venerdì 24 gennaio 2020

Recensione "Al di là delle stelle" di Brittany C. Cherry

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo bellissimo che ho divorato nel giro di un giorno.
Si tratta dell'ultimo romanzo di Brittany C. Cherry, "Al di là delle stelle", edito da Newton Compton.
Buona lettura!


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Quando Jasmine è arrivata per la prima volta a New Orleans si è sentita a casa. Essere la figlia di un musicista, infatti, comporta ingaggi continui in giro per tutto il Paese e non è sempre facile affezionarsi a qualcosa o qualcuno. Elliot era un ragazzo timido, silenzioso e piuttosto smilzo: il bersaglio perfetto per ogni genere di angheria da parte dei bulli della scuola. Ma Jasmine ricorda perfettamente la prima volta che l'ha sentito suonare il sassofono: è stato il momento in cui ha capito di amarlo. Sono passati anni da quando il destino ha deciso di separare le loro strade. Jasmine ha inseguito un sogno che non le apparteneva, mentre Elliot ha dovuto affrontare i suoi demoni interiori. Ma basta un istante, in cui i loro occhi si incontrano di nuovo, per far capire a entrambi che per quanto la sofferenza li abbia cambiati, la complicità che li unisce è ancora la stessa. E ci sono legami che nemmeno il tempo è in grado di spezzare.

Sarò mai pronta per leggere un libro della Cherry senza versare cinque/sei litri di lacrime? Arrivata a questo punto, non credo proprio. Eppure questa volta mi ero preparata bene, ma non ce l'ho fatta a trattenermi. Quest'autrice ha la capacità di spezzarmi il cuore con le modalità più svariate e imprevedibili. In 'Al di là delle stelle', Jasmine e Elliot sono una delle coppie più belle che io abbia mai incontrato nei libri. Entrambi amanti della musica ma con caratteristiche fisiche e caratteriali diametralmente opposte.

Jasmine vive per accontentare gli altri, sua madre in particolare. Ed è disposta a tutto pur di compiacere le persone senza dare peso ai gesti, alle azioni compiute e le conseguenze che possono avere. Questo suo carattere volubile e debole, dopo un po' mi ha esasperata perché non so davvero come una persona possa accettare di vivere e farsi trattare in un certo modo senza trovare altre soluzioni e salvaguardare la propria persona.
Elliot, d'altro canto, è stato il mio personaggio preferito: la natura non è stata molto benevola con lui, relegandolo ad essere il bersaglio preferito dei bulli di quartiere. Ho amato il suo voler proteggere le persone che ama, ad ogni costo, ho amato il suo talento artistico e il suo spessore umano. Vorrei lasciare anche un cuoricino per Katie, sorella maggiore di Elliot, che non dimenticherò mai, mai, mai. Promesso.

E' un libro che tratta molte tematiche legate al periodo adolescenziale, alla leggerezza, agli atti goliardici che possono sfociare nei più tragici dei modi. Lo stile della Cherry è sempre molto romantico, dolce e brusco quando serve. La trama, seppur prevedibile in parte, è originale e unica. Soprattutto dolorosa, in alcune parti. Preparatevi, quindi, ad una bellissima storia d'amore ma anche a versare lacrime amare.


Altri libri dell'autrice:






giovedì 16 gennaio 2020

Recensione "Storia della nostra scomparsa" di Jing-Jing Lee

Buongiorno, lettori.
Durante le vacanze natalizie ho avuto l'opportunità di leggere in anteprima il romanzo di Jing-Jing Lee in uscita oggi per Fazi Editore, 'Storia della nostra scomparsa'.
Un romanzo che mi ha fatto commuovere più di una volta e che non vedo l'ora di raccontarvi.
Buona lettura!


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Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l'unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all'abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l'identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l'abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza? Sessant'anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell'ormai anziana Wang Di s'incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l'unico testimone di quell'estremo, disperato grido d'aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L'incontro fra la donna e il ragazzino è l'incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce.

Quando mi è stata proposta la lettura in anteprima di questo romanzo, sono rimasta colpita dalla frase del comunicato stampa 'perfetto per gli amanti di Memorie di una geisha' e, dopo questa affermazione, non ho perso tempo e mi sono tuffata a capofitto tra le pagine del libro di Jing-Jing Lee.

Dopo aver terminato la lettura, posso dire che si tratta di una storia molto più intensa, crudele e dolorosa di quella del romanzo sopracitato. Il libro della Lee racconta la storia di Wang Di e delle centinaia di ragazze (in alcuni casi bambine) e donne, sradicate dalle proprie famiglie per essere rinchiuse in strutture fatiscenti conosciute come 'case di conforto'.

Durante l'occupazione giapponese nella città di Singapore, queste case chiuse, erano il passatempo dei soldati che non avevano alcuna pietà per le anime innocenti che trovavano all'interno di questi tuguri.

Non posso negare di essermi affezionata moltissimo alla protagonista, di aver sofferto con lei e con le altre ragazze. Ho sentito, anche sulla mia pelle, la vergogna degli abusi subiti e la paura di non tornare ad una vita normale alla fine della guerra. L'autrice dona un minimo di felicità e redenzione solo nel finale, quando due generazioni si incontrano e la povera Wang Di trova la forza di raccontare tutto quello che ha vissuto, chiudendo un cerchio di dolore e sofferenza mai dimenticati.

Lo stile dell'autrice mi ha appassionato e coinvolto al cento per cento. Ho letto il libro tutto d'un fiato, ho conosciuto una parte di storia che ignoravo e fatto i conti con mentalità e costumi diversi dai miei. In un certo senso, questa lettura mi ha arricchita e penso sia una cosa positiva che non capita spesso.
Un esordio straordinario!



martedì 14 gennaio 2020

Review Party "Fiore di sangue" di Crystal Smith

Buonasera, lettori.
Oggi vi parlo anche di un'altra uscita attesissima da tutti gli amanti del fantasy.
Si tratta di "Fiore di sangue", di Crystal Smith.
Buona lettura!


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Quella di Aurelia di Renalt non è per niente una vita da principessa delle favole. Dotata di poteri straordinari, è costretta a nasconderli perché nel suo regno la legge vieta il ricorso alla magia e il Tribunale, un'istituzione speciale assetata di sangue, punisce spietatamente chiunque venga accusato di stregoneria o sorpreso a praticarla. Il suo destino, inoltre, è di sposarsi con un ragazzo che non ha mai incontrato di persona, principe ereditario del Regno di Achlev, per assicurare una pace duratura tra quest'ultimo e il suo regno. Quando però il suo segreto viene svelato, Aurelia è costretta a scappare dal palazzo. Sola e alla deriva, giunge in un nuovo regno, dove insperatamente ha la possibilità di ricominciare da zero. Fingendosi una comune suddita, infatti, per la prima volta da quando è nata può affrontare la sua vita in totale libertà. Qui finalmente scopre la felicità che un'esistenza lontana dagli intrighi politici e dai compromessi può regalare. Qui può mettere a frutto l'oscura magia che le scorre nelle vene e che la lega a una misteriosa e potentissima pianta chiamata sanguefoglia. Ma i fantasmi del passato non la lasciano in pace a lungo. Infatti, nel momento in cui verrà a conoscenza di un piano nefasto del Tribunale che minaccia l'esistenza stessa del suo regno, dovrà scegliere tra la sua nuova vita e quella che pensava di essersi lasciata alle spalle. Con la certezza che se non riuscirà ad agire prima che il Tribunale faccia la sua ultima mossa potrebbe perdere ben più della corona.

Difficilmente mi appassiono ai fantasy. E' un genere saturo di storie e miti che spesso si ricalcano l'uno con l'altro senza regalare al lettore novità o tematiche originali.
Con il romanzo di Crystal Smith, le cose sono andate diversamente e già dopo aver letto poche pagine, mi sono ritrovata completamente rapita dagli eventi e da personaggi pazzeschi che ho adorato.

La protagonista, Aurelia di Renalt, potremmo comunemente definirla come 'strega' ma, in realtà, questo personaggio è decisamente più articolato e complesso di quello che sembra. Sono entrata molto in sintonia con lei e con il suo sentirsi sempre fuori luogo e non accettata a causa dei suoi poteri e delle sue straordinarie capacità. Vive in un mondo in cui la paura del diverso può fare danni molto seri e la fuga da quella che chiama 'casa', sembra essere l'idea migliore.

Partita verso un nuovo regno e un promesso sposo che non ha mai visto, la protagonista sperimenta una vita che non pensava di avere diritto di avere: una vita tranquilla, normale in cui non deve essere responsabile di nessuno tranne che di sé stessa; una vita in cui capire veramente le sue doti magiche e come poterle utilizzare a fin di bene. Una parte decisamente dinamica e ricca del libro che riesce a far carpire al lettore ogni singola sfumatura del personaggio.

Ma l'autrice, come sempre, ci mette lo zampino e torna a scombussolare l'intera trama mettendola di fronte ad una scelta e preparando il terreno per il successivo volume di quella che si preannuncia una trilogia davvero interessante e promettente! Mi è piaciuta molto la prosa e la narrazione sintetica e diretta dell'autrice, descrittiva al punto giusto e con ancora tanti misteri da svelare. Ci troviamo senza dubbio di fronte ad un ottimo esordio e non vedo l'ora di scoprire cosa accadrà in futuro.
Se amate il genere, è il libro perfetto!



Recensione in ANTEPRIMA "Una storia straordinaria" di Diego Galdino

Buongiorno, lettori.
Oggi ho una succulenta anteprima per voi, la recensione del nuovo romanzo di Diego Galdino in uscita il 14 Febbraio per Leggereditore.
Il romanzo si intitola "Una storia straordinaria" e non vedo l'ora di raccontarvela!
Buona lettura!


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Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?

Chi segue il blog da anni, sa che ho sempre dato il mio supporto all'amico autore Diego Galdino e sono onorata di aver avuto la possibilità di leggere e recensire per voi in anteprima il suo nuovo romanzo che uscirà, tra circa un mese, con la casa editrice Leggereditore.
Se dovessi racchiudere e riassumere il libro in due parole, prenderei (come Lea di Chicklit Italia) in prestito una famosa locuzione latina 'NOMEN OMEN', ovvero il nome è un presagio. Nel nostro caso, si tratta di un presagio molto positivo ed emozionante che mi ha fatto riscoprire l'autore in una nuova veste che non mi è dispiaciuta nemmeno un po'. 
Già dopo 'Bosco Bianco', avevo intravisto una transizione nel suo stile e nella tipologia di storia e in questo nuovo romanzo sembra che il processo di cambiamento sia ufficialmente terminato.

Diego Galdino ci regala due personaggi straordinari come il titolo, e la storia. Due ragazzi 'normali', della porta accanto che hanno avuto esperienze abbastanza traumatiche nel proprio background che condizionano anche il loro presente. Luca è un non vedente e ho, letteralmente, amato il modo delicato, anche spiritoso, con il quale l'autore ha trattato la cosa, senza mai svilire il suo personaggio o minimizzare il grave limite che ha. E' un protagonista a trecentosessanta gradi che mi è piaciuto moltissimo e che mi resterà nel cuore per molto, molto tempo.

Ma dov'era finita la paura? 
La paura?
Che cos'è la paura?
L'amore non conosce paura. 
Vive la sua vita senza di essa.

Silvia, allo stesso modo, mi ha colpita moltissimo come donna e come persona. Il suo rapporto con Luca è bello come una fiaba e vero come la vita che viviamo tutti noi quotidianamente. L'autore è un maestro quando parliamo d'amore ma, in questo caso, ci parla di una storia molto matura, delicata, dolce e tenera. Forse, per la prima volta, il barista romano si è reso conto di essere cresciuto e di essere ormai un autore affermato, perdendo molto del brio 'romanaccio' che ha sempre caratterizzato il suo stile in favore di una prosa accattivante, coinvolgente, scorrevole ed emozionante in ogni sua parte.

E' bellissimo quando, anche dopo anni, un autore riesce a sorprendermi ancora in maniera così positiva. Non ho davvero nulla da aggiungere, posso solo consigliarvi di farvi questo bellissimo regalo di San Valentino. Si tratta proprio di 'una storia straordinaria'!






venerdì 10 gennaio 2020

Recensione "La casa delle voci" di Donato Carrisi

Buongiorno, lettori.
In tantissimi mi avete chiesto pareri e consigli per quanto riguarda il nuovo libro di Donato Carrisi, così ne ho recuperata una copia e sono pronta a raccontarvelo.
Buona lettura!


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Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l'addormentatore di bambini. Ma quando riceve una telefonata dall'altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un'adulta. Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un'illusione, ha disperato bisogno di Pietro Gerber. Hanna è un'adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci». Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio. O forse non ha semplicemente visto. Forse l'assassina è proprio lei.

Con questo romanzo, Donato Carrisi compie un salto di qualità notevole regalandoci un romanzo molto 'teatrale' e ben strutturato. Pietro Gerber è la nostra voce narrante, un addormentatore di bambini che, attraverso la tecnica dell'ipnosi, cerca di aiutare delle povere anime innocenti vittime di abusi o testimoni di episodi di natura traumatica e violenta. 
E' un personaggio che mi ha subito affascinata ma mai quanto quello di Hanna Hall: questa donna, e la sua storia, mi ha tolto il sonno e mi ha fatto terminare la lettura nel giro di un giorno.
L'incontro con Pietro segna un punto di svolta per entrambi: come in una gigantesca parabola discendente, per Pietro, e ascendente per Hanna, la storia si fa sempre più complessa e intricata dando vita ad uno spettacolo che dimenticherò facilmente.

Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra.
Oppure, il più pericoloso.

Ma andiamo con ordine: Hanna arriva nello studio di Pietro con dei ricordi vaghi del passato e con la paura di aver commesso un terribile delitto, spera che l'ipnotista riesca ad entrare in contatto con la bambina che è in lei restituendole dei fatti che possano far luce sul suo passato.
Ben presto, come lettrice, mi sono resa conto che l'intreccio era parecchio più complesso e sono stata completamente rapita dalla vicenda, dai continui salti temporali, da una Firenze diversa e un'ambientazione misteriosa che gioca un ruolo fondamentale nel percorso terapeutico di Hanna Hall.

Lo stile di Carrisi è, come al solito, magistrale: evocativo e coinvolgente al cento per cento, è stato come guardare un film! Verso il finale, ho intuito la piega che avrebbe preso la storia e anche il possibile legame tra medico e paziente ma leggerlo è stata tutta un'altra cosa. Momenti di lettura con il cuore in gola, pelle d'oca e paura reale per un contesto affascinante e geniale.
Il passato di Hanna mi ha sconvolta e affascinata al tempo stesso, così come la perfezione con la quale tutte le tessere del puzzle alla fine convergono verso una verità agghiacciante e inaspettata.
Carrisi sa come stupire i suoi lettori e questa volta ci è riuscito alla grande.
Ho amato ogni singola pagina de 'La casa delle voci' e, se amate il genere, non potete proprio lasciarvi sfuggire questa lettura!


Altri libri dell'autore: