martedì 17 luglio 2018

Recensione "Un quartiere tranquillo" di Caroline Eriksson

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romanzo dalle sfumature thriller pubblicato da poco dalla Nord.
Si tratta del libro di Caroline Eriksson, "Un quartiere tranquillo" e vi assicuro che, dopo averlo letto, non guarderete più i vostri vicini allo stesso modo...
Buona lettura!


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Un matrimonio naufragato alle spalle, le aspettative dei fan, le richieste pressanti del suo editore: da quasi due anni Elena, un'affermata scrittrice, si sente prigioniera di un circolo vizioso, in guerra col demone della pagina bianca e senza nemmeno un'idea per il suo prossimo romanzo. Neanche trasferirsi in una deliziosa villetta a schiera in un quartiere tranquillo è servito ad alleggerire la pressione e a farle tornare l'ispirazione. Anzi, Elena si sente sempre più sola e vuota. Rispetto alla sua, le vite degli altri le appaiono molto più interessanti... Perfino quella degli Storm, la noiosa, prevedibile famiglia che abita nella casa accanto alla sua. Ma poi, osservandoli ogni giorno con maggiore attenzione, Elena nota alcuni dettagli stonati e il suo intuito, allenato a scandagliare le profondità dell'animo umano, le suggerisce che il brillante avvocato Filip e la moglie Veronica non sono affiatati e innocenti come vorrebbero far credere all'esterno. Incuriosita, Elena inizia a spiarli e a seguirli anche al lavoro, e le loro vicende quotidiane diventano la fonte d'ispirazione per il suo nuovo romanzo, i loro segreti i suoi colpi di scena. Fino a quando il confine tra realtà e fantasia non diventerà un velo impalpabile ed Elena non si convincerà di essere l'unica in grado di fermare una catena d'eventi che presto sfocerà in una catastrofe...

Questo romanzo parte da alcuni presupposti ottimi: una scrittrice sull'orlo dell'esaurimento, un matrimonio arrivato al capolinea, una vita monotona e ripetitiva e un ragazzino che racconta cose strane riguardo sua madre e la sua famiglia. Elena è una protagonista che vive di paure e insicurezze, vede minacce ovunque e ha la tendenza a non scindere il suo mestiere di scrittrice con la realtà, vedendo cose anche quando non ci sono. In un mare di problemi, sviluppa un'ossessione vera e propria nei confronti dei propri vicini: incoraggiata dal figlioletto della coppia, si trasforma in una psicologa e inizia a 'studiare' le abitudini e i modi di Filip e Veronica. 
La tensione narrativa va in crescendo man mano che le indagini di Elena proseguono: sta per accadere qualcosa di potenzialmente irreparabile e, a parte lei che nota e appunta ogni loro mossa, nessuno sembra accorgersene. Si respira un'aria opprimente, tra le pagine. Alcuni concetti diventano, ad un certo punto, anche un filino logorroici e troppo ripetitivi. Non si capisce bene se lo psicologo serva più ai vicini o alla protagonista, talmente è folle il suo interesse maniacale per loro.

Si accende la luce nella cucina dei miei vicini. C'è la donna dai capelli color miele. Non appena il marito esce, lei afferra un paio di forbici e fa a pezzi le rose rosse posate sul tavolo. Ha il volto in fiamme, i suoi gesti sono furiosi. Come se quei fiori fossero un corpo vivo, qualcuno che lei vorrebbe annientare...

Proprio quando tutto sembra andare verso un epilogo già ben definito, l'autrice decide di spiazzare completamente il lettore prendendo una decisione inaspettata e mostrando una verità incredibile a cui, sulle prime ho fatto fatica credere. Non voglio raccontarvi oltre, rischierei di rovinare la lettura, ma posso dirvi che questa è la classica storia in cui nulla è come sembra e le carte in tavola, specialmente quelle che siamo convinti di vedere, non riusciranno mai a battere l'asso nella manica della scrittrice.
Mi è piaciuta questa scelta? Non tanto, ad essere sinceri. Mi ero immersa, ed immaginata, tutto un altro tipo di storia e avrei preferito degli sviluppi diversi. 
Buona la prosa dell'autrice anche se, per esigenze di copione, in alcuni passi davvero ripetitiva e pesante, porta il lettore allo stremo. Devo dire di aver odiato, un pochino, la Eriksson per avermi dato tante aspettative che sono rimaste tali per il cambio di rotta con cui ha deciso di chiudere il libro.
Nel complesso: non è un thriller e non è un romanzo, è un mix tra i due generi con un'atmosfera opprimente e patologicamente psicotica (che mi è piaicuta) e una protagonista davvero molto 'particolare' che non mi ha suscitato alcuna emozione.
Lo promuovo? Nì.




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