venerdì 21 luglio 2023

Recensione "Il diavolo in persona" di Peter Farris

 Buongiorno lettori,

nel post di oggi vi parlo di un libro che mi è piaciuto moltissimo firmato dalla penna di Peter Farris. Si tratta de "Il Diavolo in persona", edito da NN Editore. 

Buona lettura!


Maya ha diciotto anni e fa la prostituta. Reclutata nell’harem di lusso del potente Lucio, è diventata la preferita del Sindaco, uomo corrotto che un giorno, in preda all’eccitazione, si lascia sfuggire davanti a lei informazioni importanti sulla tratta di esseri umani al confine tra Stati Uniti e Messico. Appena la notizia arriva ai trafficanti messicani, a Maya non resta che mettersi in fuga. Gli scagnozzi di Lucio tentano di ucciderla, ma Leonard Moye, il proprietario dei terreni disseminati di spaventapasseri su cui la giovane cerca salvezza, le offre riparo e protezione. Leonard è un uomo arrabbiato, solitario e pericoloso, ma si affeziona a Maya come da tempo non gli capitava e sarà disposto a tutto pur di difenderla. "Il diavolo in persona" è un southern noir incalzante e ricco di colpi di scena, che racconta un’America ostaggio di forze oscure e feroci, violente e senza scrupoli. Ma il romanzo di Peter Farris è anche un inno all’amicizia, e alle possibilità di riscatto concesse dalla lealtà e dal coraggio.

Esiste l'amore a prima pagina? Credo di sì, la mia storia con questo libro ne è la prova. Lo stile di Peter Farris, magnetico e intriso di realismo, mi ha catturata in una trappola dalla quale sono riuscita a liberarmi solo una volta voltata l'ultima pagina ma vi assicuro che non è stato un sacrificio, anzi. 

I due protagonisti sono diversi per genere di appartenenza, età e vissuto ma allo stesso tempo sono accomunati da un passato traumatico e pieno di dolore. Il loro incontro segna un punto di svolta e un periodo di pace per entrambi che scendono a patti con ciò che è stato e iniziano a coltivare la speranza di un futuro migliore. 

Peter Farris ha una scrittura potente e che non fa sconti, la città di Trickum, in Georgia, fa da sfondo alla vicenda e viene rappresentata in tutta la sua brutalità e malvagità. È un posto nel quale imperversa la corruzione e in cui i cattivi detengono un potere totalizzante anche sugli esseri umani. Maya ha sfidato questo potere e per questo vogliono farla sparire. 

La ragazza non ha alcuna possibilità di sfuggirgli finché nella sua vita non arriva Leonard. È un uomo che non ha paura di nessuno ma dietro la facciata di uomo senza scrupoli si nasconde in realtà una persona dal cuore d'oro che sta facendo i conti con i suoi peccati. Il fatto che viva da solo con un manichino che somiglia a sua moglie lo fa sembrare folle ma in realtà la sensazione che si ha è quella di un uomo che ispira una profonda tenerezza. 

In un crescendo di tensione, e azione, la storia si avvia verso un epilogo che commuove e che non lascia indifferenti. È stata un sensazione particolare ritrovarsi con le lacrime agli occhi, considerando che si tratta di un noir ma è stata la conseguenza inevitabile di un libro che mi ha conquistata in ogni sua parte. Un libro senza fronzoli e di una realtà disarmante, una storia in cui probabilmente non ci sono vincitori ma forse è proprio perché i personaggi sono così pieni di difetti che li sentiamo così vicini a noi. 

Se amate le storie oscure con pochi spiragli di luce ma allo stesso tempo emozionanti, questo è il libro giusto!

mercoledì 19 luglio 2023

Recensione "Le indagini del Marlow Murder Club" di Robert Thorogood

 Buongiorno lettori,

nel post di oggi parliamo di un cozy crime davvero perfetto per l'estate. Si tratta del libro firmato da Robert Thorogood, "Le indagini del Marlow Murder Club", edito da Timecrime.

Buona lettura!


Judith Potts ha settantasette anni ed è beatamente felice. Vive da sola in una villa un po’ dimessa appena fuori Marlow, non c’è nessun uomo nella sua vita che le dica cosa fare o quanto whisky bere, e per tenersi occupata crea i cruciverba per i giornali nazionali. Una sera, mentre nuota nel Tamigi, è testimone di un brutale omicidio. La polizia locale non crede alla sua storia, così decide di investigare da sé, e ben presto a questa missione si uniscono Suzie, una dog-sitter dal cuore puro, e Becks, la sobria e composta moglie del parroco. Insieme sono il Marlow Murder Club. Quando un altro cadavere viene ritrovato, si rendono conto di avere per le mani un vero e proprio serial killer. E l’enigma che volevano risolvere diventa una trappola da cui potrebbero non trovare via d’uscita...


Ho una vera e propria predilezione per questo genere letterario che intreccia elementi crime con altri generi meno impegnativi e macabri e il romanzo di Thorogood è stata una lettura perfetta per questo periodo. Siamo in un paesino alla periferia di Londra e Judith Potts è un'anziana signora che ama vivere sopra le righe. Una sera, durante il suo quotidiano bagno nel fiume, sente un colpo di pistola e un grido e tanto basta a far partire il suo spirito investigativo. 

Ad affiancarla, altre protagoniste interessanti che hanno età e vissuti differenti. Nessuno sembra prestare attenzione a questo curioso Club di signore che iniziano a fare domande strane ai principali sospettati durante delle indagini che si sviluppano tra episodi rocamboleschi e delle intuizioni degne di Miss Marple. 

In effetti, il libro mi ha ricordato moltissimo le atmosfere dell'eroina di Agatha ma anche quelle de La signora in giallo. Ad ogni modo è un caso che mi ha appassionato tra opere d'arte,  vecchie foto e conti in sospeso del passato da saldare. Lo stile ironico e scorrevole dell'autore rende il tutto molto leggero e coinvolgente. Sotto alcuni aspetti ci sono degli elementi un po' paradossali ma siamo sempre in un libro quindi non mi hanno disturbato più di tanto.

Se anche voi amate questo genere o siete alla ricerca di una storia tranquilla e scorrevole da portare in vacanza, se siete fan della settimana enigmistica e dei cruciverba, sono sicura che lo adorerete! 

 

⭐️⭐️⭐️,5 

mercoledì 5 luglio 2023

Recensione "La notte rossa" di Rebecca Godfrey

 Buongiorno lettori,

il libro di cui vi parlerò oggi è un true crime firmato da Rebecca Godfrey dal titolo "La notte rossa", pubblicato da NN Editore. 

Buona lettura!




Il 14 novembre 1997, nei dintorni di Victoria, in Canada, la quattordicenne Reena Virk scompare. Passeranno otto giorni prima che il suo corpo venga ritrovato senza vita sotto un ponte: la sua morte sconvolge la comunità e l’intera nazione, perché Reena e` stata uccisa da un gruppo di suoi coetanei, alcuni dei quali neanche la conoscevano. Rebecca Godfrey, all’epoca scrittrice e artista ventinovenne, si appassiona al caso e indaga sulle circostanze e sui responsabili dell’orribile delitto: ragazzi e ragazze colpevoli di aver massacrato Reena quasi per gioco, con spietata incoscienza; giovani come tanti altri, travolti da un disagio esistenziale che si propaga prima di esplodere in un gesto di efferata violenza. In questo resoconto vivido e avvincente, arricchito da una nota dell’autrice e da una postfazione di Mary Gaitskill, Rebecca Godfrey ricostruisce la verità attraverso le testimonianze dirette dei protagonisti. Entra nel loro cuore, ne mette a nudo il carattere, le fragilità, la disperazione. E con sguardo lucido e profondissima empatia racconta l’esperienza inevitabile e spaventosa del crescere, in una storia vera di emarginazione e bullismo, di accettazione e redenzione.


Oggi la violenza giovanile è più che mai radicata, crudele e letale.

Vorrei partire da questo assunto della Godfrey in quanto si tratta di una frase emblematica per l'intero romanzo. Quello che si presenta agli occhi del lettore è uno scenario talmente ordinario che potrebbe far parte del quotidiano di tutti noi, o meglio, della quotidianità del nostro periodo adolescenziale. Siamo in un paesino del Canada nel quale la criminalità è pari a zero, gruppi di adolescenti escono, organizzano feste, sperimentano i primi amori, le prime delusioni, si prendono in giro tra loro, bullizzano i più deboli. Nulla di trascendentale.

Certamente nessuno sospettava la violenza e la rabbia devastanti che una sera del 1997, sotto un ponte, hanno portato al pestaggio e al successivo omicidio per annegamento di una giovane quattordicenne, Reena Virk.

Il branco, composto da alcune compagne di scuola ma anche da perfetti sconosciuti che si trovavano lì per caso, non ha avuto pietà per lei e nemmeno un timido accenno di rimorso. Ma non sono certo gli unici sui quali puntare il dito. La Godfrey ci regala una panoramica ben definita di ciò che accadde: dell'inconpetenza delle forze dell'ordine che con un verbale di sparizione e voci insistenti su un omicidio ci misero la bellezza di otto giorni per mettersi in moto; dei genitori dei carnefici che, come spesso accade, hanno difeso e coperto le malefatte dei figli; dell'intera macchina giudiziaria che è stata fin troppo indulgente e permissiva nei confronti degli imputati. 

Non dà l'impressione che le dispiaccia. Voleva soltanto farlo. Si è organizzata e l'ha fatto. Credo che dovrebbe essere punita, che non dovrebbe farla franca. Deve pagare. Perché è sbagliato. È sbagliato. Uccidere è sbagliato. 

Sono pagine difficili da digerire e metabolizzare, la vicenda che va in scena davanti ai nostri occhi è talmente crudele e assurda da sembrare surreale. Lo stile dell'autrice, che ha inserito dialoghi originali e materiale inediti sul caso, è l'esempio perfetto di come dovrebbe essere un libro true crime: accurato e dettagliato ma anche delicato e obiettivo nonostante sia semplice, in questi casi, trascendere la situazione in virtù delle emozioni che suscita una tale e ingiustificata violenza.

Non è un libro da leggere a cuor leggero, fa male vedere quanto sia grave la situazione delle nuove generazioni divise tra una superficialità estrema e dalla totale mancanza di empatia verso il prossimo. Nonostante la tematica e le difficoltà di approccio con una realtà del genere, è stata una lettura che mi ha rapita e che ho apprezzato in ogni sua parte.

Se amate questo genere letterario è un libro da non perdere!