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venerdì 11 luglio 2025

Recensione "Confessioni" di Minato Kanae

 Buongiorno e ben ritrovati sul blog.

Oggi vi parlo di un thriller giapponese molto particolare che ha superato ogni mia aspettativa. Si tratta di "Confessioni", di Minato Kanae, edito da Atmosphere Libri.

Buona lettura!

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Pagine 280

Moriguchi Yuko, giovane insegnante di scuola media, rivela alla classe l’intento di lasciare per sempre l’insegnamento. La figlia di appena quattro anni è annegata misteriosamente in piscina, ma in realtà Moriguchi ha scoperto che si tratta di un omicidio, commesso da due alunni! Nel corso della drammatica rivelazione, dichiara apertamente che i due assassini sono presenti in aula, facendo capire di chi si tratta e affermando che non ha in mente di denunciarli alla polizia. Come è possibile? Perché? Attraverso tre drammatici diari, di cui sono rispettivamente autori i due giovani assassini, Shuya e Nao, e la madre di quest’ultimo, si apprende a poco a poco l’atroce verità. E l’insegnante, che si finge indulgente ma in realtà nutre sete di vendetta, ha intenzione di far soffrire i due studenti fino alla follia, ponendoli quotidianamente al cospetto del terrore della morte… La confessione è un folle e lucido romanzo sulle perversioni non solo degli adolescenti di oggi, ma anche su quelle dei genitori e degli educatori.

Questo romanzo stazionava nella mia wishlist da un po' e 'FINALMENTE' mi sono decisa a recuperarlo. Avevo delle aspettative altissime che sono state ampiamente superate. Non sapevo cosa aspettarmi dall'opera di Minato Kanae ma ho trovato una storia veramente pazzesca che mi ha tenuta incollata alle pagine dall'inizio alla fine.

Vi starete chiedendo perché sono giunta a questa decisione? Perché Manami non è morta accidentalmente, ma è stata uccisa da qualcuno di voi.

Inizia così un lungo monologo di una professoressa che annuncia ai suoi alunni la decisione di smettere di insegnare. Decisione arrivata in seguito alla tragica perdita della figlioletta di quattro anni, morta proprio tra quelle mura in circostanze poco chiare.

L'indagine sembra confermare un fortuito incidente: la bambina è finita nella piscina della scuola ed è annegata. Ma la professoressa Yuko nota subito degli elementi che stonano e indagando a fondo scopre la peggiore delle verità... La bambina è stata uccisa volontariamente da due alunni.

A questo punto vi aspetterete una denuncia alla polizia con conseguente condanna dei colpevoli e invece non è così che andrà. Inizia un viaggio raccontato da più narratori di ciò che accade prima, durante e dopo. Un incrocio di vite, destini e scelte sbagliate che porteranno conseguenze disastrose per quasi tutti i personaggi chiamati in causa.

Forse non è riuscita a comprendere che l'ho fatto intenzionalmente, ma questo è solo un dettaglio ininfluente. La verità, che niente e nessuno potrà mai cambiare, è che ad ammazzare quella bambina sono stato io.

I temi e gli argomenti che incontreremo nei vari monologhi sono svariati e mettono in mostra i limiti dei genitori, la superficialità estrema degli adolescenti in certe situazioni, il bullismo, il fenomeno degli hikikomori, l'incapacità di gestire la frustrazione e il rifiuto.

Una componente antropologica non indifferente, quindi, fa da spalla ad una indagine che non risparmia colpi di scena e scomode verità. Non c'è possibilità di redenzione, solo un viaggio nei meandri più biechi dell'animo umano.

Ho amato ogni rigo e ogni pagina, è stata un'esperienza emotivamente impegnativa che mi ha fatto interrogare più volte su molti aspetti etici e morali. Le "confessioni" sono tutte più o meno spiazzanti e portano alla luce i limiti di comunicazione che spesso causano situazioni gravissime. 

L'autrice tratteggia uno spaccato lucido della realtà giapponese, una realtà diversa dalla nostra ma in cui sono presenti delle criticità simili. 

L'epilogo è la ciliegina sulla torta di una storia che inizia e finisce con un argomento ben chiaro: la vendetta. Un aggettivo per descrivere questo libro? Cattivo.