Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

sono pronta a parlarvi di una lettura 'da brividi', in uscita oggi per Newton Compton.

Si tratta del nuovo libro di Matteo Strukul, "I sette corvi".

Buona lettura!



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Pagine 288

Gennaio 1995. A Rauch, minuscolo paese della Val Ghiaccia, gola sperduta in una delle più remote lande delle Alpi Venete, quasi al confine con il Friuli, viene ritrovato il cadavere della giovane insegnante Nicla Rossi. Il volto, escoriato, è stato privato degli occhi, come se qualcuno glieli avesse strappati. La polizia di Belluno incarica l'ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella di recarsi sul luogo, poiché le dinamiche dell'omicidio fanno pensare a un potenziale serial killer. I due non potrebbero essere più diversi: Zoe ha trent'anni, è figlia della montagna e sembra uscita dalla copertina di un disco di musica grunge; Alvise, invece, è un uomo di città, ama i completi, la musica classica e gli scacchi. Anche se i loro mondi sembrano destinati a collidere, dovranno unire le forze, perché nella morte di Nicla niente è come sembra. A Rauch si annida un male profondo che neanche la neve è riuscita a spazzare via; un male che affonda le sue radici nella sete di giustizia e in un'antica leggenda. Il passato è diventato presente e forse non è un caso che proprio Zoe sia giunta a Rauch...

Quando ho iniziato a leggere questo libro non avevo idea di cosa aspettarmi. Nonostante Matteo Strukul sia uno degli autori italiani più noti e di successo, e pur avendo in libreria diversi suoi libri, in questo romanzo si confronta in un genere un po' diverso rispetto al solito. Ho sentito un richiamo fortissimo verso "I sette corvi" e, dopo averlo finito nel giro di un paio di giorni, ho capito perché: incarna tutto ciò che cerco al momento come lettrice. Ambientazione suggestiva e ancestrale, antiche leggende, storia inquietante con sfumature horror e gotiche. 

Nonostante la mole esigua di pagine, "I sette corvi" è una storia dal ritmo coinvolgente e ricca di elementi interessanti che rendono l'insieme un libro da non perdere. In primis i due protagonisti, Zoe e Alvise, raramente mi è capitato di entrare in sintonia quasi in modo immediato con dei personaggi. Matteo Strukul ce li descrive perfettamente: le loro diversità, le personalità piene di interessi e il loro ruolo in ambito lavorativo che li rende complementari l'uno all'altra. Mi sono entrati nel cuore!

In quella linea di frontiera avrebbe cercato di trovare la vera se stessa, a costo  di mettere a nudo lo spirito dell'inquietudine che si agitava dentro di lei, proprio come un corvo in una gabbia.

Un altro motivo per leggere "I sette corvi" è, senza dubbio, l'ambientazione. Rauch è un paese isolato, con pochi abitanti, dominato da montagne e completamente governato dalla natura e i suoi elementi. Si percepisce, ad ogni pagina, che non si tratta di un luogo come tutti gli altri ma di un posto sospeso, in attesa di qualcuno, o meglio, qualcosa....

I corvi sono, letteralmente, ovunque: dal titolo, alla copertina passando per i cieli di Rauch. Tanti i richiami ad altre opere, come Il corvo e Gli uccelli, questi volatili rivestono un ruolo decisivo nel libro oltre che importantissimo per la risoluzione del mistero.

La seconda parte del libro del libro si legge in preda all'angoscia e con il fiato sospeso. Matteo Strukul non risparmia niente e nessuno in una furia cieca di eventi e rivelazioni che conducono ad un epilogo incerto fino alla fine. La narrazione è talmente evocativa che sembra di avere davanti le immagini di un film e non di un romanzo.

Se amate il genere horror, le atmosfere tra il fantasy e il realismo magico, amerete "I sette corvi"! Assolutamente consigliato!!


Qui trovate la recensione di un altro libro che ho amato di Matteo Strukul:

"Inquisizione Michelangelo" → recensione



 Buongiorno e ben trovati sul blog.

Oggi vi parlo di una graphic novel, genere con il quale mi confronto molto di rado. Davanti alla proposta della casa editrice Pensiero Creativo, però, ho abbandonato ogni riserva e ho fatto decisamente bene!

Senza ulteriori indugi, vi racconto "La leggenda di Sleepy Hollow", di Washington Irving, che in questa edizione trovate abbellita dalle stupende illustrazioni di Diana D. Gallese.

Buona lettura!


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Pagine 88

Il progetto della giovane autrice si rifà al capolavoro dello scrittore statunitense Washington Irving (1783-1859), che diviene albo illustrato e prende le vesti di una fiaba macabra e nera destinata a un pubblico adulto. Le illustrazioni vogliono ricreare il simbolismo mistico del secolo con citazioni a grandi maestri dell’occulto come Francisco Goya e Luis Ricardo Falero. Gli enigmatici luoghi e figure del periodo storico della caccia alle streghe, durante il quale maledizioni e sortilegi avevano il potere di “stregare le menti di chiunque”, prendono forma abbracciando il testo e i suoi sviluppi. "La leggenda di Sleepy Hollow" è, nella sua essenzialità, un testo grafico che istilla nel lettore una riflessione dai tratti emotivi importanti: siamo davvero artefici del nostro destino o siamo in balìa di forze oscure?”


Preparatevi a partire verso una terra misteriosa, avvolta nella nebbia. Una terra in cui le leggende non sembrano solo storie ma dei racconti di un qualcosa realmente accaduto. Cosa si nasconde, davvero, a Sleepy Hollow?

Come avrete intuito, la bellezza di questa breve ma intensa graphic novel sta nelle illustrazioni meravigliose realizzate da Diana D. Gallese. 

Questa bravissima illustratrice rielabora il celebre racconto di Irving tratteggiando i personaggi più famosi del racconto e il villaggio misterioso e oscuro di Sleepy Hollow.

"Un'aria sognante e intorpidita sembra avvolgere questo luogo impregnandone l'atmosfera. 

Per la pace indolente che la caratterizza e la peculiare natura di coloro che vi abitano, questa piccola valle incantata è nota come Sleepy Hollow"



Oltre al protagonista Ichabod, la cui personalità è caratterizzata da una forte componente razionale che mal si adatta al contesto fatto di misteri e leggende, ritroviamo altri personaggi celebri del racconto, primo tra tutti proprio la figura del cavaliere senza testa che cavalca nei campi alla ricerca della sua testa.


Le sfumature gotiche e oscure sono palpabili e rese ancora più evidenti dalle illustrazioni in carboncino che ci conducono in una spirale discendente e misteriosa.


L'epilogo rispecchia perfettamente l'andamento del racconto e suggella la nascita di una leggenda destinata alla gloria eterna e perpetua.




 Buongiorno e ben ritrovati sul blog,

oggi vi parlo di una delle ultime uscite del catalogo di Timecrime, "Festa di mezzanotte", firmato dalla penna di Lucy Foley. Vi ho già parlato di lei QUI in occasione dell'uscita de "La lista degli ospiti" e anche QUI quando ho letto per voi "Morte nelle Highlands".

Buona lettura!


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Pagine 360

Il Maniero è una tenuta extralusso immersa in un’antica foresta del Dorset riguardo alla quale sopravvive un’antica leggenda: pare sia abitata dagli Uccelli, creature vendicatrici della tradizione pagana chiamate a rimediare ai torti causati da chi elude la giustizia. È stata progettata per offrire una fuga pacifica a ospiti privilegiati e la sua proprietaria, Francesca Meadows, ha deciso di organizzare una memorabile festa del solstizio d’estate con l’aiuto di suo marito, più giovane, l’aspirante architetto Owen. Tutto procede come previsto, anche se Francesca si sente minacciata da Bella, un’ospite misteriosa che è decisa ad affrontare i segreti del suo passato. Ma all’improvviso un evento straordinario sconvolge i loro piani: un incendio devastante travolge il Maniero, gli ospiti sono terrorizzati e viene rinvenuto un corpo senza vita. Il giorno successivo al solstizio, indagando sulla tragedia accaduta al Maniero, l’ispettore Walker comincia a porsi una serie di domande: cos’è successo durante il solstizio? Chi è morto? Chi è il responsabile? Come si è sviluppato l’incendio? I lettori hanno il compito di raccogliere i pezzi del puzzle per risolvere il mistero; ma nulla è come sembra e l’astuta narrazione di Lucy Foley vi terrà con il fiato sospeso.


Il nuovo libro di Lucy Foley è uno di quei libri che definisco "diesel" in quanto è caratterizzato da una partenza lenta che si evolve, poi, in un finale esplosivo.

L'ambientazione è un elemento chiave: il maniero, e i suoi misteri, sorge infatti in un luogo quasi ancestrale. Gli abitanti mal sopportano la famiglia Meadows, proprietaria del castello, che pretende di fare il bello e il cattivo tempo in virtù del vasto patrimonio economico che possiedono. L'autrice esprime molto bene il clima di malcontento generale nei loro confronti da parte della popolazione autoctona di Tome.

Un altro elemento che genera interesse, è un diario che descrive gli avvenimenti di un'estate molto particolare in cui accadde un evento cruciale ai fini della trama. Unitamente all'uso di diversi narratori, il lettore si ritrova, via via, sempre più coinvolto nella storia e desideroso di scoprire cosa accadde e, soprattutto, chi sono gli Uccelli.

Nel presente, infatti, l'ultima erede della famiglia Meadows ha deciso di trasformare il Maniero in una specie di resort esclusivo sotto gli sguardi di totale disapprovazione della popolazione di Tome. L'evento di apertura presenta subito criticità ed episodi funesti. Emerge anche che alcuni personaggi sono strettamente collegati al passato del Maniero e che, probabilmente, è proprio lì che bisogna ricercare la causa scatenante di ciò che sta accadendo adesso. 

La seconda parte di "Festa di mezzanotte" è un susseguirsi di scoperte shockanti e momenti epici che ci conducono ad un epilogo estremamente soddisfacente, alla luce di tutti gli eventi che abbiamo letto nel corso della narrazione di Lucy Foley.

Probabilmente l'unico appunto è sulla parte centrale del libro che ho trovato leggermente confusionaria, si fa fatica a capire la direzione che prenderà la storia ma probabilmente è un espediente voluto appositamente dall'autrice. 

Nel complesso si tratta di una storia in cui i segreti, i pettegolezzi e le leggende si mescolano tra loro in maniera perfetta, dando vita ad una storia oscura che, oltre all'elemento thriller, ha un'ottima dose di suspense e vibes paranormali.




 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi parliamo di un romanzo gotico portato in Italia da Newton Compton a ottant'anni dalla sua prima edizione. Si tratta de "La casa delle streghe", di Evangeline Walton, in uscita oggi. Ho avuto la possibilità di leggerlo in anteprima e non vedo l'ora di raccontarvelo!

Buona lettura! 💓



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Pagine 352

Traduzione Marialuisa Amodio

Il neurologo e occultista newyorkese Gaylord Carew viene chiamato nel New England per curare Betty-Ann, una bambina di nove anni afflitta da strane visioni. Betty-Ann e sua madre Elizabeth Quincy si sono trasferite nella tenuta di famiglia dopo la morte della dispotica Sarai Quincy. L'anziana ha lasciato Witch House, situata su un'isola arida al largo della costa del Massachusetts settentrionale, ai suoi tre giovani eredi, i fratelli Joseph e Lee e la loro cugina Elizabeth, a patto che vivano tutti insieme sotto lo stesso tetto per dieci anni consecutivi. Ben presto, però, Betty-Ann inizia ad avere episodi di isteria e allucinazioni: afferma di aver visto ripetutamente una gigantesca lepre nera alla sua finestra, così come gli occhi di zia Sarai che la seguivano da un dipinto appeso alla parete. Quando si imbarca per raggiungere Witch House, Gaylord Carew crede di poter aiutare la bambina, ma la casa non è d'accordo e farà di tutto per impedirlo.

La storia che ci racconta Evangeline Walton è una vicenda senza tempo che si estende oltre i confini della normale linea spazio-temporale. Protagonista assoluta è Witch House, La casa delle streghe, una magione arroccata su un'isola remota costruita dalla famiglia Quincy. L'ultima erede della dimora, ha lasciato delle disposizioni testamentarie particolari: i due fratelli Joseph e Lee, insieme alla cugina Elizabeth, potranno ereditare la casa solo dopo averci abitato per dieci anni.

Quello che rende subito difficile la convivenza, è l'influenza che la casa sembra avere su Betty-Ann, la figlia di Elizabeth, perseguitata da visioni ed incubi. E' qui che entra in scena la figura di Gaylord Carew, un neurologo specializzato in occulto, che avrà il delicato compito di salvare la bambina dalle forze oscure che permeano ogni centimetro di Witch House.

A mio avviso, la parte migliore della storia di Evangeline Walton è tutta la prima parte in cui si narrano le origini di un male così radicato e profondo che ha segnato irrimediabilmente le sorti della famiglia, decimandola anno dopo anno. Le vibes sono, quindi, quelle tipiche del genere gotico e che strizzano l'occhio ai racconti di Poe e i romanzi di Shirley Jackson. 

Il messaggio è chiaro: le ingiustizie e i soprusi possono portare a conseguenze irreversibili che ricadono non solo sui diretti interessati ma anche sulle generazioni future. La scrittura di Evangeline Walton è scorrevole ed evocativa ma, in alcuni passaggi, risulta poco coinvolgente. Nella parte centrale, inoltre, si perde un po' il buon ritmo iniziale: il momento delle 'indagini' del dottor Carew mi è parso fin troppo piatto e senza scossoni. 

L'epilogo è abbastanza soddisfacente ma risulta affrettato e poco approfondito rispetto al resto. Nel complesso, è la storia perfetta per tutti gli amanti delle case infestate perché nonostante i difetti della trama, la casa è una perfetta protagonista che incute timore e che provoca quel brivido tanto caro a tutti gli amanti di questa tematica.





 Buongiorno lettori e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di "Vendetta di famiglia", un libro firmato da Natali Simmonds e pubblicato da Newton Compton Editori.

Buona lettura!


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Traduzione Stefania Cherchi

Pagine 384

Lei è come me… E questo è molto pericoloso La sua morte viene riportata al telegiornale del mattino. L'uomo con cui mia figlia usciva. Morto. Apparentemente un suicidio... Sbatto le palpebre lentamente una, due, tre volte. Mi si rizzano i capelli sulla nuca mentre stringo con maggior forza la tazza del caffè. Il mio respiro si mozza a più riprese. Non avevo idea della sua esistenza fino a poco tempo fa. Leah non mi dice più niente. Ma ho trovato le lettere che nascondeva. So che si è innamorata perdutamente di lui. Che le ha spezzato il cuore. E che adesso è morto. Vorrei più di ogni altra cosa che la notizia fosse scioccante solo perché si tratta di lui e per ciò che gli è accaduto. Ma conosco mia figlia troppo bene: so che c'entra qualcosa e che la dovrò difendere a tutti i costi... Il mio primo errore è stato crescere mia figlia in modo che fosse simile a me. Il mio secondo errore potrebbe essere quello che faccio per proteggerla...

"Vendetta di famiglia" è il libro d'esordio dell'autrice inglese Natali Simmonds.

Il titolo e la copertina lasciano immaginare che si tratti di un thriller ma, dopo averlo letto, lo definirei più un mistery con sfumature new/young adult o, al massimo, un thriller domestico.

Natali Simmonds ci conduce tra le mura di casa di una famiglia come tante: i riflettori sono sin da subito puntati su madre e figlia che si contendono il pov narrativo, la scena e le attenzioni degli altri personaggi.

Jules è una moglie e una madre sull'orlo di una crisi di nervi e di mezz'età: insicura e immatura, alla perenne ricerca di conferme e consensi. Leah, adolescente problematica, manifesta tendenze ossessive che le hanno già causato qualche grana e ha un rapporto molto conflittuale con la madre. In entrambi i casi si fa fatica ad entrare in sintonia con loro, con buona pace della solidarietà femminile.

Al contrario le controparti maschili nel libro sono ben più interessanti e regalano colpi di scena impagabili. Probabilmente sono l'unica nota positiva per quanto riguarda il comparto "personaggi".

Nonostante l'inserimento di temi interessanti come l'uso delle app di appuntamenti e lo stalking, Natali Simmonds non riesce a "bucare" le pagine e fondamentalmente il libro non decolla mai. Non vengono approfondite le varie tematiche e l'attenzione si focalizza, fin troppo, sulle insicurezze e i drammi personali e infantili di Jules e Leah invece che sul fantomatico omicidio.

Un vero peccato perché, nelle ultime pagine, la situazione diventa interessante e coinvolgente, oltre che più dinamica e adrenalinica. Questo spiraglio, seppur breve e tardivo, regala al lettore momenti di autentica "gioia" e risolleva un po' le sorti dell'intera lettura.

Concludendo, "Vendetta di famiglia" è un romanzo d'esordio ben scritto e con delle potenzialità che potevano essere gestite decisamente meglio.

Sicuramente i lettori che amano le vibes in stile "Desperate Housewives" lo apprezzeranno più di quanto non abbia fatto io.


Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se vi ispira! 💬


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