Buongiorno lettori,
iniziamo la settimana alla grande con una stupenda anteprima per Casa Editrice Nord.
Si tratta de "La voce delle cose perdute", di Sophie Chen Keller.
Questo romanzo mi ha, letteralmente, fatta innamorare per la sua delicatezza ed eleganza.
Buona lettura!


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Una sera d'inverno, una vecchia mendicante gira per le strade di New York in cerca di un riparo, quando una donna apre la porta della sua pasticceria e la invita a passare lì la notte. La mattina dopo, la vecchia è scomparsa, lasciando un libriccino di ricette . Da allora, la pasticceria è diventata la più frequentata della città, perché i dolci preparati grazie a quelle ricette non sono solo deliziosi: i biscotti curano i reumatismi, le gallette migliorano l'umore e la torta paradiso fa dimagrire... è un finale da favola, finché, un giorno, il libriccino sparisce. Walter odia le parole. Soffre di un disturbo che gli impedisce di articolare bene i suoni e, un giorno, stanco delle prese in giro dei coetanei, ha smesso di provarci. Ha deciso di chiudere la bocca e aprire gli occhi. Adesso, a dodici anni, Walter osserva, nota cose che a tutti gli altri sfuggono, distratti come sono da chiacchiere inutili. È diventato bravissimo a ritrovare le cose perdute. Ecco perché, quando il libriccino della madre sparisce, lui si lancia alla sua ricerca col suo unico amico, Milton, un Labrador grassoccio e intraprendente. Insieme, Walter e Milton si avventurano negli angoli dimenticati di New York, incontrando persone che per gli altri sono invisibili: dalla donna che tutte le mattine raccoglie le lattine per strada a una coppia delusa dal mondo che si è ritirata in uno scalo abbandonato della metropolitana. Grazie alle loro storie, Walter scoprirà generosità e speranza, solitudine e rimpianti, ma soprattutto capirà che la vita è un dono troppo prezioso per guardarla scorrere. E così riuscirà non solo a trovare le pagine del libriccino, ma pure il coraggio di aprirsi agli altri e di dare voce ai suoi sogni.

Non so ancora che cosa mi aspetti e forse fallirò, ma la mia mente è lucida, così come i miei movimenti, e non mi sento più tanto bloccato dalla paura. Il coraggio che ho appena scoperto dentro di me è fragile, sta mettendo radici, ma ho fatto il primo passo. 

Questo libro è stato definito 'una favola moderna' e non potrei essere più d'accordo. Me ne sono innamorata già dopo l'incipit e questo sentimento è cresciuto pagina dopo pagina, in un tornado di emozioni e fantasia che non mi aspettavo di trovare. La nostra storia è ambientata nella caotica New York ma, tutti in posti che visitiamo c'è una calma e una tranquillità inaspettata. La pasticceria della mamma di Walter è un vero paradiso di zucchero e magia, non troverete in nessun altro posto delle simili delizie e, per questo, sono anni che il locale accoglie giornalmente centinaia di clienti felici e soddisfatti. Come in ogni fiaba che si rispetti, il merito è tutto di una 'fata madrina' particolare che, per ricambiare un gesto gentile, ha donato un libro in cui sono contenute queste meravigliose ricette. Il rapporto di Walter con il mondo è filtrato da strati e strati di barriere protettive, la sua non brillantissima capacità nel parlare in pubblico, lo ha confinato in una solitudine forzata nella quale sono ammesse pochissime persone. Questo bambino mi ha emozionato molto: trovo che la scelta di far ricadere proprio su di lui il ruolo di protagonista, sia stata ben ponderata ed elaborata. E' stato impossibile non innamorarsi del suo mondo e del fedele compagno peloso, Milton.

Non c'è motivo di avere paura di smarrirsi: ciò che è perduto sarà ritrovato da chi è abbastanza coraggioso da aprire gli occhi per vedere, ora lo so.

'La voce delle cose perdute', ci aiuta a guardare oltre l'apparenza. Ci invita a soffermarci su dettagli insignificanti della nostra quotidianità perché è proprio nei particolari che, a volte, si trova la soluzione ad un problema. Walter è un meastro straordinario in questo viaggio alla ricerca di oggetti ed emozioni. Si tratta di un romanzo non scontato, in grado di ammaliare la mente di chi legge. C'è magia, fantasia e la voglia di togliersi di dosso il peso di responsabilità e complicazioni per lasciare spazio alla semplicità dei piccoli gesti che possono portare un beneficio, immenso ed immediato, nella vita di ognuno di noi. Entrare in questo libro, al pari di entrare nella pasticceria di Walter, equivale ad ottenere un rimedio semplice e veloce per distogliere la mente dai problemi quotidiani e sognare un po', ad occhi aperti, insieme a lui e ad altri splendidi personaggi che ho amato moltissimo.
La prosa dell'autrice, in linea con la storia e una cover meravigliosa, è molto elegante e delicata; si legge con piacere e coinvolge a trecentosessanta gradi.
Non è mai troppo tardi per cercare la felicità e, leggendo questo libro, sarete un passo più vicini ad ottenere la vostra dose di serenità giornaliera: provare per credere!



Buongiorno lettori,
chiudiamo la settimana con una storia particolare che mi ha affascinata moltissimo.
Si tratta del nuovo romanzo di Cristiana Astori, "Tutto quel buio", edito da Elliot.
Il genere richiama molto quello del mio amato Carlos Ruiz Zafon, ma molto meno soprannaturale e fantasy.
Buona lettura!


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Susanna Marino, una studentessa squattrinata laureata in cinema, viene incaricata da un misterioso collezionista torinese di ritrovare una preziosa pellicola degli anni Venti, scomparsa durante l'occupazione nazista. Il regista è l'ungherese Károly Lajthay, il titolo "Drakula halála". Si dice infatti che sia questo, e non il "Nosferatu" di Murnau, il primo film in cui compare il personaggio di Dracula di Bram Stoker; nessuno però è mai riuscito a trovarlo, o, se l'ha fatto, non l'ha potuto raccontare. La pellicola pare infatti maledetta, e una mano misteriosa uccide chiunque tenti di venirne in possesso. Una volta giunta a Budapest, Susanna dovrà muoversi in una città dalle atmosfere espressioniste, tra tetti acuminati e oscuri sotterranei, in mezzo a cacciatori di pellicole privi di scrupoli, poliziotti sospettosi e ambigui musicisti noise, lungo una pista di sangue che affonda le radici in un tragico passato.

A volte neanche ci pensiamo, ma ci muoviamo su fili fragili.
Su intrecci di vuoti e ombre che neanche vediamo, e di cui non ci accorgiamo, ma loro sono lì, puntuali, e prima o poi ci chiedono il conto.

Ho acquistato questo libro quasi per caso, sono stata attratta subito dal titolo e leggendo la trama me ne sono ufficialmente innamorata. La lettura si è rivelata una sorpresa continua, molto intensa e accattivante. Ho scoperto in Susanna, un personaggio poco idealizzato e molto intraprendente. Pur essendo una donna, sola e in una città sconosciuta, non si perde d'animo e persegue il suo obiettivo con una tenacia fuori dal comune. Ho fatto il tifo per lei sin dall'inizio, sono entrata subito in sintonia con il suo personaggio e, durante la lettura, ho provato ogni singola emozione e sensazione che sentiva lei. Tensione, paura, incertezza e solitudine sono solo alcune sfaccettature suscitate dalla prosa dell'autrice. E' stato semplice immaginare ogni vicolo buio e ogni rudere misterioso di Budapest grazie alle accurate descrizioni e all'amore per i particolari dimostrato dall'autrice. Susanna non è l'unico personaggio degno di nota del libro, nel romanzo anche i personaggi minori sono fondamentali e curati nel dettaglio. 

La storia ci ha dimostrato che il Male non si spegne nel corso dei secoli
(...) piuttosto si moltiplica, come tutti i parassiti.

L'idea di base, attorno al quale ruota l'intera storia, è molto interessante. Mi sono appassionata moltissimo alla ricerca della pellicola perduta e ho scoperto un modo che non conoscevo, un mondo misterioso e pericoloso in cui è meglio, a volte, non mettere il naso. Le sfide che la protagonista affronta, alla ricerca del 'Dracula halala', sono molteplici e la mettono alla prova sotto ogni punto di vista sia fisico che mentale. Le tinte gotiche e noir della prosa, rendono la lettura avvincente. La suspense attanaglia con una morsa strettissima la mente del lettore, rendendolo incapace di abbandonare la lettura. Che dire dell'epilogo? Un vero colpo da maestro dell'autrice che, anche quando tutto sembrava risolto e finito, non rinuncia all'ennesimo, spiazzante, colpo di scena.
E' un romanzo da leggere con la luce accesa che ci porta tra i vicoli oscuri di una città che cambia radicalmente aspetto quando cala il sole. Una Budapest così, non l'avete mai vista ve lo assicuro.
E' stata una vera scoperta, sono soddisfattissima della lettura e non posso che consigliarla ad occhi chiusi. Sono certa che l'apprezzerete anche voi, soprattutto se amate il genere.



Buongiorno lettori,
oggi voglio parlarvi di una storia che fa male ma anche bene. La storia vera di un amore che sfida la malattia, e la morte, un amore che dà forza e speranza per superare anche i momenti più bui che, purtroppo, alcuni malati vivono quotidianamente.
Buona lettura!


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Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui è appena arrivato e cerca di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due si scambiano per errore i cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi, e da un dialogo surreale nasce un invito al cinema, poi una mostra, un aperitivo, una gita in montagna. Francesca è bassina, ha i capelli biondi sparati, due occhioni azzurri che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra. Alessandro è scherzoso e un po' goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall'amore che presto li lega. E da lei impara, giorno dopo giorno, a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà, a capire il significato della resilienza. E così anni dopo, insieme, con il sorriso sulle labbra, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie. Senza arrendersi mai.

Il senso di vuoto, il suo peso specifico, talvolta è insopportabile. E' come svegliarsi e scoprire di non avere più un braccio. Non c'è bisogno di guardarsi allo specchio per accorgersi che qualcosa non è più come prima.

Avevo sentito parlare moltissimo di questo libro così, incurante degli avvisi e dei consigli di altri lettori, mi sono tuffata tra le pagine di una storia che faccio fatica, ancora adesso, a digerire per il suo realismo e per il dolore che trasuda da ogni pagina. L'amore di Alessandro e Franci è cosa rara, di questi tempi, un amore che ha messo in pratica il concetto di 'in salute e in malattia', sfidando la scienza e la paura pur di continuare a sperare ancora. Mi è piaciuta tanto Franci, la sua voglia di vivere e la sua passione per i viaggi, è una donna che avrei voluto conoscere, una persona che portava la luce nelle vite di tutti coloro che la circondavano. Il ruolo di Alessandro è stato, però, il più difficile e il più complicato. Come fai a sorridere quando il tuo cuore piange? Come fai a spiegare a tuo figlio che, nonostante le tante battaglie vinte, perderai la guerra? Come fai ad immaginare una vita intera senza la tua anima gemella? Ho ammirato quest'uomo, da ogni punto di vista. E' un padre e un marito eccezionale, cosa più unica che rara. Ho pianto ogni lacrima possibile insieme a lui, ho sperato nel miracolo e abbracciato, virtualmente, Mattia e Angelica; ho sentito il vuoto lasciato da Franci e ho imparato ad amare la storia di questa famiglia attraverso i racconti e gli aneddoti che l'autore ci regala.

E' tempo di prendersi gli applausi, è tempo di inchini al pubblico.
Siamo qui.
Siamo vivi.
Siamo una famiglia.

Siamo di fronte ad una storia vera, in cui non troverete un finale da favola scontato e sognante, ma un serenità riconquistata con la forza dopo uno tsunami che ha destabilizzato, emotivamente e fisicamente, una famiglia come tante che probabilmente non meritava tutto questo dolore ma che è diventata più forte e consapevole grazie ad esso. Ogni personaggio del libro ha una sua prerogativa e un suo ruolo fondamentale: insieme, costituiscono una grande famiglia pronta a supportare e appoggiare Alessandro e Franci nei momenti più critici e nefasti della malattia. Il tempo sa essere spietato, quando ha una scadenza, ma è anche l'unico che può lenire le ferite e rendere l'assenza più tollerabile. Alessandro Milan ci regala un inno alla vita, all'amore e all'affetto familiare perché, in fondo, sono queste le cose più importanti. E' una storia che ho divorato in una mattinata, sono entrata in punta di piedi nella vita di questa famiglia e mi è dispiaciuto moltissimo lasciarli. La loro storia mi ha fatto riflettere ed emozionare, non ci sono abbastanza parole per esprimere il cordoglio e l'affetto per questa famiglia. Tutti dovrebbero leggere la storia di Franci, per quanto forte e dolorosa, è una straordinaria testimonianza di amore e vita.





Buongiorno lettori!
Finalmente posso parlarvi senza riserve di un romanzo che ho amato. In questi giorni lo avete visto spessissimo sui miei social e anche sul blog e non vedo l'ora di farvi leggere il mio parere su "Chiudi gli occhi", di Monique Scisci. Il libro, edito da Newton Compton, è disponibile da oggi in libreria e in tutti gli stores online.
Buona lettura!


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Josephine è una donna di successo, fiera, combattiva e soprattutto autoritaria. A trentacinque anni è già presidente di un’importante agenzia pubblicitaria. È abituata a controllare tutto e la sua vita ruota attorno alla società che ha ereditato dopo la morte del padre. Divisa tra il lavoro e una famiglia sgangherata, Josephine si concentra sulla carriera senza curare le relazioni personali, finché un giorno, durante un viaggio a Dubai, incontra Mads, tipico uomo del Nord dal fascino glaciale. Mads è un dominatore esperto e ambito nel mondo sommerso del BDSM, ma si concede raramente e rifugge ogni coinvolgimento emotivo. Anche con Josephine. Perché c’è un segreto che Mads non intende rivelare a nessuno, un segreto che congela i suoi sentimenti e lo obbliga a mantenere le distanze. Eppure sarà sempre più difficile, per lui, nascondere quel che prova realmente.

Ero sicura che stesse scegliendo lo strumento di tortura adeguato al suo stato d'animo. Ma in fondo era quello che mi piaceva, l'adrenalina che quell'uomo era in grado di farmi scorrere nelle vene, che risvegliava il mio corpo, la tensione, la prospettiva del dolore e l'attesa del piacere.

Aprite bene le orecchie, perché lo dirò una sola volta: io ho amato questo romanzo erotico.
So che è una cosa rara, anzi, rarissima ma è la verità. Ho amato ogni singola, maledetta pagina del libro e non c'è niente che cambierei della storia e dei personaggi, al massimo farei fare un bagnetto di bontà alla Scisci che si è rivelata proprio una brutta persona trascinandomi in un vortice di passione, emozione per poi svegliarmi nel più brusco dei modi (purtroppo per voi, non vi rivelerò quale!).
In Josephine ho trovato, finalmente, una donna padrona della situazione e non la classica protagonista che ha bisogno di istruzioni per vivere. E' una personaggio completo, non esente da difetti o debolezze, ma in grado di mascherarli benissimo dietro una figura autoritaria e potente. L'incontro con Mads Kavén, un UOMO con la U, la O, la M e la O in maiuscolo, la sconvolge in quanto rappresenta l'imprevisto, una cosa che sfugge alla sua vita ben organizzata e priva di sorprese. Anche il nostro co-protagonista non è un cliché ambulante, anzi. E' un uomo maturo, con un lavoro normale e un aspetto normale, ha una personalità e un savoir faire che conquistano e non importa quanto cercherete di opporvi a lui...lo amerete, fidatevi!

Quando si incontra un uomo come Mads Kavén, il modo di relazionarsi al genere maschile cambia. E' in grado di ribaltare i concetti di giusto e sbagliato, bene e male, dolore, parecchio dolore a dire il vero, e piacere. Mi riferisco a quel tipo di piacere totalizzante e perverso che all'inizio sorprende, poi incuriosisce, disarma e infine distrugge e ricostruisce, ogni volta scavando sempre più a fondo.

L'universo di Mr Kavén è molto intricato e complesso, si considera un Master nel BDSM ma se immaginate una copia più matura di Christian Grey siete fuori strada. Il mondo di Mads affascina e coinvolge la mente, oltre che il corpo. Si tratta di una vera e propria filosofia di vita che esula dal concetto di semplice erotismo o di pratiche poco usuali. Il BDSM viene presentato dall'autrice in maniera molto dettagliata e accurata, insieme alle regole (scritte e non) di questo mondo sommerso, alle sue origini e alla sua applicazione pratica nella vita di tutti i giorni. Come Josephine, anche io sono rimasta affascinata da quest'uomo e dalle sue proposte, non nego di aver aspettato insieme a lei, con ansia, i messaggi notturni e inaspettati di Mads. 

La felicità ha le sue regole, incomprensibili a molti, è una splendida menzogna che fa di un attimo l'eterno tormento.

Ho divorato il libro con avidità, pagina dopo pagina, non avendone mai abbastanza. Mi sono appassionata come raramente capita con questo genere. Di solito odio le descrizioni di certi erotici, le trovo volgari ed esagerate, ma non è il caso di questo libro che mantiene, sempre e comunque, un forte contegno senza rinunciare alla sensualità richiesta da un genere come questo. Gli unici gemiti che ho sentito, singulti più che altro, sono stati i miei quando sono arrivata all'epilogo: inaspettato, sconvolgente e doloroso. Ho affrontato la lettura con sbalzi umorali, e ormonali, non indifferenti e questo finale (purtroppo sospeso) mi ha dato il colpo di grazia. La prosa dell'autrice è una coccola da ogni punto di vista, ho letto tutti i libri pubblicati dalla Scisci e la sua scrittura, elegante e brillante, è una costante che mi preme sottolineare. E' stato bello vederla superare, con successo, anche l'approccio con un genere molto lontano da quelli a cui ci ha abituato.
Non vedo l'ora di avere tra le mani il prossimo libro perché questa non è che la punta dell'iceberg di una storia, a mio avviso, meravigliosa ed emozionante.. oltre che molto sensuale ed erotica. Anche se, come me, non amate il genere vi consiglio di concedere una possibilità al romanzo; mentre, per le appassionate, è una storia che non può mancare nelle vostre librerie!


Se le mie parole non vi hanno convinto al cento per cento, vi lascio l'elenco degli altri blog che, oggi, parleranno del libro 💓









Buongiorno lettori,
arriva domani, in libreria e negli stores online, un romanzo carinissimo firmato da Colleen Oakley, "Confusa e innamorata", a metà tra un sick romance e un chick lit, vi regalerà tante risate, momenti di riflessione e scorci romantici da sogno.
Buona lettura!


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Jubilee Jenkins non è una bibliotecaria qualsiasi. Ha una rarissima allergia al contatto umano: sfiorare la pelle di qualcun altro potrebbe letteralmente ucciderla. Ma dopo essersi ritirata in completa solitudine per quasi dieci anni, Jubilee decide di affrontare di nuovo il mondo, nonostante i rischi. Armata di guanti, maniche lunghe e della sua fedele bicicletta, finalmente si avventura oltre la porta, verso il proprio futuro. Anche Eric Keegan ha parecchi problemi. Ha una figlia che ha smesso di parlargli dopo che il suo matrimonio è naufragato e un figlio adottivo brillante ma problematico, che si esercita nel tentativo di riuscire a usare la telecinesi. Eric si sta sforzando di rimettere in sesto la propria vita e diventare il padre - e l'uomo - che vorrebbe disperatamente essere. Quando un incontro casuale al bancone della biblioteca intreccia la sua vita con quella di una donna molto bella ma eccentrica, non desidera altro che poterle stare accanto. Ben presto Jubilee ed Eric si troveranno ad avere a che fare con qualcosa che desiderano, ma che è totalmente fuori dalla loro portata. O forse no?

Quando ho iniziato a leggere 'Confusa e innamorata', non sapevo se ridere o piangere. Il tutto inizia con la protagonista quasi in punto di morte dopo il suo primo bacio e no, non è dovuto all'emozione o alla bravura sconfinata del tipo, ma ad una rarissima patologia che la rende intollerante all'umanità intera! Jubilee Jenkins non può essere toccata da mani umane, mai. Nemmeno per un abbraccio materno dopo un brutto voto a scuola, nemmeno per una stretta di mano ad un colloquio di lavoro. Qualsiasi contatto, non protetto, con la pelle di qualcun'altro potrebbe ucciderla, nella peggiore delle ipotesi, o lasciarle degli sfoghi cutanei anti estetici e fastidiosi. Mi è dispiaciuto molto per lei, soprattutto quando ha scelto di vivere fuori dal mondo invece di cercare una soluzione alla sua condizione. Il suo carattere insicuro e timido, non ha aiutato la causa di integrazione con il mondo esterno creando una vera e propria campionessa di solitudine. Eppure, nonostante l'eremitaggio forzato, Jubilee ha un buon carattere e una discreta autoironia che mi ha strappato parecchie risate. La sua parte più riflessiva, invece, mi ha mostrato la parte più profonda di lei. Quando, finalmente, prova ad uscire fuori dalla sua 'comfort zone', credo di aver esultato con la verve di un'ultrà.

Le ho ricordato una delle tante cose che non può fare, come se non lo sapesse già. E poi mi chiedo se sa cosa vorrei fare io e non posso. Se sa che solo starle vicino mi toglie il fiato, che sogno di accarezzarle i capelli, che toccarla con la mano nuda, anche solo sfiorarle il gomito, mi darebbe una gioia infinita.

Se pensate che la sagra del 'mai una gioia' si concluda così, siete fuori strada. La vita complicata di Jubilee, infatti, si incrocia con quella complicata di Eric dando vita ad una storia tragicomica fatta di tentati omicidi, confessioni scomode e problemi da risolvere. Il tutto condito da un filo d'ironia che non guasta, soprattutto nei momenti in cui l'aria diventa decisamente pesante. 
La cosa che non ho apprezzato particolarmente, sono le tante pagine di 'aria fritta', come la chiamo io: momenti statici che parlano di tutto e niente e che fanno perdere il ritmo e la voglia di leggere. Per il resto, la prosa della Oakley non mi è dispiaciuta, soprattutto nei dialoghi che si sono rivelati, per lo più, arguti e ironici. Si parla anche di libri e la cosa, come potrete immaginare, non mi è dispiaciuta per niente; ho provato tanta sana invidia per Jubilee e il suo impiego in biblioteca. 
Sentimenti e malattia si intrecciano al punto giusto, senza esagerare né in un campo, né nell'altro. 
"Confusa e innamorata" è una storia carina, senza pretese e particolare. Merita una possibilità!


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