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giovedì 30 gennaio 2020

Recensione "Solo un bambino" di Davide Stella

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo breve, firmato da Davide Stella, che racconta una storia davvero molto reale e difficile da digerire.
Buona lettura!


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La vita di un bambino è semplice. Tutto ruota intorno alla famiglia e agli amici, i giorni trascorrono leggeri e ogni cosa, anche la più seria, diventa un gioco. Eppure il male è in grado di insinuarsi e generare delle crepe. C'è un veleno che corrode le strade del Secondo Paese e il cuore dei suoi abitanti. Un'oscurità pervade tutto e travolge anche la vita e la famiglia del piccolo Lucìo. Lui è solo un bambino e potrebbe far finta di nulla, ma decide di opporsi al suo destino.

Il più delle volte, si leggono i libri per evadere dalla realtà e per immergersi in scenari leggeri e idilliaci. Nel caso di 'Solo un bambino', invece, siamo costretti a fare i conti con la realtà e con una dinamica comune a molti piccoli centri urbani dove, spesso, l'omertà e un male non meglio identificato possono provocare dei seri danni.

Lucìo è il piccolo protagonista della storia. Un bambino dolcissimo che vive con la sua famiglia, tutta al maschile, e si ritrova a fare i conti con un nemico molto più grande e pericoloso di lui.
Davide Stella ha uno stile poco descrittivo e che lascia molta libertà di pensiero al lettore. Non dirà mai, esplicitamente, cosa turba la vita di questo piccolo paesino ma non è difficile immaginarlo.

Il coraggio e la forza di questo bambino sconvolgono, e non poco. Per me è stato un piccolo eroe che non si è fermato davanti a nulla pur di lottare per la sua famiglia e per le cose che crede giuste. E' senza dubbio un personaggio dal quale prendere esempio ed ispirazione. Un personaggio pulito, in un contesto losco, meschino e crudele. 

E' un romanzo molto breve ma ricco di elementi, tematiche e sentimenti. Nonostante lo stile scarno dell'autore e una narrazione molto asettica, il libro acquista una sua anima grazie alla dolcezza di Lucìo al quale sarà impossibile non affezionarsi. Se amate le storie vere e sincere, riuscirete sicuramente ad apprezzare questo romanzo.



venerdì 3 gennaio 2020

Recensione "Malanotte" di Michele Del Vecchio

Buon pomeriggio,
oggi voglio parlarvi di un romanzo particolare che ho avuto modo di leggere lo scorso mese.
Si tratta dell'esordio letterario del blogger Michele Del Vecchio, "Malanotte", edito da Bookabook.
Buona lettura!


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Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d'animo e le corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven. Milo Jenkins, 16 anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è autistico. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno. Se vivi nella cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia e gli incisivi a zappa. La svolta sperata ha le occhiaie viola di Iris, bella come un film di Tim Burton. Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei?

Il libro di Michele Del Vecchio è stato una sorpresa, dall'inizio alla fine. E' una storia che incuriosisce subito il lettore che posa lo sguardo sulla trama perché, sicuramente, non ha mai letto nulla di simile in vita sua.
Il primo approccio con Milo, protagonista del romanzo, è tenero per il lettore e schietto per l'autore. Quest'ultimo, infatti, ce lo descrive sin da subito nella sua complessità e particolarità: lo spettro dell'autismo è presente ma non predominante, tanto è vero che, dopo un po', passa in secondo piano per poi finire direttamente nel dimenticatoio. 

Altro personaggio enigmatico è la co-protagonista, Iris, "bella come un film di Tim Burton", vi lascio quindi immaginare il tipo di soggetto che incarna e che fa perdere battiti al cuore di Milo.

La cosa che più mi ha colpito (sconvolto?) del libro non sono tanto le tematiche trattate o i personaggi quanto, piuttosto, il repentino e inaspettato cambio di rotta nella trama. Ho iniziato a leggere un tipo di storia, aspettandomi determinati risvolti e conclusioni, per poi ritrovarmi catapultata in tutt'altra vicenda senza sapere bene come e quando sia avvenuto l'improvviso cambiamento.

Ancora oggi, trascorsi parecchi giorni da quando ho girato l'ultima pagina, non so bene se questa scelta mi sia piaciuta o meno ma, devo ammettere, che si tratta di una mossa tanto azzardata quanto geniale perché il lettore non può in alcun modo prevederla.

Lo stile dell'autore è accattivante e coinvolgente, sono certa che Milo e le sue stranezze vi resteranno nel cuore per molto, molto tempo.
Considerando che si tratta di un romanzo d'esordio, posso dire che è stato fatto un ottimo lavoro e ci sono ampi margini di miglioramento per l'autore e le storie future che deciderà di regalarci.



sabato 21 settembre 2019

Recensione "Libreria da Emma" di Serena La Manna

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo perfetto per gli amanti dei libri (resterete conquistati già dalla romantica copertina). Si tratta di "Libreria da Emma", scritto da Serena La Manna e pubblicato da Bookabook.
Buona lettura!


Un biglietto di sola andata da New York a Milano e una piccola libreria grazie alla quale ripartire da zero. Bianca, giovane newyorkese con una grande passione per la letteratura, fugge a più di seimila chilometri da casa per lasciarsi alle spalle un dolore troppo forte da sopportare. Ad aiutarla in questo processo troverà Leonardo e le sue vecchie lettere, Carlo, un affascinante professore sgangherato, e soprattutto i libri, i suoi fidati compagni di vita che fanno da cornice a una storia d'amore e di rivalsa.


Questo libro è una vera coccola per tutti coloro che amano i libri. All'interno della sua storia, Serena La Manna rappresenta molto bene il potere terapeutico e curativo dei libri. Bianca, la nostra protagonista, fugge in Italia in seguito ad un non meglio identificato trauma. È chiaro che sta scappando da qualcosa, è un personaggio fragile e insicuro che ha come obiettivo primario di ritrovarsi.

La bella Milano fa da cornice a questo percorso di rinascita, una città magica divisa tra passato e presente,  proprio come Bianca. Tra i mille vicoli, la ragazza si innamora di una libreria di nicchia e del suo vecchio proprietario che sembra leggere l'anima delle persone.
Leonardo è una sorta di spirito guida, dolcissimo e saggio, che farà di tutto per aiutare Bianca a superare il dolore che le attanaglia il cuore in una morsa.

Le parole a loro no  servivano perchè entrambi amavano la letteratura, entrambi capivano il potere dei libri, quella sensazione che solo le pagine sanno regalare.

Vorrei menzionare anche Carlo, un professore appassionato di libri che contribuirà,  è non poco, a rendere migliore la vita della protagonista a Milano. Ho amato questo rapporto sempre limpido e pulito, a suon di citazioni letterarie.

L'unico appunto che mi sento di fare, è sulla scelta narrativa: ho trovato i capitoli leggermente confusionari e ho fatto fatica a seguire i salti tra passato e presente, inoltre ho travisato completamente la storia passata della protagonista ritrovandomi all'epilogo un po' sconvolta ma, allo stesso tempo, felice della piega presa dalla storia. Sono entrata perfettamente in sintonia con la prosa delicata dell'autrice e con i suoi personaggi.
Sono stati, a mio avviso, il pezzo forte del libro, insieme alla bellissima Libreria da Emma che mi ha fatta innamorare!


martedì 10 settembre 2019

Recensione "Sulle tracce di un sogno" di Daniele Gouthier

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di una storia vera che mi ha permesso di riscoprire una terra che amo molto, l'India.
Grazie alla storia di Daniele Gouthier, ho compiuto un bellissimo viaggio da poltrona e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Perdersi. L'India è immensa come la curiosità e il desiderio di avventura di un bambino di otto anni. Così un giorno Naseem sale su uno di quei treni affascinanti e rumorosi e si trova improvvisamente perso e solo nella megalopoli di Delhi. Diciotto milioni di abitanti, un crocevia di culture, parole, strade. Naseem si è perduto. È solo l'inizio di una nuova vita. Adottato a Firenze, conserva gelosamente i ricordi d'infanzia. Quando le nostalgie si fanno troppo forti, decide di affrontare un lungo viaggio: nel tempo, nello spazio, nel profondo del proprio cuore. Ritrovarsi.

I libri che parlano di storie realmente accadute hanno sempre quella marcia in più che crea un'immediata empatia con il lettore. E' stato bellissimo immergermi tra le pagine de 'Sulle tracce di un sogno', alla scoperta della storia travagliata di Naseem.
Tutto comincia in un villaggio rurale dell'India, un terra bellissima ma assolutamente spietata. Agli occhi di un ragazzino, questo stato enorme appare dispersivo e caotico. Dopo essersi perso tra le strade di Delhi, Naseem non ricorda più la strada di casa, non comprende la lingua così diversa da quella del suo villaggio ed è nel panico più totale. Questo è solo il primo di molti momenti emozionanti del libro. Non ho fatto fatica ad immaginare gli occhi impauriti di un bambino solo al mondo e il mio cuore si è stretto quando viene adottato da una coppia italiana e trasferito a Firenze.

Da un lato, questa è una svolta per la vita di Naseem ma dall'altro è stata una vera e propria violenza verso un bambino che voleva solo riuscire a tornare dalla sua famiglia. Dopo aver provato molta tenerezza per il Naseem bambino, ho provato sensazioni contrastanti verso la sua versione adulta totalmente irriconoscente e rabbiosa. Tutto è andato meglio nel terzo blocco del romanzo, il ritorno in India. Ho amato la programmazione del viaggio e i vari step che riportano il ragazzo nella sua terra natia. I paesaggi sono davvero eccezionali e idilliaci, l'autore ci ha regalato il bello di un paese così particolare e unico al mondo. Mi è piaciuto lo stile del libro, quasi fosse un diario di bordo. Ho amato i personaggi secondari, in particolare Manikant (il vero eroe della storia). E' un libro vero e reale, così come la storia che racconta. Se amate i viaggi e le storie autentiche, adorerete 'Sulle tracce di un sogno'.


lunedì 13 maggio 2019

Recensione "La paziente 0024" di Claudia Basileo

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con un romanzo molto interessante edito da Bookabook e firmato dalla penna di Claudia Basileo.
Buona lettura!



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Courtney Lomax è una ragazza con tutte le caratteristiche di una personalità sensibile e fragile. Ciò che ha vissuto l'ha portata a costruirsi intorno una corazza irremovibile. Sono poche le cose al mondo che la rendono serena, ma mai felice: una bottiglia di vodka, ottima o scadente non ha importanza, ciò che conta è il risultato di una buona bevuta, e i suoi amati libri. Quando si trasferisce a Funrow, pian piano stringe nuove relazioni e riscopre sensazioni che pensava di aver sepolto ormai da anni nel profondo del suo animo. Affioreranno così, molto lentamente, i suoi demoni e le paure più recondite. Perché si sa, il passato trova sempre un modo per tornare a farci visita.

Il romanzo di Claudia Basileo è psicologicamente molto impegnativo da affrontare: ci troviamo davanti ad una protagonista fragile, ferita, instabile e molto schiva. Dopo aver subito un trauma importante, Courtney Lomax ha costruito un mondo tutto suo in cui sopravvivere al dolore e alla sofferenza di non essere compresa da tutti quelli che la circondano.

La difficoltà più grande che ho riscontrato, durante la lettura del libro, è stata comprendere i diversi piani narrativi e capire quando la situazione si stava svolgendo nel mondo reale e quando ci si trovava, invece, nella mente di Courtney. Con il tempo ho imparato a capire la dinamica delle cose ma inizialmente i passaggi non mi sono parsi molto fluidi e lineari.

Mi è piaciuto molto il modo in cui l'autrice ha descritto,  e costruito, la componente psicologica del romanzo. Avendo lavorato, come infermiera, in un contesto psichiatrico, non ho fatto alcuna fatica a ritrovarmi nelle situazioni raccontate dalla Basileo è, quindi, evidente l'ottimo lavoro di ricerca svolto prima della stesura ed è una cosa che apprezzo sempre molto in un libro.

Molto bene anche sul fronte stilistico: nonostante la sua giovanissima età,  l'autrice si è dimostrata all'altezza del compito, muovendosi in un ambiente molto complesso, come quello della psicologia/ psichiatria, e muovendosi con destrezza in una trama super intricata e ricca di colpi di scena. Se amate il genere, sono certa che resterete ammaliati da "La paziente 0024".


venerdì 12 aprile 2019

Recensione "In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo" di Malusa Kosgran

Buongiorno, lettori.
Ultimo post della settimana dedicato ad una romanzo particolare che mi è piaciuto molto. Si tratta del libro di Malusa Kosgran, "In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo", edito da Bookabook.
Buona lettura!


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Smemorato, perduto, morto o in fuga? Nessuno sa cosa sia successo ad Antonio Di Pinto, agricoltore biscegliese ultrasessantenne scomparso all’improvviso.
Mentre le indagini ufficiali procedono a rilento, la famiglia si raccoglie in un’attesa composta, ma disperata.
Per scoprire che fine ha fatto l’uomo che moglie, figlie, sorelle, nipoti e operai credono di conoscere è necessario riportare le lancette dell’orologio a molti anni prima. Nella Milano degli anni Sessanta, Antonio è Antonino, un piccolo uomo di appena dieci anni mandato a guadagnarsi il pane nel capoluogo lombardo. Tra le luci della città, la fatica del lavoro e il freddo pungente gli fanno compagnia i sogni di gloria. Uno su tutti: diventare un grande campione di ciclismo come Fausto Coppi.
In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo è ispirato a più storie vere.

Il romanzo di Malusa Kosgran è una storia lunga: nel titolo e nei contenuti. E' una storia che si prende il suo tempo e molto ricca... di personaggi, di avvenimenti e di generi diversi. Quello che si presenta come un libro di narrativa dai toni pastello, nasconde al suo interno una storia particolare e variegata che accontenterà anche i lettori più esigenti. 'In attesa degli altri trasmettiamo musica da ballo', è un romanzo corale nel quale incontriamo tantissimi protagonisti che compongono, perlopiù, la grandissima famiglia Di Pinto. Il patriarca del clan scompare nel nulla e da qui partono due filoni narrativi distinti che si snodano tra passato e presente. 

E' interessante studiare i personaggi e le opinioni che elaborano per spiegare l'improvvisa scomparsa di Antonio: c'è chi dà per scontata la sua morte nei campi che tanto amava coltivare e chi propone alternative più fantasiose come una bella fuga d'amore. Fatto sta che il giallo è tutt'altro che vicino ad una soluzione e, vi assicuro, ne vedrete delle belle.

A fare da sfondo, la bella Bisceglie una terra rappresentata in tutto il suo splendore ma in maniera onesta e senza elementi romanzati. Stessa cosa dicasi per Milano, la città che per molti emigranti del Sud ha rappresentato, e rappresenta, la possibilità di una vita migliore e un ventaglio di occasioni decisamente maggiore rispetto alla piccola cittadina pugliese.

Quello della Kosgran è un romanzo vero, corposo reso ancora più realistico grazie all'uso del dialetto e ad una storia che accomuna tantissimi italiani: sono certa che molti voi riusciranno a rispecchiarsi in queste parole e nella famiglia Di Pinto. Come se non bastasse, l'autrice rende epico il suo libro con epilogo tragicomico ed esilarante che non mi aspettavo assolutamente! Sono rimasta colpita, in positivo, dalla prosa di Malusa Kosgran e dall'ottimo lavoro di costruzione della trama, dei dialoghi e dei personaggi: nulla è stato lasciato al caso.
Se avete voglia di un romanzo originale e che sia un mix (ben riuscito) di generi, questo fa al caso vostro!



lunedì 1 aprile 2019

[Blogtour] "L'altro convento" di Stefania Durbano



Buongiorno lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dedicato a "L'altro convento", un romanzo sconvolgente di Stefania Durbano edito da Bookabook.
Il mio compito? Quello di raccontarvi qualche dettaglio in più sui personaggi di una storia che resta impressa nella mente.
Buona lettura!


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Il santuario di Belmonte è un luogo di pace, di quiete. Tra le sue mura secolari si trova un convento dove le suore ospitano donne in difficoltà. Un giorno bussa alla loro porta Delia, una ragazza dalla vita complessa: ha alle spalle un aborto, è senza soldi e famiglia. L'incontro con suor Maria, don Piero e le altre figure del convento apre uno spiraglio nel buio della sua esistenza. Tristezza e disperazione sembrano trovare sollievo nell'accoglienza che le viene riservata, ma in Delia nascono una serie di dubbi: perché la sua compagna di stanza è sofferente? Cosa si nasconde dietro il volto sfregiato di don Piero? E, soprattutto, perché suor Maria insiste per farle rispettare determinate regole? Domande che porteranno a risposte impreviste, in un luogo dove niente è quello che sembra.



DELIA

Jeans consumati e una maglia qualunque. 
A prima vista Delia è una bellissima ragazza con qualche problema di troppo. 
Il suo essere sola al mondo la porta sulla soglia del convento di Belmonte che, però, è una porta diretta verso l'inferno più che un percorso verso la redenzione.
E' la protagonista del libro, è un personaggio non convenzionale con una storia tragica alle spalle. E' una ragazza molto sveglia, nonostante sia provata da una situazione non facile. Mi è piaciuto il suo lato ribelle che la porta a ragionare sempre, invece che accettare passivamente gli ordini che le vengono impartiti. Delia mi è piaciuta moltissimo e mi resterà nel cuore per molto tempo!


SUOR MARIA

E' difficile dire qualcosa su questo personaggio e, se leggerete il romanzo, capirete anche perché. E' incommentabile, sotto ogni punto di vista. Non penso di aver mai detestato così tanto una persona. Con Suor Maria l'autrice crea un contrasto unico mettendo in contrapposizione totale il bene e il male nella stessa persona. Sorry, Suor Maria ma per lei non ci sono belle parole ma solo parolacce!!!


DON PIERO

L'aspetto esteriore e il ruolo interpretato da questo personaggio lo rendono, inizialmente, un individuo affidabile e un punto di riferimento per la protagonista ma, in realtà, si tratta di una persona border line. A seconda dei momenti, ho alternato riflessioni positive e negative per questo essere che, perlomeno, ha mostrato qualche segno di pentimento.
Quella flebile luce che ho visto brillare in lui, grazie alla sua cultura e alla sua intelligenza, non basta ad illuminare una storia cupa e sconcertante.


RAFFAELE

L'unica nota positiva del libro.
Un uomo dall'animo buono che dedica la sua vita a vegliare sulla sicurezza e il benessere del prossimo. Ho apprezzato la profondità dei suoi sentimenti per Delia e il coraggio con quale lotterà per lei fino alla fine.


Parlare di questo romanzo è difficile, ho divorato il libro in poche ore trascinata da uan storia torbida e oscura in cui il male e la perversione non hanno mai fine. Potrei dire che non esiste un elemento positivo nel libro, perché a fine lettura resta solo tanta amarezza e negatività, ma qualcosa di bello e puro c'è stato ed è l'amore che lega Raffaele a Delia. In qualche modo loro due mi hanno regalato la leggerezza e l'emozione che, per forza di cose, è quasi totalmente assente dal libro. Non è una storia adatta a tutti, non è una storia per chi ha un cuore debole. Non mi era mai capitato di restare così spiazzata con un libro ma così è stato. Nonostante il tema trattato mi è piaciuto e mi ha conquistata più di quanto mi aspettassi. E' impossibile raccontare qualcosa in più senza svelare dettagli fondamentali perciò, se ritenete di avere abbastanza coraggio da affrontare una storia che sfida le regole e le cose umanamente concepibili, non vi resta che leggere un libro unico ed emozionante.


Continuate a seguire il tour alla scoperta de "L'altro convento".



martedì 11 dicembre 2018

[Blogtour] "La figlia sconosciuta" di Sara Recordati

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dedicato a "La figlia sconosciuta", un romanzo di Sara Recordati. Il mio compito? Quello di raccontarvi questa storia particolare e unica nel suo genere.
Buona lettura!


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Francesca ha trentacinque anni, un lavoro in una casa di moda a Milano e una famiglia che ama, apparentemente perfetta: il marito Luca, che è la sua roccia, e due adorabili bambini. Però il suo aspetto dolce e ingenuo, con profondi occhi azzurri e ricci biondi, non rispecchia la sua vera essenza: Francesca è infatti oppressa da un passato tormentato carico di silenzi e dall'assenza costante del padre, un celebre pittore egoista e prevaricatore, in grado ancora oggi di spostare l'ago della sua fragile stabilità. Una promozione al lavoro sembra farle respirare aria fresca, e ancora di più l'arrivo di Matteo: con lui Francesca si sente libera di lasciarsi andare e di esprimere un'altra se stessa, più oscura e sensuale. Ma il passato non si cancella e la figura del padre continua a essere presente, sempre più ingombrante e opprimente.

Questo romanzo è un diario intenso ed emozionante nella vita di Francesca: una donna in cui è facile rispecchiarsi ed entrare in empatia. L'universo femminile è, per antonomasia, più sensibile e più soggetto a modificare la propria personalità in base ad eventi e traumi che possono accadere nel corso della vita. Per la nostra protagonista, è stato un percorso in salita sin dalla tenera età, il momento in cui si è più fragili e bisognosi di conferme e approvazione. Crescendo, il carico di insicurezze e fragilità aumenta e ognuno mette in campo dei meccanismi di difesa ben precisi per andare avanti. Francesca ci prova interpretando due tipologie di donne contemporaneamente: da un lato è una moglie e una madre modello; dall'altra, una femme fatale alla ricerca di emozioni forti. Questo dualismo costante all'interno dello stesso personaggio, costituisce una particolarità e un elemento innovativo all'interno di una storia intensa e molto intima.

Non dev'essere stato facile per la Recordati, portare avanti una storia e una personalità così complessa e articolata ma, in qualche modo, è riuscita nell'impresa rendendo il libro molto accattivante e coinvolgente già dalle prime pagine. La narrazione è scorrevole e curata, la trama è un lungo processo catartico che si chiude a cerchio intorno alla figura di Francesca che è la protagonista assoluta del romanzo. Molto ben costruiti anche i personaggi secondari che aiutano a sviluppare alla perfezione le dinamiche interpersonali della donna. Siamo di fronte ad un ottimo esordio per un'autrice che cerca di stupire il lettore con una storia semplice ma unica in cui viene palesato un bisogno che, in fondo, nasce in ognuno di noi: trovare un equilibrio tra tutte le varie caratteristiche che compongono la nostra personalità. Tutto, in questo libro, è curato nel dettaglio regalando a noi lettori un ottimo prodotto. Consigliato a tutti coloro che amano delle storie vere e autentiche.



Vi lascio il calendario per recuperare le precedenti tappe del tour:




mercoledì 31 ottobre 2018

[Blogtour] "Palazzamore" di Barbara Villa

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare l'ultima tappa del tour dedicato a "Palazzamore", un romanzo di Barbara Villa edito da Bookabook. Nel particolare, potrete leggere una piccola intervista ad una inquilina mooolto speciale del palazzo: una stella!
Buona lettura!




Leggi la recensione, QUI
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DAL PIANO INFINITO DEL CIELO
intervista

1. Cara 'stella', sei forse l'inquilina più fortunata del palazzo poiché puoi vedere tutto dall'alto della tua postazione. Cosa ne pensi degli altri inquilini?

Mia cara, mi sento particolarmente fortunata a essere sospesa in mezzo a tutto questo splendore.  Poter osservare tutti e festeggiare con loro le vittorie e gli amori che nascono. Ma sai quante volte vorrei poter scendere un po’ giù?!! Soprattutto quando qualcosa non va, quando il dolore spacca in due il cuore e tu l’urlo lo senti fin lassù. Vorrei stringermi a loro, dare calore e qualche carezza. Io lo so come ci si sente quando ti senti con le mani legate e pensi che nulla andrà come vuoi. Ecco, vorrei essere lì in quel momento, per spingere via la delusione e la convinzione di non riuscire.

2. Come ti senti a raccogliere i sogni e i desideri di tutti?

A volte piena, piena di magia. Colma dei vostri sogni meravigliosi. Altre vuota, quando proprio non mi riesce di realizzarlo e magari è uno dei più grandi.

3. Come trascorri le tue giornate in attesa di prendere posto per il tuo 'turno' di lavoro?

Resto tutto il giorno a studiare i sogni e i desideri delle persone. Leggo e guardo i fogli piene di liste, di stelline e nomi. Parlo con le mie compagne, mangiando zucchero filato e caramelle gommose e qualche volta davanti a tisane calde e dolci di mandorla. Spesso non mi ritrovo con i conti. Ma questo è tutta colpa della luna.

4. Ma, alla fine, i desideri li realizzi davvero?

Io metto tutta me stessa. Mi impegno per far realizzare tutti i sogni, ma non sempre finisce bene. A volte ci sono disegni più grandi anche di noi, che siamo solo delle piccole stelle.




Se avete perso le interviste agli altri inquilini di "Palazzamore", ecco il calendario per recuperarle!



lunedì 17 settembre 2018

[Blogtour] "Il rumore del pallone sul cemento" di Dario Santonico



Buongiorno, di nuovo, e benvenuti al secondo post della giornata dedicato al romanzo di Dario Santonico, "Il rumore del pallone sul cemento", edito da BookaBook che ringrazio per la copia.
Vi parlerò dell'infanzia ma, soprattutto, dei giochi più belli che tutti abbiamo fatto almeno una volta nella nostra vita.
Buona lettura!


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Domenico e Giulio si conoscono da quando hanno dieci anni. Più precisamente da quando, nelle campagne della provincia romana, un pallone calciato male da Giulio unì le loro vite per gli anni a venire. Ormai adulto, Domenico ripercorre con la memoria il tortuoso percorso della loro amicizia. Dalle giornate passate a costruire casette sugli alberi alle prime gite scolastiche. Dai primi amori alle scazzottate. Dalle fughe improvvise ai ritorni inattesi. Nonostante le loro evidenti diversità, i due si ostinano a mettere in gioco la loro costante e incessante forza per tentare di colmare l'uno le rugosità dell'altro, ritrovandosi, infine, entrambi completati. Una storia che parla di una profonda amicizia, dell'evoluzione dei sogni e della riscoperta di quelle strade che sembravano dimenticate per sempre.



Il romanzo di Santonico racconta la splendida amicizia di Giulio e Domenico e le loro mille avventure. Tutto questo mi ha riportato anche alla mia infanzia e a ripensare alle amicizie ormai perse ma che, in quegli anni, sembravano destinate a durare per sempre.

Ho avuto la fortuna di vivere in un contesto con molti spazi aperti e tanti bambini della mia età per condividerli e voglio raccontarvi i miei giochi preferiti. Oltre ad andare in bicicletta su e giù per le strade e a giocare a pallone/pallavolo, mi piaceva tantissimo giocare a campana!
C'era un non so che di magico nella precisione di tirare il sassolino nella casella e nell'equilibrio perfetto con cui saltare avanti e indietro senza mai toccare i bordi. Una confezione di gessetti durava al massimo per un paio di partite, molto meno dei litigi sulle presunte irregolarità dei vari partecipanti. 😋

https://www.pinterest.it/pin/190840102932270398/?lp=true

Un altro gioco che amavo da impazzire, anche se leggermente diseducativo se ci ripenso ora, erano le corse all'ultimo sangue nelle partite infinite a 'Guardia e ladri'. Ovviamente, nemmeno a dirlo, amavo fare la ladra, scavalcare muretti e staccionate, saltare da scale o balconi pur di non farmi prendere con la refurtiva (solitamente la merenda per tutto il gruppo). Mi manca tantissimo correre a perdifiato ma sempre con il sorriso a fior di labbra. Se dovessi provarci ora, probabilmente collasserei dopo due metri o resterei infilzata a qualche paletto, della serie "dont' try this at home" (non fatelo a casa!).

http://alimentazionebambini.e-coop.it/giochi-per-bambini/giochi-per-feste/guardie-e-ladri/

Ultimo gioco, sempre ai limiti dello spolmonamento, era 'Strega comanda colore'.
Era un gioco interessante, soprattutto se fatto al parco, circondati solo dalle varie sfumature di verde e con la strega di turno che chiamava il blu o il fucsia. Potevi correre per chilometri ma quello che avresti trovato sarebbe stato al massimo un rosso scolorito dal sole di qualche gioco. Come risolvevo il problema? Vestendomi in stile arlecchino con colori sgargianti, la vittoria era assicurata!

http://www.incredibilia.it/11-giochi-allaperto-ormai-dimenticati-ne-aggiungereste-altri/

Quali sono stati i giochi della vostra infanzia?
E, soprattutto, non era meglio correre a perdifiato all'aria aperta piuttosto che trascorrere le giornate davanti ai tablet e alla tv?

Continuate a seguire il tour e non lasciatevi scappare questo meraviglioso romanzo sull'amicizia, quella vera!








giovedì 6 settembre 2018

Recensione "Palazzamore" di Barbara Villa

Buongiorno cuori librosi,
oggi sul blog vi parlo del romanzo di Barbara Villa, "Palazzamore", edito da Bookabook.
Si tratta di una storia nella storia, fatta di racconti di vita dei vari abitanti di un palazzo milanese.
Buona lettura!



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Un condominio qualunque a Milano abitato da persone normali, le cui vite si sfiorano, si incrociano, si intrecciano, senza sovrapporsi. Ognuno resta infatti al proprio piano, immerso nel proprio quotidiano. Ma la realtà di tutti i giorni non è mai scontata, perché è fatta di sguardi, di emozioni, di cuori che palpitano e proiettano in cielo sogni e dolori. Così il palazzo diventa un luogo che racchiude in sé la vita in tutte le sue sfaccettature. Diventa un luogo dove non si ha paura di esprimere i desideri, rimpianti, segreti, gioie. E ogni piano del condominio regala un'istantanea di vita.


Sono stata subito attratta dalla copertina e dal titolo di questo romanzo. La trama, poi, mi ha incuriosito ancora di più e ho divorato l'esiguo numero di pagine nel giro di un paio d'ore scarse. In questo libro ho incontrato moltissimi personaggi, dalle personalità e dalle storie più svariate.
Ognuno di loro, oltre alla propria vicenda da raccontare, ha un messaggio che arriva dritto al cuore del lettore. Amore, fedeltà, amicizia, problemi lavorativi e sentimentali fanno da cornice alla vita di cittadini qualunque che, una volta chiusa la porta di casa, si ritrovano a fare i conti con sé stessi.

Ci sono state storie che mi hanno colpito più di altre, come quella della portinaia o di una madre single che incontra un angelo custode che le darà un nuovo punto di vista sulla vita. Barbara Villa è riuscita nell'impresa di rendere interessante la normalità, tematiche quotidiane in cui molti lettori riusciranno di sicuro ad identificarsi. Non ci sono vicende irreali ed esagerate, ma solo storie 'normali', con personaggi assolutamente veri e reali con i quali è facile entrare in empatia.

Meno tre, due, uno. Auguri.
Tutti si baciano e si augurano il meglio, si sentono botti in lontananza e intanto è tornata la luce. Ballano, cantano e non pensano più a niente. Io li guardo per un po' e poi mi appisolo appesa ai loro sogni. Perché le storie finiscono, ma l'amore non finisce mai.

Circa centoventi pagine di mini storie che vi conquisteranno grazie ad una scrittura fluida e una prosa coinvolgente. Ideale per farvi compagnia dopo una lunga giornata di lavoro/studio. La linea comune di 'Palazzamore'? L'amore, per l'appunto. L'amore, che nelle sue varie accezioni, riesce a risolvere moltissime situazioni critiche e problematiche. Lasciatevi conquistare da questo carinissimo concentrato di quotidianità, sono certa che lo apprezzerete.


domenica 5 agosto 2018

Recensione "Al capolinea dell'ultimo sogno" di Barbara di Clemente

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una storia carinissima, e decisamente tenera, che mi è piaciuta moltissimo.
Buona lettura!


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Sebastiano è un ingegnere di ottantaquattro anni in sedia a rotelle, parcheggiato dai figli a Villa Serena, una casa di riposo di lusso. L'uomo passa le giornate a riflettere sulla sua vita, discreta e solitaria, trascorsa all'ombra di una famiglia che l'ha sempre ignorato. Un giorno a Villa Serena arriva Mario Boduoli, un nuovo ospite con una fisicità imponente e dei modi di fare grossolani che poco si sposano con quelli degli altri. Una volta risolto il mistero della sua identità, viene lanciata una sfida a Sebastiano: se riuscirà entro tre mesi a insegnare le buone maniere al nuovo arrivato, otterrà l'ambita stanza affacciata sul mare. Inaspettatamente, a cambiare sarà proprio Sebastiano, che grazie al suo nuovo amico si troverà per la prima volta faccia a faccia con se stesso, realizzerà sogni fino a quel momento neanche immaginati e inizierà a vivere davvero, scoprendo che il suo viaggio ha ancora in serbo molte sorprese...

"Al capolinea dell'ultimo sogno" è stata una piacevolissima scoperta. I protagonisti sono tutt'altro che ordinari e gettonati, così come l'ambientazione. Siamo in una casa di riposo e il nostro protagonista è un ingegnere in sedia a rotelle arrabbiato con il mondo. E' un personaggio molto particolare e molto complesso, vi confesso che inizialmente non mi ha fatta impazzire ma con l'entrata in scena di Mario Boduoli, un uomo dal carattere diametralmente opposto al suo, la situazione si 'rivoluziona', per dirlo in parole povere. Tra i due nasce un'amicizia molto improbabile che ci mostra gli aspetti migliori di entrambi. Personalmente, ho adorato il loro rapporto, i dialoghi e le mille avventure che li vedono protagonisti. 

La storia di Barbara Di Clemente è un inno alla positività e al cambiamento, è una storia che ci insegna a trarre il meglio dalle persone che incrociano sul nostro cammino perché ognuna di loro può renderci migliori. Non è mai troppo tardi per rendersi conto dei propri errori e porvi rimedio, Sebastiano ne è l'esempio lampante! Mi sono appassionata moltissimo alla storia, i personaggi mi sono entrati nel cuore ma, anche per quanto riguarda la parte editoriale più tecnica, è stato fatto un ottimo lavoro: titolo originale ed esaustivo, progetto grafico interessante e una prosa scorrevolissima che si legge con piacere. Questo libro ha davvero del potenziale e, se cercate una storia diversa, vi consiglio di concedergli un'occasione!



venerdì 13 luglio 2018

Recensione + approfondimento "L'effetto Grant" di Aurora Redville

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un romanzo da leggere con sospiri e gli occhi a cuoricino. Chi di voi non ha mai sognato di incontrare qualche cantante, o attore, famoso e di farlo capitolare ai propri piedi? Questa è l'esperienza che vive Aurora in una splendida cornice londinese.
Buona lettura!

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A poche ore dal suo arrivo a Londra, sotto lo stupendo tetto di acciaio e vetro del British Museum, Aurora incrocia lo sguardo di Daniel Grant, il suo idolo, l'attore che ammira da sempre e che fino a quel momento ha solo potuto sognare. Ora è di fronte a lei, le sorride e si offre di farle da guida turistica per la città. Tra i due scatta la scintilla, ma i giorni volano e il rientro a Milano di Aurora è sempre più vicino. Ben presto i ragazzi dovranno fare i conti con le proprie emozioni e con una passione irrefrenabile, che rischia di travolgere tutto. Aurora però non vuole abbandonare la sua vita in Italia e deve trovare un equilibrio, tra incertezze, interrogativi, paure, dubbi... e il sorriso da svenire di Daniel! Vale forse la pena vivere il presente e affrontare le esperienze una alla volta, con il coraggio che solo chi si innamora sa trovare?

Inizio subito col dirvi un paio di difetti del libro per poi passare alle note più dolci e piacevoli.
La storia di Aurora Redville è un'opera prima e si capisce subito dai vari errorini di forma e dalla prosa ancora piuttosto acerba. Un altro elemento, che ha inficiato sul giudizio, è lo stile molto prolisso dell'autrice: in alcuni punti ci sono davvero troppi dettagli e troppi particolari che appesantiscono la storia senza aggiungere o arricchire la trama. Il risultato è semplicemente quello di far perdere interesse al lettore che tenta di seguire il filo del discorso. Ho riscontrato qualche refuso di troppo e qualche errore di battitura che non posso non segnalare dato che si tratta pur sempre di un libro e il mio interesse è quello di tutelare il lettore davanti a questi episodi. Sicuramente si tratta di difetti che potrebbero passare inosservati ad un occhio poco attento ma per i miei, che sono super allenati, hanno costituito un grosso limite.

Finite le note dolenti, passiamo agli aspetti positivi del libro e, tra questi, c'è senza dubbio la briosità della storia: quella di Aurora e Daniel è, infatti, una vicenda molto frizzante stile commedia romantica americana. La protagonista vive un vero e proprio sogno ad occhi aperti accecata dalle luccicanti luci di Londra e dallo splendore del suo attore preferito. Mi ha stupito moltissimo il personaggio di Daniel: in fin dei conti, parliamo di un attore molto famoso, indubbiamente bello e ricco che, però, si dimostra una persona molto semplice e disponibile. Non si tratta del classico bad boy inarrivabile, anzi. Non è difficile capire come mai Aurora riesca ad innamorarsi follemente di lui nel giro di pochi giorni! 
A partire dalla seconda metà del romanzo, la storia acquista maggiore dinamicità e un buon ritmo: il rapporto tra i due personaggi ha i giorni contati ma si sà che a volte l'amore può fare miracoli...

Azzeccatissimo il titolo: 'L'effetto Grant' c'è e si vede, conquista anche la mente di chi legge. Si tratta di uno strano fenomeno che riempie i cuori di speranza e lo stomaco di farfalle che svolazzano allegre incuranti dei problemi e degli ostacoli che ogni giorno la vita ci pone davanti. L'autrice lo descrive molto bene, così come riesce a raccontare perfettamente la vasta gamma delle sfumature dell'innamoramento e della passione. La sua scrittura è, come dire, evocativa pur nella sua semplicità.
Altro dettaglio da non sottovalutare, è l'inserimento di espressioni in lingua inglese che vi aiuteranno ad ampliare il vostro dizionario personale, cosa non da poco.

Come vi accennavo sopra, si tratta di una scrittura acerba ma con ampio margine di miglioramento. Sicuramente siamo ad un buon punto di partenza e, da qui, si può solo fare meglio.
Nel complesso, siamo di fronte ad una storia molto carina e romantica, con sfumature anche un po' più sensuali che, però, non superano mai i limiti della decenza e non scadono nella volgarità.


Mi è stato chiesto qual è stato il viaggio che più mi ha cambiata e devo ammettere che non è stato facile sceglierne uno. Ho sempre viaggiato moltissimo, per mia fortuna, e ogni esperienza ha arricchito la mia personalità in maniera più o meno positiva. Tuttavia, credo che visitare i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau mi abbia aperto gli occhi su molte cose e, soprattutto, su una pagina davvero buia della nostra storia. E' stato un viaggio toccante, emozionante e doloroso. Ricordo, come se fosse ieri, il silenzio che aleggiava tra quelle piccole casupole, ricordo le lacrime dopo aver ascoltato la testimonianza di una sopravvissuta e la morsa allo stomaco quando è arrivato il momento di visitare le 'docce' e i 'forni'. E' stata un'esperienza fortissima che, però, mi ha fatto capire la fortuna che abbiamo nel vivere una vita fondamentalmente libera e al sicuro. 
Per quanto imperfetta e complicata, la nostra esistenza è comunque migliore di quella di tante altre persone sfortunate. Dovremmo tutti essere un po' come Aurora e vivere la vita sempre col sorriso.


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