lunedì 30 luglio 2018

Dal libro al film "Tulip Fever" di Deborah Moggach

Buongiorno lettori e buon inizio settimana,
oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho apprezzato moltissimo e che vedremo, dal 6 Settembre, sul grande schermo con il titolo "La ragazza dei tulipani". Si tratta del libro, "Tulip Fever", di Deborah Moggach, edito da Sperling & Kupfer.
Buona lettura!



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Amsterdam, 1636. La città è tutta fermento e opulenza: il commercio prospera, le arti fioriscono. Come uno specchio, i canali rimandano l'immagine delle dimore più belle, tra cui quella di Cornelis Sandvoort, dove ora tutto è silenzioso e immobile: il ricco mercante e la sua giovanissima consorte, Sophia, stanno posando per il ritratto che li renderà immortali. Insieme a loro, nel dipinto, un vaso di tulipani: i fiori che, secondi soltanto alla sua bellissima moglie, sono la più grande passione di Cornelis. Così come di tutta l'Olanda, che sembra preda di una follia collettiva: i bulbi di tulipano valgono una fortuna, e c'è chi è disposto a ricorrere a ogni mezzo, lecito o illecito, pur di possedere quelli più pregiati. È Jan van Loos, uno degli artisti più promettenti del momento, a fissare su tela quella scena, che dovrà trasmettere per sempre magnificenza e armonia. Ma il suo occhio, attento ai minimi dettagli, sa penetrare l'apparenza e cogliere l'essenza più profonda. Il fuoco sotto la cenere, l'irrequietezza dietro l'obbedienza. Sarà per questo che, ogni volta che il suo sguardo indugia un istante in più su Sophia, il cuore della ragazza perde un battito. Giorno dopo giorno, tra il pittore e la sposa del mercante si instaura un dialogo muto, fatto di sorrisi furtivi e occhiate rubate. E mentre il ritratto prende forma, fuori dalla cornice prende vita una passione bruciante. Capace di consumare tutto ciò che incontra sul suo cammino, in una spirale inarrestabile di desiderio e inganno, sogno e illusione. 

La storia di Deborah Moggach è da leggere tutta d'un fiato. La trama è assolutamente eccezionale e ricca di elementi e situazioni che si susseguono e sconvolgono senza lasciare un attimo di respiro. Siamo ad Amsterdam, all'inizio del 1600 e la giovane Sophia è incastrata in un matrimonio di convenienza con uomo molto più anziano che non suscita, in lei, alcun tipo di emozione se escludiamo la riconoscenza.
L'autrice dedica moltissima attenzione ai dettagli: i personaggi, l'ambientazione e l'aria di Amsterdam vengono descritti nel particolare coinvolgendo il lettore al cento per cento.

L'entrata in scena del famoso Jan van Loos, porta scompiglio e una buona dose di passione all'interno della storia. Come tutti gli artisti, è fantasioso e sognatore e regala, per la prima volta, un'emozione vera alla giovane Sophia che, come tutti, resta affascinata dal carisma del pittore. La trama assume una sfumatura decisamente nuova e calda in questa seconda parte. Mi sono ritrovata a fare un tifo esagerato per questa coppia: gli ostacoli sono davvero molti e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Non credo di aver mai letto una storia dal ritmo così incalzante e dagli innumerevoli colpi di scena. 

Sophia è là, immobile. Sospesa fra passato e presente. E' come un colore, che attende di essere mescolato; come un dipinto, pronto a ricevere la vita dal pennello. Lei è un'istante, che attende di essere fissato per sempre sotto la lacca lucida trasparente. E' l'istante in cui Sophia prenderà una decisione? Strapperà la lettera o percorrerà con passo furtivo le stanze silenziose e sgattaiolerà fuori di casa? Il suo volto, visto di profilo, non tradisce emozioni.

Ho adorato la scrittura dell'autrice: coinvolgente, evocativa, elegante e meravigliosamente scorrevole. Ho divorato la sua storia nel giro di poche ore restandone completamente conquistata. Non mi aspettavo minimamente un epilogo del genere ma, come vi accennavo, in questo libro ci sono tantissime situazioni ambigue e pertanto era inevitabile subire qualche colpo di scena strada facendo. A questo punto non vedo l'ora di vedere il film perché mi sono letteralmente innamorata di questa storia e dei suoi personaggi. Se amate i romance storici, "Tulip Fever" è un libro che fa per voi!


IL FILM


Data di uscita: 6 Settembre 2018

Amsterdam, 1636: la citta? e? in pieno fermento. Il commercio prospera, le arti fioriscono. Sophia , orfana cresciuta dalle suore, viene presa in sposa da un ricco mercante, Cornelis Sandvoort, molto piu? vecchio di lei. Lui desidera ardentemente un figlio, ma lei non riesce a darglielo, mettendo cosi? in pericolo il loro matrimonio. I due decidono di posare per un ritratto che li rendera? immortali, ma Sophia inizia una relazione con il pittore, un giovane e talentuoso artista: Jan van Loos. Tutto questo mentre la cameriera di Sophia, Maria, scopre di aspettare un figlio dal ragazzo di cui e? innamorata, che per un equivoco e? fuggito via. Per salvare la situazione, le due donne escogitano un piano, apparentemente comodo per entrambe. Ma, mentre l’Olanda e? preda di una follia collettiva, la febbre di possedere i bulbi di tulipani, con pennellate intense di sensualita?, irresistibile desiderio, inganno, sogni e illusioni, il ritratto prende tutt’altra forma, colorando passioni per cui daresti la vita.


Guarda il trailer, QUI


domenica 29 luglio 2018

Recensione "Ti faranno del male" di Andrea Ferrari

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un libro e di una storia molto particolare, "Ti faranno del male", di Andrea Ferrari.
Buona lettura!


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Andrea vive in un appartamento protetto del servizio di salute mentale, dentro cui trascorre le proprie giornate quando non lavora come magazziniere o riflette sulla sua condizione vagando per la città. Ormai le donne sono per lui una chimera, non coltiva amicizie e ha una condizione economica precaria. L'uomo è rinchiuso in se stesso e affranto; neanche la pubblicazione del suo primo romanzo, gli dona speranza. Dopo essersi ritrovato, suo malgrado, a vivere in tre diversi ospedali psichiatrici, l'arrivo di Carolina cambierà la sua vita. Questa ragazza dalle vedute antisemite e dai comportamenti particolari, lo condurrà verso situazioni difficili da affrontare. Un romanzo che esaspera la naturale condizione dell'uomo: perché se tutto può andare per il verso sbagliato, quasi sicuramente accadrà. L'opera, seppur inventata, tratta in alcuni casi argomenti ed emozioni vissuti in prima persona dall'autore.

Il romanzo, parzialmente autobiografico, di Ferrari è una storia molto realistica e diretta. L'autore racconta, con particolari e uno stile molto diretto, la vita disastrosa di Andrea alle prese con problematiche di salute e di vita. Insoddisfazione, paranoia, sogni infranti, tutto nella vita del protagonista va nel verso sbagliato e sembra impossibile risalire dall'oblio profondo in cui si trova. E' un personaggio dalle mille sfumature, un uomo di cui, a poco a poco, impariamo a conoscere ogni aspetto e ogni pensiero. Carolina, la nostra protagonista femminile, è un faro di speranza ma allo stesso tempo anche un ulteriore motivo di stress e delusione. 
Sono due casi disperati alla ricerca di pace e un po' di serenità.

L'autore ha descritto perfettamente tutto l'ambito psichiatrico e sanitario in cui Andrea viene ospitato e 'curato'. L'atmosfera che si respira è pesante e opprimente. Il diario di vita del protagonista è un'esperienza forte, non adatta a tutti. 
Ci sono storie che non devono per forza dare un insegnamento o una morale, ci sono storie che escono dall'intimità più profonda di un autore, storie che chiedono a gran voce di essere messe su carta e "Ti faranno del male" fa parte di questa categoria.
E' un romanzo accorato, uno sfogo intenso che non vuole in alcun modo abbellire quelli che sono stati anni bui ed esperienze negative. Lo stile crudo e molto diretto dell'autore rende i personaggi veri al cento per cento. L'oscurità e la malinconia che pervade l'intera storia lascia spazio, di tanto in tanto, ad un po' di ironia e una ventata di leggerezza che ci permette di tirare un respiro.

La storia di Andrea Ferrari è una diario di vita che si legge tutto d'un fiato. Se vi piace andare alla scoperta di storie vere e poco romanzate, questo è il libro che fa per voi.


venerdì 27 luglio 2018

Recensione "Bandit" di B.B. Reid

Buon pomeriggio cuori librosi,
oggi vi parlo di una storia che mi ha conquistata oltre ogni aspettativa.
Non è un genere che di solito amo leggere ma la copertina mi ha attirato come il canto di una sirena e sono rimasta intrappolata nella ragnatela della Reid.
Buona lettura!


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Lei era la sua ossessione. 
Mian Ross farebbe di tutto per proteggere suo figlio, e quando capisce di non avere altra scelta,fa la cosa più pericolosa che esista: incrociare di nuovo il cammino di Angel Knight. Stavolta per derubarlo. 
Lui era il suo peggior incubo. 
Un uomo tanto potente quanto vendicativo come Angel non può tollerareche una ladruncola affamata gli sottragga qualcosa di così prezioso. Neanche se a farlo è Mian.Una ragazza che molto tempo prima aveva protetto e tenuto al sicuro,la ragazza che si era trasformata nella sua più grande ossessione.Ma stavolta non la farà franca e il prezzo di questa lezione sarà altissimo. 
Niente è ciò che sembra. 


Quando ho iniziato a leggere questo libro, avevo la testa piena di aspettative e i pareri super positivi di tantissime colleghe blogger. Sorvolando sulle dinamiche, senza dubbio, molto romanzate della vicenda, posso dirvi che mi è piaciuto più di quanto immaginassi. Di solito, con questi romanzi, ho sempre problemi ad interfacciarmi con le protagoniste femminili e, anche in questo caso, non sono entrata subito in sintonia con Mian perché, per dirla semplice, ho trovato assurdo che si concentrasse su tutto tranne che sul figlio in una situazione stressante e complessa come la sua. Strada facendo, il mio rapporto con lei è leggermente migliorato ma non la inserirei nella top ten dei miei personaggi preferiti. Al contrario, ho apprezzato parecchio 'il bandito' che, oltre ad avere un delizioso aspetto fisico, ha un caratterino niente male. Devo, comunque, sottolineare che si tratta di due protagonisti dalle mille sfumature che mi hanno lasciata di stucco in più di un'occasione.

Non dovresti avere paura di lui.

-Perché non dovrei?

Perché perfino i mostri hanno una debolezza, e qualcosa mi dice che lui ha scoperto la sua.

Una famiglia particolare, quella dei Knight. La loro storia e la loro crudeltà è leggenda, nessuno può sfuggirgli e la povera Mian si ritrova nel bel mezzo di una faida di cui conosce solo una minima parte di verità. Gli elementi del dark romance ci sono tutti ma avrei sicuramente tagliato alcuni episodi che,a mio avviso, distolgono l'attenzione dal vero tema centrale del libro.
L'autrice ha fatto un buon lavoro nella costruzione della trama, la narrazione alternata tra passato e presente, crea una curiosità crescente che mi ha portato a divorare la lettura. L'epilogo non è dei migliori e vi lascerà con l'immensa voglia di stringere subito tra le mani il seguito. 
La scrittura della Reid è molto diretta e senza fronzoli ma non eccessivamente volgare, nonostante alcune scene molto esplicite. L'autrice riesce a stregare il lettore e a coinvolgerlo completamente in una storia d'odio, passione, rabbia e vendetta. Un mix di emozioni assolutamente letale che vi farà innamorare di questo romanzo. E' una lettura 'bollente' e, a tratti, violenta perciò se non avete dimestichezza col genere ve la sconsiglio. Se, invece, amate le sfumature più estreme del romance, sono certa che vi innamorerete del bandito e della pericolosa famiglia Knight!


giovedì 26 luglio 2018

Recensione "Tutto quello che non mi aspettavo" di Valentina Sagnibene

Buongiorno lettori,
siamo quasi arrivati alla fine di una nuova settimana e non vedo l'ora di parlarvi di un romanzo molto carino pubblicato a Giugno da Giunti. Si tratta de "Tutto quello che non mi aspettavo", di Valentina Sagnibene.
Buona lettura!


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Francesco, neolaureato insicuro e intellettualoide, eternamente deluso in amore e incapace di trovare un lavoro, ha un unico grande successo: attraverso un alter ego donna, scrive su un blog femminile raccogliendo uno stuolo di fan adoranti, tanto che le responsabili del sito lo contattano per assumerlo, ma scoprono con orrore la sua identità maschile. Decidono però di dargli una chance e lo mettono in competizione con altre voci del blog: chi consegnerà la miglior storia avrà il posto. Matilde, tosta e all'apparenza scontrosa, indurita dall'assenza della madre che la abbandonò inspiegabilmente quando era una bambina e lacerata dalla recente morte del padre cui era legatissima, nasconde la propria fragilità ma sempre più spesso è preda di attacchi di panico. Matilde comprende che, se vuole liberarsi dal peso che la opprime e andare avanti, deve prima far pace con il passato. Francesco e Matilde non potrebbero essere più diversi, ma quando i loro destini casualmente si incrociano, Francesco intuisce che il passato di Matilde potrebbe dargli lo spunto per la storia che cerca e decide di accompagnarla nel viaggio alla ricerca della madre... Un viaggio che riserverà loro tutto quello che non avevano previsto.

Non sapevo cosa aspettarmi da questa storia ma devo ammettere che l'ho trovata molto carina e rilassante. L'autrice ci regala due personaggi che definire 'particolari' è dire poco. Sono diversissimi tra loro e sono dei veri casi umani. A rappresentare l'universo maschile, c'è Francesco che è lontanissimo dall'essere il macho che spesso popola i romanzi, ultimamente. E' un uomo insicuro, sognatore e molto intelligente. A me non è dispiaciuto nemmeno un po' e mi ha regalato tantissime risate con le sue paranoie e delusioni d'amore. Se credete di essere sfortunati, non avete ancora visto niente!! Per le quote rosa, c'è Matilde anche lei è un personaggio fuori dagli schemi che darà molto filo da torcere al povero Francy e anche a noi lettori. 

Ci sono momenti in cui non sapremmo dire chi o cosa ci spinga ad agire. Matilde non riuscì mai a spiegare perché scelse di aprire lentamente la porta e infilarsi in casa senza segnalare la sua presenza. Quello che mi domando sempre, da quel giorno in poi, fu come sarebbe stata la vita delle persone se alcune porte non fossero mai state aperte.

Valentina Sagnibene ci regala una storia nella storia: due racconti, infatti, si intrecciano e danno vita ad una trama mai scontata e tutta da scoprire. Segreti e frasi non dette sono le cause scatenanti della grandissima reazione a catena che muove i passi dei personaggi dall'inizio alla fine.
E' un romanzo 'strano', una vicenda in cui non accade mai quello che ci si aspetta. D'altronde, è interessantissimo immergersi nei pensieri di due personalità contorte che stanno ancora cercando il proprio posto nel mondo. L'autrice ha un modo tutto suo di descrivere le cose: la sua scrittura è attenta e studiata, i particolari sono curati nei dettagli tanto che è facilissimo comprendere le decisioni dei personaggi e la piega presa dal libro. 

"Tutto quello che non mi aspettavo" è proprio la storia che non ti aspetti. Una vicenda ironica, ma anche profonda e sentimentale, che si legge in un soffio grazie ad uno stile super dinamico e scorrevole. E' stata una piacevole sorpresa e trovo che sia un romanzo perfetto per le vostre vacanze, consigliato!


mercoledì 25 luglio 2018

Recensione "Il ritorno del marinero" di Emilio Martini

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un giallo interessante edito da Corbaccio, "Il ritorno del marinero".
Buona lettura!

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Lungariva, Liguria, un nuvoloso pomeriggio di novembre: a bordo di una barca a vela viene trovato il cadavere di Sebastian Scettro, detto il Marinero: tre proiettili gli hanno spaccato il cuore. Appartenente a una facoltosa famiglia, il Marinero se n'era andato per mare nove anni prima su un piccolo sloop nordico, facendo perdere le sue tracce. Chi, o che cosa, l'ha riportato a casa, concedendogli solo poche ore prima dell'incontro con la morte? Di certo, come può constatare Gigi Berté, Sebastian non aveva lasciato un buon ricordo: con i fratelli i rapporti erano pessimi, frequentava pregiudicati e spacciatori, e aveva persino ricevuto una denuncia per stupro. A quanto pare, solo l'anziana nonna non aveva mai smesso di volergli bene e di aspettare il suo ritorno. Un caso complicato per il commissario aspirante scrittore, che lo porta ad affrontare, con la bravura di sempre e con rinnovato sconcerto, l'uccisione di un uomo. E se da una parte vorrebbe «fuggire» a Milano dove l'attende un'allettante offerta in questura, dall'altra la Marzia e la sua squadra a cui è sempre più affezionato lo tengono legato a questo strano paesino che da fuori sembra un'isola felice ma che, come ogni altro luogo, nasconde il seme del male.

Dietro una copertina placida, e forse, un po' anonima, si nasconde un giallo di tutto rispetto che si legge davvero nel giro di qualche ora. Per il commissario Berté, c'è una nuova indagine all'orizzonte: dopo anni di lontananza volontaria da Lungariva, un piccolo paese di pescatori della Liguria, Sebastian Scettro ha fatto ritorno a casa ma la sua permanenza è stata breve, anzi, brevissima in quanto viene ucciso poche ore dopo essere sbarcato. Chi ha commesso l'omicidio? E, soprattutto, perché? Da qui si apre uno scenario ricco di sospettati, moventi più o meno attendibili ma, di fatto, senza nessuna prova concreta. Il personaggio di Sebastian Scettro è molto ambiguo e scomodo, tanto che parecchi personaggi trarrebbero beneficio dalla sua morte ma, d'altra parte quasi tutti lo credevano morto dopo tanti anni di lontananza. Mi sono divertita tantissimo ad accompagnare il commissario Berté nelle indagini che, vi posso assicurare, vengono rese molto complicate dalla reticenza dei personaggi e dal passato scomodo della vittima. Il mondo intero sembra fregarsene della morte dell'uomo e andare avanti come, e forse meglio, di prima.

L'autore si diverte a lasciare indizi qui e là che, solo alla fine, acquistano consistenza e prendono posto nel disegno completo della vicenda. Io, personalmente, non mi sono nemmeno avvicinata alla verità ma ho trascorso delle ore piacevoli in compagnia del libro e degli strani personaggi che lo popolano. Ho apprezzato tantissimo l'ambientazione: la Liguria mi piace moltissimo e trovo che, nel libro, ne sia stata colta l'essenza più intima e meno turistica. Lungariva sembra essere un paese fuori dal tempo ma che, nonostante le ridotte dimensioni e la vita semplice degli abitanti, nasconde segreti e condotte poco ortodosse. Molto bene anche per quanto riguarda la narrazione: l'autore non si limita ad esporre una scena del crimine e le indagini, ma lascia molto spazio anche alla vita privata del commissario che, in questo modo, appare più umano e meno istituzionale.
La scrittura è scarna e diretta ma piacevole da seguire e ben articolata. Come vi dicevo, si tratta di un libro molto breve ma nonostante l'esiguo numero di pagine, non lascia elementi in sospeso o interrogativi irrisolti. Ideale per farvi compagnia in un pomeriggio al mare, o in montagna, sono certa che ne apprezzerete le varie sfumature. Lo consiglio!



martedì 24 luglio 2018

Recensione "L'estate del silenzio" di Mikel Santiago

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di parlarvi di una storia affascinante e piena di colpi di scena che mi ha tenuta incollata alle pagine, in questi giorni.
Sto parlando del nuovo romanzo di Mikel Santiago, "L'estate del silenzio", edito da Nord.
Buona lettura!


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Non ci sentiamo da anni, e mi chiami adesso? pensa Tom, leggendo sul display il nome di Bob Ardlan. Tom non vuole farsi rovinare la serata dall'ex suocero, perciò non risponde. Due giorni dopo, però, riceve una telefonata dall'ex moglie, in lacrime: Bob è morto cadendo dal balcone della sua villa, pochi minuti dopo aver cercato di parlare con Tom. Sconvolto, lui si precipita da Roma a Tremonte, il paesino sulla costiera amalfitana che negli anni è diventato un rifugio per artisti. Oltre a Bob, pittore di fama mondiale, hanno deciso di stabilirsi lì anche alcuni registi, musicisti e scrittori, tra cui Stelia Moon. Ed è proprio Stella ad accogliere Tom e a negare con forza la versione ufficiale dell'accaduto: non è possibile che il suo amico si sia suicidato e, di sicuro, non si è trattato di un incidente. Secondo lei, Bob è stato assassinato. Ma da chi? E perché? Per Tom, una sola cosa è certa: in qualsiasi guaio si fosse cacciato, alla fine Bob si era rivolto a lui. Non può deluderlo una seconda volta. E l'unico modo per mettere a tacere il suo senso di colpa è scoprire la verità. Ben presto, tuttavia, Tom si renderà conto che tra le pieghe di quella raffinata comunità d'intellettuali si celano rancori, invidie e contrasti mai appianati. Tutti hanno qualcosa da nascondere. E uno di loro è disposto a uccidere pur di proteggere il suo segreto...

No, non lasciatevi ingannare dalla copertina, tutto sommato, bucolica e affascinante.
E no, non lasciatevi ingannare nemmeno dallo stile placido e rilassato dell'autore che sembra raccontare, semplicemente, i dilemmi amorosi di Tom. "L'estate del silenzio" è un super giallo che vi conquisterà piano piano e senza che nemmeno ve ne rendiate conto.
Ma partiamo dal principio: i personaggi. In questo libro ne incontreremo tantissimi, più o meno importanti, ma tutti fondamentali per la trama. Ognuno di loro si mostra solo a metà, tenendo una parte sempre in ombra: l'ambiguità regna sovrana e, ad un certo punto, sembrano tutti colpevoli in un modo o nell'altro. Tom è un moderno, e meno brillante, Poirot che cerca di farsi strada nelle stranezze e nelle incongruenze della morte misteriosa e accidentale del suo ex suocero. Troppi elementi non coincidono e un velo di omertà sembra esser sceso su tutti quelli che lo circondano. Mi sono appassionata moltissimo alla storia proprio grazie a questo personaggio e alle sue disavventure. L'autore lo mette alla prova in tutti i modi regalandogli sospetti per poi smontare ogni sua tesi. La verità sembra essere sempre a portata di mano ma, in realtà, è lontanissima e inafferrabile.

La trama è un altro punto forte del libro: non perdete tempo in congetture e giudizi facili, Santiago ama stupire e lasciare a bocca aperta i suoi lettori e direi che ci riesce in maniera egregia. Tutte le mie ipotesi si sono rivelate errate, nelle azioni o nei moventi, rendendo la lettura stimolante e instillando un dubbio perenne tra i miei pensieri. Il deus ex machina delle tante morti sospette è vicinissimo e, forse, scontato, ma machiavellico a livelli estremi. Amo le storie originali e non scontate, amo i libri in cui tutto è il contrario di tutto e, nel caso di Santiago, ho amato i suoi mille misteri, i paesaggi idilliaci, l'amore per l'arte e la complessa psicologia dietro ai personaggi. 

Tutto è costruito alla perfezione e tutto viene raccontato in maniera molto dettagliata. Uno strato molto sottile di suspense rende le pagine ancora più scorrevoli e coinvolgenti. L'ambientazione, tutta italiana, costituisce un ottimo diversivo quando la situazione rischia di farsi pesante. Pur raccontando una vicenda tragica e sconvolgente, l'autore riesce a mantenere la leggerezza tipica del giallo e a mixarla, con successo, ad elementi crime e romance creando un equilibrio perfetto ed appassionante.
L'ho divorato nel giro di un giorno e mi sono follemente innamorata dello stile dell'autore, tanto da voler recuperare al più presto la lettura del suo primo romanzo.
E' la storia perfetta per tutti i lettori che vogliono avvicinarsi al thriller senza esagerare ma, sono certa, che riscontrerà pareri favorevoli anche da chi, come me, è già un appassionato del genere che ogni tanto ha bisogno di letture più soft e meno sanguinose.
E' stata una bellissima sorpresa che promuovo a pieni voti!




[Blogtour] "Descendens" di Alessandra Paoloni


Buongiorno e benvenuti alla seconda tappa del blogtour dedicato a "Descendens", il nuovo libro di Alessandra Paoloni edito dalla Delrai Edizioni.
Si tratta di un bellissimo fantasy che gli amanti di streghe e magia non potranno non apprezzare.
In questo appuntamento, l'autrice ci illustrerà meglio i dettagli che si celano dietro la magnifica cover realizzata da Catnip Design .
Buona lettura!


La cover creata da Pamela Fattorelli per Descendens racchiude in sé l'essenza stessa del libro.
Osservandola bene da vicino, noterete una sorta di globo giallognolo, una specie di sfera che racchiude un medaglione, il tutto posato con grazia su una sorta di collinetta schiacciata.
Tutto questo è Tiepole.  


Ma facciamo un passo indietro.
Per chi ancora non ha avuto il piacere, o la sventura, di addentrarsi per le vie maledette di Tiepole, deve sapere che il suddetto luogo è un piccolo paese collocato alle porte di Roma. Un paese naturalmente partorito dalla mia fantasia che in realtà possiede alcune caratteristiche fisiche e storiche di posti esistenti per davvero. Posti che preferisco non nominare in questa sede, ma che salteranno fuori al momento opportuno.
Tiepole è un paese dove la magia è viva. Ma è anche un paese tagliato fuori dal mondo, dove la realtà sembra sospesa, dove i ritmi di vita sono diversi, lontani da quella quotidianità alla quale noi invece siamo abituati.
La sfera giallognola che si può ammirare sulla cover rappresenta tutto ciò, ovvero il microcosmo tiepolese che racchiude il posto, lo isola dal mondo contemporaneo, lo emargina attraverso leggi e imposizioni personali, come se in realtà Tiepole non fosse un luogo ma una entità ancora tutta da scoprire.

Chi mi legge sa che io ho una predilezione particolare per i luoghi chiusi, claustrofobici, per le realtà alternative dove i personaggi, anche moderni, sono liberi dalle leggi reali.
Tiepole queste leggi le soverchia tutte e dunque da questa storia il lettore deve aspettarsi mistero e poca ordinarietà, esattamente come poco ordinaria è la sua cover.
Il medaglione che si nota sulla copertina esiste davvero. È mio. In realtà, se fate bene attenzione, noterete delle lancette perché quello è un orologio, uno di quelli che si schiude in due, che mette in mostra modernità e gusto vintage. Nel romanzo di medaglioni ne abbiamo ben due, uno di massima importanza per la storia e il destino della protagonista. Le lancette invece raffigurano il tempo che, come dicevo poc'anzi, a Tiepole viene regolato da ritmi “autoctoni”, contro i quali è inutile combattere.
E quella sorta di collinetta oscura sulla quale tutto si erge?
Quella è la terra tiepolese, fatta di colline e dune, di vie poco praticabili, di sentieri poco battuti, oscuri, di luoghi nei quali è meglio non addentrarsi.
Inutile dire che la scelta dei colori è azzeccatissima per una storia come questa, dove le ombre e le luci, il nero e il giallo, si confondono, si contendono il destino, combattono e si fondono perché nulla è totalmente Bene così come nulla è totalmente Male.  


Voltando poi la cover si arriva a Tiepole. La copertina interna, fortemente voluta da Malia Delrai per le sue edizioni sempre ben curate, ci mostra uno spaccato del paese, una sua istantanea, case “addossate le une alle altre”, circondate da una sorta di nebbia nella quale si celano infiniti misteri.
Insomma, vi basterà ammirare la cover di Descendens per entrare già nell'atmosfera del libro. Una cover all'apparenza semplice, ma che svela molto. Basta soltanto saper guardare con l'occhio di un lettore attento a ogni singolo particolare.

Il mio grazie va ancora a Pamela Fattorelli per il lavoro svolto. E un grazie anche a Malia perché lei, come me, di Tiepole ne ha colto le potenzialità, oltre che la magia.

Alessandra Paoloni

Curiosi di saperne di più sul magico mondo di Tiepole?
Di seguito trovate il calendario con tutti gli appuntamenti da non perdere!



IL GIVEAWAY

Commenta almeno 5 delle 7 tappe tour e potresti ricevere una copia del libro direttamente a casa tua!
Avete tempo fino al 3 Agosto!





  




domenica 22 luglio 2018

[Review Party] "Imperfetto" di Sagara Lux

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di parlarvi di "Imperfetto", il nuovo romanzo di Sagara Lux.
Buona lettura!


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Daniel Crowne è l’uomo perfetto.
È affascinante, metodico, organizzato e sta per ricevere la proposta che gli cambierà la vita.
Quello che non si aspetta è di dover condividere l'occasione con una ragazza che non ha mai visto, ma che a quanto pare tutti sembrano conoscere.

Valery Tutcher è tutto fuorché perfetta.
È irriverente, disordinata e testarda. Ha un carattere indomito e una visione molto precisa della realtà delle cose. Al contrario di Daniel, da sempre abituato a muoversi in un mondo fatto di limiti, non ha regole. Non ha tentennamenti.

E non ha alcuna intenzione di rendergli le cose facili.

Seguo l'autrice già da qualche anno, partecipando sempre con piacere ai vari cover reveal e release blitz ma, finora, non avevo mai avuto curiosità di approfondire leggendo i suoi romanzi, probabilmente la cosa è dovuta principalmente al fatto che suddetti libri non appartengono a generi che amo di solito. Con "Imperfetto", invece, è scattato una sorta di colpo di fulmine dopo aver visto la copertina e aver dato uno sguardo veloce alle poche righe che compongono la trama. A lettura finita, devo dire di aver scoperto un mondo nuovo che non mi dispiace e che mi ha, quasi completamente, soddisfatta. I due protagonisti sono molto carini e l'autrice è riuscita a curarli nel dettaglio, una cosa che apprezzo sempre molto. Capire i pensieri e conoscere bene i pregressi dei personaggi, aiuta a comprendere determinati atteggiamenti e comportamenti che portano avanti rendendo la storia più concreta e reale. Mi piace il fatto che siano due persone diametralmente opposte: appartengono a due categorie sociali differenti, hanno caratteri diversi e, per certi versi, incompatibili ma per ragioni che non vi anticipo, insieme funzionano alla grande!


La trama è semplice ma non scontata anche se, la cosa che mi ha sorpreso di più, è stata la prosa dell'autrice. Sagara Lux ha una scrittura perfetta e ben articolata. Pur essendo un libro autopubblicato, è un prodotto ottimo e curatissimo. E' un romanzo che si legge nel giro di qualche ora grazie alla scorrevole narrazione e alla vicenda molto dinamica che incuriosisce e non annoia. E' stata una piacevole esperienza e una scoperta interessante, credo proprio che inizierò a recuperare qualche romanzo di Sagara durante le vacanze. "Imperfetto" è la storia giusta per tutte le amanti del romance con sfumature new adult e frizzanti. Ideale da portare in spiaggia per sognare e sospirare un po' grazie ai battibecchi continui di Valery e Daniel ma, attenzione, non si tratta solo di una storiella sexy e romantica, tra le righe potrete leggere anche un messaggio più importante soprattutto per le donne che non devono più giustificarsi per la loro leggerezza e che non devono più essere costrette a raggiungere sempre standard altissimi. Valery è una di noi, una donna sicura delle sue imperfezioni e mancanze, una donna che non cambia per nessuno perché, in realtà, è già bellissima così!


Continuate a seguire il review party per scoprire ulteriori punti di vista sul romanzo!



sabato 21 luglio 2018

Recensione "L'incantesimo della spada" di Amy Harmon

Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi dell'ultimo libro di Amy Harmon, un fantasy pubblicato da Newton Compton intitolato, "L'incantesimo della spada".
Buona lettura!


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Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe mai amare… Un uccellino?

Non posso pronunciare le parole. Non posso riprodurre i suoni. Nutro pensieri e sentimenti. Custodisco immagini e colori. Sono tutti racchiusi dentro di me, perché non sono capace di formare le parole.
Ma posso sentirle.

Ho un amore sconfinato per Amy Harmon e mi piace leggerla in tutte le salse perciò, dopo averla scoperta come regina del romance e dello YA, l'ho apprezzata nel romanzo storico Il segreto di Eva e non potevo proprio lasciarmi sfuggire la sfumatura fantasy de "L'incantesimo della spada".
Rispetto alle letture precedenti, devo dire che non ho riscontrato la genialità tipica della Harmon. Il fantasy è un genere molto complesso che richiede una buona dose di fantasia, per l'appunto, e una base solida sulla quale costruire la vicenda. Il mondo medievale creato dall'autrice è, senza dubbio, affascinante ma non originalissimo. I personaggi, invece, beneficiano della straordinaria capacità descrittiva della Harmon: Lark e Tiras sono due protagonisti che fanno breccia nel cuore del lettore e riescono a risollevare, da soli, le sorti della storia. Mi sono piaciuti entrambi ma per motivi diversi: di Lark, ho apprezzato il carattere docile, timoroso ma allo stesso tempo forte e coraggioso. Ha dimostrato una forza incredibile nell'affrontare la perdita della madre e un potere sconosciuto che l'ha sempre resa preziosa per scopi poco nobili ma mai degna di amore e affetto. Tiras, dal canto suo, è decisamente affascinante e un guerriero valoroso ma, la cosa che mi è piaciuta di più, è stata la sua metamorfosi: spesso il potere non è l'unica cosa che conta.

Tu dici che ti ho scelto perché mi sei utile. E così è stato. Ma devi sapere questo, Lark, 
(...) Ti ho amato ogni momento di ogni giorno, e ti amerò finché non smetterò di esistere. Aquila, uomo o re, ti amo e sempre ti amerò.

Ebbene sì, l'amore viene in soccorso dell'autrice rendendo la storia indimenticabile e coinvolgente. Dopo un inizio molto soft e che stentava a trovare l'energia giusta per appassionare il lettore, la Harmon ci regala una seconda parte tutta da scoprire e ricca di sorprese. Altro elemento che ho apprezzato, è l'importanza delle parole: il messaggio arriva chiarissimo, le parole hanno un potere immenso e possono creare o distruggere senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
La prosa è scorrevolissima, elegante e ricercata. Si legge con piacere e si ritrovano i tratti caratteristici della penna di un'autrice che non smette di stupire e migliorarsi. Non è semplice mettersi alla prova con generi diversi e riuscire, comunque, a creare un buon prodotto. Questo dimostra, ancora una volta, un'estrema versatilità dell'autrice e una bravura fuori dal comune.
Non è ai livelli di Hai cambiato la mia vita o Sei il mio sole anche di notte, ma nel complesso non mi è dispiaciuto per niente. Se, anche voi, siete fan della Harmon vi consiglio di scoprirla anche questa veste inedita, non resterete delusi.


Recensione "Non sarò mai la brava moglie di nessuno" di Nadia Busato

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un romanzo particolare e di una storia intensa che si nasconde dietro una fotografia che ha incantato il mondo, nonostante rappresenti una tragedia.
Si tratta de "Non sarò mai la brava moglie di nessuno", di Nadia Busato, edito da Sem Libri.
Buona lettura!



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La mattina del primo maggio 1947 una giovane e attraente impiegata sale fino alla terrazza panoramica all'ottantaseiesimo piano dell'Empire State Building, il grattacielo simbolo di New York, e si lancia nel vuoto. La fotografia del suo cadavere, miracolosamente intatto e bellissimo, scattata da un giovane fotografo sconosciuto subito dopo lo schianto, diventa una delle immagini più celebri e potenti mai pubblicate da LIFE Magazine. Quella ragazza si chiamava Evelyn McHale. La sua è una storia affascinante e misteriosa, come e forse più di un romanzo. Dopo anni di ricerche e interviste, Nadia Busato ha scritto un romanzo ispirato a Evelyn partendo proprio dalla celeberrima fotografia che ha suggestionato, anche grazie al lavoro di Andy Warhol, la moda e l'arte delle avanguardie pop.

Non è facile parlarvi di un romanzo del genere e non sarà stato facile scriverlo.
Nadia Busato ci racconta la storia di Evelyn McHale, morta suicida nel maggio del 1947. Personalmente, non mi era mai capitato di vedere la fotografia del suo corpo, ormai privo di vita, che ha fatto il giro del mondo ma è davvero un'immagine ipnotica. Il libro è una ricostruzione abbastanza fedele della sua vita raccontata dalle persone che le erano più vicine, dal ragazzo che scattò la foto e dalla stessa Evelyn. L'autrice prova, con una delicatezza estrema, a far luce sul perché di un gesto così forte e disperato, la McHale aveva, sulla carta, tutte le carte in regole per una vita e un futuro sereno: un lavoro, un uomo che aveva chiesto la sua mano e una discreta cerchia di parenti e amici. A quanto pare, però, dietro la facciata può nascondersi un profondo tormento e un'anima vuota e persa che non ha più voglia di vivere. Ho letto, con attenzione, ogni testimonianza riportata e mi sono affezionata sempre di più ad Evelyn tanto da aver sofferto anche io, almeno un po', per la sua perdita.

Quarta di copertina


Guardando la foto del suo corpo senza vita, che l'editore ci regala sulla quarta di copertina, non ho potuto fare a meno di versare una lacrima per una vita interrotta troppo presto. Per la bellezza eterna con cui è stata immortalata, per la classe e l'eleganza che trasuda da un'immagine in bianco e nero.
Questo libro racconta una storia drammatica e sconvolgente ma l'autrice è riuscita a non rendere opprimente la narrazione. La ricostruzione operata dalla Busato è veritiera, completa e coerente, l'elemento romanzato è praticamente inesistente. I sentimenti sono i veri protagonisti della vita di Evelyn e, senza dubbio, sono stati anche la causa del suo gesto estremo. E' un libro che lascia l'amaro in bocca perché avrei voluto dare un abbraccio alla protagonista, dirle che non è importante essere sempre all'altezza delle aspettative, avrei voluto convincerla che la soluzione è sempre dietro l'angolo ma non posso. Nessuno può.
Di lei resterà solo una bellissima e tragica fotografia in bianco e nero e i mille interrogativi sui motivi che l'hanno portata sulla cima dell'Empire State Building.
Ringrazio Nadia Busato e Sem Libri per avermi fatto conoscere la storia di Evelyn, una storia da leggere tutta d'un fiato e con un fazzoletto a portata di mano.


giovedì 19 luglio 2018

[Review Party] "Tre cadaveri" di Raffaele Malavasi

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato al nuovo romanzo di Raffaele Malavasi, "Tre cadaveri". Si tratta di un giallo tutto italiano che mi è piaciuto tantissimo e che non vedo l'ora di raccontarvi.
Buona lettura!


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Una serie di omicidi sconvolge la città di Genova. Tre donne sono ritrovate morte, e ogni scena del delitto è un'efferata rappresentazione. Si tratta di un serial killer o di una setta di invasati? L'ispettore capo Manzi viene incaricato di condurre le indagini insieme alla sua squadra, e decide di chiedere aiuto a Goffredo Spada, un ex poliziotto, a suo dire l'unico ad avere le competenze per trovare l'assassino. Spada, però, non è per niente collaborativo e dimostra cinismo e totale sfiducia nelle istituzioni. C'è qualcosa nel suo passato che lo tormenta. Ma la polizia non è l'unica a muoversi sulle tracce dell'assassino. Orietta Costa, una giornalista di cronaca del «Secolo XIX», intende venire a capo del mistero, e firmare lo scoop dell'anno. Man mano che il tempo passa, però gli omicidi sono sempre più brutali e chiunque abbia intenzione di fermare quelle morti violente dovrà addentrarsi nell'abisso della perversione umana, in una lenta discesa agli inferi.

Più che thriller, definirei questo libro come un bellissimo giallo poliziesco. Raffaele Malavasi ci racconta un'indagine difficile, tutta italiana, che vede coinvolte tre donne brutalmente uccise con modalità particolari e decisamente macabre. Ad indagare sui delitti, due professionisti del settore e una giornalista di cronaca con uno spiccato intuito e ottime capacità deduttive.
Il serial killer, però, sembra essere dannatamente organizzato e preciso nei suoi omicidi e lo strano trio brancola nel buio mentre l'escalation di violenza si fa sempre più spietata sconvolgendo l'equilibrio di una intera città. Malavasi ci regala tre personaggi che ho apprezzato moltissimo: nessuno di loro è "l'eroe" per antonomasia anzi, tutti e tre vengono messi in mostra soprattutto per le loro debolezze e i loro difetti piuttosto che per i pregi. Sono tre personalità interessanti che, a mio avviso, contribuiscono a rendere la storia appetibile e coinvolgente. 



L'indagine raggiunge un punto di svolta quando la strada del misterioso pluriomicida si incrocia con un mito della letteratura che diventa per lui una fonte di ispirazione e una guida fondamentale nella scelta delle vittime. La storia che si nasconde dietro i messaggi lasciati dal killer è più torbida di quanto sembri. L'autore ci trascina in un vortice pazzesco di segreti e mezze verità fino ad un epilogo inaspettato e sconvolgente. Ho adorato ogni passaggio e ogni rivelazione di questa storia straordinaria e originale. Malavasi ha uno stile molto diretto e competente, è evidente che ci sia stato un ottimo lavoro di ricerca prima della stesura. Siamo davanti ad una storia mediamente complessa ma coerente e ben strutturata. La lettura si divora nel giro di un pomeriggio e mi ha completamente soddisfatta.
Mi piacerebbe raccontarvi di più e parlarvi della genialità della storia ma rischierei di rovinare la lettura e questo è un libro che va gustato dall'inizio alla fine. Un altro elemento che ho apprezzato molto è l'approccio con cui l'autore si è posto nei confronti del 'dramma' che stava raccontando. Nonostante si tratti di efferati omicidi, infatti, l'autore assume un atteggiamento distaccato e 'quasi' simpatico che rende la lettura leggera e non oppressiva. 
Questo libro mi è piaciuto molto e non mi resta che augurarvi una buona lettura!





mercoledì 18 luglio 2018

Recensione "Un perfetto bastardo" di Vi Keeland e Penelope Ward

Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi di una storia super romantica che, tra un tintura per capelli e delle foto compromettenti, vi farà battere il cuore in questa calda estate.
Si tratta de "Un perfetto bastardo", scritto a quattro mani da Vi Keeland e Penelope Ward.
Buona lettura!


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Era una mattina qualunque, il treno era affollato e tutto sembrava noiosamente normale. A un certo punto sono stata come ipnotizzata dal ragazzo seduto vicino al corridoio. Urlava contro qualcuno al telefono come se avesse il diritto di governare il mondo. Ma chi credeva di essere con quel suo completo costoso? In effetti, gli conferiva un’aria da leader, ma non è questo il punto. Non appena il treno si è fermato, è saltato giù così in fretta da dimenticarsi il telefono, e io… potrei averlo raccolto. Potrei anche aver spiato tutte le sue foto e chiamato alcuni dei suoi numeri. Okay, potrei persino aver tenuto il telefono dell’uomo misterioso fino a che non ho trovato il coraggio di restituirlo. Così ho raggiunto il suo ufficio da snob… e lui si è rifiutato di vedermi. Ho consegnato il cellulare alla reception dell’ufficio di quel bastardo arrogante. Ma potrei, diciamo per ipotesi, avergli lasciato qualche foto sul telefono. Foto non esattamente angeliche.

Non hai idea di quanto sia pericoloso quando voglio una cosa. Non mi fermerò davanti a niente per ottenerla. E in questo momento non c’è nulla che desidero più di te.

Penelope Ward mi piace tantissimo come autrice e, l'anno scorso, ho adorato il romanzo scritto con Vi Keeland, Bastardo fino in fondo , perciò mi sono tuffata ad occhi chiusi nella nuova avventura proposta dalle autrici e non sono rimasta delusa. Questo nuovo libro è frizzante, brioso, romantico e originale al tempo stesso. Mi sono piaciuti moltissimo i personaggi: Graham e il suo carattere impossibile, indisponente, orgoglioso; Soraya e la sua personalità eccentrica e imprevedibile. La loro storia è una serie infinita di battibecchi e momenti esilaranti, mi sono sbellicata dalle risate e ho tifato spudoratamente per Soraya che, con tutti i suoi limiti e le sue stranezze, è riuscita a dare scacco matto al re. Pur mantenendo la propria personalità, entrambi i protagonisti affrontano un lungo percorso di maturazione che li porterà a prendere decisioni importanti e ad affrontare le proprie paure, soprattutto quando si tratta dei sentimenti. A differenza di tanti romanzi appartenenti a questa categoria, "Un perfetto bastardo", è una storia molto reale sebbene ci sia la giusta dose di fortuna e coincidenza ad aiutare la coppia. Non aspettatevi, perciò, colpi di scena plateali o comportamenti eccessivi. Graham sembra vero ma, purtroppo per noi, resta pur sempre un personaggio di carta e inchiostro.


La storia non sarà delle più innovative ma, vi assicuro, che troverete dei dettagli molto carini e ben studiati che contribuiranno a rendere questo romanzo indimenticabile. Queste due autrici sono delle vere e proprie macchine da guerra capaci di catturare la mente del lettore, facendolo sospirare vistosamente tra una pagina e l'altra. Il loro è uno stile perfettamente omogeneo e ben strutturato, i dialoghi sono esilaranti e hanno un linguaggio molto colorito, a volte, ma estremamente adatto al contesto. Grazie alla narrazione fluida e scorrevole, il romanzo si divora in un attimo ma rimane impresso nella mente per molto di più. Sicuramente avrebbero potuto dare ulteriore spessore  ai personaggi ma, temo, che una qualsiasi caricatura introspettiva li avrebbe inutilmente appesantiti, togliendo leggerezza e brio alla storia. C'è molta passione, tra le pagine, perciò le fan del romance e del new adult (soft) troveranno pane per i loro denti in questo romanzo.
Per quanto mi riguarda, è la storia perfetta per l'estate e perfetta per far battere un po' il cuore di tutti. Consigliata!!



martedì 17 luglio 2018

Recensione "Un quartiere tranquillo" di Caroline Eriksson

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romanzo dalle sfumature thriller pubblicato da poco dalla Nord.
Si tratta del libro di Caroline Eriksson, "Un quartiere tranquillo" e vi assicuro che, dopo averlo letto, non guarderete più i vostri vicini allo stesso modo...
Buona lettura!


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Un matrimonio naufragato alle spalle, le aspettative dei fan, le richieste pressanti del suo editore: da quasi due anni Elena, un'affermata scrittrice, si sente prigioniera di un circolo vizioso, in guerra col demone della pagina bianca e senza nemmeno un'idea per il suo prossimo romanzo. Neanche trasferirsi in una deliziosa villetta a schiera in un quartiere tranquillo è servito ad alleggerire la pressione e a farle tornare l'ispirazione. Anzi, Elena si sente sempre più sola e vuota. Rispetto alla sua, le vite degli altri le appaiono molto più interessanti... Perfino quella degli Storm, la noiosa, prevedibile famiglia che abita nella casa accanto alla sua. Ma poi, osservandoli ogni giorno con maggiore attenzione, Elena nota alcuni dettagli stonati e il suo intuito, allenato a scandagliare le profondità dell'animo umano, le suggerisce che il brillante avvocato Filip e la moglie Veronica non sono affiatati e innocenti come vorrebbero far credere all'esterno. Incuriosita, Elena inizia a spiarli e a seguirli anche al lavoro, e le loro vicende quotidiane diventano la fonte d'ispirazione per il suo nuovo romanzo, i loro segreti i suoi colpi di scena. Fino a quando il confine tra realtà e fantasia non diventerà un velo impalpabile ed Elena non si convincerà di essere l'unica in grado di fermare una catena d'eventi che presto sfocerà in una catastrofe...

Questo romanzo parte da alcuni presupposti ottimi: una scrittrice sull'orlo dell'esaurimento, un matrimonio arrivato al capolinea, una vita monotona e ripetitiva e un ragazzino che racconta cose strane riguardo sua madre e la sua famiglia. Elena è una protagonista che vive di paure e insicurezze, vede minacce ovunque e ha la tendenza a non scindere il suo mestiere di scrittrice con la realtà, vedendo cose anche quando non ci sono. In un mare di problemi, sviluppa un'ossessione vera e propria nei confronti dei propri vicini: incoraggiata dal figlioletto della coppia, si trasforma in una psicologa e inizia a 'studiare' le abitudini e i modi di Filip e Veronica. 
La tensione narrativa va in crescendo man mano che le indagini di Elena proseguono: sta per accadere qualcosa di potenzialmente irreparabile e, a parte lei che nota e appunta ogni loro mossa, nessuno sembra accorgersene. Si respira un'aria opprimente, tra le pagine. Alcuni concetti diventano, ad un certo punto, anche un filino logorroici e troppo ripetitivi. Non si capisce bene se lo psicologo serva più ai vicini o alla protagonista, talmente è folle il suo interesse maniacale per loro.

Si accende la luce nella cucina dei miei vicini. C'è la donna dai capelli color miele. Non appena il marito esce, lei afferra un paio di forbici e fa a pezzi le rose rosse posate sul tavolo. Ha il volto in fiamme, i suoi gesti sono furiosi. Come se quei fiori fossero un corpo vivo, qualcuno che lei vorrebbe annientare...

Proprio quando tutto sembra andare verso un epilogo già ben definito, l'autrice decide di spiazzare completamente il lettore prendendo una decisione inaspettata e mostrando una verità incredibile a cui, sulle prime ho fatto fatica credere. Non voglio raccontarvi oltre, rischierei di rovinare la lettura, ma posso dirvi che questa è la classica storia in cui nulla è come sembra e le carte in tavola, specialmente quelle che siamo convinti di vedere, non riusciranno mai a battere l'asso nella manica della scrittrice.
Mi è piaciuta questa scelta? Non tanto, ad essere sinceri. Mi ero immersa, ed immaginata, tutto un altro tipo di storia e avrei preferito degli sviluppi diversi. 
Buona la prosa dell'autrice anche se, per esigenze di copione, in alcuni passi davvero ripetitiva e pesante, porta il lettore allo stremo. Devo dire di aver odiato, un pochino, la Eriksson per avermi dato tante aspettative che sono rimaste tali per il cambio di rotta con cui ha deciso di chiudere il libro.
Nel complesso: non è un thriller e non è un romanzo, è un mix tra i due generi con un'atmosfera opprimente e patologicamente psicotica (che mi è piaicuta) e una protagonista davvero molto 'particolare' che non mi ha suscitato alcuna emozione.
Lo promuovo? Nì.




lunedì 16 luglio 2018

[Review Party] "La stazione dei bagagli smarriti" di Ornella De Luca

Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di parlarvi del nuovo romanzo di Ornella De Luca, "La stazione dei bagagli smarriti", terzo libro dedicato agli orfani di Villa Sullivan.
Buona lettura!


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Daniel Wright vive secondo regole ben precise. 
Sa che ogni mattina deve svegliarsi due ore prima dell'inizio delle lezioni per andare a correre, farsi una doccia, prendere un caffè e attraversare la città grazie ai mezzi pubblici, arrivando al college almeno cinque minuti in anticipo. 
Sa che, finito il turno serale come barman, dormirà al massimo quattro ore prima di ricominciare la giornata ancora una volta. E ancora una volta.
Ogni minuto della sua vita è programmato con precisione chirurgica, e la medicina è proprio la sua vocazione.
Il presente è gestibile, il futuro è organizzabile, ma il passato non si può cambiare. 
É l'unica ferita che Daniel non sa suturare.

Ivory Wright è adrenalina pura. 
Ama viaggiare zaino in spalla, fare bungee jumping, sparare al poligono di tiro e scalare pareti rocciose.
Il brivido causato da ogni attività ad alta tensione l'aiuta a mantenersi in vita, come un defibrillatore che ha il potere di riesumare per un istante la parte di sé ormai morta.
La solitudine, il rifiuto, la povertà, la fame, l'autolesionismo, tutto può essere superato grazie al desiderio di esistere e di lasciare un segno in questo mondo.
Un obiettivo raggiunto grazie a "La stazione dei bagagli smarriti", il locale che ha aperto a New York con tanti sacrifici, un posto magico dove si realizzano i sogni delle persone e si ritrovano i "bagagli smarriti" degli sfortunati viandanti.
Peccato sia proprio la valigia contenente il suo cuore quella che Ivory non riesce a trovare. 
Il bagaglio dimenticato in una stazione deserta, nell'eterna attesa di qualcuno che è partito e non è mai più tornato. L'amore che la sorte le ha donato, che la sorte le ha tolto.

Il viaggio emozionante nelle vite dei giovani orfani di Villa Sullivan prosegue con la storia di Daniel, uno dei protagonisti che ho amato di più finora. E' un ragazzo 'ordinario' con tanti sogni e la voglia di riscattare il passato travagliato e difficile. Direttamente da un'altra vita, arriva Ivory, sua sorella. Il loro rapporto è sempre stato molto ambiguo al punto da spingere Daniel a cambiare drasticamente vita. Perché è fuggito? E perché Ivory lo odia?
L'autrice ci apre davanti agli occhi uno scenario travagliato, doloroso e ricco di frasi non dette e verità celate. La ragazza non potrebbe essere più diversa da lui: è dinamica, estroversa e piena di progetti. Un tempo erano inseparabili, il loro rapporto andava ben oltre il semplice affetto che unisce un fratello e una sorella. E' stato bellissimo scoprire gradualmente la loro storia: l'autrice intervalla la narrazione del presente a quella del passato mostrando tutti i cambiamenti e le difficoltà del rapporto di Daniel e Ivory. 

Ho solo te, Danny.

-Ho solo te, Ivy.
Passavano gli anni, ma questo non sarebbe mai cambiato.

Non è una storia come tante e, soprattutto, non è esente da colpi di scena. Ornella De Luca ci regala gli ennesimi personaggi che conquistano il cuore, due personalità impossibili da non amare. Ho sofferto con loro, amato, sperato e gioito. Entrambi vengono descritti nel dettaglio sia fisicamente ma, soprattutto, caratterialmente. Ho amato moltissimo l'idea della 'Stazione dei bagagli smarriti', è un luogo magico in cui tutto può accadere, quanto vorrei che esistesse anche nella realtà un posto del genere. Seguire la maturazione e la crescita dei personaggi consente una visione più consapevole e completa dell'intera storia permettendoci di goderne a pieno.
Continuo ad apprezzare anche la scelta di rendere i romanzi indipendenti tra loro e autoconclusivi, in questo modo tutti personaggi sono autonomi e liberi, oltre che protagonisti assoluti del libro.

Ornella De Luca è un'autrice che continua a stupirmi, libro dopo libro. La sua scrittura è magica, attenta, elegante e molto emozionante. Trovo che la peculiarità delle sue storie risieda proprio nella potenza dei sentimenti che guidano scelte e decisioni. Ogni storia ha un messaggio che va al di là delle righe, ogni libro lascia qualcosa che lo rende speciale e unico.
Non posso non sottolineare l'alta qualità del lavoro nella forma, nei contenuti e nella grafica, sono particolari difficili da riscontrare nel mondo del self publishing ma questi libri sono dei piccoli capolavori.
E' una serie che non delude e che continua a regalare sorprese ed emozioni, è perfetta per tutti gli amanti del romance. Mi piace tutto della 'The Orphanage Series' e, se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di recuperarla al più presto: i libri si divorano, letteralmente!


Se ancora non siete convinti, continuate a leggere le nostre recensioni!