Buongiorno, lettori.
Ho avuto il piacere di fare due chiacchiere con l'autrice Diandra Elettra Moscogiuri e di seguito vi allego la sua intervista per conoscerla meglio!
Buona lettura.



Cosa ti ha spinto a diventare una scrittrice?

Grazie per questa intervista. La scrittura è un’attività che ho sempre svolto con lo scopo di riflettere, analizzare le cose, venire a contatto con esse in profondità. Ho sempre avuto un diario segreto che usavo come confidente. Penso che tutto questo sia nato dal bisogno di far uscire i pensieri dalla mente e imprimerli sulla carta, non per liberarmene, ma per renderli più veri. Poi ho iniziato a inventare delle storie, e dopo averle stravolte, capovolte e limate, ho iniziato a dare forma ai miei libri. Oggi ho un rapporto molto stretto sia con la scrittura che con la lettura: le parole sono diventate il mio pane quotidiano, ma anche il mio rifugio.


Qual è il genere in cui ti riconosci maggiormente?

Senza dubbio il romanzo di formazione. Ho iniziato con questo genere e penso di continuare così, mi piace l’idea di avere un rapporto molto profondo e intimistico con un personaggio che si definisce nel corso della narrazione, che arriva a conoscere se stesso solo alla fine. Per me la trama va intessuta seguendo lo sviluppo psicologico dei personaggi, come se ci si addentrasse dentro una realtà sconosciuta con il fine di scovarne gli angoli ancora inesplorati.




C’è un autore che stimi e rappresenta, per te, una fonte di ispirazione?

Irvine Welsh è l’autore a cui più mi ispiro in assoluto. Proprio prima di stendere la versione finale di Tequila Suicide, il primo libro, ho letto molte opere contemporanee per trovare un mentore, una fonte di ispirazione per creare il mio stile. Quando ho scoperto le sue opere, ho sentito di aver trovato la mia fonte di ispirazione. Il suo modo di scrivere colpisce, sconvolge, rimane impresso nella mente perché non ha paura di osare. Ricrea le ambientazioni e trasmette le sensazioni giuste senza essere mai troppo descrittivo, è intimo e brutale, provocatorio e spaventosamente bravo.


Perché un lettore dovrebbe leggere i tuoi libri?

Mi piace condividere le mie storie con i lettori soprattutto per il piacere di scoprire e raccontare cose sempre nuove, da lettrice amo le fiere dei libri proprio perché offrono punti di vista sempre diversi e particolari. Io scrivo soprattutto storie viscerali, i miei romanzi sono brevi ma intrisi di emozioni e  toccano argomenti delicati senza mezze misure. Alcune volte leggere di qualcosa di proibito, che spaventa o preoccupa, può essere catartico, può lasciarti qualcosa di profondo anche se non è successo a te. Tequila Suicide è una storia di crescita individuale, racconta di una persona che comprende i veri valori della vita della cui importanza non si era mai reso conto prima, il protagonista è un personaggio che sbaglia, ma si rialza, e noi con lui. Artemis’ Cabaret è più malinconico, racconta di cose passate e perdute, ma insegna a reinventarsi, a fare un buon uso del dolore, che alcune volte, può permetterci di creare qualcosa di positivo anche da una brutta esperienza.


Un romanzo che avresti voluto scrivere e perché.

Assolutamente 'Il pasto nudo' di Burrounghs, non so cosa avrei dato per riuscire a creare anche solo una delle immagini che ha descritto nel suo capolavoro. Penso che scrivere quel romanzo sia stata per lui una vera e propria esperienza extrasensoriale, e mi sarebbe piaciuto averne un pezzettino!


> Scopri i romanzi dell'autrice


Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo del nuovo romanzo di Alessia Gazzola, "Lena e la tempesta", edito da Garzanti.
Buona lettura!


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Si dice che ciascuno di noi, nel corso della propria vita, accumuli in media tredici segreti. Di questi, solo cinque sono davvero inconfessabili. Lena ne ha soltanto uno, ma si fa sentire dentro come se ne valesse mille. E per quanto si sforzi di dimenticarlo, è inevitabile per lei ripensarci mentre dal traghetto scorge l'isola di Levura, meta del suo viaggio. Levura, frastagliata e selvaggia, dove ha passato le estati indimenticabili della sua giovinezza. Dove non ha più rimesso piede da quando aveva quindici anni. Da quando ogni cosa è cambiata. Ora suo padre le ha regalato la casa di famiglia e lei ha deciso di affittarla per dare una svolta alla sua esistenza. Perché si sente alla deriva, come una barca persa tra le onde. Perché il suo lavoro di illustratrice, che ama, è ad un vicolo cieco. Lena non sarebbe mai voluta tornare a Levura, non sarebbe mai voluta tornare tra quelle mura. Ma è l'unica possibilità che ha. Mentre apre le finestre arrugginite e il vento che sa di mare fa muovere le tende, i momenti trascorsi dell'ultima vacanza lì riaffiorano piano piano: le chiacchierate, gli schizzi d'acqua sul viso, le passeggiate sulla spiaggia. E insieme il ricordo di quel giorno impresso a fuoco nella sua mente. II suo progetto è quello di stare sull'isola solo qualche giorno, trovare degli affittuari e ricominciare altrove tutto quello che c'è da ricominciare. Eppure nulla va come aveva immaginato. Lena non sa che quei giorni che abbronzano il suo viso chiaro e delicato saranno per lei molto di più. Ancora non sa che ci si può proteggere dalle emozioni con una corazza, ma c'è sempre qualcuno pronto a scalfirla, come Tommaso l'affascinante ragazzo che giorno dopo giorno la aiuterà a capire chi vuole essere davvero. Non sa che la verità ha mille sfumature. Che nulla è davvero inconfessabile perché la colpa spesso non è dove credevamo che fosse.

Ci sono storie che colpiscono subito: bastano poche righe e la magia inizia e finisce solo dopo aver voltato l'ultima pagina. E' proprio il caso di "Lena e la tempesta", nuovo romanzo di Alessia Gazzola, che mi ha conquistata dalla prima all'ultima riga. L'isola di Levura è il panorama perfetto per ambientare la vicenda di Lena Santoruvo, come tutte le isole infatti, ha un fascino senza tempo, un faro romanticissimo e tanti ricordi e segreti da riportare a galla in un lungo ed emozionante viaggio.

Non è stato difficile appassionarsi alla vita di Lena, non è stato complicato entrare in perfetta sintonia con lei e avere una voglia costante di abbracciarla, attraverso le pagine, per sostenerla nei momenti più difficili. E' una donna che ha sofferto e che non riesce a scendere a patti con un'esperienza traumatica che l'ha segnata per sempre. Tutto inizia e finisce con Levura, ma ci vuole più coraggio del previsto per affrontare i propri mostri.

Io voglio disperatamente essere una ragazza come le altre, una superficie immacolata, niente coni d'ombra, niente di cui avere vergogna. Vorrei poter strofinare via con una spugna quella macchia che mi sporca, ma siccome non è possibile non mi rimane che il silenzio,

Tommaso, oltre ad essere un ottimo co-protagonista, è il riscatto di Lena: la possibilità di riprendersi una vita e una felicità che non crede di meritare, la speranza per un futuro roseo e senza fantasmi, un'esistenza nuova da vivere alla luce del caldo sole dell'isola, con i capelli al vento e il sapore del mare sulle labbra.

La carrellata di personaggi secondari presenti nel libro, aiuta a rinforzare e sviluppare una trama semplice e complessa al tempo stesso. Il fatto di aver provato così tante emozioni in così poche pagine, mi ha colpito moltissimo: non è semplice riuscire ad immedesimarsi così tanto in un personaggio. Non avendo mai letto nulla dell'autrice, ma avendo sempre sentito parlare benissimo di lei, ero molto curiosa di rapportarmi con la sua penna e il suo stile e non sono rimasta delusa.

'Lena e la tempesta' è un romanzo emozionante, coinvolgente e scritto divinamente. Ho passato delle ore piacevoli in compagnia del libro e ne consiglio la lettura!





Buongiorno, lettori.
Oggi ho il piacere di mostrarvi la cover dell'ultimo romanzo di Ornella De Luca, 'Tracce profonde lungo il fiume", capitolo conclusivo della 'The Orphanage Series".
Buona... visione!


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Dai boschi della Russia alle Ghost Town americane, un viaggio sia fisico sia mentale sulle colpe e le imperfezioni che non perdoniamo a noi stessi.

Igor Krovopuskov è ancora, ostinatamente, single.
Tutti i suoi amici sono andati avanti, hanno detto addio ai fantasmi del passato e, da orfani qual erano, hanno trovato una famiglia su cui poter contare. Ma Igor non ci pensa proprio.
L’amore è solo un’altra di quelle favole che non ha mai ascoltato da bambino, alle quali nessuno gli ha dato la possibilità di credere.
È ancorato con le unghie e con i denti alla sua vita da lupo solitario e a ciò che l’orfanotrofio ha sempre rappresentato per lui: l’unico luogo sicuro in cui abbia mai vissuto.
In lui convivono sia “l’Orso”, la testa calda più temuta di Boston, sia il ragazzino che mormora parole in russo durante la notte. Quale delle due parti prevarrà sull’altra? Ma soprattutto: a chi appartiene il nome che Igor evoca durante i suoi incubi peggiori? Chi è Nikolay?

Una matassa di capelli blu, occhiali da vista a fondo di bottiglia, piercing al naso e vestiti vintage: Marlena Zara Sharon è il risultato più improbabile dell’incontro fra antico e nuovo, una nerd mascherata da punk che ha smesso di vivere la sua vita dieci anni prima.
Quando ha perso tutto ciò che aveva ed è rimasta da sola ad arrancare nel mondo. “Arrancare” nel senso più letterale del termine, visto che Marlena è costretta a zoppicare ed è oggetto del più bieco bullismo da sempre.
Sarà una rapina nel negozio d’antiquariato dove lavora a darle la spinta a cambiare qualcosa e a lottare per la prima volta per ciò che non può sopportare di perdere. E il furto di un prezioso manufatto sarà la causa di un viaggio attraverso gli Stati Uniti con un’insolita compagnia…

Tracce profonde lungo il fiume è un contemporary romance “on the road”; a ogni tappa una nuova scoperta di sé, fino a una straordinaria, commovente, chiusura del cerchio.
Tracce profonde lungo il fiume è il quinto e ultimo romanzo autoconclusivo della serie The orphanage, che segue le vicende di cinque amici, cresciuti insieme nella spettrale “Villa Sullivan”.


La strada per ritrovare se stessi è la più tortuosa di tutte.




Buon pomeriggio, lettori.
Oggi ho il piacere di mostrarvi la cover del nuovo romanzo di Alessandra Angelini, "Rising star".
Buona visione!


Ci sono incontri inevitabili e persone destinate a cambiare la nostra esistenza. 
Ci sono situazioni che combattiamo con tutte le nostre forze, perché non possiamo arrenderci a perdere ciò che di buono ci è stato donato. 
Ci sono sentimenti che, non importa quanto li soffochi, continuano a riaffiorare.

Aurora conduceva una vita tranquilla prima di conoscere Aiden Walker, il playboy impenitente della televisione inglese. Poi sono arrivate le minacce delle ammiratrici e la pressione dei tabloid, ma è stato il suo tradimento a mandarla in pezzi. Aurora si aggrappa ai libri, la sua unica certezza, anche se andare avanti sembra impossibile.

Quando Aiden pensava di avere una possibilità di essere felice, un segreto del passato torna a chiedergli il conto. Sono trascorsi mesi da quando Aurora lo ha lasciato, il successo e la fama creati da YOLO non bastano a riempirgli il cuore. Aiden respira, lavora, vive ma è solo un guscio vuoto e si sta lentamente autodistruggendo. 

Se però le cose non fossero andate come sembra? Blackpool, il mare e un parco divertimenti sono il posto ideale per allontanarsi dalla realtà. O per ritrovarsi. Perché quando hai davanti l’amore della tua vita, credergli sarebbe fin troppo facile. Aiden è pronto a rischiare tutto per evitare che Aurora diventi il suo rimpianto più grande. Lei è determinata a non lasciarsi attrarre di nuovo dalla sua orbita gravitazionale. Ma si può davvero decidere chi amare? 





Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di un super thriller scritto a quattro mani da Ursula Poznanski e Arno Strobel. In 'Invisibile', i due autori ci regalano un nuovo caso per gli agenti Buchholz e Salomon e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Un paziente trafitto a morte dal bisturi del chirurgo durante un'operazione a cuore aperto. Un agente immobiliare ucciso con ventiquattro coltellate sulla soglia di casa. Un ragazzo massacrato con una mazza da baseball per strada, davanti a decine di testimoni. Un assurdo bagno di sangue travolge la città di Amburgo, ma la cosa più singolare è la facilità con cui i commissari Daniel Buchholz e Nina Salomon riescono a catturare i colpevoli. Eppure il movente rimane incomprensibile: nessuno di loro sembrava conoscere davvero la vittima. L' unico elemento in comune è una rabbia feroce cresciuta a dismisura, fino a diventare inarrestabile. Una rabbia che non lascia immuni nemmeno gli investigatori: mentre l'indagine si fa sempre più tesa, Nina stenta a riconoscere il suo partner. Come è possibile che Daniel, di solito così controllato e padrone di sé, stia diventando ogni giorno più aggressivo e irrazionale? Intanto, un dubbio comincia a insinuarsi in lei: e se gli assassini fossero stati manipolati? Ma da chi? E soprattutto: come?

Il primo libro della serie Buchholz e Salomon mi aveva già conquistata ma, con questo nuovo romanzo, gli autori hanno definitivamente sconvolto e conquistato il mio cuore di appassionata di thriller. C'è un nuovo e scottante caso per la polizia di Amburgo: una serie di omicidi brutali e inspiegabili nei quali non c'è nemmeno bisogno di indagare sui colpevoli, dato che si costituiscono da soli poco dopo i crimini. La cosa si fa interessante quando si scopre che non vi è alcun legame tra vittime e carnefici, almeno all'apparenza. 

I nostri due detective trovano pane per il loro denti e, contemporaneamente, si ritrovano a fare i conti con delle complicazioni personali da non sottovalutare. Il rapporto, tra i due, va in crescendo e la cosa fa ben sperare- soprattutto la mia vena più romantica. Mi sono persa nei meandri di questa storia torbida, e senza soluzioni immediate o facilmente deducibili, che mi assorbita totalmente. Mi intriga moltissimo il concept di una mente super partes in grado di gestire potenziali assassini e manovrarli a piacimento ma non ho altrettanto gradito l'epilogo- capirete perché solo leggendo.

Ciò che mi conforta, è che ritroverò ancora i miei due beniamini che sto imparando ad amare, libro dopo libro, e non vedo l'ora di scoprire quale incredibile avventura partoriranno queste due menti geniali la prossima volta.
Adoro il loro stile, l'ambientazione che richiama molto i thriller nordici e la genialità delle trame sulle quali si basa questa meravigliosa serie crime. Il fatto che sia un libro scritto a quattro mani non viene percepito in nessun momento, la prosa è omogenea e la vicenda viene sviluppata in maniera coerente e veritiera. E' davvero un ottima lettura per tutti gli amanti del genere e, se ancora non lo avete fatto, vi consiglio di recuperare anche il precedente volume della serie per apprezzare maggiormente il libro e avere un senso di continuità narrativa. Promosso a pieni voti!


Negli episodi precedenti:



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