lunedì 3 dicembre 2018

Recensione "Quest'anno non scendo" di Casa Surace

Buongiorno, lettori.
Oggi voglio parlarvi di un romanzo attualissimo e super divertente firmato dal collettivo dei Casa Surace, un vero fenomeno che impazza nel web.
Buona lettura!


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Antonio Capaccio è un giovane del Sud trapiantato al Nord. Dopo anni da fuorisede, tra università e stage, sta finalmente per raggiungere l'agognato obiettivo di ogni precario: il posto fisso. Ma è un sogno che si realizza a caro prezzo: Antonio dovrà restare a Milano durante le imminenti feste di Natale. Potrebbe sembrare una buona notizia, ma non per una famiglia del Sud: sua madre Antonietta, ricevuta la telefonata sul baldacchino che la porta in processione per le vie del paese nelle vesti di Santa Lucia, grida disperata, tra la folla scoppia il caos e mezzo paese finisce in ospedale. Al capezzale della moglie, Rocco Capaccio si gioca tutte le promesse che un uomo non farebbe mai, purché lei si risvegli. Arriva a giurare di portarla fino a Milano per trascorrere il Natale insieme al figlio. E allora, miracolosamente, la donna apre gli occhi. Inizia così, a bordo di uno scassatissimo furgone Volkswagen anni Settanta, il viaggio verso Nord della famiglia Capaccio: genitori, nonni, fratello, zia, cugini e pure amici al seguito. Qualcuno affronta quei mille chilometri di asfalto con un desiderio segreto nel cuore: chi vuole fuggire per sempre dal paese, chi sfondare nella musica, chi ritrovare un amore perduto. Ci saranno sorprese e avventure, imprevisti e rivelazioni, tra epiche sfide di nonne ai fornelli, gemellaggi etilici Sud-Nord, nuovi amori e vecchi rancori. La famiglia rischierà di scoppiare, la destinazione sembrerà irraggiungibile. Ma al grido «Nulla separa una famiglia a Natale», i Capaccio saranno pronti a sfoderare un intero arsenale di astuzie e tradizioni pur di compiere quella missione impossibile. Tuttinsieme: perché una famiglia è una famiglia solo quando non si divide.

Se siete nati al Sud vi sarà capitato, almeno una volta in vita vostra, di trascorrere un periodo di tempo al Nord chi per studio, chi per lavoro e sono certa che avete vissuto, sulla vostra pelle, le difficoltà che questa condizione comporta: la lontanza dalla propria terra e dagli affetti più cari, lo scontro con un clima aspro e inospitale, la convivenza forzata con una parte dell'Italia che vive in maniera differente. In questo caso, sarà facile per voi immedesimarvi nei panni del protagonista del libro, Antonio Capaccio.
La trama del romanzo è semplicissima e molto realistica, purtroppo aggiungerei. Anche io, per un paio d'anni , mi sono ritrovata a vivere al Nord e, devo dire, di essermi rispecchiata in parecchie situazioni vissute da Antonio e dalla sua meravigliosa famiglia 'del sud'. Gli autori hanno messo il cuore, e la simpatia, in una storia speciale che si legge con piacere in un clima di ilarità e tristezza generale. 

La peculiarità del romanzo, infatti, è proprio la trama tragicomica nella quale si alternano momenti da leggere con le lacrime (di gioia) agli occhi e altri in cui la malinconia prende il sopravvento. Le mie parti preferite sono state, senza dubbio, quelle del viaggio della speranza intrapreso dalla famiglia Capaccio: una sorta Monopoli all'italiana fatto di imprevisti e meraviglie culinarie. Penso che la storia riesca a far apprezzare il valore del Natale, e della famiglia, in un modo unico e speciale tanto da rientrare tra i miei libri preferiti a tema natalizio. Nessuno ama questa festa più dei Capaccio, poco ma sicuro. Lo stile degli autori è molto semplice e colloquiale; il libro si legge molto velocemente e con piacere, tra una battuta in dialetto e l'altra. E' il regalo perfetto se siete esuli al Nord e per le famiglie 'del sud' che hanno il cuore diviso a metà.
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2 commenti:

  1. Ciao! Conosco il gruppo Casa Surace! Questo romanzo di sicuro deve essere divertente :-)

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