Buongiorno cuori librosi,
esce oggi "Il tatuatore", di Alison Belsham, un thriller particolare e interessante edito da Newton Compton. Buona lettura!


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Brighton. L’ispettore Francis Sullivan, giovane e ambizioso, è stato appena promosso, e questo è il suo primo caso importante. Marni Mullins, una tatuatrice di Brighton, ha trovato un corpo orribilmente scuoiato. Dalle prime indagini sul cadavere risulta chiaro che non si tratta di un omicidio isolato ma dell’opera di un serial killer. Il modus operandi e la firma sono agghiaccianti: mentre la vittima era ancora in vita, l’assassino ha rimosso intere porzioni di pelle, presumibilmente tatuate. Questa pista porta Sullivan a credere che una come Marni, che conosce il mondo dei tatuaggi come le sue tasche, sia l’unica persona in grado di aiutarlo. Ma lei ha tante ragioni per non fidarsi della polizia. E quando riuscirà a identificare il prossimo bersaglio del killer, lo dirà a Sullivan o si metterà da sola alla ricerca del “Ladro di Tatuaggi”? 

Trattengo il fiato mentre la lama si fa strada nella pelle, godendomi il brivido che mi corre lungo la schiena, il sangue che mi ribolle rovente nel ventre. Sarà morto prima ancora che abbia finito.
Non è il primo. E non sarà l'ultimo.

La nostra storia inizia a Brighton, un ridente cittadina che si affaccia sul canale della Manica. La Belsham ci propone due protagonisti ben costruiti ed interessanti, soprattutto nel caso di Marni Mullins. Questa donna è una bravissima tatuatrice che cerca di essere anche una buona madre e di mantenere rapporti civili con il suo ex marito. E' una donna meticolosa, nel suo lavoro, una che sa il fatto suo e coglie particolari preziosi che la rendono una parte imprescindibile nelle indagini collegate al killer 'Ladro di tatuaggi'. L'ispettore Sullivan, ha un percorso tutto in salita e delle buone capacità investigative ancora tutte da dimostrare. Non è il classico maschio alfa e riconosce i meriti di Marni. Pur essendo profondamente diversi, per ruoli ed estrazione sociale, insieme funzionano alla grande.

Non succede mai nulla qui. E invece qualcosa era appena successo, e lei c'era finita proprio in mezzo. Un uomo era morto. C'era qualcosa in quel corpo che riaccendeva la luce nei meandri bui della sua memoria. Qualcosa di familiare. Ma che cosa?

Il caso del 'Ladro di tatuaggi', si rivela enigmatico sin dall'inizio. L'autrice sceglie di portare avanti la sua storia con più narratori, tra cui lo stesso killer, tenendo il lettore sulle spine fino alla fine. Inizialmente, non lo nego, questa scelta non mi è sembrata molto furba: ci si mette un po' a memorizzare i vari personaggi e i ruoli che svolgono nella vicenda, ma dalla seconda metà del libro tutto acquista più concretezza e senso. La confusione iniziale non viene del tutto dissipata ma, almeno, grazie agli indizi lasciati qui e là dall'autrice, sono riuscita a a portare avanti qualche ipotesi.
Questo è il classico thriller in cui, più che identificare il responsabile, è curioso scoprire il perché del suo modus operandi. Su questo punto, avrei sviluppato meglio la storia arricchendola di qualche particolare in più che, a mio avviso, avrebbe aiutato a comprendere meglio il tutto.

E' così che mi chiamano sui giornali. Il Ladro di Tatuaggi. L'intera città vive nella paura. Temono il mio coltello. Ma ho quasi finito. Solo un altro paio di nomi sulla mia lista e tornerò di nuovo nell'oscurità, dopo aver lasciato il segno e aver dato al Collezionista ciò che il suo cuore desidera di più.

La particolarità del libro risiede, senza dubbio, nel tema trattato: il mondo dei tatuaggi. La Belsham non si risparmia e, dopo un evidente lavoro di ricerca/esperienza personale, ci apre le porte su una materia interessante e sempre attuale. E' incredibile come un disegno possa rivelare tanti particolari sulla persona che lo ha eseguito. Forse le descrizioni su questo argomento sono state la mia parte preferita. E' una storia che ha ottime basi e un'idea originale come tema principale ma, in alcuni punti, andava sviluppata meglio per mantenere un livello di coerenza costante. 
La prosa dell'autrice è molto scorrevole, diretta e cruda (quando serve). Se siete deboli di stomaco, possono esserci un paio di scene che non fanno proprio al caso vostro ma, nel complesso, è un ottimo thriller che concilia benissimo la parte crime e quella quotidiana e più reale dei personaggi. 
Se siete amanti del genere, lo apprezzerete sicuramente!


Scopri altri pareri sul libro seguendo il review party!



Ben ritrovati cuori librosi,
dovevo assolutamente mettere nero su bianco la recensione de "I giorni della follia", di Javier Castillo, un thriller mozzafiato in uscita domani per Harper Collins.
Buona lettura!



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Boston, 24 dicembre. Un uomo cammina per le strade del centro. È nudo, coperto di sangue e tiene in mano la testa mozzata di una giovane donna. 

Arrestato dalla polizia, viene affidato al dottor Jesse Jenkins, direttore dell'ospedale psichiatrico della città, al quale viene presto affiancata Stella Hyden, profiler dell'FBI, incaricata di aiutarlo con una valutazione psicologica che si prospetta particolarmente difficile, visto che lo sconosciuto si limita a rispondere alle domande con un sorriso sibillino.

Qualche giorno dopo il direttore riceve una cassa. Sul biglietto che la accompagna ci sono un nome, Claudia Jenkins, e un asterisco a nove punte sul retro. Nella cassa c'è la testa la testa di sua figlia...

Chi è l'uomo che i media hanno soprannominato il decapitatore? È stato lui a uccidere le due ragazze? E perché?

Per scoprirlo, Jesse e Stella si addentrano in un'indagine inquietante, che metterà in gioco le loro vite e li condurrà fino a Salt Lake City e a una storia irrisolta di diciassette anni prima.

Tralasciando il fatto che non andrò mai, e dico mai, a vivere a Boston (dato che un thriller su due è ambientato in questa città), posso dirvi che questo libro si è rivelata una lettura eccezionale e che mi ha messo a dura prova. La trama è complicatissima e viene sviluppata su vari livelli temporali e da più punti di vista. Il pezzo forte della storia sono proprio i personaggi che rivestono dei ruoli complicati e molto border line. A fine lettura, faccio ancora fatica a distinguere le personalità sane da quelle che avrebbero bisogno di una visita psichiatrica immediata. Il libro inizia in maniera molto cruenta e prosegue su questa linea. Molte ragazze, senza apparenti legami, spariscono nel nulla dopo aver ricevuto un cartellino con sopra scritto il proprio nome e un segno particolare che costituisce un vero e proprio bersaglio da colpire. Ad indagare sui crimini troviamo Stella Hyden e Jesse Jenkins, due personalità interessanti e complesse che hanno in comune molto più di quanto si aspettano. Il presunto folle omicida che hanno davanti, non è lì per caso, li ha scelti. Sono rimasta completamente sconvolta dalla freddezza e dalla lucidità del decapitatore. Questo personaggio ha catalizzato completamente la mia attenzione e mi ha spinto a leggere, con avidità, le pagine per scoprire la sua storia e il suo ruolo in quello che si dimostrerà essere un piano assolutamente folle da ogni punto di vista.

La cosa peggiore quando si perde qualcuno non è sapere che è morto, 
ma non sapere nulla.

L'autore è un vero deus ex machina che gestisce la storia e i suoi personaggi come pedine di una gigantesca scacchiera. Nessuno di loro ha veramente il controllo dell'azione perché non sono altro che strumenti inconsapevoli di un disegno grandioso, quanto perverso, che mi ha tenuto con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Ci sono stati momenti in cui ho perso completamente la bussola, non sapendo più chi erano i buoni e chi i cattivi, fino all'epilogo che mi ha sconvolta completamente. Ho fatto ipotesi, ragionato e valutato ogni elemento, e personaggio,  del libro ma non mi sarei mai aspettata un finale del genere. Mi piacerebbe dirvi di più, su questo, ma rischierei di rovinarvi la parte migliore. Vi basti sapere che "I giorni della follia" è, senza dubbio, uno dei thriller migliori che ho letto quest'anno. Ha tutti i numeri per stupire e conquistare gli appassionati del genere e sono certa che, se gli concederete un'occasione, lo farà. L'autore è una vera scoperta, ho apprezzato il suo stile e devo riconoscere che il progetto iniziale era molto ambizioso. E' stato molto bravo nel mantenere il livello di suspense sempre al massimo senza far perdere dinamicità alla storia. Lo scenario cambia di continuo ed è impossibile staccare gli occhi dalle pagine. L'ho divorato nel giro di un pomeriggio e sono felicissima di aver avuto la possibilità di leggerlo. Da tempo non mi capitava di essere totalmente rapita da un libro. Pur non essendo propriamente un thriller psicologico, vi assicuro che troverete comunque delle personalità molto interessanti da scoprire.
Per quanto mi riguarda è promosso a pieni voti!



Buongiorno lettori,
si conclude oggi il tour dedicato a "Il tatuatore", di Alison Belsham, in uscita domani per Newton Compton. In questi giorni ci siamo immersi nel libro parlando di tatuatori, tatuaggi e studiando la location in cui si svolge la vicenda e concludiamo il nostro viaggio parlando di serial killer 'marchiatori', ovvero quei killer che si sono contraddistinti per lasciare un proprio segno, un marchio appunto, sulle proprie vittime.
Buona lettura!


Con la parola serial killer, assassino seriale, possiamo definire tutta quella categoria di assassini che hanno lasciato dietro di loro una scia di omicidi più o meno simili tra loro. 
Si tratta di personalità interessanti, a volte folli altre perfettamente capaci di intendere e di volere, che hanno un marchio di fabbrica che si sviluppa nella scelta delle vittime o nel modus operandi. In un certo senso, si tratta di una firma che li rende riconoscibili ed indentificabili.
E' per questo che possiamo definire questi individui con determinati aggettivi, tra i più celebri e crudeli possiamo citare Jack 'Lo Squartatore', autore di cinque delitti accertati ai danni di prostitute che venivano sgozzate e poi orribilmente mutilate.




Parlando di tempi cronologicamente più vicini a noi possiamo citare Albert Fish, passato alla storia con l'appellativo di 'Vampiro di Brooklyn' che, agli inizi del '900, fu ritenuto responsabile degli omicidi di almeno cinque bambini tutti afroamericani e sospettato di svariati crimini simili. Il suo modus operandi, prevedeva la tortura delle vittime e il cannibalismo delle stesse. 



Negli anni '50/'60, un'altra personalità interessante passa alla storia con ben trenta omicidi accertati ai danni di giovani ragazzi. Siamo in Texas e, dietro il nome di 'Candy Man', Dean Corll irretiva le sue vittime donando dolciumi della sua fabbrica ad adolescenti che, dopo violenze e stupro, venivano fatti scomparire nel nulla e uccisi.



Sul territorio nazionale voglio citarvi, invece, il primo serial killer del nostro paese, Vincenzo Verzeni che a fine '800 terrorizzò la provincia bergamasca con due brutali omicidi e svariati tentativi di aggressione tutti ai danni di vittime femminili. Lo 'strangolatore di donne', dopo aver strangolato la vittima, mutilava il corpo, rimuovendo interiora, organi genitali e parte del polpaccio, e lasciava vicino alla povera sventurata una serie di spilloni forse utilizzati per parafilia (ricerca del piacere tagliando e pungendo un corpo). Il vampiro della bergamasca dichiarò, inoltre, di mordere e mangiare volutamente le sue vittime per puro piacere personale.


E dopo questa piccola carrellata di personalità, ai limiti della follia, non vi resta che aspettare domani e scoprire, in libreria, un thriller davvero interessante che mi è piaciuto moltissimo.
Insieme a tantissimi blog, festeggeremo l'uscita del libro con un grande review party.
A domani e grazie per essere stati con noi in questi cinque giorni!






Buon pomeriggio,
nella seconda recensione di oggi voglio parlarvi di un romanzo delizioso, dalla copertina alla storia.
Si tratta de "Il profumo delle rose", di Victoria Connelly, edito da Amazon Crossing.
Buona lettura!


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La vita, purtroppo, non sempre è facile.
Lo sa bene Celeste Hamilton che, nel giro di pochi mesi, ha dovuto affrontare il divorzio dal marito e la morte della madre. Per non parlare dell’attività di famiglia ormai sul lastrico.
Per tutte queste ragioni, è costretta a tornare a Little Eleigh Manor, l’antico e affascinante maniero nel Suffolk, da cui in passato era fuggita, giurando di non rimetterci mai più piede.
Al suo arrivo, però, la situazione è più critica del previsto e Celeste deve subito rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro. Anche se trascorre le giornate circondata da un paesaggio di una bellezza impareggiabile e dalle incantevoli rose che la sua famiglia coltiva da generazioni, Celeste si sente infelice. I problemi sembrano sommergerla e ovunque tra quelle mura è ancora troppo viva la presenza di una madre anaffettiva e crudele, che per anni non ha fatto che tormentarla e umiliarla.
Il destino, tuttavia, a volte sa essere imprevedibile come il vento d’estate, quando all’improvviso spazza le nubi e rischiara l’orizzonte.
Un incontro inaspettato farà sbocciare di nuovo in Celeste la voglia di vivere e di amare, infondendole la forza per salvare l’antica dimora e il rapporto non sempre facile con le sorelle.

Amo Little Eleigh Manor, ma ci sono un sacco di strane emozioni racchiuse tra queste mura che a volte mi capita di odiarlo. Ha senso?
Le sorelle Hamilton fanno parte di una famiglia che coltiva rose da sempre. Nel vecchio maniero degli Hamilton, dove ha sede l'azienda, tutto parla di questa passione tra meravigliosi giardini e stanze eleganti piene di opere d'arte. L'ambientazione è una vera delizia, in effetti, mi ha permesso di leggere il romanzo con occhi sognanti. Grazie alle accurate descrizioni e allo stile evocativo dell'autrice, non è difficile aggirarsi con l'immaginazione tra le stanze di Little Eleigh Manor e respirare il profumo e le note floreali dei vari tipi di rosa presenti. Victoria Connelly coglie in pieno lo stile della campagna inglese, regalandoci piacevoli immagini di vita quotidiana. Nonostante il panorama bucolico, però, la situazione effettiva della tenuta e dell'azienda non è proprio 'rosea'. Mantenere un castello del genere richiede più energie del previsto e la pragmatica Celeste, è pronta a porre rimedio alla situazione.

Non ci sarebbe più stato modo di sfuggirgli né di sfuggire ai sentimenti che cominciava a nutrire nei suoi confronti. Sentimenti che non era affatto sicura di essere pronta a provare.

Personalità interessante, quella di Celeste. Ad una lettura superficiale, sembrerebbe quella meno legata al castello, in lei si affollano sentimenti contrastanti verso quel luogo che sente così familiare ma, allo stesso tempo, così distante. Il rapporto con la madre, deceduta da poco, ha avuto un ruolo fondamentale nel suo allontanamento dalla famiglia e dall'azienda. Essendo la più grande delle tre sorelle, ha un ricordo più preciso del suo terribile carattere e della sua tendenza a spiccare sempre e comunque su tutti, figlie comprese. Le tre sorelle sono diversissime tra loro, soprattutto a livello caratteriale. L'unico punto in comune è l'estrema sensibilità d'animo che hanno. Il loro profondo legame familiare, sebbene venga messo alla prova in molteplici occasioni, sarà la chiave per superare incolumi la tempesta. E' una storia emozionante, colorata e molto originale. La bellissima copertina, non è che una cornice di un libro meraviglioso che ho letto tutto d'un fiato. Ideale per questo periodo primaverile e per le lettrici più romantiche. 



Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare il review party dedicato all'ultimo libro della serie di Jenny Han che ha come protagonista l'adolescente coreana, Lara Jean.
Ho, letteralmente, divorato il libro e non vedo l'ora di raccontarvi cosa ne penso!


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Lara Jean sta vivendo il miglior ultimo anno di liceo che una ragazza possa sognare. È perdutamente innamorata del suo fidanzato, Peter, con cui andrà in gita a New York e poi al mare per un'intera settimana. Dopo il matrimonio di papà con la signora Rothschild, frequenterà un'università così vicina da poter tornare a casa ogni weekend a sfornare torte al cioccolato. Purtroppo, però, il destino ha altri piani, e Lara Jean, che detesta il cambiamento più di qualsiasi altra cosa, dovrà ripensare al proprio futuro. Quando il cuore e la testa dicono cose diverse, chi si dovrebbe ascoltare?

Stiamo letteralmente contando i giorni, e nel frattempo facciamo passare le ore. Tutti sanno dove andranno a studiare, e il presente sembra già superato. La vita di colpo scorre veloce e lenta allo stesso tempo. E' come ritrovarsi in due posti diversi nello stesso momento.

Dalla prima volta che ho incontrato il personaggio di Lara Jean, tra le pagine di "Tutte le volte che ho scritto ti amo", è passato qualche anno ma la sua è una storia che ritrovo sempre con piacere. La cosa che non smette di stupirmi, è la semplicità del suo personaggio che non ho mai faticato ad immaginare nella realtà, amo la sua passione per la cucina e le sue idee un po' strambe che le sono costate non pochi problemi nel corso del tempo. Come me, anche lei ama avere un progetto di vita a lungo termine e non accetta di buon grado in cambiamenti repentini che, però, non dipendono da lei direttamente. C'è normalità, fin troppa, anche nel vivere l'amore: non siamo più abituati a leggere di adolescenti normali, che hanno il coprifuoco serale e frequentano ragazzi seri e non stereotipati, è forse questa la particolarità più bella di questa serie. 

Non voglio dimenticare niente di questo momento. Il modo in cui mi guarda. Il modo in cui, quando mi bacia, ogni volta, mi vengono i brividi sulla schiena. Voglio ricordare tutto questo.

Cronache di una vita 'normale', così potremmo definire questo romanzo. Il belle delle serie, è ritrovare sempre tanti personaggi e riabbracciarli un po' come se fossero vecchi amici. Alcuni di loro, infatti, al pari di Lara Jean, sono stati una vera e propria famiglia. Peter, ad esempio, è uno dei personaggi maschili migliori di sempre. Da adolescente, avrei fatto carte false per avere un fidanzato come lui: prestante, ironico e deciso, caratteristiche non facili da coniugare in uno stesso individuo di sesso maschile, soprattutto negli anni migliori!! L'autrice regala un finale perfetto a tutti i suoi personaggi ribadendo che, stavolta, si tratta davvero di un addio. Sono seriamente dispiaciuta di questa decisione ma è pur vero che anche le cose belle devono avere una fine e, quindi, a malincuore ho salutato anche io Lara Jean, la sua strana famiglia, i suoi amici e il suo amore con il sorriso.
Jenny Han è stata una vera rivelazione, non credevo di potermi affezionare tanto ad una serie del genere dato che, come vi spiegavo, non racconta nulla di troppo trascendentale. Questa autrice è la dimostrazione che una realtà ben raccontata, anche se non sovraccaricata da cliché e forzature, può rivelarsi comunque una bellissima storia. Non ho un preferito, tra i vari libri, sono tutti particolari e interessanti, a modo loro. Nonostante siano libri prettamente indicati ad un pubblico giovanile, vi assicuro che possono conquistare anche i lettori più adulti e maturi. Grazie a Lara Jean, ho rivissuto un po' i miei ultimi anni di liceo e l'ansia per il futuro, ho vissuto un amore travolgente e riso a crepapelle con la leggerezza adolescenziale che, ogni tanto, è bello ritrovare.
Non mi resta che augurarvi buona lettura, sono certa che adorerete Jenny Han e la sua dolcissima Lara Jean.




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