sabato 1 settembre 2018

Recensione "Tutti i bambini tranne uno" di Philippe Forest

Buongiorno cuori librosi e buon sabato!
Oggi voglio parlarvi di una storia che mi ha spezzato il cuore e che, ancora, faccio fatica a digerire.
Si tratta del romanzo di Philippe Forest, edito da Fandango Libri, "Tutti i bambini tranne uno".
Buona lettura!


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"Il lungo anno in cui morì nostra figlia fu il più bello della mia vita." Una frase così, la può dire solo un padre: un padre sfacciatamente innamorato, arrogante, disperato, esibizionista, inerme, sarcastico, corazzato di tutta l'eloquenza della lingua francese. Philippe Forest ci racconta la vita e la morte di Pauline dal primo all'ultimo giorno. Pauline è una bambina di tre anni che ha un lieve dolore al braccio sinistro. Il pediatra, un po' preoccupato, le prescrive una serie di analisi. Si tratta di un cancro rarissimo che si diffonde rapidamente e le fa gonfiare l'arto. I genitori, Alice e Philippe, seguono costernati l'ingranaggio clinico. Dopata di morfina, la bimba subirà un'operazione... è un successo di breve durata, la "pallina" torna e con essa il dolore. Dopo il calvario di più ospedalizzazioni risulta che il male ha raggiunto un polmone. Una seconda operazione riesce, ancora una volta, a sopprimere il tumore e tuttavia "il cancro era come una fiamma che correva su un grande foglio di carta". Si estende all'altro polmone, impedisce alla bimba di respirare. Stavolta è veramente la fine, è soltanto una questione di ore, di minuti. I genitori assistono alla morte della loro unica figlia. Questa la trama, fredda, spietata. Philippe Forest non lo è. Con una scrittura vibrante e poetica racconta le giornate di vacanza con Pauline, i suoi giocattoli preferiti, le fiabe condivise, la pazienza e il coraggio di quella creatura, la sua maturità di fronte al dolore e all'impensabile. Intreccia e fonde questa storia con la storia della letteratura, lascia che venga sbranata dalla letteratura proprio perché ha imparato che i corpi amati scompaiono, mentre le parole che verranno fabbricate dopo la morte non salvano e non abbelliscono nulla.

Quando mi è stata proposta la lettura di questo libro, ho analizzato la proposta come faccio sempre: ho guardato la copertina, che ho trovato coloratissima ed originale; ho apprezzato il titolo e quando sono arrivata alla trama il mio cuore ha perso un battito. Ho passato circa una mezz'ora a ragionare sulla vicenda e su quanto sarebbe stata ipoteticamente, e tremendamente, devastante per me. Sapete che sono sensibilissima su storie del genere e, nonostante la paura, ho voluto concedere un'occasione alla storia di Philippe Forest. Il libro mi ha preso da subito, frase dopo frase sono entrata in sintonia con l'autore e con il suo modo particolare di raccontare la malattia, il dolore, la sofferenza e, persino, la morte. Le sue parole sono una tenera carezza ma ugualmente devastanti da leggere.

Ci sono cose impossibili da accettare, la malattia della piccola Pauline ne è l'esempio. Come si può superare una diagnosi di morte certa su una bambina così piccola? Come si può sperare in ogni terapia e studio, nonostante le continue delusioni e i limiti evidenti della scienza? Alcuni passaggi della storia vengono raccontati i maniera molto diretta e schietta, perché non c'è poesia nel dolore e nella morte. Non c'è una metafora consolatoria o una valvola di sfogo per superare una sofferenza così grande e devastante. Ho amato ogni protagonista del libro, Philippe e Alice hanno tutta la mia ammirazione; Pauline ha il mio cuore e ringrazio suo padre per averla donata a noi lettori, con il suo carattere allegro e, comunque, spensierato e molto maturo.

I libri belli, quelli che ti restano nel cuore, sono i libri che donano un'emozione. Questa storia mi ha fatto riflettere su una serie di tematiche e problemi che rendono futili tutte le nostre beghe quotidiane. Finché c'è vita, c'è speranza e non potrebbe esserci una verità più oggettiva. La vita è un dono e va vissuta a pieno, indipendentemente dalle sfide che ci ritroviamo ad affrontare ogni giorno. 
Forest ci ha regalato una testimonianza dal valore inestimabile: in queste righe troverete amore, rabbia, dolore e speranza. Troverete un uomo, e un padre, straordinario che non ringrazierò mai abbastanza per aver messo nero su bianco la storia di Pauline. "Tutti i bambini tranne uno", è la tragica storia di una famiglia comune, alle prese con un nemico imbattibile. Non è una lettura adatta a tutti ma vi assicuro che vi riempirà ogni angolo del cuore.
Promossa a pieni voti!


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