lunedì 8 gennaio 2024

Recensione "Chi ha polvere spara" di Donato Montesano

 Buongiorno lettori,

il primo post dell'anno è dedicato al romanzo di Donato Montesano che ripercorre la vita e le "imprese" di Pancrazio Chiruzzi, una sorta di ladro gentiluomo che negli anni '70 realizzò delle rapine ai danni di banche e personaggi di spicco.

Buona lettura!


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“Chi ha polvere spara” è un antico modo di dire. Un invito a mettere la propria pelle in gioco, a mostrare ciò che si è, a cercare quel che si vuole. Pancrazio Chiruzzi, detto Pan, nasce in un paese della Basilicata, e cresce tra i vicoli, il mare, e i fuochi d’artificio. La sua vita cambia radicalmente quando è costretto a emigrare al nord, dove si scontra con l’odio e tutte le discriminazioni riservate ai meridionali in quegli anni. La sua rabbia cresce in fabbrica, per condizioni di lavoro disumane, ed esplode fino alla decisione di puntare tutto sul crimine. Insieme a un gruppo di coetanei imparerà che il colpo perfetto è quello in cui non si spara mai, e si può fare solo con amici veri, pronti a mettere sul tavolo la propria vita per difendere quella dei compagni. Sfidando la legge Pan diventerà un rapinatore professionista, mettendo a segno colpi sensazionali in Italia e all’estero, ma quando l’amicizia, la morte, il carcere e il grande amore si intrecceranno, il destino - come un falco nel cielo della vita - lo metterà di fronte alle conseguenze delle proprie scelte e a lottare per quello in cui crede.

Donato Montesano firma una storia ispirata a Pancrazio Chiruzzi, uno dei più famosi criminali d'Italia che a partire dagli anni '70 realizzò dei colpi incredibili ai danni di banche e istituti di credito in Italia e all'estero. 

Il libro può essere sostanzialmente diviso in tre parti: la prima descrive in modo nostalgico e malinconico l'infanzia di Pan nel paese natale, Bernalda, e la storia di famiglia. In questa parte vediamo come il carattere e gli ideali del protagonista crescono e si evolvono.

Nella seconda parte, c'è il trasferimento a Torino e l'acquisizione di molte consapevolezze tra cui quella suprema: i potenti, e i ricchi in generale, hanno un potere assoluto sui poveri e purtroppo ne abusano! Questo assunto diventa quasi un mantra per Pan che, attraverso le sue rapine, cerca di ristabilire l'ordine o meglio, la giustizia. 

Nella terza e ultima parte, Pan è adulto, affronta il carcere, l'evasione e la latitanza sempre in compagnia di un'etica personale che lo contraddistingue. 

Per tutta la lettura, l'autore si limita a raccontare una storia senza sbilanciarsi in giudizi e opinioni personali. Considerando che il protagonista è fondamentalmente un criminale, vi lascerà interdetti il fatto che vi affezionerete a Pan e alla sua banda. 

Ho amato molto lo stile dell'autore e, soprattutto, il suo modo di raccontare che, nella prima parte in particolar modo, mi ha fatto fare un viaggio ad occhi aperti nell'Italia degli anni '70.

Il titolo "Chi ha polvere spara", è un modo di dire ma anche il filo conduttore che lega la vita e le "gesta" di Pan, il criminale che più di altri ha sempre mantenuto una certa etica, infatti nelle sue rapine non ci furono mai vittime.

Non conoscevo la storia di Pancrazio Chiruzzi ma questo libro ha risposto in maniera esaustiva a tutte le mie domande. Mi è piaciuto e lo consiglio!


   ⭐️⭐️⭐️,5 

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