Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un'altra lettura edita da Fandango Libri, "La casa dei naufraghi", di Guillermo Rosales, uno dei pochi romanzi considerati 'classici' della letteratura cubana.
Buona lettura!


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"Sono scappato dall'isola e da tutto ciò che le appartiene. Non sono un esiliato politico. Sono un esiliato totale." William Figueras è un uomo in fuga. Dalla cultura, dalla musica, dalla letteratura, dalla televisione, dalla storia e dalla filosofia di Cuba. È arrivato a Miami con in tasca nient'altro che le edizioni rilegate dei Romantici inglesi e l'illusione, coltivata al buio della sua mente, che nella Grande America riuscirà a scrivere senza paura delle persecuzioni. Ma William è malato di nervi e dopo il confino le voci che sente rimbombano forte nella testa. Talmente tanto che la zia che lo ospita deve arrendersi: "Non si poteva fare di più, lui avrebbe capito". La casa in cui viene deportato è una clinica ai limiti della realtà, un rifugio disumano dalle atmosfere asfissianti in cui i matti sono vittime condannate a una quotidianità primitiva. Non c'è salvezza, via di scampo, anche se la libertà urla al di là di quelle porte. Un giorno la pallida Francis arriva tra gli Idioti e con lei il ricordo in carne e ossa dell'amore. La speranza scioglierà per poco il gelo di quell'ultimo passaggio nella casa, e la vita riprenderà a scorrere come non aveva mai fatto prima.

Il romanzo di Guillermo Rosales è una brutale denuncia autobiografica sul sistema in cui finiscono i cubani che tentano di fuggire dalla loro terra. Al di là dei muri, del filo spinato e delle notizie rosicchiate qui e là e sapientemente montate dai media, c'è una situazione grave e tremenda in cui si ritrovano invischiati poveri innocenti alla ricerca della libertà e di una vita migliore. Tra loro c'è lo scrittore William Figueras, considerato folle, oltre che clandestino. Per le persone come lui, quelle ai margini della società, non c'è speranza. La macchina burocratica le ingloba e le distrugge tra un protocollo e una struttura fatiscente.

La casa dei naufraghi è l'ultima spiaggia di uomini e donne disperati, non un porto sicuro per i sopravvissuti. Se c'è una cosa che non manca, in questo libro, è un realismo disarmante che non lascia spazio all'immaginazione ma che regala dei flash molto vividi della situazione e, vi assicuro, che non si tratta di luoghi bucolici. L'unica, timida, luce in questo inferno sulla terra, è il rapporto umano tra i malcapitati di turno: amore e amicizia sono gli unici valori concessi e che riescono a nobilitare l'esistenza di questi poveri disperati. Un plauso speciale alla capacità brillante, seppur molto cupa e negativa, con la quale l'autore è riuscito ad elaborare la sua opera.
Nella sua brevità, Guillermo Rosales, si assicura di lanciare il suo messaggio in maniera forte e chiara. E' evidente l'impronta autobiografica della storia, il libro è una sorta di rivalsa sui torti subiti, uno sfogo per le ingiustizie di cui William e gli altri Idioti sono state vittime. L'uomo sa essere crudele e spietato e, in questo romanzo, non c'è redenzione. La cosa che, forse, ho apprezzato meno è proprio la negatività che regna sovrana nella storia. Sono pagine opprimenti, a tratti, che non hanno altro scopo se non quello di denunciare una situazione umanamente insostenibile. Non è una lettura da affrontare a cuor leggero e, di sicuro, non è adatta a tutti. 


Buongiorno cuori librosi e buon sabato!
Oggi voglio parlarvi di una storia che mi ha spezzato il cuore e che, ancora, faccio fatica a digerire.
Si tratta del romanzo di Philippe Forest, edito da Fandango Libri, "Tutti i bambini tranne uno".
Buona lettura!


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"Il lungo anno in cui morì nostra figlia fu il più bello della mia vita." Una frase così, la può dire solo un padre: un padre sfacciatamente innamorato, arrogante, disperato, esibizionista, inerme, sarcastico, corazzato di tutta l'eloquenza della lingua francese. Philippe Forest ci racconta la vita e la morte di Pauline dal primo all'ultimo giorno. Pauline è una bambina di tre anni che ha un lieve dolore al braccio sinistro. Il pediatra, un po' preoccupato, le prescrive una serie di analisi. Si tratta di un cancro rarissimo che si diffonde rapidamente e le fa gonfiare l'arto. I genitori, Alice e Philippe, seguono costernati l'ingranaggio clinico. Dopata di morfina, la bimba subirà un'operazione... è un successo di breve durata, la "pallina" torna e con essa il dolore. Dopo il calvario di più ospedalizzazioni risulta che il male ha raggiunto un polmone. Una seconda operazione riesce, ancora una volta, a sopprimere il tumore e tuttavia "il cancro era come una fiamma che correva su un grande foglio di carta". Si estende all'altro polmone, impedisce alla bimba di respirare. Stavolta è veramente la fine, è soltanto una questione di ore, di minuti. I genitori assistono alla morte della loro unica figlia. Questa la trama, fredda, spietata. Philippe Forest non lo è. Con una scrittura vibrante e poetica racconta le giornate di vacanza con Pauline, i suoi giocattoli preferiti, le fiabe condivise, la pazienza e il coraggio di quella creatura, la sua maturità di fronte al dolore e all'impensabile. Intreccia e fonde questa storia con la storia della letteratura, lascia che venga sbranata dalla letteratura proprio perché ha imparato che i corpi amati scompaiono, mentre le parole che verranno fabbricate dopo la morte non salvano e non abbelliscono nulla.

Quando mi è stata proposta la lettura di questo libro, ho analizzato la proposta come faccio sempre: ho guardato la copertina, che ho trovato coloratissima ed originale; ho apprezzato il titolo e quando sono arrivata alla trama il mio cuore ha perso un battito. Ho passato circa una mezz'ora a ragionare sulla vicenda e su quanto sarebbe stata ipoteticamente, e tremendamente, devastante per me. Sapete che sono sensibilissima su storie del genere e, nonostante la paura, ho voluto concedere un'occasione alla storia di Philippe Forest. Il libro mi ha preso da subito, frase dopo frase sono entrata in sintonia con l'autore e con il suo modo particolare di raccontare la malattia, il dolore, la sofferenza e, persino, la morte. Le sue parole sono una tenera carezza ma ugualmente devastanti da leggere.

Ci sono cose impossibili da accettare, la malattia della piccola Pauline ne è l'esempio. Come si può superare una diagnosi di morte certa su una bambina così piccola? Come si può sperare in ogni terapia e studio, nonostante le continue delusioni e i limiti evidenti della scienza? Alcuni passaggi della storia vengono raccontati i maniera molto diretta e schietta, perché non c'è poesia nel dolore e nella morte. Non c'è una metafora consolatoria o una valvola di sfogo per superare una sofferenza così grande e devastante. Ho amato ogni protagonista del libro, Philippe e Alice hanno tutta la mia ammirazione; Pauline ha il mio cuore e ringrazio suo padre per averla donata a noi lettori, con il suo carattere allegro e, comunque, spensierato e molto maturo.

I libri belli, quelli che ti restano nel cuore, sono i libri che donano un'emozione. Questa storia mi ha fatto riflettere su una serie di tematiche e problemi che rendono futili tutte le nostre beghe quotidiane. Finché c'è vita, c'è speranza e non potrebbe esserci una verità più oggettiva. La vita è un dono e va vissuta a pieno, indipendentemente dalle sfide che ci ritroviamo ad affrontare ogni giorno. 
Forest ci ha regalato una testimonianza dal valore inestimabile: in queste righe troverete amore, rabbia, dolore e speranza. Troverete un uomo, e un padre, straordinario che non ringrazierò mai abbastanza per aver messo nero su bianco la storia di Pauline. "Tutti i bambini tranne uno", è la tragica storia di una famiglia comune, alle prese con un nemico imbattibile. Non è una lettura adatta a tutti ma vi assicuro che vi riempirà ogni angolo del cuore.
Promossa a pieni voti!


Buongiorno lettori,
ho il piacere di parlarvi del nuovo romanzo di Angela Marsons in uscita, oggi, per Newton Compton.
Buona lettura!


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Il laboratorio di Westerley non è un posto per i deboli di cuore. Si tratta di una struttura che studia i cadaveri in decomposizione. Ma quando la detective Kim Stone e la sua squadra scoprono proprio lì il corpo ancora fresco di una giovane donna, diventa chiaro che un assassino ha scoperto il posto perfetto per coprire i suoi delitti. Quanti dei corpi arrivati al laboratorio sono sue vittime? Mentre i sospetti di Kim si fanno inquietanti, una seconda ragazza viene aggredita e il suo corpo è ritrovato con la bocca riempita di terra. Non c'è più alcun dubbio: c'è un serial killer che va fermato prima possibile, o altre persone saranno uccise. Ma chi sarà la prossima vittima? Appena Tracy Frost, giornalista della zona, scompare improvvisamente, le ricerche si fanno frenetiche. Kim sa bene che la vita della donna è in grave pericolo e intende setacciarne il passato per trovare la chiave che la condurrà all'assassino. Riuscirà a decifrare i segreti di una mente contorta e spietata, pronta a uccidere ancora?

La carriera di Kim Stone è inarrestabile: il coraggio e un intuito fuori dal comune fanno di lei un detective coi fiocchi, nonostante un temperamento irascibile e poco incline a rispettare le regole. Il nuovo caso in cui viene coinvolta la sua squadra ha dell'incredibile: un pericoloso assassino prende di mira delle donne e, dopo averle uccise brutalmente, le abbandona in un luogo molto particolare, una fabbrica di corpi. Avete capito bene, a Westerley c'è un grazioso laboratorio in cui si trovano centinaia di corpi donati alla scienza per studiare i vari stadi della decomposizione. Personalmente, ho adorato quest'ambientazione e l'ho trovata a dir poco perfetta per l'indagine di Kim Stone.

In questo romanzo, si parla poco e niente della vita privata della detective, mentre si lascia molto spazio a quella delle vittime e alle personalità degli altri personaggi. Il bello delle indagini di Kim Stone è che sono sempre torbide e complesse: la verità sembra a portata di mano, i sospettati sono molti ma non ci sono abbastanza prove per inchiodare il killer. I retroscena dietro la mente del killer sono, a dir poco, pazzeschi: è bellissimo vedere l'enorme puzzle prendere forma sotto i nostri occhi. 

La trama è costruita perfettamente, ho visto finalmente la stessa Marsons di 'Urla nel silenzio' e ho adorato ogni singola pagina della storia. L'indagine è avvincente e concreta, l'elemento romanzato è quasi inesistente. La bravura dell'autrice sta proprio nel saper dirigere alla perfezione un'indagine di polizia senza sfociare nell'assurdo. Ho apprezzato ogni sfumatura del libro e l'ho divorato nel giro di una giornata. Lo stile di Angela Marsons è accurato e scorrevole, il ritmo è incalzante e coinvolgente; il finale è mozzafiato. Come tutti gli altri libri dell'autrice, è una vera chicca nell'ambito dei thriller. 
Assolutamente consigliato!


Gli altri libri:

- Urla nel silenzio: recensione

- Il gioco del male: recensione

- La ragazza del scomparsa: recensione


Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi di cinque prossime uscite che non vedo l'ora di scoprire. Cosa hanno in comune tra loro? Si tratta di libri thriller.
Buona lettura!




1. Miserere. Attentato in Vaticano


Data di uscita: 30 Agosto
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1983. Siamo sull'orlo di un olocausto nucleare, la Guerra Fredda spacca il mondo in due blocchi e lo spettro di un conflitto è incombente. Nessuno si sente al sicuro e l'incubo del "first strike" - l'attacco preventivo a sorpresa - raggela i rapporti diplomatici, tesissimi. In Polonia gli operai dei cantieri navali di Danzica oppongono un violento dissenso al governo filosovietico del generale Jaruzelsky, sostenuti dai finanziamenti di papa Giovanni Paolo II. Lo stesso papa che solo un anno prima aveva rischiato la vita in un attentato a opera del KGB. E la figura del papa, anche a distanza di anni, non ha smesso di essere scomoda. Tanto che la Sezione "Affari bagnati" del KGB decide di affidare a un pericolosissimo sicario il compito di togliere di mezzo il pontefice. Il nome in codice dell'assassino è "Miserere", uno spettro di morte che non si fermerà davanti a nulla per portare a termine la sua missione.


2. Il segreto di mia sorella


Data di uscita: 4 Settembre
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Una giovane donna si prepara a passare il solito weekend con la sorella. Ma le basta aprire la porta di casa per sapere che niente sarà come prima. Che il passato è tornato a pretendere il suo tributo di sangue. Nora vive lontana dalla sorella ma va spesso a farle visita in un paesino della campagna inglese. È lì che Rachel fa l'infermiera, una professione che ha scelto perché le permette di salvare la vita alle persone, ma anche perché è un osservatorio sulla violenza. E per lei questo è fondamentale per scendere a patti col passato. Una notte di tanti anni prima, infatti, le due sorelle adolescenti, dopo una festa molto alcolica, avevano preso due decisioni opposte. Mentre Nora era rimasta a dormire dagli amici, Rachel si era incamminata sulla strada di casa. E durante il tragitto si era imbattuta in un pazzo che l'aveva picchiata selvaggiamente fino a tramortirla. Da quel momento, Rachel e Nora, sconvolta dal senso di colpa, si erano unite in una caccia all'uomo ossessiva, che le aveva portate sulle tracce di altri delitti e altre violenze ma non su quelle del «loro» mostro. Non ancora. Quando Nora arriva a casa di Rachel, è sicura di trovarla in cucina intenta a preparare la cena. E invece, questa volta, la aspetta una tremenda scoperta. Appena entrata, trova il cane impiccato alla scala e, seguendo le tracce di sangue, la sorella pugnalata a morte. E anche se Rachel le ha detto di aver rinunciato a cercare il suo aggressore, Nora sa che potrebbe essere proprio lui l'assassino. Ma chi è, veramente, l'uomo capace di tanta violenza?



3. La coda del diavolo


Data di uscita: 6 Settembre
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È una rara notte di temporali, in Sardegna, quando arriva il mostro. La ragazza era riuscita a fuggire, ma lui, il suo rapitore e aguzzino, l'ha inseguita e l'ha uccisa, incurante del fatto che a pochi metri di distanza ci fosse una pattuglia della polizia. Per questo, subito arrestato, il mostro viene portato immediatamente in carcere. Lì, ad attenderlo, c'è un mondo chiuso fra mura spesse e sbarre di ferro alle finestre. Lì, soprattutto, c'è Sante. E l'arrivo di quell'assassino è forse l'occasione di redimersi che Sante attende da tutta la vita. Sante ha un segreto, una colpa da espiare, un passato da cui scappare. Eppure, Sante è in prigione per sua stessa volontà. Perché lui non è un carcerato, ma una guardia. La sua è una condanna autoinflitta. Ma quella notte tutto cambia. Può un peccato cancellarne un altro? Perché quel mostro è ricco e protetto. Ha agganci altolocati. Se la caverà, dice a Sante l'avvocato della madre della vittima. L'assassino ne uscirà, a meno che Sante non intervenga. E lo uccida. L'avvocato promette a Sante un alibi, una copertura, una via d'uscita e soprattutto tanti soldi. Uccidere è la cosa giusta? Si chiede Sante. Ma il giorno dopo, nulla di tutto ciò ha più importanza. Perché il mostro è stato ucciso e tutti i sospetti cadono proprio su di lui, su Sante. Che, da quel momento, non ha altra scelta che la fuga... E la ricerca della verità. Un conflitto morale che ci porta a chiederci: noi cosa faremmo? E una verità che emerge poco a poco in un quadro sempre più sconvolgente.


4. So chi sei


Data di uscita: 13 Settembre
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Stella Widstrand è una stimata psicoterapeuta. Ha una bella casa, una famiglia amorevole, una vita felicemente normale. Un giorno, però, una nuova paziente entra nel suo studio e, in un attimo, Stella torna a vent'anni prima, sulla spiaggia dov'era scomparsa Alice, la sua figlioletta di poco più di un anno. All'epoca, la polizia aveva concluso che la bambina era riuscita a raggiungere il mare ed era annegata, sebbene il corpo non fosse mai stato ritrovato. Nel fondo del suo cuore, però, Stella non ha mai creduto alla versione ufficiale e, adesso, ne è convinta: quella ragazza dai lunghi capelli neri è Alice. Una madre lo sa. Sa chi è sua figlia. E, per dimostrare di avere ragione, Stella è pronta a fare qualsiasi cosa. Anche a mettere a rischio la propria carriera. Anche ad affrontare oscuri segreti del passato e a camminare in bilico sul baratro della follia. Perché il confine che divide speranza e ossessione è sottile come un filo invisibile…

Isabelle Karlsson ha dovuto lottare a lungo per avere il permesso di frequentare l'università a Stoccolma. Se fosse dipeso solo da sua madre, sarebbe rimasta per sempre nel paesino in cui è nata e cresciuta. Isabelle era quindi lontana da casa quando il suo adorato padre è morto all'improvviso, e al dolore si è sommato lo sconcerto nel momento in cui la madre le ha rivelato che non era lui l'uomo che l'ha concepita. Confusa e arrabbiata, Isabelle decide di rivolgersi a una psicoterapeuta per essere aiutata a fare chiarezza nella sua vita. Tuttavia Isabelle non può sapere che entrare nello studio della dottoressa Stella Widstrand scatenerà una serie di eventi che la travolgerà…

Kerstin ha dedicato la sua esistenza alla figlia Isabelle, ha sacrificato tutto per crescerla al meglio e per farsi amare. E adesso non può permettere che un’altra donna si avvicini troppo a lei…


5. Non fidarti di lui


Data di uscita: 25 Ottobre
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Il piccolo Billy aveva solo otto anni quando, durante una passeggiata al parco con sua sorella Rose, scomparve nel nulla. Stava giocando con un aquilone, prima che di lui si perdessero le tracce. Dopo due giorni di ricerche, venne ritrovato morto. Sedici anni dopo, Rose prova ancora un terribile rimorso. Si considera colpevole per la morte del fratellino, perché non è stata in grado di proteggerlo. Non è mai davvero riuscita a superare il trauma, e si è chiusa in se stessa, incapace di fidarsi degli altri. Riesce ad aprirsi completamente solo con Ronnie, il suo vicino, che conosce da quando era piccola. Quando Ronnie si ammala, Rose si presenta alla sua porta per offrirsi di aiutarlo, ma ciò che trova nella sua soffitta è destinato a sconvolgerle, una seconda volta, la vita. Rose pensava di conoscere la verità su ciò che è accaduto a Billy. Pensava di conoscere Ronnie. Adesso l'unica cosa che sa è di essere in grave pericolo.



Buongiorno lettori e buon inizio settimana,
oggi voglio parlarvi di un libro particolare che ho letto con piacere e che è arrivato in un momento perfetto della mia vita. Da circa un paio di mesi, ho iniziato a praticare un'ora di camminata veloce al mattino e non esco mai senza un po' di musica nelle orecchie (o un bel audiolibro).
Patrick Trentini ci racconta la sua esperienza con la corsa e la sua vita, capitolo dopo capitolo, traccia dopo traccia.
Buona lettura!


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Nessuno aveva mai pensato di scrivere un libro sui legami tra la musica e la corsa. Finché uno scrittore - che di mestiere fa il pianista ma che, per passione, è atleta da allenamento quotidiano - ha compreso quanto siano simili, complementari e meravigliosamente affini le arti e la pratica sportiva. È nato così un libro che non è soltanto un libro, perché per ognuno degli undici capitoli che compongono il testo c'è un brano musicale per pianoforte, scritto e registrato dallo stesso autore. I capitoli e i brani (contenuti nel CD allegato) condividono i titoli e le ispirazioni, perché alla fine si tratta semplicemente di narrare la stessa storia in due maniere diverse. E poi, a pensarci bene, si usa pur sempre una tastiera. "A volte corro piano" racconta la corsa ai musicisti e la musica ai runner. Ci sono le vittorie e le sconfitte più dolorose, le speranze mal riposte e i sogni ancora da realizzare, la battaglia con l'anoressia atletica, i piccoli e grandi incontri, le centinaia di ore sulla strada per preparare la "100 km del Passatore" e le centinaia di ore sui tasti bianchi e neri, due colori che mischiati danno il grigio dell'asfalto.

Il libro di Patrick Trentini è un meraviglioso racconto di vita con un sottofondo musicale costruito ad hoc e che rende la lettura un'esperienza completa a 360° e, soprattutto, unica. Le pagine scorrono via in un lampo, la lettura è rilassante e molto interessante. La vita di uno sportivo agonistico non è facile e nemmeno semplice: è passione, dedizione e allenamento; sono continui alti e bassi, momenti di sconforto e altri di felicità. Ho imparato moltissime cose dall'esperienza dell'autore e sono rimasta affascinata dal confronto e dai punti in comune della musica e della corsa.

Si tratta di due discipline molto complesse che sono più simili di quanto si possa pensare ad un primo sguardo sommario. Per esempio, entrambe riescono a far staccare la spina dopo una giornata complicata. E' una storia unica nel suo genere, una storia senza elementi romanzati ma una  bella cronaca di episodi reali che l'autore vive in prima persona. Fatica, sudore, risate, allenamenti e composizioni musicali questo è ciò che troverete tra le pagine di questo romanzo.

La scrittura dell'autore è scorrevole, evocativa e personale. E' facilissimo immedesimarsi in lui e vivere in prima persona i suoi successi e le sue sofferenze. E' stato bello partecipare, in prima persona, all'intera azione. E' incredibile pensare di portare il corpo a certi livelli e a certi risultati ma la vista, al traguardo, è bellissima. 

Completano il quadro, una bellissima prefazione scritta a quattro mani da Giorgio Calcaterra e Monica Carlin e il cd allegato con la colonna sonora del libro. Sono stata molto fortunata ad aver avuto la possibilità di leggere questa storia e la consiglio a tutti gli amanti della lettura e dello sport. E' un bellissimo esempio di vita e non posso che promuovere, libro e musica, a pieni voti!



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