Buongiorno cuori librosi,
oggi voglio parlarvi di un romanzo che ho divorato in pochissime ore e dalla trama estremamente particolare. Si tratta del libro di Emily Barr, "L'unico ricordo di Flora Banks", edito da Salani Editore.
Buona lettura!



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Flora Banks, diciassette anni, non ha la memoria a breve termine. I suoi ricordi si sono fermati a quando aveva dieci anni: da allora, dopo che una malattia le ha colpito il cervello, deve continuamente fissare i momenti che vive, scrivendoli su un quaderno, su post-it, oppure direttamente sulle mani e sulle braccia. Quello che sa di sé è che mamma e papà le vogliono bene, così come Jacob, il suo adorato fratello maggiore, e che Paige è la sua migliore amica, quella che si prende cura di lei nel difficile mondo esterno. Ma una sera, durante una festa, Drake, il ragazzo di Paige, la bacia sulla spiaggia e stranamente questo ricordo non svanisce come gli altri. Flora ricorda il bacio, ricorda le parole di Drake, ricorda ogni singolo istante di quell'episodio. Possibile che Drake sia l'artefice del miracolo? Peccato però che il ragazzo sia partito per studiare in Norvegia. Flora non ha dubbi: deve raggiungerlo, solo così potrà capire veramente chi è e cominciare a vivere davvero. Ma come può fidarsi degli altri se non può fidarsi nemmeno di se stessa?

Ogni tanto amo fare delle letture al buio, ovvero senza leggere nemmeno una parola della trama. Vista la copertina e il titolo, non sapevo proprio cosa aspettarmi da questo romanzo ma la lettura è stata un'esperienza incredibile. L'autrice sceglie, come protagonista, un'adolescente complicata e con una vita molto particolare: Flora Banks, infatti, è affetta da amnesia anterograda, una patologia che le permette di ricordare solo episodi del suo passato eliminando, invece, tutti i ricordi più recenti. E' una condizione stranissima e invalidante: per tutto il tempo, Flora va in giro scrivendo frasi e indizi ovunque per poi rileggerli appena le cose diventano di nuovo confuse. La componente psicologica ha un'importanza vitale, nel libro, e l'autrice si dedica moltissimo a questo elemento. Leggendo le avventure della giovane Flora, si ha la frustrante sensazione di dimenticare ogni cosa. Il percorso della ragazza, però, va in crescendo pur essendo disseminato da continui buchi neri e falle di ricordi. E' entusiasmante seguire gli sviluppi della trama che è tutt'altro che scontata. Mi sono affezionata facilmente a Flora e alla sua particolarità, nonostante un limite enorme e i continui vuoti di memoria, riesce a vivere esperienze incredibili che la aiuteranno, un po' alla volta, a guarire. 

Ricordo ogni singola parola che ci siamo detti. Ricordo che ci siamo baciati. Me lo ricordo perfettamente. Tutto il resto svanisce dalla mia mente, ma il bacio è ancora lì.

Può l'amore essere la cura di tutti i mali? E chi può saperlo. Quel che è certo è che l'amore è la spinta principale che fa scattare una molla in Flora facendo sorgere in lei degli interrogativi importanti. Non tutte le persone che la circondano sono sincere approfittandosi, a volte, della sua particolare condizione mentale. A questo punto vi starete chiedendo a quale categoria appartenga questo romanzo e, a dirvi la verità, credo che non sia così semplice da catalogare: a seconda delle parti della storia vi sembrerà di essere in un sick romance o in un mistery romance. Senza dubbio, è una storia molto originale che divorerete in un soffio. Mi è piaciuto molto lo stile dell'autrice anche se, a tratti, il fatto di ripetere in maniera ossessiva sempre le stesse informazioni può risultare pesante, capisco che si tratta di una scelta necessaria per lo sviluppo della storia. Amo i libri particolari e innovativi e, quello di Emily Barr, lo è senza ombra di dubbio. E' perfetto per gli adolescenti, per imparare ad avere sempre fiducia nelle proprie capacità, ma lo consiglio anche ad un pubblico più adulto.


Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di ospitare una tappa del blogtour dedicato a "Il Sognatore", il nuovo romanzo di Laini Taylor, in uscita il 5 Luglio per Fazi Editore.
Il mio compito? Quello di fornirvi cinque motivi per leggere il libro cercando di non spoilerare nulla, spero di farcela!
Buona lettura.



1. Protagonisti da Oscar

In un mondo di cliché e storie già trite e ritrite, fa sempre piacere incontrare personaggi innovativi e straordinari e, ne 'Il Sognatore, ne incrocerete parecchi. Primo fra tutti, cosa inevitabile a mio avviso, è il protagonista, Lazlo Strange. Credo di essermi follemente innamorata di lui sin dall'inizio: del suo aspetto, dei suoi pensieri e della sua voglia di sognare, una dote impossibile da estirpare.
L'autrice non si risparmia con le sue creature, regalandoci dei personaggi eccezionali e ben costruiti che non vedono l'ora di conoscervi!

2. All you need is love

Non so voi, ma io vado pazza per le storie d'amore, di qualsiasi forma esso sia. Non posso dire che l'autrice non mi abbia accontentato, in questo. Le emozioni si sprecano e il detto 'Stessa ora. Stesso posto. Stesso sogno.' in questo libro non è solo una semplice frase ad effetto ma una bellissima realtà... vi lascio immaginare quanto possa essere romantica una cosa del genere!! *.*

3. Mondi paralleli

Come costruisce nuovi mondi la Taylor, nessuno mai. E' il caso di dirlo.
Personalmente, quando leggo un fantasy, amo perdermi in nuove realtà ma non tutti gli autori sono in grado di creare un palcoscenico così reale e allo stesso tempo magico in cui ambientare la propria storia. Sono certa che il viaggio nel mondo de 'Il Sognatore' vi piacerà moltissimo.

4. Poesia

Credo che un'autrice del calibro di Laini Taylor non abbia bisogno di presentazioni. Ma è, comunque, doveroso sottolineare il fatto che la sua prosa è poesia pura. Ho amato ogni singola frase del libro. Ho amato lo stile elegante e ricercato, prezioso oserei dire. Un buon libro, per essere definito tale, DEVE essere ben scritto e la Taylor è una certezza in questo. Qualità ai massimi livelli.

5. Perché amiamo leggere

Ci sono storie che parlano e colpiscono anche al di là di una trama brillante. Ci sono storie che sono una coccola per gli occhi. Sono storie complesse, innovative, geniali ed originali, in grado di ricordarci il motivo del nostro amore per la lettura. C'è un Lazlo Strange in ognuno di noi perché nessuno riuscirà mai a toglierci la voglia di sognare attraverso storie meravigliose come quella de 'Il Sognatore'!


Continuate a seguire il blogtour più magico del momento!


Buon pomeriggio cuori librosi,
nella seconda recensione di oggi vi parlo del nuovo thriller di Robert Brindza, di cui avevo già letto "La donna di ghiaccio" (recensione, QUI) . Si tratta del libro "La vittima perfetta" pubblicato da Newton Compton lo scorso 7 Giugno.
Buona lettura!


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Nel bel mezzo di un'afosa notte estiva, un'ombra si muove oscura, animata da un odio feroce e da un'irrefrenabile sete di sangue. Per la detective Erika Foster è un nuovo caso. Un omicidio, ancora. La vittima è un dottore ed è stato soffocato nel suo letto. Ha i polsi legati e gli occhi gonfi, un sacchetto di plastica trasparente stretto intorno alla testa. Pochi giorni dopo, un altro uomo viene trovato morto nello stesso modo. Erika e la sua squadra si trovano al cospetto di un serial killer freddo e calcolatore: è chiaro che segue le sue prede in attesa del momento perfetto per ucciderle. E le vittime sono tutti uomini single, che custodivano gelosamente i segreti della loro vita privata. Ma cosa lega questi individui all'assassino? Nell'ondata di caldo soffocante che invade Londra, Erika farà di tutto per fermare "l'Ombra della notte" prima che la conta degli omicidi aumenti ancora. Anche a costo di mettere a rischio il suo lavoro e la sua incolumità. Perché mentre Erika segue le tracce del killer, qualcuno segue lei e la osserva da molto vicino...

Spinta dall'entusiasmo, e dall'ottima opinione che mi ero fatta sull'autore dopo il primo libro, mi sono tuffata alla cieca tra le pagine del suo nuovo romanzo che, però, non mi ha conquistata come il primo. Sono stata molto felice di ritrovare la detective Erika Foster e la sua squadra, la cosa positiva di questi thriller, è proprio quella di puntare su una singola protagonista dal passato misterioso e far scoprire, ad ogni indagine e ad ogni libro, qualche tassello in più sulla sua vita privata. Un po' in stile Angela Marsons, anche se lei è inarrivabile. Ma ritorniamo alla nostra storia, devo ammettere che la trama è molto, molto intrigante: le vittime sono tutti uomini e non hanno nulla in comune tra loro, se escludiamo le dinamiche della scena del crimine. Si tratta di omicidi puliti, talmente privi di errori da sembrare dei suicidi in piena regola. Erika Foster sfoggia tutto il suo intuito infallibile, a discapito delle regole e della pazienza, dote a lei sconosciuta. E' una donna di pancia che, sul lavoro, entra in modalità combattimento estremo tenendo gli occhi fissi sull'obiettivo senza curarsi del contorno. Il suo carattere non piace ai suoi superiori ma sicuramente conquisterà tutti i lettori, anche i più ribelli e anticonformisti.

La costruzione della trama che, vi ripeto, ha un ottimo potenziale iniziale e ideologico, perde concretezza strada facendo. L'autore, infatti, getta le basi per un super thriller attraverso due narratori e degli indizi disseminati tra le righe, salvo poi rallentare rovinosamente per oltre metà libro. Il mio entusiasmo è scemato pagina dopo pagina fino ad un epilogo nemmeno troppo sconvolgente ed entusiasmante. Dopo averlo finito, mi è rimasta addosso una forte insoddisfazione per un libro partito bene e rovinato dagli sviluppi e da un ritmo tutt'altro che incalzante. Amo il thriller ma credo che una narrazione coinvolgente sia necessaria per entrare nel cuore di un lettore. Mi sono appassionata poco e niente alla vicenda e ai personaggi, complice anche una scarsa ricostruzione psicologica del killer: cosa gli passa per la mente? Perché sente l'impulso di uccidere? Tutti interrogativi che restano irrisolti. La mente del 'villain' è appena accennata lasciando all'immaginazione una larga parte della sua personalità.
Unica nota positiva? La scrittura scorrevole dell'autore che, pur non compensando la lentezza dell'azione, rende la lettura facile da seguire e molto chiara, non rischierete di perdervi alcun passaggio. Nel complesso, per me è una sufficienza striminzita ma, ribadisco, che non c'è paragone con 'La donna di ghiaccio'. 



Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo di un romanzo che ho divorato nel giro di poche ore, nonostante la notevole mole di pagine. Si tratta del nuovo libro di Glenn Cooper, "I figli di Dio", edito da Casa Editrice Nord.
Buona lettura!


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Manila, Filippine. Nausea, mal di testa, uno svenimento: per sapere di cosa si tratti, Maria, una sedicenne anni che vive in una baraccopoli, affronta la lunga attesa per essere visitata da un medico volontario. La diagnosi è semplice: Maria è incinta. Ma le circostanze di quella gravidanza sono eccezionali... Maria infatti è ancora vergine. Gort, Irlanda. Da alcuni giorni, fuori della casa della famiglia Riordan si allunga una fila di persone raccolte in preghiera. Vogliono un'unica cosa: vedere e toccare la giovane Mary, una sedicenne vergine. E in attesa di un bambino. Lima, Perù. L'arcivescovo della diocesi sudamericana manda un messaggio urgente al Vaticano: uno sperduto villaggio di montagna sta diventando meta di pellegrinaggi, perché si è sparsa la voce che lì viva una sedicenne, vergine, incinta. Il suo nome è María. Sconcertato, il papa decide di affidare a Cal Donovan il compito d'incontrare le tre vergini per capire se quello che è successo loro sia un miracolo autentico. E Cal si mette subito in viaggio. Prima parla con la ragazza filippina, poi con quella irlandese. Entrambe sono disorientate e non sembrano rendersi conto di cosa stia accadendo. Ma c'è un altro punto in comune. Tutte e due, una sera di qualche mese prima, mentre tornavano a casa sono state accecate da una luce abbagliante e hanno sentito una voce dire loro: «Sei stata scelta». Poi Cal vola in Perù, ma non riuscirà a incontrare la terza María: la ragazza è scomparsa. E, nel giro di poche ore, anche delle altre due vergini si perdono le tracce. Cosa sta succedendo? Chi ha preso le tre vergini? Mentre il mondo si interroga sulla loro sorte, Cal intuisce che forze oscure fuori e dentro le gerarchie ecclesiastiche hanno messo in moto un piano per destabilizzare dalle fondamenta il papato di Celestino VI. E lui è l'unico che può sventare la più grande minaccia che incombe sulla Chiesa di Roma dai tempi dello scisma d'Occidente e della riforma protestante...


Essere laici è ormai una realtà di fatto ed una scelta, ciò non toglie che la religione cattolica ha influenzato, e influenza, le menti di milioni di abitanti della Terra, radunandoli da ogni parte del mondo sotto l'ala protettrice di una fede unica e forte. Glenn Cooper decide di ambientare il suo romanzo in un periodo storico che potremmo paragonare a quello che stiamo vivendo: il papa, Celestino VI, è descritto come una figura rivoluzionaria in grado di cambiare, con poche leggi, l'aspetto rigido e accademico della Chiesa. Proprio quando sembra inevitabile lo scontro tra innovatori e conservatori, il mondo viene sconvolto da una notizia che ha dell'incredibile: tre ragazze, in diverse parti del mondo, hanno scoperto di aspettare un figlio. Tutte e tre sono vergini e si chiamano Maria. Il libro prende il via proprio con questa sconcertante notizia, una carrellata di personaggi si susseguono sotto i nostri occhi ognuno con un ruolo, ed uno scopo, ben preciso. Mi ha incuriosito, e non poco, l'idea delle tre vergini e delle loro gravidanze molto 'spirituali' ma sono capitolata definitivamente con gli sviluppi della trama. L'autore crea un pathos incredibile e un'aura di mistero difficile da decifrare. La storia è un colpo di scena continuo fino all'epilogo, a dir poco, mozzafiato che mi ha sconvolta al pari dell'intera storia.

E' evidente che siamo di fronte ad uno scrittore con la 'S' maiuscola, un autore in grado di incantare il lettore con una incredibile storia rappresentata da validissimi personaggi: a partire dall'investigatore in incognito, Cal Donovan, per finire alla dolce Sue, che ho amato con tutta me stessa, passando per le tre Marie che, in questo caso, non è la marca del panettone natalizio. Tra le ragazze la mia preferita è stata, in assoluto, la ribelle Mary: è quella che interagisce di più e che l'autore ci fa conoscere meglio; vi assicuro che resterete conquistati da lei, inevitabilmente. 
'I figli di Dio', quindi, non è solo un'ottima e creativa storia, ma un concentrato di elementi positivi che la rendono una vicenda unica nel suo genere e coinvolgente oltre ogni aspettativa. 
L'autore mostra il lato più volubile, debole (e a tratti disgustoso) dell'uomo, rendendolo protagonista di una vicenda ai limiti della fantasia più sfrenata ma, allo stesso tempo, mostrando anche la parte più buona e dolce che si manifesta, perlopiù, grazie ai personaggi femminili: elementi fondamentali, in questo libro. Il confine fra tradizioni e modernità non è mai stato così labile e, in questo libro, l'autore ci mostra i limiti di entrambe le fazioni attraverso un meccanismo complicatissimo come quello della Sacra Romana Chiesa. In ambiti del genere, è facilissimo cadere in fallo o lasciarsi andare ad esasperazioni di eventi e concetti, ma Cooper è riuscito a creare una storia molto equilibrata e coerente che ho apprezzato moltissimo. Super consigliata!




Buongiorno cuori librosi,
oggi vi mostro, in anteprima, la cover del nuovo romanzo di Ornella De Luca, "La stazione dei bagagli smarriti". Il libro fa parte della serie, formata da storie autoconclusive, 'The Orphanage Series".
Vi lascio anche la sinossi e il link per il pre-order.


Fratello e sorella per la legge. Anime gemelle per i loro cuori.

Daniel Wright vive secondo regole ben precise.
Sa che ogni mattina deve svegliarsi due ore prima dell'inizio delle lezioni per andare a correre, farsi una doccia, prendere un caffè e attraversare la città grazie ai mezzi pubblici, arrivando al college almeno cinque minuti in anticipo. 
Sa che, finito il turno serale come barman, dormirà al massimo quattro ore prima di ricominciare la giornata ancora una volta. E ancora una volta.
Ogni minuto della sua vita è programmato con precisione chirurgica, e la medicina è proprio la sua vocazione.
Il presente è gestibile, il futuro è organizzabile, ma il passato non si può cambiare. 
É l'unica ferita che Daniel non sa suturare.

Ivory Wright è adrenalina pura.
Ama viaggiare zaino in spalla, fare bungee jumping, sparare al poligono di tiro e scalare pareti rocciose.
Il brivido causato da ogni attività ad alta tensione l'aiuta a mantenersi in vita, come un defibrillatore che ha il potere di riesumare per un istante la parte di sé ormai morta.
La solitudine, il rifiuto, la povertà, la fame, l'autolesionismo, tutto può essere superato grazie al desiderio di esistere e di lasciare un segno in questo mondo.
Un obiettivo raggiunto grazie a "La stazione dei bagagli smarriti", il locale che ha aperto a New York con tanti sacrifici, un posto magico dove si realizzano i sogni delle persone e si ritrovano i "bagagli smarriti" degli sfortunati viandanti.
Peccato sia proprio la valigia contenente il suo cuore quella che Ivory non riesce a trovare. 

Il bagaglio dimenticato in una stazione deserta, nell'eterna attesa di qualcuno che è partito e non è mai più tornato. L'amore che la sorte le ha donato, che la sorte le ha tolto.



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La stazione dei bagagli smarriti è un viaggio tra passato e presente nelle vite dei due protagonisti.
Dall'incontro che li ha resi prima amici e poi fratelli, alla gara contro il tempo per cambiare il corso degli eventi e perdonare infine se stessi.
Ma un testamento milionario, un segreto nascosto per viltà, un gatto pasticcione in cerca dei suoi padroni e una berlina scura appostata dietro l'angolo cambieranno le carte in tavola per sempre.
La stazione dei bagagli smarriti è il terzo volume della serie The orphanage, che segue le vicende di cinque amici, rimasti orfani e cresciuti insieme nella spettrale "Villa Sullivan".




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