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giovedì 11 luglio 2019

Recensione "L'eredità di Agneta" di Corina Bomann

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi dell'ultimo romanzo di Corina Bomann, "L'eredità di Agneta", edito da Giunti.
Buona lettura!


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Stoccolma, 1913. Dall'ultimo violento litigio con i genitori a Natale, Agneta ha chiuso ogni rapporto con la famiglia di origine, rinunciando al titolo nobiliare di contessa di Löwenhof e trasferendosi in un piccolo appartamento nel quartiere studentesco della capitale. A venticinque anni, il suo sogno non è certo sposarsi con un buon partito, ma studiare per diventare pittrice, lottare per il diritto di voto insieme alle amiche femministe e, soprattutto, vivere liberamente le sue passioni, compresa quella per Michael, aspirante avvocato. Finché una mattina un telegramma le porta una notizia destinata a cambiare completamente il corso della sua vita: il padre e il fratello sono rimasti coinvolti in un incendio, e la madre le chiede di tornare subito a Löwenhof. Inaspettatamente, i verdi prati, i boschi imponenti, i recinti dei cavalli e la bianca villa padronale suscitano in lei una strana malinconia. Ancora non sa che la situazione è molto più grave del previsto e che sarà posta di fronte a una scelta: prendere la guida della tenuta o continuare a inseguire i suoi sogni di libertà. Dilaniata dal dubbio che l'incendio sia stato doloso, tormentata dalla madre che vorrebbe vederla sposata con un aristocratico, Agneta troverà sostegno solo in Max, il giovane amministratore delle scuderie da cui si sente pericolosamente attratta...

"L'eredità di Agneta", è un libro insolito se pensiamo allo stile al quale la Bomann ci ha abituati. Avendo letto tutti i romanzi dell'autrice, ho notato subito la differenza e, soprattutto, la mancanza quasi totale di una parte emozionale importante che di solito costituisce il 50% dei suoi libri. Non mi sono legata tantissimo alla protagonista, pur avendone apprezzato le caratteristiche e il pensiero. Non mi sono legata alla tenuta di Lowenhof più del dovuto e non mi sono persa tra gli intrighi e i misteri della trama perché anch'essi sono stati alquanto inesistenti o prevedibili.

Sentivo incombere su di me qualcosa di impotente, di spaventoso.
Qualcosa che avrebbe stravolto la mia vita per sempre, cambiandola in modo irreversibile.
Adesso restavo soltanto io, l'unica discendente di Thure Lejongard.
L'erede di Lowenhof.

Non so spiegarmi questo improvviso cambio di rotta da parte di Corina Bomann ma è come se, in questo libro, avesse voluto lanciare un messaggio più che regalarci una storia intensa ed emozionante. L'ambiente del femminismo e delle suffragette influenza in tutto e per tutto la vita di Agneta che tenta di essere una donna autonoma e indipendente in un periodo storico che non permetteva certo tutta questa libertà. Queste sfumature non mi sono affatto dispiaciute ma hanno tolto spazio, a mio avviso, alla storia in sé che viene appena tratteggiata senza scendere mai nei dettagli. 

Dal modo in cui parlate si capisce che siete in confidenza. Sembrate una coppia che si conosce da un'eternità.

-Ci conosciamo solo da tre mesi. Non la definirei esattamente un'eternità.

Il tempo sufficiente per innamorarsi. A volte basta un attimo.

Le dinamiche tra i personaggi vengono sempre lasciate un po' in sospeso e mai affrontate pienamente e sviscerate, questo comporta un senso di incompletezza generale che, spero, sarà colmato nei prossimi libri dato che questo è solo il primo di una serie dedicata a le signore di Lowenhof.
Molto bene per quanto riguarda lo stile e la prosa, almeno in questo campo non ci sono state sorprese o cambiamenti. Ho adorato anche tutta l'ambientazione svedese e i panorami raccontati tra queste pagine. Amo ogni aspetto della penisola scandinava e non ho potuto non apprezzare questi luoghi.

Per il momento è promosso a metà e spero di ritrovare, nei prossimi capitoli, tutto quello che mi è mancato in questo libro.


Altri libri dell'autrice:





lunedì 18 dicembre 2017

[Bookmas2017] Giorno 1 "Un sogno tra i fiocchi di neve" di Corina Bomann

Buongiorno lettori!
Comincia oggi la terza edizione di "Bookmas", l'evento che ogni anno ci tiene compagnia nella settimana prima del Natale.
Quest'anno apriamo le danze con la recensione di un libro di Corina Bomann, "Un sogno tra i fiocchi di neve".
Buona lettura!


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Fin da bambina, Anna non ha mai potuto sopportare il Natale, con tutto il suo corredo di luci colorate, dolci, regali e preparativi frenetici. E anche adesso che è una giovane donna, l’unico modo per superarlo è cercare riparo in qualche località esotica. Ma quest’anno sottrarsi sembra proprio impossibile: il suo adorato fratellino Jonathan le ha strappato la promessa di raggiungerlo per festeggiare con tutta la famiglia, compreso l’insopportabile patrigno. E così, il 23 dicembre, Anna salta su un treno stipato di gente alla volta di Berlino. Un attimo di assopimento – o meglio, quello che sembra un attimo – e si ritrova in una desolata stazione sul Mar Baltico, nel cuore della notte e nel pieno di una tormenta di neve. Impossibile tornare indietro, nessun treno riparte a quell’ora. Ad Anna non resta che chiedere un pas­saggio a chi capita e affidarsi alla sua buona stella, perché i personaggi che popolano la notte – si sa – sono tra i più disparati: l’autista di uno spazzaneve, un camionista polacco, tre stravaganti vecchiette che appaiono e scompaiono, e un surfista-psicologo-rasta piuttosto attraente...

Il romanzo di Corina Bomann è libro perfetto per le feste natalizie, soprattutto se, come Anna, odiate il Natale! Anna è un piccolo Grinch che odia il periodo natalizio e si rifugia ogni anno su qualche spiaggia deserta pur di non vedere alberi, lucine e leccornie di ogni genere. Stavolta ha deciso di fare uno strappo alla regola, affrontando la sua avversione verso il Natale regalandoci momenti davvero esilaranti. La nostra Anna, infatti, si ritrova ad affrontare sfortune di ogni genere e personaggi discutibili ma, perlopiù, simpatici. E' davvero una strana congrega quella che si viene a creare, ma le diversità e le particolarità dei vari personaggi, rendono la lettura molto divertente ed entusiasmante. Il Natale diventa così una semplice cornice ad una storia fatta di riflessioni, sentimenti e racconti personali dei vari protagonisti. In una notte tutto può cambiare e Anna si ritrova a desiderare cose da cui è sempre fuggita a gambe levate. Sospetto che il curioso trio di nonnine, che somigliano molto ai piccoli elfi di Babbo Natale, abbiano avuto un ruolo predominante in questo cambiamento, così come uno psicologo affascinante che ha deciso di far breccia nel cuore della nostra bella protagonista. I libri natalizi sembrano un po' tutti uguali, ma il romanzo della Bomann accomuna le tematiche del Natale con un'ironia dirompente che vi farà affrontare la lettura con il sorriso. E' un'autrice che non delude, nonostante questo sia un libro più 'frivolo' rispetto a quelli cui ci ha abituati. "Un sogno tra i fiocchi di neve", mi ha permesso di entrare in pieno mood natalizio e non posso che consigliarvelo!









venerdì 11 agosto 2017

Recensione "Una finestra sul mare" di Corina Bomann

Buongiorno lettori,
ultima recensione per il blog prima delle ferie estive!
Vi parlo dell'ultimo e avvincente romanzo di Corina Bomann, "Una finestra sul mare".
Buona lettura!



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LA RECENSIONE:

"Aveva preso una decisione: se la ragazza fosse tornata le avrebbe dato il libro. Forse non sarebbe servito a nulla, ma era possibile che la aiutasse a ritrovare la voglia di vivere."

Kim sta affrontando uno dei traumi peggiori della vita, ha perso l'uomo che amava e tutto il futuro che stavano costruendo insieme. Quando scopre i segreti di Jake, la situazione non può che peggiorare e non vede soluzioni davanti a sé. Forse sarebbe un bene abbandonare questa vita di dolore e delusione, le scogliere della Cornovaglia sono perfette per questo scopo.
L'intervento provvidenziale di una misteriosa donnina, distoglie la giovane dal nefasto intento.
Entrambe si sono trovate nel posto giusto al momento giusto.

"Questo libro è una voce. Appartiene alla mia famiglia fin da quando i miei antenati si stabilirono a Land's End."

"Cosa vi troverò?"

"Tutto quello che vuoi."

La vicinanza di Janet è un toccasana per l'anima a brandelli di Kim. Il misterioso diario racconta una storia inquietante che, in qualche modo, la accomuna alla protagonista. Dopo qualche giorno, Kim non è più sicura di voler morire e la vita sembra volerle concedere una seconda occasione per essere felice. La storia del diario la appassiona e la incuriosisce ogni giorno di più e, senza volerlo, guarisce il suo cuore.

"Non ho intenzione di saltare."

"Ma come sai c'è il rischio di cadere senza volerlo."

"Sono sicura che riusciresti a salvarmi."

Il nipote di Janet, Dan, si ritrova ad affrontare una situazione più grande di lui. Non sa esattamente quale sia il legame tra sua nonna e Kim, ma è felice di non essere solo in un momento così difficile.
La dolce e cara Janet, sempre pronta ad aiutare il prossimo, ha predisposto ancora una volta le sue pedine, nella speranza che tutto fili per il verso giusto.

Lo stile di questa autrice mi affascina e mi appassiona ogni volta. Spesso viene paragonata alla Riley, ma dopo aver letto parecchi dei loro libri, posso dire che non è così. La Bomann ama raccontare storie particolari con protagonisti difficili, come Leandra. Non è facile dare consistenza e spessore a una donna muta dell'800. Tuttavia è stata uno dei personaggi più belli del libro, ho amato la sua storia. Ho apprezzato il rapporto tra Janet e Kim, sono state provvidenziali l'una per l'altra. E' una storia di donne, diverse ma guidate dalla forza del dolore e dell'amore. La narrazione è lineare e viene intervallata dalle pagine del diario di Leandra che rendono la vicenda ancora più avvincente e misteriosa. La prosa dell'autrice è elegante ed elaborata, un piacere per gli occhi. Ho divorato il romanzo in pochissimo tempo. Ho conservato la curiosità morbosa dall'inizio alla fine della storia e ho apprezzato l'epilogo non scontato ma estremamente reale. L'ambientazione è un altro tassello fondamentale del libro, il faro e queste meravigliose scogliere sferzate dal vento, hanno contribuito ad aggiungere ulteriore pathos al romanzo. E' stata una lettura bellissima che consiglio vivamente!
Non vi deluderà.



martedì 15 novembre 2016

Recensione "L'anno dei fiori di papavero" di Corina Bomann

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo di un romanzo dolcissimo, ambientato in paesaggi bucolici.
Si tratta del nuovo libro di Corina Bomann, "L'anno dei fiori di papavero", edito da Giunti.
Buona lettura!




LA RECENSIONE:

"Ero contenta, sorpresa da quanto mi sentissi diversa rispetto ai giorni precedenti. Stare seduta in un caffè a mangiare torte con un uomo che conoscevo appena, mi faceva bene. Avrei dovuto farlo prima."

Nicole ha sempre voluto una famiglia. Un posto in cui rifugiarsi dopo una brutta giornata o dove festeggiare le novità e le buone notizie.Cresciuta soltanto dalla madre, vive da anni una relazione stabile con David ed è finalmente pronta a mettere su famiglia. Peccato che il suo compagno non sia dello stesso avviso e quando, con l'inganno, riesce ad ottenere ciò che più vuole, viene abbandonata.
Ancora una volta sembra che il sogno di un lieto fine sia stato infranto.

"No, le foto e i racconti non mi bastavano: volevo vedere di persona quei posti.
(...) Non era il periodo d fioritura dei papaveri, ma potevo comunque salire su, fino ai prati, e immaginarmi la valle inondata di rosso. Volevo trovare tracce di mio padre, perché la storia fosse completa."

Per una spiacevole situazione, Marianne, la madre di Nicole, è costretta a dire la verità sul passato e sull'identità del padre della ragazza. C'è in gioco la salute del nascituro e, per quanto sia doloroso ed estremamente difficile, deve raccontare tutto. Un anno in Francia, ha sconvolto per sempre la vita di Marianne donandole una figlia, il suo bene più prezioso, ma anche una grandissima delusione che ha segnato tutte le decisioni prese da allora. Nicole fa fatica a credere alla storia, tutte le sue convinzioni sono una bugia. Esiste la figura di un padre, lì fuori, ed è più che mai decisa a ritrovarlo, sperando che non sia troppo tardi.

"Il papavero è il fiore della sofferenza, del perdono e dell'oblio.
(...) Guardate dentro il vostro cuore e chiedetevi cosa prova e se siete in grado di perdonare. Guardate al futuro, scrivete quello che desiderate."

La piccola cittadina francese di Bar- le- Duc, sta per essere di nuovo al centro dell'attenzione dopo moltissimi anni. Passato e presente si mescolano per cercare di cambiare il futuro e costruire una grande famiglia, solida. Una famiglia che resista ad ogni tempesta.
Solo attraverso il dolore e il perdono tutto questo diverrà possibile.


Lo ammetto, non avevo mai letto nulla di Corina Bomann e me ne pento. 
Ho infatti intenzione di recuperare i suoi lavori perché sono rimasta molto colpita da questo libro.
La storia raccontata ne "L'anno dei fiori di papavero", è intensa e profonda. In realtà, si tratta di due vicende che vedono protagoniste una madre e una figlia. E' come una storia che si ripete. Entrambe, infatti, sono sempre state alla ricerca del calore che solo il focolare domestico riesce a dare ma non sono state fortunate. Ora c'è in gioco il futuro di una nuova generazione, Marianne non può più nascondersi e deve confrontarsi con quel passato che aveva deciso di dimenticare. Sono due donne forti e caparbie, nonostante tutto, non si arrendono alle avversità e lottano per ciò che desiderano. Molto interessante l'excursus nella città di Bar- le- Duc e lo scenario politico che vi ritroviamo. In effetti non mi ero mai messa nei panni di un tedesco che si trasferisce in un altro paese nel dopoguerra. Ho ammirato la forza con la quale Marianne porta avanti la sua passione per la Francia, un paese considerato nemico. Ho apprezzato le risposte dirette e mai scontate sul nazismo e il ruolo che i tedeschi hanno avuto nella sua ascesa. E' un libro in cui si parla di tutto e sempre in maniera pulita ed elegante. Non è solo un romanzo d'amore, ma un libro di speranze e sogni. Un libro che sottolinea l'importanza dei valori della vita e del rispetto per gli altri.
L'autrice mi ha affascinata con una prosa scorrevole e un uno stile ricercato. 
Un lavoro ben fatto, lo consiglio!




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