Buon pomeriggio e ben ritrovati sul blog.
Nella recensione di oggi vi parlo di una delle ultime uscite del catalogo Neri Pozza, “La maledizione dei Montrolfe”, firmato da Rohan O’ Grady.
Buona lettura!
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Pagine 256
È con passo lento e strascicato che John Montrolfe sale i gradini di Cliff House, la grande casa sulla scogliera che da oggi sarà sua. Quella magione ormai in rovina non è, tuttavia, l’unica cosa che Montrolfe, ultimo rappresentante di una schiatta formidabile, ha ereditato: una terribile deformità fisica si tramanda come una maledizione nella sua famiglia. L’accoglienza a Cliff House è fredda, ma le notti di John sono rischiarate da un evento portentoso: l’apparizione di una fanciulla dalla pelle di seta bianca e gli occhi color genziana, che lo guarda come nessuna lo ha mai guardato prima. È il fantasma che, da quando esiste Cliff House, tormenta i Montrolfe, rendendoli pazzi d’amore. Fino a che, in una notte d’orrore, il sogno si fa incubo – il fantasma muore, il collo spezzato. Per John è l’inizio di un’affannosa ricerca della verità: chi era la ragazza del sogno, se mai è esistita? E quel quaderno ritrovato in uno scrittoio, che racconta la storia di Catherine Barton, a chi appartiene? Che fine terribile, povera Catherine! Nata con uno spirito ardente, una mente brillante e un cuore che non conosce paura, forse è stata vittima dell’incantesimo di Max Fabian, misterioso bandito dalla bellezza di angelo caduto. O forse la verità è nascosta ancora più a fondo, in un luogo oscuro dove le delicate fattezze della giovane paiono più le sembianze di una piccola Lady Macbeth…
Rohan O’ Grady, pseudonimo utilizzato dall’autrice canadese June Margaret O’ Grady Skinner, ci regala un’autentica favola gotica permeata da atmosfere cupe e inquietanti. Si tratta di un romanzo molto particolare che viene perfettamente riassunto dal titolo, “La maledizione dei Montrolfe”.
La storia inizia proprio nella tenuta di questa ricca e antica casata con l’ultimo erede dei Montrolfe, pronto a ricevere l’eredità di famiglia. Peccato che, nel suo caso, non si tratti solo di un'antica dimora e un buon patrimonio… qualcosa di oscuro lo attende una volta varcata la soglia della magione di famiglia.
L'arrivo di John a Cliff House, lo vedrà coinvolto in una discesa nell’incubo. È proprio in un contesto onirico che incontra Catherine e non vuole più lasciarla andare. Vive solo in attesa del momento in cui si addormenta e può rivederla. Altri, prima di lui, sono caduti in questo circolo vizioso fino ad impazzire e a morire nei modi più disparati.
«A Forsham non troverà nessuno disposto a venire a servizio a Cliff House».
«E perché no?» domandai.
«Perché hanno troppa paura di lui».
«Di chi?»
«Be’, del signor Guy, il primo Montrolfe, naturalmente».
«E perché dovrebbero?A mio parere io dovrei terrorizzarli ben di più».
«Ah, ma almeno lei è vivo».
Ma chi è questa fanciulla? E perché tutti gli uomini della famiglia impazziscono a causa dell’ossessione che sviluppano per lei? La sotto trama che ci aspetta tra queste pagine è una delle più interessanti mai viste. Un vero e proprio romanzo a matrioska che ci condurrà in una storia nella storia, necessaria per comprendere a pieno l’intera vicenda.
Ciò che non mi ha convinto è proprio questa storia parallela che, a mio avviso, occupa fin troppo spazio rischiando di togliere attenzione e interesse per quella principale. Pur essendo un espediente originale e necessario per far capire al lettore le origini di tutto, trovo che sia stato dato troppo spazio che si sarebbe potuto usare per sviluppare meglio il finale che risulta frettoloso rispetto al resto.
Un vero peccato perché è una storia molto curata, nella prosa e nella costruzione e anche nei personaggi stessi che non passano inosservati. Questo aspetto del libro mi ha colpito moltissimo: ogni singolo personaggio che conoscerete in queste pagine è strutturato alla perfezione nell'aspetto, nella personalità e persino nel “tono” che assume nei dialoghi.
Una lettura, quindi, che mi ha soddisfatto a metà ma che ha sicuramente molto potenziale!
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