Buongiorno e ben ritrovati sul blog.
Esce oggi, per Newton Compton, il nuovo thriller nordico di Elina Backman, "Prima che faccia buio". L'ho letto in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo!
Buona lettura!
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Pagine 384
La podcaster di true crime Saana Havas riceve la visita di una donna impiegata in un ufficio legale, che la implora di occuparsi del caso di sua sorella, trovata morta nel 1998 in una palude vicino al villaggio di Angeli, nella Lapponia settentrionale. La polizia ha da tempo abbandonato le indagini, perché non sono mai stati trovati indizi né testimoni. Saana accetta e, una volta ricevute tutte le informazioni sulla sparizione della sorella raccolte dalla donna nel corso degli anni, parte alla volta della gelida regione del Nord. Lì, Saana dovrà confrontarsi non solo con il buio e il freddo, ma anche con i segreti che si annidano tra la gente del posto. E mentre l’inverno si fa sempre più rigido, la ricerca di Saana rischierà di metterla in serio pericolo..
Dopo Un misterioso delitto a Helsinki e Il serial killer di Helsinki, Elina Backman ci porta nuovamente in Finlandia nella regione più remota del paese, la Lapponia. A guidarci in questo lungo e solitario viaggio nelle fredde terre del Nord è, ancora una volta, Saana Havas la podcaster di true crime che viene chiamata a realizzare un episodio su un omicidio irrisolto avvenuto molti anni prima.
Vi dico subito che il testo è leggibile e comprensibile anche se non avete letto i libri precedenti, come la sottoscritta che non sapeva della loro esistenza ma che ha già provveduto a recuperarli.
Ma ora qualcosa minaccia quella pace. Una piccola crepa nella normalità, una spina nel fianco.
Tornando a "Prima che faccia buio", il titolo è dovuto a una sorta di timer naturale che Saana deve affrontare. Manca infatti pochissimo alla lunga notte polare e, se vuole far luce sul caso e scoprire tutto ciò che le serve per il podcast, deve farlo prima che il buio conquisti ogni cosa in queste terre desolate.
Il cold case al centro della narrazione di Elina Backman è un omicidio brutale avvenuto molti anni prima in Lapponia. I due unici indiziati furono quasi subito prosciolti per mancanza di prove certe e per negligenza degli investigatori, oltre che per l'omertà generale di questa popolazione che tende a chiudersi a riccio senza mai mostrare i suoi punti deboli.
È come se un'ombra mi seguisse, riflette. Un'ombra che porta con sé pensieri oscuri.
Punti deboli che ci sono e che l'autrice "denuncia" senza troppi giri di parole. In queste terre estreme che spesso sono oggetto di racconti e foto molto edulcolorate, la vita è dura e le persone vivono in costante tensione psicologica per l'isolamento, il clima estremo e problemi anche di natura sociale visto il numero ridotto di popolazione.
L'indagine è, quindi, un mix di realtà e finzione che ci porta su e giù per il paese alternando paesaggi suggestivi a usanze veramente poco ortodosse. Ci sono diversi colpi di scena e il ritmo narrativo è abbastanza coinvolgente, considerando il genere.
Il fatto che mi abbia lasciato con la voglia di recuperare anche gli altri libri della serie lo valuto come un ulteriore elemento positivo quindi se, come me, siete appassionati di thriller nordici avete trovato un libro che fa al caso vostro.
⭐⭐⭐,5