venerdì 5 maggio 2023

Recensione "Nessun luogo è sicuro" di Mark Edwards

 Buongiorno lettori, 

oggi vi racconto la mia opinione sul nuovo romanzo di Mark Edwards, "Nessun luogo è sicuro", edito da TimeCrime.

Buona lettura!



Due anni fa, durante un viaggio a Seattle per far visita al fratello Aidan, la quindicenne Scarlett è svanita nel nulla. Dopo molte false piste e vicoli ciechi, Aidan ha quasi rinunciato a cercarla. Ma quando una donna vede una ragazza attraversare di corsa una radura nella foresta della California settentrionale e si convince che si tratta della giovane Scarlett, in Aidan si riaccende la speranza. Dirigendosi verso sud, trova una città devastata dagli incendi e tappezzata da manifesti di adolescenti scomparsi. La gente del luogo appare spaventata, la polizia non risponde a nessuna domanda e tutto sembra indicare un altro vicolo cieco, fino a quando l’incontro fortuito con Lana, una ragazza del posto da poco tornata in città, fornisce a Aidan il primo indizio. Tuttavia, mentre cercano di ricostruire insieme l’accaduto, si fanno dei nemici disposti a qualsiasi cosa pur di metterli a tacere per sempre. Ma per Aidan conta una sola cosa: ritrovare Scarlett, anche a costo della sua stessa vita.

Sono una grande fan di Edwards e mi sono tuffata tra le pagine di "Nessun luogo è sicuro" senza riserve. La storia si divide tra due diverse ambientazioni: una scena primaria a Seattle, nel quale si presentano i due protagonisti Aidan e Scarlett, il loro rapporto e tutte le vicissitudini che portano alla scomparsa di quest'ultima, e uno scenario secondario in California, nel quale ci ritroviamo nel presente insieme ad Aidan che sta ancora cercando disperatamente sua sorella.

L'ambientazione riveste un ruolo non indifferente perché influenza gli eventi ed è fondamentale per comprendere uno dei grandi temi raccontati da Edwards: i disastri ambientali.

In questo libro, infatti, le ricerche di Aidan portano a galla delle associazioni di eco terroristi che hanno un modo tutto loro di vivere e agire, in nome della difesa della natura e per combattere i cambiamenti climatici. Ancora una volta questo autore dimostra una grande inventiva nel dare vita ad una storia veramente particolare e che diventa più adrenalinica ad ogni pagina che ci avvicina all'epilogo. 

I personaggi restano particolarmente impressi perché vengono ben caratterizzati e descritti. Ho apprezzato in particolare Lana, che diventa una spalla importante per Aidan, una donna che sa il fatto suo e che ricerca la verità sopra ogni cosa e ad ogni costo.

Epilogo non scontato e che lascia parecchio margine di interpretazione al lettore che continua a riflettere sul futuro dei protagonisti che li hanno accompagnato durante la lettura.

Un plauso doveroso devo farlo per lo stile estremamente scorrevole e coinvolgente di questo autore che mi regala sempre storie originali e non scontate. È un libro perfetto anche per i lettori che non amano le storie crime al cento per cento, in questo libro troverete un po' di tutto e pochissimi spargimenti di sangue quindi adatto anche ai palati più delicati.



giovedì 4 maggio 2023

Recensione "Strega" di Johanne Likke Holm

 Buongiorno lettori,

oggi per voi la recensione di una storia davvero particolare firmata dalla penna dell'autrice svedese Johanne Likke Holm, "Strega", edito da NN Editore. 

Buona lettura!


Rafaela ha diciannove anni quando raggiunge la città di Strega, sulle Alpi, per lavorare all’hotel Olympic come cameriera. I giorni sono scanditi da una ferrea routine dettata da Rex, Toni e Costas, le tre istitutrici, che insegnano a Rafaela e alle altre ragazze a lavare, cucinare e preparare le camere. Ma gli ospiti tardano ad arrivare, e l’albergo rimane vuoto. Nell’attesa, le ragazze si prendono cura l’una dell’altra mentre camminano nel bosco, fumano di nascosto e ammirano le montagne, ma nel loro addestramento si insinuano regole sempre più rigide che condizionano gesti, comportamenti e desideri. Rafa e le altre cominciano a sentirsi un solo corpo, ad avere tutte gli stessi incubi. Finché l’arrivo dei primi ospiti fa precipitare gli eventi: Cassie, una delle ragazze, scompare e l’atmosfera a Strega diventa sempre più inquietante per Rafa, che insieme all’amata Alba inizia a meditare la fuga. Strega è una moderna fiaba gotica, un’inquietante allegoria della cultura patriarcale, fatta di riti e sacrifici tramandati da una generazione all’altra. Con una scrittura suggestiva e sensuale, Johanne Lykke Holm racconta della violenza che si insinua nella vita delle giovani donne, e del coraggio necessario per spezzare quella catena di sottomissione e ritrovare la libertà.


"Strega", candidato all'omonimo premio letterario, è un romanzo dalle atmosfere gotiche e impalpabili. 

Ambientato in un paesino remoto e isolato sulle Alpi, rende subito l'idea di alienazione e solitudine che provano le protagoniste del libro. È una storia al femminile, fatta di metafore e cose non dette che si riescono ad intuire solo grazie ai racconti di Rafaela, voce narrante, che ci rivela i suoi pensieri e le sue paure più profonde. 

Durante la lettura sembra di essere in un sogno che, a tratti, assume le connotazioni di un incubo. La separazione tra reale e irreale è davvero labile e sottile.

La prosa dell'autrice è elegante e piacevole da leggere. Le poche pagine che compongono il romanzo si divorano in fretta e con curiosità, alla ricerca di una verità nascosta nei gesti e nelle parole delle protagoniste. Mi ha ricordato molto lo stile di Shirley Jackson, soprattutto per il senso di inquietudine che ho avuto per tutta la durata della lettura. 

Cosa si nasconde tra le mura di questo hotel vuoto e isolato? Perché le ragazze iniziano ad avere gli stessi incubi? Cosa è successo a Cassie, scomparsa all'improvviso?

La Holm risponde a modo suo a questi interrogativi. "Strega" è un romanzo che va interpretato e sul quale è necessario riflettere anche dopo aver girato l'ultima pagina. Sembra una storiella di altri tempi ma in realtà è un manifesto della battaglia contro il patriarcato: quando nasci donna, spesso, subisci delle forme di violenza più sottili e crudeli della morte stessa.

In Rafaela, Alba, Bambi e tutte le altre protagoniste, ho trovato la voglia di non arrendersi, la bellezza di fare gruppo una con l'altra e la potenza della solidarietà femminile, quando è vera e sincera.

Devo ammettere che la storia mi ha affascinata molto, l'unico difetto è che si tratta di uno stile molto particolare quindi è necessario fare uno sforzo in più per comprendere a fondo gli avvenimenti, consapevoli che alla fine non avremo tutte le risposte. 

"Strega" è un viaggio della mente ma anche dei sensi, consigliato a chi ama le atmosfere di Shirley Jackson e gli argomenti di libri come "Il racconto dell'ancella" e "Uomini che odiano le donne".



martedì 2 maggio 2023

Recensione "I fantasmi si vestono nudi" di Loriano Macchiavelli

 Buongiorno lettori, 

torno da voi con il nuovo libro del giallista Loriano Macchiavelli, "I fantasmi si vestono nudi", edito da Solferino. 

Buona lettura!


Non c’è nebbia, stanotte. Il portico di San Luca è un gioco di luci e di ombre sinuoso e percorso dall’eco di una processione: a quest’ora?

Strano. Santo, diciassette anni, affronta a piedi la ripida salita che conduce alla basilica sul Colle della Guardia: muto, pensieroso, deluso da come sta andando la sua vita. Sogna di fare il ciclista ma, per ora, l’amico ed ex compagno partigiano di suo padre, Arci, gli ha rimediato un lavoro da apprendista tipografo. Che gli sta stretto ancora prima di cominciarlo e che – anche se ancora non lo sa – presto lo metterà pure nei guai con la giustizia. Ma proprio in questa notte dubbiosa e insoddisfatta, il destino ha in serbo per Santo una sorpresa: fermandosi per riprendere fiato, infatti, incontra Crisantemia, una ragazza bella, dolce, bionda... e nuda. E morta. Quando? Una decina di anni prima, nel 1945, mancavano appena poche ore alla Liberazione di Bologna. Dove? Lì, nell’orfanotrofio che si trova sulla curva non per niente detta «delle Orfanelle». Come? Lei non lo ricorda, ma è stata una morte violenta.

Santo si ritrova così nelle insolite vesti di indagatore, con grande preoccupazione di sua madre vedova e del suo amico Biella. Il compagno Arci, invece, è disposto a dargli una mano, anche se non è tanto disposto a credere che si sia fidanzato con una ragazza defunta.

Nel suo nuovo romanzo, Loriano Macchiavelli riporta in vita la grande tradizione letteraria del romanzo di fantasmi con un originale taglio storico e un sottile intreccio giallo, tessendo una trama delicata e appassionante, ricca di suspense, atmosfera e magia.


"I fantasmi si vestono nudi",  di Loriano Macchiavelli, è l'unione perfetta tra la narrativa contemporanea e un pizzico di sano mistery che rende l'atmosfera più suggestiva. 

Ci troviamo in Italia, per la precisione tra le vie di Bologna, negli anni che seguono il secondo dopoguerra. La penna di Macchiavelli è schietta e arriva dritta al punto, nonostante l'utilizzo di espressioni e un lessico molto ricercati. È uno stile particolare in cui si mescolano un linguaggio colloquiale, con l'uso del dialetto, ma anche periodi più complessi e articolati che dimostrano una padronanza di linguaggio non indifferente.

Mentre la narrazione si rivela scorrevole e abbastanza coinvolgente, la trama stenta a decollare. Nella prima parte del romanzo, infatti, si comprende a fatica l'utilità e l'attinenza dei fatti narrati con quello che poi si rivela il vero fulcro del libro: la storia, la guerra e le ingiustizie che albergano in entrambe.

Ho apprezzato molto i personaggi, soprattutto quelli ultraterreni con i loro vissuti carichi di una tensione emotiva che mi ha commossa in più occasioni.  Santo e Crisantemia sono dei protagonisti ai quali è impossibile non affezionarsi. Grazie a loro si riesce a rientrare in focus e ad apprezzare la parte, a mio avviso, meglio costruita della storia: l'epilogo. 

È una trama insolita che va oltre le storie già viste e sentite sulla Seconda Guerra Mondiale. Nonostante possa sembrare paradossale e priva di fondamento, la storia ha una sua coerenza che intriga e porta il lettore fino alla fine, una volta superata la confusione e lo smarrimento iniziali.

A distanza di qualche giorno dalla fine della lettura, serbo ancora un buon ricordo dei personaggi e delle loro storie ma resto altrettanto convinta che una parte iniziale più chiara e lineare avrebbe giovato sicuramente di più per la buona riuscita del libro.

Consigliato a chi ama ricercare un significato nascosto nelle cose, sicuramente troverete in queste pagine diversi elementi su cui riflettere.


                                  ⭐️⭐️⭐️

mercoledì 12 aprile 2023

Recensione "Formule mortali" di François Morlupi

 Buongiorno lettori, 

oggi vi racconto il primo capitolo di una serie poliziesca che promette scintilla. Si tratta di "Formule mortali", scritto da François Morlupi, edito da Salani.

Buona lettura!



In una torrida estate romana, un anziano cammina nel parco di villa Sciarra, nell'elegante quartiere di Monteverde. Un odore tremendo attira la sua attenzione. Vicino a una macchia di cespugli scopre, con terrore, una mano mozzata. Poco più in là, gli arti amputati di un uomo sono disposti sul terreno a disegnare una celebre formula fisica. Il brutale omicidio turba la quiete del quartiere, ma soprattutto sconvolge l'instabile equilibrio del commissario Ansaldi, che con il trasferimento nella capitale sperava di aver trovato una tregua agli orrori cui ha assistito nella sua lunga carriera in polizia. Meticoloso e sensibile, la sua grande umanità lo porta a essere preda perfetta dell'ansia e degli attacchi di panico. Ciononostante rimane un professionista integerrimo che davanti al dovere non si tira mai indietro: costi quel che costi, troverà l'assassino. Ma prima dovrà capire come creare uno spirito comune con gli agenti della sua squadra investigativa, non meno unici e fragili di lui. Insieme, diventeranno i Cinque di Monteverde. Con il suo stile inconfondibile, che alterna il buon umore alla malinconia, Morlupi getta uno sguardo sugli abissi non solo di una mente criminale, ma della nostra intera società, che nasconde in bella vista i suoi istinti più feroci.

La prima indagine dei Cinque di Monteverde raccontata in "Formule mortali" ci regala un caso dai contorni inquietanti e sanguinosi. La prima scena del crimine che si trovano davanti Ansaldi e la sua squadra è qualcosa di una crudeltà mai vista che fa subito scattare nei protagonisti la voglia di fare giustizia e fare in modo che a nessun altro tocchi una sorte simile.

Gli indizi sono praticamente inesistenti, la vittima era una persona sola e apparentemente senza nemici. La squadra, nonostante vari interrogatori, procede molto lentamente brancolando nel buio. Morlupi ci racconta bene le loro sensazioni e il loro senso di impotenza che li porta addirittura a sperare in una seconda vittima pur di avere qualcosa su cui lavorare!


"Chi compie un atto del genere non è più un uomo, ma un mostro, il diavolo in persona. Prendetelo e ricacciatelo nell'abisso da cui è uscito."


E non passa molto prima che la "preghiera" venga esaudita portando alla luce una seconda vittima in uno scenario persino più macabro del precedente. Da questo punto in poi, la storia prende il via con uno stile dinamico e adrenalinico. L'aria è carica di tensione e più vengono alla luce i dettagli delle indagini e più i cinque si rendono conto di trovarsi nel mezzo di una situazione più grande, e oscura, di loro.

Il viaggio prosegue tra teorie scientifiche, una setta misteriosa e delle torture macabre. A fare da sfondo, la città eterna e delle location di nicchia che non sono le classiche più gettonate. 

I protagonisti sono il vero cuore pulsante del libro. Le loro storie mi hanno appassionato, emozionato e anche spezzato il cuore in alcune scene. È stato come guardare un film per le descrizioni così accurate e particolareggiate di situazioni e personaggi. Morlupi sa come coinvolgere il lettore e come farlo appassionare con un'indagine al cardiopalma che lascia la voglia di continuare a seguire le imprese dei cinque di Monteverde. 

Consigliato a tutti gli amanti dei romanzi polizieschi, questa storia vi conquisterà!







giovedì 6 aprile 2023

Recensione "Città di polvere" di Hayley Scrivenor

 Buongiorno lettori, 

oggi vi parlo di un thriller ambientato in Australia firmato da Hayley Scrivenor, "Città di polvere", e pubblicato da NN Editore. 

Buona lettura!



Acquistalo QUI

In un caldo pomeriggio di fine novembre, a Durton, Australia, la dodicenne Esther scompare mentre torna a casa da scuola, e la comunità della piccola cittadina sprofonda in un vortice di dubbi e dolore. La detective Sarah Michaels, donna queer in un mondo maschile e maschilista, viene inviata sul posto per indagare, e ben presto i sospetti cadono sul padre della ragazzina, Steven, un uomo affascinante dal passato controverso. La detective non è la sola a voler far luce sul caso: anche Ronnie, migliore amica di Esther, è determinata a scoprire la verità, ma si scontra con i segreti e le bugie delle persone intorno a lei, incapaci di sacrificare la propria reputazione in un ambiente dove tutti si conoscono e le voci si diffondono rapidamente. Con un sapiente gioco narrativo che alterna i punti di vista dei protagonisti a quello corale dei ragazzini, Hayley Scrivenor mette in scena un crime in cui lo sfondo sociale e ambientale determina le azioni dei personaggi, minando certezze e fiducia reciproca. Ma è proprio nel dolore che la comunità si ricompatta e fortifica, trovando nel perdono il sentimento più potente per aprirsi a un futuro diverso.


Questo libro mi è piaciuto molto per svariati fattori, primo fra tutti: l'ambientazione australiana. Pur non essendo un romanzo ricco di descrizioni, l'autrice è riuscita comunque ad esprimere al meglio il clima e i luoghi australiani, le atmosfere polverose e soffocanti, la vita di paesini che sembrano fuori dal mondo. I classici luoghi in cui "non accade mai niente" e che per questi vengono ancora più sconvolti quando una variabile si presenta a turbare questo equilibrio.

Quando una dodicenne del posto scompare, l'intera popolazione di Durton va in subbuglio: nessuno sembra aver notato nulla di anomalo, facce nuove, un comportamento diverso dal solito in Esther, la bambina scomparsa.

"Noi siamo figli di una città che sta morendo fin da quando ne abbiamo memoria. Non dovete pensare che questo ci definisca. Ci saranno sempre figli, qui. Così dev'essere."

Il lavoro della detective Sarah Michaels parte, quindi, in salita in assenza di prove o collegamenti. Parallelamente alle forze di polizia, gli amici di Esther si confrontano e fanno ipotesi sull'accaduto. Sono proprio loro ad avere i tasselli mancanti del puzzle anche se non hanno intenzione di rivelarlo rendendo tutto più difficoltoso. 

Un altro elemento che ho apprezzato tantissimo è il focus preciso sui personaggi della vicenda che partecipano attivamente alla narrazione dando la loro versione e mostrandosi senza filtri. L'insieme di questi racconti dà vita alla storia nella sua interezza e ci conduce verso un epilogo davvero spiazzante per chi legge e per i protagonisti. 

I sentimenti sono i veri protagonisti: apprensione, rabbia, gelosia, voglia di vendetta, rancori mai sopiti. L'autrice ci trascina con uno stile delicato e lento in un caso davvero scabroso con lo scopo di far capire che non sempre noia è sinonimo di tranquillità. Una cittadina anonima diventa teatro di una tragedia familiare e sociale che mi è piaciuta molto.





Utilizzando questo sito si accettano e si autorizzano i cookies necessariOK