venerdì 7 dicembre 2018

Recensione "I volti dell'inganno" di Alessio Manneschi e Daniele Cella

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di fantasy con il libro di Alessio Manneschi e Daniele Cella, "I volti dell'inganno", primo capitolo della saga de "Le sinfonie del sole e della luna".
Buona lettura!


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In vista della celebrazione di un matrimonio fra reali, i clan dell'Impero si ritrovano nel palazzo imperiale, dove il Principe Isao sposerá la mite Ren, secondogenita del clan Nari. Per la prima volta da tanti anni, i clan sono riuniti in pace...finché non accade l`
imprevedibile. 

Sotto l`influsso di una luna scarlatta, tradimenti celati tra le ombre vengono alla luce. Macchinazioni ingannevoli prendono forma. Creature misteriose, anime sventurate, eroi impavidi, sicari astuti, e figure dal passato oscuro danno vita ad una trama di eventi cui nemmeno la Sacra Triade puo` porre un freno. 
Potrá l`Impero essere sottratto alle mani di cospiratori disposti a uccidere pur di averlo? O cadrá in loro potere per sempre?

Il genere fantasy è uno dei più ricchi del panorama letterario ed è diventato, ormai, complicato per non dire impossibile, trovare storie particolare e argomenti che non siano stati già trattati. Gli autori Alessio Manneschi e Daniele Cella, sono riusciti nell'impresa di creare un qualcosa di originale e assolutamente avvincente. Devo essere sincera, dopo aver letto le prime pagine non mi sentivo granché ispirata ma, dopo la lenta partenza e i primi capitoli passati un po' in sordina, la storia prende il via in un susseguirsi di colpi di scena e intrighi davvero pazzeschi.
La trama, infatti, è molto complessa e non è facile da seguire, in alcuni punti, soprattutto per l'elevato numero di personaggi presenti nel libro. Vi consiglio di tenere vicino un taccuino per annotarli, in questo modo sarà più facile non perdere il filo della storia. "I volti dell'inganno" è un insieme di momenti molto intensi, a volte romantici e altre drammatici. Mi è piaciuto molto lo stile degli autori e la scrittura decisamente evocativa: non è stato difficile immaginare luoghi o personaggi. Pur trattandosi del primo volume di una serie posso affermare, con una certa sicurezza, che Alessio Manneschi e Daniele Cella ci riserveranno ancora parecchie sorprese interessanti.
E' un ottimo fantasy che rappresenta perfettamente il genere, in ogni sua parte. Ideale per tutti gli appassionati e anche per quei lettori che, magari, sono alla ricerca di un libro per approcciarsi al fantasy per la prima volta. Promosso!



giovedì 6 dicembre 2018

[Review Party] "Noir. Un amore proibito" di Elisa Gentile

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un libro che aspettavo, soprattutto visto l'epilogo del primo. Sto parlando della serie 'Noir', di Elisa Gentile, alla quale si è aggiunge un secondo capitolo davvero devastante ed emozionante al massimo.
Buona lettura!


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Riaprendo gli occhi, Marco non ha visto altro che l’odio. Tutto si è colorato di nero, non c’è alcuna ragione perché qualcosa possa tornare come prima: lui la odia. Gresia non ha potuto reggere quel dolore assordante al petto: tutto è cambiato, da allora e lei ha deciso di scappare senza lasciar traccia. Né un biglietto. Né un numero di telefono, solo il vuoto che sa di lei.
Lontano da Marco e da Sebastian scopre una nuova se stessa, scopre di avere ancora tanto da dare, ma scopre anche di dover combattere, lottare con tutte le sue forze per prendersi ciò che è suo: la vita. Ritrovarla è stato facile, per Sebastian: tenersela stretta, adesso, sarà la vera sfida, perché Gresia ha ancora dei segreti, perché Gresia si porta dentro il peso di tanto dolore e ha il coraggio di volerlo affrontare. Marco potrebbe essere una via d’uscita, ma se non bastasse?
Restano pochi mesi, poi pochi giorni, poche ore, e l’incantesimo si spezzerà: niente sarà mai più come prima.

Dopo aver concluso la lettura di 'Noir. Una perfetta bugiarda', la curiosità e la necessità di sapere era insostenibile. Ho iniziato a leggere il libro con qualche timore: avevo paura di restare delusa, avevo paura delle scelte che avrebbe preso l'autrice e che avrebbero modificato il corso degli eventi nelle vite di Gresia, Marco e Sebastian, protagonisti di un sofferente e terribile triangolo amoroso. 
Ma la paura non era niente rispetto alla devastazione che ho trovato nel libro, odio puro che scorre tra le righe e impregna le pagine, una delusione cocente che non accenna a passare e un lieto fine che sembra un miraggio. Tra tutti, Sebastian è a tutti gli effetti l'eroe di questa storia: un uomo buono, con un cuore immenso. Un uomo capace di amare oltre tutto e tutti, un uomo capace di superare le difficoltà e l'orgoglio ferito in virtù di un bene superiore. Un uomo con la 'U' maiuscola, come se ne incontrano pochi, nei libri e nella vita. Tutto l'opposto di suo figlio, Marco che ho letteralmente detestato senza tanti giri di parole. Rispetto al libro precedente, si mostra in tutta la sua immaturità come una prima donna in cerca di attenzioni, come una bambino testardo che non ragiona nemmeno davanti all'evidenza. Per quanto mi sia sforzata, non l'ho capito e non l'ho apprezzato un po' a malincuore. 

Sono stata, invece, molto felice di cambiare idea su Gresia. Non mi era dispiaciuta nemmeno nel libro precedente ma, in questo nuovo romanzo, ha superato sé stessa, conquistando il mio cuore. Ho amato la sua coerenza, il suo temperamento e la sua forza. Si è dimostrata una super donna con un coraggio eccezionale. Penso sia una delle protagoniste più belle che mi sia mai capitato di incontrare. 
Come vi accennavo, la storia è devastante e davvero molto intensa. Non c'è pace per nessuno dei tre personaggi ed Elisa Gentile gioca a ribasso con i sentimenti spezzando i cuori dei suoi personaggi e di noi lettori. Finalmente la storia ha avuto il suo sofferto finale e mi ritengo abbastanza soddisfatta. Mi piacerebbe dirvi di più ma rischierei di rovinare una lettura che merita di essere assaporata e compresa in ogni sua parte. I miei complimenti ad Elisa Gentile, per avermi regalato una storia eccezionale e completa, una storia in cui si è destreggiata alla grande su tantissimi argomenti e in situazioni critiche e difficili. Vi consiglio di recuperare entrambi i libri, è una storia da non perdere!



mercoledì 5 dicembre 2018

[Review Party] "L'ultima volta che ti ho vista" di Alafair Burke

Buongiorno, lettori.
Oggi sono felice di ospitare il review party dedicato all'ultimo romanzo di Alafair Burke una scrittrice che, in questi anni, ci ha regalato delle storie davvero intense e di vario genere: dal thriller puro al noir; dal giallo al crime poliziesco.
"L'ultima volta che ti ho vista", è un mix generale che mi ha tenuta incollata alle pagine e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Metropolitana di New York. Un video sgranato, girato col cellulare da un passante, mostra una donna che salva un ragazzo da una caduta fatale sui binari. Una notizia che fa gola ai giornali locali, perché la donna, subito dopo, scompare senza lasciare traccia. Come i suoi colleghi, anche la giornalista McKenna Jordan è a caccia di storie. D'altra parte, dopo un passato da assistente procuratore distrettuale che non ama ricordare, questa è la sua vita adesso: cercare notizie barcamenandosi tra fonti inaffidabili e scoop passeggeri. Ma quando le capita tra le mani quel video, ciò che vede la lascia senza fiato. In quella donna ancora senza nome, McKenna riconosce qualcuno. Susan Hauptmann. Un nome che appartiene al passato suo e di suo marito Patrick. Una vecchia amica di cui da dieci anni non si hanno più notizie. Se è lei, e se è ricomparsa, vuol dire che forse vuole essere trovata. Per McKenna è arrivato il momento di cercarla davvero, come nessuno ha mai fatto, e di rintracciare il detective Scanlin, che all'epoca aveva velocemente archiviato il caso. Ben presto McKenna si accorgerà, però, che ci sono molte cose che non ha mai saputo di Susan. Perché non sempre sappiamo tutto di quelli che amiamo di più...

Ogni autore ha un suo tratto riconoscibile, una caratteristica o un modo di fare che lega ogni sua opera, per quanto diversa possa essere dalle altre. Dopo aver letto svariati libri dell'autrice, fin dai suoi esordi, ho notato che le sue storie sono sempre al femminile, non importa se si tratti di vittime o protagonisti, la Burke ci regala sempre degli ottimi personaggi e questo romanzo non fa eccezione. 
Ne "L'ultima volta che ti ho vista" abbiamo ben due protagoniste a contendersi la scena e far palpitare il cuore di noi lettori: due amiche, o perlomeno, questo è quello che erano un tempo prima che Susan sparisse nel nulla. Mckenna Jordan, sta ricostruendo la sua vita dopo aver voltato pagina e intrapreso un nuovo percorso lavorativo. La presenza di Susan è un lontano ricordo per questo quando la riconosce in un video sfocato la sorpresa è evidente e inquietante al tempo stesso. L'autrice gioca tantissimo con la narrazione, costruisce una trama che si snoda su due diversi piani temporali, rivelando dettagli poco a poco e garantendo una suspense sempre in crescendo.

Susan è l'altra grande protagonista, una donna eclettica e dalle mille sfumature. Una donna con una vita piena e soddisfacente che, a distanza di tempo però, rivela tutte le crepe e i difetti non visibili ad un'occhiata superficiale. Indagando sulla sua improvvisa, e presunta, ricomparsa McKenna scoprirà delle verità inaspettate e sconvolgenti, tutt'altro che facili da digerire.

C'è da perdersi attraverso le parole di Alafair Burke, mille misteri e intrighi appaiono sotto i nostri occhi. Ogni personaggio sembra capace di passare al lato oscuro e nascondere segreti inconfessabili. Nulla è come sembra in una storia che non smette di stupire, dall'inizio alla fine. Mi piace il modo accurato con cui l'autrice tratteggia i suoi personaggi e i fatti cruciali della vicenda, nonostante la mole di informazioni, è facilissimo seguire il filo del discorso mentre è più difficile riprendersi dai vari colpi di scena. Un po' deludente l'epilogo, rispetto al resto della storia ma si tratta, senza dubbio, di un ottimo lavoro. Ormai Alafair Burke è una certezza quando si parla di thriller. 
Promosso e consigliato!



martedì 4 dicembre 2018

Recensione "Ogni volta che sono solo con te" di Amabile Giusti

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di parlarvi di una storia meravigliosa che mi ha emozionata, commossa e sconvolta contemporaneamente. Si tratta dell'ultimo romanzo di Amabile Giusti, "Ogni volta che sono solo con te", edito da Amazon Publishing.
Buona lettura!


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Harrison Duke, fascino selvaggio e pessimo carattere, è un ex scrittore di successo. Il burrascoso divorzio da una vanesia diva di Hollywood, il flop del suo ultimo romanzo e un pericoloso attaccamento alla bottiglia lo hanno spinto a rifugiarsi in una baita sperduta fra le montagne del Wyoming.
Tormentato da un triste segreto e in cerca di una nuova dimensione, Harrison vive in solitudine, lavora duramente ed evita ogni contatto umano, specie femminile. Tornare a scrivere è fuori discussione ma un giorno il suo ex agente gli propone di concedere un’intervista a Leo Tucker, giovane giornalista di talento, e Harrison a malincuore accetta. Salvo pentirsene non appena realizza che Leo è diminutivo di Leonora.
Quello che avrebbe dovuto essere un breve incontro si prolunga inaspettatamente, e i due sono costretti a condividere per giorni la spartana baita, isolati dal mondo, con effetti disastrosi.
Non è facile sopportarsi quando si è più che determinati a odiarsi. Ma cosa potrebbe succedere se la convivenza forzata si rivelasse più piacevole del previsto?

Perché hai paura della gentilezza?

-Non ho paura! Mi fa schifo: è diverso. Mi fa schifo tutto ciò che è falso e nasconde altre intenzioni.

Nel corso degli anni mi è capitato di leggere diverse volte le opere di Amabile Giusti e di confrontarmi, quindi, con la sua magnetica scrittura eppure, ogni volta, ne rimango sempre molto affascinata e stupita. Ho iniziato a leggere "Ogni volta che sono solo con te" per caso, senza aver letto la trama o aver sbirciato qualche recensione online e ne sono super felice: non mi aspettavo una storia del genere ma ne ho amato ogni singola pagina e parola. L'autrice ci regala due personaggi straordinari e assolutamente perfetti. Da una parte abbiamo una giovane donna innamorata dell'amore e di un ideale, un principe azzurro che ammira sin da piccola. Dall'altra, Harrison Duke è un genio della letteratura che, dopo una grave delusione, sembra aver perso tutta la sua ispirazione.

Voglio che mi guardi e non veda un grosso rospo immondo.
Voglio che mi guardi e abbia l'impressione che sia finalmente uscito il sole.
Voglio che il suo cuore batta forte quanto il mio.
Temo di volere cose più impossibili di un pentola d'oro alla base dell'arcobaleno. Ma, soprattutto, temo di aver percorso il primo gradino della lunga scala che mi condurrà a farmi un male profondissimo.

Per uno strano caso del destino, le strade dei due si incrociano nel paesaggio più inospitale del mondo in cui, entrambi, si metteranno a nudo senza sconti. L'autrice ci mostra delle personalità ferite e poco inclini alla socializzazione. Duke è un uomo che mostra il peggio di sé stesso in un lunghissimo viaggio verso la redenzione. C'è stato un momento in cui ho addirittura pianto, tutta colpa di una empatia travolgente per questa straordinaria coppia. 
Amabile Giusti è un talento assoluto in grado di creare storie speciali che scavano nel cuore, e nell'anima, con una forza devastante e, allo stesso tempo, delicata e che lascia il segno. La prosa, l'ambientazione e i dialoghi sono pazzeschi e, assolutamente, unici. 
Come avrete capito, ho amato questo romanzo e vi sconsiglio proprio di farvi un bellissimo regalo di Natale!


lunedì 3 dicembre 2018

Recensione "Quest'anno non scendo" di Casa Surace

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo attualissimo e super divertente firmato dal collettivo dei Casa Surace, un vero fenomeno che impazza nel web.
Buona lettura!


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Antonio Capaccio è un giovane del Sud trapiantato al Nord. Dopo anni da fuorisede, tra università e stage, sta finalmente per raggiungere l'agognato obiettivo di ogni precario: il posto fisso. Ma è un sogno che si realizza a caro prezzo: Antonio dovrà restare a Milano durante le imminenti feste di Natale. Potrebbe sembrare una buona notizia, ma non per una famiglia del Sud: sua madre Antonietta, ricevuta la telefonata sul baldacchino che la porta in processione per le vie del paese nelle vesti di Santa Lucia, grida disperata, tra la folla scoppia il caos e mezzo paese finisce in ospedale. Al capezzale della moglie, Rocco Capaccio si gioca tutte le promesse che un uomo non farebbe mai, purché lei si risvegli. Arriva a giurare di portarla fino a Milano per trascorrere il Natale insieme al figlio. E allora, miracolosamente, la donna apre gli occhi. Inizia così, a bordo di uno scassatissimo furgone Volkswagen anni Settanta, il viaggio verso Nord della famiglia Capaccio: genitori, nonni, fratello, zia, cugini e pure amici al seguito. Qualcuno affronta quei mille chilometri di asfalto con un desiderio segreto nel cuore: chi vuole fuggire per sempre dal paese, chi sfondare nella musica, chi ritrovare un amore perduto. Ci saranno sorprese e avventure, imprevisti e rivelazioni, tra epiche sfide di nonne ai fornelli, gemellaggi etilici Sud-Nord, nuovi amori e vecchi rancori. La famiglia rischierà di scoppiare, la destinazione sembrerà irraggiungibile. Ma al grido «Nulla separa una famiglia a Natale», i Capaccio saranno pronti a sfoderare un intero arsenale di astuzie e tradizioni pur di compiere quella missione impossibile. Tuttinsieme: perché una famiglia è una famiglia solo quando non si divide.

Se siete nati al Sud vi sarà capitato, almeno una volta in vita vostra, di trascorrere un periodo di tempo al Nord chi per studio, chi per lavoro e sono certa che avete vissuto, sulla vostra pelle, le difficoltà che questa condizione comporta: la lontanza dalla propria terra e dagli affetti più cari, lo scontro con un clima aspro e inospitale, la convivenza forzata con una parte dell'Italia che vive in maniera differente. In questo caso, sarà facile per voi immedesimarvi nei panni del protagonista del libro, Antonio Capaccio.
La trama del romanzo è semplicissima e molto realistica, purtroppo aggiungerei. Anche io, per un paio d'anni , mi sono ritrovata a vivere al Nord e, devo dire, di essermi rispecchiata in parecchie situazioni vissute da Antonio e dalla sua meravigliosa famiglia 'del sud'. Gli autori hanno messo il cuore, e la simpatia, in una storia speciale che si legge con piacere in un clima di ilarità e tristezza generale. 

La peculiarità del romanzo, infatti, è proprio la trama tragicomica nella quale si alternano momenti da leggere con le lacrime (di gioia) agli occhi e altri in cui la malinconia prende il sopravvento. Le mie parti preferite sono state, senza dubbio, quelle del viaggio della speranza intrapreso dalla famiglia Capaccio: una sorta Monopoli all'italiana fatto di imprevisti e meraviglie culinarie. Penso che la storia riesca a far apprezzare il valore del Natale, e della famiglia, in un modo unico e speciale tanto da rientrare tra i miei libri preferiti a tema natalizio. Nessuno ama questa festa più dei Capaccio, poco ma sicuro. Lo stile degli autori è molto semplice e colloquiale; il libro si legge molto velocemente e con piacere, tra una battuta in dialetto e l'altra. E' il regalo perfetto se siete esuli al Nord e per le famiglie 'del sud' che hanno il cuore diviso a metà.
Promosso!