Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare il review party di un romanzo eccezionale che mi ha commossa ed emozionata profondamente.
Si tratta di "Più profondo del mare" di Melissa Fleming.
Buona lettura!


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L'esile salvagente intorno alla vita tiene a galla Doaa e due bambine, una di pochi mesi, l'altra di nemmeno due anni, a lei affidate dai genitori prima di scomparire per sempre nelle acque, come altre centinaia di persone. Doaa ha paura, lei ha sempre odiato l'acqua, sin da piccola, e solo la guerra e la disperazione che l'accompagna l'hanno convinta a lasciare la sua famiglia e la sua casa in Siria e mettersi su quel barcone. Aveva tanti ricordi felici e tanti sogni da realizzare, che ora galleggiano intorno a lei insieme ai relitti dell'imbarcazione e ai pochi superstiti dei 500 che si erano messi in viaggio. Erano quasi arrivati, solo poche ore di mare li separavano dall'Italia, risate liberatorie cominciavano a levarsi dal ponte, quando un peschereccio si dirige contro di loro, una, due volte. Per farli affondare. Il barcone non regge e tutti si gettano in acqua. Molti annegano subito. Anche Doaa non sa nuotare e solo il salvagente che le porta il marito la tiene a galla. E lo farà per i successivi quattro giorni, in cui le voci e i lamenti intorno si spengono uno dopo l'altro. La tentazione è di lasciarsi andare, ma le due bambine che si aggrappano a lei reclamano la vita. Per loro deve lottare e resistere un'ora di più, poi un'altra, e cantare, e pregare, fino a quando qualcuno arriva. Solo undici vengono tratti in salvo. Doaa ha diciannove anni, ma la sua vita comincia da quei quattro giorni alla deriva. Perché la prima volta nasci al mondo, ma è quando capisci quanta forza si cela in te, e quanto la speranza può avere la meglio sulle circostanze più tragiche, che nasci a te stesso.

Dopo aver letto le prime pagine di questo libro, ho capito subito che non sarebbe stata una lettura come tante.. una di quelle che lascia indifferenti una volte chiuse e riposte sullo scaffale della libreria. Melissa Fleming mi ha regalato una storia che porterò nel cuore per sempre, insieme a Doaa e alla sua famiglia. Doaa non è una ragazza come le altre, è una ragazza siriana innamorata del suo paese e della libertà: due cose impossibili da conciliare. L'autrice racconta, con delicatezza, l'inizio della fine di un'epoca per il popolo siriano e il lungo esodo alla ricerca della salvezza e di una vita migliore. Grazie a Doaa ho conosciuto un lato diverso della vita e delle persone che, ogni giorno, arrivano nel nostro paese. La sua esperienza mi ha aperto gli occhi su un fenomeno che, visto in televisione, non riesce a rendere la reale portata di questa tragedia umanitaria. Ho apprezzato ogni sfumatura di questa ragazza, ho amato il suo coraggio e la sua voglia di avere di più, quel lato ribelle che non le ha mai fatto perdere la voglia di lottare per un bene superiore e quell'amore per la patria così raro, di questi tempi.

Acettò suo malgrado di rimanere a casa,
ma la sua obbedienza non sarebbe durata,
il suo cuore restava con la rivoluzione.

La tematica attuale del libro, è un monito per tutta l'umanità a non voltarsi dall'altra parte e a prestare il giusto valore alle cose che troppo spesso diamo per scontate. Non dev'essere stato facile ricostruire l'escalation di odio e violenza che ha portato la guerra in Siria, l'autrice ne parla in un modo delicato ma veritiero senza tralasciare la crudeltà e il clima di oppressione in cui queste persone vivono e da cui cercano disperatamente di scappare. I sentimenti e l'umanità del popolo siriano sono al centro del romanzo e trovano voce grazie a Doaa e agli altri personaggi. Ognuno vive questa situazione a modo suo, ma il denominatore comune è l'ingiustizia di cui sono vittime, la paura di affrontare un nuovo giorno e di non vedere i propri cari tornare a casa. La sicurezza e la libertà sono beni che non hanno un prezzo. Il mio cuore si è fatto piccolissimo, in alcuni momenti, in quanto si è ritrovato alle prese con i pensieri superficiali che di solito faccio quando penso a cose così lontane dal mio mondo e la verità, nuda e cruda, che l'autrice mi ha messo di fronte. Sinceramente faccio fatica a trovare le parole per raccontarvi una storia del genere, a spiegarvi la profondità di un personaggio come Doaa e l'importanza di diffondere storie come la sua. I paesaggi e i dettagli di una narrazione struggente mi hanno rapita completamente e mi hanno mostrato l'altra faccia del problema dell'immigrazione... il lato umano. Se cercate storie leggere per trascorrere il tempo, non è un libro che fa per voi. Ma se cercate una storia vera, autentica ed emozionante sono certa che amerete profondamente questo romanzo.  Mi sembra superfluo dirlo ma, per me, è stata una delle letture più belle dell'anno.



Buongiorno lettori,
anche oggi parliamo di thriller con un libro un po' datato che ho scovato in un mercatino qualche settimana fa e che ho apprezzato molto. Si tratta della storia firmata di Lynda La Plante, "Profiler", edito da Garzanti. Buona lettura!


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Prigioniero 6678905: questo è il suo nome adesso. Cameron Welsh non ha nessuna possibilità di uscire dal carcere di massima sicurezza di Barfield, è stato condannato a ben due ergastoli. Ed è giusto, perché Cameron Welsh è decisamente colpevole di tutto ciò di cui è stato accusato. È un serial killer eccezionalmente crudele e psicopatico, ma non solo, è anche perverso e molto intelligente. La sua ossessione per Anna Travis risale a diversi anni prima, quando l'ha vista per la prima volta, la notte in cui è stato catturato. Anna era un semplice agente della squadra omicidi. Adesso Anna ha fatto carriera, è diventata ispettore capo. Si è emancipata dal suo mentore, Langton, e per la prima volta deve condurre in prima persona un'indagine su una serie di omicidi. Un caso complicato, in cui le vittime sono tutte donne che non hanno niente in comune fra di loro, tranne il modo in cui sono state uccise e l'autostrada vicino alla quale vengono ritrovate. Quello che Anna non sa è che non è completamente sola. Cameron Welsh non esita un momento a scriverle una lettera offrendole il suo aiuto. Chi meglio di lui, un serial killer, può aiutarla come profiler? Solo lui è in grado di capire fino in fondo i meccanismi di una mente malata, cosa lo spinge a uccidere, perché sempre in quel modo. Anna è determinata a risolvere il caso e accetta il suo aiuto. Ma non immagina che anche dietro le sbarre, Cameron Welsh sa essere più pericoloso di una velenosa vedova nera.

Dopo una trama così accattivante e una copertina ipnotica, non ho saputo resistere e mi sono tuffata tra le pagine di 'Profiler', una storia particolare in cui un pericoloso killer e un'ispettrice di polizia si ritroveranno a lavorare insieme per cercare di stanare un pericoloso omicida seriale che sta terrorizzando le donne della città. Le vittime sembrano, finora, non avere nulla in comune l'una con l'altra e Anna Travis si ritrova ben presto senza piste da seguire. Collaborare con uno psicopatico come Cameron Welsh è un'idea che non la fa impazzire ma deve riconoscere di avere un'occasione unica: avere l'esperienza di un profiler e, allo stesso tempo, quella di un killer in grado di comprendere come ragiona e come pensa la mente di un assassino. 
Alcune parti del libro sono molto prolisse ed è facile perdere il filo in quanto le azioni sono statiche e non apportano elementi significativi al fine della risoluzione del caso. La parte psicologica, nonché la più importante della storia, è invece sviluppata magnificamente e mi ha affascinato come al solito. Inoltrarsi nella follia umana è sempre un'esperienza unica e particolare che ogni autore affronta a modo suo. La Plante, ha scelto di impostare tutta la sua storia su un personaggio discutibile e incorreggibile ma, terminata la lettura, non si può che concordare con questa scelta e ammirare, a malincuore, il ruolo che Cameron Welsh ha svolto nell'eterna battaglia tra il bene e il male.
Lo stile dell'autrice è molto ricercato e specifico, tutto sommato scorrevole e piacevole da leggere.
Il finale mi ha sconvolta, in quanto è arrivato inaspettato come un pugno nello stomaco.
Nel complesso, è stata una buona lettura e con qualche pagina in meno o un po' più di suspense sarebbe stato un libro perfetto. Promosso con riserva!



Buongiorno lettori,
iniziamo la settimana con due letture che mi hanno fatto compagnia nell'ultimo periodo e un'autrice thriller che credo di amare. Si tratta di Sara Blaedel, una scrittrice danese dall'immaginazione sconfinata. Per Fazi ha pubblicato già vari titoli ma, in questa recensione, vi parlerò de "Le bambine dimenticate" e "La foresta assassina", due titoli eccezionali.
Buona lettura!


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Il cadavere di una donna viene trovato in un bosco isolato. Ha subito violenze sessuali e ha una strana, lunga cicatrice che le solca il viso. Nessuno ne ha denunciato la scomparsa. A essere incaricata delle indagini è Louise Rick, a capo del Servizio Investigativo Speciale, affiancata da Eik Nordstrøm. Lei donna materna sotto la scorza dura, lui bello e dannato. Agnete Eskildsen, una vecchia infermiera, finalmente riconosce il corpo: la donna si chiama Lisemette ed era una paziente dell’ospedale psichiatrico infantile Eliselund, dove lei lavorava trent’anni prima. Una bambina dimenticata, come tutti gli altri dell’istituto, abbandonata dalla famiglia e dal mondo. Presto Louise scopre che Lisemette aveva una sorella gemella, ed entrambe erano state dichiarate morte quand’erano ancora piccole. È solo la prima di una serie di scoperte sempre più inquietanti, sull’infanzia di Lisemette e su quello che accadeva dietro le porte di Eliselund. A complicare ulteriormente le cose, le indagini portano Louise nei pressi della casa dov’è cresciuta, costringendola a fare i conti con un terribile segreto del suo passato che tornerà a galla insistentemente.

Con la lettura de "Le bambine dimenticate", mi sono introdotta in uno stile nuovo e in una storia particolare ma non brillante al cento per cento. L'ambientazione è il vero pezzo forte del libro e la responsabile dell'ansia crescente che mi ha accompagnata per tutta la lettura. La protagonista conosce molto bene i luoghi, essendo originaria proprio della zona, ma non era pronta agli orrori di Eliselund, un ospedale psichiatrico infantile. Louise Rick è una donna particolare dal passato tormentato, il nuovo ruolo all'interno del Servizio Investigativo Speciale, è una sfida con sé stessa, oltre che una nuova fase della sua carriera. Il suo compagno di squadra, Eik è fondamentale per tenere insieme i pezzi quando il passato e il presente iniziano a scontrarsi nella mente di Louise. La cosa che ho apprezzato moltissimo, è il quadro psicologico del ricercato e il mistero sempre più fitto sulle vittime, sinceramente non sapevo cosa aspettarmi nel finale. Non avrei mai indovinato l'epilogo e il colpevole. In questo libro, l'autrice indaga sulla mente umana e sull'incapacità, da parte di alcuni, di accettare e comprendere queste anomalie. 
Lo stile dell'autrice è scorrevole e chiaro, la prosa riesce a ricreare un pathos notevole soprattutto in alcuni passaggi. Mi sono appassionata alla storia e all'autrice ma nulla (nulla!!) poteva prepararmi alla lettura de "La foresta assassina", secondo libro dedicato alla storia di Louise Rick...




Al termine delle Bambine dimenticate abbiamo lasciato Louise Rick a dibattersi con il proprio devastante passato.
Il suo fidanzato di un tempo potrebbe non essersi suicidato, come lei ha sempre creduto. Nel nuovo capitolo,
Louise cercherà di tenere assieme le indagini sulla scomparsa di un ragazzo di quindici anni e quelle sulla morte
del proprio ex fidanzato, correndo gravi pericoli. Louise condurrà le sue ricerche attraverso le lugubri fronde
i numeri della foresta di Hvalsø, scoprendo una città animata da rapporti macerati da terribili segreti e legami mortali.

Questo thriller è una vera bomba. Un concentrato di tradizioni, misteri e crudeltà che vi terrà incollati alle pagine dall'inizio alla fine. Nel precedente libro, abbiamo conosciuto Louise e tracciato, a grandi linee, i tratti della personalità e del passato della protagonista. In questo nuovo capitolo, il ruolo di Louise è fondamentale in quanto il percorso lavorativo si intreccia pericolosamente con la sua vita privata portando alla luce segreti che sconvolgeranno la vita di una intera comunità.
Sono rimasta, a dir poco, affascinata dalle storie e dai culti neopagani, la mitologia norrena ha un fascino arcaico e ancestrale al quale è impossibile sottrarsi. La trama è un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena, la narrazione ha un ritmo incalzante e coinvolgente, ho divorato le pagine con avidità. 
A differenza dell'altro libro, siamo di fronte ad una storia originale e accattivante, un thriller in piena regola in cui la suspense è palpabile tra le pagine. E' stato bello ritrovare Louise e carpire nuove aspetti della sua personalità, il rapporto con Eik è più maturo ed è una piacevole distrazione al male che aleggia tra gli alberi di una foresta inquietante e testimone di crimini efferatissimi. 
E' difficile spiegarvi la bellezza del libro senza svelarvi particolari importanti, ma vi assicuro che si tratta di una storia eccezionale ed originale, perfetta per gli amanti dei thriller che sono sempre alla ricerca di emozioni forti e storie al cardiopalma.
Sara Blaedel è un vero talento del brivido e da, oggi in poi, la terrò d'occhio. 
I libri sono autoconclusivi ma vi consiglio di leggerli nell'ordine proposto per avere una visione completa, soprattutto per quanto riguarda la protagonista principale.
Lasciatevi conquistare dal fascino nordico di quest'autrice.



Buongiorno lettori,
questa settimana ha visto il ritorno in libreria anche di un'altra grandissima autrice Newton, Amy Harmon che, stavolta, si è messa alla prova con un romanzo storico che ho amato dalla prima all'ultima pagina.
Buona lettura!


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1943. La Germania occupa gran parte dell’Italia e le deportazioni degli ebrei aumentano di giorno in giorno. Fin da bambini Eva Rosselli e Angelo Bianco sono cresciuti come una famiglia, divisi solo dalla religione. Con il passare degli anni si sono innamorati, ma per Angelo è arrivata la vocazione e, nonostante i suoi profondi sentimenti per Eva, ha preso i voti. Adesso, più di dieci anni dopo, Angelo è un prete cattolico ed Eva è una donna ebrea che rischia la deportazione. Con la minaccia della Gestapo in avvicinamento, Angelo nasconde Eva tra le mura di un convento, dove Eva scopre di essere solo una dei tanti ebrei protetti dalla Chiesa. Ma la ragazza non riesce proprio a stare nascosta, in attesa della liberazione, mentre Angelo rischia la vita per salvarla. Con il mondo in guerra e le persone ridotte allo stremo, Angelo ed Eva affrontano sfida dopo sfida, scelta dopo scelta, fino a che il destino e la fortuna non decideranno di incontrarsi, lasciandoli stremati davanti alla decisione più difficile di tutte.

Possono umiliarci e disumanizzarci. Ma non possono toglierci i nostri pensieri. Non possono toglierci i nostri talenti. Non possono toglierci le nostre conoscenze, i nostri ricordi, le nostre menti. Nella musica, non ci sono confini. La musica è una porta e l'anima fugge attraverso la melodia. Anche se solo per pochi minuti. E chiunque le ascolti, viene liberato. Chiunque la ascolti, si eleva.

Il binomio romanzo storico/Shoah a volte può spaventare un lettore, soprattutto se a scriverlo è una scrittrice di romance e YA. Sono bastate poche righe, però, per rendermi conto di avere tra le mani una storia eccezionale che mi ha emozionata e commossa in più punti. La Harmon ci regala due personaggi eccezionali: da una parte abbiamo Angelo, con la sua fede incrollabile e un cuore immenso; dall'altra Eva, una ragazza con uno straordinario talento musicale e un cuore passionale capace di emozionare anche nei momenti più cupi. Il loro rapporto appare difficile sin dall'inizio e diventa ufficialmente impossibile quando Angelo decide di prendere i voti, spezzando per sempre il cuore di Eva. Con l'avvento della Seconda Guerra Mondiale e delle leggi razziali, la posizione di Eva diventa instabile e pericolosa e Angelo si fa in quattro per cercare di tenerla al sicuro ma non ha fatto i conti con l'animo battagliero della ragazza, incapace di farsi da parte e di farsi sopraffare da un destino avverso che le ha tolto tutto: dalla libertà, all'amore.

L'unica cosa che mi interessa, l'unica cosa al mondo che mi spaventa, è che ti succeda qualcosa.
Lo sai? Penso che potrei affrontare qualsiasi cosa, sopportare tutto, se fossi certo che stai bene e non corri alcun pericolo.

La situazione precipita molto velocemente e il ruolo di Angelo diventa cruciale per la salvezza di migliaia di ebrei. L'autrice ha ricreato il clima di terrore e pericolo della Roma degli anni '40 e ha descritto molto bene il ruolo che la Chiesa giocò per salvare le vite di centinaia di innocenti, una goccia nel mare delle vittime della Shoah, ma pur sempre un successo per una rete clandestina organizzatissima pronta a tutto pur di salvare più persone possibili. Il rapporto tra Angelo ed Eva si fa sempre più complicato, uniti da un destino avverso lottano quotidianamente contro i sentimenti che provano e contro il regime nazifascista. La Harmon ha trattato varie tematiche difficili in questo libro, prima fra tutte la tentazione che Eva rappresenta per Angelo e per la sua vocazione, con estrema delicatezza l'autrice riesce ad emozionare il lettore con una storia straordinaria e molto reale. Gli episodi storici sono stati riportati senza censure o elementi romanzati, rivelando dettagli e particolari che non conoscevo. Si nota il lavoro di ricerca svolto dalla Harmon prima della stesura. Voglio anche rassicurarvi sul fatto che "Il segreto di Eva" è una storia emozionante e scorrevolissima che ho divorato nel giro di qualche ora. E' stato bello vedere un'autrice che amo, confrontarsi con un genere diverso dal solito e realizzare un'opera meravigliosa che mi ha fatto perdere qualche battito del cuore.
E' un libro che merita assolutamente una opportunità e che vi consiglio spassionatamente.





Buongiorno lettori,
dopo tanto tempo torno a parlarvi di fantasy con una delle ultime interessantissime uscite della Dunwich Edizioni.
Pronti a fare un salto nella cittadina di Wolves Coast?
Buona lettura!


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Wolves Coast è una ridente località che ai turisti appare come un semplice luogo di vacanza. Nessuno penserebbe mai a una terra di conflitti che ha visto affrontarsi coloni e amerindi, nessuno si aspetterebbe che quella faida si sia trascinata in sordina per secoli fino a esplodere in una battaglia tra popolazioni vicine, eppure per certi versi distanti.

Howi è un giovane di South Wolves con il cuore ferito e un enorme segreto a gravargli sulle spalle, ma con una solida comunità su cui poter contare. Emily è una ragazza di città, delusa dagli affetti, con uno spiccato desiderio di libertà e in cerca della propria strada, una ricerca che la porterà a Wolves Coast. Due personalità che, sebbene diverse, riescono a unirsi profondamente nell’arco di un’estate e a spalleggiarsi in uno scontro senza eguali per quel lembo di costa tanto desiderato da una fazione e tanto protetto dall’altra.
Amore e guerra sono vicini più che mai, ma il primo sopravvivrà alla seconda?

Se avete amato Twilight e l'atmosfera piovosa e caratteristica di Forks, non farete fatica ad appassionarvi alla storia di Emily e alla cittadina di Wolves Coast. 
Emily decide di mettere in stand by una vita fatta ti aspettative e responsabilità per dedicarsi completamente alla fotografia, la sua più grande passione che spera di poter trasformare presto in un'occupazione a tutti gli effetti. La situazione si fa subito interessante per l'incontro con Howi, un nativo del luogo. Tra i due la scintilla è immediata ma il fuoco della passione viene tenuto a bada da un segreto e un'antica faida che divide gli abitanti della città e in cui Emily rischia di rimanere coinvolta a sua insaputa. Il mistero attorno alla vera natura di Howi è facilmente deducibile dal nome del romanzo e, nonostante sia chiaro lo scopo dell'autrice, la storia si fa sempre più appassionante.

Non sono d'accordo. South mi ha fatto rinascere.
Ero una ragazza triste e scoraggiata, mi sentivo sola e non mi piaceva nulla della mia vita. Adesso potrei iniziare da zero.

'Wolves Coast' è un romanzo in cui non manca nulla: oltre all'elemento fantasy, infatti, troverete romanticismo, passione, amore per la natura e voglia di libertà. Per bilanciare la tematica emozionante e romantica del libro, l'autrice ci regala un antagonista niente male che ho amato moltissimo e che ci regalerà parecchi colpa di scena. Lo stile di Ornella Calcagnile non è una novità, per me, ma non ho potuto fare a meno di notare i tanti miglioramenti, soprattutto a livello di fluidità e scorrevolezza, della prosa. Attirata dalla magnetica copertina, ho divorato il libro in una sera appassionandomi come una vera fangirl alla vicenda.
Penso sia il libro più bello scritto dalla Calagnile, finora. Lo consiglio a tutti quelli che amano questa branca del fantasy in quanto, nonostante sia un tema ricorrente e già trattato, l'autrice è riuscita a dare un suo tocco di originalità che non mi è dispiaciuto nemmeno un po'.
Promosso!


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