Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di un'antologia bellissima e straordinaria firmata da Beatrice Masini e meravigliosamente illustrata da Fabian Negrin.
Buona lettura!


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L'antologia di Beatrice Masini ha conciliato, nello stesso libro, ventidue eroine letterarie dei classici della letteratura che più abbiamo amato.
Ne troverete di tutti i gusti e di tutte le età: dalla tenera Matilda di Roald Dahl all'esuberante Pippi di Astrid Lindgren, passando per la guerriera Bradamante del Boiardo e dell'Ariosto e la romantica Catherine Earnshaw di Emily Bronte. 

Anche se apparentemente non hanno nulla in comune tra loro, essendo nate in epoche diverse e da autori differenti, in realtà hanno un minimo comune denominatore molto importante: sono uniche ed eterne. Ognuna di loro, infatti, ha una caratteristica che l'ha resa immortale e amatissima da generazioni di lettori e lettrici che le hanno prese come modello ed ispirazione nei momenti più difficili o spensierati della vita. 

Chi di voi non ha mai sognato di vivere la magica vita di Mary Poppins? E chi non ha mai sospirato come Jane Eyre quando il Mr Rochester della situazione è nei paraggi? I libri sono i nostri compagni di avventura per eccellenza così come i loro protagonisti.

L'idea di raccogliere le vite di queste eroine mi è piaciuta moltissimo e ho scoperto tante curiosità che ignoravo su alcuni personaggi. Le illustrazioni, poi, sono il vero pezzo forte del libro e sono davvero meravigliose. E' un volume che non può mancare in libreria, ideale per i più piccoli ma perfetto da collezionare anche per noi che abbiamo qualche anno in più. Sono certa che non avrete difficoltà a fare amicizia con queste donne/ragazze straordinarie!


Quando la casa editrice mi ha proposto di adottare un'amica e ospitarla qui, sul blog, ho subito pensato a Jane Eyre. La sua storia è una delle mie preferite di sempre e non mi stancherei mai di rileggerla, nonostante l'abbia già fatto infinite volte!

Sono sposata da dieci anni.
So che cos'è vivere interamente per e con ciò che più amo sulla terra.
Mi ritengo sommamente benedetta, benedetta al di là di quanto
le parole possono dire: perché io sono pienamente la vita di mio marito 
come lui è la mia. Nessuna donna è mai stata più vicina
di me al suo compagno.

Mi sono sempre rispecchiata in Jane, nel suo essere una persona ordinaria: né bella, né brutta; né simpatica, né antipatica. Una ragazza normale senza tanti grilli nella testa. Mi è sempre piaciuta la sua intelligenza e la sua cultura e non mi sono mai rassegnata al comportamento odioso di Mr Rochester al quale avrei volentieri tirato un fermacarte, o più semplicemente un tomo parecchio voluminoso, in testa. E' una donna che ce l'ha fatta, nonostante le difficili prove della vita e le sfide continue che ha trovato lungo il percorso. E' una donna che ama profondamente e, la romanticona che è in me, non ha potuto fare meno di immedesimarsi in questa sua caratteristica.
Jane Eyre è l'amica che avrei voluto ma anche quella che non mi abbandonerà mai perché sarà sempre pronta ad ascoltarmi sullo scaffale della libreria.

Ho scovato, per voi, due curiosità sul libro che non vedo l'ora di raccontarvi!

- La gaffe 

Charlotte Bronte dedicò la prima edizione del romanzo al suo scrittore preferito, William Makepeace Thackeray, commettendo un errore madornale. L'autore in questione, infatti, era sposato con una donna malata di mente e, proprio come Mr Rochester, la teneva chiusa in casa! Per la società dell'epoca, il collegamento fu immediato ed inevitabile ma, per fortuna, il diretto interessato affrontò la cosa con il sorriso.



- Tratto da una storia vera...

Per il personaggio di Bertha Mason, l'autrice si ispirò alla storia realmente accaduta di Mary. La donna, ritenuta pazza, venne rinchiusa nella stanza più remota di Villa Norton Conyers. La piccola stanzetta, oggi nota come 'Mad Mary's Room', è aperta al pubblico e visitabile dal 2004.






Buongiorno lettori.
Oggi vi parlo di una storia che mi è piaciuta moltissimo, nonostante si rivolga ad un target di lettori che non rispecchia propriamente la mia età anagrafica (si può fermare il tempo, please?).
Si tratta de 'La ragazza invisibile', edito da Dea Planeta.
Buona lettura!


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Una mattina di maggio Aurora Ríos viene trovata morta nella palestra della scuola. Qualcuno le ha inflitto un colpo fortissimo sulla testa e ha abbandonato vicino al corpo martoriato uno strano indizio: una bussola. È forse questo il primo momento in cui i compagni si accorgono veramente di Aurora, la "ragazza invisibile". A diciassette anni, Aurora non ha amici, né una famiglia che voglia occuparsi di lei. La sua morte fa chiasso, forse troppo, finché tutti ammutoliscono. Perché all'improvviso tutti a scuola vengono sospettati per il delitto. Ma chi è il vero responsabile di quello che è successo? Julia Plaza è ossessionata da questa domanda. Compagna di classe di Aurora, Julia ha un'intelligenza straordinaria e una memoria prodigiosa, ed è in grado di realizzare un cubo di Rubik in meno di cinquanta secondi. Così, quasi per gioco, e con l'aiuto del suo migliore amico Emilio, inizia a indagare sul delitto. Ma il gioco si trasforma rapidamente in un vortice da cui Julia non può più uscire: perché niente è come sembra e l'assassino della bussola potrebbe essere proprio accanto a lei.

Cose belle di questo romanzo? Tutto.
Ebbene sì, a partire dai personaggi per finire con la trama, passando per una prosa avvincente, ogni cosa mi ha colpito di questo libro tanto che, nonostante la mole considerevole di pagine, ho terminato in un solo giorno. Per quanto mi riguarda, i protagonisti del romanzo sono tre: Julia Plaza, e la sua intelligenza fuori dal comune; Aurora, che dopo una vita passata nell'anonimato più assoluto viene passata ai raggi X per la sua prematura scomparsa; Emilio, amico nerd di entrambe.
Ma partiamo dal principio: Julia. Julia mi è piaciuta tantissimo per la sua intraprendenza e il suo formidabile intuito; finalmente una protagonista intelligente, spiritosa e che non vive di apparenze. Non è facile trovare un adolescente di sostanza, nei libri come nella vita, ma in questo caso ce ne sono parecchi. Aurora, al contrario, non può contare su una famiglia solida e una personalità forte e si lascia trascinare dalla marea della normalità, cercando di passare inosservata ma non per questo è meno meritevole di attenzioni, peccato che tutti si accorgono sempre troppo tardi di persone come lei.
Anche Emilio ha i suoi problemi, non è il ragazzo aitante e scattante che amano le ragazze ma ha una sensibilità unica che lo rende l'amico perfetto; pur avendo avuto problemi ad inquadrarlo, almeno inizialmente, poi mi ha conquistata completamente. Lui e Julia sono una coppia di investigatori fantastica!

L'intera trama gira intorno alla morte di Aurora avvenuta in circostanze anomale, nel luogo più sicuro del mondo: la scuola. Un caso del genere, soprattutto in un piccolo paesino, porta con sé una serie di problemi e un clima di tensione per tutti. Il colpevole, probabilmente, si cela tra le persone che conosci da una  vita e un'indagine di polizia può tirare fuori diversi altarini che dovrebbero restare tra le mura domestiche. All'improvviso, nessuno è immune dal sospetto e non tutti riescono a vivere bene con questa tensione portando così alla luce i propri peccati più nascosti, nella speranza di uscire dalla cerchia dei possibili colpevoli. Durante la lettura, sono arrivata davvero a sospettare di tutti - tranne Julia e Aurora, per ovvi motivi- ma senza arrivare mai ad una vera conclusione. I moventi sono molteplici così come i sospettati coinvolti. Quel che è certo è che c'è un assassino in libertà e va fermato subito!
Ma l'omicidio, non è il solo argomento del libro: vengono trattati dei temi scottanti e interessanti che si mescolano perfettamente alla storia dando vita ad una lettura stimolante. Si parla di incomprensioni tra genitori e figli, di bullismo, di abuso di droghe, di omosessualità e, più in generale, di tutte le aspettative che vengono riversate sui giovani di oggi che, spesso, opprimono la persona più che incoraggiarla ad ottenere il massimo dalla vita. Come vi accennavo, è una storia che mi ha colpita moltissimo e che ho adorato. E' diverso dal solito libro per adolescenti e sono certa che incollerà alla pagine anche i lettori più maturi ed esigenti. Promosso a pieni voti!



Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi dell'ultimo thriller di Karen Sander, 'Adesso muori', dedicato al duo investigativo composto da Georg Stadler e Liz Montario.
Buona lettura!


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Sono bionde, sono giovanissime, e qualcuno le ha lasciate morire dissanguate sulla riva di un fiume, il corpo nudo esposto in una posa innaturale, i capelli che ondeggiano sulla superficie dell'acqua. Mentre il commissario Georg a Dusseldorf, che sembra opera di un omicida seriale, la celebre profiler Liz Montario, sua partner in molte cacce all'uomo, sta tenendo un seminario all'università di Liverpool per formare le migliori promesse della psicologia criminale. Ed è proprio la sua allieva più brillante, Zoe Fischer, a riaprire alcuni cold case che ripercorrono il modus operandi di un famigerato serial killer di trent'anni prima: Jeremy Dunn, un artista che aveva fatto furore dipingendo quadri con il proprio sangue. O almeno così sosteneva. Perché in realtà si trattava del sangue delle sue vittime, giovani donne che lasciava dissanguare lentamente fino alla morte. Ma Liz ha forti dubbi su questa teoria, anche perché il "Macellaio" è chiuso in carcere da molti anni. Finché non scopre che Stadler, a molti chilometri di distanza, sta indagando su un caso del tutto simile: che si tratti di un emulatore? O c'è qualcosa di più complesso e morboso dietro la catena di nuovi omicidi? Magari qualcosa che ha a che fare con il misterioso stalker che da tempo perseguita Liz, lasciandole inquietanti "regali" sulla soglia della porta? Siamo alla resa dei conti finale per l'affascinante coppia di detective Liz Montario e Georg Stadler.

Siamo arrivati al quarto libro firmato dalla Sander e io continuo ad adorare il binomio profiler/detective protagonista di questa meravigliosa serie. Anche questa volta, Stadler e Montario si trovano a lavorare fianco a fianco su due casi apparentemente scollegati ma che, strada facendo, si uniscono pericolosamente e inesorabilmente. Dopo quattro libri, conosco parecchie sfumature e dettagli su entrambi i protagonisti ma c'è sempre qualcosa di interessante da scoprire. La tensione emotiva tra i due è sempre palpabile ma per quelli, come me, che sperano ancora in un risvolto amoroso e super rosa tra loro mi dispiace deludervi ma anche questa volta, nulla da fare.

Sono stra innamorata della Montario, oltre ad invidiare tantissimo la sua professione. La componente psicologica è fondamentale nei libri di Karen Sander ed è la parte che amo di più. Il caso preso in esame, questa volta, parte da molto lontano ed è molto interessante: il criminale dipingeva quadri con il sangue delle sue vittime. Trent'anni dopo lo scenario diabolico si ripete e Stadler avrà bisogno della squadra migliore possibile per fermare il 'nuovo (?) macellaio'. 

L'unica cosa che non può mancare in un thriller che si rispetti è la suspense e, in questo libro, ne troverete a bizzeffe. La trama è intrigante e piena di colpi di scena, il ritmo è super dinamico e la storia si legge in un soffio. Lo stile dell'autrice mi piace moltissimo: è dettagliato e descrittivo, la parte crime è molto sviluppata e si amalgama perfettamente con quella psicologica creando un mix letale che gli appassionati del genere non potranno non amare.

Come vi accennavo all'inizio del post, si tratta del quarto libro di una serie e, pur contenendo tutti i riferimenti necessari alla comprensione nel caso voleste leggerlo in autonomia, vi consiglio di recuperare la lettura dei libri precedenti per avere un quadro d'insieme soprattutto sui personaggi che, nel corso dei capitoli precedenti, si sono rivelati sapientemente costruiti in ogni aspetto e sarebbe un peccato non approfondire la loro conoscenza. 
Se amate il genere poliziesco/ crime, questa serie fa al caso vostro!





Buongiorno lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dedicato a "L'altro convento", un romanzo sconvolgente di Stefania Durbano edito da Bookabook.
Il mio compito? Quello di raccontarvi qualche dettaglio in più sui personaggi di una storia che resta impressa nella mente.
Buona lettura!


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Il santuario di Belmonte è un luogo di pace, di quiete. Tra le sue mura secolari si trova un convento dove le suore ospitano donne in difficoltà. Un giorno bussa alla loro porta Delia, una ragazza dalla vita complessa: ha alle spalle un aborto, è senza soldi e famiglia. L'incontro con suor Maria, don Piero e le altre figure del convento apre uno spiraglio nel buio della sua esistenza. Tristezza e disperazione sembrano trovare sollievo nell'accoglienza che le viene riservata, ma in Delia nascono una serie di dubbi: perché la sua compagna di stanza è sofferente? Cosa si nasconde dietro il volto sfregiato di don Piero? E, soprattutto, perché suor Maria insiste per farle rispettare determinate regole? Domande che porteranno a risposte impreviste, in un luogo dove niente è quello che sembra.



DELIA

Jeans consumati e una maglia qualunque. 
A prima vista Delia è una bellissima ragazza con qualche problema di troppo. 
Il suo essere sola al mondo la porta sulla soglia del convento di Belmonte che, però, è una porta diretta verso l'inferno più che un percorso verso la redenzione.
E' la protagonista del libro, è un personaggio non convenzionale con una storia tragica alle spalle. E' una ragazza molto sveglia, nonostante sia provata da una situazione non facile. Mi è piaciuto il suo lato ribelle che la porta a ragionare sempre, invece che accettare passivamente gli ordini che le vengono impartiti. Delia mi è piaciuta moltissimo e mi resterà nel cuore per molto tempo!


SUOR MARIA

E' difficile dire qualcosa su questo personaggio e, se leggerete il romanzo, capirete anche perché. E' incommentabile, sotto ogni punto di vista. Non penso di aver mai detestato così tanto una persona. Con Suor Maria l'autrice crea un contrasto unico mettendo in contrapposizione totale il bene e il male nella stessa persona. Sorry, Suor Maria ma per lei non ci sono belle parole ma solo parolacce!!!


DON PIERO

L'aspetto esteriore e il ruolo interpretato da questo personaggio lo rendono, inizialmente, un individuo affidabile e un punto di riferimento per la protagonista ma, in realtà, si tratta di una persona border line. A seconda dei momenti, ho alternato riflessioni positive e negative per questo essere che, perlomeno, ha mostrato qualche segno di pentimento.
Quella flebile luce che ho visto brillare in lui, grazie alla sua cultura e alla sua intelligenza, non basta ad illuminare una storia cupa e sconcertante.


RAFFAELE

L'unica nota positiva del libro.
Un uomo dall'animo buono che dedica la sua vita a vegliare sulla sicurezza e il benessere del prossimo. Ho apprezzato la profondità dei suoi sentimenti per Delia e il coraggio con quale lotterà per lei fino alla fine.


Parlare di questo romanzo è difficile, ho divorato il libro in poche ore trascinata da uan storia torbida e oscura in cui il male e la perversione non hanno mai fine. Potrei dire che non esiste un elemento positivo nel libro, perché a fine lettura resta solo tanta amarezza e negatività, ma qualcosa di bello e puro c'è stato ed è l'amore che lega Raffaele a Delia. In qualche modo loro due mi hanno regalato la leggerezza e l'emozione che, per forza di cose, è quasi totalmente assente dal libro. Non è una storia adatta a tutti, non è una storia per chi ha un cuore debole. Non mi era mai capitato di restare così spiazzata con un libro ma così è stato. Nonostante il tema trattato mi è piaciuto e mi ha conquistata più di quanto mi aspettassi. E' impossibile raccontare qualcosa in più senza svelare dettagli fondamentali perciò, se ritenete di avere abbastanza coraggio da affrontare una storia che sfida le regole e le cose umanamente concepibili, non vi resta che leggere un libro unico ed emozionante.


Continuate a seguire il tour alla scoperta de "L'altro convento".



Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi de "Il meticcio", il nuovo libro di Federica Fantozzi pubblicato da Marsilio Editore.
Buona lettura!


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Roma, estate 2017. Durante un servizio di routine sulle misure di sicurezza a Fiumicino, la giornalista Amalia Pinter manda a monte un'operazione del suo ex amico Alfredo Pani, poliziotto che ha fatto carriera nel nucleo d'élite contro la criminalità organizzata. Per colpa della ragazza, si perdono le tracce di un corriere dell'Ascia Nera, la più pericolosa e spietata fazione della mafia nigeriana lanciata alla conquista dell'Europa continentale attraverso un patto con i clan siciliani. Nel frattempo, al Vero Investigatore, il piccolo quotidiano in cui lavora Amalia, le cose non vanno bene. Il Capo la spedisce a un'asta di pietre preziose dove un rarissimo diamante rosso viene acquistato da un tycoon brasiliano, Ezequiel Alves, che protegge in modo morboso la propria privacy. Lo chiamano "l'uomo dal tocco magico", perché in pochi anni ha scalato il settore acquistando giacimenti esauriti e rendendoli di nuovo produttivi. Quando le due piste, inaspettatamente, si incrociano, Amalia si ritrova "arruolata" come agente sotto copertura. Da un cruento Palio di Siena agli antichi palazzi nobiliari di Palermo, però, un dubbio la tormenta: di chi può davvero fidarsi? Chi dice la verità? La giovane giornalista dovrà inerpicarsi fino a una clinica sperduta in mezzo alle Madonie per scoprire cosa ha trasformato un bambino in un sopravvissuto. E per riavvolgere il filo che lega, da molto lontano, i protagonisti di un sogno trasformatosi in sodalizio criminale.

Il libro di Federica Fantozzi mi ha colpito molto, e soprattutto, per lo stile molto realistico e curato con il quale è stato scritto. Di solito nei polizieschi, arriva sempre il momento in cui l'autore cerca di strafare aggiungendo elementi o situazioni poco credibili ma non è il caso de 'Il meticcio'. 
La protagonista è la giornalista Amalia Pinter, già conosciuta nel precedente capitolo de 'Il logista', che questa volta si scontra con una realtà dura e di cui si parla pochissimo: quella della mafia nigeriana. E' un personaggio che mi piace molto, il suo, mi piace la sua passione per il giornalismo che la porta ad andare a fondo nelle cose, anche rischiando la vita a volte. E' una professionista implacabile, poco avvezza ad eseguire ordini dati da altri e con un ottimo intuito.

Il poliziotto Alfredo Pani, amico della Pinter, è la spalla perfetta in quanto ha le conoscenze ed i mezzi che compensano le idee e i piani folli di Amalia. Sebbene il rapporto tra i due non sia proprio rose e fiori, troveranno il modo di far funzionare le cose per il bene comune. 
Le loro strade, infatti, si incrociano nel corso di due progetti diversi e separati che, però, riveleranno un unico grande piano da sventare. 

Tra i dialoghi schietti e battibecchi poco eleganti, l'autrice ci porta in un contesto pazzesco e crudele ormai molto presente sul nostro territorio. La mafia nigeriana è un'entità fumosa ma che affonda le sue radici nei traffici più illeciti che possiamo immaginare: droga e prostituzione. La vita di tantissimi migranti finisce spesso nelle mani di carnefici spietati interessati solo al proprio al guadagno e disposti a tutto per mantenere il potere.

E' un lungo viaggio, quello che affrontiamo ne 'Il meticcio', in cui si mescolano tanti argomenti, personaggi e storie dando vita ad un romanzo incredibile e molto dinamico che si divora in poco tempo. Come vi accennavo prima, mi è piaciuto tantissimo lo stile dell'autrice e le sue descrizioni molto minuziose e curate che permettono di immaginare alla perfezione ogni momento della storia.
Se amate i polizieschi, sono certa che vi piacerà tantissimo!



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