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martedì 6 maggio 2025

Recensione "Morte nei fiordi" di Satu Rämö

 Buon pomeriggio e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi porto al fresco con un bel thriller nordico ambientato in Islanda. Il libro si intitola "Morte nei fiordi", di Satu Rämö, ed è appena uscito per Newton Compton che ringrazio per la copia.

Buona lettura!



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Pagine 320

Tutti fanno del loro meglio per sopravvivere tra i gelidi fiordi della remota Islanda. Hildur Rúnarsdóttir non è da meno e si dedica al surf nelle glaciali acque dell’Atlantico per cercare di dimenticare la sua infanzia traumatica e il peso dei casi che occupano la sua mente come capo dell’Unità bambini scomparsi della polizia di Ísafjörður. Quando Jakob Johanson, un apprendista poliziotto finlandese con l’hobby del lavoro a maglia, arriva in Islanda per affiancare Hildur e cercare di sfuggire alla sua complicata vita in patria, si rende conto che i pittoreschi fiordi nascondono anche lati oscuri tra gli emarginati, gli sfruttati e gli assetati di potere che li abitano. Hildur e Jakob si trovano a indagare su uno strano groviglio di crimini, mentre la nebbia che offusca segreti rimasti nell’ombra per decenni comincia gradualmente a sollevarsi. La vendetta può essere dolce in teoria, ma alla fine risolverà qualcosa?

"Morte nei fiordi" è il primo di una serie di quattro libri che hanno come protagonista ognuno un personaggio diverso della storia. Il primo capitolo è dedicato a Hildur, una poliziotta che lavora nell'Unità bambini scomparsi un po' per caso e un po' per vocazione. Quando era piccola, infatti, le sue sorelle sono scomparse nel nulla e da quel momento la vita della donna è stata condizionata da questo evento traumatico. Ad affiancarla, nel libro, c'è Jakob venuto dalla Finlandia per uno stage e provvisto anche lui di un bagaglio emotivo-familiare piuttosto importante.

Il caso in sé è molto interessante, così come la motivazione che spinge il killer ad agire. Probabilmente è la parte meglio riuscita della storia. La scrittura di Satu Rämö, invece, mi ha creato qualche difficoltà in quanto non è scorrevolissima. Anche i vari nominativi non sono semplicissimi da provare a leggere ma questa è una caratteristica che ritroviamo un po' in tutti i libri nordici.

Un altro elemento che non mi ha convinto è il fatto di lasciare molte faccende in sospeso: certamente, trattandosi di una serie, è stata una scelta voluta in previsione dei prossimi capitoli ma dopo aver accompagnato Hildur per tutta la storia, avrei voluto tantissimo arrivare ad una verità sulla sparizione delle sorelle dato che c'è un'intera storyline su di loro che affianca l'indagine principale del libro.

La paura è quella di non poter scoprire mai la verità e pregare che le pubblicazioni proseguano dato che difficilmente un lettore medio può avere la minima possibilità di leggere e capire l'islandese 😢. Ogni tanto vorrei che gli autori tenessero presente queste dinamiche prima di abbandonare un lettore curioso all'oblio più totale.

"Morte nei fiordi", è quindi un classico thriller nordico in tutto e per tutto. Nonostante le criticità riscontrate per lo stile e gli elementi in sospeso, spero di poter leggere presto il seguito che ha per protagoniste proprio le gemelle scomparse Rosa e Bjork! 

Per ora, quindi, promosso con riserva!

⭐⭐⭐,5 

martedì 23 luglio 2019

Recensione "La casa" di Mats Strandberg

Buongiorno, lettori.
Finalmente trovo un po' di tempo per parlarvi del nuovo thriller, targato Giunti, firmato da Mats Strandberg, "La casa".
Buona lettura!



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Joel ha quarant'anni, una carriera da musicista naufragata malamente tra droghe e alcol, e adesso deve tornare a Skredsby per occuparsi di sua madre, Monika, affetta da demenza senile. Quando finalmente si libera un posto a Tallskuggan, la prestigiosa casa di riposo, Joel non ha altra scelta che accompagnarla là, dove qualcuno potrà prendersi cura di lei 24 ore su 24. Tra le esperte infermiere del centro c'è anche un viso conosciuto: si tratta di Nina, l'amica che vent'anni prima aveva condiviso con lui il sogno di vivere di musica e poi lo aveva abbandonato. L'incontro tra i due risveglia ricordi a lungo sepolti, ma la loro attenzione è catalizzata da Monika: l'anziana donna ha reazioni violente, parla di cose che non può sapere, sembra non essere più sé stessa; condizione che tristemente la accomuna a molti altri ospiti del centro. Eppure, Nina e Joel, che la conoscono davvero, vedono che c'è qualcos'altro oltre la demenza, qualcosa che la rende cattiva, quasi una presenza che la invade e non vuole andare via come quella strana macchia che continua a riformarsi sulla parete... Ma gli esami dicono che è tutto a posto; che sia solo suggestione? Una cosa è certa: nessuno aiuterà Monika, se non lo faranno loro. Quando la paura più grande diventa realtà, non hai più controllo sul tuo corpo, sulla tua mente, sulla tua vita.

Sapete che ho una vera e propria adorazione per i thriller nordici e mi sono buttata a capofitto nella lettura del libro di Mats Strandberg, "La casa".
La trama si basa su un mix ben riuscito di psicosi, spiritualismo e segreti irrisolti. I due protagonisti mi hanno convinta e, in generale, funzionano molto bene insieme. L'autore li descrive in maniera abbastanza dettagliata ed è interessante seguire il loro percorso di crescita nel tempo e nell'evolversi della situazione critica che stanno vivendo.

La parte che mi è piaciuta di più e che, a mio avviso, caratterizza l'intera storia è la presunta possessione di Monika: l'autore non ammette mai esplicitamente quale sia il 'male' che affligge la povera donna ma la paranoia si impossessa dei personaggi, e di chi legge, pagina dopo pagina tanto che dal thriller si passa ad elementi tipicamente horror. Il ritmo narrativo, inizialmente apatico e statico, acquista un ritmo incalzante strada facendo, calamitando l'attenzione del lettore che è incapace di abbandonare la lettura.

Molto bene anche per quanto riguarda la prosa: descrittiva al punto giusto, precisa e lineare. Il finale è tutto da scoprire e per nulla scontato, chiude alla perfezione una storia ambigua che, in alcuni punti, mi ha suscitato anche tanta tenerezza. Devo ammettere che non passerei nemmeno dieci minuti a Tallskuggan, è una location davvero inquietante e malinconica ma perfetta come ambientazione.
Se amate i thriller nordici, sono certa che vi piacerà tantissimo!


mercoledì 22 maggio 2019

Recensione "Invisibile" di Ursula Poznanski e Arno Strobel

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un super thriller scritto a quattro mani da Ursula Poznanski e Arno Strobel. In 'Invisibile', i due autori ci regalano un nuovo caso per gli agenti Buchholz e Salomon e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Un paziente trafitto a morte dal bisturi del chirurgo durante un'operazione a cuore aperto. Un agente immobiliare ucciso con ventiquattro coltellate sulla soglia di casa. Un ragazzo massacrato con una mazza da baseball per strada, davanti a decine di testimoni. Un assurdo bagno di sangue travolge la città di Amburgo, ma la cosa più singolare è la facilità con cui i commissari Daniel Buchholz e Nina Salomon riescono a catturare i colpevoli. Eppure il movente rimane incomprensibile: nessuno di loro sembrava conoscere davvero la vittima. L' unico elemento in comune è una rabbia feroce cresciuta a dismisura, fino a diventare inarrestabile. Una rabbia che non lascia immuni nemmeno gli investigatori: mentre l'indagine si fa sempre più tesa, Nina stenta a riconoscere il suo partner. Come è possibile che Daniel, di solito così controllato e padrone di sé, stia diventando ogni giorno più aggressivo e irrazionale? Intanto, un dubbio comincia a insinuarsi in lei: e se gli assassini fossero stati manipolati? Ma da chi? E soprattutto: come?

Il primo libro della serie Buchholz e Salomon mi aveva già conquistata ma, con questo nuovo romanzo, gli autori hanno definitivamente sconvolto e conquistato il mio cuore di appassionata di thriller. C'è un nuovo e scottante caso per la polizia di Amburgo: una serie di omicidi brutali e inspiegabili nei quali non c'è nemmeno bisogno di indagare sui colpevoli, dato che si costituiscono da soli poco dopo i crimini. La cosa si fa interessante quando si scopre che non vi è alcun legame tra vittime e carnefici, almeno all'apparenza. 

I nostri due detective trovano pane per il loro denti e, contemporaneamente, si ritrovano a fare i conti con delle complicazioni personali da non sottovalutare. Il rapporto, tra i due, va in crescendo e la cosa fa ben sperare- soprattutto la mia vena più romantica. Mi sono persa nei meandri di questa storia torbida, e senza soluzioni immediate o facilmente deducibili, che mi assorbita totalmente. Mi intriga moltissimo il concept di una mente super partes in grado di gestire potenziali assassini e manovrarli a piacimento ma non ho altrettanto gradito l'epilogo- capirete perché solo leggendo.

Ciò che mi conforta, è che ritroverò ancora i miei due beniamini che sto imparando ad amare, libro dopo libro, e non vedo l'ora di scoprire quale incredibile avventura partoriranno queste due menti geniali la prossima volta.
Adoro il loro stile, l'ambientazione che richiama molto i thriller nordici e la genialità delle trame sulle quali si basa questa meravigliosa serie crime. Il fatto che sia un libro scritto a quattro mani non viene percepito in nessun momento, la prosa è omogenea e la vicenda viene sviluppata in maniera coerente e veritiera. E' davvero un ottima lettura per tutti gli amanti del genere e, se ancora non lo avete fatto, vi consiglio di recuperare anche il precedente volume della serie per apprezzare maggiormente il libro e avere un senso di continuità narrativa. Promosso a pieni voti!


Negli episodi precedenti:



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