Buongiorno, lettori.
Siamo arrivati a metà settimana e dopo avervi parlato di storia, intrighi, amori e passioni, oggi è la volta di un giallo delizioso che mi ha stupita in più di una occasione.
Si tratta di "Delitto nel campo di girasoli", di Marzia Elisabetta Polacco, vincitore del concorso 'Il mio esordio' e pubblicato da Newton Compton.
Buona lettura!


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Borghereto, sonnolento paesino dell'Umbria, ha poco da offrire a chi è in cerca di avventura. Così Leyla Prasad, una ragazzina con una passione smodata per il mistero e i libri gialli, passa il tempo scorrazzando in bicicletta per le campagne assolate. Finché una mattina, fra i campi di girasoli, trova il corpo senza vita di una bambina. Leyla si sente improvvisamente catapultata in una delle storie dei suoi libri, tanto più che il caso è affidato proprio a sua madre, il vice commissario di polizia Mirella Vergari. In un primo momento i sospetti sembrano convergere su un anziano del posto, un uomo scontroso e solitario, con pesanti precedenti penali. Il superiore della Vergari, il commissario Pantasileo, in cerca di visibilità, spinge per chiudere rapidamente il caso incriminando il vecchio. Ma la Vergari non è convinta della sua colpevolezza e si ostina a indagare, coinvolgendo negli interrogatori anche altre insospettabili figure del paese. Tutti, a quanto pare, hanno segreti da nascondere. Eppure, alla fine, sarà proprio con l'aiuto della figlia che il commissario Vergari arriverà alla verità...


Inizio subito col dirvi che il titolo e la copertina sembrano molto più seriosi e tetri di quanto in realtà sia la storia. L'autrice, infatti, mi ha subito shockata con un coppia di investigatori mooolto insolita: un vice commissario di provincia e... sua figlia! Ci tengo a dire che ho amato Leyla, un piccola ma grande protagonista dotata di un intuito e di uno spirito di osservazione fuori dal comune. Le sue doti saranno fondamentali ai fini della trama e della risoluzione del caso. 
Ma partiamo dall'inizio: il caso è ambientato in una piccola cittadina dell'Umbria dove, inutile dirlo, non accade mai nulla e le giornate lavorative del vice commissario Vergari scorrono placide e, fin troppo, tranquille. Sua figlia, Leyla, è una vera forza della natura che sogna di ripercorrere la carriera della madre, un giorno. Sembra che la ragazza, sia alla costante ricerca di attenzioni ma, a mio avviso, la sua esuberanza è solo un modo di fronteggiare i bulli della scuola e i pregiudizi sulla sua famiglia 'mista'. Trovo che sia un personaggio intelligente che mi è entrato subito nel cuore e che costituisce il vero nodo centrale della storia. E' lei a trovare il cadavere di una giovane compagna di scuola, lei a ripercorrere gli indizi e proporre nomi dei sospettati. In molte occasioni, mette in ombra i professionisti del settore, troppo impegnati a sottovalutarla per pensare in maniera logica alla verità delle sue ipotesi. Il suo rapporto con la madre è anomalo: almeno inizialmente, infatti, ho visto pochissimo istinto materno da parte di Mirella Vergari, mentre Leyla cerca in ogni modo di fare breccia nel suo cuore e renderla fiera (tranquilla, piccola, il mio cuore di lettrice ti è appartenuto dall'inizio alla fine).

Quell'insana fascinazione per la morte era cosa recente: fino a pochi mesi prima, di cadaveri ne aveva incontrati solo sulla carta, nei libri gialli che leggeva. Non le procuravano fastidio né la mettevano a disagio: erano il mezzo necessario per il dispiegarsi dell'enigma. Niente cadavere, niente assassino. Ed era quello ciò che la intrigava: scoprire il colpevole prima di arrivare alla fine.

La cosa che mi è piaciuta di più, del libro, è stata la capacità di raccontare un caso di omicidio, per di più ai danni di una giovanissima ragazza, in maniera leggera e, quasi frivola. Non si tratta, infatti, di un giallo macabro e dai risvolti inquietanti, assomiglia più ai racconti di Agatha Christie in cui le indagini sono ironiche e spassose, più che seriose e tecniche. Mi è piaciuta moltissimo la prosa dell'autrice e l'idea attorno alla quale ha costruito il suo romanzo. Non mi era mai capitato di leggere una storia del genere. Si tratta, senza dubbio, di una vicenda semplice ma al tempo stesso interessante da scoprire, soprattutto perché la Polacco ci mostra tutto dagli occhi di una bambina esuberante e arguta come Leyla. Nel giro di poche ore mi sono ritrovata a girare l'ultima pagina del libro che ha decisamente un ritmo narrativo molto veloce e una trama ricca di personaggi e avvenimenti. 
Per essere un romanzo d'esordio è assolutamente promosso, spero di poter leggere altre avventure di questa strana coppia. Se amate il genere e le indagini alternative, sono certa che apprezzerete moltissimo la lettura ma vale comunque la pena dare una possibilità alla piccola Leyla, investigatrice in erba e dal promettente futuro!



Buongiorno, lettori. 📚
Oggi vi aspetta una doppia recensione sui primi due capitoli di una trilogia davvero bollente che, nonostante non sia un'appassionata del genere, mi ha colpita.
Si tratta di "King" e "Queen", due romanzi dell'autrice Meghan March arrivati in Italia grazie a Sem Libri.
Buona lettura!

**PUO' CONTENERE SPOILER**


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New Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova alle prese con un business da uomini. Lei non sa che la volevo da molto tempo. D'ora in avanti io sarò il suo padrone. E poi potrei anche tenerla solo per il mio piacere. è il momento di riscuotere il mio debito. Keira Kilgore è proprietà di Lachlan Mount.

Nel primo romanzo della serie, 'King', conosciamo i due protagonisti che ci toglieranno il respiro in più di una occasione. Inizio subito col dirvi che rispecchiano pienamente il cliché del genere: lui, potente e perfido; lei, innocente fino a prova contraria. Devo dire, però, che l'autrice è riuscita a coinvolgermi da subito nella vicenda, nonostante la trama non originalissima. Inaspettatamente mi sono piaciuti entrambi: Lachlan non è tormentato da chissà quali fantasmi del passato, direi che è solo molto concentrato a mantenere il potere sulla città del peccato, New Orleans. Anche Keira non è sprovveduta come sembra, ma pienamente consapevole del gioco perverso in cui la coinvolge Lachlan. 

I nostri occhi si incrociano e io irrigidisco la schiena sollevando il mento con orgoglio, mentre si consuma in silenzio la battaglia delle nostre volontà. Entrambi sappiamo che sarò io a perdere.

Il libro, essendo relativamente breve, si gioca tutto sull'equilibrio precario nel rapporto tra i due. Lui comanda, lei si ribella e così via in una infinita e sfiancante lotta per il potere che, in realtà, non hanno nessuno dei due (anche se sembrano inconsapevoli della cosa). Appare subito chiaro, infatti, che i presupposti con i quali hanno iniziato questo rapporto, non valgono più e che nuovi meccanismi, ingovernabili e non previsti, li legano profondamente e irrimediabilmente. 
Trattandosi di un primo libro di una serie, sono molti gli elementi che restano in sospeso (soprattutto l'epilogo!!!!). Tuttavia l'autrice è riuscita a trasmettermi la voglia, e la curiosità, di andare avanti con la storia per scoprire la vera essenza di questi due personaggi e il futuro del loro rapporto.

Io sono la sua distrazione, il mio corpo è il suo giocattolo. Ho dovuto cedere, non avevo scelta. Lo odio, mi dico, ma ogni volta che entra da quella porta sento un brivido. Come posso desiderarlo e detestarlo allo stesso tempo? Mi sta facendo impazzire. Non dovevo finire in questo gorgo, dovevo immaginare che Lachlan Mount è un maschio senza regole. Ma non ho nessuna intenzione di arrendermi, non voglio che veda le mie debolezze. Pagherò il mio debito e manterrò intatto il mio cuore.

Tutt'altra storia, invece, quando si parla di 'Queen'. Questo secondo romanzo, infatti, mi è piaciuto decisamente più del primo: l'ho trovato più completo, più intenso e meno scontato. Ho scoperto che la luce può penetrare anche nell'animo più buio e che tutte le certezze possono svanire in un attimo quando l'attrazione diventa irrefrenabile e profonda. Nel libro, l'autrice scava ancora più a fondo nei suoi personaggi, facendo luce sul passato di Lachlan e lasciando il lettore a bocca aperta con qualche colpo di scena. Ho apprezzato tantissimo il fatto che, pur mostrando un lato più umano e 'quasi' dolce di Mount, l'autrice non abbia stravolto la sua personalità e la sua attitudine al comando e al controllo. 

Non sono una brava persona. La mia anima è nera. Il mio cuore è di pietra. La mia reputazione non è né un mito né una leggenda, ma una collezione di fatti. Se esistesse una bilancia per misurare la purezza di qualcuno, io farei schiantare uno dei due piatti a terra, con il peso dei miei peccati. E ci riderei su.

Questo secondo libro è decisamente più dinamico ed emozionante, rispetto al primo. E' una storia accattivante, sensuale a livelli altissimi, in alcune pagine, ma allo stesso tempo crudele e violenta. No, Lachlan non è una carnefice (perlomeno non nei confronti di Keira) ma la sua personalità e il suo carisma trasuda in maniera prepotente in entrambi i libri. E' un protagonista che non ammette repliche, un personaggio che si ama o si odia senza zone grigie. L'evoluzione di Keira è più radicale, invece. Grazie a Mount, infatti, acquisisce e risveglia doti che non sapeva nemmeno di avere. Lui a rende viva, intraprendente e spietata ad un livello che non credeva di poter raggiungere. Dopo aver letto entrambi i romanzi, capisco la scelta dei titoli: siamo davvero di fronte al Re e alla Regina di New Orleans e, a questo punto, non vedo l'ora di scoprire cosa combineranno nell'ultimo capitolo della serie!

Come vi accennavo all'inizio, non si tratta di certo di una storia sconvolgente o super originale ma, nell'insieme, mi è piaciuta. La March, e la sua prosa irriverente e senza fronzoli, mi ha regalato parecchie emozioni e momenti bollenti con due libri non brillanti ma intriganti e accattivanti all'ennesima potenza. E' una serie perfetta per tutte le amanti del genere erotico e New Adult.
Nonostante i suoi limiti, sono certa che ne resterete completamente ammaliati e conquistati. 
Aspettando il capitolo finale, lo promuovo (quasi) a pieni voti.



Buongiorno, lettori. 💓
la settimana, sul blog, comincia con un bellissimo viaggio nell'antico Egitto alla scoperta di un romanzo storico sulla vita di uno dei faraoni più noti e importanti della storia, Cheope.
A lui appartiene una delle piramidi più imponenti e famose arrivate fino a noi e, in questo libro, avrete modo di scoprire come e perché questo faraone si differenziò dagli altri della sua dinastia.
Buona lettura!


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Cheope è stato un sovrano determinato, ambizioso, giusto eppure spietato. Figlio di secondo letto, per diventare Faraone ha dovuto dimostrare di possedere il Ka degli eletti. Ha conquistato terre, annientato avversari, schiavizzato popoli. Dopo migliaia di anni, la Grande Piramide di Giza, unica delle sette meraviglie del mondo antico sopravvissuta fino ai giorni nostri, testimonia intatta la sua grandezza. Ma i templi edificati, il porto di Wadi al-Jarf sul Mar Rosso, l'apertura dei commerci al di fuori dell'Egitto non sono stati sufficienti a placare la sua brama di potere. Nella sua vita c'era un tassello mancante: svelare il segreto del Santuario di Thoth. Solo così sarebbe stato consacrato dio tra gli dèi, solo così sarebbe stato davvero immortale...

Quando mi hanno proposto i primi due titoli di questa serie, composta complessivamente da cinque romanzi, dedicata all'antico Egitto non ho potuto fare a meno di accettare ad occhi chiusi. Amo la storia antica e la civiltà egiziana è, obiettivamente, una delle società più all'avanguardia e moderne di sempre. Dobbiamo loro tantissime scoperte e solo un cieco non riconoscerebbe l'immensità della loro arte e della loro cultura. La figura di Cheope, è una delle più note quando parliamo di faraoni. Cheope è stato il re del cambiamento, un re attento e scrupoloso, un re degno del peso della corona che ha indossato, pur avendo lottato moltissimo per averla. Quando si scrive un romanzo storico, la difficoltà maggiore sta nel non tralasciare dettagli importanti e, allo stesso tempo, non appesantire troppo la trama e, di conseguenza, la lettura. Direi che in questo caso gli scrittori sono riusciti a trovare l'equilibrio perfetto perché è una storia che si divora in poco tempo. Ovviamente, il libro non è esente da licenze poetiche e sarebbe assurdo pretendere il contrario dato che nessuno può verificare la veridicità dei numerosi dialoghi del libro, ad esempio. Tuttavia il manoscritto è coerente e sufficientemente completo. La figura di Cheope viene descritta nel dettaglio, sia nella ricostruzione dell'aspetto fisico del faraone sia  per quanto riguarda la parte caratteriale.

Cheope, tu non capirai mai. E' questo il tuo limite, ciò che ti rende inadatto a un simile compito. La legge di Maat impone l'equilibrio e tu sei sempre stato interessato solo al divino, trascurando gli altri compiti che spettano al faraone. E' il popolo, che va governato prima di tutto. Assicurare il benessere, la sicurezza dei sudditi, è importante quanto servire gli dei...

Mi ha colpito moltissimo l'ossessione di quest'uomo per il divino e per dimostrare al mondo di essere il prescelto dagli dei. Cheope fu, di sicuro, un uomo dotato di grande astuzia e intelligenza ma sarebbero valse a poco senza l'appoggio incondizionato e fedele di chi lo circondava, prima fra tutti la madre. Nel romanzo scoprirete tutta una serie di personaggi minori e poco noti che contribuirono a rendere questo faraone uno dei più grandi della storia. Il ruolo delle donne è fondamentale in questa vicenda e tutte le protagoniste rivestono una notevole importanza. Vi stupirà sapere che le lotte per la supremazia nell'harem, tra le varie mogli e concubine dei faraoni, non hanno nulla da invidiare agli intrighi e le congiure per il trono. La prosa è, senza dubbio, accurata e perfetta per il periodo storico. Non fatevi scoraggiare dai numerosi nomi particolari che troverete strada facendo, la bellezza del libro risiede anche in questo. Sarete, letteralmente, catapultati nelle stanze del palazzo reale al cospetto del faraone e dei visir, toccherete quasi con mano le piramidi in costruzione e incontrerete delle personalità affascinanti grazie alla narrazione coinvolgente ed evocativa. Questo libro ha soddisfatto completamente le aspettative e non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli della serie.
Se amate la storia, soprattutto quella dell'antico Egitto, è un libro da non perdere!



Buongiorno lettori,
vi avevo già parlato di app e siti che vi permettono di guadagnare soldi o buoni da spendere online (QUI) e, oggi, vi lascio altre due siti interessanti che ho avuto modo di provare e testare e che mi aiutano a non cadere nella povertà assoluta quando mi dedico a sedute intensive di shopping.
Buona lettura!


1. Friendz

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Un'app di sondaggi con cui guadagnare soldi da spendere sul sito di Google Play, io li utilizzo per comprare ebooks su Play Libri ad esempio. Ogni sondaggio può farvi guadagnare dai 5 ai 30 centesimi circa. L'unico limite che ho notato è che non ne arrivano moltissimi, al mese, vi consiglio di tenere accesso il gps almeno un paio d'ore a settimana per aumentare la possibilità di riceverli.
Di sicuro non vi farà diventare ricchi ma è ottima per togliersi qualche sfizio con le app a pagamento, la musica e film di Google Play!

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Spero di scrivervi presto ulteriori articoli sull'argomento ma, soprattutto, di farvi ridurre la spesa mensile sui vostri acquisti online =)

Buongiorno lettori,
chiudiamo la settimana librosa con la recensione di un romanzo dolcissimo ed emozionante pubblicato il mese scorso da Dea Planeta. Si tratta de "Il quaderno dei nomi perduti", di Sofia Lundberg.
Buona lettura!


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Di cosa è fatta davvero una vita? Cosa vale la pena salvare dalla sabbia impalpabile dei giorni, degli anni? Se lo chiede, sola nel suo appartamento a Stoccolma, l'anziana Doris. La risposta è racchiusa in un quaderno molto speciale. Quello che il padre le regalò per il suo decimo compleanno, e che lei vuole lasciare all'inquieta nipote Jenny. Alle sue pagine ingiallite Doris ha consegnato tutti i nomi della sua lunga e tumultuosa esistenza: Stoccolma, Parigi, New York. Madame Serafin, Gösta il pittore, l'ingenua sorella Agnes. E Allan. Parenti, nemici, amanti; ognuno occupa un posto cruciale nel romanzo della sua vita, ognuno ha una storia e tocca a Doris, adesso, raccoglierle. Per riannodare le fila di un destino che, malgrado tutto, prepara gli ultimi colpi di scena. E ritrovare il senso di un viaggio che forse si chiama amore.

Ci sono tanti nomi che ci passano accanto durante l'arco di una vita intera. Ti è mai capitato di pensarci, Jenny? Tutti i nomi che vanno e vengono. Che ci lacerano il cuore e ci fanno piangere; i nomi dei nostri amori e di chi ci ha tradito. Ogni tanto sfoglio il mio quaderno dei nomi. E' diventata una specie di mappa, e io voglio seguirne i contorni insieme con te. (...) Un testamento. Uno scrigno dei ricordi. Non ho altro da offrirti. I ricordi sono la cosa più preziosa che ho.

Il romanzo di Sofia Lundberg conquista poco a poco, tra una pagina e l'altra di un quaderno misterioso. Doris è un'anziana signora svedese ridotta, ormai, ad un'ombra della donna che è stata. Si sente vecchia e stanca e aumenta la sua tristezza lasciandosi andare a malinconici ricordi del passato. Uno degli oggetti a cui tiene di più, è di sicuro un curioso e vissuto quadernetto nel quale sono stati riportati un'infinità di nomi: si tratta delle persone più importanti, o che hanno lasciato un segno, nella vita di Doris e sono i protagonisti del romanzo che racconta la sua esistenza. Il viaggio nel passato, fatto di flashback e momenti più o meno lieti, è un percorso emozionante, fatto di alti e bassi, di momenti felici ma, anche, di attimi più bui. Sono entrata subito in sintonia con Doris e la sua vita incasinata, l'autrice mi ha permesso di carpire ogni suo pensiero e considerazione, mi ha regalato una vita difficile che porta con sé un grandissimo rimpianto: un amore rimasto a metà, un amore che avrebbe potuto essere eterno se non fossero intervenute dinamiche più grandi e incontrastabili di lui.
Ho avuto modo di appassionarmi ai vari aneddoti e di affezionarmi anche ai personaggi secondari: prima fra tutti, Jenny. Il fatto di avere un cuore grande e capace di superare ogni avversità, è una dote comune ad entrambe.

Si dice che una persona non si dimentichi mai del suo primo amore. Che questo si annidi nella memoria più profonda del corpo. Ed è proprio lì che continua a vivere Allan. Può darsi che sia morto in combattimento o in un campo di prigionia, ma vive ancora dentro di me.

Nonostante non sia una storia semplice da seguire, almeno inizialmente, dalla seconda metà del libro, tutto acquista un senso e una profondità inaspettata. Non ci è voluto molto, infatti, per ritrovarmi con le lacrime agli occhi mentre sfogliavo l'ultima pagina di un romanzo che non termina con la parola 'fine' ma continua a farmi compagnia anche adesso. E' difficile lasciarsi alle spalle un finale del genere e un destino così crudele ma, allo stesso tempo, benevolo nel concedere un'ultima occasione per sistemare le cose. La prosa della Lundberg completa questo meraviglioso quadro raccontando con molti particolari e una scrittura delicata, una storia d'amore che ha sfidato il tempo e le distanze.
"Il quaderno dei nomi perduti" è un romanzo che non si può non amare, un libro emozionante e coinvolgente che ruba il cuore. Consigliato ad occhi chiusi!





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