lunedì 7 maggio 2018

Recensione "Solo la verità" di Karen Cleveland

Buongiorno cuori librosi,
iniziamo la settimana con una storia straordinaria che mi ha tenuta con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Si tratta del romanzo "Solo la verità", di Karen Cleveland, pubblicato la scorsa settimana da Dea Planeta.
Buona lettura!


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Pochi clic separano Vivian Miller, analista del controspionaggio della CIA, dal suo obiettivo. Un algoritmo da lei ideato, due anni di ricerche, svariati tentativi falliti: tutto precipita verso la breve sequenza di gesti che le consentirà di violare il sistema operativo di Jurij Yakov e smascherare una rete di spie russe presenti sul territorio degli Stati Uniti. Ma quando la cartella Amici, rivela finalmente il suo contenuto, il mondo di Vivian crolla in un istante. Perché a restituirle lo sguardo dal pc di Yakov sono gli occhi scuri e profondi di Matt. Il suo Matt. L'uomo della sua vita e padre dei suoi quattro figli. Di colpo non è più solo il futuro professionale di Vivian a essere in discussione, ma il suo presente, il suo passato. Mentre dentro di lei ogni certezza va in pezzi, la memoria corre a ritroso: l'incontro fortuito e quel caffè rovesciato sulla camicia di Matt (le goffe scuse di lei, il sorriso di lui); il primo appuntamento nel ristorantino italiano; l'improbabile proposta di matrimonio in aeroporto; la ricerca della casa perfetta nei sobborghi di Washington; la nascita di Luke. Una bugia lunga dieci anni. Un incubo privato destinato a trasformarsi in concitato intrigo politico dove la posta in gioco si fa di ora in ora più alta.

..Sostenere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, esterni e interni...

Però Matt non è un nemico. Non è un cattivo. E' una brava persona, una persona onesta, si sono approfittati di lui quand'era piccolo, è intrappolato in circostanze al di là del suo controllo.

Ho iniziato la lettura di questo libro avendo visto solo la copertina e letto l'interrogativo posto. Non avevo proprio la più pallida idea di cosa avrei trovato nella vita di Vivian Miller. Il suo personaggio mi è piaciuto moltissimo: prima di tutto, è una donna intelligentissima e molto tenace. Il modo in cui ha affrontato una situazione non facile e rischiosa, ha dato un pizzico di umanità ad una donna che sembra di ghiaccio e votata al suo dovere per la difesa della sua patria. Dal lato opposto del ring, troviamo Matt, il nostro protagonista maschile. E' un uomo affabile, premuroso, una persona su cui poter contare. L'uomo perfetto, a prima vista, se non fosse per il piccolissimo, quasi insignificante (aggiungerei), dettaglio: non è chi dice di essere. Nemmeno il suo nome è reale.
Si delinea un quadro davvero surreale: Vivian, abituata a sventare pericoli e smascherare i cattivi, si ritrova sposata con un perfetto estraneo di cui, a questo punto, non può prevedere nulla.
Oltre all'impatto emotivo di una simile rivelazione, c'è in gioco la sicurezza nazionale. Cosa c'è stato di vero nei suoi dieci anni di matrimonio? E' possibile che sia stata davvero solo una finzione sapientemente orchestrata e decisa a tavolino?

Certe volte pensiamo che nascondere la verità sia il modo giusto per proteggere le persone che amiamo.

La parte migliore della storia è il dubbio perenne sulla lealtà dei personaggi, soprattutto su quella di Matt che, pur essendosi rivelato una persona dalla morale mooolto discutibile, ha interpretato alla grande il suo enigmatico ruolo. Fino alla fine, e forse anche a lettura conclusa, vi domanderete cosa gli passa per la mente e il cuore, sempre ammesso che ce l'abbia!
Potremmo identificarlo come una versione seria, più misteriosa e crime, del celebre film Mr e Mrs Smith. L'autrice ha sviluppato la sua trama in maniera perfetta e coinvolgendo pienamente la mente di chi si appresta a leggere il suo romanzo. Non c'è mai un momento in cui una decisione, o un comportamento, appaiono chiari.. solo alla fine riuscirete a trarre le vostre conclusioni.
Lo stile è molto pulito e diretto, la Cleveland non le manda certo a dire. Il ritmo è incalzante ed ogni capitolo termina con un colpo di scena che rende impossibile abbandonare la lettura. L'ho divorata nel giro di poche ore, apprezzando ogni elemento della storia e dei personaggi. Senza appesantire la trama, l'autrice riesce ad intrecciare e sbrogliare una vicenda delicata e complessa. 
Sono rimasta pienamente soddisfatta dal libro e ne consiglio la lettura!



venerdì 4 maggio 2018

Recensione "Il posto delle margherite" di Monica Peetz

Buongiorno cuori librosi,
oggi vi parlo di un romanzo tutto al femminile che mi è piaciuto moltissimo. Una storia che insegna a non arrendersi: alle difficoltà, alle pene d'amore e al tempo. Si tratta de "Il posto delle margherite", scritto da Monika Peetz e pubblicato da Garzanti.
Buona lettura!


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Kiki ne ha abbastanza della vita di città: ore e ore a girare inutilmente prima di trovare parcheggio, tormentata dal rumore incessante di lavori in corso che sembrano non finire mai. Per lei è arrivato il momento di cambiare aria e acquistare quel vecchio casolare in campagna di cui è innamorata per farne un bed and breakfast. È da qui, da questo luogo circondato da sconfinate distese di margherite e immerso nella calma dei laghi, che ha intenzione di ricominciare da capo. Ma a poche settimane dall'inaugurazione dell'albergo, si rende conto che c'è ancora tanto, troppo da fare: non riuscirà mai ad aprire in tempo. Per fortuna, arrivano a darle man forte le sue amiche di sempre, che hanno deciso di anticipare la loro gita annuale e di raggiungere Kiki nel suo paradiso in mezzo al verde. Forse può essere l'occasione giusta per passare del tempo insieme. Del resto, è stato per tutte un anno complicato: Caroline, avvocato, è tuttora alle prese con un caso difficile; la timida Judith è sempre alla ricerca di un suo equilibrio; Estelle non sopporta più l'invadenza del figlioccio e della sua consorte. E poi c'è Eva, l'intrepida mamma single che fatica a tenere a freno l'esuberanza del figlio. Tra confidenze, litigi, consigli e qualche bugia a fin di bene, le «amiche del martedì» si rimboccano le maniche e insieme realizzano il sogno di Kiki, riscoprendosi più unite diprima. Sono sicure che ormai niente potrà dividerle. A meno che al bed and breakfast non si presenti un uomo misterioso intenzionato a conquistarsi la simpatia di ognuna di loro... Senza eccezione.

Questo romanzo ha subito catturato la mia attenzione per la deliziosa copertina dai colori vivaci e allegri, perfettamente abbinati alla primavera appena iniziata. Ciò che mi ha colpito molto è stata la scelta dei personaggi: si tratta di cinque amiche, non più giovanissime, che sembrano non aver nulla in comune se non l'appuntamento del martedì e la vacanza che ogni anno si concedono tutte insieme. E' stato molto interessante approcciarsi ad una storia tutta al femminile, con tutti i limiti del caso. Sì, perché le donne sono tutt'oggi materia di studio per la loro complessità e le loro mille sfumature, l'autrice è stata molto coraggiosa ad affrontare una storia con tante protagoniste tutte diverse e particolari, a modo loro. L'animo sognatrice di Kiki è quello che ho apprezzato di più ma, in generale, si tratta di un gruppo omogeneo ed equilibrato: i limiti di una vengono compensati dai punti di forza delle altre. Il progetto si rivela subito ambizioso, nonostante l'amicizia, nessuna delle protagoniste si fa remore ad esprimere la propria opinione al riguardo. Questa sincerità e schiettezza mi ha permesso di conoscere nel profondo ognuna di loro, senza artifici o sorrisi di circostanza.

L'unico personaggio maschile degno di nota, è il primo ospite del bed & brakfast, un uomo misterioso che ho fatto fatica ad inquadrare, a differenza delle signore. Per quasi tutta la vicenda si muove nell'ombra con gesti calcolati e frasi studiate, ha sempre la risposta giusta al momento giusto. Questa sua enigmatica personalità scatenerà opinioni e reazioni contrastanti nel gruppo seminando un po' di pepe e curiosità nella storia. 

Molto, molto carina tutta la parte dedicata all'ambientazione. Siamo in un paesino di campagna dove tutti si conoscono e la natura è la vera artista. A livello paesaggistico, l'autrice non si risparmia e ci regala degli scorci naturali meravigliosi, distese fiorite e le acque placide di un lago. Viene proprio voglia di regalarsi un week end fuori porta, immersi nel verde e nei suoni calmi e rilassanti della natura.

La prosa di Monika Peetz è una vera coccola per gli occhi, ho trascorso delle ore piacevoli in compagnia di questa storia e di cinque donne straordinarie e combattive che troveranno il coraggio, e la forza, di superare tutti i propri limiti. Bella l'idea, bello il contesto e ottimo racconto. Nella semplicità ho riscontrato una trama solida e ben costruita che non mi ha annoiato ma, anzi, mi ha riservato molte sorprese ed emozioni. Se amate le storie al femminile e incentrate sull'amicizia, avete trovato il libro che fa per voi. Lo consiglio!



giovedì 3 maggio 2018

[Review Party] "Il tatuatore" di Alison Belsham

Buongiorno cuori librosi,
esce oggi "Il tatuatore", di Alison Belsham, un thriller particolare e interessante edito da Newton Compton. Buona lettura!


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Brighton. L’ispettore Francis Sullivan, giovane e ambizioso, è stato appena promosso, e questo è il suo primo caso importante. Marni Mullins, una tatuatrice di Brighton, ha trovato un corpo orribilmente scuoiato. Dalle prime indagini sul cadavere risulta chiaro che non si tratta di un omicidio isolato ma dell’opera di un serial killer. Il modus operandi e la firma sono agghiaccianti: mentre la vittima era ancora in vita, l’assassino ha rimosso intere porzioni di pelle, presumibilmente tatuate. Questa pista porta Sullivan a credere che una come Marni, che conosce il mondo dei tatuaggi come le sue tasche, sia l’unica persona in grado di aiutarlo. Ma lei ha tante ragioni per non fidarsi della polizia. E quando riuscirà a identificare il prossimo bersaglio del killer, lo dirà a Sullivan o si metterà da sola alla ricerca del “Ladro di Tatuaggi”? 

Trattengo il fiato mentre la lama si fa strada nella pelle, godendomi il brivido che mi corre lungo la schiena, il sangue che mi ribolle rovente nel ventre. Sarà morto prima ancora che abbia finito.
Non è il primo. E non sarà l'ultimo.

La nostra storia inizia a Brighton, un ridente cittadina che si affaccia sul canale della Manica. La Belsham ci propone due protagonisti ben costruiti ed interessanti, soprattutto nel caso di Marni Mullins. Questa donna è una bravissima tatuatrice che cerca di essere anche una buona madre e di mantenere rapporti civili con il suo ex marito. E' una donna meticolosa, nel suo lavoro, una che sa il fatto suo e coglie particolari preziosi che la rendono una parte imprescindibile nelle indagini collegate al killer 'Ladro di tatuaggi'. L'ispettore Sullivan, ha un percorso tutto in salita e delle buone capacità investigative ancora tutte da dimostrare. Non è il classico maschio alfa e riconosce i meriti di Marni. Pur essendo profondamente diversi, per ruoli ed estrazione sociale, insieme funzionano alla grande.

Non succede mai nulla qui. E invece qualcosa era appena successo, e lei c'era finita proprio in mezzo. Un uomo era morto. C'era qualcosa in quel corpo che riaccendeva la luce nei meandri bui della sua memoria. Qualcosa di familiare. Ma che cosa?

Il caso del 'Ladro di tatuaggi', si rivela enigmatico sin dall'inizio. L'autrice sceglie di portare avanti la sua storia con più narratori, tra cui lo stesso killer, tenendo il lettore sulle spine fino alla fine. Inizialmente, non lo nego, questa scelta non mi è sembrata molto furba: ci si mette un po' a memorizzare i vari personaggi e i ruoli che svolgono nella vicenda, ma dalla seconda metà del libro tutto acquista più concretezza e senso. La confusione iniziale non viene del tutto dissipata ma, almeno, grazie agli indizi lasciati qui e là dall'autrice, sono riuscita a a portare avanti qualche ipotesi.
Questo è il classico thriller in cui, più che identificare il responsabile, è curioso scoprire il perché del suo modus operandi. Su questo punto, avrei sviluppato meglio la storia arricchendola di qualche particolare in più che, a mio avviso, avrebbe aiutato a comprendere meglio il tutto.

E' così che mi chiamano sui giornali. Il Ladro di Tatuaggi. L'intera città vive nella paura. Temono il mio coltello. Ma ho quasi finito. Solo un altro paio di nomi sulla mia lista e tornerò di nuovo nell'oscurità, dopo aver lasciato il segno e aver dato al Collezionista ciò che il suo cuore desidera di più.

La particolarità del libro risiede, senza dubbio, nel tema trattato: il mondo dei tatuaggi. La Belsham non si risparmia e, dopo un evidente lavoro di ricerca/esperienza personale, ci apre le porte su una materia interessante e sempre attuale. E' incredibile come un disegno possa rivelare tanti particolari sulla persona che lo ha eseguito. Forse le descrizioni su questo argomento sono state la mia parte preferita. E' una storia che ha ottime basi e un'idea originale come tema principale ma, in alcuni punti, andava sviluppata meglio per mantenere un livello di coerenza costante. 
La prosa dell'autrice è molto scorrevole, diretta e cruda (quando serve). Se siete deboli di stomaco, possono esserci un paio di scene che non fanno proprio al caso vostro ma, nel complesso, è un ottimo thriller che concilia benissimo la parte crime e quella quotidiana e più reale dei personaggi. 
Se siete amanti del genere, lo apprezzerete sicuramente!


Scopri altri pareri sul libro seguendo il review party!



mercoledì 2 maggio 2018

Recensione in ANTEPRIMA "I giorni della follia" di Javier Castillo

Ben ritrovati cuori librosi,
dovevo assolutamente mettere nero su bianco la recensione de "I giorni della follia", di Javier Castillo, un thriller mozzafiato in uscita domani per Harper Collins.
Buona lettura!



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Boston, 24 dicembre. Un uomo cammina per le strade del centro. È nudo, coperto di sangue e tiene in mano la testa mozzata di una giovane donna. 

Arrestato dalla polizia, viene affidato al dottor Jesse Jenkins, direttore dell'ospedale psichiatrico della città, al quale viene presto affiancata Stella Hyden, profiler dell'FBI, incaricata di aiutarlo con una valutazione psicologica che si prospetta particolarmente difficile, visto che lo sconosciuto si limita a rispondere alle domande con un sorriso sibillino.

Qualche giorno dopo il direttore riceve una cassa. Sul biglietto che la accompagna ci sono un nome, Claudia Jenkins, e un asterisco a nove punte sul retro. Nella cassa c'è la testa la testa di sua figlia...

Chi è l'uomo che i media hanno soprannominato il decapitatore? È stato lui a uccidere le due ragazze? E perché?

Per scoprirlo, Jesse e Stella si addentrano in un'indagine inquietante, che metterà in gioco le loro vite e li condurrà fino a Salt Lake City e a una storia irrisolta di diciassette anni prima.

Tralasciando il fatto che non andrò mai, e dico mai, a vivere a Boston (dato che un thriller su due è ambientato in questa città), posso dirvi che questo libro si è rivelata una lettura eccezionale e che mi ha messo a dura prova. La trama è complicatissima e viene sviluppata su vari livelli temporali e da più punti di vista. Il pezzo forte della storia sono proprio i personaggi che rivestono dei ruoli complicati e molto border line. A fine lettura, faccio ancora fatica a distinguere le personalità sane da quelle che avrebbero bisogno di una visita psichiatrica immediata. Il libro inizia in maniera molto cruenta e prosegue su questa linea. Molte ragazze, senza apparenti legami, spariscono nel nulla dopo aver ricevuto un cartellino con sopra scritto il proprio nome e un segno particolare che costituisce un vero e proprio bersaglio da colpire. Ad indagare sui crimini troviamo Stella Hyden e Jesse Jenkins, due personalità interessanti e complesse che hanno in comune molto più di quanto si aspettano. Il presunto folle omicida che hanno davanti, non è lì per caso, li ha scelti. Sono rimasta completamente sconvolta dalla freddezza e dalla lucidità del decapitatore. Questo personaggio ha catalizzato completamente la mia attenzione e mi ha spinto a leggere, con avidità, le pagine per scoprire la sua storia e il suo ruolo in quello che si dimostrerà essere un piano assolutamente folle da ogni punto di vista.

La cosa peggiore quando si perde qualcuno non è sapere che è morto, 
ma non sapere nulla.

L'autore è un vero deus ex machina che gestisce la storia e i suoi personaggi come pedine di una gigantesca scacchiera. Nessuno di loro ha veramente il controllo dell'azione perché non sono altro che strumenti inconsapevoli di un disegno grandioso, quanto perverso, che mi ha tenuto con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Ci sono stati momenti in cui ho perso completamente la bussola, non sapendo più chi erano i buoni e chi i cattivi, fino all'epilogo che mi ha sconvolta completamente. Ho fatto ipotesi, ragionato e valutato ogni elemento, e personaggio,  del libro ma non mi sarei mai aspettata un finale del genere. Mi piacerebbe dirvi di più, su questo, ma rischierei di rovinarvi la parte migliore. Vi basti sapere che "I giorni della follia" è, senza dubbio, uno dei thriller migliori che ho letto quest'anno. Ha tutti i numeri per stupire e conquistare gli appassionati del genere e sono certa che, se gli concederete un'occasione, lo farà. L'autore è una vera scoperta, ho apprezzato il suo stile e devo riconoscere che il progetto iniziale era molto ambizioso. E' stato molto bravo nel mantenere il livello di suspense sempre al massimo senza far perdere dinamicità alla storia. Lo scenario cambia di continuo ed è impossibile staccare gli occhi dalle pagine. L'ho divorato nel giro di un pomeriggio e sono felicissima di aver avuto la possibilità di leggerlo. Da tempo non mi capitava di essere totalmente rapita da un libro. Pur non essendo propriamente un thriller psicologico, vi assicuro che troverete comunque delle personalità molto interessanti da scoprire.
Per quanto mi riguarda è promosso a pieni voti!



[Blogtour] "Il tatuatore" di Alison Belsham

Buongiorno lettori,
si conclude oggi il tour dedicato a "Il tatuatore", di Alison Belsham, in uscita domani per Newton Compton. In questi giorni ci siamo immersi nel libro parlando di tatuatori, tatuaggi e studiando la location in cui si svolge la vicenda e concludiamo il nostro viaggio parlando di serial killer 'marchiatori', ovvero quei killer che si sono contraddistinti per lasciare un proprio segno, un marchio appunto, sulle proprie vittime.
Buona lettura!


Con la parola serial killer, assassino seriale, possiamo definire tutta quella categoria di assassini che hanno lasciato dietro di loro una scia di omicidi più o meno simili tra loro. 
Si tratta di personalità interessanti, a volte folli altre perfettamente capaci di intendere e di volere, che hanno un marchio di fabbrica che si sviluppa nella scelta delle vittime o nel modus operandi. In un certo senso, si tratta di una firma che li rende riconoscibili ed indentificabili.
E' per questo che possiamo definire questi individui con determinati aggettivi, tra i più celebri e crudeli possiamo citare Jack 'Lo Squartatore', autore di cinque delitti accertati ai danni di prostitute che venivano sgozzate e poi orribilmente mutilate.




Parlando di tempi cronologicamente più vicini a noi possiamo citare Albert Fish, passato alla storia con l'appellativo di 'Vampiro di Brooklyn' che, agli inizi del '900, fu ritenuto responsabile degli omicidi di almeno cinque bambini tutti afroamericani e sospettato di svariati crimini simili. Il suo modus operandi, prevedeva la tortura delle vittime e il cannibalismo delle stesse. 



Negli anni '50/'60, un'altra personalità interessante passa alla storia con ben trenta omicidi accertati ai danni di giovani ragazzi. Siamo in Texas e, dietro il nome di 'Candy Man', Dean Corll irretiva le sue vittime donando dolciumi della sua fabbrica ad adolescenti che, dopo violenze e stupro, venivano fatti scomparire nel nulla e uccisi.



Sul territorio nazionale voglio citarvi, invece, il primo serial killer del nostro paese, Vincenzo Verzeni che a fine '800 terrorizzò la provincia bergamasca con due brutali omicidi e svariati tentativi di aggressione tutti ai danni di vittime femminili. Lo 'strangolatore di donne', dopo aver strangolato la vittima, mutilava il corpo, rimuovendo interiora, organi genitali e parte del polpaccio, e lasciava vicino alla povera sventurata una serie di spilloni forse utilizzati per parafilia (ricerca del piacere tagliando e pungendo un corpo). Il vampiro della bergamasca dichiarò, inoltre, di mordere e mangiare volutamente le sue vittime per puro piacere personale.


E dopo questa piccola carrellata di personalità, ai limiti della follia, non vi resta che aspettare domani e scoprire, in libreria, un thriller davvero interessante che mi è piaciuto moltissimo.
Insieme a tantissimi blog, festeggeremo l'uscita del libro con un grande review party.
A domani e grazie per essere stati con noi in questi cinque giorni!






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