lunedì 11 marzo 2019

Recensione "Trappola per volpi" di Fabrizio Silei

Buongiorno, lettori.
Iniziamo la settimana con un giallo carinissimo edito da Giunti e firmato dalla penna di Fabrizio Silei.
Buona lettura!


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Occhi chiari, baffetti neri, borsalino e soprabito, come un poliziotto del cinema. "Ma questo, santo cielo, sembra un ragazzino appena uscito dall'università!" pensa il tranviere Ettore Becchi scrutando il vicecommissario Vitaliano Draghi, appena giunto sull'argine dell'Arno a verificare la situazione. È l'alba del 3 luglio 1936 e, in una Firenze ancora avvolta nella nebbia, vicino a un vespasiano, l'uomo ha scoperto qualcosa di inquietante: una donna distesa nell'erba, l'elegante vestito macchiato di sangue. Vitaliano sente un'ondata di ansia nel petto: i suoi superiori sono assenti, è il suo primo vero caso, e ancora non sa quanto importante e delicato. La vittima, infatti, è la giovane moglie del senator Bistacchi, vicinissimo al Duce. Vitaliano, che un giorno sì e un giorno no si pente di aver mollato la letteratura per la criminologia, capisce di aver bisogno di rinforzi. Ma non basta un aiuto qualsiasi, serve una mente davvero prodigiosa: quella di Pietro Bensi, il contadino della fattoria nel Chianti in cui è cresciuto. È stato proprio lui, che ha letto tutti i libri della biblioteca del conte e si diletta a costruire complicati marchingegni, a far nascere in Vitaliano la passione per gli enigmi e per le trappole. Perché se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe, gli ripete sempre Pietro. Ma ci vuole coraggio per portare un contadino, neanche tanto segretamente antifascista, per le strade e i palazzi di una Firenze dove anche i muri hanno orecchie...

Essendo un'appassionata del genere giallo/poliziesco, mi capita spesso di leggere libri simili e con pochi elementi innovativi che, di solito, abbandono molto velocemente per non restare intrappolata in storie noiose. Per quanto riguarda 'Trappola per volpi', invece, sono rimasta piacevolmente stupita dall'idea di base, che mescola le indagini con un periodo storico molto complesso, e dai due protagonisti che rappresentano una coppia anomala ma geniale: un contadino e un poliziotto appena uscito dal corso di formazione. Siamo in piena epoca fascista e gli effetti del regime, e la figura del Duce, aleggiano tra le pagine e influenzano molto le indagini e i comportamenti dei personaggi.

Tornando ai nostri protagonisti, voglio rivelarvi il mio amore folle per Pietro Bensi, un contadino con la passione per la lettura e per gli enigmi. La sua mente è geniale e il suo carattere brusco e sincero non si adatta molto ad un contesto storico in cui le apparenze devono essere salvate sempre e comunque. Il giovane vicecommissario, invece, mi ha fatto molta tenerezza: il primo caso che si trova davanti, infatti, è molto spinoso in quanto coinvolge la moglie di un noto esponente del partito fascista e tutti gli occhi sono puntati su di lui.

Il vicecommissario mi ha colpito per la sua umanità: siamo abituati a dei super personaggi, tutti di un pezzo e che non mostrano mai una debolezza mentre Vitaliano si dimostra un uomo semplice con le sue insicurezze e la paura costante di sbagliare. Lui e Pietro si compensano dando vita a dei curiosi e simpatici siparietti. La penna di Fabrizio Silei è molto diretta e spigolosa, la sua scrittura non tralascia i dettagli, nemmeno i più sanguinosi, regalandoci una storia misteriosa, interessante e tutta da scoprire. E' un giallo ben elaborato  e curato in ogni minimo dettaglio perciò, se apprezzate il genere, vi consiglio di recuperare una copia del libro e regalarvi un viaggio nella bella Firenze degli anni '30.



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