lunedì 8 ottobre 2018

[Welcome Party] "Sarah" di Roberta Zeta




Buongiorno, cuori librosi, e buon inizio settimana.
Oggi voglio mostrarvi una piccola anteprima del nuovo picture book della Hop Edizioni dedicato a "Sarah", una delle attrici più iconiche del nostro secolo.
I disegni sono stati realizzati da Roberta Zeta e sono una vera meraviglia.
Buona lettura e buona visione!


Acquistalo, QUI
Una percentuale del tuo acquisto contribuirà a sostenere il blog.


"Ed eccomi di nuovo con il solito problema:
un armadio pieno di vestiti e niente da mettermi."



Carrie Bradshaw, protagonista della serie TV "Sex and the City", ha regalato a Sarah Jessica Parker una notorietà planetaria e un destino non immaginabile, stando almeno alle premesse. C'era una volta, prima di Carrie, Sarah: una bambina intelligente e vivace, nata in Ohio, da una famiglia poverissima, ma convinta dell'importanza dell'arte nella vita di ogni persona. Nonostante un'infanzia da romanzo di Dickens, Sarah ha coltivato, con immensi sacrifici, la propria vocazione artistica e cominciato prestissimo a recitare in teatro e poi al cinema. Fino alla consacrazione in quel ruolo che l'ha resa notissima in tutto il mondo, in una delle serie TV che hanno cambiato il volto della televisione e per cui i suoi ruoli, non solo di protagonista ma anche di produttore esecutivo, sono stati fondamentali. Dopo la fortunata parentesi del serial, Sarah Jessica Parker, insieme alla carriera di attrice, porta avanti diversi progetti personali in ambito umanitario, culturale e imprenditoriale con l'equilibrio e la pacatezza che la contraddistinguono. C'è molto della bambina di Nelsonville nella Sarah di oggi: una donna intelligente, pragmatica e di grande cuore.




L'AUTRICE

Casualmente laureata in legge, disegna da sempre e dal 2007 lavora come illustratrice per moda e magazine. Tra i suoi clienti figurano Harper Collins, Mondadori, Saatchi & Saatchi. Le sue illustrazioni sono state incluse dalla Triennale di Milano nel Nuovo vocabolario della moda italiana. Ha pubblicato libri per bambini e ragazzi con Kite Edizioni, Edizioni EL e con le case editrici francesi Pocket e Pocket Jeunesse. Per Hop! ha pubblicato il volume Audrey, per questa stessa collana. Collabora come content editor per Picame, web magazine impostosi come punto di riferimento per la visual art e l’illustrazione. La sua è una tecnica mista a matita su carta, acquerelli, disegno vettoriale e colore digitale.

sabato 6 ottobre 2018

Recensione "Il negozio di musica" di Rachel Joyce

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di parlarvi di un romanzo carinissimo sull'amicizia, la musica e l'amore.
Si tratta del libro, di Rachel Joyce, "Il negozio di musica" edito da Giunti Editore, che ringrazio per la copia.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI

Inghilterra, 1988. A Unity Street c'è un negozio di musica che vende vinili di ogni genere, colore e velocità, solo ed esclusivamente vinili. Il suo proprietario, Frank, ha un dono, una specie di sesto senso: chiunque entri nel suo negozio, qualunque sia la musica che cerca o lo stato d'animo in cui si trova, Frank sa leggere ciò che ha davvero nel cuore e consigliare la canzone di cui ha bisogno. C'è solo una persona di fronte alla quale il suo intuito si trova disarmato: la misteriosa donna dal cappotto verde che un giorno sviene proprio sulla soglia del negozio. Si chiama Ilse Brauchmann, è tedesca, ha un singolare talento per aggiustare le cose e vorrebbe delle lezioni di musica... Lezioni di musica? Frank non ha mai dato lezioni a nessuno e, del resto, ha rinunciato all'amore ormai molto tempo fa, la sua vita è perfetta così com'è. Eppure non riesce a nascondere l'emozione che prova specchiandosi in quegli occhi nero vinile. Ma che cosa ha portato Ilse in Inghilterra? Perché non toglie mai quei guanti scuri che coprono le sue mani? Che cosa nasconde nel suo passato? Mentre i negozi di Unity Street rischiano di chiudere uno dopo l'altro, Frank e Ilse dovranno fare i conti con cicatrici profonde, visibili e invisibili, e aprire finalmente i loro cuori. Prima che sia troppo tardi. Una favola contemporanea, un'ode al potere trasformativo della musica e dell'amore.

Da tempo non mi capitava di leggere una storia così carina ed emozionante come quella narrata ne "Il negozio di musica". Ci troviamo in un quartiere tranquillo, la vita scorre placida in Unity Street finché i poteri forti e l'edilizia di massa non mettono gli occhi sulle botteghe del quartiere con intenzioni molto poco nobili. Tra i negozianti a rischio, anche Frank un musico-terapista in grado di capire i bisogni delle persone e aiutarle grazie ai mitici vinile. 
Ho amato la la magia che si respira all'interno del negozio, ho ammirato il talento di Frank che non sbaglia un colpo: non importa quanto possa sembrare strambo o insensato il suo consiglio, alla fine si rivelerà quello giusto. Anche gli altri personaggi si rivelano interessanti e tutti da scoprire: in particolare, la co-protagonista Ilse che ho soprannominato "la donna del mistero". Lei rappresenta una sfida nuova e interessante, per Frank, e insieme danno vita ad un percorso profondo  ed intenso nel dolore, attraverso le cicatrici del passato.

Amore e musica sono i due maxi temi di un romanzo che conquista piano piano ma che non ci abbandona, una volta finito. Il libro di Rachel Joyce racconta una storia completa in cui vengono affrontati dei temi importanti: ho apprezzato ogni sfumatura e sono entrata completamente in sintonia con i personaggi. "Il negozio di musica"è stato definito "una favola moderna" e, credo, non ci siano parole migliori per descrivere e sintetizzare l'essenza del romanzo. 
La prosa dell'autrice è molto dolce e scorrevole, mi sono piaciute le brevi descrizioni disseminate qui e là, mi hanno permesso di immedesimarmi completamente nella vicenda. Se amate la musica e le storie piene di sentimenti, avete trovato il romanzo giusto. Lo consiglio!



venerdì 5 ottobre 2018

[Review Tour] "Il mio universo sei tu" di K.A. Tucker

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di parlarvi del nuovo romanzo di K.A. Tucker, "Il mio universo sei tu", uscito ieri per Newton Compton. Questa autrice si conferma un'eccellenza del romance e non vedo l'ora di raccontarvi la bellissima storia di Ivy e Sebastian.
Buona lettura!


Acquistalo, QUI
Una percentuale del tuo acquisto contribuirà a sostenere il blog.

Ivy è una tatuatrice di talento e, dopo anni passati in continuo movimento, forse ha trovato un posto dove fermarsi. Adesso lavora a San Francisco, al Black Rabbit, lo studio di tatuaggi di suo zio Ned: insieme funzionano alla grande e lei finalmente si sente a casa. Tutto cambia però quando Ivy si ritrova a essere testimone di un terribile crimine. È pronta a fare i bagagli di nuovo e sta per partire, ma un incontro casuale con un affascinante sconosciuto la trattiene in città, dandole un motivo per restare. Almeno finché Ivy non scopre che il loro incontro non è stato affatto casuale...

Il fatto che io sia una grandissima fan dell'autrice non ha influenzato il giudizio su questa storia, perché è fantastica già di suo. Quando apprezzo particolarmente un autore, divento iper critica con i suoi romanzi: studio la trama, i personaggi, la prosa in maniera quasi maniacale alla ricerca di errori o elementi già visti, con la paura costante che la magia finisca. Per fortuna, anche questa volta è andata bene: ho amato ogni pagina del libro, avrei voluto che non finisse mai!
Ivy e Sebastian sono stati due protagonisti eccezionali, diversissimi tra loro e sempre in contrasto. Quella che inizia come una missione di lavoro, per Sebastian, si trasforma ben presto in una missione di vita. C'è qualcosa che lo attrae verso di lei, la tensione tra i due è palpabile tra le pagine. 
Di solito ho sempre qualche problema con le protagoniste femminili: le trovo troppo fragili, troppo tenere o troppo aggressive e paranoiche, Ivy non rientra in nessuna di queste categorie: è una raminga, sola al mondo ma pienamente consapevole della realtà che la circonda. Non ha bisogno di nessuno e questa è una delle particolarità che ho amato di più di lei.

Sebastian è bello, bellissimo. Il suo aspetto esteriore rispecchia perfettamente la sua indole e il suo carattere: è un uomo pericoloso, austero e potenzialmente letale e non solo in senso letterale. Dietro la spessa corazza da guerriero, però, ho trovato anche una parte più umana e riflessiva che non si limita ad accettare la realtà così com'è. La spirale sentimentale, tra i due, è lenta ma procede in un crescendo inesorabile. E' impossibile non appassionarsi alla storia e alle emozioni provate e vissute tra i protagonisti. L'autrice è riuscita, con una storyline tutto sommato semplice, a creare una storia meravigliosa, reale, appassionante e intensa. La scrittura della Tucker è attenta, molto descrittiva e mantiene un buon ritmo narrativo.
"Il mio universo sei tu", è un libro completo ed emozionante. L'ho divorato nel giro di un giorno e sono già in astinenza da Sebastian!!
Se amate il romance, non potete farvi sfuggire questa piccola meraviglia di K.A. Tucker!


mercoledì 3 ottobre 2018

[Blogtour] "Van Helsing" di Natascia Luchetti

Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dedicato a "Van Helsing", secondo capitolo della serie fantasy firmata da Natascia Luchetti.
In questo appuntamento, parleremo de "Gli ordini di cavalieri".
Buona lettura!


IL ROMANZO


Acquistalo, QUI
Formato: cartaceo/ebook
Casa Editrice: Delrai Edizioni
Autrice: Natascia Luchetti
Trama: La vera storia dell'uomo che ha trasformato la sua vita in leggenda, la cui stessa esistenza era un'arma contro le Bestie: Abraham Van Helsing. L'essere umano deve conoscere il mondo per poterlo capire appieno ed è ciò che pensa il giovane Van Helsing nell'approcciarsi all'università e al suo futuro da medico, ma l'oscurità lo attende e non gli lascia tregua, incamminandolo per la via a lui destinata. È nelle ombre più fitte che l'incubo ha inizio, una verità inspiegabile da Abraham considerata inconcepibile: esiste il Male, esiste il Bene. Ogni tipo di creatura sovrannaturale vive tra gli uomini, con loro, e questi non ne hanno coscienza. Continuano le loro vite, schiavi della superstizione e dell'ignoranza. È impossibile concepire un futuro senza l'abisso delle tenebre e la lotta per la sopravvivenza ha inizio, perché chi uccide il male, assorbe il male. A condurre il braccio del cacciatore una sola verità, che domina persino il suo cuore: il sangue non mente mai. Dalla penna gotica di Natascia Luchetti, una nuova sfida per riportare in vita una personalità dalle tinte complesse e dal forte senso di giustizia.




Dagli appunti di Susan Adelina Griffith

I primi Cavalieri che si sono schierati contro le forze del Male per la salvezza dell’Umanità risalgono al periodo leggendario di Re Artù e i suoi fedeli guerrieri famigerati come Cavalieri della Tavola Rotonda.
C’è una storia segreta che lega la figura del mitico sovrano del codice di Avalon alla sempiterna lotta contro l’Avversario e i suoi servi. La sacra Excalibur, diversamente da quanto narra la leggenda del ciclo arturiano, fu donata a lui dall’Arcangelo Uriele, signore della terra e delle sue creature, nonché guardiano della Gehenna.
Si narra che non esistesse anima empia in grado di sopravvivere al suo filo, nemmeno Lucifero in persona, ma l’oggetto non fu mai ritrovato.
Presumo che i primi Cavalieri abbiano deciso di dare un’origine mitica agli Ordini per motivare gli ignoranti che a loro aderivano in tempi più bui di quelli che viviamo ora. Non mi stupisce che questa favola sia stata ritrovata, trascritta nei primi registri rinvenuti nelle rovine dei palazzi della famiglia Belmont. Originaria della Bretagna, fu la prima a ridare vita all’antico ideale di protezione delle genti dalle minacce del Male rappresentato da creature sovrumane. Impavidi, forse troppo, i Belmont si ritirarono dalla vita politica dell’Inghilterra durante la guerra dei Cent’anni e divennero di fatto Cavalieri erranti, pronti a sconfinare in ogni landa, anche negli angoli più remoti del mondo, per portare saggezza e protezione al popolo avversato oltre che dalla fame, dai sovrani assoluti e dalle ingiustizie politiche, anche da mostri e streghe, demoni e spiriti. La loro fu una vera e propria crociata di folli disorganizzati che riuscirono a razionalizzarsi solo dopo anni di caccia dissennata e rischiosa.
 Sul finire del Tredicesimo secolo, i Belmont si organizzarono formando presidi stabili su ogni territorio conosciuto, che facevano capo alla sede inglese, posta vicino l’antica Londinium, ora Londra. I ruderi del vecchio palazzo dei Belmont sono stati distrutti nel 1802 e sopra di essi è nato il quartiere periferico e popolare del Mile End.
I membri della famiglia Belmont si occupavano delle indagini, del reclutamento di nuovi membri e dell’iniziazione di altre famiglie allo stesso ideale. I Morris, i Lancaster e i Rosen si affiliarono all’Ordine dei Belmont, ma rimasero sempre ben distinti dai primi. Furono i Belmont stessi a non voler mescolare il loro lignaggio puro, discendente dal nobile sangue di Artù – secondo loro–, con quello di altre famiglie di Cavalieri.
Col passare dei secoli, si aggiunsero anche altre famiglie alla causa e la più importante fra tutte fu quella dei Griffith. Il mio antenato, il barone Bertram Johannes Griffith, incontrò uno di loro nel 1512. Salvatosi dalle grinfie del primo vampiro, meglio identificato come Vlad III Dracula, decise di votare la sua esistenza alla protezione dei suoi simili e alla lotta contro le aberrazioni del Maligno. Fu il re Edoardo III a farlo diventare membro del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera, al quale anche io appartengo come erede della mia potente famiglia.
Di padre in figlio, è stata tramandata la sapienza del primo di noi, i suoi studi e le sue deduzioni. Non c’è Griffith che non sappia difendersi o riconoscere la presenza degli schiavi di Satana. Al contrario dei Belmont, la mia famiglia ha basato la sua fama su un approccio più cauto e analitico ai vari casi. Ha studiato le mostruosità che doveva eliminare dopo averle imprigionate e ha cercato di scoprirne tanto i punti deboli quanto i punti di forza. Non eravamo e non siamo impavidi Cavalieri lanciati contro i mulini al vento, ma studiosi attenti, armati di strumenti più efficaci e all’avanguardia. E proprio questo ci ha reso più resistenti al tempo.
Mentre i Belmont sono stati spazzati via quasi completamente, i Griffith sopravvivono su tutto il territorio inglese con la stessa forza che ci ha caratterizzati sul nascere.
Tuttavia ci sono anche altri Ordini che lottano per la nostra stessa causa, con metodi discutibili e decisamente meno ortodossi, persino dei Belmont. Basti pensare ai fanatici dell’Ordine di San Michele.
Sono convinti che tra loro ci sia l’Arcangelo Michele che li ha benedetti con il dono dell’immortalità e che li sostiene nella lotta contro il Diavolo. Si dice che siano umani mutati in qualcosa di superiore, dotati di poteri strabilianti come il dominio del tempo, arti curative miracolose, comando sugli elementi, ma restano ancora leggende per alimentare le illusioni di esseri umani smarriti che si sono sottomessi a sedicenti personalità che nessuno ha mai visto. Mi hanno informato che uno dei loro vertici, Emanuel de La Cruz de Calatrava sia partito da Roma per raggiungere i territori della nostra bella isola. Se non è uno sciocco né un codardo, non si farà scrupoli a chiedermi udienza.
Diverso e decisamente meno favoloso e altisonante, è un Ordine senza nome rappresentato dalla famiglia Marino. Italiani, gente legata alla Chiesa di Roma che collabora anche con la Corona inglese per i casi più gravi, i Marino agiscono più discretamente di noi Griffith e sono depositari di un potere misterioso, mostruoso quasi come i nostri nemici. Dalle informazioni che ho messo insieme su di loro, so che si avvalgono dell’alchimia per potenziare armi e corpo, ma non ne ho mai visto combattere uno con i miei occhi, per questo ho contattato il Cavaliere Serafino Marino. Arriverà tra non molto, perciò avrò modo di documentarmi meglio di quanto ho già riferito.
Oltre loro ci sono tanti Cavalieri erranti che, pur non vantando sangue nobile, scimmiottano il nostro modo di operare, ma non finiscono che per farsi ammazzare o venire a chiedere aiuto in ginocchio a chi possiede la sapienza dei predecessori.
Molti dicono che c’è un numero sconfinato di uomini che cercano di ribellarsi al fato di non essere al vertice della catena alimentare di questo mondo, ma, in realtà, i veri saggi si contano in pochi eletti scelti dal sangue. Come dice il vecchio detto “Il sangue non mente mai”.



Continuate a seguirci per scoprire nuove curiosità su "Van Helsing", un libro di Natascia Luchetti



lunedì 1 ottobre 2018

Recensione "Il diner nel deserto" di James Anderson

Buongiorno, lettori, e buon inizio settimana!
Oggi voglio parlarvi di un noir molto particolare, edito da NNEditore, che ringrazio per la copia.
Si tratta del primo libro di una serie, firmata da James Anderson, intitolato "Un diner nel deserto".
Buona lettura!

Acquistalo, QUI

Ben Jones è un camionista sull'orlo della bancarotta che effettua consegne lungo la statale 117 del deserto dello Utah, una terra ospitale solo per chi ha scelto di isolarsi dal mondo. Un giorno Ben incontra Claire, che si nasconde dal marito in una casa abbandonata e suona le corde di un violoncello invisibile. L'amore per Claire porta Ben a stringere amicizia con Ginny, un'adolescente incinta in rotta con la madre, e a fare i conti con il burbero affetto di Walt, il proprietario di un diner nel deserto chiuso da anni in seguito a un terribile fatto di sangue. Tra rivelazioni inaspettate, scomparse improvvise e il furto di un prezioso strumento musicale, tutti incontrano il proprio destino, cieco come le alluvioni che allagano i canyon rocciosi.

Ci sono libri in grado di intrigarmi immediatamente: mi basta una copertina, un titolo evasivo, una trama interessante e il gioco è fatto. Con la storia di James Anderson è andata proprio così: ogni elemento del libro mi ha colpita e mi ha convinta. Si tratta di un romanzo di nicchia che, probabilmente, non riuscirà a far breccia nel cuore di tutti i lettori ma solo di quelli che stanno cercando qualcosa di unico e particolare.
Ci troviamo in un luogo magico e misterioso: il deserto.

Non era il paradiso e non era l'inferno,
solo un rettilineo che gli passava in mezzo.

Tutti i personaggi che incontriamo, strada facendo, scappano o si nascondono da qualcuno: non vogliono essere trovati o disturbati. Ben è un pendolare del deserto, fa avanti e indietro sulla difficile route 117, portando approvvigionamenti ai pochi coraggiosi che vivono in questo posto ai confini del mondo. Il suo lavoro è appeso ad un filo: il deserto sembra risucchiare ogni spiraglio di vita e di speranza. Nonostante l'apparente staticità della storia, la trama riserva moltissimi colpi di scena e segreti svelati. Le figure di Claire e Walt sono le uniche a dare coraggio a Ben, sempre più deciso a mollare tutto. C'è qualcosa di strano, in loro, e una verità devastante si nasconde tra le mura, ormai pericolanti e diroccate, del diner nel deserto.

La storia assume delle sfumature noir e fa spazio a nuovi sentimenti: rabbia, paura e desiderio di vendetta. Dopo un momento centrale di pace e stabilità, le cose precipitano rovinosamente verso un epilogo inaspettato ma che, alla fine dei conti, chiude perfettamente un cerchio. 
La prosa di Anderson è attenta ed esaustiva; la narrazione è minuziosa e tiene sempre un buon ritmo. Le digressioni nel passato garantiscono una bella dinamicità alla storia. Si tratta del primo libro di una serie che, per fortuna, non lascia un finale sospeso. Non vedo l'ora di leggere la prossima avventura nel deserto. In attesa di conferme, promosso (quasi) a pieni voti e consigliato a tutti gli amanti del noir.


Utilizzando questo sito si accettano e si autorizzano i cookies necessariOK