giovedì 28 marzo 2019

Recensione "Suicide Club" di Rachel Heng

Buongiorno, lettori.
Esce oggi, per Casa Editrice Nord, un libro davvero particolare e unico nel suo genere firmato da Rachel Heng e intitolato, "Suicide Club".
Buona lettura!


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Lea ha cento anni e ne dimostra meno di quaranta, grazie agli straordinari progressi della medicina, che permettono ad alcune persone - selezionate alla nascita - di triplicare la durata della vita. Tutto quello che devono fare è attenersi scrupolosamente alle regole del benessere. Lea non mangia cibi grassi, non beve alcolici, non ascolta musica deprimente, non si allena né troppo intensamente né troppo poco. È la candidata ideale per accedere a una nuova fase sperimentale di cure, destinata a prolungare l'esistenza all'infinito. Un giorno, però, tornando dal lavoro, Lea vede suo padre dall'altra parte della strada, un padre con cui non ha rapporti da ottantotto anni. Per raggiungerlo, si lancia in mezzo al traffico e per poco non viene investita. Quel semplice gesto è la sua rovina: come può essere degna dell'immortalità una persona che agisce in modo tanto sconsiderato? In un attimo, il suo nome viene depennato dalla lista dei prescelti e lei è costretta a frequentare un gruppo di sostegno. Ed è qui che entra in contatto con alcuni membri del Suicide Club, un gruppo di ribelli che si batte per poter scegliere come e quando morire. E suo padre è uno dei membri. Dapprima sconcertata, a poco a poco Lea si rende conto che questi uomini e queste donne - che mangiano quello che vogliono, vanno a concerti clandestini, praticano sport estremi - hanno accumulato più esperienze in un anno di quante non ne abbia provate lei in una vita intera. D'un tratto, la prospettiva di vivere un'eternità di rinunce non è più così allettante. Ma ben presto si renderà conto che tutto ha un prezzo, e quello per la libertà potrebbe essere troppo alto...

Se potessi vivere per sempre, lo faresti davvero?
Questo è, sostanzialmente, l'interrogativo attorno al quale si snoda la trama di 'Suicide Club' che ha molte sfumature dei romanzi distopici ma anche dei momenti narrativi importanti e di riflessione. La storia è ambientata in un mondo in cui, potenzialmente, è possibile vivere per sempre seguendo una vita perfetta, poco stressante, con l'alimentazione giusta, il lavoro perfetto e un'esistenza programmata al secondo. Non si può mai trasgredire, ma solo seguire il flusso degli eletti e sperare di passare alla fase successiva che prevede, addirittura, la vita eterna. Lea si è ambientata perfettamente nel sistema e ha il biglietto dell'immortalità in tasca quando tutto cambia e si ritrova di fronte una realtà inaspettata che inizia ad istillare parecchi dubbi sul suo modo di vivere e (non) morire. 

Il 'Suicide Club' è il nemico di questo fantomatico regime di accanimento terapeutico, che rivendica il diritto di scegliere come e quando morire ma, soprattutto, come vivere. E' possibile vivere una vita programmata? E' possibile vivere una vita senza mangiare mai un pacco di patatine per non rischiare di rovinare la salute perfetta? Questi, e molti altri, sono gli interrogativi che vi ritroverete davanti durante la lettura del libro e che mi hanno portato a riflettere molto sul tema.

Quando ho dovuto scegliere, come lettrice, da quale parte stare ho preferito parteggiare per il 'Suicide Club'. I membri di questa associazione rivendicano un diritto sacrosanto che è quello di scegliere come vivere e, di conseguenza, morire. Lea attraversa un percorso di cambiamento e consapevolezza unico che si concluderà con un epilogo commovente e speciale, non scontato.

L'autrice imposta molto bene la narrazione e sviluppa in maniera impeccabile la trama rivelando, poco alla volta, i dettagli di questa società futuristica in cui tutto è studiato nel dettaglio. L'idea di base mi è piaciuta molto e l'ho trovata decisamente innovativa, l'unico appunto che mi sento di fare è che avrei apprezzato maggiori dettagli su questa entità che controlla le vite di tutti: l'autrice, infatti, non rivela quasi nulla di loro e sul loro modus operandi dando un senso di incompletezza al tutto.
Per il resto, il libro mi è piaciuto moltissimo soprattutto per i risvolti emotivi del finale.
E' una storia particolare, perfetta per i lettori che cercano novità e sostanza.



2 commenti:

  1. Sempre incredibile il modo in cui possono divergere le opinioni sullo stesso argomento! :-)

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