mercoledì 7 marzo 2018

Recensione in ANTEPRIMA "L'illusione della verità" di Wendy Walker

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di una storia davvero particolare che mi ha disorientata, stupita e anche un pizzico delusa rispetto alle aspettative che avevo.
Si tratta de "L'illusione della verità" di Wendy Walker, edito da Casa Editrice Nord.
Buona lettura!


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Quella sera, in casa scoppia una lite furiosa. Dopo le urla e i pianti, si avverte il rombo di un motore, poi il silenzio. La mattina seguente, le sorelle Tanner sono scomparse. L’auto della diciassettenne Emma viene ritrovata nei pressi della spiaggia: all’interno, solo la borsa e le scarpe della ragazza. Della quindicenne Cassandra, invece, nessuna traccia. Senza ulteriori indizi, le autorità vagliano tutte le ipotesi, per poi congelare il caso.
 
Tre anni dopo, Cassandra torna a casa… da sola. Racconta che lei ed Emma sono state rapite e tenute prigioniere su una misteriosa isola del Maine, senza telefono, televisione o elettricità. La sua versione dei fatti, però, è piena di buchi; in particolare, il racconto del giorno della scomparsa non coincide con le deposizioni raccolte dai detective. Sembrerebbe che la memoria della ragazza sia ancora compromessa dal trauma eppure, per la psicologa forense Abby Winter, i conti non tornano. È successo qualcosa quella notte di tre anni prima, qualcosa che la famiglia Tanner sta tentando disperatamente di nascondere. In cerca di risposte, la dottoressa rivolge quindi lo sguardo verso la madre, il patrigno e il fratellastro di Cassandra. A poco a poco, nel quadro apparentemente perfetto di quella famiglia come tante, Abby intuisce inquietanti crepe e indizi che conducono lungo una strada costellata di menzogne, inganni e tradimenti. Una strada che Abby sarà costretta a percorrere, se vuole salvare Emma… 

Questa lettura mi ha sconvolta, confusa, delusa e stupita allo stesso tempo. Sono rimasta subito conquistata dalla trama e dalla copertina, mantenuta uguale all'originale. Non so come l'autrice sia riuscita ad elaborare una simile storia e dei personaggi così complessi e articolati. Cass è stata una protagonista eccezionale, devo ammetterlo. Abby Winter, la psicologa del caso, avrà grosse difficoltà a rapportarsi con lei e con la sua famiglia. Nella storia raccontata dalla ragazza, magicamente tornata a casa dopo tre anni di silenzio, c'è qualcosa con quadra ma Abby non immagina nemmeno lontanamente cosa è realmente accaduto la sera in cui le due sorelle sono scomparse. Gli altri membri della famiglia Tunner si rivelano altrettanto ambigui e misteriosi. Per una buona parte del libro non sono riuscita a farmi un'idea chiara su nessuno di loro, ne tanto meno sulla verità che tutti si ostinano a nascondere.

Secondo me esistono due tipi di persone: quelle che hanno un urlo dentro e quelle che non ce l'hanno. Quelle con l'urlo dentro sono sempre troppo arrabbiate o troppo tristi, oppure ridono troppo forte, dicono parolacce, si drogano, non sanno stare sedute tranquille.
A volte cantano a squarciagola coi finestrini abbassati. Non credo che ci si nasca, con l'urlo: sono altri a farlo nascere dentro di te.

Dopo un inizio poco coinvolgente, la storia prende finalmente il via e la nebbia intorno a questa stranissima famiglia inizia a dissiparsi mostrando una situazione sconvolgente. C'è del marcio nei Tunner, continuano a mentire, a contraddirsi e nemmeno la posizione di Cass appare più molto nitida. Insieme ad Abby ricostruiamo a fatica l'intera storia fino ad un epilogo a dir poco sconvolgente. Vi assicuro che raramente mi sono trovata di fronte ad una storia così contorta e intricata.
La vicenda, raccontata da più narratori, vi confonderà e sconvolgerà dall'inizio alla fine. L'elemento che non mi ha convinta, però, sta proprio nello sviluppo della trama che aveva moltissimo potenziale. Per i tre quarti del romanzo, non sono rimasta coinvolta dalla storia un po' per la confusione e un po' per lo stile dell'autrice, di conseguenza non mi sono goduta a pieno il libro.
Riconosco la bravura e l'ingegno dell'autrice e, a lettura finita, non posso dire di non averlo apprezzata. Dal punto di vista psicologico, è una storia davvero ben congegnata e coerente, è il punto forte di un romanzo in cui nulla è come sembra.
Promosso, ma con riserva!



martedì 6 marzo 2018

Recensione "Gelsomino Indiano" di Linda Kent

Buongiorno lettori miei,
ve ne avevo già parlato la scorsa settimana e, dopo averlo letto, sono prontissima ad analizzarlo con e per voi. Si tratta del romanzo "Gelsomino Indiano", di Linda Kent, edito per la collana 'I romanzi Classic' di Mondadori.
Buona lettura!


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Dopo dieci anni di servizio presso la Compagnia delle Indie, per Rupert Selby è giunto il momento di tornare a Londra. Rupert è nobile, ricco, affascinante e il ton sarebbe disposto a perdonargli un passato scandaloso, se non fosse per la figlioletta di sangue misto che ha portato con sé. Ma lui la adora e decide di assumere un'istitutrice che la trasformi in una piccola lady. È così che Jasmine Hartwell entra nella sua vita, travolgendo ogni sua certezza e ribaltando i suoi piani con teorie schiette e sorprendenti. Jasmine è però in fuga da un passato pericoloso e sa di dover rifiutare l'amore di Rupert, anche se il sangue caldo e sensuale che le scorre nelle vene…

Dopo la carrellata di thriller che ho letto nell'ultima settimana, sentivo proprio il bisogno di un bel romance e il titolo di Linda Kent si è rivelato provvidenziale.
Questa storia arriva da lontano, nel tempo e nello spazio, siamo nell'Inghilterra dell'800 e i nostri protagonisti provengono da luoghi ed estrazione sociale differenti. Il bel Rupert è un principe azzurro: affascinante, misterioso e inizialmente austero. Jasmine, così come suggerisce il nome, è una giovane ragazza indiana dal passato tormentato e alla ricerca di un riscatto personale. Le dinamiche del loro rapporto mi sono piaciute sin dall'inizio: lei, seppur timida e giovane, dimostra di avere una caratterino niente male e una personalità molto complessa e articolata; lui è un uomo tutto d'un pezzo, impreparato come genitore e stupito dal fascino di Jasmine che lo risveglia dallo stato di torpore in cui versava da tempo. La piccola lady, è un jolly all'interno del romanzo. Non se ne parla molto, ma ha un ruolo fondamentale nel rapporto tra Rupert e Jasmine.

La sorpresa le sarebbe piaciuta.
Si sarebbe offesa, una volta per tutte.
Rupert si passò una mano fra i capelli e fissò il pacchetto come se la carta marrone potesse suggerirgli la risposta. Alla fine, prese la sua decisione. E pregò che fosse quella giusta.

Una presenza, nell'ombra, fa capitolino tra i vari capitoli non lasciando presagire nulla di buono. A quanto pare, dal passato non si fugge così facilmente. La situazione precipita molto velocemente e la narrazione acquista un ritmo molto dinamico e coinvolgente, le ultime pagine scorrono via senza nemmeno rendersene conto. Per fortuna, in questi romanzi, il lieto fine arriva sempre in qualche modo e mi ha riportata nell'atmosfera sognante con la quale ho affrontato la lettura. Mi è piaciuto da morire lo stile e la prosa dell'autrice, amo le narrazioni descrittive e con la Kent sono riuscita ad immaginare ogni più piccolo dettaglio. Il lavoro di ricerca storica che c'è stato dietro la stesura del romanzo è evidente e traspare in varie parti del libro, ma è un elemento che non annoia e che arricchisce ancora di più una storia piena di tematiche ed emozioni. Non c'è un aspetto che non ho apprezzato del romanzo, è stata una lettura gradevole e romantica. Proprio quello di cui avevo bisogno. Promosso e consigliato!




lunedì 5 marzo 2018

Recensione "Le spose sepolte" di Marilù Oliva

Buongiorno lettori,
apriamo la settimana con un thriller mozzafiato che mi ha tenuta sveglia di notte, incapace di abbandonare la lettura. Si tratta di una storia straordinaria portata in libreria da Harper Collins e firmata da Marilù Oliva, intitolata "Le spose sepolte".


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Dove sono finite quelle donne misteriosamente sparite da anni, mogli e madri di cui i mariti sostengono di non sapere nulla? Uno dopo l'altro, i loro corpi vengono ritrovati grazie a un killer implacabile che costringe chi le ha fatte scomparire a confessare dove si trovano le loro ossa e poi uccide i colpevoli, sempre assolti dai tribunali per mancanza di prove. Il rituale è feroce e spietato: l'assassino vuole così rendere giustizia alle spose sepolte. I pochi indizi lasciati sulla scena del crimine conducono a un piccolo paese, Monterocca, soprannominato la Città delle Donne, un territorio nell'Appennino bolognese circoscritto da mura ed elementi naturali, governato da una giunta completamente al femminile. Il team investigativo, in cui spicca la giovane ispettrice Micol Medici, si trova catapultato in una realtà di provincia quasi isolata dal mondo, con una natura montana che fa da contorno e molti misteri avvolti nella nebbia. Un inquietante enigma conduce gli inquirenti al Centro Studi Rita, un'azienda farmaceutica che sta sintetizzando un anestetico speciale: lo stesso utilizzato dal serial killer come siero della verità per far confessare i colpevoli. Ma quanti altri segreti si nascondono dentro i confini del piccolo paese? Solo Micol ha l'innata capacità di scoprirli, anche se questo potrebbe costarle la vita...

Di loro è stato detto che se ne sono andate, che sono impazzite e che sono fuggite o che sono scappate con un altro uomo. Ma in pochi hanno creduto a questi depistaggi. Erano madri, prima di tutto. Le madri non abbandonano i propri figli. E non potranno mai essere vendicate in nessun modo, perché è stato tolto loro irreparabilmente ciò che di più prezioso avevano: il tempo con i loro figli.

Ci troviamo di fronte ad un romanzo straordinario, forse forte e molto diretto nelle descrizioni e nelle azioni, ma di un'attualità disarmante. L'autrice sceglie di dar voce alle spose sepolte, donne normali, scomparse da un momento all'altro senza lasciare tracce. Donne di cui tanto è stato detto, forse troppo, senza però fare mai davvero giustizia. Nel piccolo borgo di Monterocca, gli equilibri sono molto diversi da quelli a cui siamo abituati. Un gruppo di donne ha ricreato un micro mondo quasi perfetto in cui tutto sembra funzionare fino al momento in cui non si ritrovano invischiate in una serie di delitti particolari che hanno per vittime solo uomini e che, in qualche modo, sono collegate alla tranquilla cittadina. Tutti loro hanno in comune dei matrimoni con un epilogo misterioso e ora un angelo della morte sembra voler fare giustizia portando alla luce una serie di crimini terribili. 

Ci sono tutti gli elementi del killer giustiziere. Di qualcuno che vuole scoperchiare la verità e punire per ristabilire un ordine infranto.

L'ispettrice Micol è la punta di diamante della squadra investigativa. E' una protagonista particolare e poco romanzata. L'autrice, infatti, mette in mostra tutti i suoi difetti e le sue insicurezze ponendola al centro di un lungo percorso di maturazione che si evolve in maniera direttamente proporzionale all'indagine. Sono entrata subito in sintonia con lei ed è stato come vivere in prima persona la vicenda. Il ritmo della storia è incalzante, è impossibile non essere risucchiati da una trama così avvincente e piena di mistero. La narrazione segue due filoni ben distinti, uno ambientato nel passato e uno nel presente, che si incontrano quasi alla fine del libro dando vita ad un colpo di scena che vi lascerà a bocca aperta. Non posso dirvi molto altro per non rischiare di rovinarvi la lettura, ma questo libro merita assolutamente una possibilità. 
Questo romanzo mi ha conquistata da ogni punto di vista, trovo che sia originale e che affronti in maniera molto diretta delle tematiche importanti di cui si parla sempre troppo poco e male, il più delle volte.
E' una storia che dà voce alle vittime, una storia intrisa di verità e liberamente ispirata ad episodi realmente accaduti. Il confine tra giusto e sbagliato non è mai stato così labile. 
Voi da che parte state?




sabato 3 marzo 2018

Recensione "L'alienista" di Caleb Carr

Buongiorno lettori,
anche oggi torno a parlarvi di thriller con "L'alienista", di Caleb Carr.
Un viaggio nella New York di fine '800, nei vicoli più tenebrosi e malavitosi della città sconvolti da una serie di omicidi brutali e inquietanti.
Buona lettura!


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NEW YORK 1896. Il reporter John Schuyler Moore riceve la chiamata inaspettata di Laszlo Kreizler – psicologo e “alienista” –, un suo amico di vecchio corso. Il dottore lo prega di raggiungerlo al più presto per assistere al ritrovamento di un cadavere. Il corpo è stato orrendamente mutilato e poi abbandonato nelle vicinanze di un ponte ancora in costruzione. La vista di quel macabro spettacolo fa nascere nei due amici un proposito ambizioso: è possibile creare il profilo psicologico di un assassino basandosi sui dettagli dei suoi delitti? In un’epoca in cui la società considera i criminali geneticamente predisposti, il giornalista e il dottore dovranno fare i conti con poliziotti corrotti, gangster senza scrupoli e varia umanità. Scopriranno, a loro spese, che cercare di infilarsi nella mente contorta di un assassino può significare trovarsi di fronte all’orrore di un passato mai cancellato. Un passato pronto a tornare a galla di nuovo, per uccidere ancora.

Finalmente ho avuto il tempo di recuperare la lettura di questo romanzo. Come sapete, amo moltissimo i libri che parlano di psicologia/ psichiatria, perciò non potevo proprio lasciarmi scappare l'opera di Caleb Carr. Parto subito col dirvi che l'ambientazione è assolutamente straordinaria. Siamo a New York, alla fine dell'800, nei vicoli più malavitosi e poveri della città in cui non è saggio avventurarsi. Una serie di omicidi brutali, che avvengono con un modus operandi particolare e, senza dubbio, interessante sconvolgono la città. Una squadra composta da tre professionisti, in ambiti diversi, decide di far luce su questa catena di terrore e sangue che ogni notte minaccia giovani ragazzi. L'autore pone molta attenzione sulla parte 'medica' della questione, per il dottor Kreizler è importante capire la mente che si cela dietro tanta malvagità. E' un timido tentativo di creare un profilo del serial killer, pratica ancora sconosciuta all'epoca. 
L'analisi dei dettagli, descritti in maniera molto cruda e senza censure, ci trasporta in un viaggio affascinante nella mente umana alla ricerca del colpevole.

Le risposte fornite nei momenti cruciali della vita non sono mai del tutto spontanee, ma costituiscono la materializzazione di anni di esperienza contestuale, di modelli di comportamenti destinati, prima o poi, a dominare la nostra vita.

L'escalation di violenza, però, non si ferma e le ipotesi e le congetture del trio non sembrano stare al passo con le mosse del serial killer. Tutto sembra remare contro il loro proposito, agli occhi degli altri, soprattutto della polizia, è inutile perdere tempo alla ricerca di una storia che possa giustificare delle simili atrocità e i nostri protagonisti dovranno rischiare il tutto e per tutto per riuscire ad ottenere il risultato sperato. E' un romanzo molto descrittivo che analizza, nei minimi particolari, personaggi, ambientazioni e nozioni. E' impossibile non farsi rapire dalla narrazione e dalla prosa coinvolgente dell'autore. L'unico punto che non ho apprezzato moltissimo, forse, è l'epilogo in cui la suspense e il ritmo rallentano troppo repentinamente e non regalano un finale esplosivo come mi sarei aspettata. Nel complesso, però, siamo di fronte ad una storia eccezionale in grado di affrontare un tema intricato e complesso come quello della psicologia criminale. Sono rimasta molto affascinata dalla storia e, ora, sono prontissima a recuperare la visione della serie su Netflix!
Non è adatto a chi ha lo stomaco debole per alcune scene decisamente crude, ma assolutamente consigliato a tutti gli amanti del genere!



venerdì 2 marzo 2018

Recensione "Il bambino silenzioso" di Sarah A. Denzil

Buongiorno lettori,
durante questa settimana ho avuto modo di recuperare la lettura di alcuni thriller interessantissimi e che ho amato. Quello di cui vi parlo oggi, racconta una storia inquietante ambientata in una cittadina come tante, quelle in cui non accade mai nulla.. quelle in cui il male si nasconde dove meno te lo aspetti. Si tratta de "Il bambino silenzioso", di Sarah A. Denzil, edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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Nell’estate del 2006, Emma Price era lì quando fu ritrovato il cappotto rosso del suo bambino di sei anni, lungo il fiume Ouse. Fu la tragica storia dell’anno: il piccolo Aiden era sparito da scuola durante una terribile alluvione, era caduto nel fiume e poi annegato. Il suo corpo non fu mai ritrovato. Dieci anni dopo, Emma è riuscita finalmente a riacquistare un po’ di serenità. È sposata, incinta e le sembra di aver finalmente ripreso il controllo della sua vita quando… Aiden ritorna. Troppo traumatizzato per parlare, non risponde a nessuna delle infinite domande che gli vengono rivolte. Solo il suo corpo racconta la storia di una sparizione durata dieci lunghi anni. Una storia di ossa spezzate e ferite che testimoniano gli orrori che Aiden deve aver subito. Perché Aiden non è mai annegato: è stato rapito. Per recuperare il contatto con il figlio, ormai adolescente, Emma dovrà scoprire qualcosa sul mostro che glielo ha portato via. Ma chi, in una cittadina così piccola, sarebbe capace di un crimine tanto orrendo? È Aiden ad avere le risposte, ma ci sono cose troppo indicibili per essere pronunciate ad alta voce.

La mia scelta fu Aiden. E non me ne sono mai pentita.
Né quando lacerò la mia pelle uscendo fuori dal mio corpo, né quando urlava come un pazzo invece di riposare, né quando trovarono il suo cappotto rosso che galleggiava nel fiume Ouse tre giorni dopo l'alluvione. No, non mi sono mai pentita della mia scelta.

Quando sono state presentate le novità di Newton Compton per la prima parte del 2018, questo libro è stato tra i titoli che più mi hanno colpita. L'autrice, con una fervida e crudele immaginazione, riesce davvero a inquietare il lettore portando il male nelle stradine di una piccola cittadina. Emma Price è la nostra protagonista, una mamma che ha subito la più atroce delle punizioni: perdere il proprio figlio e non avere la certezza di cosa ne sia stato di lui. Nonostante questo grande dolore, la donna riesce in qualche modo ad andare avanti, i suoi pensieri sono sempre molto tormentati e il lettore vive in prima persona queste emozioni in quanto l'autrice dà molto spazio al suo POV.  Aiden è, letteralmente, un protagonista silenzioso: inizialmente lo vediamo solo attraverso i pensieri della madre e, quindi, incapace di esprimere una sua opinione sulla vicenda che lo vede coinvolto; successivamente, quando viene ritrovato dopo dieci lunghissimi anni, è troppo shockato per riferire quali terribili pene abbia dovuto sopportare durante il suo rapimento.
E' struggente leggere il dolore di una madre nel rapportarsi con un figlio che credeva perso per sempre, l'incapacità di comunicare non fa che aggiungere tensioni ad un'atmosfera già molto cupa e piena di suspense. Non è chiaro, infatti, dove sia stato tenuto il ragazzo e, soprattutto, chi abbia commesso una simile atrocità. 

Non bisogna mai dire che si odia qualcuno o qualcosa a meno che non lo si dica sul serio, perché l'odio non è quando trovi fastidioso un presentatore alla tele, non è quando perdi le staffe con un parente - è una cosa viva che divora tutto a partire dalle viscere, che infetta il tuo sangue finché non annerisce il tuo cuore.

La trama prosegue in crescendo con un ritmo che si fa sempre più incalzante. Mi sono ritrovata a divorare pagine su pagine, incapace di abbandonare la lettura e il mistero che gira intorno al rapimento del ragazzo. Ho avuto modo di fare tante congetture, rivelatesi poi errate, ma l'autrice è riuscita sempre a stupirmi con nuove rivelazioni e colpi di scena fino ad un epilogo che mai mi sarei aspettata. Questi sono i thriller che mi piacciono e che mi affascinano. 
Mi è piaciuto il modo in cui l'autrice ha costruito i suoi personaggi, che hanno personalità diversissime tra loro, approfondendo soprattutto i lati più introspettivi e oscuri di ognuno di loro. E' un po' come se avesse voluto dimostrare che, in fondo in fondo nella vita, i confini tra vittime e carnefici non sono mai così netti.
Buona la prosa e scorrevole la narrazione, l'autrice ha una scrittura molto diretta e, a tratti, anche cruda e brutale. E' stata davvero una rivelazione e spero di poter leggere presto altre storie di quest'autrice molto promettente.
Consigliatissimo a tutti gli amanti del genere!