sabato 20 ottobre 2018

Recensione "Sotto il sole di mezzanotte" di Keigo Higashino

Buon pomeriggio, lettori.
Nel secondo post di oggi, torno a parlarvi di thriller con una storia che ci porta in Oriente.
La penna di Keigo Higashino, ci fa compiere una viaggio cruento e sanguinoso in Giappone attraverso il libro, "Sotto il sole di mezzanotte", edito da Giunti.
Buona lettura!


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Doveva essere un giorno di riposo per l'ispettore Sasagaki, invece è l'inizio di un caso inestricabile che finirà per ossessionarlo per molto, molto tempo. Il corpo di Yosuke Kirihara, stimato proprietario di un banco di pegni, viene rinvenuto in un edificio abbandonato. Sdraiato su un divano, i capelli composti, l'abito elegante, come addormentato, non fosse per quella chiazza di sangue in mezzo al torace. I sospetti ricadono di volta in volta sui familiari, poi sui clienti del negozio, infine su una presunta amante, ma più il cerchio si stringe più la polizia brancola nel buio: non ci sono prove schiaccianti e gli indiziati hanno alibi che si sostengono a vicenda. E, come una maledizione, tutti coloro che hanno a che fare con il caso Kirihara finiscono per morire in strane circostanze. Tutti tranne il figlio della vittima, Ryo, un ragazzo cupo e impenetrabile che vive arricchendosi con traffici illegali, e la figlia dell'amante di Kirihara, Yukiho, studentessa brillante e di una bellezza mozzafiato. Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti, ma vent'anni sono davvero troppi, specialmente quando si tratta di un efferato omicidio. Riuscirà l'ispettore Sasagaki a sciogliere il mistero che lo tormenta e a incastrare un colpevole che gli sfugge da decenni?

Avevo delle aspettative molto alte su questo libro: vuoi per il titolo misterioso, vuoi la copertina intrigante o semplicemente la bravura di un autore come Higashino che non ha bisogno di presentazioni; tuttavia, vi dico subito che questa storia non mi ha fatto impazzire e non mi ha convinta più di tanto. I personaggi, e la trama in generale, sono abbastanza interessanti e ben costruiti, il problema vero è la lentezza dell'azione e una prosa sconnessa e difficile da seguire. Non so quanto queste cose siano dovute all'autore piuttosto che ad una traduzione, e un editing, che lascia un po' a desiderare. Fatto sta  che la lettura non si è rivelata scorrevole e la cosa ha pesato sul giudizio generale di una storia tutto sommato interessante.

Un thriller psicologico è fatto di suspense, di ritmi incalzanti e una curiosità crescente.. tutte caratteristiche che non ho riscontrato in questo libro, con mio sommo dispiacere.
A risollevare un po' la situazione, un'ambientazione ricostruita nel dettaglio e una cultura immensa che traspare in ogni pagina del romanzo. La vicenda, in sé, è interessante. Il periodo storico descritto è ricco di avvenimenti che influenzano la vita di tutti i personaggi. 
Non era semplice mantenere l'attenzione del lettore per tutte le 700 pagine del libro ma, in qualche modo, la bravura dell'autore è riuscita a suscitare la mia curiosità conducendomi fino alla fine della lettura, nonostante più di una volta sia stata sul punto di abbandonare la nave.

Raggiunge una sufficienza piena perché non si può bocciare un autore come Keigo Higashino, ma è stata una lettura decisamente lenta, con tanti interrogativi e pochi elementi positivi. Se siete appassionati del genere, e del Giappone, potete provare a dargli un'occasione ma tenete presente i difetti di cui vi ho parlato sopra. Spero di potermi ricredere, in futuro, e magari in una revisione del testo. Per me è nì.


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