito da NN Editore.
Buona lettura!


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Maria è un nome segreto, un gioiello fuori dal tempo. Mettersi sulle tracce di un nome è sempre un'avventura, non esistono mappe né percorsi prestabiliti. Alessandro Zaccuri inizia questo viaggio da solo, punta il suo compasso sulle Marie dei Vangeli e da lì si muove per scrivere la sua preghiera del nome. Parte da una Maria ragazza senza volto, che balla su una pubblicità degli anni Ottanta, si ritrova con la madre sorridente e sofferente, e passando da Giulietta incontra la Maria di West Side Story, incrocia Borges, Giotto, Lippo e poi Kurtz e Achab, per arrivare infine alla Marie di Le Corbusier sulle vetrate della Notre-Dame-du-Haut. E mentre invoca e ripete questo nome, vive il dubbio, lotta contro i sette demoni e dissemina il suo rosario in luoghi imprevedibili, trasformando il suo e nostro viaggio in una benedizione, invisibile e leggera.

Quando ho iniziato la lettura del breve romanzo di Alessandro Zaccuri, mi sono ritrovata davanti ad un volumetto ben curato, con una bellissima copertina e una storia di quelle che promettono di arricchire il bagaglio culturale di chiunque si appresti a leggerla. In effetti, è stato proprio così. Non dovete immaginare, però, un insieme di ricerche ed eventi religiosi volti a glorificare la figura di Maria: l'intento di Zaccuri, infatti, è quello di studiare un nome e descriverne tutte le infinite sfumature e gli accenni storici in cui lo ritroviamo.

Maria è un nome e
tutto di Maria è nel nome.

Partendo da un nome così comune, e illustre, come quello di 'Maria', l'autore ci conduce in un bellissimo percorso storico che attraversa secoli e tradizioni, mostrando al lettore quali cambiamenti ma, soprattutto, quali figure meritano una menzione d'onore quando si parla di questo nome.
Personalmente, mi sono persa ben volentieri in date, aneddoti, considerazioni e riflessioni e ho arricchito molto il mio bagaglio culturale.

Cercavo una cura, un presagio.
Cercavo un nome, perché è sempre un nome che si cerca.
E un volto che gli corrisponda.

Pur trattandosi di una saggio storico, l'autore riesce a coinvolgere bene la mente di chi legge attraverso uno stile scorrevole e facile da seguire. E' evidente il grande lavoro di ricerca che c'è stato dietro alla stesura e che ha permesso di ottenere un prodotto completo ed esaustivo ma, allo stesso tempo, non prolisso e noioso. Sono certa che risulterà una lettura interessante per tutti gli appassionati del genere. 


martedì 14 maggio 2019

[Blogtour] "Il silenzio dei miei passi" di Claudio Pelizzeni

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di inaugurare il blogtour dedicato al nuovo romanzo del famoso travel blogger, Claudio Pelizzeni. Il libro si intitola, "Il silenzio dei miei passi", ed è in uscita oggi per Sperling & Kupfer.
Buona lettura!


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«Sono un pellegrino sul Cammino di Santiago di Compostela. Ho scelto di percorrerlo facendo voto di silenzio: pertanto tu parlami, ma io potrò comunicare con te solo scrivendo.» Con questo biglietto, scritto in cinque lingue, Claudio Pelizzeni ha percorso a piedi gli oltre duemila chilometri che separano Bobbio, nell'Appennino piacentino, da Santiago di Compostela. Tantissime sono le persone che ogni anno intraprendono «il Cammino», il viaggio per eccellenza: c'è chi lo fa come pellegrinaggio della fede e chi lo affronta in chiave laica, come tappa simbolica di un percorso personale o, più semplicemente, come esperienza immancabile nel curriculum di un viaggiatore che si rispetti. Per Claudio il Cammino di Santiago ha rappresentato un ritorno alla purezza del viaggio: «gli incontri, le persone, la vita, quella vera. Camminare lento, secondo le stagioni e il ritmo del sole». È stato un disconnettersi dal mondo virtuale che ormai segna le sue - e le nostre - giornate, per tornare ad ascoltare se stesso, il suo corpo e i suoi pensieri. Senza parlare, per aprirsi totalmente agli altri: pronto ad accogliere le storie di chi avrebbe incontrato lungo la strada. Se è vero che il viaggio è metafora della vita, nel Cammino la vita ritrova la sua essenza: affrontare la solitudine ma anche condividere col prossimo; accettare la sofferenza del corpo ma anche emozionarti per le cose più semplici; metterti in dubbio e credere in te stesso, cadere e rialzarti mille volte, pur di raggiungere quella meta, quel sogno che ti guida come un faro. «Perché la forza non è nei tuoi passi, ma dentro di te.»

Ho iniziato e finito questo romanzo nel giro di poche ore, incantata ed emozionata dal bellissimo racconto di vita di Claudio Pelizzeni. L'autore ci descrive, in maniera molto dettagliata e concreta, il bellissimo viaggio che ha intrapreso e che lo ha condotto da Bobbio, piccolo centro italiano, fino a Santiago di Compostela. A rendere tutto ancora più emozionante è il voto di silenzio che il protagonista decide di mantenere dall'inizio alla fine del suo viaggio.

Abbiamo attraversato i paesaggi più diversi e le città più belle d'Europa alla scoperta di un 'cammino' che, fin troppo spesso, viene solo associato ad una esperienza spirituale mentre, in realtà, può rappresentare un punto di svolta per ognuno di noi in quanto si tratta di un'esperienza unica. L'autore ci consegna questo diario di bordo dei suoi infiniti chilometri, fatti di dolore, momenti di riflessione e momenti in cui mollare tutto sembrava l'unica soluzione possibile.

Perché il silenzio?

(...) -Vedi, Louise, al giorno d'oggi si continua a parlare gli uni sopra gli altri, nessuno si prende più il tempo di ascoltare. Io ho solo scelto di ascoltare quello che le altre persone hanno da dirmi e quello che il mio più profondo essere vuole comunicarmi. Anche ciò che il mondo e la natura vogliono raccontarmi: il silenzio è avvolgente.

Tanti sono i protagonisti che incontreremo tra queste pagine, persone provenienti da diverse parti del mondo, e dell'Italia, che accoglieranno di buon grado il silenzio di Claudio e che lo riempiranno con i loro racconti di vita. Alla fine del viaggio, non ci troveremo più davanti a dei semplici pellegrini ma ad un gruppo affiatato che troverà al suo interno la forza necessaria per arrivare alla meta.

Mi sono emozionata ad ogni pagina e sono entrata in perfetta sintonia con l'autore e i suoi pensieri. Pelizzeni è riuscito ad incuriosirmi ed a regalarmi delle ore di pace e serenità, è riuscito ad insegnarmi il valore del silenzio e come usarlo in maniera costruttiva anche nella vita di tutti i giorni. Il suo stile semplice, ma diretto e tangibile, mi ha permesso di 'vedere' posti e scenari meravigliosi grazie ad alcune descrizioni molto evocative e dettagliate. Sono certa che resterete affascinati anche voi da questo bellissimo viaggio che spero, un giorno, di poter compiere io stessa.
Libro consigliatissimo!!!



BOBBIO

Bobbio è un borgo medievale, in provincia di Piacenza, e il punto di partenza per Claudio Pelizzeni e il suo viaggio infinito verso Santiago di Compostela.


Il paesino conta circa 3500 abitanti ed è noto, ai più, per il lungo Ponte del Diavolo costruito sopra il fiume Trebbia, una della maggiori attrazioni della cittadina.


Per arrivare al centro della cittadina, infatti, è necessario percorrere il suggestivo ponte godendovi tutte le sensazioni dell'essere letteralmente avvolti dalla natura.


Una volta entrati nella città, è impossibile non visitare- e non restare incantati- dal Monastero di San Colombano risalente all'anno 614. 


Una menzione speciale la merita anche il Duomo della città, un bellissimo esempio di architettura emiliana del Quattrocento che ospita, al suo interno, dei meravigliosi affreschi.


La cittadina ospita anche il bellissimo Castello Malaspina che dalla sua torre offre una visione bellissima di tutto il panorama circostante.

Ma non è finita qui! Questo paesino è una vera delizia per gli occhi e passeggiando tra le sue vie potrete anche imbattervi in meravigliosi palazzi nobiliari, stabilimenti termali e gustare i piatti della tradizione come i maccheroni alla bobbiese.


Continuate a seguire il nostro tour!