domenica 24 giugno 2018

Recensione "Oltre le nuvole" di Stefania Mortini

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo di un romance edito da Lupieditore che mi è piaciuto ma non mi ha convinta al cento per cento.
Buona lettura!


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Massimo è un pilota dell' Aeronautica Militare che, a causa di un "incidente" in Afghanistan, è diventato paraplegico. Pur non volendo vivere, si ritrova a farlo per amore del suo adorato nipote Andrea. La vita di Massimo si interseca con quella di Sabrina, la mamma del miglior amico di Andrea e, grazie a lei, impara ad assaporare i vari gusti della propria nuova esistenza.

Sono rimasta subito affascinata e colpita dalla trama del libro e, almeno per una buona prima parte del romanzo, ho avuto un'impressione positiva sulla trama e sui personaggi. Massimo è un gigantesco 'cantiere con lavori in corso': dopo una missione, infatti, ha perso l'uso di entrambi gli arti inferiori e non è ancora sceso a patti con la sua nuova condizione. E' un uomo ferito, un uomo alle prese con un  trauma enorme avvenuto con dinamiche misteriose e sospette.
Cosa è accaduto davvero tra la polvere dell'Afghanistan?

Il piccolo Andrea, oltre ad essere un bambino dolcissimo e molto intelligente, è un appiglio alla vita per Massimo: vive per suo nipote e stringe i denti che garantirgli tutto l'affetto e l'amore possibili. E' l'unica medicina che si concede e, proprio grazie a lui, conosce Sabrina, mamma single del migliore amico di Andrea. La cosa che mi ha colpito di più di questa protagonista, è la forza d'animo e la positività verso la vita. Sabrina, al pari di Massimo, non sta passando un periodo roseo ma, a differenza del burbero pilota, indossa il suo sorriso migliore e combatte le sue battaglie senza piangersi addosso. Lei è la prima persona che sembra guardare oltre l'evidente handicap di Massimo e si diverte moltissimo a stuzzicarlo e spronarlo a reagire. I continui battibecchi sono una ventata di leggerezza e brio in una vicenda che resta, comunque, molto seria ed impegnativa.

La vita prende, la vita dà, non è dato sapere in quali modi. Ormai ho capito che si è degni di operare per il Paese a volte prima, a volte dopo, a volte mai.

Ma passiamo alla nota dolente, nella seconda metà della storia la trama perde di credibilità inserendo momenti brutali, e inaspettati, perdendo le atmosfere tranquille del romance per trasformarsi in un vero e proprio scenario di guerra con un passato che torna prepotentemente a far sentire la sua voce. Questo cambio di rotta non mi è piaciuto per niente: pur sapendo che era infatti necessario affrontare i demoni di Massimo, penso che sia stato sbagliato (o perlomeno, molto inaspettato) il modo in cui è stato affrontato. Non so perché questa cosa mi abbia sconvolto tanto, forse perché ero in pieno mood romantico e non mi aspettavo un'incursione così forte e violenta.

Prosa e dialoghi perfetti, devo dire che ho apprezzato molto lo stile dell'autrice che non lascia mai nulla al caso. Le descrizioni sono molto accurate, soprattutto per quanto riguarda i personaggi e i luoghi della vicenda. La trama del libro è solida e ben costruita, siamo di fronte ad una storia d'amore ma non troverete frasi melense o momenti troppo zuccherosi, l'autrice ha cercato di non romanzare troppo la sua storia e questo la rende più vicina alla vita reale.
Nel complesso non posso dire di non aver apprezzato il libro, tanto è vero che l'ho divorato nel giro di un pomeriggio, ma avrei preferito uno sviluppo diverso.



sabato 23 giugno 2018

Recensione "Per il mio amore, Whiskey" di Kandi Steiner

Buongiorno cuori librosi,
finalmente trovo un momento per parlarvi di una storia che mi è piaciuta da morire edita da Always Publishing. Si tratta del romanzo di Kandi Steiner, "Per il mio amore, Whiskey".
Buona lettura!


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Dal primo momento in cui incontra Jamie, Breck sa che la sua vita non sarà più la stessa. Quel ragazzo dagli occhi ambrati diventerà il suo Whiskey, una irrinunciabile dipendenza. Mese dopo mese, anno dopo anno, errore dopo errore, la loro amicizia si fa sempre più complicata, e la loro attrazione sempre più inarrestabile. Ma cosa fare quando il tempo e le circostanze sembrano essere sempre avverse? Quanto duramente e quanto a lungo una donna può lottare per riappropriarsi del cuore dell'uomo che da sempre le appartiene? Una storia cruda, appassionata e straziante, in cui il destino giocherà a tirare i fili del vero amore, in un turbinio di emozioni. travolgenti. Ci vuole più coraggio ad ammettere di amare qualcuno e di voler lottare per lui, che a lasciarlo andare per soffrire di meno.

Dopo aver finito questo romanzo, ho avuto voglia di piangere e di provare un sorso di whiskey rigorosamente in questo ordine. La Steiner mi ha portato allo stremo con una storia meravigliosamente ordinaria ma di una intensità straordinaria, e non si tratta solo di un gioco di parole. Jamie e Breck sono nocivi, l'uno per l'altra, e letali per il cuore di una povera lettrice che aveva solo voglia di una bella storia d'amore. Attenzione, di amore ce n'è tantissimo, in questo libro, ma è un amore travolgente, brutale, devastante; un sentimento impossibile da arginare, nonostante l'autrice ce la metta proprio tutta per ostacolarlo. 

Breck, B. per l'esattezza, mi è piaciuta moltissimo. E' indecisa, timorosa e, spesso, porta avanti scelte e comportamenti insensati o che comunque non rispecchiano il volere del lettore. E' una donna che ama con tutta sé stessa ma riesce comunque a non perdere di vista i propri obiettivi. Di solito, in un romanzo, troviamo sostanzialmente due tipi di protagoniste: quella arrendevole e super romantica o quella indipendente e quasi impossibile da conquistare. B. incarna i lati migliori di entrambe le categorie facendo perdere la testa a Jamie (e a noi!!).

Ma vogliamo parlare del protagonista assoluto della storia, Jamie/Whiskey? L'ho amato senza remore o timori. Ho visto la sua evoluzione, negli anni, ho sofferto per le indecisioni e gli abbandoni di B., mi sono divertita a cavalcare le onde insieme a lui e ho apprezzato la sua ordinarietà. Sì perché, se vi aspettate il super figone di turno avete sbagliato libro. Jamie ha la sua buona dose di sex appeal ma, soprattutto, ha una testa (e che bella testa) sulle spalle. E' un ragazzo con dei sogni normali e concreti, un ragazzo senza grilli per la testa e terribilmente dolce e attento. E' davvero un principe coi fiocchi e ad alto tasso alcolico.

Questa è una lettera per il mio amore, Whiskey.
Spero solo che lui la legga.

Ho apprezzato tantissimo la scelta narrativa: leggere il diario/confessione di B. è emozionante e permette di vivere in maniera amplificata ogni momento che ci racconta. E' un viaggio lunghissimo in cui vedremo crescere, sbagliare e maturare entrambi i personaggi. L'autrice ci dà modo di affezionarci inconsapevolmente a loro, tanto è vero che a lettura conclusa è inevitabile sentire un po' di vuoto dentro. L'idea di associare questo amore alla passione per il Whiskey è stimolante e originale, pur essendo astemia e completamente estranea all'argomento, la Steiner è riuscita a coinvolgermi perfettamente in questa metafora lasciandomi proprio con il desiderio di assaporare l'aroma e il gusto di questo liquore che, al pari del libro, crea dipendenza.

La prosa è un mix perfetto di stili che si adattano, di volta in volta, al momento descritto. I dialoghi, a mio avviso, sono il vero punto di forza di un libro che ho amato dalla copertina all'epilogo. 
Ammetto che non è stata una lettura fatta a cuor leggero, ammetto di aver perso la pazienza (più di una volta), ma ammetto anche di aver amato questo libro con tutta me stessa. Mi sono innamorata del romanzo già dalla citazione iniziale e questo sentimento è andato in crescendo fino al super emozionante epilogo. Se siete alla ricerca di una lettura che lasci il segno, l'avete appena trovata!
Stra-consigliata!



giovedì 21 giugno 2018

Recensione "Lezioni di disegno" di Roberta Marasco

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo del nuovo romanzo di Roberta Marasco, "Lezioni di disegno", uscito la scorsa settimana per Fabbri Editori. Questo romanzo mi ha fatto provare una miriade di emozioni diverse: ancora una volta, la penna delicata di questa autrice ha toccato le corde del mio cuore e non vedo l'ora di parlarvene.
Buona lettura!


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Un amore finito, un impiego insoddisfacente lasciato indietro e una vita che, a 39 anni, non ha ancora messo radici e sta tutta in una valigia. Come quella con cui Julia arriva a Barcellona, nella lussuosa villa di Pedralbes che lei e le sorelle sono costrette a vendere dopo la morte della madre Gloria. Fra i ricordi di un padre autoritario e severo, complice della dittatura franchista, e i segreti di famiglia occultati fra le pareti delle stanze deserte, Julia ritrova anche una fotografia della madre da giovane, abbracciata a un bellissimo sconosciuto. Alle prese con la sfrenata nipote, figlia della ribelle Olga, Julia si trova a fare i conti con un passato pieno di rivelazioni. Dalla Barcellona in fermento degli anni Settanta, quella delle prime manifestazioni e delle assemblee femministe, dell'amore libero, della musica e della controcultura, emerge il volto segreto di Gloria, una donna che la figlia conosceva solo a metà, capace di vivere una passione clandestina e travolgente che molto ha da insegnare, sull'amore e sulla vita. E sulle ribellioni silenziose che ci conducono verso i nostri sogni.

Sono tanti gli elementi che possono rendere una lettura soddisfacente. Nel nuovo romanzo della Marasco, ci sono quasi tutti quelli che prediligo. Ci sono dei personaggi ben studiati e che hanno molto da dare; c'è un'ambientazione che, pur non essendo a me familiare, si è delineata in maniera chiara e limpida grazie alle dettagliate ed accurate descrizioni; c'è la forza incontrastabile e travolgente dei sentimenti che, nelle loro infinite sfumature, vuoi o non vuoi ti fa battere il cuore; c'è uno stile ricco, ricercato e inconfondibile che è una coccola per gli occhi e per la mente. Insomma, ci sono parecchi motivi per leggere questo romanzo!

La narrazione si divide su due piani temporali e ha per protagoniste una madre e una figlia. Capitolo dopo capitolo, acquisiamo qualche informazione in più sulle due donne e sulla loro vita. Da una parte abbiamo Gloria, la sua personalità indecifrabile, la madre che sacrifica il suo benessere per il bene delle figlie; dall'altra abbiamo Julia che, alla soglia degli -anta, ancora non ha trovato il suo posto nel mondo. Il punto d'incontro, sarà una fotografia ritrovata e il mistero celato dietro ad essa. Julia e le sue sorelle, anime diversissime tra loro, iniziano un viaggio più o meno consapevole alla ricerca di una verità sconvolgente che getta una luce nuova su ciò che è stato e, soprattutto, sulla figura enigmatica di Gloria.

Il vero amore è come una sorgente sotterranea, possiamo provare a nasconderlo, ma troverà sempre il modo di arrivare in superficie. E più lo soffochiamo, più sarà violento quando proromperà.

Vi chiederete il perché di un titolo così visto che, né io né la trama abbiamo accennato nulla in merito all'argomento. Non voglio svelare troppo sugli sviluppi della storia ma sappiate che un disegno, inteso come simbolo, come sfogo o come libertà di espressione, a volte può costituire un legame più forte di mille parole. Un legame che supera il tempo e le barriere fisiche e mentali, non vi dico altro.

L'autrice ci porta in una delle città più belle della Spagna, una città con una storia importante e un presente che tutt'ora fa discutere. Mi è capitato di visitare questo paese, ma non Barcellona. Eppure, ora mi sento un pizzico più vicina a questa realtà. E' innegabile e lampante il legame affettivo, sincero ma critico al punto giusto, che l'autrice nutre per la città. Credo sia stato il palcoscenico perfetto per la storia e le vite dei personaggi che la popolano. 

Nulla da dire sulla prosa dell'autrice, amo il suo stile e amo le storie che scaturiscono dalla sua penna. Ancora una volta è riuscita a creare, partendo da una vicenda familiare fondamentalmente semplice e (magari) già vista, un romanzo che coinvolge e appassiona il lettore che si approccia alla lettura del libro. Nulla è lasciato al caso, si vanno a toccare anche temi importanti, o che hanno avuto una forte valenza sociale in un determinato periodo storico, e lo si fa con cognizione di causa. Perfetto anche l'aspetto emozionale della vicenda, vi assicuro che i personaggi coinvolti hanno alle spalle delle storie particolari, e anche pesanti, e non era per niente facile coniugare e dosare i sentimenti, sia positivi che negativi, ma l'autrice ci è riuscita senza problemi.
L'unico appunto, se così posso definirlo, e la poca dinamicità iniziale: ci ho messo un po' a carburare e a lasciarmi coinvolgere completamente dalla storia ma, dopo i primi capitoli, tutto è andato per il verso giusto.
Credo, e spero, di non aver dimenticato nulla. Se siete alla ricerca di una storia diversa, lasciatevi trasportare dalle parole, e dall'arte, di Roberta Marasco.



mercoledì 20 giugno 2018

Recensione "Delitto nel campo di girasoli" di Marzia Elisabetta Polacco

Buongiorno, lettori.
Siamo arrivati a metà settimana e dopo avervi parlato di storia, intrighi, amori e passioni, oggi è la volta di un giallo delizioso che mi ha stupita in più di una occasione.
Si tratta di "Delitto nel campo di girasoli", di Marzia Elisabetta Polacco, vincitore del concorso 'Il mio esordio' e pubblicato da Newton Compton.
Buona lettura!


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Borghereto, sonnolento paesino dell'Umbria, ha poco da offrire a chi è in cerca di avventura. Così Leyla Prasad, una ragazzina con una passione smodata per il mistero e i libri gialli, passa il tempo scorrazzando in bicicletta per le campagne assolate. Finché una mattina, fra i campi di girasoli, trova il corpo senza vita di una bambina. Leyla si sente improvvisamente catapultata in una delle storie dei suoi libri, tanto più che il caso è affidato proprio a sua madre, il vice commissario di polizia Mirella Vergari. In un primo momento i sospetti sembrano convergere su un anziano del posto, un uomo scontroso e solitario, con pesanti precedenti penali. Il superiore della Vergari, il commissario Pantasileo, in cerca di visibilità, spinge per chiudere rapidamente il caso incriminando il vecchio. Ma la Vergari non è convinta della sua colpevolezza e si ostina a indagare, coinvolgendo negli interrogatori anche altre insospettabili figure del paese. Tutti, a quanto pare, hanno segreti da nascondere. Eppure, alla fine, sarà proprio con l'aiuto della figlia che il commissario Vergari arriverà alla verità...


Inizio subito col dirvi che il titolo e la copertina sembrano molto più seriosi e tetri di quanto in realtà sia la storia. L'autrice, infatti, mi ha subito shockata con un coppia di investigatori mooolto insolita: un vice commissario di provincia e... sua figlia! Ci tengo a dire che ho amato Leyla, un piccola ma grande protagonista dotata di un intuito e di uno spirito di osservazione fuori dal comune. Le sue doti saranno fondamentali ai fini della trama e della risoluzione del caso. 
Ma partiamo dall'inizio: il caso è ambientato in una piccola cittadina dell'Umbria dove, inutile dirlo, non accade mai nulla e le giornate lavorative del vice commissario Vergari scorrono placide e, fin troppo, tranquille. Sua figlia, Leyla, è una vera forza della natura che sogna di ripercorrere la carriera della madre, un giorno. Sembra che la ragazza, sia alla costante ricerca di attenzioni ma, a mio avviso, la sua esuberanza è solo un modo di fronteggiare i bulli della scuola e i pregiudizi sulla sua famiglia 'mista'. Trovo che sia un personaggio intelligente che mi è entrato subito nel cuore e che costituisce il vero nodo centrale della storia. E' lei a trovare il cadavere di una giovane compagna di scuola, lei a ripercorrere gli indizi e proporre nomi dei sospettati. In molte occasioni, mette in ombra i professionisti del settore, troppo impegnati a sottovalutarla per pensare in maniera logica alla verità delle sue ipotesi. Il suo rapporto con la madre è anomalo: almeno inizialmente, infatti, ho visto pochissimo istinto materno da parte di Mirella Vergari, mentre Leyla cerca in ogni modo di fare breccia nel suo cuore e renderla fiera (tranquilla, piccola, il mio cuore di lettrice ti è appartenuto dall'inizio alla fine).

Quell'insana fascinazione per la morte era cosa recente: fino a pochi mesi prima, di cadaveri ne aveva incontrati solo sulla carta, nei libri gialli che leggeva. Non le procuravano fastidio né la mettevano a disagio: erano il mezzo necessario per il dispiegarsi dell'enigma. Niente cadavere, niente assassino. Ed era quello ciò che la intrigava: scoprire il colpevole prima di arrivare alla fine.

La cosa che mi è piaciuta di più, del libro, è stata la capacità di raccontare un caso di omicidio, per di più ai danni di una giovanissima ragazza, in maniera leggera e, quasi frivola. Non si tratta, infatti, di un giallo macabro e dai risvolti inquietanti, assomiglia più ai racconti di Agatha Christie in cui le indagini sono ironiche e spassose, più che seriose e tecniche. Mi è piaciuta moltissimo la prosa dell'autrice e l'idea attorno alla quale ha costruito il suo romanzo. Non mi era mai capitato di leggere una storia del genere. Si tratta, senza dubbio, di una vicenda semplice ma al tempo stesso interessante da scoprire, soprattutto perché la Polacco ci mostra tutto dagli occhi di una bambina esuberante e arguta come Leyla. Nel giro di poche ore mi sono ritrovata a girare l'ultima pagina del libro che ha decisamente un ritmo narrativo molto veloce e una trama ricca di personaggi e avvenimenti. 
Per essere un romanzo d'esordio è assolutamente promosso, spero di poter leggere altre avventure di questa strana coppia. Se amate il genere e le indagini alternative, sono certa che apprezzerete moltissimo la lettura ma vale comunque la pena dare una possibilità alla piccola Leyla, investigatrice in erba e dal promettente futuro!



martedì 19 giugno 2018

Recensione "King" e "Queen" di Meghan March

Buongiorno, lettori. 📚
Oggi vi aspetta una doppia recensione sui primi due capitoli di una trilogia davvero bollente che, nonostante non sia un'appassionata del genere, mi ha colpita.
Si tratta di "King" e "Queen", due romanzi dell'autrice Meghan March arrivati in Italia grazie a Sem Libri.
Buona lettura!

**PUO' CONTENERE SPOILER**


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New Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto. Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova alle prese con un business da uomini. Lei non sa che la volevo da molto tempo. D'ora in avanti io sarò il suo padrone. E poi potrei anche tenerla solo per il mio piacere. è il momento di riscuotere il mio debito. Keira Kilgore è proprietà di Lachlan Mount.

Nel primo romanzo della serie, 'King', conosciamo i due protagonisti che ci toglieranno il respiro in più di una occasione. Inizio subito col dirvi che rispecchiano pienamente il cliché del genere: lui, potente e perfido; lei, innocente fino a prova contraria. Devo dire, però, che l'autrice è riuscita a coinvolgermi da subito nella vicenda, nonostante la trama non originalissima. Inaspettatamente mi sono piaciuti entrambi: Lachlan non è tormentato da chissà quali fantasmi del passato, direi che è solo molto concentrato a mantenere il potere sulla città del peccato, New Orleans. Anche Keira non è sprovveduta come sembra, ma pienamente consapevole del gioco perverso in cui la coinvolge Lachlan. 

I nostri occhi si incrociano e io irrigidisco la schiena sollevando il mento con orgoglio, mentre si consuma in silenzio la battaglia delle nostre volontà. Entrambi sappiamo che sarò io a perdere.

Il libro, essendo relativamente breve, si gioca tutto sull'equilibrio precario nel rapporto tra i due. Lui comanda, lei si ribella e così via in una infinita e sfiancante lotta per il potere che, in realtà, non hanno nessuno dei due (anche se sembrano inconsapevoli della cosa). Appare subito chiaro, infatti, che i presupposti con i quali hanno iniziato questo rapporto, non valgono più e che nuovi meccanismi, ingovernabili e non previsti, li legano profondamente e irrimediabilmente. 
Trattandosi di un primo libro di una serie, sono molti gli elementi che restano in sospeso (soprattutto l'epilogo!!!!). Tuttavia l'autrice è riuscita a trasmettermi la voglia, e la curiosità, di andare avanti con la storia per scoprire la vera essenza di questi due personaggi e il futuro del loro rapporto.

Io sono la sua distrazione, il mio corpo è il suo giocattolo. Ho dovuto cedere, non avevo scelta. Lo odio, mi dico, ma ogni volta che entra da quella porta sento un brivido. Come posso desiderarlo e detestarlo allo stesso tempo? Mi sta facendo impazzire. Non dovevo finire in questo gorgo, dovevo immaginare che Lachlan Mount è un maschio senza regole. Ma non ho nessuna intenzione di arrendermi, non voglio che veda le mie debolezze. Pagherò il mio debito e manterrò intatto il mio cuore.

Tutt'altra storia, invece, quando si parla di 'Queen'. Questo secondo romanzo, infatti, mi è piaciuto decisamente più del primo: l'ho trovato più completo, più intenso e meno scontato. Ho scoperto che la luce può penetrare anche nell'animo più buio e che tutte le certezze possono svanire in un attimo quando l'attrazione diventa irrefrenabile e profonda. Nel libro, l'autrice scava ancora più a fondo nei suoi personaggi, facendo luce sul passato di Lachlan e lasciando il lettore a bocca aperta con qualche colpo di scena. Ho apprezzato tantissimo il fatto che, pur mostrando un lato più umano e 'quasi' dolce di Mount, l'autrice non abbia stravolto la sua personalità e la sua attitudine al comando e al controllo. 

Non sono una brava persona. La mia anima è nera. Il mio cuore è di pietra. La mia reputazione non è né un mito né una leggenda, ma una collezione di fatti. Se esistesse una bilancia per misurare la purezza di qualcuno, io farei schiantare uno dei due piatti a terra, con il peso dei miei peccati. E ci riderei su.

Questo secondo libro è decisamente più dinamico ed emozionante, rispetto al primo. E' una storia accattivante, sensuale a livelli altissimi, in alcune pagine, ma allo stesso tempo crudele e violenta. No, Lachlan non è una carnefice (perlomeno non nei confronti di Keira) ma la sua personalità e il suo carisma trasuda in maniera prepotente in entrambi i libri. E' un protagonista che non ammette repliche, un personaggio che si ama o si odia senza zone grigie. L'evoluzione di Keira è più radicale, invece. Grazie a Mount, infatti, acquisisce e risveglia doti che non sapeva nemmeno di avere. Lui a rende viva, intraprendente e spietata ad un livello che non credeva di poter raggiungere. Dopo aver letto entrambi i romanzi, capisco la scelta dei titoli: siamo davvero di fronte al Re e alla Regina di New Orleans e, a questo punto, non vedo l'ora di scoprire cosa combineranno nell'ultimo capitolo della serie!

Come vi accennavo all'inizio, non si tratta di certo di una storia sconvolgente o super originale ma, nell'insieme, mi è piaciuta. La March, e la sua prosa irriverente e senza fronzoli, mi ha regalato parecchie emozioni e momenti bollenti con due libri non brillanti ma intriganti e accattivanti all'ennesima potenza. E' una serie perfetta per tutte le amanti del genere erotico e New Adult.
Nonostante i suoi limiti, sono certa che ne resterete completamente ammaliati e conquistati. 
Aspettando il capitolo finale, lo promuovo (quasi) a pieni voti.