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lunedì 16 giugno 2025

Recensione "Il quadro completo" di Fabio Galli

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un romanzo psicologico molto interessante edito da Book a book. Si tratta de "Il quadro completo", scritto da Fabio Galli che ringrazio per la copia.



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Pagine 199

A volte le cose non sono come sembrano, eppure appaiono così credibili che la razionalità abbandona il campo e tutto diventa possibile. È ciò che accade a Valentino, Silvia e Bruno, tre fratelli accomunati da un evento tragico relegato nei vaghi ricordi dell’infanzia: la morte improvvisa del più piccolo di loro, Livio. Bruno è l’unico presente quel giorno, ma è troppo piccolo per capire con certezza cosa accade. E, quando la realtà presenta dei vuoti, la mente prova a riempirli come può. I tre crescono percependo una presenza, una forza che sembra proteggerli, anche a costo di uccidere le persone a loro più vicine. Qual è la verità? Cosa è accaduto a Livio? E come si salveranno loro tre?

"Il quadro completo" è il resoconto, scritto in prima persona dai vari protagonisti della vicenda, sulla storia di una famiglia segnata da un grave lutto che ha stravolto ogni cosa.

Valentino, Silvia e Bruno sono ciò che resta di una famiglia segnata da morti violente, segreti, bugie e rapporti disfunzionali. Ma è anche una storia di insicurezze, ricerca di conferme e amore, voglia di proteggere le persone che amiamo.

Ero triste, ma non piansi. Pensai. Pensai a lungo, pensai molto. La mia mente generò così tanti pensieri che presero a intersecarsi tra di loro.

A raccogliere le testimonianze c'è uno psicologo chiamato ad eseguire una perizia su Valentino, sicuramente quello che il dottore non si aspetta è la valanga di sentimenti, emozioni e traumi che hanno affollato la sua vita e quella degli altri due fratelli.

Ambientato, sostanzialmente, nella periferia romana "Il quadro completo" è un titolo nomen omen: tutto ciò che leggerete, tutto ciò che riuscirete a percepire e a scoprire grazie ai racconti dei protagonisti, acquisterà un senso compiuto solo alla fine quando Fabio Galli, con un colpo da maestro che non mi aspettavo, ci regala una risoluzione che dà una luce del tutto nuova sulla vicenda.

Mi giudicherai pazza se ti dico che ho la netta impressione che lo spirito di Livio, il mio fratellino morto appena nato, sia sempre stato in mezzo a noi?

Probabilmente ciò che mi ha colpito di più è la normalità dei personaggi e, in generale, della storia. Questa famiglia potrebbe essere la mia, o la vostra, per quanto è "semplice" e realistica. Non ci sono elementi troppo romanzati ma, allo stesso tempo, sono presenti piccoli spunti di riflessione sulle dinamiche familiari e su come un trauma non affrontato possa cambiare le sorti di così tante persone.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal libro e ne consiglio la lettura!




Vi segnalo che il libro è gratuito se siete abbonati a Kindle Unlimited ❤️
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mercoledì 11 giugno 2025

Recensione "Delitto al mercato dei fiori di Tokyo" di Keigo Higashino

 Buon pomeriggio e ben ritrovati sul blog.

Oggi ci teletrasportiamo in Giappone, più precisamente a Tokyo, con l'ultimo libro di Keigo Higashino, "Delitto al mercato dei fiori di Tokyo", edito da Piemme.

Buona lettura!



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Pagine 352

Dopo il suicidio del cugino, Lino cerca rifugio nel giardino del nonno, tra coltivazioni di fiori rari e profumi familiari. Affascinata dal suo mondo, gli propone di creare un blog per raccontarlo. Il nonno accetta, ma con un'unica condizione: non pubblicare nulla su un certo fiore giallo che Lino ha notato in casa sua. Pochi giorni dopo, lui è morto. E il fiore è sparito. Spinta da un'ossessione crescente, Lino infrange la promessa e pubblica una foto del fiore. Poco dopo, un uomo di nome Gamo Yosuke la contatta: si presenta come botanico, le chiede di rimuovere la foto e insiste per incontrarla. Ma quando Lino arriva da lui, ad aprire la porta è il fratello minore dell'uomo, Sota. Il suo sguardo è incerto, quasi sospettoso. Anche perché suo fratello di botanica non sa nulla; a dirla tutta, è un poliziotto. Silenzio. Un dettaglio fuori posto. E, all'improvviso, quel fiore scomparso sembra molto più pericoloso di quanto Lino avesse mai immaginato.

I thriller giapponesi sono sempre ammantati di un fascino particolare. La cultura, il modo di vivere e, in generale, la società di questo popolo sono talmente diversi da noi da costituire un genere a sé stante. 

Keigo Higashino è un autore che si è cimentato, con buoni risultati, in diversi generi ma probabilmente è proprio nel thriller che riesce a dare il meglio. 

Preferisco la loro compagnia a quella degli umani, perché i fiori, a differenza degli uomini, non mentono mai. Se li fai crescere con amore, i fiori te lo rendono.

"Delitto al mercato dei fiori di Tokyo" è un romanzo delicato, nonostante sia presente un omicidio. Non ci sono scene esplicite, né elementi disturbanti, il che lo rende un libro perfetto anche per lettori poco avvezzi al genere o che non cercano scenari sanguinosi a tutti i costi.

I personaggi sono diversi e come sempre, almeno inizialmente, potreste far fatica a riconoscerli sia per i nomi complicati sia per l'usanza di presentarli prima per il cognome e poi per il nome. Sicuramente è utile un piccolo schemino riassuntivo per facilitare il riconoscimento di tutti senza stoppare la lettura di tanto in tanto.

L'inserimento del tema botanico è un qualcosa di originale che rende l'intera trama particolare e che regala un risvolto totalmente inaspettato nel finale. 

Forse è una superstizione. L'unica cosa sicura è che un seme scomparso non può riapparire all'improvviso.

La scrittura di Keigo Higashino è sempre scorrevole ed elegante, il ritmo narrativo è molto dinamico e muovendosi spesso tra i vari punti di vista dei personaggi, e anche su diversi piani temporali, rende la lettura sempre avvincente. L'ho divorato nel giro di pochi giorni, curiosa di scoprire una verità che non sospettavo minimamente.

Se cercate un thriller soft e dai sapori orientali, "Delitto al mercato dei fiori di Tokyo" è sicuramente la storia che fa per voi! Sono certa che amerete questo libro!



Altri libri dell'autore:




mercoledì 4 giugno 2025

Recensione "Sally Diamond la strana" di Liz Nugent


 Buongiorno e ben trovati sul blog.

Esce oggi per Vallardi un libro che mi ha stupito molto, in senso positivo. Si tratta di "Sally Diamond la strana", firmato dalla penna di Liz Nugent.

Buona lettura!



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Pagine 400

Improvvisamente sola, Sally si affaccia al mondo per la prima volta, scoprendo che non sempre le persone dicono quello che pensano. In più, ora è al centro dell’attenzione, inseguita da paparazzi affamati di notizie, concittadini petulanti e detective ficcanaso. Ma a raggiungerla non sono solo i giornalisti: lettere ambigue, firmate da un anonimo S., compaiono nella sua cassetta postale. Chi le manda e cosa vuole? Perché conosce tutte quelle cose su di lei? E mentre riaffiorano dettagli inquietanti della sua infanzia, Sally sarà costretta a confrontarsi con i segreti di un passato che aveva voluto dimenticare.


Quando ho letto le prime righe di "Sally Diamond la strana" ho capito subito che ciò che mi sarei trovata davanti non sarebbe stata la classica storia banale e già sentita. Nonostante ci siano diversi elementi vincenti all'interno del libro, credo che quello migliore risieda nella sua protagonista, Sally Diamond per l'appunto.

Liz Nugent ci parla di una donna che rifugge il contatto umano, oltre che le emozioni. In lei c'è una sorta di freddezza perenne che maschera, in realtà, una personalità complessa in grado di comprendere il mondo intorno a lei in maniera totalmente anomala. Il suo 'essere strana' si riproduce nel fatto di non aver versato una lacrima per la morte del padre, nell'aver assolto con perizia il compito che le aveva affidato- ovvero quello di buttarlo con la spazzatura una volta morto. Si manifesta anche nei momenti in cui la rabbia, unica emozione che sembra sconvolgere la sua imperturbabilità, la fa chiudere in un angolo a strapparsi i capelli. 

Tu sei tu. Unica e diversa.

(...) Nessuna etichetta saprebbe spiegare ogni tuo comportamento contraddittorio. A volte sei curiosa. A volte non te ne potrebbe fregare di meno. Ti emozioni per cose che agli altri non interessano, ma ti lasciano indifferenti delle cose che per altri sarebbero devastanti.

Per il lettore è facile immedesimarsi nei vari personaggi che hanno a che fare con Sally, provando le medesime sensazioni: è davvero così insensibile? Oppure sta proteggendo se stessa da un passato sepolto nell'angolo più remoto della sua mente?

Dopo l'inizio sconcertante che tratteggia la complessa personalità di 'Sally Diamond la strana', Liz Nugent porta alla luce una storia ancora più complessa e scioccante. Probabilmente a chiave di lettura, della protagonista e della storia, risiede proprio in questo passato terribile che ora sta tornando a bussare alla porta.

Intorno a lei, c'è chi conosce molto bene il passato di Sally e che ora non può più voltarsi dall'altra parte. In un susseguirsi di rivelazioni sbalorditive entra in scena un secondo personaggio che, con il suo punto di vista, ci permetterà di avere uno sguardo diretto su una verità terribile.

Facevo bene io a non fidarmi di nessuno. Alla fine mi hanno deluso tutti. Con i loro segreti o con i segreti che hanno raccontato alle mie spalle. Faccio di nuovo la sorda. Non parlo con nessuno e faccio finta di non sentire cosa mormora la gente.

Nell'ultima parte, quella della consapevolezza in cui il lettore ha finalmente il quadro completo, ci si rende conto che, per tutto il tempo, i personaggi hanno tentato di snaturare la personalità di Sally salvo poi rendersi conto che fondamentalmente lei è perfetta così, con la sua voglia di vivere estraniata dal mondo. 

Liz Nugent riesce a far breccia nel cuore del lettore con una protagonista atipica e una storia intrisa di black humor ed elementi disturbanti. La prosa magnetica rende la lettura scorrevole e quasi ipnotica, è impossibile staccarsi dalle pagine. 

"Sally Diamond la strana" è un libro rivelazione di questo 2025 e sono certa che conquisterà i cuori di tutti i lettori che cercano quel 'quid' in più in una storia. Consigliato !!!




mercoledì 28 maggio 2025

Recensione "Il labirinto dei dieci sospetti" di C.B. Everett

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un libro che mi ha stupito, in positivo, edito da Newton Compton. Si tratta de "Il labirinto dei dieci sospetti" e porta la firma di C.B. Everett .

Buona lettura!



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Pagine 352

Dieci sconosciuti si svegliano prigionieri in una vecchia casa dalla quale è impossibile uscire, senza ricordare come ci siano arrivati. Per scappare, devono far luce sulla scomparsa di una giovane donna. Ma insieme a loro, nei corridoi dell’abitazione si aggira un assassino, e presto il numero dei cadaveri inizia a salire. Chi sono questi sconosciuti? Perché sono stati scelti? Perché qualcuno vorrebbe ucciderli? E chi, o cosa, è in agguato nella cantina? Dimentica quello che pensi di sapere. Perché mentre puoi fidarti di te stesso, puoi davvero fidarti anche degli altri?

"Il labirinto dei dieci sospetti" racchiude in sé diversi generi che si fondono insieme in una storia originale e pazzesca. Dieci personaggi si risvegliano privi di ricordi in una vecchia magione in un luogo imprecisato. Oltre all'assenza di ricordi, la cosa più inquietante è che sono, letteralmente, intrappolati nella casa: finestre sbarrate, porte chiuse a chiave e una moltitudine di stanze e spazi da esplorare per cercare di venire a capo del mistero.

Questa casa contiene dei segreti.

Questa casa è infestata dai fantasmi.

Questa casa pullula di mostri.

Questa casa è la morte.

L'obiettivo è quello di trovare e salvare una ragazza scomparsa così il gruppo male assortito si concentra sul compito nella speranza di porre fine a questa situazione paradossale. Tra i vari punti di vista, quelli che mi sono piaciuti di più sono stati quello de "La bestia in cantina" (sì, avete letto bene e vi assicuro che vi regalerà gioie!), Kyle e il capitano Jimmy Saint (anche lui un super personaggio che avrà una bellissima evoluzione all'interno della storia). 

Non fatevi spaventare dai molteplici personaggi, man mano che si prende confidenza con le loro storie diventa più facile seguire la narrazione che, nonostante il sovraffollamento, risulta insolitamente chiara. Sulla stessa linea anche la scrittura che si adatta perfettamente ai vari personaggi cambiando tono e registro a seconda dei casi.

Devo uscire dalla villa, devo fuggire più lontano che posso. Devo scappare da tutta questa morte. Ecco cos'è questa casa: è la morte.

Durante la lettura della parte centrale ho avuto l'impressione di non capire bene la direzione che stava prendendo la storia perché, pur avendo tutte le caratteristiche di un giallo a camera chiusa con annessi omicidi, la sensazione è stata comunque quella di avere davanti una storia assurda con un fine misterioso.

Il tutto ha acquistato un senso con un finale shockante che non avevo minimamente intuito ma che è stato un vero e proprio colpo da maestro di C.B. Everett. Assolutamente consigliato!



martedì 27 maggio 2025

Recensione "La tata" di Helena Echlin

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo di una delle ultime uscite di Editrice Nord, si tratta di un thriller domestico firmato da Helena Echlin e che si intitola "La tata".

Buona lettura!



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Pagine 420

Charlotte è consapevole che Stella non è come le altre bambine di nove anni, ma per lei è perfetta così: irrequieta, iperattiva, spesso intrattabile, eppure brillante, con un’intelligenza vivace, a volte anche geniale. È sua figlia, e questo le basta per amarla con tutto il cuore. E poi c’è la loro giovane tata armena ad aiutarla. Fin dal primo giorno, Blanka ha instaurato un ottimo rapporto con Stella, e con il suo atteggiamento tranquillo e rassicurante è l’unica che riesce a gestirla senza problemi. Tuttavia, proprio adesso che Charlotte sta affrontando una seconda gravidanza difficile e stressante, Blanka si licenzia senza preavviso e, qualche tempo dopo, viene trovata morta affogata in una piscina. Un tragico incidente o un gesto volontario? Charlotte quasi non ha tempo per elaborare il lutto. Con il marito spesso fuori casa per lavoro, tutto il peso della famiglia ora ricade su di lei. Fortunatamente, ogni giorno che passa Stella sembra più pacata del solito. All’inizio Charlotte non può che esserne felice, ma ben presto ai suoi occhi il cambiamento della figlia appare sempre più strano. Stella comincia a replicare i gesti che erano tipici di Blanka, la sera prima di addormentarsi sussurra frasi in una lingua incomprensibile, spesso chiede di mangiare piatti dai nomi mai sentiti prima. E poi Charlotte fa la scoperta più inquietante: ogni notte, nel suo diario segreto, Stella scrive intere pagine in armeno… È lei che sta perdendo il contatto con la realtà o è la realtà che si è trasformata in un incubo? Mentre suo marito continua a ripeterle che si sta inventando tutto, Charlotte invece è convinta che Stella sia in pericolo e che solo lei possa salvarla…

"La tata" è il titolo perfetto se state cercando un thriller domestico con un tocco originale. La storia di Charlotte è permeata da un senso di inquietudine e paranoia: è convinta che sua figlia Stella sia diversa e i comportamenti esuberanti e particolari della bambina sembrano confermare questa teoria. 

Al centro di tutta la prima parte del libro c'è, quindi, il rapporto simbiotico tra madre e figlia. Un legame esclusivo che subisce un primo scossone con la morte della tata, Blanka. Dopo l'evento traumatico cambiano tutti gli assetti e l'equilibrio familiare. Stella è diversa e pian piano inizia ad omologarsi alla massa causando la felicità del padre e l'inquietudine di Charlotte che sente di aver perso le attenzioni esclusive della figlia.

"Charlotte, non ho scelta. Mi si spezza il cuore."

Ma non aveva l'aria di uno con il cuore infranto. 

No, sembrava freddo e calcolatore.

La sensazione che qualcosa non vada si fa via via più evidente anche agli occhi del lettore che si domanda se Charlotte sia troppo apprensiva o se effettivamente il cambiamento della bambina sia dovuto a un qualcosa di anormale. 

La componente paranormale/psicologica è stata gestita perfettamente da Helena Echlin. Non è facile capire qual è la verità perché si hanno percezioni diverse a seconda dei momenti. 

La scrittura è coinvolgente e scorrevole, non si risente minimamente della mole di pagine. L'epilogo è un altro elemento che ho apprezzato moltissimo perché fa riflettere e dà tutta un'altra visione di quello che abbiamo letto fino a quel momento. 

"La tata" è un thriller domestico che supera le aspettative e che si differenzia dagli altri del suo genere per i temi trattati e un finale sconvolgente. 

Consigliato!



lunedì 12 maggio 2025

Recensione "La pazienza del diavolo" di Maxime Chattam

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi parliamo del nuovo libro di Maxime Chattam, "La pazienza del diavolo", edito da Salani Editore che ringrazio per la copia.

Si tratta del secondo capitolo della serie dedicata alla gendarme Ludivine Vancker, vi avevo già parlato di lei QUI.

Buona lettura!


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Pagine 544

Cinquantotto corpi. All’Istituto di medicina legale di Parigi non se ne erano mai visti tanti tutti insieme. Quella mattina, due amici sono saliti a bordo di un treno dell’alta velocità, hanno tirato fuori due fucili a canne mozze e hanno dato il via al massacro, prima di togliersi la vita. Movente: in apparenza, nessuno. Poche ore più tardi, Ludivine Vancker, tenente della Sezione Ricerche, accetta di partecipare a una rischiosa operazione: intercettare un carico di droga in autostrada. Li chiamano go-fast, sono convogli di macchine che viaggiano di notte, a duecento chilometri all’ora, e trasportano grosse quantità di stupefacenti. Ma quando Ludivine apre il borsone sequestrato al corriere, ciò che trova va oltre ogni immaginazione… Cosa unisce questi due terribili episodi? E come mai cominciano a comparire ovunque croci rovesciate e altri simboli satanici? È possibile che l’inferno abbia davvero aperto le sue porte e che le sue fiamme ardenti siano uscite dall’oscurità?


Quando si ha un precedente come "Loro", primo libro della serie, il rischio di non riuscire a raggiungere il livello di quel successo è enorme. Ma da quel poco che abbiamo capito di Chattam c'è sicuramente il fatto che non è un autore che ha paura ma che, al massimo, la fa provare a chi legge le sue opere.

Ne "La pazienza del diavolo", Ludivine si ritrova nel gravoso ruolo di protagonista principale e unica del libro, mentre nella storia precedente poteva contare su Alexis e Mikelis che sono stati un sostegno fondamentale, qui si ritrova fondamentalmente sola con i suoi demoni e i ricordi che fanno ancora male.

Lei ha una brutta aura, signorina. Mi dispiace dirglielo, ma ha addosso il malocchio.

Probabilmente la sua personalità è la cosa che ho apprezzato meno: troppo impulsiva, troppo sconsiderata, si è mossa tra queste pagine, e nell'indagine, come se fosse improvvisamente posseduta dallo spirito di John Rambo ai tempi della guerra in Vietnam... Anche meno, Ludivine.

È un simbolo esoterico, il pentacolo. Una stella a cinque punte rovesciata: brutto segno.

Ci muoviamo nell'ambito dell'esoterismo ma, anche stavolta, il focus della trama è il Male e il fatto che sembri una specie di veleno che si diffonde come un'epidemia. Stragi improvvise scuotono la Francia e sembrano avere come unico filo conduttore il diavolo che si manifesta ai folli di turno incitandoli ad abbandonare ogni freno inibitorio.

Nella seconda parte del libro, quella in cui le tessere del puzzle iniziano a trovare una collocazione, Ludivine/Rambo migliora un po' e inizia a mostrare la grinta giusta per il caso anche se l'avversario che deve fronteggiare è ad un livello altissimo e non sarà facile da neutralizzare.

Il diavolo esiste. Tutti credono che sia una leggenda, una balla per spaventare i bambini, e invece no: è proprio questa la sua forza, essere riuscito a farsi dimenticare! Per seminare il caos...

E ci siamo quasi.

Fra non molto salirà sul trono, manca poco...

Vi avviso che lo stile è sempre decisamente splatter e particolareggiato in maniera disturbante per chi è debole di stomaco. 

L'epilogo è, probabilmente, la parte che ho preferito un po' perché il villain della storia è un personaggio che ho amato tantissimo e anche perché ho avuto l'impressione che non sia finita qui.......... 

In ogni caso, super promosso!

Se amate storie piene di gente che ha "dei seri problemi", qui vi sentirete a casa. 🤣



venerdì 9 maggio 2025

Recensione "La paziente senza passato" di Leslie Wolfe

 Buon pomeriggio e ben ritrovati sul blog.

Anche oggi parliamo di una novità uscita da poco per Newton Compton. Si tratta del nuovo libro di Leslie Wolfe, vi ho già parlato di lei e del suo libro precedente QUI, e non vedo l'ora di raccontarvi come è andata con "La paziente senza passato".

Buona lettura!



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Pagine 320

Quando sbatto le palpebre, le ciglia sfiorano un tessuto ruvido. Le mie dita si contraggono, intorpidite e distanti. In lontananza, si sentono le sirene a ripetizione. Sono in ospedale. Dovrei essere al sicuro qui, ma so che non lo sono. L’ultima cosa che ricordo è che stavo correndo, e poi un braccio alzato per colpire... Perché qualcuno vorrebbe uccidermi? Disperatamente, rimetto insieme i miei ricordi frammentati. Sono in piedi con mio marito sulla sabbia bianca come lo zucchero, i nostri anelli luccicano alla luce del sole. Guarirò e tornerò a casa da lui, e lui mi proteggerà. Ma quando viene a trovarmi, c’è la sua nuova ragazza al suo fianco. Mi racconta che abbiamo divorziato tre anni fa, e il mio mondo crolla. Cos’altro ho dimenticato? L’unico modo in cui posso proteggermi è scoprire le risposte sepolte in profondità nella mia mente. Ma mentre parlo con le persone che vengono a farmi visita e ascolto le parole gentili dei dottori e degli infermieri, grata per le attenzioni di famigliari e amici, inizio a vedere le bugie che contraddicono ciò che ricordo della mia vita. Dicono che è solo la mia memoria spezzata. Ma io so qual è la sconvolgente verità: non posso fidarmi di nessuno...

Ne "La paziente senza passato", Leslie Wolfe torna a muoversi nella sua comfort zone in cui il genere del thriller domestico si mescola con quello medical dando vita ad una storia molto interessante. 

Quando mi sveglio, so tre cose.
Mi chiamo Emma. Qualcuno ha cercato di uccidermi. Non ricordo chi.

Immaginate di svegliarvi e non vedere niente, non ricordare nulla se non un forte colpo ricevuto alla testa. I ricordi sono pochi e confusionari, l'odore del luogo in cui vi trovate non è familiare e un medico vi racconta una storia assurda su quel che è successo. Questa è la situazione di partenza del libro e l'atmosfera si fa subito intrigante in quanto Emma, la protagonista, non riesce a muoversi o a vedere a causa del trauma cranico, ricorda poco e niente della sua vita ed è sola in una stanza di ospedale.

Man mano che la narrazione prosegue, Leslie Wolfe aggiunge tasselli e personaggi dando vita ad un intreccio che incuriosisce moltissimo il lettore che non sa bene chi potrebbe celarsi dietro l'aggressione visto che ogni personaggio ha il suo movente. 

La scrittura è accattivante, così come lo svolgimento della trama, le dinamiche tra i personaggi portano fuori strada più di una volta ma l'epilogo non coglie proprio di sorpresa. Tra gli elementi che non ho apprezzato c'è senza dubbio il fatto di inserire elementi e personaggi inutili ai fini della trama e che non hanno nemmeno un proprio finale. Sembrano essere dimenticati tra le pagine, quasi per una svista.

Come vi accennavo, l'epilogo non è così sconvolgente, soprattutto per un lettore avvezzo al genere thriller ma, pur non avendo l'effetto sorpresa, è stato gestito bene. Alcune dinamiche mi sono sembrate un po' tirate e inverosimili ma nel complesso è un libro che intrattiene abbastanza bene e che ho preferito a "Il chirurgo".

⭐⭐⭐,5 

martedì 6 maggio 2025

Recensione "Morte nei fiordi" di Satu Rämö

 Buon pomeriggio e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi porto al fresco con un bel thriller nordico ambientato in Islanda. Il libro si intitola "Morte nei fiordi", di Satu Rämö, ed è appena uscito per Newton Compton che ringrazio per la copia.

Buona lettura!



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Pagine 320

Tutti fanno del loro meglio per sopravvivere tra i gelidi fiordi della remota Islanda. Hildur Rúnarsdóttir non è da meno e si dedica al surf nelle glaciali acque dell’Atlantico per cercare di dimenticare la sua infanzia traumatica e il peso dei casi che occupano la sua mente come capo dell’Unità bambini scomparsi della polizia di Ísafjörður. Quando Jakob Johanson, un apprendista poliziotto finlandese con l’hobby del lavoro a maglia, arriva in Islanda per affiancare Hildur e cercare di sfuggire alla sua complicata vita in patria, si rende conto che i pittoreschi fiordi nascondono anche lati oscuri tra gli emarginati, gli sfruttati e gli assetati di potere che li abitano. Hildur e Jakob si trovano a indagare su uno strano groviglio di crimini, mentre la nebbia che offusca segreti rimasti nell’ombra per decenni comincia gradualmente a sollevarsi. La vendetta può essere dolce in teoria, ma alla fine risolverà qualcosa?

"Morte nei fiordi" è il primo di una serie di quattro libri che hanno come protagonista ognuno un personaggio diverso della storia. Il primo capitolo è dedicato a Hildur, una poliziotta che lavora nell'Unità bambini scomparsi un po' per caso e un po' per vocazione. Quando era piccola, infatti, le sue sorelle sono scomparse nel nulla e da quel momento la vita della donna è stata condizionata da questo evento traumatico. Ad affiancarla, nel libro, c'è Jakob venuto dalla Finlandia per uno stage e provvisto anche lui di un bagaglio emotivo-familiare piuttosto importante.

Il caso in sé è molto interessante, così come la motivazione che spinge il killer ad agire. Probabilmente è la parte meglio riuscita della storia. La scrittura di Satu Rämö, invece, mi ha creato qualche difficoltà in quanto non è scorrevolissima. Anche i vari nominativi non sono semplicissimi da provare a leggere ma questa è una caratteristica che ritroviamo un po' in tutti i libri nordici.

Un altro elemento che non mi ha convinto è il fatto di lasciare molte faccende in sospeso: certamente, trattandosi di una serie, è stata una scelta voluta in previsione dei prossimi capitoli ma dopo aver accompagnato Hildur per tutta la storia, avrei voluto tantissimo arrivare ad una verità sulla sparizione delle sorelle dato che c'è un'intera storyline su di loro che affianca l'indagine principale del libro.

La paura è quella di non poter scoprire mai la verità e pregare che le pubblicazioni proseguano dato che difficilmente un lettore medio può avere la minima possibilità di leggere e capire l'islandese 😢. Ogni tanto vorrei che gli autori tenessero presente queste dinamiche prima di abbandonare un lettore curioso all'oblio più totale.

"Morte nei fiordi", è quindi un classico thriller nordico in tutto e per tutto. Nonostante le criticità riscontrate per lo stile e gli elementi in sospeso, spero di poter leggere presto il seguito che ha per protagoniste proprio le gemelle scomparse Rosa e Bjork! 

Per ora, quindi, promosso con riserva!

⭐⭐⭐,5 

martedì 15 aprile 2025

Recensione "Un grido dall'ignoto" di A.J. Ryan

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi parliamo di una storia perfetta per tutti gli appassionati di thriller apocalittici e fantascientifici. Si tratta di "Un grido dall'ignoto", di A.J. Ryan, edito da Fanucci Editore che ringrazio tantissimo per la copia.

Buona lettura!


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Pagine 208

Un uomo si risveglia su un’imbarcazione in mezzo al mare senza ricordare né chi sia né come abbia fatto a finire lì. E con lui ci sono altre sei persone: nessuna ricorda il proprio nome, ma tutte portano le cicatrici di un recente intervento chirurgico. Non solo, ognuno di loro ha un’abilità specifica, come se formassero una squadra altamente specializzata. Sono frutto di un esperimento, certo, ma quale e perché? Quando sul computer di bordo appare una mappa, decidono di collaborare per sopravvivere e affrontare qualsiasi cosa stia per accadere. Mentre l’imbarcazione si muove autonomamente attraverso la bruma che copre le acque, il gruppo, assalito da mille domande, inizia a dividersi: chi li sta guidando? Perché hanno perso la memoria? E cosa sono le urla che si sentono al di là della nebbia? 

Non fatevi ingannare dal numero esiguo di pagine perché A.J. Ryan ha concentrato all'interno del suo romanzo di tutto e di più. La storia inizia subito, senza preamboli e senza un minimo di preparazione psicologica. Il lettore si trova a bordo di uno scafo in cui un gruppo di sconosciuti, che non hanno ricordi personali ma solo competenze tecniche, sono "intrappolati" e che li sta trasportando a Londra.

Una nebbia fitta ricopre tutto ciò su cui posano lo sguardo. Una voce misteriosa gli dà degli ordini ma si rifiuta di fornire risposte e, come se tutto ciò non fosse già un tantino destabilizzante, si iniziano a sentire delle urla in lontananza.

Man mano che la narrazione prosegue, si profila uno scenario apocalittico che trasmette inquietudine da tutti i punti di vista. Oltre all'atmosfera surreale, si fa sentire moltissimo anche la tensione psicologica perché non c'è fiducia tra gli stessi personaggi che non hanno memoria delle persone che erano e nemmeno sul ruolo che devono svolgere in questa missione a dir poco stramba 

Personalmente ho avuto il cuore a mille per tre quarti del tempo perché la situazione va di male in peggio e come in un conto alla rovescia inesorabile si arriva alla resa dei conti, alla verità e allo scopo della "missione" .

Lo stile di A.J. Ryan non si perde in convenevoli, è molto schietto e tagliente, in alcuni punti. L'unico appunto che mi sento di fare è sul finale frettoloso che non ha totalmente soddisfatto la mia curiosità e non mi ha dato tutte le risposte che cercavo. Con qualche pagina in più sarebbe stata una storia perfetta!

Ma nonostante la mancata sintonia sul tipo di finale, "Un grido dall'ignoto" resta un libro straordinario nell'ambito del genere sci-fi. Perfetto per tutti i lettori che amano le storie di Blake Crouch pubblicate sempre Fanucci!




martedì 8 aprile 2025

Recensione "Ninnananna perfetta" di Nelle Lamarr

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Il libro di cui parleremo è in uscita oggi per Newton Compton e si intitola "Ninnananna Perfetta", scritto da Nelle Lamarr. L'ho letto in anteprima per voi e non vedo l'ora di raccontarvelo!

Buona lettura.



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Pagine 320

Da quando è nata mia figlia Isa, ho vissuto dei momenti di difficoltà. Non ricordo nulla e ho la mente annebbiata. Quindi, non appena mio marito Ned mi ha suggerito di assumere una tata, ho colto al volo l’occasione. Quando entra in casa le sorrido, sollevata che sia finalmente arrivata. Poi noto i suoi occhi: il colore dell’ametista. Un ricordo mi attraversa, ma prima che riesca a comprenderlo è già scomparso... Vedo Ned che le parla all’orecchio mentre lei gli tocca il braccio. Un brivido mi percorre la schiena e cerco di scrollarmelo di dosso, certa che la mia mente mi stia giocando brutti scherzi. So che ho disperatamente bisogno dell’aiuto di questa donna. Tutto cambia il giorno in cui trovo la mia bambina rivolta a faccia in giù che fa fatica a respirare. Urlo mentre la abbraccio forte e lei piange, sotto shock. Per un attimo sono inondata dal sollievo: Isa sta bene. L’attimo dopo, però, mi paralizzo: Ned è dietro di me... Lo guardo nei suoi profondi occhi castani e me ne rendo conto subito: pensa che sia stata io. Devo capire cosa sta succedendo per proteggere la mia bambina. È tutto solo nella mia testa o qualcuno sta cercando di distruggermi?


Nelle Lamarr ci regala un thriller che coniuga le tematiche e dinamiche del genere domestico con le paure, le ansie e i cambiamenti della maternità. Le protagoniste sono sostanzialmente due e con delle personalità importanti che si sfidano in un duello incessante che si svolgerà dalla prima all'ultima pagina, in più riprese.

Da un lato abbiamo la neomamma, moglie di un ricco produttore e incapace di gestire i cambiamenti improvvisi e la nuova arrivata, dall'altra una tata praticamente perfetta in grado di destreggiarsi in qualsiasi situazione. Una delle due mente e, come una pericolosa tarantola, inizia a tessere la sua tela di bugie per intrappolare la preda e lasciarla senza via di scampo.

Dopo un inizio piuttosto banale e già visto, inizia a farsi predominante anche l'elemento psicologico che cattura l'attenzione sui non detti e, soprattutto, sui segreti che nasconde questa super tata che, ormai, sta prendendo possesso della scena e della vita dei coniugi.

L'infermiera Marley Manners è disponibile. E può cominciare stasera.

Che fortuna incredibile!

Bacio la testolina di Isa, con il cuore traboccante di gioia e amore.

La tata notturna salverà dalla mia famiglia.

Dalla metà in poi il ritmo della storia diventa incalzante, impossibile abbandonare lo scontro tra le due donne che inizia a diventare spietato e senza esclusione di colpi. L'idea iniziale che si tratti di un tentativo di 'furto di identità' da parte della tata è inesatta perché la vicenda rivela in realtà una storia assai più complessa e oscura in cui tutto inizia ad essere collegato in maniera totalmente inaspettata.

Una storia dinamica che non smette di stupire fino all'ultima pagina, probabilmente con una parte iniziale più incisiva e meno scontata sarebbe stato un libro perfetto ma resta comunque un ottimo thriller domestico con sfumature psicologiche interessanti.

⭐⭐⭐,5 

lunedì 7 aprile 2025

Recensione "Omicidio in versi" di Kate Carlisle

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi parliamo di un libro adatto anche ai non appassionati di thriller che non disdegnano i misteri.

Si tratta di "Omicidio in versi", di Kate Carlisle, edito da Leggereditore che ringrazio per la copia.

Buona lettura!



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Pagine 240

Brooklyn Wainwright è un chirurgo esperto. Certo, i suoi pazienti possono puzzare di muffa e avere il dorso di cuoio, ma nessun libro malato morirà tra le sue mani attente. Non si può dire lo stesso di Abraham Karastovsky, amico ed ex datore di lavoro di Brooklyn. Alla vigilia di una festa per il restauro del suo ultimo libro, Brooklyn trova il suo mentore disteso in una pozza del suo stesso sangue. Con un ultimo respiro Abraham lascia a Brooklyn un messaggio criptico, “Ricordati del Diavolo”, e le consegna una copia inestimabile – e presumibilmente maledetta – del Faust di Goethe per essere custodita. Brooklyn si ritrova improvvisamente accusata di omicidio e furto grazie a Derek Stone, l’agente di sicurezza fastidiosamente attraente, privo di senso dell’umorismo ma dall’accento rigorosamente british che l’ha trovata inginocchiata accanto al corpo. Ora deve mettere insieme gli indizi lasciati dal suo mentore se vuole fare trovare il colpevole e scagionarsi.

Come vi accennavo all'inizio di questo post, il libro di Kate Carlisle è una storia capace di coinvolgere un'ampia fetta di lettori, in quanto, non si tratta di un thriller nel senso più puro del termine. Inoltre, se apprezzati i "libri sui libri", qui troverete un vero e proprio paradiso perché è un romanzo che celebra, a modo suo, tantissimi argomenti cari a noi bibliofili.

La protagonista è Brooklyn Wainwright e si occupa del mantenimento e del restauro di libri antichi, l'argomento è piuttosto centrale all'interno della storia e sicuramente farete tesoro dei vari trucchetti sul buon mantenimento dei libri che vengono sciorinati da Brooklyn. 

Il mio maestro mi diceva sempre che per salvare un paziente bisognava prima di ucciderlo. 

Di certo non il modo migliore per insegnare l'arte del restauro a un'apprendista di otto anni, ma funzionò. 

Sono cresciuta decisa a salvare ogni libro.

Il giallo ideato da Kate Carlisle è piuttosto interessante e prevede un avvertimento alquanto criptico e inquietante e un vecchio e prezioso tomo che ha una fama piuttosto nefasta dato che chiunque ne entra in possesso fa una brutta fine.

Gli elementi per una storia interessante ci sono tutti e aggiungo anche che la prosa della Carlisle, molto briosa e leggera, rende tutto molto dinamico e scorrevole. Ho terminato la lettura nel giro di poco tempo, confermando la mia generale opinione positiva.

Essendo una grandissima fruitrice di libri sull'argomento, non mi ha conquistato al cento per cento perché sono abituata ad emozioni più 'forti'. Sicuramente chi ama storie più soft a base di misteri lo apprezzerà tantissimo!



giovedì 3 aprile 2025

Recensione "Luci nel bosco" di Massimo Gardella

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di una delle ultime uscite della casa editrice Tre60, che ringrazio per la copia. 

Si tratta di "Luci nel bosco", di Massimo Gardella.

Buona lettura!



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Pagine 304

Il corpo di una donna viene trovato nei boschi di Piazzatorre, una località montana della Val Brembana non distante dal valico che conduce in Valtellina. È disteso sopra un masso piatto, con i polsi tagliati e il sangue sparso sul terreno tutto intorno. Il capitano dei carabinieri Fernando Pavone è stato trasferito da poco al comando di Piazza Brembana, il suo ultimo stanziamento prima della pensione. Non avvezzo alla montagna, introverso e piuttosto pragmatico, Pavone si ritrova a indagare sull'inquietante delitto che, in base ai rilievi preliminari, porta con sé le caratteristiche di un omicidio rituale. Ad assisterlo nelle indagini ci sono Stefano Milesi, giovane brigadiere con uno spiccato senso della giustizia, e Marzio Bottazzi, un ottantenne dai modi stravaganti e provocatori, ex professore di antropologia ed esperto di storia locale ed esoterismo. Ma chi poteva avere interesse a uccidere una giovane donna senza alcun apparente legame con il territorio? E cosa nascondono gli enigmatici aspetti rituali che caratterizzano il trattamento del corpo?

Massimo Gardella ci regala una storia che è un inno alla natura e alla sua "sacralità". Una vicenda tutta italiana ambientata tra le valli e le montagne della Val Brembana dove il cadavere di una donna è stato appena ritrovato in un luogo insolito e ucciso con un modus operandi ancora più anomalo.

Il corpo giace, infatti, adagiato su un masso e completamente dissanguato. La scena fa pensare ad una sorta di rituale per questo i carabinieri si orientano subito verso questa pista andando ad analizzare anche l'eventuale presenza di una setta o l'influenza di antiche leggende del luogo che hanno ancora molta credibilità tra la popolazione.

L'indagine, dopo poco, si fa confusa e ogni pista sembra condurre ad un vicolo cieco ma ciò che inquieta, forse anche di più, è l'incertezza generale che si respira tra le pagine. Anche tra i protagonisti "buoni" infatti, c'è sfiducia e sospetto. Forse questo omicidio, in realtà, non è che la punta di un iceberg di una situazione più terrena che ultraterrena.

La figura più interessante è senza dubbio quella di Marzio Bottazzi, "padrone" del paese ma soprattutto della sua storia. Una figura controversa che ho rivalutato diverse volte durante la lettura ma che, nel finale, ho apprezzato molto.

Altro elemento che ha catturato il mio interesse è l'ambientazione così ben inserita e raccontata. Anche per chi non ha dimestichezza con questi luoghi, non è difficile immaginare le atmosfere.

Cosa avrei cambiato? Probabilmente il protagonista, Pavone. Una figura poco incisiva, con una morale discutibile e una personalità neutra che mal di adatta al ruolo centrale che gli è stato riservato. In generale, il comparto personaggi, ad esclusione proprio di Bottazzi, non riesce a fare breccia e a fare appassionare alla vicenda.

Se amate le storie a base di indagini e leggende, potrebbe essere la lettura che fa al caso vostro!

⭐⭐⭐

venerdì 28 marzo 2025

Recensione "La parola ai morti: indagini di un medico legale" di Philippe Boxho

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi parliamo di una lettura molto interessante che mi è stata gentilmente offerta da Ponte alle grazie. Si tratta de "La parola ai morti: indagini di un medico legale", scritto da Philippe Boxho e caso editoriale in moltissimi paesi.

Buona lettura!



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Pagine 240

Quella del medico legale è una professione affascinante, che richiede rigore ma anche una sensibilità fuori dal comune, perché spesso un corpo senza vita è l'unico testimone di una verità che non può essere conosciuta altrimenti. Con il bisturi in mano, chi effettua un'autopsia esegue un'indagine vera e propria, portando alla luce i misteri che i morti nascondono. Ogni livido, ogni frattura, ogni segno sulla pelle racconta una storia: un omicidio, un suicidio, una morte naturale. E ogni caso è diverso, ogni corpo è un puzzle da ricomporre, una narrazione da riscrivere. In questo libro, Philippe Boxho, medico legale da oltre trent'anni, ci racconta di un mestiere che richiede pazienza, precisione e determinazione, perché ogni piccolo dettaglio può fare la differenza. Attraverso esempi concreti, tratti dalla sua esperienza tra la scena del crimine e la sala autoptica, l'autore riesce a trasformare ogni storia professionale in un racconto avvincente. "La parola ai morti" ci svela in che modo i cadaveri possano ancora parlarci. Basta solo saperli ascoltare.


Il saggio del medico legale Philippe Boxho è stato un caso editoriale in moltissimi paesi e, dopo averlo letto, capisco il perché.


Concentrate in circa duecento pagine ci sono storie, aneddoti, episodi intrisi di black humor e molte nozioni scientifiche. La capacità più grande di Boxho è quella di riuscire a far comprendere meccanismi e fenomeni complessi attraverso frasi semplici. Chiunque sarà in grado di comprendere i concetti espressi e ne uscirete senz'altro più consapevoli in materia di medicina legale.


Tanti i miti che vengono sfatati, a partire dal fenomeno della morte apparente, e tante le sfide che ogni giorno un medico legale deve affrontare, come quando ci si trova davanti un caso di suicidio che in realtà nasconde ben altro.


Un viaggio che non annoia e che si legge con interesse, attraverso uno stile asciutto e "asettico", Philippe Boxho ci racconta la sua professione ma anche la sua carriera in cui ne ha viste, letteralmente, di cotte e di crude.


Un libro particolare che ci regala un'esperienza a trecentosessanta gradi su una professione affascinante che però abbiamo troppo spesso romanticizzato dopo aver visto serie TV che non ci raccontano proprio la verità.


Consigliato a tutti gli appassionati di thriller e di medicina legale, vi regalerà sicuramente delle ore di lettura interessanti. Sconsigliato a chi ha lo stomaco debole in quanto alcune parti contengono descrizione abbastanza vivide e realistiche che potrebbero disturbare. 😅




venerdì 21 marzo 2025

Recensione "Mezzanotte è l'ora più buia" di Ashley Winstead

 Buongiorno lettori e ben ritrovati sul blog.

Voglio raccontarvi di un libro che ho letto in anteprima e che esce oggi per Newton Compton. Si tratta de "Mezzanotte è l'ora più buia", di Ashley Winstead. Un libro che volevo recuperare da tantissimo perché lo vedevo spesso tra le blogger americane.

Buona lettura!



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Pagine 352

Ruth Collier si è sempre sentita un'estranea nella cittadina della Louisiana dov'è nata e cresciuta, anche quando suo padre fa piovere sermoni infuocati dal pulpito della chiesa. A Bottom Springs, la sua parola vale quanto la legge. Ma ci sono cose che gli abitanti del paese temono più di Dio, come Low Man, una figura vampirica che si narra uccida i peccatori nei loro letti nelle notti senza luna. Quando un teschio viene trovato nelle profondità della palude, inizia la caccia a Low Man. I sospetti cadono su Everett, un vecchio amico di Ruth con un passato oscuro. Mentre Ruth ed Everett si avvicinano sempre di più, la ragazza inizia a capire che il vero male non va cercato negli orrori che si dice abitino nella palude, ma cammina tra loro. E mentre il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato si fa sempre più sottile, quanto lontano si spingerà Ruth per salvare la persona che ama di più?

"Mezzanotte è l'ora più buia" catapulta il lettore direttamente nella parte più conservatrice e retrograda dell'America, la Louisiana. Siamo a Bottom Springs, una piccola cittadina in cui la fede è l'elemento più importante per la popolazione e il tratto che la caratterizza maggiormente. Qui i segni e le antiche credenze influenzano, e non poco, i comportamenti delle persone e le loro ambizioni. Chiunque si discosta dalle aspettative viene, nella migliore delle ipotesi, isolato e trattato da reietto.

In questo clima per nulla inquietante e teso, Ruth e Everett vivono un'amicizia molto particolare che ha avuto un ruolo deleterio e salvifico per entrambi, allo stesso tempo. Nel loro passato c'è stato un evento che li ha uniti e cambiati per sempre e quando, nel presente, vengono messi di fronte alle loro responsabilità il sottile equilibrio nel quale hanno vissuto finisce bruscamente.

Ashley Winstead descrive molto bene l'ambiente chiuso e chiaramente di stampo settario della cittadina. Inserisce anche degli argomenti delicati come la violenza su minori, l'aborto e la violenza domestica. Sembra quasi di trovarsi in un'altra epoca, soprattutto quando l'isteria di massa per alcuni omicidi tira in ballo una figura leggendaria, Low Man, che nell'immaginario comune viene per punire chi compie azioni malvagie. 

I due protagonisti subiscono una lenta evoluzione ma, soprattutto Ruth, rimane una personalità imperscrutabile fino all'epilogo che, lo ammetto, mi ha un po' commosso. Dopo lunghe e penose peripezie mi sarei aspettata un finale diverso o più giusto, ma forse è un concetto relativo. Nel complesso è una storia che mi ha appassionata e che ho letto con piacere ma non è un libro per tutti.

Data la particolarità della trama e la moltitudine di tematiche inserite, vi consiglio di approcciarvi al libro solo se apprezzate le storie che raccontano la vita segreta di piccole comunità a sfondo religioso.

⭐⭐⭐,5

venerdì 7 marzo 2025

Recensione "Terra bruciata" di Cesar Perez Gellida

 Buongiorno lettori e ben ritrovati!

Oggi vi parlo di un thriller storico che ho *letteralmente* amato! Si tratta di "Terra bruciata", scritto dall'autore spagnolo Cesar Perez Gellida.

Buona lettura!



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Pagine 576

Estremadura, 1917. Un incendio devasta la tenuta Monterroso. La proprietaria, la misteriosa Antonia, nota come la Vedova, è scomparsa. Unico testimone, e unico indiziato, il fattore (e amante) della Vedova. A indagare giunge il tenente della Guardia Civile Martín Gallardo, veterano delle guerre a Cuba e nelle Filippine, da cui è tornato portandosi appresso una certa dose di cinismo e la dipendenza dall'oppio. Scoprirà pian piano che la faccenda è ben più grossa di quel che sembra; molti orrori dovranno riemergere prima che venga a galla qualche frammento di verità. E nemmeno lui uscirà indenne dall'incontro con quella donna. 


"Terra bruciata" è puro fuoco, e non solo in senso figurato. 

Nonostante la mole considerevole di pagine, il libro si divora con interesse e curiosità. Alla base del successo del libro di Cesar Perez Gellida ci sono, senza dubbio, i personaggi che racconta. 

Prima tra tutti, la figura de "la vedova", una protagonista eccezionale. Possiede una personalità che buca le pagine, caratterizzata alla perfezione sia fisicamente che caratterialmente, una donna che non passa di certo inosservata. Tutto ruota intorno alla sua figura e nonostante i co-protagonisti maschili siano superiori come numero, non possiedono nemmeno un decimo della sua verve. Si limitano ad essere marionette nelle sue mani.

"A quest'ora dovresti già averlo capito."

-Che cosa dovrei avere capito?

"Che se si fa terra bruciata poi niente germoglia."

È proprio questa la chiave dell'intera trama: la vedova riesce a manipolare tutti gli uomini che incrociano il suo cammino. Quello che inizia come un caso di scomparsa, si trasforma ben presto in un racconto più oscuro e carico di orrori. 

Il compito di esplorare il torbido che gira intorno alla figura di Antonia Monterroso viene affidato a Martin Gallardo, un tenente della Guardia Civile che resterà coinvolto molto più di quanto si aspetta in questa vicenda.

Pagina dopo pagina, Cesar Perez Gellida ci conduce in una storia di vendetta e rivalsa ma anche di passione e inganni senza esclusione di colpi. La penna dell'autore è ricercata e molto descrittiva, in alcuni passaggi forse anche troppo, ma nel complesso molto scorrevole.

Non mancano i colpi di scena e rivelazioni che rendono tutto molto dinamico, impossibile annoiarsi durante la lettura.

La ciliegina sulla torta di una lettura già semi-perfetta, è stata la nota d'autore alla fine del libro che mi ha regalato una rivelazione straordinaria! 

Consigliato ai lettori che amano le storie e i personaggi che lasciano il segno, sono certa che non dimenticherete la "vedova" tanto facilmente! 



giovedì 6 marzo 2025

Recensione "Omicidi su invito" di Ande Pliego

 Buongiorno e ben trovati sul blog!

Nel post di oggi vi parlo di un giallo che mi è piaciuto tantissimo che richiama, per certi aspetti, la struttura del celebre "Dieci piccoli indiani". Sto parlando di "Omicidi su invito", libro di esordio dell'autrice statunitense Ande Pliego, edito da Nord.

Buona lettura!



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Pagine 432

Sono stati invitati in sei. E forse non ne rimarrà nessuno. J.R. Alastor è il principe indiscusso del thriller e della suspense, da decenni colleziona bestseller, eppure la sua vera identità è tuttora avvolta nel mistero. L'invito a un ritiro letterario che si terrà sulla sua isola privata è quindi un'occasione imperdibile per sei scrittori di successo, a loro volta maestri del giallo, che avranno finalmente l'occasione di conoscerlo e carpirne i segreti. E lo è anche per Mila del Angél, cui Alastor ha affidato l'organizzazione della settimana, che prevede cene a tema, indovinelli ed enigmi da risolvere. Perché, per Mila, quella è la copertura perfetta per portare a compimento una vendetta che cova da anni contro uno degli invitati. Ma già la prima sera la situazione le sfugge di mano e, a morire, non è il suo obiettivo, bensì un altro ospite. Mentre il padrone di casa ancora non si fa vedere, e una tempesta taglia ogni via di fuga, Mila e gli invitati capiscono di essere diventati i protagonisti di una trama ingegnosa e imprevedibile che, in una spirale di minacce, tranelli e sotterfugi, li porta a sospettare l'uno dell'altro. E quando un secondo ospite scomparirà, e poi un terzo, ognuno di loro sarà costretto a fare i conti con le macchie inconfessabili del proprio passato e ad affrontare una corsa contro il tempo per smascherare l'autore di quel gioco mortale. Seguendo le vie tortuose della colpa e della vendetta, questo romanzo è un diabolico omaggio ai classici del giallo e una sfida ai lettori, tra enigmi, misteri e indizi nascosti.

"Omicidi su invito" è un giallo che richiederà la vostra più completa attenzione, durante la lettura, perché è intriso di enigmi e misteri, con colpi di scena in ogni angolo. Come scritto nella trama, sei scrittori vengono invitati su un'isola, ufficialmente per un ritiro di scrittura, ma ufficiosamente per partecipare ad una sorta di Dieci piccoli indiani reale.

Il protagonista è un'entità misteriosa: infatti nessuno conosce la vera identità di J.R. Alastor, di lui si conosce soltanto la fama sconfinata e le opere cult per questo nessuno dei sei invitati si lascia sfuggire l'invito ad un evento così esclusivo. Mila, organizzatrice materiale dell'evento e co- protagonista, è stata scelta in quanto ha dei motivi strettamente personali per partecipare a questa sorta di vendetta collettiva.

La location è un elemento chiave della trama: questa isola privata con una villa piena di passaggi segreti e una sala museo con elementi presi dai film thriller più famosi, è un palcoscenico perfetto per la vicenda che Ande Pliego ha deciso di regalarci.

La situazione si fa bollente quando il piano originale che prevedeva giochini e ammissioni di colpe passate, va totalmente fuori controlli perché, oltre a Mila ed Alastor, c'è anche qualcun altro che non gioca seguendo le regole. Da metà libro in poi, quindi, la scena si fa convulsa e confusa. Il lettore non sa più a chi e cosa credere e la narrazione con protagonisti multipli non aiuta perché rende il tutto ancora più nebuloso e sinistro.

Quel che è certo sono una scia di omicidi che non accenna a fermarsi, le regole del gioco improvvisamente subiscono un radicale cambio di rotta che ha come unica conseguenza l'obiettivo si sopravvivere a questo gioco spietato.

Nel finale, tutti i nodi vengono al pettine con rivelazioni inaspettate e colpi di scena interessanti. Nonostante abbia fatto un po' di fatica a seguire la trama in alcuni punti, il quadro di insieme che ne emerge è molto soddisfacente. Pur avendo utilizzato uno schema già visto in altri libri, Ande Pliego riesce a personalizzarlo alla perfezione dando vita ad un libro piacevole da leggere e che può regalare momenti interessanti a tutti gli amanti di enigmi e misteri.

Personalmente, lo consiglio caldamente!!



martedì 4 marzo 2025

Recensione "Tiro di sponda" di Donald E. Westlake

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo del secondo capitolo della serie firmata dall'autore statunitense, Donald E. Westlake, "Tiro di sponda". La serie, che ha come protagonista il ladro John Dortmunder, era iniziata con "La pietra che scotta", di cui vi ho parlato QUI.

Buona lettura!


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Pagine 192

In questo esilarante piano criminale al centro del secondo volume della serie su John Dortmunder, una banda di ladri spera di dirottare una roulotte piena zeppa di soldi. In attesa del suo prossimo colpo, John Dortmunder ha messo in atto una truffa basata sulla vendita di enciclopedie. Sfortunatamente, il suo ultimo bersaglio sembra essersi accorto dell’imbroglio, costringendolo a interrompere la presentazione e a darsela a gambe. Ma una nuova opportunità è dietro l’angolo: una vecchia banca si è temporaneamente trasferita in una casa mobile. Tutto ciò che bisogna fare è superare sette guardie di sicurezza, attaccare le ruote alla banca e filarsela il più in fretta possibile. Alla solita gang formata da Dortmunder, la mente dietro ogni operazione criminale, Kelp, un ex pregiudicato specializzato in furti d’auto, e Murch, un furfante da quattro soldi che vive con la madre tassista, si aggiungono Victor, un ex agente dell’FBI, ed Herman X, esperto di casseforti. È un piano bizzarro, ma semplice... Finché non va tutto a rotoli.

In "Tiro di sponda", Donald E. Westlake ci riporta al personaggio di John Dortmunder e alla sua combriccola di ladri con varie specializzazioni. Come nel libro precedente, "La pietra che scotta", il colpo che vogliono portare a termine è ambizioso, rischioso ma potenzialmente milionario.

L'obiettivo è una roulotte che ospita temporaneamente la sede di una banca, il piano sembra fattibile e a basso rischio, perlomeno sulla carta, ma chi ha già avuto modo di conoscere la banda sa che gli imprevisti sono dietro l'angolo e, quindi, anche questo libro ci regala numerose e tragicomiche peripezie che ci conducono ad un finale inaspettato.

Quello che mi colpisce sempre molto dei libri di Donald E. Westlake è la capacità di rendere amabili dei personaggi che sono sostanzialmente dei delinquenti. Inaspettatamente ci si ritrova a fare il tifo per loro, a sperare che non vengano arrestati, a provare scariche di adrenalina pazzesche nei momenti in cui la tensione diventa altissima.

Nonostante uno stile asciutto, privo di fronzoli in cui le emozioni non sono nemmeno contemplate, è inevitabile appassionarsi alla vicenda in cui le atmosfere richiamano molto una puntata di Lupin ma in cui si è consapevoli delle conseguenze legali delle azioni sbagliate che si stanno svolgendo.

L'epilogo, come la scorsa volta, è agrodolce ma nel complesso ho apprezzato di più questo libro rispetto all'altro, probabilmente perché è stato bello ritrovare la banda (Dortmunder in primis! 😍) e anche perché tutti i personaggi mi sono sembrati più maturi, stavolta.

Tra momenti esilaranti, quasi sempre regalati dalla mamma folle di Kelp, e altri carichi di tensione, questa storia vi terrà incollati alle pagine per qualche ora e vi lascerà sicuramente con la voglia di scoprire cosa ne sarà in futuro di questa banda male assortita.


⭐⭐⭐, 5

martedì 11 febbraio 2025

Recensione "I sette corvi" di Matteo Strukul

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

sono pronta a parlarvi di una lettura 'da brividi', in uscita oggi per Newton Compton.

Si tratta del nuovo libro di Matteo Strukul, "I sette corvi".

Buona lettura!



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Pagine 288

Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l'ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell'omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer. I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent'anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un'antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch...

Quando ho iniziato a leggere questo libro non avevo idea di cosa aspettarmi. Nonostante Matteo Strukul sia uno degli autori italiani più noti e di successo, e pur avendo in libreria diversi suoi libri, in questo romanzo si confronta in un genere un po' diverso rispetto al solito. Ho sentito un richiamo fortissimo verso "I sette corvi" e, dopo averlo finito nel giro di un paio di giorni, ho capito perché: incarna tutto ciò che cerco al momento come lettrice. Ambientazione suggestiva e ancestrale, antiche leggende, storia inquietante con sfumature horror e gotiche. 

Nonostante la mole esigua di pagine, "I sette corvi" è una storia dal ritmo coinvolgente e ricca di elementi interessanti che rendono l'insieme un libro da non perdere. In primis i due protagonisti, Zoe e Alvise, raramente mi è capitato di entrare in sintonia quasi in modo immediato con dei personaggi. Matteo Strukul ce li descrive perfettamente: le loro diversità, le personalità piene di interessi e il loro ruolo in ambito lavorativo che li rende complementari l'uno all'altra. Mi sono entrati nel cuore!

In quella linea di frontiera avrebbe cercato di trovare la vera se stessa, a costo  di mettere a nudo lo spirito dell'inquietudine che si agitava dentro di lei, proprio come un corvo in una gabbia.

Un altro motivo per leggere "I sette corvi" è, senza dubbio, l'ambientazione. Rauch è un paese isolato, con pochi abitanti, dominato da montagne e completamente governato dalla natura e i suoi elementi. Si percepisce, ad ogni pagina, che non si tratta di un luogo come tutti gli altri ma di un posto sospeso, in attesa di qualcuno, o meglio, qualcosa....

I corvi sono, letteralmente, ovunque: dal titolo, alla copertina passando per i cieli di Rauch. Tanti i richiami ad altre opere, come Il corvo e Gli uccelli, questi volatili rivestono un ruolo decisivo nel libro oltre che importantissimo per la risoluzione del mistero.

La seconda parte del libro del libro si legge in preda all'angoscia e con il fiato sospeso. Matteo Strukul non risparmia niente e nessuno in una furia cieca di eventi e rivelazioni che conducono ad un epilogo incerto fino alla fine. La narrazione è talmente evocativa che sembra di avere davanti le immagini di un film e non di un romanzo.

Se amate il genere horror, le atmosfere tra il fantasy e il realismo magico, amerete "I sette corvi"! Assolutamente consigliato!!


Qui trovate la recensione di un altro libro che ho amato di Matteo Strukul:

"Inquisizione Michelangelo" → recensione



venerdì 7 febbraio 2025

Recensione "La leggenda di Sleepy Hollow" di Washinton Irving con illustrazioni di Diana D. Gallese

 Buongiorno e ben trovati sul blog.

Oggi vi parlo di una graphic novel, genere con il quale mi confronto molto di rado. Davanti alla proposta della casa editrice Pensiero Creativo, però, ho abbandonato ogni riserva e ho fatto decisamente bene!

Senza ulteriori indugi, vi racconto "La leggenda di Sleepy Hollow", di Washington Irving, che in questa edizione trovate abbellita dalle stupende illustrazioni di Diana D. Gallese.

Buona lettura!


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Pagine 88

Il progetto della giovane autrice si rifà al capolavoro dello scrittore statunitense Washington Irving (1783-1859), che diviene albo illustrato e prende le vesti di una fiaba macabra e nera destinata a un pubblico adulto. Le illustrazioni vogliono ricreare il simbolismo mistico del secolo con citazioni a grandi maestri dell’occulto come Francisco Goya e Luis Ricardo Falero. Gli enigmatici luoghi e figure del periodo storico della caccia alle streghe, durante il quale maledizioni e sortilegi avevano il potere di “stregare le menti di chiunque”, prendono forma abbracciando il testo e i suoi sviluppi. "La leggenda di Sleepy Hollow" è, nella sua essenzialità, un testo grafico che istilla nel lettore una riflessione dai tratti emotivi importanti: siamo davvero artefici del nostro destino o siamo in balìa di forze oscure?”


Preparatevi a partire verso una terra misteriosa, avvolta nella nebbia. Una terra in cui le leggende non sembrano solo storie ma dei racconti di un qualcosa realmente accaduto. Cosa si nasconde, davvero, a Sleepy Hollow?

Come avrete intuito, la bellezza di questa breve ma intensa graphic novel sta nelle illustrazioni meravigliose realizzate da Diana D. Gallese. 

Questa bravissima illustratrice rielabora il celebre racconto di Irving tratteggiando i personaggi più famosi del racconto e il villaggio misterioso e oscuro di Sleepy Hollow.

"Un'aria sognante e intorpidita sembra avvolgere questo luogo impregnandone l'atmosfera. 

Per la pace indolente che la caratterizza e la peculiare natura di coloro che vi abitano, questa piccola valle incantata è nota come Sleepy Hollow"



Oltre al protagonista Ichabod, la cui personalità è caratterizzata da una forte componente razionale che mal si adatta al contesto fatto di misteri e leggende, ritroviamo altri personaggi celebri del racconto, primo tra tutti proprio la figura del cavaliere senza testa che cavalca nei campi alla ricerca della sua testa.


Le sfumature gotiche e oscure sono palpabili e rese ancora più evidenti dalle illustrazioni in carboncino che ci conducono in una spirale discendente e misteriosa.


L'epilogo rispecchia perfettamente l'andamento del racconto e suggella la nascita di una leggenda destinata alla gloria eterna e perpetua.




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