Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi dell'ultimo libro di Amy Harmon, un fantasy pubblicato da Newton Compton intitolato, "L'incantesimo della spada".
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe mai amare… Un uccellino?

Non posso pronunciare le parole. Non posso riprodurre i suoni. Nutro pensieri e sentimenti. Custodisco immagini e colori. Sono tutti racchiusi dentro di me, perché non sono capace di formare le parole.
Ma posso sentirle.

Ho un amore sconfinato per Amy Harmon e mi piace leggerla in tutte le salse perciò, dopo averla scoperta come regina del romance e dello YA, l'ho apprezzata nel romanzo storico Il segreto di Eva e non potevo proprio lasciarmi sfuggire la sfumatura fantasy de "L'incantesimo della spada".
Rispetto alle letture precedenti, devo dire che non ho riscontrato la genialità tipica della Harmon. Il fantasy è un genere molto complesso che richiede una buona dose di fantasia, per l'appunto, e una base solida sulla quale costruire la vicenda. Il mondo medievale creato dall'autrice è, senza dubbio, affascinante ma non originalissimo. I personaggi, invece, beneficiano della straordinaria capacità descrittiva della Harmon: Lark e Tiras sono due protagonisti che fanno breccia nel cuore del lettore e riescono a risollevare, da soli, le sorti della storia. Mi sono piaciuti entrambi ma per motivi diversi: di Lark, ho apprezzato il carattere docile, timoroso ma allo stesso tempo forte e coraggioso. Ha dimostrato una forza incredibile nell'affrontare la perdita della madre e un potere sconosciuto che l'ha sempre resa preziosa per scopi poco nobili ma mai degna di amore e affetto. Tiras, dal canto suo, è decisamente affascinante e un guerriero valoroso ma, la cosa che mi è piaciuta di più, è stata la sua metamorfosi: spesso il potere non è l'unica cosa che conta.

Tu dici che ti ho scelto perché mi sei utile. E così è stato. Ma devi sapere questo, Lark, 
(...) Ti ho amato ogni momento di ogni giorno, e ti amerò finché non smetterò di esistere. Aquila, uomo o re, ti amo e sempre ti amerò.

Ebbene sì, l'amore viene in soccorso dell'autrice rendendo la storia indimenticabile e coinvolgente. Dopo un inizio molto soft e che stentava a trovare l'energia giusta per appassionare il lettore, la Harmon ci regala una seconda parte tutta da scoprire e ricca di sorprese. Altro elemento che ho apprezzato, è l'importanza delle parole: il messaggio arriva chiarissimo, le parole hanno un potere immenso e possono creare o distruggere senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
La prosa è scorrevolissima, elegante e ricercata. Si legge con piacere e si ritrovano i tratti caratteristici della penna di un'autrice che non smette di stupire e migliorarsi. Non è semplice mettersi alla prova con generi diversi e riuscire, comunque, a creare un buon prodotto. Questo dimostra, ancora una volta, un'estrema versatilità dell'autrice e una bravura fuori dal comune.
Non è ai livelli di Hai cambiato la mia vita o Sei il mio sole anche di notte, ma nel complesso non mi è dispiaciuto per niente. Se, anche voi, siete fan della Harmon vi consiglio di scoprirla anche questa veste inedita, non resterete delusi.


Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un romanzo particolare e di una storia intensa che si nasconde dietro una fotografia che ha incantato il mondo, nonostante rappresenti una tragedia.
Si tratta de "Non sarò mai la brava moglie di nessuno", di Nadia Busato, edito da Sem Libri.
Buona lettura!



Acquistalo, QUI

La mattina del primo maggio 1947 una giovane e attraente impiegata sale fino alla terrazza panoramica all'ottantaseiesimo piano dell'Empire State Building, il grattacielo simbolo di New York, e si lancia nel vuoto. La fotografia del suo cadavere, miracolosamente intatto e bellissimo, scattata da un giovane fotografo sconosciuto subito dopo lo schianto, diventa una delle immagini più celebri e potenti mai pubblicate da LIFE Magazine. Quella ragazza si chiamava Evelyn McHale. La sua è una storia affascinante e misteriosa, come e forse più di un romanzo. Dopo anni di ricerche e interviste, Nadia Busato ha scritto un romanzo ispirato a Evelyn partendo proprio dalla celeberrima fotografia che ha suggestionato, anche grazie al lavoro di Andy Warhol, la moda e l'arte delle avanguardie pop.

Non è facile parlarvi di un romanzo del genere e non sarà stato facile scriverlo.
Nadia Busato ci racconta la storia di Evelyn McHale, morta suicida nel maggio del 1947. Personalmente, non mi era mai capitato di vedere la fotografia del suo corpo, ormai privo di vita, che ha fatto il giro del mondo ma è davvero un'immagine ipnotica. Il libro è una ricostruzione abbastanza fedele della sua vita raccontata dalle persone che le erano più vicine, dal ragazzo che scattò la foto e dalla stessa Evelyn. L'autrice prova, con una delicatezza estrema, a far luce sul perché di un gesto così forte e disperato, la McHale aveva, sulla carta, tutte le carte in regole per una vita e un futuro sereno: un lavoro, un uomo che aveva chiesto la sua mano e una discreta cerchia di parenti e amici. A quanto pare, però, dietro la facciata può nascondersi un profondo tormento e un'anima vuota e persa che non ha più voglia di vivere. Ho letto, con attenzione, ogni testimonianza riportata e mi sono affezionata sempre di più ad Evelyn tanto da aver sofferto anche io, almeno un po', per la sua perdita.

Quarta di copertina


Guardando la foto del suo corpo senza vita, che l'editore ci regala sulla quarta di copertina, non ho potuto fare a meno di versare una lacrima per una vita interrotta troppo presto. Per la bellezza eterna con cui è stata immortalata, per la classe e l'eleganza che trasuda da un'immagine in bianco e nero.
Questo libro racconta una storia drammatica e sconvolgente ma l'autrice è riuscita a non rendere opprimente la narrazione. La ricostruzione operata dalla Busato è veritiera, completa e coerente, l'elemento romanzato è praticamente inesistente. I sentimenti sono i veri protagonisti della vita di Evelyn e, senza dubbio, sono stati anche la causa del suo gesto estremo. E' un libro che lascia l'amaro in bocca perché avrei voluto dare un abbraccio alla protagonista, dirle che non è importante essere sempre all'altezza delle aspettative, avrei voluto convincerla che la soluzione è sempre dietro l'angolo ma non posso. Nessuno può.
Di lei resterà solo una bellissima e tragica fotografia in bianco e nero e i mille interrogativi sui motivi che l'hanno portata sulla cima dell'Empire State Building.
Ringrazio Nadia Busato e Sem Libri per avermi fatto conoscere la storia di Evelyn, una storia da leggere tutta d'un fiato e con un fazzoletto a portata di mano.


Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato al nuovo romanzo di Raffaele Malavasi, "Tre cadaveri". Si tratta di un giallo tutto italiano che mi è piaciuto tantissimo e che non vedo l'ora di raccontarvi.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Una serie di omicidi sconvolge la città di Genova. Tre donne sono ritrovate morte, e ogni scena del delitto è un'efferata rappresentazione. Si tratta di un serial killer o di una setta di invasati? L'ispettore capo Manzi viene incaricato di condurre le indagini insieme alla sua squadra, e decide di chiedere aiuto a Goffredo Spada, un ex poliziotto, a suo dire l'unico ad avere le competenze per trovare l'assassino. Spada, però, non è per niente collaborativo e dimostra cinismo e totale sfiducia nelle istituzioni. C'è qualcosa nel suo passato che lo tormenta. Ma la polizia non è l'unica a muoversi sulle tracce dell'assassino. Orietta Costa, una giornalista di cronaca del «Secolo XIX», intende venire a capo del mistero, e firmare lo scoop dell'anno. Man mano che il tempo passa, però gli omicidi sono sempre più brutali e chiunque abbia intenzione di fermare quelle morti violente dovrà addentrarsi nell'abisso della perversione umana, in una lenta discesa agli inferi.

Più che thriller, definirei questo libro come un bellissimo giallo poliziesco. Raffaele Malavasi ci racconta un'indagine difficile, tutta italiana, che vede coinvolte tre donne brutalmente uccise con modalità particolari e decisamente macabre. Ad indagare sui delitti, due professionisti del settore e una giornalista di cronaca con uno spiccato intuito e ottime capacità deduttive.
Il serial killer, però, sembra essere dannatamente organizzato e preciso nei suoi omicidi e lo strano trio brancola nel buio mentre l'escalation di violenza si fa sempre più spietata sconvolgendo l'equilibrio di una intera città. Malavasi ci regala tre personaggi che ho apprezzato moltissimo: nessuno di loro è "l'eroe" per antonomasia anzi, tutti e tre vengono messi in mostra soprattutto per le loro debolezze e i loro difetti piuttosto che per i pregi. Sono tre personalità interessanti che, a mio avviso, contribuiscono a rendere la storia appetibile e coinvolgente. 



L'indagine raggiunge un punto di svolta quando la strada del misterioso pluriomicida si incrocia con un mito della letteratura che diventa per lui una fonte di ispirazione e una guida fondamentale nella scelta delle vittime. La storia che si nasconde dietro i messaggi lasciati dal killer è più torbida di quanto sembri. L'autore ci trascina in un vortice pazzesco di segreti e mezze verità fino ad un epilogo inaspettato e sconvolgente. Ho adorato ogni passaggio e ogni rivelazione di questa storia straordinaria e originale. Malavasi ha uno stile molto diretto e competente, è evidente che ci sia stato un ottimo lavoro di ricerca prima della stesura. Siamo davanti ad una storia mediamente complessa ma coerente e ben strutturata. La lettura si divora nel giro di un pomeriggio e mi ha completamente soddisfatta.
Mi piacerebbe raccontarvi di più e parlarvi della genialità della storia ma rischierei di rovinare la lettura e questo è un libro che va gustato dall'inizio alla fine. Un altro elemento che ho apprezzato molto è l'approccio con cui l'autore si è posto nei confronti del 'dramma' che stava raccontando. Nonostante si tratti di efferati omicidi, infatti, l'autore assume un atteggiamento distaccato e 'quasi' simpatico che rende la lettura leggera e non oppressiva. 
Questo libro mi è piaciuto molto e non mi resta che augurarvi una buona lettura!





Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi di una storia super romantica che, tra un tintura per capelli e delle foto compromettenti, vi farà battere il cuore in questa calda estate.
Si tratta de "Un perfetto bastardo", scritto a quattro mani da Vi Keeland e Penelope Ward.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Era una mattina qualunque, il treno era affollato e tutto sembrava noiosamente normale. A un certo punto sono stata come ipnotizzata dal ragazzo seduto vicino al corridoio. Urlava contro qualcuno al telefono come se avesse il diritto di governare il mondo. Ma chi credeva di essere con quel suo completo costoso? In effetti, gli conferiva un’aria da leader, ma non è questo il punto. Non appena il treno si è fermato, è saltato giù così in fretta da dimenticarsi il telefono, e io… potrei averlo raccolto. Potrei anche aver spiato tutte le sue foto e chiamato alcuni dei suoi numeri. Okay, potrei persino aver tenuto il telefono dell’uomo misterioso fino a che non ho trovato il coraggio di restituirlo. Così ho raggiunto il suo ufficio da snob… e lui si è rifiutato di vedermi. Ho consegnato il cellulare alla reception dell’ufficio di quel bastardo arrogante. Ma potrei, diciamo per ipotesi, avergli lasciato qualche foto sul telefono. Foto non esattamente angeliche.

Non hai idea di quanto sia pericoloso quando voglio una cosa. Non mi fermerò davanti a niente per ottenerla. E in questo momento non c’è nulla che desidero più di te.

Penelope Ward mi piace tantissimo come autrice e, l'anno scorso, ho adorato il romanzo scritto con Vi Keeland, Bastardo fino in fondo , perciò mi sono tuffata ad occhi chiusi nella nuova avventura proposta dalle autrici e non sono rimasta delusa. Questo nuovo libro è frizzante, brioso, romantico e originale al tempo stesso. Mi sono piaciuti moltissimo i personaggi: Graham e il suo carattere impossibile, indisponente, orgoglioso; Soraya e la sua personalità eccentrica e imprevedibile. La loro storia è una serie infinita di battibecchi e momenti esilaranti, mi sono sbellicata dalle risate e ho tifato spudoratamente per Soraya che, con tutti i suoi limiti e le sue stranezze, è riuscita a dare scacco matto al re. Pur mantenendo la propria personalità, entrambi i protagonisti affrontano un lungo percorso di maturazione che li porterà a prendere decisioni importanti e ad affrontare le proprie paure, soprattutto quando si tratta dei sentimenti. A differenza di tanti romanzi appartenenti a questa categoria, "Un perfetto bastardo", è una storia molto reale sebbene ci sia la giusta dose di fortuna e coincidenza ad aiutare la coppia. Non aspettatevi, perciò, colpi di scena plateali o comportamenti eccessivi. Graham sembra vero ma, purtroppo per noi, resta pur sempre un personaggio di carta e inchiostro.


La storia non sarà delle più innovative ma, vi assicuro, che troverete dei dettagli molto carini e ben studiati che contribuiranno a rendere questo romanzo indimenticabile. Queste due autrici sono delle vere e proprie macchine da guerra capaci di catturare la mente del lettore, facendolo sospirare vistosamente tra una pagina e l'altra. Il loro è uno stile perfettamente omogeneo e ben strutturato, i dialoghi sono esilaranti e hanno un linguaggio molto colorito, a volte, ma estremamente adatto al contesto. Grazie alla narrazione fluida e scorrevole, il romanzo si divora in un attimo ma rimane impresso nella mente per molto di più. Sicuramente avrebbero potuto dare ulteriore spessore  ai personaggi ma, temo, che una qualsiasi caricatura introspettiva li avrebbe inutilmente appesantiti, togliendo leggerezza e brio alla storia. C'è molta passione, tra le pagine, perciò le fan del romance e del new adult (soft) troveranno pane per i loro denti in questo romanzo.
Per quanto mi riguarda, è la storia perfetta per l'estate e perfetta per far battere un po' il cuore di tutti. Consigliata!!



Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romanzo dalle sfumature thriller pubblicato da poco dalla Nord.
Si tratta del libro di Caroline Eriksson, "Un quartiere tranquillo" e vi assicuro che, dopo averlo letto, non guarderete più i vostri vicini allo stesso modo...
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Un matrimonio naufragato alle spalle, le aspettative dei fan, le richieste pressanti del suo editore: da quasi due anni Elena, un'affermata scrittrice, si sente prigioniera di un circolo vizioso, in guerra col demone della pagina bianca e senza nemmeno un'idea per il suo prossimo romanzo. Neanche trasferirsi in una deliziosa villetta a schiera in un quartiere tranquillo è servito ad alleggerire la pressione e a farle tornare l'ispirazione. Anzi, Elena si sente sempre più sola e vuota. Rispetto alla sua, le vite degli altri le appaiono molto più interessanti... Perfino quella degli Storm, la noiosa, prevedibile famiglia che abita nella casa accanto alla sua. Ma poi, osservandoli ogni giorno con maggiore attenzione, Elena nota alcuni dettagli stonati e il suo intuito, allenato a scandagliare le profondità dell'animo umano, le suggerisce che il brillante avvocato Filip e la moglie Veronica non sono affiatati e innocenti come vorrebbero far credere all'esterno. Incuriosita, Elena inizia a spiarli e a seguirli anche al lavoro, e le loro vicende quotidiane diventano la fonte d'ispirazione per il suo nuovo romanzo, i loro segreti i suoi colpi di scena. Fino a quando il confine tra realtà e fantasia non diventerà un velo impalpabile ed Elena non si convincerà di essere l'unica in grado di fermare una catena d'eventi che presto sfocerà in una catastrofe...

Questo romanzo parte da alcuni presupposti ottimi: una scrittrice sull'orlo dell'esaurimento, un matrimonio arrivato al capolinea, una vita monotona e ripetitiva e un ragazzino che racconta cose strane riguardo sua madre e la sua famiglia. Elena è una protagonista che vive di paure e insicurezze, vede minacce ovunque e ha la tendenza a non scindere il suo mestiere di scrittrice con la realtà, vedendo cose anche quando non ci sono. In un mare di problemi, sviluppa un'ossessione vera e propria nei confronti dei propri vicini: incoraggiata dal figlioletto della coppia, si trasforma in una psicologa e inizia a 'studiare' le abitudini e i modi di Filip e Veronica. 
La tensione narrativa va in crescendo man mano che le indagini di Elena proseguono: sta per accadere qualcosa di potenzialmente irreparabile e, a parte lei che nota e appunta ogni loro mossa, nessuno sembra accorgersene. Si respira un'aria opprimente, tra le pagine. Alcuni concetti diventano, ad un certo punto, anche un filino logorroici e troppo ripetitivi. Non si capisce bene se lo psicologo serva più ai vicini o alla protagonista, talmente è folle il suo interesse maniacale per loro.

Si accende la luce nella cucina dei miei vicini. C'è la donna dai capelli color miele. Non appena il marito esce, lei afferra un paio di forbici e fa a pezzi le rose rosse posate sul tavolo. Ha il volto in fiamme, i suoi gesti sono furiosi. Come se quei fiori fossero un corpo vivo, qualcuno che lei vorrebbe annientare...

Proprio quando tutto sembra andare verso un epilogo già ben definito, l'autrice decide di spiazzare completamente il lettore prendendo una decisione inaspettata e mostrando una verità incredibile a cui, sulle prime ho fatto fatica credere. Non voglio raccontarvi oltre, rischierei di rovinare la lettura, ma posso dirvi che questa è la classica storia in cui nulla è come sembra e le carte in tavola, specialmente quelle che siamo convinti di vedere, non riusciranno mai a battere l'asso nella manica della scrittrice.
Mi è piaciuta questa scelta? Non tanto, ad essere sinceri. Mi ero immersa, ed immaginata, tutto un altro tipo di storia e avrei preferito degli sviluppi diversi. 
Buona la prosa dell'autrice anche se, per esigenze di copione, in alcuni passi davvero ripetitiva e pesante, porta il lettore allo stremo. Devo dire di aver odiato, un pochino, la Eriksson per avermi dato tante aspettative che sono rimaste tali per il cambio di rotta con cui ha deciso di chiudere il libro.
Nel complesso: non è un thriller e non è un romanzo, è un mix tra i due generi con un'atmosfera opprimente e patologicamente psicotica (che mi è piaicuta) e una protagonista davvero molto 'particolare' che non mi ha suscitato alcuna emozione.
Lo promuovo? Nì.




COPYRIGHT © Voglio essere sommersa dai libri · DESIGNED BY CATNIP DESIGN