sabato 21 luglio 2018

Recensione "Non sarò mai la brava moglie di nessuno" di Nadia Busato

Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un romanzo particolare e di una storia intensa che si nasconde dietro una fotografia che ha incantato il mondo, nonostante rappresenti una tragedia.
Si tratta de "Non sarò mai la brava moglie di nessuno", di Nadia Busato, edito da Sem Libri.
Buona lettura!



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La mattina del primo maggio 1947 una giovane e attraente impiegata sale fino alla terrazza panoramica all'ottantaseiesimo piano dell'Empire State Building, il grattacielo simbolo di New York, e si lancia nel vuoto. La fotografia del suo cadavere, miracolosamente intatto e bellissimo, scattata da un giovane fotografo sconosciuto subito dopo lo schianto, diventa una delle immagini più celebri e potenti mai pubblicate da LIFE Magazine. Quella ragazza si chiamava Evelyn McHale. La sua è una storia affascinante e misteriosa, come e forse più di un romanzo. Dopo anni di ricerche e interviste, Nadia Busato ha scritto un romanzo ispirato a Evelyn partendo proprio dalla celeberrima fotografia che ha suggestionato, anche grazie al lavoro di Andy Warhol, la moda e l'arte delle avanguardie pop.

Non è facile parlarvi di un romanzo del genere e non sarà stato facile scriverlo.
Nadia Busato ci racconta la storia di Evelyn McHale, morta suicida nel maggio del 1947. Personalmente, non mi era mai capitato di vedere la fotografia del suo corpo, ormai privo di vita, che ha fatto il giro del mondo ma è davvero un'immagine ipnotica. Il libro è una ricostruzione abbastanza fedele della sua vita raccontata dalle persone che le erano più vicine, dal ragazzo che scattò la foto e dalla stessa Evelyn. L'autrice prova, con una delicatezza estrema, a far luce sul perché di un gesto così forte e disperato, la McHale aveva, sulla carta, tutte le carte in regole per una vita e un futuro sereno: un lavoro, un uomo che aveva chiesto la sua mano e una discreta cerchia di parenti e amici. A quanto pare, però, dietro la facciata può nascondersi un profondo tormento e un'anima vuota e persa che non ha più voglia di vivere. Ho letto, con attenzione, ogni testimonianza riportata e mi sono affezionata sempre di più ad Evelyn tanto da aver sofferto anche io, almeno un po', per la sua perdita.

Quarta di copertina


Guardando la foto del suo corpo senza vita, che l'editore ci regala sulla quarta di copertina, non ho potuto fare a meno di versare una lacrima per una vita interrotta troppo presto. Per la bellezza eterna con cui è stata immortalata, per la classe e l'eleganza che trasuda da un'immagine in bianco e nero.
Questo libro racconta una storia drammatica e sconvolgente ma l'autrice è riuscita a non rendere opprimente la narrazione. La ricostruzione operata dalla Busato è veritiera, completa e coerente, l'elemento romanzato è praticamente inesistente. I sentimenti sono i veri protagonisti della vita di Evelyn e, senza dubbio, sono stati anche la causa del suo gesto estremo. E' un libro che lascia l'amaro in bocca perché avrei voluto dare un abbraccio alla protagonista, dirle che non è importante essere sempre all'altezza delle aspettative, avrei voluto convincerla che la soluzione è sempre dietro l'angolo ma non posso. Nessuno può.
Di lei resterà solo una bellissima e tragica fotografia in bianco e nero e i mille interrogativi sui motivi che l'hanno portata sulla cima dell'Empire State Building.
Ringrazio Nadia Busato e Sem Libri per avermi fatto conoscere la storia di Evelyn, una storia da leggere tutta d'un fiato e con un fazzoletto a portata di mano.


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