lunedì 24 febbraio 2020

[Review Party] "Molto amore per nulla" di Anna Premoli

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di partecipare al review party, organizzato da Newton Compton, dedicato al nuovo romanzo di Anna Premoli, "Molto amore per nulla".
Buona lettura!


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Viola Brunello ne ha abbastanza degli uomini. Soprattutto di quelli che pensano di poter sfruttare la sua brillante intelligenza per i propri scopi. Avvocato d’affari e con uno studio avviato da poco, Viola non vuole perdere tempo a inseguire sogni romantici che in fondo al cuore ritiene del tutto irrealizzabili. Preferisce concentrarsi sulle sfide lavorative e sulla sua famosa “lista”, quella che ha compilato in una serata dall’elevato tasso alcolico. Sebbene l’idea sia nata per caso, ben presto Viola si lascia entusiasmare dall’idea di eliminare tutti i punti della sua “bucket list”: è così che decide di buttarsi in avventure che non pensava potessero proprio fare per lei… Una cosa è certa: le sfide filerebbero più lisce se Lorenzo Vailati, uno dei partner di una società che le ha da poco affidato un incarico, non avesse scoperto a sua volta il contenuto della lista e non ne fosse rimasto intrigato. Perché Viola ne ha abbastanza degli uomini. Di tutti, ma soprattutto di quelli come Lorenzo.

C'è sempre molta attesa intorno alle nuove uscite di autori/autrici che amo: un po' per curiosità, un po' per paura di restare delusa dalla novità. In questo caso, è andata benissimo e mi sono ritrovata, nel giro di poche ore, a sfogliare l'ultima pagina del romanzo.
In 'Molto amore per nulla', la Premoli ci regala due personaggi molto interessanti e ricchi di caratteristiche particolari. Sul lato femminile, abbiamo l'avvocato Viola che è un'emblema del femminismo moderno: taglio di capelli e completi maschili, indipendenza a livelli massimi, una mente che lavora costantemente e un'avversione profonda verso il genere maschile. Per la controparte, invece, abbiamo Lorenzo: l'uomo che non deve chiedere mai, bellissimo sia esteriormente che (purtroppo per Viola) interiormente. Ho adorato la sua simpatia e la battuta sempre pronta, il suo carattere socievole e sicuro ha contribuito a bilanciare quello insicuro e nervoso di Viola che, a tratti, è stato quasi esasperante.

Quello che mi colpisce sempre, nei romanzi di Anna Premoli, sono proprio i personaggi maschili che non vengono mai esasperati ma che, anzi, restituiscono fiducia nella categoria. La trama segue i dictat del genere rosa e, dopo una serie più o meno verosimile di eventi, ci conduce ad un super rosa, ma non melenso, lieto fine. Mi è piaciuto moltissimo il tema della 'bucket list', ha dato quel tocco di originalità al romanzo e lo ha reso ancora più esilarante. Lo stile frizzante e la prosa scorrevole dell'autrice non sono una novità ma una coccola per gli occhi che ritrovo sempre con piacere. Ho apprezzato moltissimo questa storia e la consiglio a tutti coloro che cercano una storia romantica, divertente e particolare. Sono certa che amerete Viola e Lorenzo.


Altri libri dell'autrice:









giovedì 20 febbraio 2020

Recensione "La ragazza con la macchina da scrivere" di Desy Icardi

Buongiorno lettori e buon giovedì!
Esce oggi, per Fazi Editore, il nuovo romanzo di Desy Icardi che avevamo amato tantissimo grazie al romanzo L'annusatrice di libri . Ho letto in anteprima per voi 'La ragazza con la macchina da scrivere' e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Sin da ragazza, Dalia ha lavorato come dattilografa, attraversando il ventesimo secolo sempre accompagnata dalla sua macchina da scrivere portatile, una Olivetti mp1 rossa. Negli anni Novanta, ormai anziana, la donna viene colpita da un ictus che, pur non rivelandosi letale, offusca parte della sua memoria. I ricordi di Dalia tuttavia non si sono dissolti, essi sopravvivono nella memoria tattile dei suoi polpastrelli, dai quali possono essere liberati solamente nel contatto con i tasti della Olivetti rossa. Attraverso la macchina da scrivere, Dalia ripercorre così la propria esistenza: gli amori, i dispiaceri e i mille espedienti attuati per sopravvivere, soprattutto durante gli anni della guerra, riemergono dal passato restituendole un'immagine di sé viva e sorprendente, la storia di una donna capace di superare decenni difficili procedendo sempre a testa alta con dignità e buonumore. Un unico, importante ricordo, però, le sfugge, ma Dalia è decisa a ritrovarlo seguendo gli indizi che il caso, o forse il destino, ha disseminato lungo il suo percorso. La narrazione alla ricerca del ricordo perduto si arricchisce pagina dopo pagina di sensazioni e immagini legate a curiosi oggetti vintage: la protagonista del libro ritroverà la memoria anche grazie a questo tipo di indizi, che appaiono ogni volta in luoghi inaspettati, in una specie di caccia al tesoro immaginaria, tra realtà e fantasia.

Questo secondo romanzo di Desy Icardi è decisamente più maturo e realistico rispetto al precedente. Ci troviamo davanti ad una protagonista che sta affrontando un momento molto vulnerabile della sua vita: dopo un ictus, infatti, deve fare i conti con una piccola perdita di memoria che le provoca frustrazione soprattutto nel momento in cui inizia a ritrovare oggetti strani e, forse, i resti di un suo ultimo lavoro scritto a macchina dopo anni di inattività. 

Inizia così un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta della giovane Dalia e della sua adolescenza: dalla maturità fuori dal comune, all'amore per la mitica Olivetti rossa. I due racconti si intrecciano in una trama che va in crescendo e che stupisce il lettore, pagina dopo pagina.

Ho amato l'ambientazione e tutte le mille sfumature della protagonista. L'autrice ci regala una storia curiosa, ricca di dettagli e vicende legate ad un periodo storico importante per l'Italia. Lo stile è molto delicato e ricercato al punto giusto. Il romanzo si legge velocemente e con piacere conquistando il cuore e la mente del lettore. L'epilogo è tenerissimo e diventa una vera e propria ciliegina sulla torta.
Mi è piaciuto molto e ne consiglio la lettura!




mercoledì 19 febbraio 2020

Recensione "Anime trasparenti" di Daniele Bresciani

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un romanzo che mi è piaciuto molto e che tratta una tematica poco conosciuta.
Si tratta di 'Anime trasparenti', di Daniele Bresciani, edito da Garzanti.
Buona lettura!


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L'ispettore Miranda sa che le regole sono fatte per essere infrante. Per questo, quando gli viene chiesto di archiviare tre casi senza avviare alcuna indagine, non ci sta. Sembrano tanto diversi l'uno dall'altro quanto possono esserlo l'investimento di una donna incensurata, il ritrovamento del cadavere di una prostituta e l'omicidio di un delinquente da quattro soldi. Ma Miranda ha imparato con l'esperienza che, in ogni cosa, esistono legami invisibili. Questa volta, però, non è del tutto sincero, nemmeno con sé stesso. Perché c'è qualcosa di molto personale che lo spinge a indagare oltre e a far fare gli straordinari al suo intuito: conosceva Gloria, la donna che è stata investita. La conosceva talmente bene da aver avuto una relazione con lei. Talmente bene da coprire un'attività illegale, seppur svolta a fini umanitari. Da anni, infatti, Gloria gestiva la Casa dei cento bambini, un asilo gratuito per i figli di famiglie costrette a vivere nell'ombra, senza permesso di soggiorno, di genitori sfruttati per svolgere lavori umili e spesso massacranti. Un'isola felice in un paese non sempre accogliente. Miranda deve capire che cosa è successo. Deve credere che non si sia trattato di un banale incidente causato da un pirata della strada. In una Milano sferzata dal primo gelo dell'inverno, l'ispettore conduce un'indagine ufficiosa, ben oltre i limiti imposti da ogni regolamento. Ma questo, per lui, non è un problema: ha rinunciato alla carriera per difendere le proprie idee contro tutto e contro tutti. Quello che non sa è che il vaso di Pandora che sta per scoperchiare nasconde scenari oscuri e inquietanti persino per chi, come lui, si è costruito una corazza che credeva infrangibile.

La prima impressione che ho avuto, leggendo questo romanzo, è che si tratta di una storia popolata di reietti e personaggi ai margini della società: persone che stanno dalla parte degli indifesi, che non hanno paura di andare contro le regole e di difendere le proprie idee anche a costo di pagare pene pesanti a livello personale.
Ma partiamo dall'inizio e da Gloria, protagonista silenziosa della vicenda: una donna che ha fatto dell'aiutare il prossimo uno stile di vita prendendosi cura di migliaia di bambini figli di immigrati, spesso irregolari, all'interno di un asilo speciale e ai limiti della legge. Lei è il vero motore del libro e il perno attorno al quale si svolge l'intera vicenda. L'ispettore Miranda, è legato a doppio filo con lei ed è disposto a tutto pur di scoprire la verità sull'incidente che l'ha ridotta in fin di vita.

A questo punto Bresciani ci conduce nei meandri più sordidi della crudeltà umana che si snoda su vari livelli e da diversi punti narrativi. La verità, agghiacciante, che si fa strada tra le pagine mi ha sconvolta moltissimo e, allo stesso tempo, ha suscitato in me una miriade di emozioni contrastanti: incredulità, voglia di giustizia, tenerezza, ansia e tanto altro. 

Lo stile dell'autore è, a tratti, rabbioso ma anche intenso e dolce quando serve. E' una storia molto poco romanzata che porta alla luce delle tematiche tabù di cui difficilmente ci interessiamo. Ho amato molto, quasi, tutti i personaggi del libro, compresi i più piccolini. Credo che li porterò nel cuore per un po' insieme alle loro difficili storie. Se siete alla ricerca di un romanzo diverso e unico, credo proprio che 'Anime trasparenti' faccia al caso vostro.





martedì 11 febbraio 2020

Recensione "Il giallo di Villa Nebbia" di Roberto Carboni

Buongiorno lettori.
Oggi vi parlo di un giallo tutto italiano firmato da Roberto Carboni, edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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Piero Bianchi non è ben visto nel paese in cui vive. Sua moglie si è suicidata e lui ha fatto a lungo abuso d'alcol, i compaesani lo considerano un assassino. E così, quando viene a sapere che in un luogo chiamato Villa Nebbia cercano un custode, si presenta per avere il lavoro. A riceverlo è un avvocato, Emidio, ex marito dell'anziana proprietaria della villa, uscita dopo anni dal manicomio. Di lei si occupa la giovane Mariasole: le due donne sono le uniche abitanti di Villa Nebbia. Piero non desidera altro che un po' di tranquillità e quella residenza spettrale, costantemente avvolta dalla foschia, sembra proprio fare al caso suo. Una volta stabilitosi lì, però, la nebbia non smette di tormentarlo. E in quella nebbia ha sempre l'impressione che qualcuno lo osservi: sente strani ticchettii sui vetri e, soprattutto, comincia ad avere l'impressione che a Villa Nebbia ci sia un'altra presenza, oltre a Mariasole e Ilde... Possibile che si stia solo lasciando suggestionare dalle voci inquietanti che si rincorrono su quel luogo?

La trama di questo libro mi ha subito colpita molto e, devo dire, che si è rivelato un ottimo esemplare di giallo che mi ha tenuta abbastanza incollata alle pagine. 
Protagonista della storia è Piero Bianchi, un uomo finito che ha perso la moglie, il rispetto della figlia e del paesino in cui vive che lo considera un assassino scampato alla giustizia. 
Per causa di forza maggiore, quindi, si ritrova al cospetto della decadente Villa Nebbia, in cima ad una collina. Come si evince dal nome, l'atmosfera intorno alla magione è costantemente coperta di nebbia, una nebbia strana, quasi soprannaturale. 

Affogato nella nebbia, l'edificio sembrava costruito apposta per intimorire gli esseri umani. Sbucava tra gli alberi dopo la curva del viale di accesso, con le sue linee severe, il colore grigio, le grondaie strappate e una persiana penzolante. Mi ricordò più un vecchio ospedale semidiroccato che non un'abitazione. Immaginai, all'interno, sale chirurgiche in rovina e lunghi corridoi dimenticati che odoravano di polvere e morte.
'Fantasmi', pensai.

L'impronta che l'autore dà alla sua storia è proprio questa: a cavallo tra il paranormale e la realtà. Il lettore, così come il protagonista, non sa quanto credere al mistero e al mito e quanto affrontare con più lucidità tutti gli avvenimenti che si susseguono. Le abitanti della villa, sono davvero inquietanti e al limite dell'etereo. Pietro dimostra una bella dose di coraggio restando fedele al suo impiego. 


Aveva capito. E adesso ero certo di aver capito pure io.
Non si era trattato di mettere in fila i ragionamenti, come avevo creduto di dover fare, in uno snervante gioco di logica. Era stato piuttosto come se avessi acceso la luce e di colpo fosse diventato tutto limpido.

Tutto cambia nelle ultime trenta, quaranta pagine e assume dei connotati decisamente diversi dal resto della storia. L'autore ci porta su un piano più palpabile e crudele ordito dalle personalità più insospettabili. In sostanza, di paranormale c'era ben poco ma è tutto frutto di un buon lavoro di suggestione. Lo stile dell'autore, molto diretto e asettico ma descrittivo al massimo, mi è piaciuto tanto e mi ha tenuta impegnata e coinvolta per tutta la lettura. Nel complesso, non mi è dispiaciuto. Promosso!


lunedì 10 febbraio 2020

Recensione "L'eredità della Villa delle Stoffe" di Anne Jacobs

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo dell'ultimo e attesissimo capitolo della saga di Anne Jacobs dedicata alla famiglia Melzer e alla loro splendida dimora, la Villa delle Stoffe.
Buona lettura!


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Augusta, 1923. Dopo le devastazioni della Grande Guerra, finalmente gli abitanti della Villa delle Stoffe guardano al futuro con ottimismo. Soprattutto da quando il padrone di casa, Paul Melzer, è tornato dalla prigionia russa riabbracciando l’adorata Marie. Per lui è il momento di riprendere le redini della grande fabbrica di tessuti, diretta in sua assenza dalla moglie. Dopo tanti mesi di separazione, il loro amore è più forte che mai, anche se lei non può fare a meno di notare quanto Paul sia all’antica. Per esempio guarda con sospetto i nuovi modelli disegnati da Marie: quei tailleur così moderni, stretti e sfrontati. Per non parlare della moda dei capelli corti, che ha già contagiato sua sorella Kitty. Paul invece adora ammirare la lunga chioma della moglie quando la sera si pettina davanti allo specchio: un’immagine romantica e rassicurante, come secondo lui deve essere una donna. Ma il ritorno alla ristretta vita familiare comincia a opprimere Marie, e Paul, per compiacerla, decide di aiutarla a realizzare un sogno: aprire un atelier di moda tutto suo. Non si aspetta certo lo straordinario successo dei suoi primi modelli: le signore non parlano che di lei, tutta la buona società si contende i suoi capi. Quando gli impegni cominciano a tenerla lontana da casa e dai bambini, Paul decide così di darle un ultimatum, dalle conseguenze del tutto inaspettate. Con grande shock dei familiari e degli intriganti domestici della villa…

A serie conclusa, posso dirlo: questa è una saga familiare meravigliosa! Anne Jacobs ci ha regalato un piccolo universo fatto di stoffe, tessuti, lotte sociali, femminismo e amore che non ha precedenti.
Mi è dispiaciuto moltissimo girare l'ultima pagina di questo romanzo che, a mio avviso, è in assoluto il migliore della trilogia perché racchiude in esso tutti gli elementi che hanno caratterizzato la vita e gli avvenimenti della famiglia Melzer e della giovane Marie che conosciamo come sguattera e salutiamo come moglie, madre e lavoratrice realizzata. Un bellissimo esempio da seguire.

Non è la sola ad aver attraversato un lungo percorso di maturazione, anche Paul è molto cambiato e ho apprezzato moltissimo i suoi tentativi di apertura al cambiamento, cosa non facile per l'epoca. Kitty è stata una delle mie preferite: un'artista geniale dall'animo indomito e incurante del buon costume. Una donna eccezionale! Devo ammettere, infatti, che questo libro è un vero e proprio inno al femminismo e alla cooperazione tra donne che si aiutano l'un l'altra quando la società volta loro le spalle. 

Nel romanzo, si respira un'aria nuova ma non meno dolorosa rispetto ai libri precedenti. Anne Jacobs affronta dei temi importanti e, se vogliamo, anche scottanti, con la sua solita eleganza e raffinatezza e un buon gusto d'altri tempi. Nonostante la mole abbastanza onerosa del libro, si legge che è un piacere e in tempi brevissimi. Per fortuna sono rimasta pienamente soddisfatta dall'epilogo, anche se un tantino affrettato rispetto a tutto il resto, e ho potuto salutare felicemente la famiglia Melzer, senza rimpianti. 
Se cercate una saga familiare a cui appassionarvi, questa fa proprio al caso vostro!



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