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martedì 29 luglio 2025

Recensione "La cacciatrice" di Nonami Asa

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo de "La cacciatrice", di Nonami Asa, un poliziesco edito da Atmosphere.

Buona lettura! 


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Pagine 492

All'interno di un family restaurant, nel cuore della notte, un uomo prende improvvisamente fuoco. Otomichi Takako, giovane e determinata detective della polizia metropolitana di Tōkyō, si unisce al collega di mezza età, il veterano Takizawa Tamotsu, per condurre le indagini. Presto, altri omicidi si verificheranno uno dopo l'altro e tutti con le stesse modalità, apparentemente il risultato di un attacco da parte di un grosso cane... che sembra un lupo. Quale sarà il movente alla base di questi delitti? Gli indizi sembrano portare tutti a una creatura selvaggia e misteriosa. Tuttavia, man mano che le indagini proseguono, emergono dettagli più inquietanti che riconducono gli omicidi a qualcosa di ben più intricato e pericoloso. Takako si ritroverà coinvolta in una spirale di intrighi e sospetti, dove nessuno è veramente quello che sembra.


"È appena arrivata una segnalazione. Ieri notte, a Tennōzu, nel quartiere di Shinagawa, un giovane è stato aggredito e ucciso da una specie di cane randagio."


Nonami Asa realizza un romanzo poliziesco particolare, ambientato tra le strade di Tokyo. Mi preme sottolineare che, pur essendo stato pubblicato quest'anno, il libro è stato scritto negli anni '90 quindi è inevitabile trovare al suo interno degli elementi anacronistici sia sulle varie procedure che sulla società giapponese.

L'elemento giallo, è quasi marginale in quanto l'autrice si concentra in particolar modo sulla denuncia sociale e sul ruolo femminile all'interno delle forze di polizia. 

Tra i due protagonisti, infatti, l'attenzione è puntata tutta su Otomichi Takako che si trova a fare squadra con un collega più anziano che non perde mai occasione per sminuirla. 

L'autocommiserazione della donna, e la ridondanza con la quale sottolinea la sua condizione difficile, sia sul lavoro che nella vita privata, può risultare quasi irritante ma, per fortuna, dalla metà in poi si lascia spazio al caso e la narrazione si fa più interessante e dinamica.


"Il muso lungo e aguzzo; le orecchie grandi. Le sue gambe erano più lunghe di quelle di un cane normale. Anche a distanza, era chiaro che il manto del corpo fosse folto. La sua coda spessa e tolta era drizzata per aria. E poi, quegli occhi... Occhi profondi guardavano dritto verso di lei."


Protagonista inedito, un cane lupo che avrà un ruolo fondamentale nelle indagini e che, personalmente, costituisce l'elemento che mi è piaciuto di più... Quello che ha lasciato il segno.

Tutto il resto, infatti, mi è sembrato confusionario e molto ripetitivo. La partenza della storia è lentissima il che non facilita la lettura né la nascita di una qualche tipo di sintonia verso i personaggi. 

Devo riconoscere che Takako attraversa una bella evoluzione e, sul finale, si trasforma totalmente rispetto al personaggio che abbiamo conosciuto nelle prime pagine.

Come vi accennavo, la parte poliziesca che sembra predominante dalla trama, in realtà riveste un ruolo marginale perché il focus si concentra principalmente sull'aspetto psicologico e la denuncia sociale, oltre che su una analisi cinica e schietta delle condizioni in cui versano le famiglie in Giappone. Tenendo a mente questi elementi consiglio la lettura a coloro che amano l'introspezione e tematiche sociali.

⭐⭐⭐

venerdì 25 luglio 2025

Recensione "La medusa volante" di Ichikawa Yuto

Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Esce oggi per Atmosphere Libri, "La medusa volante", firmato dalla penna di Ichikawa Yuto.

Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo, la storia perfetta per tutti gli amanti di thriller giapponesi.

Buona lettura!



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Pagine 354

Il "jellyfish", la "medusa", è un piccolo idrovolante sviluppato utilizzando una tecnologia speciale che ha cambiato la storia dell'aviazione. L'inventore, il Professor Pfeiffer, e altri sei membri del team incaricato del suo sviluppo stanno conducendo test finali sulle capacità di navigazione a lunga distanza della nuova medusa. Tuttavia, durante i test, uno dei membri muore improvvisamente. Inoltre, il dirigibile effettua un atterraggio di emergenza su una montagna innevata. La fuga appare impossibile, e gli uomini del team cominciano a morire uno dopo l'altro...

Se avete amato I delitti della casa decagonale, questo thriller fa decisamente al caso vostro.

La storia di Ichikawa Yuto è un mix ben riuscito di mistery e giallo, è ambientato in un mondo che somiglia al nostro ma è avvolto da un'aura misteriosa.

Il titolo si deve alla "Medusa", un velivolo che ricorda molto la struttura del famoso animale marino dall'aspetto gelatinoso, che ha un ruolo da protagonista all'interno della narrazione e fa da location principale alla vicenda. Si tratta di un idrovolante simile ad un dirigibile, nel funzionamento, ma più piccolo e compatto. 

Sono state trovate sei persone. Tutte morte. L'identità di ciascun corpo è attualmente oggetto di indagine.

La narrazione procede, sostanzialmente, su due binari: il primo ci mostra i personaggi all'interno della "medusa"; il secondo vede invece protagonisti i due agenti incaricati di svolgere le indagini dopo che il velivolo si è misteriosamente schiantato contro una montagna.

Le due narrazioni vengono portate avanti in contemporanea ed è interessante scoprire, pur conoscendo già l'epilogo a grandi linee, come si sono svolti i fatti e soprattutto perché i sei membri dell'equipaggio siano stati presi di mira.

Non c'erano dubbi. Non c'era più spazio per l'inganno. Erano in pericolo di vita. Il colpevole aveva ucciso il professore, li aveva intrappolati su quella montagna innevata e voleva eliminarli tutti.

L'elemento tecnico-scientifico è molto presente, fin troppo a mio avviso. Probabilmente è l'unica nota stonata di una storia pressoché perfetta.

Il delitto, in questo caso da declinare al plurale, a camera chiusa è un grande classico del genere giallo e mi diverte sempre moltissimo scoprire quali escamotage mettono in atto gli autori per eliminare i propri personaggi come pezzi inermi e indifesi su una scacchiera invisibile.

Ho apprezzato molto l'intreccio creato e sviluppato da Ichikawa, impossibile da prevedere e ad un passo dall'assurdità più totale. 

Non aveva senso. Era incredibile. Non c'era nessuno lì dentro. Non c'era nessun collegamento con l'esterno e porte e finestre erano intatte e bloccate. E tutti erano stati uccisi tranne lui.

Man mano che il numero dei morti aumenta, ne "La medusa volante" cresce l'isteria e la paura. Chi si nasconde dietro questo nemico invisibile che li sta eliminando uno dopo l'altro. Possibile che tutto sia riconducibile ad un episodio che li accomuna e che tutti e sei hanno cercato, a quanto pare senza successo, di seppellire nel passato?

Un terzo filone narrativo è quello che collega entrambe le parti del libro e anche il luogo nel quale ricercare la causa di tutto ciò che sta accadendo. Perché alcuni sentimenti sfidano le distanze e il tempo, pur di emergere con la loro, in questo caso distruttiva, potenza.




venerdì 11 luglio 2025

Recensione "Confessioni" di Minato Kanae

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un thriller giapponese molto particolare che ha superato ogni mia aspettativa. Si tratta di "Confessioni", di Minato Kanae, edito da Atmosphere Libri.

Buona lettura!

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Pagine 280

Moriguchi Yuko, giovane insegnante di scuola media, rivela alla classe l’intento di lasciare per sempre l’insegnamento. La figlia di appena quattro anni è annegata misteriosamente in piscina, ma in realtà Moriguchi ha scoperto che si tratta di un omicidio, commesso da due alunni! Nel corso della drammatica rivelazione, dichiara apertamente che i due assassini sono presenti in aula, facendo capire di chi si tratta e affermando che non ha in mente di denunciarli alla polizia. Come è possibile? Perché? Attraverso tre drammatici diari, di cui sono rispettivamente autori i due giovani assassini, Shuya e Nao, e la madre di quest’ultimo, si apprende a poco a poco l’atroce verità. E l’insegnante, che si finge indulgente ma in realtà nutre sete di vendetta, ha intenzione di far soffrire i due studenti fino alla follia, ponendoli quotidianamente al cospetto del terrore della morte… La confessione è un folle e lucido romanzo sulle perversioni non solo degli adolescenti di oggi, ma anche su quelle dei genitori e degli educatori.

Questo romanzo stazionava nella mia wishlist da un po' e 'FINALMENTE' mi sono decisa a recuperarlo. Avevo delle aspettative altissime che sono state ampiamente superate. Non sapevo cosa aspettarmi dall'opera di Minato Kanae ma ho trovato una storia veramente pazzesca che mi ha tenuta incollata alle pagine dall'inizio alla fine.

Vi starete chiedendo perché sono giunta a questa decisione? Perché Manami non è morta accidentalmente, ma è stata uccisa da qualcuno di voi.

Inizia così un lungo monologo di una professoressa che annuncia ai suoi alunni la decisione di smettere di insegnare. Decisione arrivata in seguito alla tragica perdita della figlioletta di quattro anni, morta proprio tra quelle mura in circostanze poco chiare.

L'indagine sembra confermare un fortuito incidente: la bambina è finita nella piscina della scuola ed è annegata. Ma la professoressa Yuko nota subito degli elementi che stonano e indagando a fondo scopre la peggiore delle verità... La bambina è stata uccisa volontariamente da due alunni.

A questo punto vi aspetterete una denuncia alla polizia con conseguente condanna dei colpevoli e invece non è così che andrà. Inizia un viaggio raccontato da più narratori di ciò che accade prima, durante e dopo. Un incrocio di vite, destini e scelte sbagliate che porteranno conseguenze disastrose per quasi tutti i personaggi chiamati in causa.

Forse non è riuscita a comprendere che l'ho fatto intenzionalmente, ma questo è solo un dettaglio ininfluente. La verità, che niente e nessuno potrà mai cambiare, è che ad ammazzare quella bambina sono stato io.

I temi e gli argomenti che incontreremo nei vari monologhi sono svariati e mettono in mostra i limiti dei genitori, la superficialità estrema degli adolescenti in certe situazioni, il bullismo, il fenomeno degli hikikomori, l'incapacità di gestire la frustrazione e il rifiuto.

Una componente antropologica non indifferente, quindi, fa da spalla ad una indagine che non risparmia colpi di scena e scomode verità. Non c'è possibilità di redenzione, solo un viaggio nei meandri più biechi dell'animo umano.

Ho amato ogni rigo e ogni pagina, è stata un'esperienza emotivamente impegnativa che mi ha fatto interrogare più volte su molti aspetti etici e morali. Le "confessioni" sono tutte più o meno spiazzanti e portano alla luce i limiti di comunicazione che spesso causano situazioni gravissime. 

L'autrice tratteggia uno spaccato lucido della realtà giapponese, una realtà diversa dalla nostra ma in cui sono presenti delle criticità simili. 

L'epilogo è la ciliegina sulla torta di una storia che inizia e finisce con un argomento ben chiaro: la vendetta. Un aggettivo per descrivere questo libro? Cattivo.