mercoledì 23 novembre 2022

Le rose di Orwell di Rebecca Solnit

 Buongiorno, lettori.

Oggi vi parlo di un saggio molto interessante edito da Ponte alla Grazie Editore. 



Acquistalo QUI

La figura di scrittore di George Orwell è inestricabilmente legata alla sua denuncia dei totalitarismi, quelli descritti in "1984" e nella "Fattoria degli animali". Sarebbe molto semplice dimostrare quanto siano attuali quelle descrizioni, in particolare se si pensa all'erosione progressiva della vita privata e ai sistemi sempre più avanzati di controllo sociale, per concludere che Orwell aveva ragione. E invece la strada che Rebecca Solnit sceglie per dimostrare l'attualità del suo pensiero è quella che affonda nelle sue profondità, svelandoci un Orwell intimo, che coltivava rose, riconosceva il canto degli uccelli, e che aveva deciso di vivere su un'isola per poter realizzare il desiderio di possedere e lavorare in una fattoria. A partire da quelle rose, che fanno da filo conduttore all'intera trattazione, Solnit ricostruisce la biografia di Orwell gettando luce sull'importanza della bellezza, della speranza e della gioia nella sua vita e anche nella sua opera, chiamando in causa altre figure per diversi motivi emblematiche, da Tina Modotti a Stalin, dal fondatore della banca delle sementi sovietica alle lavoratrici delle serre colombiane, dove le rose vengono coltivate in una mostruosa catena di montaggio. Alla fine rileggeremo alcuni passi di "1984" scoprendo quanta bellezza contengano, la bellezza che Orwell indicava quando scriveva: «Finché sarò vivo e in buona salute continuerò ad appassionarmi alla prosa, ad amare la superficie della terra e a prender piacere dagli oggetti solidi e da ritagli di informazioni inutili. Non c'è modo di sopprimere questa parte di me».

Dopo aver letto, anni fa, "La fattoria degli animali" e, il mese scorso, "1984", avevo tantissima curiosità di capire ed imparare qualcosa in più su George Orwell. 

Rebecca Solnit ci regala un saggio interessante e completo sulla vita del famoso scrittore, raccontando nei dettagli vicende ed episodi che segnarono la sua vita e lo ispirarono nella stesura delle sue opere.

Chiunque abbia avuto l'occasione di approcciarsi, a vario titolo, alle opere di Orwell avrà notato le grandi denunce sociali e la completa insofferenza per tutti i regimi totalitari ma forse, quello che pochi sanno, è che nella sfera privata era un uomo mite con la passione per la botanica, per le rose in particolare. 

All'interno del saggio, la narrazione della Solnit prosegue placida raccontando aneddoti e vicende personali della vita di Orwell, allegando immagini del celebre autore in bianco e nero che rendono il tutto ancora più personale e originale. Come un diario di vita che scorre lento sotto gli occhi del lettore. 

È stata una lettura stimolante e arricchente su argomenti ed eventi storici che conoscevo poco. Dopo aver terminato "Le rose di Orwell", confermo e sottoscrivo tutta la mia stima e ammirazione verso una delle penne più brillanti e iconiche della nostra epoca.




lunedì 14 novembre 2022

Recensione "Sleepwalk" di Dan Chaon

 Buongiorno lettori, 

nella recensione di questa settimana vi racconto la mia opinione sul nuovo libro di Dan Chaon, "Sleepwalk", edito da NN Editore. 

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Will Bear ha cinquant’anni e non ha mai avuto un vero lavoro, mai pagato le tasse, mai avuto una relazione seria. Si è costruito una vita senza radici né legami, a parte l’amica d’infanzia, Experanza; e a bordo del suo camper, la Stella Polare, attraversa un’America senza più leggi, controllata da droni e milizie private, svolgendo losche commissioni per conto di una fantomatica società di servizi, in compagnia di un vecchio cane da combattimento affetto da stress postraumatico. Un giorno, su uno dei suoi tanti cellulari, riceve la telefonata di una certa Cammie, che gli dice di essere sua figlia e di essere in pericolo. Nonostante i sospetti iniziali, Will si fida di lei. E mentre sente fiorire dentro di sé un autentico affetto paterno, comincia a dubitare di tutto e di tutti, diradando la nebbia che avvolge il suo passato e la sua identità. Dopo La volontà del male e Il riflesso del passato, Dan Chaon torna con un romanzo di frontiera, una fuga rocambolesca e allucinata, una sleepwalk da un mondo dilaniato da controllo sociale, pandemie e cambiamento climatico. E alternando bonaria ironia e malinconica consapevolezza, posa il suo sguardo sull’amore, l’empatia e l’istinto, forze primordiali in grado di regalare sempre un’altra possibilità, anche quando tutto sembra perduto.


La prima cosa che mi ha colpita di questo nuovo romanzo di Dan Chaon, è l'ambientazione molto realistica e, allo stesso tempo, claustrofobica e desolata. I temi trattati, pandemie, cambiamenti climatici e controllo eccessivo di tutta la popolazione, oltre ad essere molto attuali, conferiscono alla storia veridicità e un crudo realismo. Non è difficile immaginare la fuga di Will Bear, la paura di Cammie e questo nemico che sembra essere ovunque ma allo stesso tempo è qualcosa di impalpabile e astratto. 

I due protagonisti, Will e Cammie per l'appunto, sono rispettivamente padre e figlia ma nessuno dei due sapeva dell'esistenza dell'altro fino all'inizio di questa vicenda né c'era mai stato alcun contatto tra loro, tantomeno un incontro. Ho adorato l'iniziale diffidenza di Will, abituato ad essere un solitario con zero vita sociale e un'innata sfiducia nel genere umano, lasciare il posto alla speranza e poi all'affetto che inizia a provare per una perfetta estranea che dice di essere sua figlia. Anche Cammie, dal canto suo, suscita simpatia grazie ad un carattere schietto, senza filtri e alla sua volontà di rischiare il tutto e per tutto pur di trovare suo padre.

"Sono stato pazzo per un po'. Ma poi ne sono uscito. Sono scappato."

Ciò che convince a continuare la lettura, oltre ai motivi sopra elencati, è il mistero del ruolo di Will in questa società misteriosa che si occupa di affari discutibili. Ci si ritrova a dubitare di tutto e tutti mentre il cerchio si stringe intorno ai due protagonisti. Non attirare l'attenzione diventa di primaria importanza ma è un'impresa complicata quando si è costantemente monitorati da droni e satelliti.

La scrittura di Chaon è ipnotica e scorrevole, nonostante la narrazione sia perlopiù molto placida e senza bruschi cambi di rotta, mi sono ritrovata all'epilogo senza nemmeno rendermene conto. Ho amato le atmosfere e i paesaggi, i personaggi e gli spunti di riflessione su ciò che sta accadendo anche nella nostra realtà. Se amate le storie vere e autentiche, questo libro fa di sicuro al caso vostro.





venerdì 4 novembre 2022

Recensione "Nella sua mente" di Rossana Balduzzi

 Buongiorno lettori!

Oggi sarà nostro ospite un thriller firmato da Rossana Balduzzi, "Nella sua mente", edito da Diarkos.

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Un’organizzazione economico-criminale che, attraverso la manipolazione mentale, opera segretamente per ottenere il controllo di persone potenti e dei loro patrimoni. Due donne, Clara ed Emma, cadute nella rete dell’organizzazione, che riusciranno dopo una ricerca senza respiro a smascherarne la mente. Una battaglia feroce, per fermarne il folle piano, senza esclusioni di colpi. Un thriller adrenalinico di luci, ombre e allusioni, sviluppato come una trilogia attraverso un crescendo di tensioni vibranti ed emozioni contrastanti, dove nulla è come appare.

La prime cose che saltano all'occhio di questo libro sono una copertina ipnotica e una mole davvero considerevole che, sono certa, può incutere un certo timore.

Vi farà piacere sapere che in realtà la storia è molto scorrevole, la scelta di suddividerla in capitoli brevi aiuta a mantenere sempre una certa concentrazione e a tenere un buon ritmo di lettura. Il tema trattato è molto originale: la manipolazione mentale. Se siete poco esperti in materia, la Balduzzi viene in aiuto descrivendo perfettamente metodi e modalità di applicazione. C'è stato, senza dubbio, un ottimo lavoro di ricerca in questo senso.

Stesso discorso anche per la parte finanziaria della storia: essendo il motivo principale per il quale si svolge tutta la vicenda è interessante esplorare questo universo fatto di investimenti, conti bancari e transazioni considerevoli.

Le due protagoniste Emma e Clara sono i personaggi ai quali ci affezioniamo di più, nonostante ce ne siano moltissimi nelle oltre settecento pagine del libro. L'autrice ci mostra tutte le loro fragilità e paure rendendole davvero molto umane.

L'idea di base dell'organizzazione, e relativo modus operandi, è un vero colpo di genio che dà una svolta all'intera storia dopo un inizio che fa fatica ad ingranare. Una volta consci dell'obiettivo, inizia la parte più interessante e avvincente della vicenda.. quella che mi ha appassionato di più. 

Avrei invece evitato le ultime due parti del libro, sebbene siano necessarie per avere una visione più completa dell'accaduto le avrei snellite di parecchie centinaia di pagine. Le ho trovate dispersive e per non perdere il filo mi sono dovuta dotare di blocchetto per gli appunti. Troppi salti temporali che disorientano e non poco.

Dopo una prima parte ben fatta e coinvolgente, la fiamma si affievolisce inesorabilmente tanto da rendere quasi un sollievo finire la lettura. Un peccato perché, nel complesso, sono tanti gli aspetti positivi del libro ma altrettanti quelli che avrei evitato.


lunedì 31 ottobre 2022

Recensione "A cena con l'assassino" di Alexandra Benedict

 Buongiorno e felice giorno di Halloween. 

Probabilmente vi aspettate la recensione di qualche libro horror o misterioso ma il libro di cui vi parlerò, in uscita oggi per Newton Compton Editori, è in realtà ambientato durante il periodo natalizio anche se di mistero ne troverete moltissimo! 

Buona lettura. 



Acquistalo QUI

Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest'anno c'è un premio speciale: l'atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c'è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l'esterno, tutto può succedere...

Il romanzo di Alexandra Benedict è, senza dubbio, uno dei più interessanti e coinvolgenti che mi è capitato di leggere quest'anno. Si tratta di un'opera breve che presenta tutte le caratteristiche che un buon giallo deve avere: una location isolata e chiusa, molti personaggi e una serie di omicidi da risolvere. Il tutto si svolge ad Endgame House, una villa appartenente alla famiglia Armitage da generazioni, durante le feste natalizie. L'ultima padrona della villa, ha ideato un gioco a base di anagrammi e indovinelli che porterà il fortunato vincitore ad ereditare l'intera proprietà. Inutile dirvi che la schiera di eredi si darà battaglia per riuscire a vincere il gioco.

La situazione si complica quando alcuni dei partecipanti vengono uccisi e i restanti sono completamente isolati dal mondo in quanto, le regole nel testamento specificano bene alcuni cavilli legali da rispettare perché la vincita sia valida. Quindi la situazione è questa: una villa isolata, con tanto di labirinto, corpi delle vittime sparsi qui e là, indizi strani che hanno sempre un doppio significato, i dodici giorni che sembrano infiniti e un premio enorme da portarsi a casa... senza dubbio la ricetta perfetta per appassionare tutti gli amanti del genere.

«Deve stare attenta, di sopra», continua la signora Castle incrociando le braccia. «E anche nel resto della proprietà». 
«Perché?», domanda Lily.
 «Questo posto fa uno strano effetto alle persone». 
«Tipo?» 
«Lo scoprirà», risponde la signora Castle. «Diciamo solo che non ho proprio idea del motivo per cui qualcuno dovrebbe volere questa casa».

Il personaggio con il quale entriamo più in sintonia è quello di Lily, la protagonista dotata di una mente davvero brillante che riesce a decifrare anche l'indizio più complesso.
Per quanto riguarda gli altri, non avrete difficoltà a catalogarli, questa è un po' la pecca del libro..l'elenco dei cattivi è fin troppo semplice da individuare. 

Altra critica che vorrei muovere è un po' l'assurdità della situazione generale: nella nostra epoca, mi viene difficile immaginare un raduno di famiglia in cui tutti rinunciano al telefono e accettano di essere reclusi dodici giorni in una casa che poi verrà ereditata da uno solo di loro. È strano immaginare che se ne restino tutti lì a "giocare" nonostante gli omicidi a cadenza quasi giornaliera..insomma mi è sembrata un po' esagerata come ambientazione, nonostante abbia il suo fascino. 

Un punto super a favore sono i vari giochi, compreso quello finale per il lettore, che rende l'esperienza di lettura stimolante e accattivante. Tutto sommato, ritengo che sia un'ottima lettura se chiudiamo gli occhi davanti a certe forzature!




giovedì 20 ottobre 2022

Recensione "La bambina nei muri" di A.J. Gnuse

 Buongiorno lettori,

oggi vi racconto un libro particolare edito da HarperCollins Italia, "La bambina nei muri", di A.J. Gnuse.

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Elise conosce ogni centimetro della sua casa. Sa quale scalino scricchiolerà sotto il peso di un piede imprudente. Conosce tutti gli interstizi nei muri. Sa quali spazi possono accoglierla e tenerla nascosta. In fondo, è casa sua. La casa che i suoi genitori hanno costruito per lei. E la casa è il luogo più importante, dove bisogna stare, a tutti i costi. Anche Eddie la chiama casa. La stessa casa di Elise. Eddie sta diventando grande. Non vuole più credere alla ragazzina che a volte scorge con la coda dell'occhio. Vuole che lei sparisca. Ma quando anche il fratello maggiore si accorge della sua presenza, si presenta un dilemma: come possono liberarsi di qualcuno che non sono nemmeno sicuri che esista? E cosa succede se nel cacciarla invitano una minaccia ben peggiore a entrare nella loro casa?

Questo è il classico caso di un libro che poteva dare di più. La copertina ipnotica e il titolo misterioso catturano subito l'attenzione del lettore ignaro che, poi, si ritrova invischiato in una storia davvero strana, basata sul non detto.

L'autore racconta la storia di Elise, una bambina che vive *letteralmente* nei muri di quella che è sempre stata la sua casa, ora ci vive una nuova famiglia ma lei non sembra turbata dalla cosa e si limita ad essere una presenza attorno a loro, approfittando dei momenti di assenza per mangiare, giocare o ballare.

Col passare del tempo, i segni lasciati da Elise -un'orma, un pupazzo spostato, un oggetto scomparso- mettono in allarme i due fratelli che indagano su queste stranezze.

"Era mezza morta e non-morta: stava perdendo e si rifiutava di perdere. Non era con il mondo mentre il mondo andava avanti; viaggiava nella sua scia. Quella bambina nei muri era una bambina nelle stanze di una casa – quella casa – e ora un ragno in una tela rotta, che temeva i passi, il vento, i rami che cadevano."

La situazione precipita con l'arrivo di una specie di cacciatore di fenomeni paranormali ma tutto diventa confuso perché l'autore non è per nulla chiaro su Elise, la sua condizione, la figura di Brody che sembra l'unico davvero in pensiero per lei.

Sono andata avanti con la lettura in attesa di qualcosa che potesse dare davvero un senso a tutta la storia ma, quel qualcosa, non è mai arrivato. Questo mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca che non è svanito nemmeno dopo aver letto l'intervista finale all'autore, che almeno ha fatto un po' di luce su quello che era l'intento originale del libro.

L'unico messaggio chiaro è quello dell'appartenenza ad un luogo: un legame che nemmeno il dolore o un imminente pericolo possono spezzare. 

Sebbene sia una storia originale, ben scritta e con una prosa scorrevole, non ne consiglierei la lettura perché non raggiunge mai l'apice e si trascina nell'attesa di un colpo di scena che, però, non arriva e lascia un grande senso di insoddisfazione. 


martedì 18 ottobre 2022

Review Party "Il caso dei tre bambini scomparsi" di Alberto Beruffi

 Buongiorno lettori,

tengo particolarmente alla recensione di oggi perché riguarda l'ultimo libro di Alberto Beruffi, "Il caso dei tre bambini scomparsi", edito da Newton Compton Editori. 

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Dopo un periodo di aspettativa per riprendersi dalla morte della figlia, l'ispettore Marco Pioggia rientra in polizia e viene incaricato di indagare sull'omicidio di una ragazza, trovata senza vita nel suo appartamento. Il caso si complica per la presenza di un graffito sulla scena del crimine, e ancora di più quando viene scoperto il cadavere di una seconda ragazza, uccisa con le stesse modalità. Intanto, in una Milano fredda e nevosa che si appresta a festeggiare il Natale, la Polizia deve affrontare il rapimento di tre bambini, sequestrati mentre tornavano a casa da scuola e scomparsi nel nulla. L'ispettore Pioggia si trova coinvolto nelle due indagini, che si intrecciano e si confondono, ma se vorrà salvare i bambini dovrà affrontare gli incubi del passato e provare a vincere la sfida che un avversario spietato gli ha lanciato.

Pur trattandosi del terzo libro dedicato all'ispettore Marco Pioggia, questo è in realtà la genesi di tutto e la risposta a chi, come me, voleva disperatamente saperne di più sul personaggio principale della serie thriller firmata da Alberto Beruffi. 

La trama è, come sempre, brillante ed originale. Ogni volta che si chiude un libro di Beruffi si è sempre più ricchi e consapevoli di un particolare argomento, in questo caso, si tratta di arte e leggende natalizie. Tre bambini scompaiono a Milano, nessuno sa dove siano e ogni pista battuta dagli inquirenti si rivela un vicolo cieco.

Contemporaneamente, Pioggia, è alle prese con i demoni del passato ed è divorato dal rimorso, tornare a lavoro è allo stesso tempo un modo per girare il dito nella piaga e una terapia per reagire ed andare oltre.

«Ci sono tanti poliziotti che possono farlo». 

«Ma non sono come te. Tu sei nato per questo, intuisci quello che a molti sfugge».

Filastrocche inquietanti, enigmi, murales da decifrare, omicidi rituali e un legame sempre più preoccupante con il passato. È chiaro che tutto porta all'ispettore Pioggia e questo tutto riaccende la voglia di rivalsa e di vendetta dell'uomo che, ormai, non ha più nulla da perdere.

Questa volta sarà diverso. Questa volta capirà in tempo il disegno malato che c'è dietro al rapimento dei ragazzi. Deve riuscirci ad ogni costo!

In un crescendo di emozioni contrastanti, con il tempo che scorre inesorabile, Marco e suoi colleghi hanno le ore contate per decifrare i messaggi di Snake Trail e salvare tre poveri innocenti. 

Ancora una volta Alberto Beruffi è stato in grado di stupire e convincere con una storia ben costruita e assolutamente originale. L'epilogo apre la strada al futuro e io non vedo l'ora di sapere cos'altro mi riserverà una delle migliori serie crime italiane!



lunedì 17 ottobre 2022

Recensione "La moglie del lobotomista" di Samantha Green Woodruff

Buongiorno lettori, 

iniziamo la settimana con un romanzo interessante tratto da una storia vera, "La moglie del lobotomista", di Samantha Green Woodruff, edito da Newton Compton Editori. 



Acquistalo QUI


Ruth Emeraldine ha una missione: aiutare coloro che soffrono di disturbi mentali. Da quando suo fratello, reduce della Grande Guerra, si è tolto la vita, non ha mai smesso di domandarsi se, con il giusto aiuto, avrebbe potuto essere salvato. L'incontro con un affascinante medico, il dottor Robert Apter, un giovane e brillante studioso delle tecniche più all'avanguardia nella cura delle malattie mentali, sembra scritto nel destino. Ruth si innamora perdutamente di Robert, e accetta di sposarlo così da affiancarlo e sostenerlo nelle sue sfiancanti sessioni di lavoro, durante le quali sperimenta un trattamento che – entrambi ne sono convinti – rivoluzionerà per sempre la medicina: la lobotomia. Con il passare del tempo, però, l'intervento non sembra portare i risultati sperati, anzi. Molti pazienti perdono la vita, ma Robert sostiene che sia un male necessario per perfezionare la cura. Dopo l'ennesimo fallimento, Ruth comincia a sospettare che il marito non sia motivato dall'interesse per i malati, ma solo da una folle quanto spietata ambizione. E così, quando a una nuova giovane paziente, Margaret, viene prescritta la lobotomia, capisce che è arrivato il momento di opporsi. E quella decisione cambierà il corso della sua e di molte altre vite. Ispirato alla vita del neurologo Walter Jackson Freeman II, il medico statunitense che lobotomizzò migliaia di pazienti.

La vicenda raccontata da Samantha Green Woodruff è ipnotica e intrigante come poche. Il fatto che sia tratta da una storia vera e che si concentri sulla salute mentale negli anni '60, la rende ancora più interessante ed originale. 

La protagonista, Ruth Emeraldine, mi è piaciuta moltissimo: una donna carismatica, forte ed indipendente che riesce a fare del suo ospedale un centro all'avanguardia per la salute mentale. Il suo personaggio è davvero di ispirazione e l'unico appunto che le si può fare è di essersi lasciata travolgere troppo dai sentimenti. 

Lui le rivolse un sorriso ancora più grande, poi levò la coppa e la guardò negli occhi. «Ruth Emeraldine, credo questo sia l’inizio di una grande avventura». Già allora, lei gli credeva con tutta sé stessa.

Suo marito Robert, ispirato al famoso neurologo Walter Freeman, è il classico personaggio con l'ego smisurato e la voglia di passare alla storia ad ogni costo. L'autrice analizza molto bene il rapporto tra loro che,  almeno inizialmente, è molto affiatato e alimentato dalla voglia di fare la differenza. Nel corso degli anni, invece, il matrimonio tra i due entra sempre più in crisi in quanto hanno degli obiettivi completamente diversi: mentre per Ruth i pazienti, e il loro benessere, è l'obiettivo da perseguire, per Robert esiste solo la scienza e la voglia di primeggiare ad ogni costo.

In tutto questo, l'autrice spiega molto bene il fenomeno della lobotomia, il suo uso, la sua evoluzione e la definitiva disfatta pochi anni dopo la sua introduzione come terapia per alcune trattamenti psichiatrici.

È un libro che fa riflettere, una storia che non conoscevo e che può regalare sicuramente un'esperienza di lettura interessante.



martedì 11 ottobre 2022

Recensione "La ragazza che non c'era" di Cinzia Bomoll

 Buongiorno, lettori. 

Protagonista della recensione di oggi è un noir tutto italiano ambientato a Ferrara. Si tratta de "La ragazza che non c'era", di Cinzia Bomoll,  edito da Ponte alle Grazie. Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e sono felice di dirvi la mia in occasione della sua uscita in libreria. 

Buona lettura!




Acquistalo QUI

La prima inchiesta di Nives Bonora, ispettrice coraggiosa e passionale. Una ragazza viene ritrovata morta per un'overdose nell'ospedale psichiatrico abbandonato di Aguscello, nella bassa ferrarese. Non si riesce a capire chi sia. Ma nelle quarantott'ore che passano fra il ritrovamento del corpo e l'inizio degli esami autoptici, la ragazza sparisce. Qualcuno l'ha vista allontanarsi sulle sue gambe: un raro caso di morte apparente. E così l'ispettrice Nives Bonora, figlia dell'Emilia più genuina – passionale e pragmatica, dolente e vitale – si trova ad affrontare il caso di una ragazza fantasma e una storia marcia, perversa, in cui la malavita dell'Europa dell'Est va a braccetto con la migliore borghesia di Ferrara. Il coraggio di Nives, la sua irruenza e una dose di follia la porteranno a osare troppo ma infine a risolvere il caso a modo suo, contro ogni attesa e ai confini della legge. Ma Nives dovrà anche affrontare i tanti «casini» della sua vita privata, dal rapporto col padre carabiniere in pensione a quello con la nonna che le ha fatto da madre, fino al commissario Brandi, suo capo ostile ma anche poco affidabile amante.

Se dovessi scegliere un solo aggettivo per descrivere questo noir di Cinzia Bomoll sarebbe: anomalo. A partire dal fatto che l'autrice sia una donna, in un genere che ha una forte presenza maschile, per finire alla scelta di una protagonista così sui generis come Nives Bonora. 

Nonostante tutto, però, ho divorato il libro e non mi è dispiaciuto per niente: l'elemento che ho preferito è senz'altro la personalità di Nives, perennemente in bilico tra il senso del dovere e la forza dei suoi sentimenti, così intensi e travolgenti. In un certo senso, pur essendo intriso di black humour e criminalità ci sono anche dei sentimenti benevoli e positivi che riescono a creare un equilibrio perfetto; equilibrio che rende questa lettura perfetta anche per i lettori che non amano il genere solitamente. 

L'indagine parte in un modo particolare, e anomalo anch'esso, con una vittima che si "risveglia" e sparisce dall'obitorio con le sue stesse gambe, anche se poco stabili. 

"Sembrava morta, ovviamente. Quando l'abbiamo trovata, il suo battito era così rallentato che il metodo legale sul momento non ha potuto rilevarlo."
"Ma...come è stato possibile non accorgersene?"
"Sindrome di Lazzaro...succede raramente, ma succede".

L'ispettrice Bonora è chiamata a fare chiarezza ma non sospetta, nemmeno lontanamente, in quale malaffare si stia cacciando. Le tematiche trattante sono varie e interessanti, le indagine si incrociano inaspettatamente con un altro caso e la questione si ingigantisce a dismisura arrivando ad attaccate l'alta società di Ferrara e il fiorente mercato della prostituzione dall'est Europa. 

In tutto questo, l'autrice ci regala un "triangolo" amoroso che è stata una piacevole distrazione alle indagini di polizia. Perfettamente calata nel genere, la Bomoll si serve di una prosa sintetica, precisa, dal gergo colorito che riesce a strappare più di un sorriso. Finale con colpo di scena che apre al futuro dell'ispettrice Bonora che non vedo l'ora di scoprire. Ci sono ancora tante cose da dire su di lei, ne sono certa!



martedì 4 ottobre 2022

Recensione "Il Santuario" di Sarah Pearse

 Buongiorno lettori, 

da oggi in libreria potete trovare il nuovo thriller di Sarah Pearse, "Il santuario", edito da Newton Compton Editori. Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo perché, a differenza de "Il sanatorio", mi ha conquistata. 

Buona lettura!



Acquistalo QUI

L'apertura di un esclusivo centro benessere su un'isola al largo del Devon ha richiamato l'attenzione dei media di tutta l'Inghilterra e dei turisti più facoltosi. Viene pubblicizzato sulle riviste di settore come un'oasi di pace, una sorta di lussuoso santuario del wellness, il luogo ideale per chi desidera allontanarsi dal caos della città e ricaricarsi di nuove energie. Ma l'area su cui sorge la struttura, conosciuta come Reaper's Rock, sembra nascondere una storia oscura. Quando una giovane donna viene trovata morta sugli scogli sotto lo splendido padiglione yoga del centro, la detective Elin Warner, chiamata a indagare, non crede che sia stato un semplice incidente. E i suoi sospetti si trasformano in certezza quando scopre che la vittima non era un'ospite e non avrebbe dovuto trovarsi lì. Altri incidenti portano Elin a temere che la leggenda nera di Reaper's Rock non sia soltanto frutto della superstizione. Dovrà perciò misurarsi con la mente contorta di un assassino spietato e perverso, in una corsa contro il tempo in cui la posta in gioco è la sopravvivenza.

Quando ho girato la prima pagina di questo thriller ho provato un misto di curiosità e pregiudizio: non avendo particolarmente apprezzato la protagonista nel libro precedente, "Il sanatorio", sono partita prevenuta verso di lei ma sono felice di averle concesso una seconda possibilità perché ho divorato questo nuovo thriller della Pearse.

Il "modus operandi" dell'autrice è sempre lo stesso: un luogo isolato, un caso intricato da risolvere e condizioni meteo proibitive che isolano totalmente i personaggi per tutta la durata delle indagini. In questo libro, Elin lascia da parte le sue ansie e paure e finalmente mostra di che pasta è fatta e le sue abilità di detective. Il caso non è semplice: una scia di omicidi che potrebbe essere collegata a un caso precedente e avere un movente quasi soprannaturale. Sull'isola, infatti, aleggia l'ombra del Mietitore, una roccia particolare che richiama alla mente proprio la figura della morte con tanto di cappuccio e falce.

Adesso la parte inquietante: la storia di questo posto è da brividi. È la sporgenza rocciosa sul lato dell’isola, anche se da qui la vedete male, a dare all’isola il suo soprannome: la Roccia del Mietitore. Ve lo dicevo che era inquietante. E secondo la leggenda locale, l’isola è maledetta.

In un crescendo di tensione e crimine, Elin deve far lavorare velocemente la mente e cercare tutti i possibili collegamenti e dare un nome e un movente ai sospettati. L'impresa sembra semplice considerando l'ambiente circoscritto e isolato ma, in realtà, la situazione è più complicata del previsto dato che ci sono in ballo anche false identità e segreti torbidi di parecchi personaggi. 

La Pearse non ci fa annoiare, questo è un libro che si divora con curiosità e che regala non pochi colpi di scena. C'è sempre una parte importante della vita privata della detective e un mistero che ancora non è stato svelato e che la riguarda molto da vicino: una presenza che continua a seguirla a distanza e che non sembra avere buone intenzioni. Finale che apre le porte alla prossima avventura che aspetterò, stavolta, molto più fiduciosa!



lunedì 3 ottobre 2022

Recensione "Le sorelle del mare del nord" di Anne Prettin

 Buongiorno, lettori.

Oggi vi parlo di un romanzo dalle tinte gialle e misteriose edito da Garzanti. Si tratta de "Le sorelle del mare del nord", firmato da Anne Prettin.

Buona lettura!



Acquistalo QUi

I Kiessling appartengono all'isola di Juist come le maree. Perché al Mare del Nord non si può dire addio. Lo sanno bene Frauke, Theda e Marijke, cresciute su quelle spiagge, ma le cui vite hanno preso strade diverse. Ora, però, una cerimonia a cui non possono mancare le riunisce sotto lo stesso tetto insieme alla madre Adda e alla nonna Johanne. Il padre, Eduard, sta per ricevere una medaglia al valore. Per le sorelle Kießling non si prospetta una felice rimpatriata – troppi, in famiglia, i silenzi e i non detti –, ma mai si sarebbero aspettate di trovarsi di fronte una donna che assomiglia alla loro madre da giovane. Dice di chiamarsi Helen e di essere venuta dalla Nuova Zelanda con la speranza di riallacciare i rapporti con la famiglia. Solo che nessuno sa chi sia. Nessuno ha mai sentito il suo nome. Frauke, Theda e Marijke dovranno smettere di farsi la guerra per scoprire la verità. Una verità che affonda le radici in un luogo molto caro ai Kiessling: l'Hotel de Tiden, di cui sono proprietari. Lì, tutto ebbe inizio settantacinque anni prima. E lì, forse, si nasconde la chiave del mistero di Helen. Le tre sorelle dovranno ripartire da quel luogo che cambierà il futuro di ognuna di loro e sconvolgerà per sempre i fragili equilibri familiari.

Questa è la storia di una famiglia, praticamente tutta al femminile, che da generazioni vive sull'isola di Juist. Tutto sembra andare bene, nonostante ci siano parecchie ombre e segreti sepolti nel passato, finché Helen, direttamente dalla Nuova Zelanda, arriva sull'isola aprendo un gigantesco vaso di Pandora. La storia della famiglia Kiessling è intensa e pregna di avvenimenti, la narrazione a più voci tenta di sbrogliare la matassa di ricordi e mezze verità sui quali si regge il precario equilibrio della famiglia. 

Caro diario, tra novanta minuti sarò morta. La marea è sempre puntuale.

Perderò conoscenza, smetterò di respirare  e il mio cuore batterà per l'ultima volta. 

Poi, più nulla.

Non è facile farsi un'idea delle protagoniste perché ad esclusione di Helen e Adda, vengono giusto tratteggiate a grandi linee. Il libro inizia benissimo, con una pagina di diario angosciante e triste per poi imboccare le vie più disparate: guerra, omicidi, inganni. Una miscela davvero eterogenea che, però, confonde e non aiuta il lettore ad appassionarsi alla storia.

È difficile entrare in sintonia con i personaggi perché non si espongono più di tanto e quindi non è sempre chiaro il motivo che si cela dietro i loro comportamenti. Mi sarebbe piaciuta un'attenzione maggiore verso le famose "sorelle" che danno il nome al romanzo ma ci sono pochissimi accenni al rapporto tra loro. La narrazione è davvero troppo prolissa e confusionaria.

Le parti che ho apprezzato, in quanto sono riassuntive ed illuminanti sulla storia e i personaggi, sono le pagine del diario di Wanda. L'ambientazione è un altro punto forte del libro: il paesaggio remoto e incontaminato ha il suo fascino. Anche il colpo di scena finale, sebbene facilmente intuibile, ha dato un po' di sprint ad una storia che poteva dare decisamente di più. 

È il libro giusto per gli amanti di storie familiari con un tocco di giallo. 

lunedì 19 settembre 2022

Recensione in ANTEPRIMA "Delitto di famiglia" di Megan Collins

 Buongiorno e buon inizio settimana. 

Oggi, per voi, la recensione in anteprima del thriller di Megan Collins, "Delitto di famiglia", in uscita domani per Newton Compton Editori. 

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Dahlia Lighthouse ha vissuto sin da bambina sull'isola di Blackburn, insieme ai genitori, al suo gemello, Andy, e ai due fratelli maggiori. L'isola è tristemente famosa per essere stata teatro di una serie di omicidi, ma i coniugi Lighthouse non ne sono particolarmente turbati, anzi, è proprio con il racconto e lo studio degli omicidi più efferati che crescono i quattro figli, isolandoli dal mondo. Non stupisce che, raggiunti i diciotto anni, i primi due fratelli lascino l'isola per andare a vivere altrove. L'unico ansioso di bruciare le tappe è Andy, il quale, la notte del suo sedicesimo compleanno, scompare lasciandosi dietro solo un biglietto di addio. Di lui si perdono le tracce e solo Dahlia passa la vita a cercarlo e ad aspettare il suo ritorno. Dieci anni dopo, alla morte del padre, Dahlia e gli altri fanno una scoperta agghiacciante: nella tomba riservata al defunto è già sepolto un altro corpo, con accanto l'ascia di Andy. Le successive indagini fugano ogni dubbio: Andy non ha mai lasciato l'isola, è stato assassinato. Mentre la madre e i fratelli cercano un modo per superare lo shock, Dahlia comincia a indagare per scoprire chi possa avere ucciso il suo gemello. Una ricerca che pare legarsi al misterioso caso del serial killer di molti anni prima, e che la porterà a fare i conti con gli inquietanti segreti della sua famiglia...

La storia della famiglia Lighthouse è inquietante e misteriosa per molteplici motivi: vivono in una grande villa che domina una piccola isola, crescono studiando omicidi e assassini rendendo "onore" alle vittime, portano nomi ispirati alle tragedie che hanno scosso l'America negli ultimi sessanta anni, un serial killer si aggira sull'isola ma sono gli unici a non esserne preoccupati. Con questi presupposti, la Collins ci presenta questa eccentrica famiglia di nuovo 'quasi' al completo in occasione dei funerali del capofamiglia. Manca solo Andy, fratello gemello di Dahlia, scomparso da ormai dieci anni lasciandosi dietro solo un biglietto di addio.

Greta è l’unica persona a cui ho rivelato le probabili “anomalie” della nostra infanzia, dettagli che ha divorato e assaporato: la biblioteca sul retro ribattezzata “stanza delle vittime”, gli scaffali zeppi di giornali che parlavano dei delitti; le lezioni domiciliari di mia madre, che ci faceva comporre dei “rapporti di omicidio” in cui presentavamo le nostre teorie su casi irrisolti in componimenti di cinque paragrafi

Quando delle ossa vengono rinvenute nel giardino dietro casa, nessuno di loro sospetta l'amara verità. La vittima è proprio Andy che, quindi, non è mai fuggito. È subito chiaro che è stato assassinato ma da chi? E perché? Dahlia non riesce a farsene una ragione e avvia un'indagine personale che mette in discussione ogni cosa dai suoi familiari alle conversazioni che aveva con Andy. Ha passato gli ultimi dieci anni a cercarlo in giro per il mondo ed è più che mai decisa a scoprire chi è stato a portarglielo via per sempre.

Abbiamo sempre vissuto così isolati… La gente pensa di sapere tutto di noi, ma nessuno ci conosce davvero.

In un crescendo di tensione, la verità si fa strada tra i sussurri della gente, che non ha mai visto di buon occhio questa strana famiglia, e amare scoperte che rischiano di devastare quel che rimane dei Lighthouse. Una storia particolare, quindi, su una famiglia che vive isolata a celebrare la morte, sembra quasi inevitabile che quest'ultima abbia trovato pane per i suoi denti proprio tra di loro. Epilogo in parte prevedibile anche se l'autrice ci riserva un piccolo colpo di scena difficile intuibile.

È un libro che si divora nel giro di poco tempo e dotato, senza dubbio, di molto fascino e mistero. Consigliato!



martedì 13 settembre 2022

Recensione "Mrs March" di Virginia Feito

 Buongiorno lettori,

oggi vi parlo di una delle uscite più interessanti di questo autunno edita da HarperCollins Italia, "Mrs March. La moglie dello scrittore", firmato dalla penna di Virginia Feito.

Buona lettura!



Acquistalo QUI

L’ultimo romanzo di George March è come sempre un successo, adorato dai lettori e dalla critica.


Nessuno potrebbe essere più fiero della sua devota moglie, che si sente parte di tutti gli onori e i riconoscimenti: Mrs. March è infatti completamente dedicata al marito. La sua vita nell’Upper East Side segue una rigida routine fatta di dignità e totale controllo. Finché una mattina, mentre compra il pane nella consueta pasticceria, Mrs. March conversa con la commessa e per caso capisce che la protagonista del romanzo, una disgustosa e meschina prostituta, è ispirata a lei. Stringendo la borsetta di pelle nei guanti color menta, fugge dal negozio, sconvolta. Cosa può aver fatto per meritare una tale umiliazione?


Il sospetto comincia a insinuarsi insidioso nella sua mente. E tutto quello che credeva di sapere su George e su se stessa inizia a sembrarle un inganno. La paranoia la spinge a frugare tra i documenti del marito, fino a trovare un articolo di giornale che parla di una donna scomparsa. Forse George c’entra qualcosa? Nella notte, Mrs. March inizia a sentire strani rumori, i pensieri la assalgono senza sosta e in più nella casa iniziano ad apparire degli scarafaggi impossibili da debellare… Finché la donna decide. Deve fare qualcosa per scoprire la verità.


'Mrs March. La moglie dello scrittore' è stato definito un romanzo dalle tinte hitchcockiane e mai definizione fu più appropriata. Virginia Feito ci regala un personaggio davvero particolare di cui non rivela nemmeno il nome, come se non fosse importante, definendola semplicemente come signora March, moglie dello scrittore di successo George. Già da questa decisione si può capire bene l'impronta che viene data a questa povera donna che vive frustrata e insoddisfatta una vita sempre uguale finché non le fanno notare che la protagonista dell'ultimo libro del caro George le somiglia particolarmente. Da qui inizia una spirale paranoica discendente per lei, insultata da questo paragone e finalmente cosciente di essere sempre stata presa in giro e non amata da tutti quelli che la circondano. 


Quella notte a Cadice il diavolo era entrato dentro di lei, stabilì con sorprendente sangue freddo, e in qualche modo si stava facendo strada in casa sua, come gli scarafaggi, attraverso un pertugio impercettibile. Aveva trovato un’apertura e presto sarebbe entrato.


Il suo delirio paranoico peggiora giorno dopo giorno, trascinandola tra incubi, visioni e allucinazioni che aggravano, di fatto, il suo già precario equilibrio psicologico. 

Ho provato profonda pena e tenerezza per questa donna e il suo vissuto. Una metafora di quello che accade nei nostri momenti di fragilità in cui tutto sembra acquisire un significato più sinistro e pericoloso. Finale triste ma prevedibile, non poteva essere altrimenti (e no, non è quello che pensate). 

Ho divorato il romanzo quasi tutto d'un fiato, catturata da questo stile ricco di black humour e deliri paranoici. La componente psicologica è quella predominante e meglio sviluppata nel libro e vi permetterà di entrare in completa empatia con Mrs March. Se amate Hitchcock e i thriller psicologici, è il libro giusto!


lunedì 12 settembre 2022

Review Party "La verità sul caso Joanna Duncan" di Robert Bryndza

 Buongiorno lettori,

Oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato all'ultimo thriller di Robert Bryndza,  "La verità sul caso Joanna Duncan", edito da Newton Compton Editori. 

Solo un piccolo spoiler: mi è piaciuto molto!



Acquistalo QUI

Niente è meglio di un caso di portata nazionale per un’agenzia investigativa appena nata. Kate Marshall e il suo socio, Tristan Harper, hanno accettato l’incarico sperando di riuscire a chiudere con successo le indagini.

Il problema è che la scomparsa della giornalista Joanna Duncan, avvenuta dodici anni prima, è sempre stata circondata da un inquietante alone di mistero. Sembra tutt’altro che casuale, infatti, che sia svanita nel nulla proprio dopo aver denunciato uno scandalo politico…

In assenza di prove, però, la polizia ha dovuto chiudere il caso. E tutti se ne sono dimenticati. Tutti tranne sua madre, che a distanza di anni non intende arrendersi: è sicura che Joanna abbia scoperto qualcosa di terribile, mettendo così in pericolo la sua vita.

Per Kate e Tristan è chiaro fin da subito che non sarà facile risalire alla verità: l’indagine procede tra false piste e vicoli ciechi, almeno finché tra gli effetti personali di Joanna non scoprono i nomi di due giovani, scomparsi senza lasciare traccia pochi giorni prima che anche lei fosse vista per l’ultima volta.


Che cosa hanno in comune quelle sparizioni? Possibile che ci sia un pluriomicida a piede libero da dodici anni?


"La verità sul caso Joanna Duncan" è il terzo libro della serie dedicata a Kate Marshall, un agente investigativo privato. La sua impresa fatica, non poco, a stare a galla perciò quando un nuovo cliente si affaccia nel suo ufficio, Kate non può che accogliere questo nuovo caso a braccia aperte. In realtà si tratta di quello che viene definito in gergo "un cold case", ovvero un caso del passato che non ha mai trovato una soluzione: dodici anni prima, una promettente giornalista è sparita nel nulla dopo aver denunciato e provocato un grande scandalo su un politico locale. Il fascicolo delle indagini è davvero scarso: la ragazza sembra aver semplicemente smesso di esistere da un momento all'altro ma Kate e Tristan non si danno per vinti e si mettono subito all'opera partendo dall'inizio e ripercorrendo, passo dopo passo, le ultime ore di Joanna Duncan per trovare indizi sfuggiti alla polizia dodici anni prima.


"La chiamo in merito a mia figlia, Joanna Duncan. Era una giornalista ed è scomparsa, quasi tredici anni fa… È svanita nel nulla. La polizia non ha mai scoperto cosa le fosse accaduto, ma è davvero sparita."

Kate apre un vero e proprio vaso di Pandora ricollegando la sparizione ad altri casi irrisolti, c'è un assassino in circolazione che non ha nessuna voglia di essere consegnato alla giustizia. È forse a causa del suo lavoro che Joanna è finita sulla stessa scia di questo serial killer? Arrivata a questo punto della lettura non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine e l'ho finito tutto d'un fiato in un crescendo di suspense, dolorose verità e colpi di scena. Per quanto mi riguarda, è ad un livello superiore rispetto ai libri precedenti. Ho ritrovato il Robert Bryndza che mi aveva fatto innamorare con "La donna di ghiaccio".

È proprio un rientro dalle vacanze col botto!!




sabato 3 settembre 2022

Recensione "Il segreto di Frannie" di Howard Owen

 Buongiorno lettori,

vi parlo oggi di un grande ritorno firmato da Howard Owen, "Il segreto di Frannie", terzo capitolo della serie che ha come protagonista Willie Black, un giornalista di provincia. 

*il libro può essere letto anche senza conoscere i precedenti perciò non mi resta che augurarvi una buona lettura!



Acquistalo QUI

Il vecchio Les, la figura più simile a un padre per Willie Black, ha un passato da giocatore di baseball nei Vees, la squadra di Richmond. Insieme a Peggy, la madre di Willie, vive una vita tranquilla segnata soltanto da qualche vuoto di memoria, finché un giorno non viene raggiunto da due proiettili in mezzo al parco. Mentre Les in ospedale lotta per sopravvivere, con Peggy sempre accanto a lui, la polizia individua un possibile colpevole. Ma Willie non è convinto e inizia a indagare, deciso a trovare il responsabile di un gesto che non ha spiegazioni. Scavando nel passato dei Vees col pretesto di un reportage giornalistico, scopre che quasi tutti i compagni di Les sono morti in circostanze sospette; e capisce che la chiave potrebbe essere la bella e fragile Frannie, una ragazza il cui cammino sfortunato aveva incrociato quello della squadra nel lontano 1964. Nel terzo capitolo della serie a lui dedicata, il cronista Willie Black si ritrova alle prese con un caso che lo tocca da vicino, un mistero da risolvere come un enigma. Dolente e umano, ironico e appassionato, "Il segreto di Frannie" racconta di destini drammatici e svolte imprevedibili, e della forza dell’amore, un sentimento potente che può assumere infiniti colori, dai toni cupi della vendetta a quelli chiari e luminosi del perdono.

Quando Les riceve un colpo di pistola nel parco vicino casa, per Willie è come essere colpito da un fulmine a ciel sereno. Les è una specie di padre per lui e, soprattutto, è forse l'uomo più buono sulla terra. L'unico caso in cui alla domanda "Conosci qualcuno che avrebbe voluto fargli del male?", la risposta è un secco NO perché nessuno avrebbe mai fatto del male a Les. Lo spirito da giornalista entra subito in gioco e così Willie si mette sulle tracce del killer. Quello che non sa è che il movente va ricercato nel passato e, più precisamente, nel 1964.

"Questa tragedia collettiva potrebbe essere un bel gancio per il mio articolo. La maledizione di Parker Field, o qualche stupidaggine del genere. Solo una cosa mi fa pensare che non sia una coincidenza: qualcuno sta tenendo il conto."

Indagando più in profondità, il caso non sembra più tale ma una sorta di piano ben organizzato ai danni dell'intera squadra di baseball che nel '64 portò molto onore alla città. Tutto gira intorno alla figura di Frannie e il suo tragico destino. C'è qualcuno nell'ombra che sta facendo giustizia per la povera ragazza e, pagina dopo pagina, non si può certo biasimare questa figura. 

Un thriller interessante, ambientato nella patria del baseball - uno dei temi chiave del libro. I personaggi non vengono per nulla artefatti ma, anzi, ci vengono mostrati in tutta la loro normalità. Non ci sono super detective o effetti speciali. È una storia che si potrebbe trovare tranquillamente su qualsiasi giornale. La vendetta è il sentimento che muove tutto e anche il messaggio di denuncia dell'autore, su un tema molto attuale, che non passa inosservato. 

Ho decisamente divorato questo libro nel giro di due giorni, sono contenta di aver ritrovato il caro Willie e tutti gli abitanti di Oregon Hill. Sono anche meno ignorante in materia di baseball quindi promuovo Howard Owen su tutta la linea!




martedì 30 agosto 2022

Recensione "I vicini di casa" di S.E. Lynes

 Buongiorno lettori,

torno con una nuova recensione sul libro di S.E. Lynes, "I vicini di casa", un thriller domestico edito da Newton Compton Editori. 

Buona lettura!


Acquistalo QUI

Ava, Matt e la loro figlioletta Abi vivono in un quartiere tranquillo e sicuro, circondati da vicini amichevoli. Una sera, Ava si allontana per pochi minuti, lasciando la figlia da sola in cucina, ben assicurata al seggiolone. Al suo ritorno, Abi è scomparsa: la porta d'ingresso è aperta e il seggiolone è vuoto. La bambina sembra davvero sparita e di lei non si saprà più nulla. Un anno dopo, Ava vive ancora nella morsa del senso di colpa e dell'angoscia. Per scuoterla, il marito cerca di convincerla a partecipare all'inaugurazione della nuova casa dei Lovegood, i loro vicini. Ava non vorrebbe andare, perché non sopporta l'idea di trascorrere del tempo con persone che non condividono il suo dolore, ma finisce per cedere: Matt è preoccupato per lei e forse una serata fuori le farà bene. Alla festa però, mentre gli amici chiacchierano amabilmente tra un brindisi e l'altro, Ava origlia un commento che non avrebbe dovuto sentire, una frase detta a bassa voce che mette in discussione tutto ciò che sa sulla scomparsa di sua figlia. Pensava di aver ricostruito ogni dettaglio di quel giorno maledetto. Si sbagliava...

La storia di Ava e Matt mi ha colpita particolarmente e non perché sia un thriller così brillante ma perché mi sono ritrovata molto in loro. Avendo anche io un bimbo di due anni, non è stato difficile capire Ava e la sua voglia di tranquillità per due minuti (nel suo caso purtroppo cruciali) e nemmeno le dinamiche complicate del suo matrimonio perché l'arrivo di un figlio mette a durissima prova una coppia.
È stato anche doloroso seguirli durante le indagini sulla scomparsa di Abi, l'angoscia palpabile ad ogni pagina, che solo un genitore può capire. L'autrice è stata bravissima a sviscerare tutte le emozioni dei suoi personaggi e a raccontare le dinamiche piuttosto morbose dell'intero quartiere. 

"Le lacrime sono infinite. Sono una donna con una figlia. Sono una donna che aveva una figlia. Entrambe le affermazioni sono vere. Vivo nel passato; sopravvivo nel presente. Ero lei; sono io. Mia figlia è viva; è morta. Si è solo persa; è sparita per sempre."

Anche ai lettori di thriller meno esperti, appare subito chiaro che uno tra i vicini sia responsabile di questa misteriosa sparizione ma la Lynes gioca su tanti dettagli per confondere le acque e dare un movente un po' a tutti. I lettori più esperti, invece, capiranno subito di chi si tratta ma, anche per loro, ci sarà una sorpresa proprio all'epilogo della storia.
Nel complesso, non posso dire di non averlo apprezzato ma devo essere sincera sul fatto che la cosa dipenda più dall'empatia provata per i protagonisti e la piccola Abi e non dalla trama fine a se stessa.



martedì 23 agosto 2022

Recensione "La casa nel bosco" di Kiersten Modglin

 Buongiorno lettori.

Esce oggi il thriller di Kiersten Modglin, "La casa nel bosco", edito da Newton Compton Editori. Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvi com'è andata!



Acquistalo QUI

Grace ha appena sposato Ryan e non vede l’ora di partire per la luna di miele: suo marito ha trovato una meravigliosa casetta in mezzo al bosco, dove sarà bellissimo svegliarsi ogni mattina circondati dal verde e trascorrere le serate nella vasca idromassaggio del seminterrato… L’idillio viene però turbato da una scoperta inquietante: qualcuno ha lasciato sulla soglia della casa un biglietto che recita “Lei è morta; ora tocca a te”. Grace, spaventata, vorrebbe andare alla polizia, ma Ryan stranamente si rifiuta, minimizzando l’accaduto. Le cose precipitano quando i cavi del telefono vengono tagliati, e la coppia si ritrova completamente isolata in mezzo alla foresta. Grace comincia a chiedersi se può fidarsi davvero dell’uomo che ha sposato: è evidente che ciò che sta succedendo ha qualcosa a che fare con il passato di Ryan, un passato che lei non conosce e che rischia di metterla in serio pericolo…

È stata una lettura che definirei "curiosa", per tutto il tempo si ha la sensazione di non essere a conoscenza di dettagli fondamentali ed, effettivamente, è proprio così. Sembra davvero strano leggere le avventure di una coppia, da poco sposata, che si ritrova in una baita dispersa nel nulla in luna di miele: lui devoto e protettivo a livelli imbarazzanti, lei che sembra gradire questi atteggiamenti ossessivi ma, allo stesso tempo, sembra più sfuggente che mai. La narrazione si divide in tre parti e in questa prima fase, oltre ciò che vi ho raccontato sopra, c'è la comparsa di uomo dall'aspetto sinistro che si aggira nel bosco...l'intera storia inizia ad acquisire i connotati propri del thriller e un mare di segreti viene alla luce con annessi colpi di scena.

Odio essere io a dirvelo, ma la baita dove soggiornate ha una storia molto cupa. Vi sono avvenuti due omicidi e non abbiamo ancora catturato il responsabile

Nella seconda parte, l'autrice ci porta indietro nel tempo per spiegare un tassello fondamentale della storia che, gli esperti di thriller, non faranno fatica ad immaginare. In questo senso devo dire che la storia si fa abbastanza prevedibile. 

Quello che invece non potevo prevedere, e che mi ha lasciata un tantino interdetta, è la terza parte: quella in cui i nodi sono ormai venuti al pettine ma viene tutto ricondotto all'amore, leggermente psicotico, dei protagonisti, divisi ma uniti da ricatti, vendetta e bugie.

Tutto sommato una lettura davvero particolare anche se non è il thriller dell'anno, ecco. 

martedì 16 agosto 2022

Recensione "Un cadavere a Clifton Down" di Tim Sullivan

 Buongiorno lettori,

puntuale come ogni martedì ecco una nuova recensione per voi. Si tratta di un thriller poliziesco molto interessante firmato da Tim Sullivan, "Un cadavere a Clifton Down", edito da Newton Compton Editori. 

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Chi era l'uomo trovato morto nel parco di Clifton Down, a Bristol? E quale tragedia lo ha portato a vivere (e morire) per strada? I suoi colleghi vorrebbero liquidare l'omicidio come il frutto di una semplice rissa finita male tra i senzatetto di Bristol, ma il detective George Cross non è convinto. Outsider lui stesso, Cross ha all'attivo più casi risolti di chiunque altro nella polizia del Somerset, ma la sua ossessione per la logica, i dettagli e gli schemi lo rende spesso inviso ai colleghi e ai superiori. Mentre si immerge sempre più nel passato dell'uomo di Clifton Down, Cross capisce che se vuole arrivare all'assassino deve risolvere un caso insoluto di quindici anni prima. Un'intuizione che lo metterà tremendamente in pericolo, perché chi è riuscito a farla franca per tutto quel tempo non ha alcuna intenzione di farsi smascherare da un atipico detective...

La particolarità di questo thriller è il suo protagonista: il detective Cross, infatti, è affetto dalla sindrome di Asperger. Questa patologia, strettamente correlata a quelle dello spettro autistico, compromette le relazioni sociali ed influenza molto il comportamento del soggetto che ne è affetto. Nessuno vuole mai lavorare con il detective Cross, le sue manie sull'ordine e il rispetto delle procedure, la totale mancanza di empatia verso i colleghi e un'attenzione maniacale per i dettagli lo rendono un personaggio "difficile" da gestire e con il quale rapportarsi. Tuttavia tutte queste caratteristiche lo rendono anche uno dei migliori detective in circolazione, le sue intuizioni e deduzioni si rivelano sempre esatte.

"Cross era sempre stato attratto da casi come quello. Casi di reietti. Di emarginati. Si identificava con loro perché anche lui, sotto vari punti di vista, lo era stato. Un emarginato, un disadattato, un tipo strambo, una persona con cui era più facile non fermarsi a parlare, passare oltre, evitare."

L'omicidio di un senzatetto, presto catalogato come risultato di una banale lite tra barboni, colpisce subito il detective Cross, capace di andare oltre alle apparenze e scoperchia un vero e proprio vaso di Pandora dando vita ad una indagine avvincente e piena di eventi e correlazioni. Tim Sullivan ci permette di entrare perfettamente nella mente del suo protagonista e di partecipare al processo di indagine con descrizioni minuziose e accurate che, personalmente, ho adorato.


La trama è un susseguirsi di scoperte, segreti e collegamenti tra passato e presente. Finale poco prevedibile che garantisce un bell'effetto a sorpresa. Spero di poter leggere ancora del detective Cross in futuro. Intanto, se amate i polizieschi o vi siete appassionati alla serie "The good doctor", sono certa che questo libro conquisterà un pezzetto del vostro cuore. 




martedì 9 agosto 2022

Recensione "Lo strano caso di Eve Harding" di Gemma Rogers

 Buongiorno lettori,

oggi vi racconto un thriller firmato da Gemma Rogers, "Lo strano caso di Eve Harding", edito da Newton Compton Editori. 

Buona lettura!


Acquistalo QUI


Presto o tardi avrà la sua vendetta… e sarà definitiva Fino a che punto ci si può spingere per ottenere giustizia? Il mondo di Eve Harding si è fermato un sabato mattina, quando ha subito un'aggressione mentre aspettava il treno. Da allora la sua vita non è più la stessa. Nonostante la sua denuncia, il colpevole non è mai stato trovato: sembra svanito senza lasciare traccia. Eve è tormentata dal pensiero che possa colpire di nuovo. E quel chiodo fisso condiziona ogni aspetto della sua vita: lascia il lavoro, cambia colore e taglio dei capelli, inizia ad allenarsi forsennatamente in palestra... finché non lo incontra. È lui, ne è sicura; è il suo corpo a parlare, il ricordo che le è rimasto impresso sulla pelle e nell'anima. Eve vuole vendetta. E non si fermerà di fronte a niente. Inizia così un gioco estremamente pericoloso...

Per una che legge una quantità notevole di thriller, Gemma Rogers è arrivata come una ventata d'aria fresca con una storia e una trama che ancora non mi era capitata. Tutto si basa sulla vittima che si trasforma in "carnefice", architettando un piano perfetto per avere giustizia. La stessa che le è stata negata da indagini troppo negligenti e un processo troppo lungo, complicato da una burocrazia infinita.

Dopo aver subito un abuso sessuale, in pieno giorno e in un parco pubblico, la vita di Eve è distrutta, nulla ha più importanza: il lavoro, le scadenze, la sua intera esistenza perde di significato. Nella sua mente si susseguono le immagini dell'aggressione e gli occhi del suo aguzzino non la abbandonano mai, giorno e notte. Per questo, quando li incrocia di nuovo, sa già che solo la vendetta potrà placare quel senso di ingiustizia e violazione che ha stravolto la sua vita.


"È  stata la migliore, tra tutte. Ero riluttante ad abbandonarla, ma devo stare attento.  Non posso lasciarmi indietro nulla. Il desiderio ti rende stupido, ti offusca la vista, e io devo essere un passo avanti, ma una cosa è certa, non vedo l'ora di rivederla."


La tensione si taglia con il coltello per tutta la lettura, la narrazione è volutamente confusionaria per anticipare il piano geniale di Eve. La Rogers lavora molto sulla psicologia dei suoi protagonisti ed è molto semplice entrare nella loro mente e comprendere cosa li spinge a compiere determinate azioni. 

E quando non credevo che potesse esserci altro a farmi innamorare di questo libro, ecco la chicca finale che chiude magnificamente una storia davvero originale sul passaggio di una vittima indifesa a donna consapevole della sua forza, del suo valore e,soprattutto, dell'importante missione da compiere. Veramente un gran bel thriller!




martedì 2 agosto 2022

Recensione "Una donna di troppo" di Sandie Jones

 Buongiorno lettori,

oggi vi racconto una delle ultime novità firmate Newton Compton Editori, "Una donna di troppo", di Sandie Jones.

Buona lettura!



Acquistalo QUI

Emily è convinta di aver incontrato l'uomo della sua vita. Nonostante a volte sia duro e scontroso, Adam è anche affascinante e divertente, e lei ne è pazzamente innamorata, tanto da decidere di sposarlo. Prima del grande passo, però, Emily insiste per conoscere l'altra donna che occupa un posto importante nella vita del futuro marito: Pammie, sua madre. Presto si rende conto che Adam è attaccato alla madre in modo quasi morboso, ma questo per lei non sarebbe un gran problema, se Pammie non mostrasse fin da subito un odio viscerale nei confronti della futura nuora, e non esitasse a mentire e a complottare per metterla in cattiva luce e allontanarla dal figlio. E, peggio ancora, Adam sembra del tutto cieco di fronte a questi comportamenti e accusa la stessa Emily di incrinare il loro rapporto tenendo a distanza Pammie. La situazione precipita quando Emily scopre che Rebecca, l'ex fidanzata di Adam, è morta in circostanze poco chiare... Possibile che la sua futura suocera sia una donna davvero pericolosa?

Sandie Jones mi ha giocato più di uno scherzo con il suo libro o, forse, sono io che ho fatto troppe e anticipate congetture sulla storia pensando di non restare stupita da nulla e, invece, alla fine una piccola sorpresa c'è stata.
La lettura è un susseguirsi di momenti tragicomici: una suocera che ne inventa di tutti i colori per ostacolare il rapporto tra Adam e Emily. 

La povera nuora, alla fine della fiera, ha davvero i nervi a pezzi perché Pammie è incontenibile e instancabile. Una giocatrice che non risente mai della tensione e che è più che concentrata sul suo obiettivo. La situazione degenera quando Emily scopre gli scheletri nell'armadio della suocera e la situazione passa da "difficile ma gestibile" a "pericolo di morte imminente".

Sposerò tuo figlio. Nonostante tutto quello che tu possa dire o fare, non potrai fermarci. Succederà, che ti piaccia o no. Perciò ti suggerisco di abituarti all’idea». Lei si sporse ancora di più in avanti, fino a quando i nostri nasi quasi si toccarono. 
«Dovrai passare sul mio cadavere», sibilò.

La testardaggine di Emily è davvero eccezionale: qualunque persona sana di mente avrebbe abbandonato la nave mentre lei si ostina imperterrita a difendere con le unghie e con i denti un rapporto malato in cui c'è, come cita il titolo, una donna di troppo. E aggiungerei: un compagno totalmente scialbo e insignificante, un cognato ambiguo e tutta una serie di situazioni al limite del surreale.

Sul finale, troviamo un deciso cambio di rotta - che sospettavo- ma non basta a risollevare del tutto le sorti di una storia che fa fatica a prendere il volo nonostante sia ben scritta. In casi come questi, la lettura può piacere o meno perciò fate un tentativo e poi fatemi sapere! 

lunedì 25 luglio 2022

Review Party "Il delitto della vedova Ruzzolo" di Alessandra Carnevali

 Buongiorno lettori!

Oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato al nuovo libro di Alessandra Carnevali, "Il delitto della vedova Ruzzolo", settima indagine del commissario di Rivorosso Umbro, Adalgisa Calligaris.

Buona lettura!



Acquistalo, QUI

A Rivorosso Umbro sembra non esserci mai pace. Il commissario Adalgisa Calligaris e i suoi fidati collaboratori, infatti, devono fare i conti con un nuovo omicidio. Nella frazione di Ponterullo, è stata uccisa Ercolina Ruzzolo, un'anziana vedova che viveva da sola. Al centro della scena del crimine, il suo corpo giace accanto a un rosario. Dai primi rilievi tutto induce a sospettare che la donna conoscesse il suo assassino. E che gli abbia aperto volontariamente la porta. Ma le indagini rischiano di rivelarsi molto più complicate del previsto, perché un'altra donna viene uccisa, e anche questa volta accanto al cadavere è stato lasciato un rosario. Se vuole risolvere il caso, il commissario Calligaris dovrà mettere in discussione tutte le proprie certezze. Perché persino il suo formidabile intuito stavolta potrebbe non bastare…


La nostra Agatha Christie italiana è tornata e, con lei, il mitico commissario Adalgisa Calligaris dotata di un intuito formidabile e una passione smodata per il banco degli abiti usati del mercato di Rivorosso Umbro. Questa volta, il commissario, è alle prese con un caso insolito in quanto, le vittime, sono tutte anziane vedove, che vivono nei dintorni, ritrovate assassinate nelle loro case con un rosario vicino.

Tre omicidi,
tre donne anziane, sole e
tutte e tre in possesso di un rosario identico.

Le indagini si rivelano, da subito, ingarbugliate e confuse, i primi sospettati sono i figli delle vittime, nonché eredi delle stesse, ma si tratta di un'ipotesi fin troppo scontata che non convince fino in fondo Adalgisa che, seguendo l'istinto, fa luce su un segreto più complesso e pericoloso che coinvolge dei personaggi insospettabili. Tra un caffè e l'altro al bar del mitico Celestino, il commissario e la sua squadra iniziano a sistemare i vari tasselli al loro posto arrivando, ancora una volta, al colpevole dei misfatti.

Il finale mi ha lasciata un po' triste per un motivo che non posso svelare ma sono fiduciosa e impaziente di leggere la prossima avventura del commissario e di trovare risposte ad alcuni interrogativi lasciati un po' sospesi nel corso della narrazione. Non ne ho mai abbastanza della penna e dello stile di Alessandra Carnevali, i gialli del commissario Adalgisa Calligaris sono perfetti per le vostre vacanze quindi, se ancora non la conoscete, correte a recuperarli! Potete leggerli tranquillamente anche in ordine sparso anche se, il mio consiglio, è quello di partire dall'inizio per godervi al meglio l'esperienza di lettura.