chiudiamo la settimana con una storia particolare che mi ha affascinata moltissimo.
Si tratta del nuovo romanzo di Cristiana Astori, "Tutto quel buio", edito da Elliot.
Il genere richiama molto quello del mio amato Carlos Ruiz Zafon, ma molto meno soprannaturale e fantasy.
Buona lettura!
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Susanna Marino, una studentessa squattrinata laureata in cinema, viene incaricata da un misterioso collezionista torinese di ritrovare una preziosa pellicola degli anni Venti, scomparsa durante l'occupazione nazista. Il regista è l'ungherese Károly Lajthay, il titolo "Drakula halála". Si dice infatti che sia questo, e non il "Nosferatu" di Murnau, il primo film in cui compare il personaggio di Dracula di Bram Stoker; nessuno però è mai riuscito a trovarlo, o, se l'ha fatto, non l'ha potuto raccontare. La pellicola pare infatti maledetta, e una mano misteriosa uccide chiunque tenti di venirne in possesso. Una volta giunta a Budapest, Susanna dovrà muoversi in una città dalle atmosfere espressioniste, tra tetti acuminati e oscuri sotterranei, in mezzo a cacciatori di pellicole privi di scrupoli, poliziotti sospettosi e ambigui musicisti noise, lungo una pista di sangue che affonda le radici in un tragico passato.
A volte neanche ci pensiamo, ma ci muoviamo su fili fragili.
Su intrecci di vuoti e ombre che neanche vediamo, e di cui non ci accorgiamo, ma loro sono lì, puntuali, e prima o poi ci chiedono il conto.
Ho acquistato questo libro quasi per caso, sono stata attratta subito dal titolo e leggendo la trama me ne sono ufficialmente innamorata. La lettura si è rivelata una sorpresa continua, molto intensa e accattivante. Ho scoperto in Susanna, un personaggio poco idealizzato e molto intraprendente. Pur essendo una donna, sola e in una città sconosciuta, non si perde d'animo e persegue il suo obiettivo con una tenacia fuori dal comune. Ho fatto il tifo per lei sin dall'inizio, sono entrata subito in sintonia con il suo personaggio e, durante la lettura, ho provato ogni singola emozione e sensazione che sentiva lei. Tensione, paura, incertezza e solitudine sono solo alcune sfaccettature suscitate dalla prosa dell'autrice. E' stato semplice immaginare ogni vicolo buio e ogni rudere misterioso di Budapest grazie alle accurate descrizioni e all'amore per i particolari dimostrato dall'autrice. Susanna non è l'unico personaggio degno di nota del libro, nel romanzo anche i personaggi minori sono fondamentali e curati nel dettaglio.
La storia ci ha dimostrato che il Male non si spegne nel corso dei secoli
(...) piuttosto si moltiplica, come tutti i parassiti.
L'idea di base, attorno al quale ruota l'intera storia, è molto interessante. Mi sono appassionata moltissimo alla ricerca della pellicola perduta e ho scoperto un modo che non conoscevo, un mondo misterioso e pericoloso in cui è meglio, a volte, non mettere il naso. Le sfide che la protagonista affronta, alla ricerca del 'Dracula halala', sono molteplici e la mettono alla prova sotto ogni punto di vista sia fisico che mentale. Le tinte gotiche e noir della prosa, rendono la lettura avvincente. La suspense attanaglia con una morsa strettissima la mente del lettore, rendendolo incapace di abbandonare la lettura. Che dire dell'epilogo? Un vero colpo da maestro dell'autrice che, anche quando tutto sembrava risolto e finito, non rinuncia all'ennesimo, spiazzante, colpo di scena.
E' un romanzo da leggere con la luce accesa che ci porta tra i vicoli oscuri di una città che cambia radicalmente aspetto quando cala il sole. Una Budapest così, non l'avete mai vista ve lo assicuro.
E' stata una vera scoperta, sono soddisfattissima della lettura e non posso che consigliarla ad occhi chiusi. Sono certa che l'apprezzerete anche voi, soprattutto se amate il genere.
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