Buongiorno lettori,
oggi vi parlo dell'ultimo capitolo di una trilogia che mi ha incantata nel mese appena trascorso.
Si tratta di "Desire", terzo volume della serie dedicata al tenebroso Mount e all'indomabile Keira.
E nulla, ora posso dire con certezza che si tratta di una splendida storia!
Buona lettura.

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lo difendo sempre ciò che possiedo. Compresa Keira Kilgore. Lei è mia. Non mi basta più il suo corpo. È una donna orgogliosa, ma prima o poi si arrenderà. Niente ci può tenere separati. Nessuno deve mettersi fra noi. Keira pagherà il suo debito fino in fondo. Con il cuore.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando le strade del re di New Orleans e di una ribelle irlandese si sono incrociate. Il loro percorso è stato tutto in salita e, a differenza dei libri precedenti, ora non devono più fare i conti con le reciproche diffidenze ma con le ostilità che arrivano direttamente dalla vita condotta da Mount. Sembrano esserci nemici ovunque ma, per il re, Keira è diventata la priorità numero uno ed è disposto e radere al suolo l'intera città pur di tenerla al sicuro.
L'autrice rende questo rapporto molto vivido ed estenuante, il lettore si ritrova pienamente coinvolto nell'attrazione che coinvolge i personaggi ad ogni sguardo.

La tensione è palpabile tanto che definirei questo ultimo romanzo più un romantic suspense piuttosto che un erotico. Non aspettavo assolutamente il colpo di scena finale, la March è davvero diabolica quando vuole. Ma, in generale, questo libro vi farà perdere qualche battito più di una volta!!
E' una vicenda diversa perché diversi sono anche i protagonisti: entrambi hanno affrontato i propri limiti e le proprie paure pur di vivere a pieno il sentimento che li lega. Non c'è posto per l'orgoglio e i pregiudizi in questo libro: la regina ha preso il posto che le spetta accanto al re che, a sua volta, si è reso conto di non poter più governare senza una compagna. 

Ho divorato il libro nel giro di poche ore, un po' per curiosità, un po' perché la scrittura di questa autrice è talmente scorrevole e ben elaborata che è una piacere per gli occhi. Quando si tratta di storie che si sviluppano su più di un libro, ho sempre paura delle delusioni dietro l'angolo o che la vicenda perda concretezza e coerenza strada facendo, ma con la trilogia della March, invece, è stato il contrario: penso di aver amato molto di più quest'ultimo libro rispetto ai precedenti (che, comunque, ho apprezzato tantissimo). Credo che non riuscirò a dimenticare facilmente i due protagonisti, quasi mi dispiace che la serie sia conclusa ma anche le cose belle devono finire prima o poi.

Sono certa che se avete seguito la trilogia, amerete questo finale ma, se ancora non l'avete letta, vi consiglio di portarla in vacanza con voi, per rendere ancora più bollente la vostra estate!
Grazie Meghan March per questa storia, per la sensualità, per la passione, per le battaglie, per la crudeltà e la paura. Grazie per averci regalato due personaggi straordinari e un amore che supera ogni limite. 


Se avete perso la recensione degli altri due libri, la trovate QUI .

Buon pomeriggio lettori,
nella seconda recensione di oggi voglio parlarvi di una storia particolare: una tragedia dolorosa raccontata dalla leggerezza e tutta la tenerezza possibile di una bambina di cinque anni.
Si tratta de "L'orso", un romanzo di Claire Cameron edito da Sem.
Buona lettura!

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Anna è una bambina di cinque anni. Con i genitori e il fratellino, Stick, di poco più piccolo, sta facendo una bella vacanza sull'isola di Bates, un paradiso naturale al centro del meraviglioso lago canadese di Opeongo. La radura dove si fermano per la notte è un incanto. Anna stringe a sé il suo pupazzo, dice buonanotte al papà e alla mamma, e si ritira con Stick nella tenda. La sera è tiepida, trasparente, e i suoni che provengono dal bosco accompagnano fin dentro i sogni più dolci. Ma nel cuore della notte la vita diventa un incubo. All'improvviso i due fratellini vengono svegliati dalle urla della mamma e del papà, dal trambusto assordante. Un grosso orso nero ha attaccato i genitori e si accanisce su di loro con la sua enorme forza, con la ferocia della bestia affamata. In un ultimo, disperato atto di coraggio il padre mette in salvo i piccoli, chiudendoli all'interno di un robusto contenitore per gli attrezzi e le provviste. Il mattino seguente, nella luce di una giornata di sole, i due bimbi escono dal nascondiglio che li ha protetti dalla bestia e si incamminano, insieme con il lettore di questo sorprendente, emozionante romanzo, nella loro nuova vita. Attorno, oltre i resti del passato e dell'amore, c'è la natura pericolosa, affamata, impenetrabile, ostile. E una fioca luce per guardare verso il futuro.

Ho letto questo romanzo a scatola chiusa, senza dare nemmeno uno sguardo alla trama.
Sono rimasta sconvolta dal contenuto ma, soprattutto, da come l'autrice ha scelto di raccontare una vicenda così sanguinosa e traumatica. 
Gli occhi, e la voce, della storia sono quelli di Anna, una bambina come tante che trascorre le vacanze in campeggio con la sua famiglia. Le urla disperate della madre, in piena notte, sono udibili anche tra le pagine grazie ad una narrazione vivida che, seppure semplice, è molto evocativa. 
Da questo momento , Anna diventa responsabile di Stick e si ritrova a vestire i panni di madre. Se consideriamo la terribile scena che la bambina si ritrova davanti, al suo risveglio, è inevitabile sottolineare l'immensa capacità che possiedono i bambini di plasmare la realtà, creandone una versione accettabile e meno cruenta.

Forza di volontà e coraggio sono due doti che, senza dubbio, non mancano alla nostra Anna, nonostante la paura, la fame e la fatica riesce a mettersi in salvo insieme a Stick.
E' una vicenda crudele e tragica, un resoconto incredibile di una terribile esperienza con un finale tutto da scoprire. 

La storia di Claire Cameron si divora in poche ore, dato l'esiguo numero di pagine.
E' un libro commovente e sconvolgente allo stesso tempo. Il linguaggio è semplice ma coinvolge completamente il lettore. Per quanto mi riguarda, ho sviluppato una profonda empatia per Anna e ho letto con molto interesse gli sviluppi della sua vita che, fortunatamente, non è finita con quella terribile notte. Non è una lettura da affrontare a cuor leggero.


Buongiorno lettori,
finalmente ripartono le recensioni, ci sono tantissime storie di cui non vedo l'ora di parlarvi e, oggi, voglio iniziare con un romanzo molto leggero e breve scritto da Emmy Abrahamson per Harper Collins. Si tratta del libro "Come innamorarsi di un uomo che vive in un cespuglio", un romance particolare che, però, non mi ha pienamente convinta.
Buona lettura!


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La vita di Julia, ventinovenne svedese che vive a Vienna, scorre monotona e sempre uguale, divisa tra il gatto con cui condivide l'appartamento, un lavoro che la annoia e qualche occasionale uscita con l'amica-nemica Elfriede. È convinta che prima o poi darà una svolta a quell'esistenza incolore, scriverà un bestseller e smetterà di ammazzare il tempo partecipando a ricerche di mercato e riorganizzando le librerie di casa... ma fino a quel momento continuerà a fare l'insegnante di inglese per ambiziosi manager e ragazzini che vanno male a scuola. 
Una sera, mentre è seduta su una panchina, al parco, un barbone attacca discorso con lei: ha i capelli e la barba lunghi, è sporco, scalzo e puzza terribilmente, eppure c'è qualcosa in quel giovane che la affascina. E il sabato seguente, senza quasi sapere come, Julia si ritrova di nuovo su quella stessa panchina a chiacchierare con lui. Si innamorano, e la vita tutto a un tratto sembra perfetta... a parte il fatto che Ben abita in un cespuglio e avrebbe tanto, tanto bisogno di una doccia!

Il romanzo di Emmy Abrahamson attira subito l'attenzione per la deliziosa copertina e un titolo che è tutto un programma. La svedese Julia, insegnante d'inglese super impegnata a Vienna, riesce ad innamorarsi senza riserve di Ben, un clochard per scelta più che per necessità.
La breve e frizzante vicenda affronta, punto per punto, tutti gli interrogativi e i luoghi comuni sulle persone che vivono in strada. Nonostante, sulla carta, Ben non abbia nulla da offrire, si rivela un personaggio straordinario e stupefacente, in grado di fornire parecchi spunti di riflessione e insegnamenti.
A differenza di Julia, il suo personaggio va in crescendo e conquista un posto speciale nel cuore del lettore.

Grande delusione per la protagonista che, dopo aver creato molte aspettative e aver suscitato una buona dose di simpatia, subisce un vero e proprio tracollo fino all'epilogo. In un certo senso, pare proprio che la ragazza soffra di un disturbo bipolare: argomenti oggettivi e discutibili fin dall'inizio, che sembrava aver superato con la leggerezza di una libellula in un battito di ciglia, diventano improvvisamente problemi esistenziali e insormontabili che sfociano in comportamenti, fin troppo, infantili e crudeli nei confronti di Ben. Si è resa odiosa andando a contagiare anche l'epilogo, agrodolce, e compromettendo il giudizio finale del libro che, nel complesso, è formato più da episodi surreali e assurdi che da momenti emozionanti e coinvolgenti.

Punto a favore, che risolleva un minimo il libro, è la prosa scorrevole e briosa dell'autrice. Sono certa che la lettura avrebbe potuto dare molto di più. C'erano delle ottime basi e una bella intuizione narrativa, inizialmente, l'autrice avrebbe 'solo' dovuto svilupparle meglio.
In pratica, è come trovarsi al supermercato e acquistare un bel pacco di biscotti con gocce di cioccolato, salvo poi accorgersi che in realtà era frutta secca! 

E' un romanzo breve con una storia carina, anche se a tratti incoerente e poco coinvolgente, emotivamente parlando. Lascia un po' di amaro in bocca ma è il libro perfetto da portare in spiaggia quando siete alla ricerca di una lettura leggera.



Buongiorno cuori librosi,
da oggi, in libreria e negli store online, è disponibile il primo romanzo di una trilogia dedicata a "La famiglia Aubrey". La serie è firmata da Rebecca West e sarà pubblicata da Fazi Editore. Si tratta di una saga familiare che tutti gli amanti dei Cazalet ameranno sicuramente.
Il libro mi è piaciuto molto, esclusi alcuni piccoli particolari...
Buona lettura!


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Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune: una famiglia di artisti. Poveri ma molto uniti, fanno fronte alle difficoltà quotidiane con grande spirito. Si spostano in continuazione a seconda dell'impiego del padre, Piers: giornalista e scrittore molto stimato, vive in un mondo tutto suo, ha un problema con la gestione del denaro e un debole per il gioco d'azzardo. È la madre Clare a tenere le fila: pianista dotatissima, ha rinunciato alla carriera per i figli; logorata ma mai abbattuta, ha trasmesso la sua passione per la musica anche a loro. Le due gemelle Mary e Rose sono due talenti precoci, votate al pianoforte, sveglie e disincantate. Il fratellino minore, Richard, è adorato e coccolato da tutti; e infine c'è Cordelia, la figlia maggiore: molto bella e naturalmente non priva di velleità artistiche, non è dotata come le sorelle ma è troppo ottusa per accorgersene. In questo primo romanzo, che copre un arco di dieci anni a cavallo tra Ottocento e Novecento, fra vicende più o meno importanti i figli cominciano a prendere ognuno la propria strada e così anche i genitori.

La cosa che mi ha colpito di più, a primo impatto, è stata la bellissima cover che racchiude e riassume perfettamente il contenuto del romanzo. Al pari della copertina, infatti, la vicenda che ci racconta Rebecca West è essenziale, elegante e placida nel suo fiume di parole e di avvenimenti. La lettura del libro ha avuto, su di me, un effetto calmante che mi ha permesso di goderne a pieno.
Come vi accennavo, si tratta del primo libro di una trilogia, per questo più di tanto non me la sono presa per l'apertissimo epilogo che comunque, a mio avviso, penalizza un po' il romanzo. Dopo aver letto circa cinquecento pagine, uno  se lo aspetta un bel finale. Ma tralasciando la scelta strategica dell'autrice, ora non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo, posso dirvi che ho apprezzato moltissimo il libro.
Amo le saghe familiari e la famiglia Aubrey è molto particolare e tutta da scoprire. Si tratta di una famiglia di artisti che, proprio grazie all'arte, supera il fatto di vivere in condizioni poco abbienti ma, allo stesso tempo, di vivere un'esistenza sempre stimolante. Clare è forse il personaggio che ho apprezzato di più: è lei il vero fulcro della famiglia. L'amore per la musica è un tema fondamentale nel libro, la stessa Clare è un vero talento del pianoforte e ha trasmesso questo dono, in maniera più o meno accentuata, anche alla prole. L'altra protagonista che conosciamo meglio è Rose, la nostra voce narrante, che ci riporta negli anni a cavallo tra '800 e'900 in un lungo viaggio di ricordi.

Devi sempre essere convinta che la vita sia straordinaria esattamente come ti viene detto dalla musica.

L'autrice, in questo primo capitolo della serie, si sofferma moltissimo sui suoi personaggi e non si risparmia nelle descrizioni: a fine lettura sembra quasi di conoscerli da sempre e non ho fatto alcuna fatica a ricrearli nella mia mente. Lo stile dell'autrice è un elemento che ho apprezzato a metà: da un lato, ho odiato alcuni dialoghi troppo prolissi e insulsi, fanno perdere l'attenzione e il filo del discorso; dall'altra ho apprezzato moltissimo la prosa, quasi poetica, dell'autrice. Quella della West è, senza dubbio, una scrittura ricercata e molto raffinata, ogni frase è curata nel dettaglio e nulla è lasciato al caso. Trattandosi di un'epoca storica ben precisa, è stato impossibile non notare il magnifico lavoro di ricostruzione per quanto riguarda le tradizioni e i costumi del tempo: a partire dall'abbigliamento per finire alle dinamiche sociali e familiari, tutto viene raccontato in maniera concreta e veritiera. Facendo un bilancio complessivo, non posso non promuovere il libro.
Lo consiglio a tutti gli appassionati del genere, sono certa che questa saga letteraria ci regalerà ancora tante emozioni!




Buongiorno cuori librosi,
oggi partecipo al review party di uno dei libri più divertenti che abbia mai letto e di un'autrice che, d'ora in avanti, terrò d'occhio. Si tratta di "Se tu lo vuoi", il primo romanzo della blogger Valeria Fioretta, edito da Piemme.
Buona lettura!


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Margherita ha un ottimo lavoro, una folta schiera di amiche e un fidanzato con tutte le carte in regola per diventare Quello Giusto. Almeno fino al giorno in cui Quello Apparentemente Giusto la lascia senza una spiegazione, dopo sei mesi di amore folle (almeno da parte di lei), dopo averla costretta a sorbire centrifughe e tisane di ogni tipo, a rinunciare al cioccolato e ad annullare la parte più divertente di se stessa per cercare di conquistarlo ogni giorno. Sola e disperata, Margherita decide di trascorrere agosto a Torino per la prima volta da sempre. Ed è assolutamente per caso che si imbatte nella pubblicità di una onlus che aiuta i genitori costretti a lavorare d'estate a trovare compagnia gratuita per i propri figli. Così conosce Elisabetta, nove anni, intelligente, timidissima e un po' troppo abituata alla solitudine, che con le sue battute sagaci e l'innocenza che hanno solo i bambini le mostra il suo dolore sotto una luce totalmente nuova. In un'estate torinese che non avrebbe mai pensato di vivere e di potersi godere, tra picnic sul lungo Po, lezioni di frisbee, gelati al limone e libri che possono curare le ferite, Margherita ed Elisabetta costruiranno un legame molto più speciale di quanto potessero sospettare e, forse, riusciranno anche a scovare Quello Giusto Davvero per Margherita.

Sto cercando le parole giuste per farvi capire quanto sia fantastico questo libro senza sembrare di parte o uno sponsor mal riuscito. La verità è che, fino ad una settimana fa, non conoscevo Valeria Fioretta e nemmeno il suo fantastico blog, "Il Gynepraio", ma dopo aver letto questo libro mi sono appassionata moltissimo alla sua scrittura e già non vedo l'ora di leggere altre sue cose. 
La storia di "Se tu lo vuoi", è una storia semplice e molto reale: siamo nella mia città del cuore, Torino, e andiamo alla ricerca di Quello Giusto per la nostra protagonista Margherita. Ho amato ogni sfumatura di questa donna così anonima ma allo stesso tempo speciale, ho amato la sfiducia verso il futuro ma la voglia di provarci ancora perché, fondamentalmente, cerchiamo tutti la felicità. 

Le dinamiche del suo concetto di "estate in solitaria" cambiano improvvisamente quando decide di dedicarsi ad un progetto molto nobile e particolare: aiuterà una famiglia in difficoltà a prendersi cura dei figli. Ovviamente, il destino ci mette lo zampino e il genitore in difficoltà si rivela un bel fusto dal carattere scontroso e molto serio. La piccola Elisabetta, un personaggio straordinario e fondamentale per la buona riuscita della trama, sarà un ponte della felicità per entrambi proprio quando l'amore era l'ultimo dei loro pensieri.

Oltre ai personaggi fantastici e una storia tenerissima, la cosa che ho amato di più del romanzo è lo stile dell'autrice. Vi capita mai di iniziare un libro e innamorarvi di ogni parola e di ogni concetto? A me succede raramente, ma è stato così con il libro della Fioretta. Ho divorato pagine su pagine ritrovandomi alla fine con una punta di tristezza perché, probabilmente, ne avrei lette altre 600 scritte così. La prosa dell'autrice è brillante e ricercata, semplice e arguta quando serve; è una penna pungente che non ha paura di affrontare temi difficili o di cercare la giusta metafora per far comprendere meglio un concetto. Io me ne sono, letteralmente, innamorata.
A questo libro non manca proprio nulla perciò vi consiglio di entrare nella prima libreria che oggi troverete sul vostro cammino e di portare a casa con voi questa dolcissima e simpaticissima storia!



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