lunedì 12 novembre 2018

Recensione "Non fidarti di lui" di K.L. Slater

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con un bellissimo thriller edito da Newton Compton Editori.
Si tratta di "Non fidarti di lui", firmato da K.L. Slater.
Buona lettura!


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Billy aveva solo otto anni quando, durante una passeggiata con sua sorella Rose, scomparve. Stava giocando con un aquilone, prima che di lui si perdessero le tracce. Dopo due giorni di ricerche, venne ritrovato senza vita. Sedici anni dopo, Rose prova ancora un terribile rimorso. Si considera colpevole per la morte del fratello, perché non è stata in grado di proteggerlo. Non è mai davvero riuscita a superare il trauma, e si è chiusa in se stessa, incapace di fidarsi degli altri. Riesce ad aprirsi completamente solo con Ronnie, il suo vicino, che conosce da quando era piccola. Quando Ronnie si ammala, Rose si presenta alla sua porta per offrirsi di aiutarlo, ma ciò che trova nella sua soffitta è destinato a sconvolgerle la vita, per la seconda volta… 

Il titolo del libro è esplicativo di una parte fondamentale della storia: c'è un uomo che mente, nella trama, ma fino alla fine non sarà chiara l'identità del personaggio interessato. L'autrice ci trascina in una piccola cittadina in cui tutti si conoscono e non succede mai niente. La povera Rose, figlia maggiore in una famiglia molto chiusa e austera, è un'adulta insicura che non ha mai superato il trauma, e il dolore, seguito alla scomparsa prematura del fratellino. La Slater tratteggia una personalità fragile, incerta e costantemente impaurita. Sulla carta, l'indagine sul rapimento e l'omicidio di suo fratello è ufficialmente conclusa e il colpevole sta già scontando un lungo ergastolo dietro le sbarre ma, allora, perché Rose non riesce a fare a meno di guardarsi sempre intorno con il cuore a mille? 

'Piano piano andrà meglio, vedrai'.
Ma non va meglio, è chiaro.
Più che altro ci si abitua a colpevolizzare se stessi. La forza di quella sensazione, la vergogna... non ti abbandona mai, ma in un certo senso ti abitui a conviverci. Cominci ad accettare che non ti sentirai mai felice o in pace con te stessa.

Dopo l'inizio inquietante, l'autrice ci regala un primo colpo di scena che stravolge tutta la vicenda che fino a quel momento ha costruito. Abbiamo un colpevole, un personaggio ambiguo, crudele e protagonista di molti momenti terribili, ma abbiamo anche una prova ritrovata in un posto in cui non avrebbe dovuto essere. Dopo questo avvenimento, tutto cambia e inizia una spirale discendente di dubbi, interrogativi, flash back e domande. Siamo di fronte ad una trama molto particolare in cui tutto sembra chiaro ma, allo stesso tempo, poco scontato e ovvio. Proprio nelle ultime pagine, tutto il disegno diventa evidente e inequivocabile garantendo un finale inaspettato.
Lo stile, e la prosa, della Slater è molto accattivante ed evocativo, l'unico punto che non ho gradito è il finale che ho trovato precipitoso e poco curato rispetto al resto della storia.
Nel complesso, credo che sia un ottimo thriller. Lo consiglio!



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