venerdì 31 gennaio 2020

Recensione "Non cercavo qualcuno da amare" di Amabile Giusti

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di una storia che mi ha strappato il cuore. Il colpevole di tale struggimento è Amabile Giusti e il suo ultimo romanzo, "Non cercavo qualcuno da amare".
Buona lettura!


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Aron ha trentadue anni, è un ricco avvocato di New York e vive in un attico vicino a Central Park. La sua abilità professionale è pari al suo cinico distacco dalle emozioni. Un tradimento d’amore, quando era poco più di un adolescente, ha minato la sua fiducia nel prossimo e sprangato il suo cuore.
Jane ha ventitré anni ed è stata ferita nell’anima e nel corpo. Vive in un piccolo seminterrato nel Queens e fa un lavoro modesto. Non ha amicizie: i legami la obbligherebbero a svelare cosa ha interrotto la sua infanzia e distrutto la sua vita. Non cerca l’amore, è impossibile che qualcuno si interessi a lei, ha troppe cicatrici sul suo corpo e un buio profondo dentro.
Tuttavia, con la complicità di una causa pro bono che costringe Aron a rappresentare Jane in giudizio, lui non può fare a meno di notarla. Jane è così diversa dalle donne che di solito frequenta, così delicata e misteriosa, così poco propensa a cadergli fra le braccia, da esserne incuriosito suo malgrado. Il coraggio di Jane, la sua sensibilità, la sua sensualità inconsapevole lo spingono a voler scoprire cosa nasconde.
La bellezza, però, non è negli occhi di chi la guarda in modo superficiale ma nel cuore di chi la vede davvero: sullo sfondo di una scintillante New York, nascerà un legame tra un uomo che non vuole più amare e una donna che non pensa di poter essere amata?

Ci sono dei cliché ai quali non si transige, nei romanzi. Per esempio al bel esemplare maschile tutto muscoli e fascino o alla ragazza svampita da proteggere di turno. Bene, in questo libro Amabile Giusti fa una scelta decisamente anticonvenzionale scegliendo come protagonista una ragazza con possibilità economiche e fisiche decisamente limitate. Quando Jane cammina per strada nessuno si gira a guardarla e, anche volendo, nessuno potrebbe farlo dato che si diverte a nascondersi e a vivere senza attirare l'attenzione.

Alto, elegante e risoluto, avvolto dalla luce.
Non siamo mai stati più distanti di così.
Appartiene senza dubbio a un mondo troppo diverso dal mio, e prima comincerò a capirlo, prima inizierò a curare le ferite del mio cuore.

Aron è tutto l'opposto. E' un uomo bellissimo e di successo, un narciso che ama solo il bello in tutte le cose ma che non si sforza minimamente di andare oltre la superficie, tranne che nell'arte la sua grande passione. Faticherete a capire come le strade di due individui cosi diversi si siano potute incrociare, ma l'autrice fa in modo di far incazzare Aron, affibbiandogli una causa pro bono, e facendo vergognare fino al limite Jane affidando il suo difficile caso proprio ad un uomo così senza scrupoli.


A questo punto succede di tutto, i personaggi cambiano e saranno costretti a scontrarsi con le loro più profonde fragilità e a superare i propri limiti. Entrambi crescono, maturano, prendono coscienza di tante verità che ignoravano e che li porteranno inevitabilmente ad essere persone migliori.
Io sono rimasta completamente coinvolta, stravolta e conquistata da ogni singola pagina di questo libro. E' stato bellissimo assistere ad una storia così profonda e che tratta una tematica che mi sta molto a cuore come la violenza sulle donne.

Hai notato me. Hai guardato me. Hai visto me.
Se fossi così superficiale davvero non ti saresti neppure accorto della mia esistenza.
Non sono esattamente una donna trofeo.
Eppure, a modo tuo, ti interesso.
Questa per me è una prova.

Che Amabile Giusti sia una grande autrice è fuori discussione ma il fatto che sia sempre in grado di lasciarmi senza parole e con il cuore a mille è un merito che le va riconosciuto, dato che non capita quasi mai. E' un libro con L maiuscola e che vi consiglio caldamente e vivamente di recuperare!!


Altri libri dell'autrice:







giovedì 30 gennaio 2020

Recensione "Solo un bambino" di Davide Stella

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo breve, firmato da Davide Stella, che racconta una storia davvero molto reale e difficile da digerire.
Buona lettura!


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La vita di un bambino è semplice. Tutto ruota intorno alla famiglia e agli amici, i giorni trascorrono leggeri e ogni cosa, anche la più seria, diventa un gioco. Eppure il male è in grado di insinuarsi e generare delle crepe. C'è un veleno che corrode le strade del Secondo Paese e il cuore dei suoi abitanti. Un'oscurità pervade tutto e travolge anche la vita e la famiglia del piccolo Lucìo. Lui è solo un bambino e potrebbe far finta di nulla, ma decide di opporsi al suo destino.

Il più delle volte, si leggono i libri per evadere dalla realtà e per immergersi in scenari leggeri e idilliaci. Nel caso di 'Solo un bambino', invece, siamo costretti a fare i conti con la realtà e con una dinamica comune a molti piccoli centri urbani dove, spesso, l'omertà e un male non meglio identificato possono provocare dei seri danni.

Lucìo è il piccolo protagonista della storia. Un bambino dolcissimo che vive con la sua famiglia, tutta al maschile, e si ritrova a fare i conti con un nemico molto più grande e pericoloso di lui.
Davide Stella ha uno stile poco descrittivo e che lascia molta libertà di pensiero al lettore. Non dirà mai, esplicitamente, cosa turba la vita di questo piccolo paesino ma non è difficile immaginarlo.

Il coraggio e la forza di questo bambino sconvolgono, e non poco. Per me è stato un piccolo eroe che non si è fermato davanti a nulla pur di lottare per la sua famiglia e per le cose che crede giuste. E' senza dubbio un personaggio dal quale prendere esempio ed ispirazione. Un personaggio pulito, in un contesto losco, meschino e crudele. 

E' un romanzo molto breve ma ricco di elementi, tematiche e sentimenti. Nonostante lo stile scarno dell'autore e una narrazione molto asettica, il libro acquista una sua anima grazie alla dolcezza di Lucìo al quale sarà impossibile non affezionarsi. Se amate le storie vere e sincere, riuscirete sicuramente ad apprezzare questo romanzo.



mercoledì 29 gennaio 2020

Recensione "Conflitto di interessi" di Paola Chiozza

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo del libro più esilarante di questo inizio 2020. Si tratta del nuovo romanzo di Paola Chiozza, "Conflitto di interessi".
Buona lettura!


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Disturbo mentale o trauma cranico? Sofia Russo non capisce cosa abbia colpito la sua famiglia. Forse è stata la vincita alla lotteria a farla impazzire.Se almeno fosse stato un meteorite, avrebbe ereditato il denaro e bevuto cocktail su una spiaggia dei Caraibi per il resto dei suoi giorni.Di certo non avrebbe speso quei soldi per aprire una pasticceria in Islanda.E così, a ventiquattro anni suonati e con una naturale inclinazione alla catastrofe socio-sentimentale, Sofia si ritrova a Reykjavík. A combattere contro il freddo e la puzza di pesce putrefatto.Proprio quando pensa che non ci sia niente di più brutto dell’assenza del bidet, arriva lui.Joann Sigurdarson è un vichingo, in tutte le accezioni del termine.Soprattutto in quelle negative.Sfacciato, prepotente, scorbutico e… maledettamente affascinante.Può andare peggio? Sì, se Joann spunta proprio dall'unico posto da cui Sofia dovrebbe tenersi alla larga: il negozio di fronte a quello della sua famiglia.Il vichingo impertinente rappresenta la concorrenza. Quella spietata, fatta di equivoci, provocazioni, conflitti e puro odio.Eppure, sebbene nessuno dei due creda al proverbio “chi disprezza compra”, resistere alla tentazione sembra impossibile. Joann e Sofia non sanno più chi sono. Si odiano o si vogliono?Già.Forse era meglio il meteorite.

Dopo aver visto lo spam selvaggio di questo libro, ho deciso di dargli un'occasione e di fare la conoscenza di un'autrice che lo scorso anno ha avuto un grandissimo successo con la commedia romantica 'Punizione Divina' (che recupererò al più presto!!). Ebbene, sono molto felice di essermi concessa questa lettura altrimenti mi sarei persa una libro grandioso!

Ambientata nell'isolatissima e freddissima Islanda, la storia ci presenta due famiglie contrapposte e due protagonisti agli antipodi: da un lato una famiglia napoletana in trasferta e dall'altra una tradizionale famiglia vichinga del luogo. L'unico punto in comune? La passione per i dolci. Entrambi hanno delle pasticcerie nella stessa città e si sfidano senza esclusione di colpi. A questo punto penserete che Sofia e Joann daranno una mano per trovare un punto di incontro e invece no. Preparatevi ad una lotta continua e incessante a colpi di intercalari napoletani e invocazioni alle divinità norrene.

Non andrò da nessuna parte se tu non verrai con me.
Non m'importa se non mi credi, sarò comunque sincero.
Accetterò le tue scelte, comprenderò le tue ragioni.
Mi rassegnerò, se vorrai mandarmi via, ma proverò comunque a convincerti.

Per la prima volta, mi capita di amare entrambi i personaggi senza preferenze. Sia Joann che Sofia si sono dimostrati dei ragazzi validissimi, ironici, complessi, sentimentali e con un valore della famiglia altissimo. Le diversità ci sono, come è inevitabile che sia, e la Chiozza sottolinea molto bene il divario, anche culturale, presente tra di loro. Nonostante una trama 'prevedibile', è una storia piena di colpi di scena che mi ha fatto ridere di cuore e con un epilogo super, e non per il lieto fine!!!

Lo stile frizzante e fresco dell'autrice ha reso la lettura ancora più piacevole ed esilarante. Ho divorato il romanzo nel giro di un pomeriggio e sono stata super felice di averlo letto ed essermi fidata delle mie sensazioni positive, la pizza in copertina e il bel vichingo si sono dimostrati di buonissimo auspicio. Se avete voglia dolci, amore e risate (non per forza in quest'ordine) avete trovato il libro perfetto!!



martedì 28 gennaio 2020

Recensione "La nube purpurea" di Matthew Phipps Shiel

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo de "La nube purpurea", di Matthew Phipps Shiel, che esce oggi in una nuova e bellissima edizione curata da Mondadori.
Buona lettura!


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Un vapore mortale - dall'inquietante luce purpurea e dall'inebriante profumo di fiori di pesco - spazza il mondo e annienta tutte le creature viventi. Rimane un unico uomo, Adam Jeffson, medico, reduce da una missione esplorativa nell'Artico. Come un Robinson Crusoe apocalittico, Adam inizia la sua epopea per la sopravvivenza. Ma, a differenza di Robinson, non è relegato su un'isola: a sua disposizione ha l'intero pianeta, un mondo silenzioso e devastato. E se l'eroe di Defoe faceva ricorso a tutte le più sottili doti del raziocinio e dell'intelligenza, Adam sprofonda invece nella follia, passando per i deliri e le allucinazioni della solitudine più profonda. Tuttavia una lucidità visionaria si fa lentamente strada nella sua mente, ed egli diventa infine consapevole che la sua sopravvivenza non è casuale e che il suo destino - e quello della razza umana - fa parte di un piano più vasto.

A quasi trent'anni dalla sua prima uscita in Italia, 'La nube purpurea' torna con questa nuova e affascinante veste che attira moltissimo l'attenzione del lettore che si interfaccia all'opera di Shiel per la prima volta. E' un grande classico fantascientifico del ventesimo secolo che mancava alla mia collezione e che sono stata felice di recuperare...nonostante tutto.
Come sapete, il genere non è tra i miei preferiti ma ho apprezzato molto l'approccio dell'autore alla tematica. Adam Jeffson, protagonista del libro, sembra essere l'unico uomo rimasto sulla Terra dopo che una misteriosa nube letale ha sterminato ogni creatura vivente. Dovete immaginarvi questa storia come quella di Robinson Crusoe in versione più apocalittica, oscura e deprimente.

Shiel gioca tantissimo con la psiche del suo personaggio, portandolo davvero al limite della sopportazione umana sin dalle prime pagine e mettendolo alla prova già con la fallimentare spedizione nell'artico. Più si va avanti con la lettura e più incalza la negatività e la disperazione. L'unica luce presente nel libro è, per l'appunto, quella purpurea del misterioso vapore che uccide tutto quello che incontra.

Lo stile va di pari passo con l'oscurità della storia ed è brutale, quasi spietato, nelle descrizioni che ci regala e nella schiettezza narrativa con la quale vengono presentati i fatti. E' un libro molto particolare, lentissimo all'inizio e per niente semplice da comprendere. Non è sicuramente adatto a tutti i tipi di lettori ma solo agli appassionati del genere o a coloro che sono curiosi di scoprire un grande classico della letteratura moderna. Se saprete andare oltre le apparenze, Shiel vi regalerà un'imperdibile avventura apocalittica.



sabato 25 gennaio 2020

Recensione "I segreti di Westhill House" di Jess Ryder

Buongiorno, lettori.
Torno a parlarvi di thriller con una storia uscita da pochissimo per Newton Compton, "I segreti di Westhill House", firmato dalla dalla penna di Jess Ryder.
Buona lettura!


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Quando ho posato per la prima volta gli occhi su Westhill House, collocata in quella posizione mozzafiato a strapiombo sul mare, ho capito che io e jack avremmo potuto vivere lì per sempre. Ero certa che con un po' d'impegno sarei riuscita a riportarla all'antico splendore. E ristrutturando la casa avrei potuto aggiustare anche le cose tra me e Jack. Lui, però, è troppo preso dal suo lavoro... Se non fosse per Lori sarei già crollata. È venuta qui in cerca d'aiuto e di un posto sicuro in cui rifugiarsi, ma adesso sono io ad avere bisogno di lei. Mi dà una mano e mi tiene compagnia e insieme, poco alla volta, stiamo scoprendo i segreti di Westhill House. Come i disegni infantili coperti dalla carta da parati o gli appunti nascosti sotto le assi del pavimento. Ho il sospetto che Lori sappia molto più di quello che dice... La domanda è: perché?

Avevo nostalgia del mio genere preferito e il titolo di questo libro mi ha subito intrigata. Si tratta di una storia tutta al femminile che si svolge in una casa abbandonata su una scogliera. Protagonista è Stella, una donna dalla natura ambivalente che viene mostrata e sviscerata strada facendo. 
La donna sembra affranta e sconvolta per la morte prematura dei genitori e si dedica, anima e corpo, alla ristrutturazione di Westhill House, una villa in pieno decadimento sulla costa di Nevansey, in Gran Bretagna. Al suo fianco c'è Jack, una figura che si è dimostrata più inutile di quanto pensassi e che, sinceramente, non avrei nemmeno inserito nel libro. La loro quotidianità già precaria data la situazione di stress che stanno affrontando, viene sconvolta con l'arrivo della vera protagonista della storia, Lori. Si tratta di una donna ancora più ambigua che, almeno sulla carta, sta fuggendo da un passato di violenza domestica e si è recata a Westhill House proprio perché, in passato, era un punto di ritrovo per donne in fuga da abusi domestici.

Tra Stella e Lori si instaura subito un rapporto di fiducia, in questo Stella dimostra l'animo gentile e buono che ha sempre criticato nei suoi genitori; la cosa che un po' cozza e su cui l'autrice calca la mano, è che questa fiducia è abbastanza immotivata perché in Lori c'è qualcosa di losco e lo si intuisce sin dall'inizio. Sembra abbastanza improbabile come situazione e i continui cambi di POV e tempi narrativi non aiutano a far luce più di tanto. Il fulcro della storia lo ritroviamo nelle ultime cinquanta pagine in cui tutto prende vita e acquista un senso compiuto anche se non sconvolgente come mi aspettavo.

Il libro mi ha lasciato un retrogusto amaro perché ha tante componenti valide, così come il tema trattato, ma è come se l'autrice non fosse riuscita a concretizzare bene tutte le buone basi che ha steso strada facendo. In sostanza, è un ottimo prodotto ma gestito male e, per gli appassionati del genere, non sarà una di quelle letture indimenticabili.


Altri libri dell'autrice:



venerdì 24 gennaio 2020

Recensione "Al di là delle stelle" di Brittany C. Cherry

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo bellissimo che ho divorato nel giro di un giorno.
Si tratta dell'ultimo romanzo di Brittany C. Cherry, "Al di là delle stelle", edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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Quando Jasmine è arrivata per la prima volta a New Orleans si è sentita a casa. Essere la figlia di un musicista, infatti, comporta ingaggi continui in giro per tutto il Paese e non è sempre facile affezionarsi a qualcosa o qualcuno. Elliot era un ragazzo timido, silenzioso e piuttosto smilzo: il bersaglio perfetto per ogni genere di angheria da parte dei bulli della scuola. Ma Jasmine ricorda perfettamente la prima volta che l'ha sentito suonare il sassofono: è stato il momento in cui ha capito di amarlo. Sono passati anni da quando il destino ha deciso di separare le loro strade. Jasmine ha inseguito un sogno che non le apparteneva, mentre Elliot ha dovuto affrontare i suoi demoni interiori. Ma basta un istante, in cui i loro occhi si incontrano di nuovo, per far capire a entrambi che per quanto la sofferenza li abbia cambiati, la complicità che li unisce è ancora la stessa. E ci sono legami che nemmeno il tempo è in grado di spezzare.

Sarò mai pronta per leggere un libro della Cherry senza versare cinque/sei litri di lacrime? Arrivata a questo punto, non credo proprio. Eppure questa volta mi ero preparata bene, ma non ce l'ho fatta a trattenermi. Quest'autrice ha la capacità di spezzarmi il cuore con le modalità più svariate e imprevedibili. In 'Al di là delle stelle', Jasmine e Elliot sono una delle coppie più belle che io abbia mai incontrato nei libri. Entrambi amanti della musica ma con caratteristiche fisiche e caratteriali diametralmente opposte.

Jasmine vive per accontentare gli altri, sua madre in particolare. Ed è disposta a tutto pur di compiacere le persone senza dare peso ai gesti, alle azioni compiute e le conseguenze che possono avere. Questo suo carattere volubile e debole, dopo un po' mi ha esasperata perché non so davvero come una persona possa accettare di vivere e farsi trattare in un certo modo senza trovare altre soluzioni e salvaguardare la propria persona.
Elliot, d'altro canto, è stato il mio personaggio preferito: la natura non è stata molto benevola con lui, relegandolo ad essere il bersaglio preferito dei bulli di quartiere. Ho amato il suo voler proteggere le persone che ama, ad ogni costo, ho amato il suo talento artistico e il suo spessore umano. Vorrei lasciare anche un cuoricino per Katie, sorella maggiore di Elliot, che non dimenticherò mai, mai, mai. Promesso.

E' un libro che tratta molte tematiche legate al periodo adolescenziale, alla leggerezza, agli atti goliardici che possono sfociare nei più tragici dei modi. Lo stile della Cherry è sempre molto romantico, dolce e brusco quando serve. La trama, seppur prevedibile in parte, è originale e unica. Soprattutto dolorosa, in alcune parti. Preparatevi, quindi, ad una bellissima storia d'amore ma anche a versare lacrime amare.


Altri libri dell'autrice:






giovedì 16 gennaio 2020

Recensione "Storia della nostra scomparsa" di Jing-Jing Lee

Buongiorno, lettori.
Durante le vacanze natalizie ho avuto l'opportunità di leggere in anteprima il romanzo di Jing-Jing Lee in uscita oggi per Fazi Editore, 'Storia della nostra scomparsa'.
Un romanzo che mi ha fatto commuovere più di una volta e che non vedo l'ora di raccontarvi.
Buona lettura!


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Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l'unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all'abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l'identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l'abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza? Sessant'anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell'ormai anziana Wang Di s'incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l'unico testimone di quell'estremo, disperato grido d'aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L'incontro fra la donna e il ragazzino è l'incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.

Quando mi è stata proposta la lettura in anteprima di questo romanzo, sono rimasta colpita dalla frase del comunicato stampa 'perfetto per gli amanti di Memorie di una geisha' e, dopo questa affermazione, non ho perso tempo e mi sono tuffata a capofitto tra le pagine del libro di Jing-Jing Lee.

Dopo aver terminato la lettura, posso dire che si tratta di una storia molto più intensa, crudele e dolorosa di quella del romanzo sopracitato. Il libro della Lee racconta la storia di Wang Di e delle centinaia di ragazze (in alcuni casi bambine) e donne, sradicate dalle proprie famiglie per essere rinchiuse in strutture fatiscenti conosciute come 'case di conforto'.

Durante l'occupazione giapponese nella città di Singapore, queste case chiuse, erano il passatempo dei soldati che non avevano alcuna pietà per le anime innocenti che trovavano all'interno di questi tuguri.

Non posso negare di essermi affezionata moltissimo alla protagonista, di aver sofferto con lei e con le altre ragazze. Ho sentito, anche sulla mia pelle, la vergogna degli abusi subiti e la paura di non tornare ad una vita normale alla fine della guerra. L'autrice dona un minimo di felicità e redenzione solo nel finale, quando due generazioni si incontrano e la povera Wang Di trova la forza di raccontare tutto quello che ha vissuto, chiudendo un cerchio di dolore e sofferenza mai dimenticati.

Lo stile dell'autrice mi ha appassionato e coinvolto al cento per cento. Ho letto il libro tutto d'un fiato, ho conosciuto una parte di storia che ignoravo e fatto i conti con mentalità e costumi diversi dai miei. In un certo senso, questa lettura mi ha arricchita e penso sia una cosa positiva che non capita spesso.
Un esordio straordinario!



martedì 14 gennaio 2020

Review Party "Fiore di sangue" di Crystal Smith

Buonasera, lettori.
Oggi vi parlo anche di un'altra uscita attesissima da tutti gli amanti del fantasy.
Si tratta di "Fiore di sangue", di Crystal Smith.
Buona lettura!


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Quella di Aurelia di Renalt non è per niente una vita da principessa delle favole. Dotata di poteri straordinari, è costretta a nasconderli perché nel suo regno la legge vieta il ricorso alla magia e il Tribunale, un'istituzione speciale assetata di sangue, punisce spietatamente chiunque venga accusato di stregoneria o sorpreso a praticarla. Il suo destino, inoltre, è di sposarsi con un ragazzo che non ha mai incontrato di persona, principe ereditario del Regno di Achlev, per assicurare una pace duratura tra quest'ultimo e il suo regno. Quando però il suo segreto viene svelato, Aurelia è costretta a scappare dal palazzo. Sola e alla deriva, giunge in un nuovo regno, dove insperatamente ha la possibilità di ricominciare da zero. Fingendosi una comune suddita, infatti, per la prima volta da quando è nata può affrontare la sua vita in totale libertà. Qui finalmente scopre la felicità che un'esistenza lontana dagli intrighi politici e dai compromessi può regalare. Qui può mettere a frutto l'oscura magia che le scorre nelle vene e che la lega a una misteriosa e potentissima pianta chiamata sanguefoglia. Ma i fantasmi del passato non la lasciano in pace a lungo. Infatti, nel momento in cui verrà a conoscenza di un piano nefasto del Tribunale che minaccia l'esistenza stessa del suo regno, dovrà scegliere tra la sua nuova vita e quella che pensava di essersi lasciata alle spalle. Con la certezza che se non riuscirà ad agire prima che il Tribunale faccia la sua ultima mossa potrebbe perdere ben più della corona.

Difficilmente mi appassiono ai fantasy. E' un genere saturo di storie e miti che spesso si ricalcano l'uno con l'altro senza regalare al lettore novità o tematiche originali.
Con il romanzo di Crystal Smith, le cose sono andate diversamente e già dopo aver letto poche pagine, mi sono ritrovata completamente rapita dagli eventi e da personaggi pazzeschi che ho adorato.

La protagonista, Aurelia di Renalt, potremmo comunemente definirla come 'strega' ma, in realtà, questo personaggio è decisamente più articolato e complesso di quello che sembra. Sono entrata molto in sintonia con lei e con il suo sentirsi sempre fuori luogo e non accettata a causa dei suoi poteri e delle sue straordinarie capacità. Vive in un mondo in cui la paura del diverso può fare danni molto seri e la fuga da quella che chiama 'casa', sembra essere l'idea migliore.

Partita verso un nuovo regno e un promesso sposo che non ha mai visto, la protagonista sperimenta una vita che non pensava di avere diritto di avere: una vita tranquilla, normale in cui non deve essere responsabile di nessuno tranne che di sé stessa; una vita in cui capire veramente le sue doti magiche e come poterle utilizzare a fin di bene. Una parte decisamente dinamica e ricca del libro che riesce a far carpire al lettore ogni singola sfumatura del personaggio.

Ma l'autrice, come sempre, ci mette lo zampino e torna a scombussolare l'intera trama mettendola di fronte ad una scelta e preparando il terreno per il successivo volume di quella che si preannuncia una trilogia davvero interessante e promettente! Mi è piaciuta molto la prosa e la narrazione sintetica e diretta dell'autrice, descrittiva al punto giusto e con ancora tanti misteri da svelare. Ci troviamo senza dubbio di fronte ad un ottimo esordio e non vedo l'ora di scoprire cosa accadrà in futuro.
Se amate il genere, è il libro perfetto!



Recensione in ANTEPRIMA "Una storia straordinaria" di Diego Galdino

Buongiorno, lettori.
Oggi ho una succulenta anteprima per voi, la recensione del nuovo romanzo di Diego Galdino in uscita il 14 Febbraio per Leggereditore.
Il romanzo si intitola "Una storia straordinaria" e non vedo l'ora di raccontarvela!
Buona lettura!


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Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?

Chi segue il blog da anni, sa che ho sempre dato il mio supporto all'amico autore Diego Galdino e sono onorata di aver avuto la possibilità di leggere e recensire per voi in anteprima il suo nuovo romanzo che uscirà, tra circa un mese, con la casa editrice Leggereditore.
Se dovessi racchiudere e riassumere il libro in due parole, prenderei (come Lea di Chicklit Italia) in prestito una famosa locuzione latina 'NOMEN OMEN', ovvero il nome è un presagio. Nel nostro caso, si tratta di un presagio molto positivo ed emozionante che mi ha fatto riscoprire l'autore in una nuova veste che non mi è dispiaciuta nemmeno un po'. 
Già dopo 'Bosco Bianco', avevo intravisto una transizione nel suo stile e nella tipologia di storia e in questo nuovo romanzo sembra che il processo di cambiamento sia ufficialmente terminato.

Diego Galdino ci regala due personaggi straordinari come il titolo, e la storia. Due ragazzi 'normali', della porta accanto che hanno avuto esperienze abbastanza traumatiche nel proprio background che condizionano anche il loro presente. Luca è un non vedente e ho, letteralmente, amato il modo delicato, anche spiritoso, con il quale l'autore ha trattato la cosa, senza mai svilire il suo personaggio o minimizzare il grave limite che ha. E' un protagonista a trecentosessanta gradi che mi è piaciuto moltissimo e che mi resterà nel cuore per molto, molto tempo.

Ma dov'era finita la paura? 
La paura?
Che cos'è la paura?
L'amore non conosce paura. 
Vive la sua vita senza di essa.

Silvia, allo stesso modo, mi ha colpita moltissimo come donna e come persona. Il suo rapporto con Luca è bello come una fiaba e vero come la vita che viviamo tutti noi quotidianamente. L'autore è un maestro quando parliamo d'amore ma, in questo caso, ci parla di una storia molto matura, delicata, dolce e tenera. Forse, per la prima volta, il barista romano si è reso conto di essere cresciuto e di essere ormai un autore affermato, perdendo molto del brio 'romanaccio' che ha sempre caratterizzato il suo stile in favore di una prosa accattivante, coinvolgente, scorrevole ed emozionante in ogni sua parte.

E' bellissimo quando, anche dopo anni, un autore riesce a sorprendermi ancora in maniera così positiva. Non ho davvero nulla da aggiungere, posso solo consigliarvi di farvi questo bellissimo regalo di San Valentino. Si tratta proprio di 'una storia straordinaria'!






venerdì 10 gennaio 2020

Recensione "La casa delle voci" di Donato Carrisi

Buongiorno, lettori.
In tantissimi mi avete chiesto pareri e consigli per quanto riguarda il nuovo libro di Donato Carrisi, così ne ho recuperata una copia e sono pronta a raccontarvelo.
Buona lettura!


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Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l'assassina è proprio lei.

Con questo romanzo, Donato Carrisi compie un salto di qualità notevole regalandoci un romanzo molto 'teatrale' e ben strutturato. Pietro Gerber è la nostra voce narrante, un addormentatore di bambini che, attraverso la tecnica dell'ipnosi, cerca di aiutare delle povere anime innocenti vittime di abusi o testimoni di episodi di natura traumatica e violenta. 
E' un personaggio che mi ha subito affascinata ma mai quanto quello di Hanna Hall: questa donna, e la sua storia, mi ha tolto il sonno e mi ha fatto terminare la lettura nel giro di un giorno.
L'incontro con Pietro segna un punto di svolta per entrambi: come in una gigantesca parabola discendente, per Pietro, e ascendente per Hanna, la storia si fa sempre più complessa e intricata dando vita ad uno spettacolo che dimenticherò facilmente.

Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra.
Oppure, il più pericoloso.

Ma andiamo con ordine: Hanna arriva nello studio di Pietro con dei ricordi vaghi del passato e con la paura di aver commesso un terribile delitto, spera che l'ipnotista riesca ad entrare in contatto con la bambina che è in lei restituendole dei fatti che possano far luce sul suo passato.
Ben presto, come lettrice, mi sono resa conto che l'intreccio era parecchio più complesso e sono stata completamente rapita dalla vicenda, dai continui salti temporali, da una Firenze diversa e un'ambientazione misteriosa che gioca un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico di Hanna Hall.

Lo stile di Carrisi è, come al solito, magistrale: evocativo e coinvolgente al cento per cento, è stato come guardare un film! Verso il finale, ho intuito la piega che avrebbe preso la storia e anche il possibile legame tra medico e paziente ma leggerlo è stata tutta un'altra cosa. Momenti di lettura con il cuore in gola, pelle d'oca e paura reale per un contesto affascinante e geniale.
Il passato di Hanna mi ha sconvolta e affascinata al tempo stesso, così come la perfezione con la quale tutte le tessere del puzzle alla fine convergono verso una verità agghiacciante e inaspettata.
Carrisi sa come stupire i suoi lettori e questa volta ci è riuscito alla grande.
Ho amato ogni singola pagina de 'La casa delle voci' e, se amate il genere, non potete proprio lasciarvi sfuggire questa lettura!


Altri libri dell'autore:







giovedì 9 gennaio 2020

[Review Party] "Il marchio del Sole" di Ornella Calcagnile

Buongiorno, lettori.
Esce oggi per la casa editrice Nativi Digitali, "Il marchio del Sole", un fantasy scritto da Ornella Calcagnile.
Buona lettura!


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Laurie è una ragazza come tante, attraente ma discreta, eppure dietro l’apparenza da tranquilla studentessa cela un grande segreto, che tenta di nascondere anche a se stessa. Quando si trasferisce all’Hidden Knowledge Manor College e fa la conoscenza di alcuni personaggi misteriosi, tra cui Seth, un ragazzo dark implicato nel sovrannaturale, e il presuntuoso ma affascinante Blake, questi segreti iniziano a venire a galla.Vampiri, wiccan, mortali, sciamani; molte creature, anche temibili, sono coinvolte nella ricerca della Pietra del Sole, un talismano il cui marchio è in grado di rendere i vampiri immuni alla luce diurna, dando così inizio a una lotta per il predominio, in cui Laurie si troverà invischiata e dovrà prendere decisioni difficili per salvare le persone a lei care.

Da anni, ormai, leggo e recensisco i lavori della collega blogger Ornella Calcagnile e non ho potuto fare a meno di farlo anche per questa sua nuova uscita. "Il marchio del Sole", sancisce l'inizio di una nuova trilogia fantasy che ha delle sfumature molto romance. 
Ho un solo appunto da fare, e preferisco togliermi subito questo dente per poi raccontarvi qualcosa in più del libro. Ho trovato la prima parte del libro decisamente troppo ricca e confusionaria: c'è tantissima carne al fuoco nel presentare i personaggi, nel raccontare l'ambientazione e nel tracciare i confini di una trama davvero intricata che si fa fatica a tenere il passo. E' come se i capitoli fossero scollegati tra loro e non danno quell'idea di continuità che ci si aspetterebbe da un romanzo. 

Per fortuna nella seconda parte del libro tutto cambia e inizia a prendere forma una storia che mi ha appassionata e lasciata di stucco in più punti. Apprezzo sempre tantissimo le ambientazioni della Calcagnile, mi riportano spesso alle atmosfere Twilightiane con boschi tenebrosi e montagne misteriose. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e interessanti. Laurie è il perno centrale della narrazione e tutto sembra ruotare intorno a lei, per un motivo o per l'altro. Mi è piaciuto molto anche l'approccio con l'elemento legato al vampirismo, argomento sempre super gettonato, che viene trattato con i giusti spunti innovativi che hanno reso particolare la storia.

L'epilogo lascia un po' l'amaro in bocca ma la cosa era abbastanza prevedibile dato che si tratta del primo libro di una serie. Non posso negare di avere molta curiosità per il futuro che attende Laurie e il mio amore Blake, e anche per scoprire cosa si nasconde dietro Vance, non posso credere che tutto sia 'come sembra'. 
Stile corretto e scorrevole, si legge con piacere e anche in maniera abbastanza veloce, soprattutto quando finalmente si riescono a tirare le fila della storia.
Se amate il fantasy soft e con un bel tocco romance, lasciatevi incantare dalle vite complicate di Laurie e Blake e non fermatevi alle prime impressioni.
In attesa di scoprire il seguito, quattro stelle di incoraggiamento!


Altri libri dell'autrice:






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martedì 7 gennaio 2020

Recensione "L'ultima vedova" di Karin Slaughter

Buongiorno,  lettori.
Oggi vi parlo del libro "L'ultima vedova", firmato dalla geniale scrittrice crime Karin Slaughter e pubblicato da Harper Collins.
Buona lettura!


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Karin Slaughter è sempre stata un punto fermo, per me. Un'autrice che mi ha regalato un certo tipo di storie e personaggi. In questa sua ultima fatica, invece, l'avventura vissuta da Will Trent, protagonista storico dei suoi libri, mi ha lasciata un po' interdetta: il romanzo viene considerato come "thriller" ma è,  a tutti gli effetti, un "romantic suspense"... e la differenza si fa sentire.
Rimango sempre delusa quando mi viene presentato un prodotto e poi si rivela tutt'altro.
Per amore dell'autrice, mi sono fatta coraggio e ho portato a casa la lettura che si è rivelata abbastanza avvincente e coinvolgente, dal punto di vista narrativo, e interessante al punto giusto per la trama proposta.

Mi è piaciuto scoprire un  nuovo lato di Will, tenero e protettivo, così come vederlo in azione a trecentosessanta gradi. Il clan di mercenari fondato da Dash,  antagonista del caso, è stato un bel diversivo alla storyline amorosa di Will e Sara e ci ha regalato un bel po' di azione e movimento.

Lo stile della Slaughter è sempre attento, ricercato e consono al contesto. Vi dirò che, in fondo, non mi è nemmeno dispiaciuto il fatto di vederla alle prese con un genere diverso dal solito. L'unico cruccio resta la scritta "thriller", in copertina, per un libro che parla di azioni militari sotto copertura e di un storia d'amore da salvare ad ogni costo, elementi tipici del romantic suspense.
In sostanza, se vi aspettate il classico thriller alla Slaughter resterete abbastanza interdetti. Se invece non vi spaventa leggere qualcosa di diverso, troverete una buon storia per trascorrere qualche giorno in compagnia della vostra autrice del cuore.


Altri libri dell'autrice:





sabato 4 gennaio 2020

[Libri] Top Ten del 2019

Buongiorno, lettori.
Finalmente trovo il tempo per mostrarvi la mia personalissima Top Ten delle letture più belle dell'anno appena passato.
L'ordine è casuale, buona lettura!!




- La ragazza della luna

Lucinda Riley è una delle mie autrici preferite, e questo lo sapete, perciò non potevo non includere nella lista l'appuntamento annuale con i capitoli della saga de "Le sette sorelle".


Leggi la recensione QUI

- La vita inizia quando trovi il libro giusto

Raramente mi innamoro dei libri che parlano di libri e lettura ma, in questo caso, il miracolo è avvenuto! Completamente conquistata da titolo, cover e contenuti!


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- Il mistero della casa sul lago

Non sono mancati i thriller mozzafiato e, tra questi, non posso non menzionare "Il mistero della casa sul lago".


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- Più forte di ogni addio

Romanzi spaccacuore ne abbiamo? Eccone uno!


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- Un intero attimo di beatitudine

Altro giro, altro pianto grazie alla magica penna di Chiara Parenti


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- L'ombra di Caterina

Senza dubbio il romanzo storico più bello dell'anno sulla figura della madre di Leonardo Da Vinci.


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- Harley & Rose

Non so se mi riprenderò mai dalla lettura di questo romanzo... devastante!!!!


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- Il manoscritto

Un libro che mi ha sconvolta, travolta e che non credo capirò mai del tutto.
Una meraviglia!!!!


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- La verità è che non ti odio abbastanza

Fatevi da parte, c'è Lexie Sloane e non bisogna aggiungere altro!


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Ma la storia più bella in assoluto, talmente bella che non ho voluto nemmeno recensirla perché non troverò mai abbastanza parole per descriverla è.....

NINFEE NERE


Non può mancare nelle vostre librerie!!!










venerdì 3 gennaio 2020

Recensione "Malanotte" di Michele Del Vecchio

Buon pomeriggio,
oggi voglio parlarvi di un romanzo particolare che ho avuto modo di leggere lo scorso mese.
Si tratta dell'esordio letterario del blogger Michele Del Vecchio, "Malanotte", edito da Bookabook.
Buona lettura!


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Cronometro alla mano per lavarsi i denti, i lacci delle Converse a fare pendant con gli stati d'animo e le corde del bucato su cui sventolano i capolavori di Beethoven. Milo Jenkins, 16 anni, è un virtuoso del pianoforte, ha mille nevrosi e il fantasma di un pesce farfalla per migliore amico. I lunghi silenzi e un candore senza età hanno reso sicura la diagnosi: è autistico. Un ragazzo speciale, lo definirebbe qualcuno. Se vivi nella cupa Eureka, però, non ci sono parole gentili per un orfano di madre con gli occhiali a fondo di bottiglia e gli incisivi a zappa. La svolta sperata ha le occhiaie viola di Iris, bella come un film di Tim Burton. Sulla tela della loro adolescenza, uno schizzo rosso sangue. Sotto una coltre di foglie secche, cadaveri innocenti. Corre, Milo. Ma verso Iris o lontano da lei?

Il libro di Michele Del Vecchio è stato una sorpresa, dall'inizio alla fine. E' una storia che incuriosisce subito il lettore che posa lo sguardo sulla trama perché, sicuramente, non ha mai letto nulla di simile in vita sua.
Il primo approccio con Milo, protagonista del romanzo, è tenero per il lettore e schietto per l'autore. Quest'ultimo, infatti, ce lo descrive sin da subito nella sua complessità e particolarità: lo spettro dell'autismo è presente ma non predominante, tanto è vero che, dopo un po', passa in secondo piano per poi finire direttamente nel dimenticatoio. 

Altro personaggio enigmatico è la co-protagonista, Iris, "bella come un film di Tim Burton", vi lascio quindi immaginare il tipo di soggetto che incarna e che fa perdere battiti al cuore di Milo.

La cosa che più mi ha colpito (sconvolto?) del libro non sono tanto le tematiche trattate o i personaggi quanto, piuttosto, il repentino e inaspettato cambio di rotta nella trama. Ho iniziato a leggere un tipo di storia, aspettandomi determinati risvolti e conclusioni, per poi ritrovarmi catapultata in tutt'altra vicenda senza sapere bene come e quando sia avvenuto l'improvviso cambiamento.

Ancora oggi, trascorsi parecchi giorni da quando ho girato l'ultima pagina, non so bene se questa scelta mi sia piaciuta o meno ma, devo ammettere, che si tratta di una mossa tanto azzardata quanto geniale perché il lettore non può in alcun modo prevederla.

Lo stile dell'autore è accattivante e coinvolgente, sono certa che Milo e le sue stranezze vi resteranno nel cuore per molto, molto tempo.
Considerando che si tratta di un romanzo d'esordio, posso dire che è stato fatto un ottimo lavoro e ci sono ampi margini di miglioramento per l'autore e le storie future che deciderà di regalarci.