lunedì 20 agosto 2018

Recensione "Il prossimo delitto" di Sharon Bolton

Buongiorno cuori librosi,
oggi sul blog torno a parlarvi di thriller con "Il prossimo delitto" di Sharon Bolton, edito da Newton Compton. Si tratta di un libro con ottimi presupposti che, però, non saranno sviluppati al meglio.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Nella campagna vicino al confine con la Scozia un uomo aggredisce una donna, uccidendola. Proprio durante quei tragici attimi una mongolfiera sorvola la scena del crimine, così l’assassino spara all’uomo che la guida, uccidendolo e facendo sì che essa precipiti al suolo. Jessie è l’unica sopravvissuta, e l’unica ad averlo visto in faccia. Ma anche l’assassino ha visto lei, e dal momento in cui i loro sguardi si sono incrociati, Jessie è diventata un bersaglio. Perché il killer non si fermerà fino a che non avrà messo a tacere per sempre l’unica testimone dell’efferato omicidio. Sola, spaventata, senza nessuno di cui fidarsi, Jessie dovrà fuggire alla ricerca di un posto sicuro dove nascondersi. Quello che non sa è che potrebbe arrivare direttamente nella tana del lupo...

La trama di questo libro è un intricato insieme di elementi, sospetti, congetture e personaggi. La scena si apre con uno scenario improbabile e anche un filino inverosimile. I personaggi sono su una mongolfiera e assistono, impotenti, ad un brutale omicidio. La fiera dell'assurdo inizia subito dopo: l'assassino riesce a far precipitare la mongolfiera per cercare di eliminare ogni testimone, tra le vittime c'è la sorella gemella della protagonista che, consapevole del suo ruolo chiave di testimone, inizia una rocambolesca fuga verso la libertà.
Un preludio interessante che, però, si trasforma ben presto in una lunghissima serie di eventi improbabili e contorti. La suspense iniziale viene sostituita, quasi subito, da una lunga, e fin troppo prolissa, successione di eventi che ingarbugliano la trama e inseriscono moltissime tematiche: razzismo, commercio illegale di organi, famiglia dai segreti torbidi e fanatismo religioso. 

Ci sono tutti gli elementi per un ottimo thriller: la fuga, la narrazione attraverso le voci della vittima e del carnefice ma tutto si perde sotto una mole spropositata di informazioni che appesantiscono la trama e non garantiscono il ritmo dinamico proprio di questo genere. Non sono entrata per nulla in sintonia con la protagonista, non ho apprezzato i cambi di rotta e i colpi di scena sempre un po' troppo sopra le righe. Le uniche note positive? Delle buone descrizioni, minuziose ed evocative; una bella ambientazione e una scrittura fluida che rende, nonostante tutto, la lettura scorrevole e veloce. Gli elementi negativi non riescono a bilanciare quelli positivi perciò una storia potenzialmente brillante e avvincente, resta nel limbo come una storia mediocre in cui è stata messa troppa carne al fuoco senza dare la giusta importanza a nessuna tematica.
Poteva decisamente dare di più.



Nessun commento:

Posta un commento