Buongiorno e buon inizio settimana.
Oggi, per voi, la recensione in anteprima del thriller di Megan Collins, "Delitto di famiglia", in uscita domani per Newton Compton Editori.
Buona lettura!
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Dahlia Lighthouse ha vissuto sin da bambina sull'isola di Blackburn, insieme ai genitori, al suo gemello, Andy, e ai due fratelli maggiori. L'isola è tristemente famosa per essere stata teatro di una serie di omicidi, ma i coniugi Lighthouse non ne sono particolarmente turbati, anzi, è proprio con il racconto e lo studio degli omicidi più efferati che crescono i quattro figli, isolandoli dal mondo. Non stupisce che, raggiunti i diciotto anni, i primi due fratelli lascino l'isola per andare a vivere altrove. L'unico ansioso di bruciare le tappe è Andy, il quale, la notte del suo sedicesimo compleanno, scompare lasciandosi dietro solo un biglietto di addio. Di lui si perdono le tracce e solo Dahlia passa la vita a cercarlo e ad aspettare il suo ritorno. Dieci anni dopo, alla morte del padre, Dahlia e gli altri fanno una scoperta agghiacciante: nella tomba riservata al defunto è già sepolto un altro corpo, con accanto l'ascia di Andy. Le successive indagini fugano ogni dubbio: Andy non ha mai lasciato l'isola, è stato assassinato. Mentre la madre e i fratelli cercano un modo per superare lo shock, Dahlia comincia a indagare per scoprire chi possa avere ucciso il suo gemello. Una ricerca che pare legarsi al misterioso caso del serial killer di molti anni prima, e che la porterà a fare i conti con gli inquietanti segreti della sua famiglia...
La storia della famiglia Lighthouse è inquietante e misteriosa per molteplici motivi: vivono in una grande villa che domina una piccola isola, crescono studiando omicidi e assassini rendendo "onore" alle vittime, portano nomi ispirati alle tragedie che hanno scosso l'America negli ultimi sessanta anni, un serial killer si aggira sull'isola ma sono gli unici a non esserne preoccupati. Con questi presupposti, la Collins ci presenta questa eccentrica famiglia di nuovo 'quasi' al completo in occasione dei funerali del capofamiglia. Manca solo Andy, fratello gemello di Dahlia, scomparso da ormai dieci anni lasciandosi dietro solo un biglietto di addio.
Greta è l’unica persona a cui ho rivelato le probabili “anomalie” della nostra infanzia, dettagli che ha divorato e assaporato: la biblioteca sul retro ribattezzata “stanza delle vittime”, gli scaffali zeppi di giornali che parlavano dei delitti; le lezioni domiciliari di mia madre, che ci faceva comporre dei “rapporti di omicidio” in cui presentavamo le nostre teorie su casi irrisolti in componimenti di cinque paragrafi
Quando delle ossa vengono rinvenute nel giardino dietro casa, nessuno di loro sospetta l'amara verità. La vittima è proprio Andy che, quindi, non è mai fuggito. È subito chiaro che è stato assassinato ma da chi? E perché? Dahlia non riesce a farsene una ragione e avvia un'indagine personale che mette in discussione ogni cosa dai suoi familiari alle conversazioni che aveva con Andy. Ha passato gli ultimi dieci anni a cercarlo in giro per il mondo ed è più che mai decisa a scoprire chi è stato a portarglielo via per sempre.
Abbiamo sempre vissuto così isolati… La gente pensa di sapere tutto di noi, ma nessuno ci conosce davvero.
In un crescendo di tensione, la verità si fa strada tra i sussurri della gente, che non ha mai visto di buon occhio questa strana famiglia, e amare scoperte che rischiano di devastare quel che rimane dei Lighthouse. Una storia particolare, quindi, su una famiglia che vive isolata a celebrare la morte, sembra quasi inevitabile che quest'ultima abbia trovato pane per i suoi denti proprio tra di loro. Epilogo in parte prevedibile anche se l'autrice ci riserva un piccolo colpo di scena difficile intuibile.
È un libro che si divora nel giro di poco tempo e dotato, senza dubbio, di molto fascino e mistero. Consigliato!
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