martedì 12 dicembre 2017

Recensione "New York 2140" di Kim Stanley Robinson

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romanzo di Kim Stanley Robinson edito da Fanucci.
Si tratta di "New York 2140", un libro di cui mi avete chiesto in molti perciò bando alle ciance e buona lettura!


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Il livello delle acque del mare si è alzato, sommergendo improvvisamente l’intera città di New York. Ogni strada si è trasformata in un canale, ogni grattacielo in un’isola a sé stante. Ma per i residenti di un edificio di Madison Square, la New York del 2140 è ben lontana dall’essere una metropoli isolata e perduta, e tutto sembra procedere esattamente come prima del disastro climatico. Il commerciante riesce a trovare occasioni dove tutti gli altri vedono solo problemi; per il detective il lavoro sembra non mancare mai; la star di internet continua ad ammaliare milioni di persone con le sue avventure su un dirigibile; e, infine, l’amministratrice di un grattacielo continua a essere rispettata per la sua frenesia di controllo e la cura maniacale dei dettagli. Ma la minaccia adesso sta giungendo dall’alto, dai programmatori, residenti temporanei sui tetti, la cui scomparsa darà avvio a una catena di eventi che influenzeranno per sempre l’esistenza dei newyorkesi e metteranno in pericolo le fondamenta della città stessa. Una visione distopica e audace di una New York postapocalittica che affronta le devastanti conseguenze del riscaldamento globale. Un’umanità che ha perso tanto, ma non la speranza.

Il libro ha tutte le caratteristiche per attrarre, sconvolgere e coinvolgere il lettore ma l'enorme quantità di pagine e la scarsa capacità descrittiva/narrativa dell'autore, fa sì che il tutto si perda nella mole di informazioni, inutili e noiose per lo più, che ci vengono sciorinate senza un minimo di logica.
Ci sono tantissimi personaggi, nessuno degno di nota o con uno spessore tale da lasciare qualcosa una volta finito il libro, la divisione dei capitoli è confusionaria e non aiuta a seguire una trama scarna che viene sviscerata troppo. Penso che se l'intera vicenda, perlomeno le parti fondamentali, fossero state racchiuse nella metà esatta di pagine la musica sarebbe decisamente cambiata.
Mi piaceva tantissimo l'idea di una città quasi sommersa, la voglia di puntare il dito contro un fenomeno che si prende, spesso, sottogamba come lo scioglimento dei ghiacci e l'innalzamento delle acque, ma in questo libro è tutto tanto, troppo dispersivo. 
L'ho terminato con molta difficoltà e mi ha lasciato tanto amaro in bocca per il tempo perso, ho sperato fino all'ultimo in un cambiamento di rotta, in una sospirata dinamicità e azione che, purtroppo, non ho riscontrato. Non mi piace demolire i libri e, di rado, trovo letture spiacevoli ma, per me, "New York 2140" è un flop senza possibilità di appello. 
Come vi dicevo sopra,  ci sono elementi e contenuti validissimi che non sono stati per nulla valorizzati e che, anzi, si disperdono nell'etere. 
A malincuore, non mi sento di consigliarlo soprattutto dato il costo elevato del libro.





2 commenti:

  1. Peccato, sembrava davvero interessante 😢

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  2. Cavolo la trama era molto interessante ma la tua recensione mi ha fatto cambiare idea 😓

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