Finalmente trovo un po' di tempo per parlarvi del nuovo thriller, targato Giunti, firmato da Mats Strandberg, "La casa".
Buona lettura!
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Joel ha quarant'anni, una carriera da musicista naufragata malamente tra droghe e alcol, e adesso deve tornare a Skredsby per occuparsi di sua madre, Monika, affetta da demenza senile. Quando finalmente si libera un posto a Tallskuggan, la prestigiosa casa di riposo, Joel non ha altra scelta che accompagnarla là, dove qualcuno potrà prendersi cura di lei 24 ore su 24. Tra le esperte infermiere del centro c'è anche un viso conosciuto: si tratta di Nina, l'amica che vent'anni prima aveva condiviso con lui il sogno di vivere di musica e poi lo aveva abbandonato. L'incontro tra i due risveglia ricordi a lungo sepolti, ma la loro attenzione è catalizzata da Monika: l'anziana donna ha reazioni violente, parla di cose che non può sapere, sembra non essere più sé stessa; condizione che tristemente la accomuna a molti altri ospiti del centro. Eppure, Nina e Joel, che la conoscono davvero, vedono che c'è qualcos'altro oltre la demenza, qualcosa che la rende cattiva, quasi una presenza che la invade e non vuole andare via come quella strana macchia che continua a riformarsi sulla parete... Ma gli esami dicono che è tutto a posto; che sia solo suggestione? Una cosa è certa: nessuno aiuterà Monika, se non lo faranno loro. Quando la paura più grande diventa realtà, non hai più controllo sul tuo corpo, sulla tua mente, sulla tua vita.
Sapete che ho una vera e propria adorazione per i thriller nordici e mi sono buttata a capofitto nella lettura del libro di Mats Strandberg, "La casa".
La trama si basa su un mix ben riuscito di psicosi, spiritualismo e segreti irrisolti. I due protagonisti mi hanno convinta e, in generale, funzionano molto bene insieme. L'autore li descrive in maniera abbastanza dettagliata ed è interessante seguire il loro percorso di crescita nel tempo e nell'evolversi della situazione critica che stanno vivendo.
La parte che mi è piaciuta di più e che, a mio avviso, caratterizza l'intera storia è la presunta possessione di Monika: l'autore non ammette mai esplicitamente quale sia il 'male' che affligge la povera donna ma la paranoia si impossessa dei personaggi, e di chi legge, pagina dopo pagina tanto che dal thriller si passa ad elementi tipicamente horror. Il ritmo narrativo, inizialmente apatico e statico, acquista un ritmo incalzante strada facendo, calamitando l'attenzione del lettore che è incapace di abbandonare la lettura.
Molto bene anche per quanto riguarda la prosa: descrittiva al punto giusto, precisa e lineare. Il finale è tutto da scoprire e per nulla scontato, chiude alla perfezione una storia ambigua che, in alcuni punti, mi ha suscitato anche tanta tenerezza. Devo ammettere che non passerei nemmeno dieci minuti a Tallskuggan, è una location davvero inquietante e malinconica ma perfetta come ambientazione.
Se amate i thriller nordici, sono certa che vi piacerà tantissimo!
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