lunedì 14 maggio 2018

Recensione "Uno sconosciuto accanto a me" di Marilena Barbagallo

Buongiorno, lettori.
Finalmente trovo il tempo di parlarvi di "Uno sconosciuto accanto a me", un successo del self publishing, da poco pubblicato in una nuova versione da Newton Compton.
Sarò stata catturata anche io dallo sguardo magnetico di Amir Shakib?
Lo scoprirete solo leggendo....


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Cosa proveresti se ti svegliassi imprigionata? Cosa faresti se la tua prima immagine fosse quella di Amir Shakib? Questo è ciò che accade a Lena Morozov, prelevata con la forza dal Settore Zero per portare a termine una missione a lei sconosciuta. Amir Shakib è pura oscurità, è marcio dentro, conosce il dolore, ma non lo sente più. Nessuno meglio di lui è capace di isolare le emozioni, annientare un’anima, sbriciolarla tra le dita e ricostruirla a sua immagine. Così le vite di Lena e Amir si incrociano. Lui è il suo Maestro e lei è la sua allieva. Lei cerca di resistere, lui deve spezzarla. Ma quando Amir riesce a entrarle nella mente, Lena non si aspetta di dover combattere anche contro la brama oscura, il desiderio di avvicinarsi al proibito, a colui che distrugge qualunque cosa tocchi. Lena sa che è sbagliato, ma ne è attratta; Amir sa che non deve, ma vuole. Insegnarle a sopravvivere sarà l’obiettivo, tenerla con sé l’unico desiderio.

Non stiamo giocando, non ti sto chiedendo un favore, questo, anzi questa, è il tuo lavoro. Lei è la tua missione. E' un ordine, ed è anche la mia ultima parola. Hai tre mesi.

Il libro inizia in maniera del tutto inaspettata e, a tratti, confusionaria. Amir è un protagonista misterioso, circondato da un'aura oscura e tenebrosa. In lui c'è il male e una rabbia perenne che a tratti si manifesta in maniera sfrontata e violenta. Se devo essere sincera, sono rimasta molto affascinata da questo personaggio. La sua è una storia davvero complessa che viene svelata strada facendo, toccando temi importanti e argomenti tabù. Lena Morozov mi ha colpito molto meno, amo le protagoniste con un po' di personalità e, per quanto mi riguarda, lei non è fra queste. E' una donna che si lascia completamente plasmare e coinvolgere dal suo carceriere, senza tentare di reagire o fuggire. Il compito di Amir è tutt'altro che semplice e scontato. Deve addestrare Lena ma, al tempo stesso, vuole riuscire a salvarle la vita. Il dilemma interiore di quest'uomo è la parte più bella del libro. Più si avvicina a lei, più perde il contatto con la sua natura, o meglio, con ciò che è diventato.

Noi esistiamo ma non esistiamo, siamo senza essere, agiamo senza farci notare. Siamo spie delle spie, siamo più che agenti, siamo ombre, siamo fumo e, soprattutto, siamo ovunque. Deviati, Lena. Siamo corrotti.

Il rapporto tra Lena ed Amir è una saliscendi di emozioni contrastanti e forti. L'attrazione è palpabile e incontrollabile. L'autrice scava in profondità nei suoi personaggi, portando in superficie la vera natura di entrambi. Più Amir riacquista la sua umanità, più Lena ne perde un po' della sua, trasformandosi nell'allieva perfetta. La seconda metà del libro scorre via molto velocemente e in maniera molto più dinamica rispetto alla prima parte, tutto acquista concretezza e la tensione va in crescendo fino all'epilogo che, purtroppo, rimane molto in sospeso. Proprio quando la vicenda inizia a farsi appassionate sul serio, dobbiamo salutare Amir e Lena con la speranza di leggere presto il seguito. A differenza della storia, ho trovato molto convincente lo stile dell'autrice (che ho avuto già modo di apprezzare con la duologia dedicata a Krum Botev). La sua scrittura è forte e d'impatto, le sue descrizioni sono molto vivide e particolareggiate, è un'autrice che non lascia molto all'immaginazione. Lo stile si adatta perfettamente alla storia, brutale e diretta. Ho intravisto dei rari momenti di romanticismo, appena accennati che mi fanno ben sperare per il futuro. Potrei definirlo un dark romance soft, ideale per chi vuole avvicinarsi al genere senza strafare.
Non ne sono rimasta pienamente soddisfatta, ma concederò sicuramente un'occasione al seguito per avere una visione d'insieme e completa della vicenda ed essere in grado di dare un giudizio complessivo. 
Per il momento, promosso a metà.





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