sabato 15 dicembre 2018

Recensione "Il tropico dei perdenti" di Roberto Parodi

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo che mi ha colpito moltissimo e che tratta una tematica sociale importante della quale si parla sempre molto poco. Il libro in questione è quello di Roberto Parodi, "Il tropico dei perdenti", edito da Tea.
Buona lettura!


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Scheggia è ancora sulla strada - in verità sulle piste del deserto africano -, e questa volta con una missione: aiutare Ashanti, la giovane infermiera del Mali che gli ha salvato la vita e che vuole rintracciare la sorella, perduta lungo le rotte dei migranti, smarrita in quel fiume di individui disperati, sfruttati e abusati che rischiano tutto per attraversare il Sahara e raggiungere le coste del Mediterraneo, e da lì, forse, approdare in Europa. Una vera odissea attende la coppia, un'avventura gonfia di pericoli e meraviglie, di moto distrutte e ricostruite, di incontri di ogni tipo, di paure e speranze, di violenza e solidarietà, di vento, sabbia e sole. Un viaggio che offrirà a Scheggia l'ultima occasione per dare un senso alla sua inquietudine, alla perenne sensazione di fallimento, e per trovare un significato più grande al suo eterno vagabondare.

Roberto Parodi, l'autore con la passione per le tematiche sociali e l'intramontabile Harley Davidson, torna in un nuovo ed emozionante romanzo che affronta un fenomeno migratorio preoccupante e che, ogni anno, miete migliaia di vittime e ne pregiudica la vita di molte altre. 
Il protagonista, Scheggia, si trova ancora in Africa: un continente affascinante ma allo stesso tempo spietato. Quello che mi ha colpito di quest'uomo è la profondità di idee e sentimenti, la disponibilità assoluta e completa nell'aiutare il prossimo: non è facile trovare persone così altruiste e coraggiose. Al suo fianco, troviamo una giovane infermiera che è alla ricerca della sorella, probabilmente rimasta vittima del traffico di migranti che tentano in ogni modo di attraversare il deserto per arrivare in Europa. Mi colpisce la verità raccontata da Roberto Parodi, una verità scomoda e che non consideriamo mai quando il nostro sguardo si posa sui numerosi barconi che approdano sulle nostre rive. Non consideriamo il viaggio della speranza percorso da tutti quegli individui, le peripezie, i soprusi e gli abusi di cui sono stati vittime. 

L'autore non ci risparmia i dettagli e, attraverso gli occhi dei personaggi e la loro voce, ci racconta un fenomeno di inciviltà assoluta che si consuma quotidianamente e contro cui nessuno fa nulla. Si resta impotenti, riga dopo riga, davanti all'orrore e alla cattiveria umana che non conosce confini. Le donne subiscono in maniera ancor più violenta le punizioni di questi uomini senza scrupoli, violate sia mentalmente che fisicamente. Parodi ha uno stile evocativo e molto descrittivo, non è difficile immaginare le scene terribili che il protagonista si trova davanti e vi confesso che, più volte, ho distolto lo sguardo da parole vere ma che fanno male. Non è semplice conquistare il cuore di un lettore con storie simili, ma questo autore ci è riuscito con un romanzo unico che tutti dovrebbero leggere soprattutto per non scadere in facili giudizi e sentenze scontate e immotivate su una tragedia umanitaria che si consuma incontrastata sotto i nostri occhi.
Lo consiglio!



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